tag:blogger.com,1999:blog-30944248007348900012024-03-13T02:33:47.617+01:00AwaragiIndia, Italia, Arte, Cultura, Storia, Viaggi, Film, Schio ... Sunil Deepakhttp://www.blogger.com/profile/05781674474022699458noreply@blogger.comBlogger319125tag:blogger.com,1999:blog-3094424800734890001.post-73427183403789555482024-03-04T11:03:00.000+01:002024-03-04T11:03:00.249+01:00Camminare Diversamente: Libro - Passo Lento<p>Recentemente, <b>Antonella Patete</b> e <b>Nicola Rabbi</b> hanno scritto un libro, "<b>Passo lento -<br /> Camminare Insieme Per l'inclusione</b>", pubblicato da <b>Edizioni La Merdiana</b>. Il libro parla di alcune esperienze di camminare insieme agli altri, tra i quali anche alcune persone viste come diverse.</p><p>Conosco <a href="https://draft.blogger.com/">Nicola Rabbi </a>forse da circa 30 anni, l'avevo incontrato al <b>Centro di Documentazione Handicap</b> di Bologna, dove è il responsabile della comunicazione. Per molti anni ha diretto la loro rivista <a href="https://archivio.accaparlante.it/" target="_blank">HP-Accaparlante</a> ed è un giornalista specializzato sul tema della disabilità e le differenze. Per molti anni, Nicola ha collaborato con <a href="https://draft.blogger.com/">AIFO</a>, dove lavoravo e siamo diventati amici. Quando Nicola mi ha parlato del suo libro, ne ho voluto sapere di più.</p><h3 style="text-align: left;">Di cosa parla il libro?</h3><p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiivy3_nbjN9AwP2pDXQIz_gtXlznhsxSLrY-CBuHo_58LdoIDPAixMrhWB9PO9d-NxniDwbRfKQO99N0aHI7V7TI2cTNBhbGzp8X60EeAxNoaUB_mUukR0CuQIZUXFgJaF2K_mO4xqCGVtNXSyl_Za4F3q_e9fzEkdmhVaWQXipjYd7CuMB91JsNEaHo7b/s1000/passo%20lento.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1000" data-original-width="1000" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiivy3_nbjN9AwP2pDXQIz_gtXlznhsxSLrY-CBuHo_58LdoIDPAixMrhWB9PO9d-NxniDwbRfKQO99N0aHI7V7TI2cTNBhbGzp8X60EeAxNoaUB_mUukR0CuQIZUXFgJaF2K_mO4xqCGVtNXSyl_Za4F3q_e9fzEkdmhVaWQXipjYd7CuMB91JsNEaHo7b/s320/passo%20lento.jpg" width="320" /></a></div>Il libro parla di alcune esperienze di cammini insieme agli altri, tra i quali vi sono persone considerate diverse. Nel libro, Nicola ha tre scritti - Asini, Neve e Foglie; e, Antonella Patete ne ha due - Sabbia e Pioggia. <br /><br /><b>Angelo Ferracuti</b> nella sua prefazione dice che le esperienze di camminare insieme alle persone 'diverse', "<i>invece che un limite o un deficit comportamentale o sociale, diventa una forza per guardare in maniera originale e diversa l’altro da sé e il mondo circostante, così come una forma di riscatto ed emancipazione</i>". <p></p><h3 style="text-align: left;">Una chiacchierata con Nicola Rabbi</h3><p>Ho parlato con Nicola riguardo questo libro, ecco quello che mi ha raccontato:<br /> <br /> Passo Lento è nato per caso. Avevo percorso assieme a un’amica fotografa il cammino di San Benedetto che si snoda lungo gli appennini centrali. Eravamo un gruppo composto da volontari, educatori e persone con problemi di salute mentale. La cosa più originale di questa avventura era la presenza di 4 asini che portavano i nostri bagagli e a cui noi dovevamo accudire.</p><p>L’idea era quella di scrivere un servizio giornalistico corredato da alcune foto per una rivista ma, quando era stato il momento di concludere, poi il caporedattore non l’aveva pubblicata.</p><p>A me piaceva l’idea che stava dietro a questo reportage, ovvero che il camminare assieme fa stare bene tutto il gruppo per motivi vari: stai all’aria aperta, interrompi il solito ritmo di vita quotidiana, fai nuove conoscenze, ma forse ti senti meglio anche per qualcosa di atavico e misterioso: noi all’inizio, eravamo una specie nomade e ci spostavamo in gruppo per proteggerci e sopravvivere e questa esperienza è rimasta dentro di noi. Quando ho iniziato a scrivere questo articolo non avevo sviluppato un ragionamento così articolato ma mi ero buttato d’istinto, per divertimento.</p><p>Non esisteva un progetto per un libro ma questa idea è scattata quando, parlando con la mia collega Antonella Patete, ho saputo che lei partiva per un cammino di qualche giorno nel deserto del Marocco in un gruppo dove molte persone erano cieche. Da qui la proposta di fare altre viaggi e di riunirli in un libro.</p><p>A quel punto mi sono messo in contatto con associazioni che sulle Alpi italiane organizzano percorsi con le joelette e ho chiesto di partecipare. Le joelette sono delle biciclette mono ruote che permettono a persone con problemi motori di andare su in montagna. Antonella ha trovato un’altra occasione di viaggio con dei ciechi nelle terre mutate, ovvero quella zona dell’appennino colpito dal terremoto del 2016.</p><p>Il quinto e ultimo servizio giornalistico dedicato a questo tipo di viaggi, l’ho fatto con dei minori migranti non accompagnati e i loro educatori; siamo andati a camminare con le ciaspole sulle nevi degli appennini bolognesi.</p><p>Io e Antonella ci siamo dati un anno di tempo per realizzare il tutto e quindi abbiamo potuto scrivere con calma e curare molto questo aspetto.</p><h3 style="text-align: left;">Presentare il libro al pubblico</h3><p>Nicola ha anche spiegato i loro futuri piani per far conoscere il libro.</p><p>Il libro è stato pubblicato dalle <a href="https://draft.blogger.com/">edizioni la meridiana</a> con cui da alcuni anni curiamo una collana editoriale dal titolo <a href="https://draft.blogger.com/">I Libri di accaParlante</a>, che si occupa di accessibilità, non solo fisica ma anche, anzi soprattutto, alla cultura.</p><p>Nel corso del 2024 saremo impegnati in una serie di presentazioni in varie parti di Italia perché questa esperienza merita di essere conosciuta: non importa la tua condizione fisica o mentale, la tua età, non occorre essere delle persone atletiche per camminare assieme, tutti lo possono fare e alla fine della giornata, probabilmente, molti avranno delle cose piacevoli da raccontare.</p><h3 style="text-align: left;">Conclusioni</h3><p>Molti lamentano che oggi viviamo in un mondo sempre più veloce e caotico, troppo preso dalla tecnologia e il virtuale. Invece con l'esperienza dell'età, penso che più vecchi diventiamo, più facilmente scopriamo i piaceri della lentezza, di fermarci a guardare o a pensare e ricordare. Se non vi sono altri problemi, sopratutto del corpo, che non ce lo permettono, il camminare, da soli o in compagnia, anche di un cane o di un asino, diventa uno dei piaceri più grandi nel diventare vecchi! <br /><br />Nicola inizia il suo primo racconto con un’esperienza di cammino sugli Appennini laziali, dove sono accompagnati da asini e parla di una compagna che aveva scoperto "<i>il benessere che si crea in un gruppo di persone che passeggiano lente nei boschi in compagnia degli asini</i>."<br /> <br /> Gli asini, Alfio, Bigio e Camillo, sembrano usciti da un romanzo. Quando Nicola li incontra, scopre che "<i>Alfio mi guarda, gli altri mi ignorano e subito mi accorgo che questi non sono animali che ti si avvicinano scodinzolando o strusciandosi e nemmeno scalpitano inquieti come i cavalli, sono più misteriosi</i>." Devo confessare che non avevo mai pensato agli asini, tanto meno, al loro comportamento, e sono subito catturato dal suo racconto.<br /> <br /> Un buon libro ti fa pensare a qualcosa alla quale non avevi prestato attenzione prima, ti guida verso un nuovo modo di guardare, sentire e pensare il mondo, il libro di Nicola e Antonella riesce in questo. <br /><br />***</p>Sunil Deepakhttp://www.blogger.com/profile/05781674474022699458noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3094424800734890001.post-38622155033853202732023-02-12T17:38:00.000+01:002023-02-12T17:38:07.311+01:00Mortalità in Italia 2021-2022<p>Avevo iniziato a guardare il programma di <b><a href="https://www.youtube.com/watch?v=xNT-YNLhprw&ab_channel=Dr.JohnCampbell" target="_blank">John Campbell su YouTube</a></b> nei primi mesi dell'epidemia di Covid-19 nel 2020. Da quando l'emergenza Covid è finita, non lo guardo molto spesso. Invece, stamattina per caso ho guardato<a href="https://www.youtube.com/watch?v=xNT-YNLhprw&ab_channel=Dr.JohnCampbell" target="_blank"> il suo video di ieri</a> (11 febbraio 2023) e ho trovato una notizia inaspettata - Europa ha continuato ad avere un alto tasso di mortalità, superiore alla media Pre-Covid, per tutto il 2022.</p><p>Hanno messo insieme i dati sulla mortalità dai vari paesi del mondo e l'hanno confrontato con la media della mortalità settimanale nei 5 anni prima del Covid. Secondo John, Inghilterra ha avuto il 9% di mortalità in più nel 2022, ciò è, intorno al 60.000 morti in eccesso.</p><p>Secondo i dati, le percentuali dell'eccesso di mortalità in alcuni dei paesi sviluppati sono le seguenti: Danimarca +30%, Francia +25%, Germania +43%, Irlanda +20%, Olanda +37% e Regno Unito +20%.</p><h3 style="text-align: left;">Mortalità Eccessiva in Italia</h3><p>L'analisi di John non comprende l'Italia. Sono andato sul sito di <a href="https://ourworldindata.org/grapher/excess-mortality-p-scores-average-baseline?time=2021-01-03..latest&country=~ITA" target="_blank">Our World in Data</a> e ho trovato che i dati italiani sono disponibili soltanto fino a fine ottobre 2022 e per questo motivo non appaiano nelle analisi internazionali.</p><p>Ho fatto due tipi di analisi sui dati italiani. </p><p><b>Nel primo grafico</b> ho controllato i dati italiani per il 2021-22, da gennaio 2021 fino all'ottobre 2022 (grafico nell'immagine qui sotto).</p><p>In questo grafico, la linea grigia sotto (segnata con 0%) rappresenta la media della mortalità pre-covid mentre la linea verde rappresenta la mortalità post-covid. Tutte le volte che la linea verde va sotto la linea grigia, vuol dire che in quel giorno, la mortalità post-covid era meno della mortalità media pre-covid, mentre tutte le volte che la linea resta sopra, abbiamo la mortalità eccessiva.</p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEihrZT7BU73DcTWjZJkipT_l3rVBPpWY8NkObm1Fca9lXBLvpo0xs6VwW4yzbGXtjvdgJHvL-YTw6a-Wv6LT3rL4YKvnlqPtQC-LEn-xaIVDYHv-3PPv2h_wptZ976ydba7PtCb10SXK5sMZGFnc8alYUmiC4urIYvtOhowwackC0UqevnbqXzeUH1gnw/s3400/excess-mortality-p-scores-average-baseline%20(1).png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="2400" data-original-width="3400" height="452" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEihrZT7BU73DcTWjZJkipT_l3rVBPpWY8NkObm1Fca9lXBLvpo0xs6VwW4yzbGXtjvdgJHvL-YTw6a-Wv6LT3rL4YKvnlqPtQC-LEn-xaIVDYHv-3PPv2h_wptZ976ydba7PtCb10SXK5sMZGFnc8alYUmiC4urIYvtOhowwackC0UqevnbqXzeUH1gnw/w640-h452/excess-mortality-p-scores-average-baseline%20(1).png" width="640" /></a></div><div><br /></div>Nel 2021, il picco della mortalità eccessiva (>25%) era stata raggiunta nel primo semestre, ma dopo questo abbiamo continuato ad avere i picchi tra il 10-15%. Nel 2022, abbiamo continuato ad avere l'eccesso di mortalità con dei picchi tra il 5-10%, tranne che in estate, quando il picco è arrivato al 35%.<div><br /></div><div><b>Il secondo grafico</b> (qui sotto) copre un periodo più lungo (dal settembre 2020 al 1° gennaio 2023) e confronta l'eccesso di mortalità in 4 paesi - Italia (linea verde), Francia (linea viola), Germania (linea rossa) e Stati Uniti (linea violetta).</div><div><br /></div><div style="text-align: center;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjxereEOIhvK9tnT8XBgTUbonAe7tZfXLwn0Ta0dqpS2I73_wtqzjtjv-nTBSzCbOCRPTd25AAYDxo3QFtFIQoDlv9KuKDAHNdD_pQ1P6EbZY_yLg4coG_DqURHaJMpEBxbZeZP9YV6Dc449xwQ8MCLKcpByv15zz6RQWQlf3rr1DtM6rHnmXqni7yhzg/s3400/excess-mortality-p-scores-average-baseline.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="2400" data-original-width="3400" height="452" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjxereEOIhvK9tnT8XBgTUbonAe7tZfXLwn0Ta0dqpS2I73_wtqzjtjv-nTBSzCbOCRPTd25AAYDxo3QFtFIQoDlv9KuKDAHNdD_pQ1P6EbZY_yLg4coG_DqURHaJMpEBxbZeZP9YV6Dc449xwQ8MCLKcpByv15zz6RQWQlf3rr1DtM6rHnmXqni7yhzg/w640-h452/excess-mortality-p-scores-average-baseline.png" width="640" /></a></div><br /><div style="text-align: left;">Si vede dal grafico che il picco di mortalità eccessiva più alto in assoluto tra questi 4 paesi è stato in Italia il 22 novembre 2020, quando aveva raggiunto il +55%. Anche se dal 2020 fino all'ottobre 2022, Italia ha continuato ad avere quasi continuamente l'eccesso di mortalità, ma in confronto agli altri paesi, le percentuali mi sembrano più contenute.</div><div style="text-align: left;"><br /></div><div style="text-align: left;">Invece, tra questi 4 paesi, la Germania ha avuto maggiori oscillazioni da picchi di -10% a picchi di +43% (quest'ultimo nel 2022). </div></div><div><h3 style="text-align: left;">Capire i Motivi della Mortalità Eccessiva</h3><p style="text-align: left;">Ho letto qualche articolo che collega questo eccesso di mortalità alle vaccinazioni anti-covid, ma questa spiegazione non mi convince, soprattutto perché sono passati quasi 2 anni dalla terza dose del vaccino. E' possibile che qualcuno con miocardite o polmonite legato al Covid o qualcuno con una reazione legata ai vaccini sia morto a distanza di qualche mese o anno, ma questa non può essere la causa principale di questi dati.</p><p style="text-align: left;">Immagino che i ricercatori dell'Istituto Superiore della Sanità stanno esaminando le cause dei morti del 2022 e confrontandole con i dati pre-covid per capire dove sta il problema.</p><p style="text-align: left;">Penso che una delle cause che contribuisce all'eccesso di mortalità in Italia sia legato alle <b>difficoltà di accedere al medico di base</b>, alle visite e agli esami nella fase post-covid.</p><p style="text-align: left;">Fino ai primi mesi del 2020, quando stavi poco bene, ti recavi dal tuo medico di base e aspettavi il tuo turno. Ora devi chiamare, fissare l'appuntamento che potrebbe essere tra 10 giorni o anche 2 settimane, sia per vedere il medico di base o per i prelievi. Per le radiografie o gli esami particolari e le visite specialistiche, anche urgenti, ti tocca aspettare mesi, avere un appuntamento in un servizio lontano da casa o andare a pagamento. Penso che molti anziani non riescono a starci dietro a chiamare e cercare appuntamenti o sollecitarli e non hanno i soldi per pagare i privati.</p><p style="text-align: left;">Se l'analisi dei dati mostrerà che a morire sono soprattutto gli anziani, le difficoltà di accesso al SSN potrebbero essere una causa significativa dietro a questa situazione.</p><h3 style="text-align: left;">Il Sito di <a href="https://ourworldindata.org/grapher/excess-mortality-p-scores-average-baseline?time=2021-01-03..latest&country=~ITA" target="_blank">Our World in Data</a></h3><p style="text-align: left;">Se vi interessano i dati su specifici temi, penso che dovreste provare a <a href="https://ourworldindata.org/grapher/excess-mortality-p-scores-average-baseline?time=2021-01-03..latest&country=~ITA" target="_blank">visitare questo sito</a>. Su ogni argomento, potete scegliere i paesi da esaminare (e con il mouse potete trascinare il pulsante per scegliere il periodo che vi interessa). </p><p>*****</p></div>Sunil Deepakhttp://www.blogger.com/profile/05781674474022699458noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3094424800734890001.post-12294378549031669402022-12-24T11:18:00.005+01:002022-12-29T10:44:32.548+01:00L'Arte di fare lo ScrittoreAmo leggere i libri e mi piace parlarne. Mi piace anche scrivere - questo blog ne è la prova. Molti anni fa avevo partecipato ad un corso di scrittura creativa. Attualmente faccio parte di un <a href="https://www.facebook.com/groups/2249676425265918" target="_blank"><b>gruppo dei lettori</b></a> e mi piacerebbe far parte di un gruppetto delle persone che scrivono o che cercano di scrivere.<div><br /></div><div><div>Mi è sempre piaciuto scrivere. Il mio primo racconto (pubblicato in una rivista letteraria indiana) era nel 1983. In Italia, alcuni miei racconti sono usciti in qualche rivista (<a href="https://incrocionline.wordpress.com/colophon/" target="_blank">Incroci</a>, <a href="http://www.el-ghibli.org/" target="_blank">El Ghibli</a>) e in alcune antologie (Madre Lingua, Passaparole). Ho iniziato a scrivere un romanzo per la prima volta nel 2001 e da allora, ho provato a scrivere dei romanzi più volte, ma senza mai completarli. Finalmente, recentemente (dicembre 2022) ho completato il mio primo romanzo.</div><div><br /></div><div>Questo mio scritto tocca un po' tutti questi punti.</div><div><br /></div><div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEheErsfzXywAVJwca-Tvccr0ZImacS12Cf8Cc0nEkxnUQu8M21onDaTr139nmvTsK7IywDnBqP6II5PjzUBfvMJvUzsVcU5HBVZe7-iuRff-MY5b-TyX17i3dmPdsloyCTebgbqiFroCddV9MnK3KdHAVXdT5araoQ7WLnuHHDsH5HTBXXVT0oDhHbGcg/s1020/02.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="705" data-original-width="1020" height="276" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEheErsfzXywAVJwca-Tvccr0ZImacS12Cf8Cc0nEkxnUQu8M21onDaTr139nmvTsK7IywDnBqP6II5PjzUBfvMJvUzsVcU5HBVZe7-iuRff-MY5b-TyX17i3dmPdsloyCTebgbqiFroCddV9MnK3KdHAVXdT5araoQ7WLnuHHDsH5HTBXXVT0oDhHbGcg/w400-h276/02.jpg" width="400" /></a></div><br /><h3 style="text-align: left;">Scrittori e Lettori</h3>Nel 2009-10, avevo partecipato al corso di scrittura creativa organizzato da <a href="https://www.facebook.com/groups/220568844639218" target="_blank"><b>Eks&Tra - Laboratorio di Scrittura Interculturale</b> </a> a Bologna. Era un'iniziativa multiculturale con persone provenienti da diversi paesi. Far parte di questo gruppo mi aveva fatto capire il piacere di stare insieme alle persone che scrivono e di parlare con loro di quello che scriviamo.</div><div><br /></div><div>Invece, fare parte del gruppo di lettura (<a href="https://www.facebook.com/groups/2249676425265918" target="_blank">Lettori in Circolo</a>) dove discutiamo dei libri che abbiamo letto, mi ha fatto capire che non esiste un libro che piace a tutti. Anche i libri che io trovo belli, c'è sempre qualcuno del nostro gruppo che trova noiosi. Capire questo è stato qualcosa di liberatorio, perché vuol dire che bisogna scrivere anzitutto per il proprio piacere.</div><div><br /></div><div>Comunque, in vita reale, quando uno scrive, far zittire la voce critica interna è difficile se non impossibile. Per questo penso che far parte di un piccolo gruppo di persone che si trovavano con le stesse mie insicurezze e ansie, e che danno un sostegno reciproco per i nostri momenti di crisi, sarebbe bello.</div><h3 style="text-align: left;">Utilità dei Corsi di Scrittura Creativa</h3><div>Quel corso di scrittura creativa che avevo frequentato era utile perché ci aveva costretti a sperimentare nuovi modi di espressione. Per esempio, mi piaceva (e tutt'ora mi piace) scrivere in prima persona. Invece durante il corso, avevamo ragionato sui vantaggi e svantaggi di scrivere in terza persona o come un narratore esterno onnisciente.</div><div><br /></div><div>Avevamo anche fatto esercizi di "<i>pensare di essere</i>" un ombrello o una scarpa e cercare di vedere la nostra trama da un punto di vista diverso. Provare a vedere gli eventi del nostro scritto da un'angolazione diversa è un bel esercizio, perché ci potrebbe far capire degli aspetti che avevamo ignorato.</div><div><br /></div><div>Devo riconoscere anche il ruolo giocato da <a href="https://www.labottegadelbarbieri.org/" target="_blank">Daniele Barbieri</a>, uno degli insegnanti del nostro corso, in apprendere l'importanza delle revisioni e di togliere tutto il superfluo dal nostro scritto.</div><div><br /></div><div>Tutti questi sono gli strumenti di lavoro degli scrittori, più o meno utili - prima del corso, non ci avevo mai pensato bene a questi "strumenti".</div><div><h3 style="text-align: left;">Il Mio Romanzo</h3>Negli anni 1990, avevo perso quasi tutti i contatti con la mia lingua materna (hindi). Nel 2001, dovevo stare a Ginevra per circa 6 mesi, mentre lavoravo all'OMS. Ero da solo e avevo più tempo, così avevo iniziato a scrivere un romanzo in inglese - dopo 2 anni l'avevo abbandonato incompleto. Nei venti anni successivi, ho provato a scrivere diverse volte e tutte le volte li ho abbandonati i miei romanzi incompleti.</div><div><br /></div><div>Nel 2020, grazie al Covid eravamo chiusi in casa e ero in pensione. Ho ripreso la scrittura di uno dei romanzi che avevo abbandonato, con la differenza che questa volta scrivevo in hindi. Con l'internet, negli ultimi 15 anni, mantenere i contatti con gli amici in India, leggere i libri e le riviste in hindi e guardare i programmi e film in hindi è diventato molto facile, così poco alla volta avevo ritrovato la mia lingua materna.</div><div><br /></div><div>Ho completato la seconda stesura del mio romanzo qualche giorno fa. Una casa editrice indiana si è mostrata interessata. Se andrà tutto bene, il mio primo romanzo uscirà nel 2023 in India.</div><div><br /></div><div>Ho altri 2 libri nella testa - penso a questi 3 romanzi come la mia trilogia "Amar, Akbar, Anthony", un film di Bollywood degli anni settanta che parlava di fratelli smarriti e genitori separati dai figli - anche i miei 3 romanzi hanno le famiglie separate e disperse. Il primo è quasi pronto e ho le dita incrociate per finire anche gli altri due.</div><h3 style="text-align: left;">Leggere e Giudicare i Libri degli Altri</h3><div>In passato, più di una volta, alcuni scrittori italiani mi avevano chiesto di leggere le bozze dei loro romanzi ambientati in India.</div><div><br /></div><div>Quando le persone mi chiedono un parere sulla correttezza delle informazioni sull'India, è relativamente facile dare i miei consigli. Anche quando i loro scritti mi piacciono, è facile parlare con loro e spiegare che cosa mi è piaciuto e perché.</div><div><br /></div><div>Invece, quando un libro non mi piace, faccio molta fatica a dire allo scrittore quello che penso perché so bene quanta fatica e sudore ci si mette a scrivere qualcosa. Scrivere un romanzo richiede ore, giorni e mesi, passati in solitudine a cercare le parole. Per ciò, non riesco a esprimere critiche sincere, e spesso preferisco non esprimere il mio parere in questo caso.</div><div><br /></div><div>Ora che ho scritto il mio primo romanzo e l'ho mandato in giro alle persone per avere il loro parere, posso vedere questo stesso dilemma dall'altra parte. Quando qualcuno non mi dice quello che pensa del mio libro, posso capire le sue difficoltà - vorrei dirgli di non preoccupare, che capisco le loro difficoltà, e che va bene lo stesso.</div><h3 style="text-align: left;">Conclusioni</h3><div>Il mondo dei libri è nato soltanto qualche secolo fa. All'inizio del 1900, più del 50% della popolazione italiana era analfabeta, mentre in India, quando è diventata indipendente nel 1947, questa percentuale di analfabeti saliva all'88%. Eravamo un mondo basato sulla cultura orale, dove i racconti erano il dominio delle cantastorie.</div><div><br /></div><div>Poi per qualche decennio siamo diventati una cultura che si esprime tramite gli scritti, ma ultimamente con gli smartphone e gli App come YouTube e TikTok, la comunicazione orale è tornata ad essere importante di nuovo. Chissà, nel mondo di domani, ancora la gente leggerà dei libri? Ho letto di uno studio su come oggi la gente legge online - sembra che le persone dedicano meno di mezzo minuto a scorrere un sito o una pagina web e saltano la maggior parte delle parole.</div><div><br /></div><div>Ciò dovrebbe dare conforto agli scrittori che passano ore e giorni a leggere, rileggere e correggere quello che scrivano? Non serve tormentarci più di tanto perché in ogni caso, i nostri lettori non leggeranno i testi parola per parola.</div><div> </div><div>Alla fine due appunti: <br /></div><div> </div><div>(1) Se siete di Schio o nei dintorni e vi piace/piacerebbe scrivere e volete fare parte di un gruppo di sostegno reciproco per incontrare occasionalmente e di parlare di scrivere, lasciate un commento qui sotto. <br /></div><div><br /></div><div>(2) Se sapete l'hindi e volete leggere la bozza del mio romanzo, fatemi sapere - lasciate un commento qui sotto. Se dopo aver letto il mio libro, non avrete la voglia di darmi il vostro parere, non preoccupatevi, vi vorrò bene lo stesso.</div><div> </div><div>E, per concludere un'immagine di Indro Montanelli mentre scrive seduto tranquillamente in un parco pubblico di Milano. <br /></div><div><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjvUPVYUPRSITnJWADdGfr2uX6PWUNVquNKtDMw0iMIY0RbAzMmezbCUaALxMCzGFxFwZpkrCJWIIvpZqoWf0FzbBP6TCRgiIRJiMM0d7ol1M_bOtLltqv8x_K9cfVtEb6oxOQzzaOe0erXRJK0g8rJ8w7_l12CVtgz7rb1nlBSV0aNAef6RnRM4HsjGA/s1020/01.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="705" data-original-width="1020" height="276" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjvUPVYUPRSITnJWADdGfr2uX6PWUNVquNKtDMw0iMIY0RbAzMmezbCUaALxMCzGFxFwZpkrCJWIIvpZqoWf0FzbBP6TCRgiIRJiMM0d7ol1M_bOtLltqv8x_K9cfVtEb6oxOQzzaOe0erXRJK0g8rJ8w7_l12CVtgz7rb1nlBSV0aNAef6RnRM4HsjGA/w400-h276/01.jpg" width="400" /></a></div><br /><div style="text-align: center;"><br /></div><div>*** </div></div>Sunil Deepakhttp://www.blogger.com/profile/05781674474022699458noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3094424800734890001.post-64868850669297551612022-09-08T10:45:00.000+02:002022-09-08T10:45:22.926+02:00Percorsi SpiritualiSono cresciuto in una famiglia poco religiosa, ma sono sempre stato interessato alla spiritualità. Questo post spiega il significato di spiritualità per me e presenta alcune delle mie esperienze spirituali più significative.<div><br /><div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg8Nc1LA2O0FywUuata8QPoY7fxWdmshRYJtUyYiMbBpNwoKkyqdRfcef3mQM-ncjhyTX2TBUCmJhadVr-B-Fz-OpV8fjTD9sQE2QKT-qdeBi8KkQHr3m-TjN0nEtmdlej0qa3xMrc2QBeHHaKB4YQCJeoSy54pFqjWieuWntwV2D7dvfEV8O2u1_b3sQ/s820/2009_feb15_Ayuthya%20(67).jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="572" data-original-width="820" height="446" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg8Nc1LA2O0FywUuata8QPoY7fxWdmshRYJtUyYiMbBpNwoKkyqdRfcef3mQM-ncjhyTX2TBUCmJhadVr-B-Fz-OpV8fjTD9sQE2QKT-qdeBi8KkQHr3m-TjN0nEtmdlej0qa3xMrc2QBeHHaKB4YQCJeoSy54pFqjWieuWntwV2D7dvfEV8O2u1_b3sQ/w640-h446/2009_feb15_Ayuthya%20(67).jpg" width="640" /></a></div><br /><div style="text-align: center;"><br /></div><div>Per "spiritualità" intendo le idee sulla natura dell'anima, della coscienza e della realtà. Per me, le esperienze spirituali sono quelle che inducono in me sentimenti di connessione con gli altri e con l'universo, e possono essere molto diverse tra di loro - possono essere legate alla lettura, alla meditazione, all'ascolto della musica, all'osservazione delle stelle e all'essere nella natura, e avere pochi collegamenti con le religioni. </div><div><h3 style="text-align: left;">I Guru Spirituali</h3>Le tradizioni indiane pongono molta enfasi sul ruolo di un Guru, un maestro spirituale. Invece per me, i miei maestri spirituali sono i libri (le mie letture spirituali preferite sono le <b>Upanishad</b> dell'Induismo).</div><div><br />In India ho incontrato diversi Guru famosi. Nel 1968, avevo incontrato <b>Mahesh Yogi</b>, nei giorni in cui i Beatles erano in visita presso il suo <i>ashram</i> a Rishikesh. Improvvisamente era diventato il Guru per i famosi del mondo. Mi era piaciuto il suo sorriso e le sue spiegazioni sulla meditazione trascendentale. Durante gli anni 1970-80, ero diventato molto interessato a leggere i libri di <b>Acharya Rajneesh</b> (Osho). Infine, durante i primi anni 2000, avevo visitato l'ashram di <b>Sree Sree Ravishanker</b> vicino a Bangalore e poi nel 2015 ero andato ad ascoltarlo quando aveva visitato Guwahati (nell'immagine sotto).</div><div><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhhzOnHeO-HjTk8GWmMUCo3b-ZfK_CpkOCnyKK-RTHR9RQ0_ZCcwZ0UeGZTo1Fq6EYlXkr4ofGGNRlpEhV017mJQ_ukxJ5A3gAcjbbr1Dj8RH3u5uHcvw4T8bfq6EGwb5OhOPMz6VyzH-PkTgWZPru8mOijR5U1ADjsDTqSuQYucCyhM1J5jHNGpzxJVw/s746/2015_Dec16_SriSriRavishanker_Guwahati%20(187).jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="Il Guru Ravishanker durante la sua visita a Guwahati nel 2015" border="0" data-original-height="524" data-original-width="746" height="450" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhhzOnHeO-HjTk8GWmMUCo3b-ZfK_CpkOCnyKK-RTHR9RQ0_ZCcwZ0UeGZTo1Fq6EYlXkr4ofGGNRlpEhV017mJQ_ukxJ5A3gAcjbbr1Dj8RH3u5uHcvw4T8bfq6EGwb5OhOPMz6VyzH-PkTgWZPru8mOijR5U1ADjsDTqSuQYucCyhM1J5jHNGpzxJVw/w640-h450/2015_Dec16_SriSriRavishanker_Guwahati%20(187).jpg" width="640" /></a></div><br /><div style="text-align: left;">Tuttavia, finora non ho mai sentito alcun desiderio di seguire un Guru. Forse, ciò significa che non ho bisogno di un Guru, o, forse, significa che non sono ancora pronto per un Guru.</div><div style="text-align: left;"><br /></div><div style="text-align: left;">Invece di un Guru, circa 40 anni fa, ho avuto la fortuna di incontrare <b>Don Silvio Favrin</b>, un sacerdote cattolico di Castel Franco V. nel nord-est d'Italia. È morto all'inizio di quest'anno (aprile 2022). Era un amico per me ed era un grande maestro spirituale - alcune delle nostre conversazioni hanno avuto una profonda influenza su di me. Aveva la capacità di condividere le idee più profonde in parole semplici, spesso con un sorriso disarmante ed un pizzico di ironia (Don Silvio nell'immagine sotto).</div><div style="text-align: left;"><br /></div><div style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEipIniK-s6FBLX69QZnARYO8CA7RTd7ob8QxNExllxqSGVLs_vziigynWw1CeOHQjthxRDTVQw_NKLTQLaYl8VaIY84sqB2akZOPCRfxeA9R8zwO_eG3pTjxb_FBQeHNrNFkkUW6cYzhTvdP8kKWHL-V4mdtGfpegv6hkhzRSM_LL7XJ5S6xe0PIrVRPg/s920/090907%20095.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="Don Silvio Favrin, Castel Franco Veneto, un amico e un grande maestro spirituale" border="0" data-original-height="715" data-original-width="920" height="498" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEipIniK-s6FBLX69QZnARYO8CA7RTd7ob8QxNExllxqSGVLs_vziigynWw1CeOHQjthxRDTVQw_NKLTQLaYl8VaIY84sqB2akZOPCRfxeA9R8zwO_eG3pTjxb_FBQeHNrNFkkUW6cYzhTvdP8kKWHL-V4mdtGfpegv6hkhzRSM_LL7XJ5S6xe0PIrVRPg/w640-h498/090907%20095.jpg" width="640" /></a></div><div><h3 style="text-align: left;">Interazioni spirituali inaspettate</h3></div>Molte delle mie memorabili interazioni spirituali con le persone sono state inaspettate. Ad esempio, durante il 2014-16, mentre vivevo a Guwahati, ho avuto un paio di esperienze spirituali.</div><div><br /></div><div>Il primo incontro è stato nella foresta dietro il tempio Bashishtha, dove ho incontrato un <i>Sadhu</i>, che aveva costruito la sua casa sotto una sporgenza rocciosa. I <i>sadhu</i> sono persone simili ai monaci nella tradizione induista, loro rinunciano a tutto ma non vivono dentro un monastero. Lui mi ha raccontato delle sue peregrinazioni attraverso l'India. Gli ho chiesto perché avesse scelto quel posto particolare per allestire la sua casa e ha iniziato a parlare dell'energia sottile che esce dalla terra e di come si poteva sentire quell'energia in quella roccia.<div><br /></div><div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEilXf2V6eRcwAI0KghwWKbCW_p0k_nQywBRilWJUvMu0Y9DnIgGa2yWpxj66ny6Ai2j3O80mnOcsqTMVfPRE9jT3vueXUwvRcOKrJvc8F71bfMbsw_5Ee4ewfmkZD6yT4yaMlFIEqbBcfFcLJ-K2qc7cMpJvGZunic5qEf7ol_IOd6YRmFA0gnwQtLwsg/s833/2016_Jan03_Bashishtha_Trek_SriSriHarGauriGaneshKund_NobinBaba.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="Il sadhu che viveva sotto la roccia in una foresta" border="0" data-original-height="582" data-original-width="833" height="448" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEilXf2V6eRcwAI0KghwWKbCW_p0k_nQywBRilWJUvMu0Y9DnIgGa2yWpxj66ny6Ai2j3O80mnOcsqTMVfPRE9jT3vueXUwvRcOKrJvc8F71bfMbsw_5Ee4ewfmkZD6yT4yaMlFIEqbBcfFcLJ-K2qc7cMpJvGZunic5qEf7ol_IOd6YRmFA0gnwQtLwsg/w640-h448/2016_Jan03_Bashishtha_Trek_SriSriHarGauriGaneshKund_NobinBaba.jpg" width="640" /></a></div><br /><div style="text-align: center;"><br /></div>"Metti la mano in questo posto", indicò la roccia, "poi chiudi gli occhi e cerca di sentire l'energia". Ho provato ma non ho sentito nulla. Allora mi ha detto che per poter sentire quell'energia avevo bisogno di prima calmare la mia mente. Era una persona semplice ma ascoltarlo parlare dell'universo e della nostra connessione con la natura è stata un'esperienza meravigliosa.<br /><br />Un'altra esperienza spirituale per me è stata durante la festa di Ambubashi al tempio di Kamakhya. Kamakhya è uno Shaktipeeth (ciò è, un tempio che celebra il principio femminile della natura). La festa di Ambubashi celebra la mestruazione metafisica della dea-madre. In un cortile sulla collina vicino al tempio, mi sono imbattuto in un gruppo di cantanti Baul. Alcuni di loro fumavano cannabis. Altri ballavano e cantavano i canzoni Baul. Ad un certo punto, un vecchio, una persona molto magra, si alzò, con gli occhi chiusi in una trance estatica, e cominciò a ballare. In una mano aveva una scatolina e nell'altra, aveva un barattolo di talco. Vederlo muovere lentamente seguendo una musica che sentiva dentro di sé, è stata una delle esperienze spirituali più sorprendenti che abbia mai avuto.</div><div><br /></div><div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhfdEF5HNB152GL4W14nsDf1q7K05MPy5TDi1SztaIPLQLBDlBGjGBOgHCwGUFp6srY6nburvbZdbSQt96BJTuuFaD8hcOtvaZUC3GulD675KDGH_mMqEpByz9GV470wsCO-H_Smhlwpm7Q_8XfUDGbuvoyH-PGOtuHBMy3Kri77PA3dUwRxKGtcCNLlw/s920/2015_June22_Ambubashi_02_Kamakhaya_temple%20(154).jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="L'anziano Baul che danza in un trance durante la festa di Ambubashi" border="0" data-original-height="640" data-original-width="920" height="446" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhfdEF5HNB152GL4W14nsDf1q7K05MPy5TDi1SztaIPLQLBDlBGjGBOgHCwGUFp6srY6nburvbZdbSQt96BJTuuFaD8hcOtvaZUC3GulD675KDGH_mMqEpByz9GV470wsCO-H_Smhlwpm7Q_8XfUDGbuvoyH-PGOtuHBMy3Kri77PA3dUwRxKGtcCNLlw/w640-h446/2015_June22_Ambubashi_02_Kamakhaya_temple%20(154).jpg" width="640" /></a></div><br /><div style="text-align: center;"><br /></div>Ho avuto esperienze spirituali anche in altri parti dell'India. Per esempio, una volta stavo con una famiglia in un villaggio appena fuori Orchha nel Madhya Pradesh. Una ONG locale aveva organizzato il mio soggiorno. Una mattina, stavo camminando verso Sundar Mahal, il dargah di un santo sufi chiamato Sundar Shah, quando incontrai un povero mendicante, che era seduto a terra.<br /><br />Mi sono fermato a parlargli. Era vedovo ed era uscito di casa a causa di maltrattamenti da parte della nuora. Aveva deciso di girovagare e di vivere di carità come fanno i <i>sadhu</i>. Abbiamo parlato della sua vita precedente, della sua casa e dei suoi figli, e della sua vita presente come un mendicante errante. Mi dispiaceva molto per la sua situazione che nella sua vecchiaia, invece di avere una vita tranquilla, era costretto ad andare in giro, chiedere l'elemosina e non essere mai sicuro se avrebbe trovato un posto dove riposare per la notte.</div><div><br /></div><div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhzX7gTMSwsPaZifssMSCxVFpSbPYOM0UTgfjGEIa5srxSkRFM5oNtM83Juw1Xe0wtKdqumfO6honQOjy0J7U_ASSIvKzQweQ28mFZ8Ww0jiT7_NVxeYUrJwNxuEkZiPXOV8TkvtMrtUQVjP9mR5cjpMEtsYJ7dP7kdu_R0kdUYaaQoiOfSHJQOYfyBnA/s756/2016_Oct27_Orchha_01_PyaredasOfChhattarpur.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="L'anziano mendicante errante vicino aldargah di Sundar Shah" border="0" data-original-height="592" data-original-width="756" height="502" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhzX7gTMSwsPaZifssMSCxVFpSbPYOM0UTgfjGEIa5srxSkRFM5oNtM83Juw1Xe0wtKdqumfO6honQOjy0J7U_ASSIvKzQweQ28mFZ8Ww0jiT7_NVxeYUrJwNxuEkZiPXOV8TkvtMrtUQVjP9mR5cjpMEtsYJ7dP7kdu_R0kdUYaaQoiOfSHJQOYfyBnA/w640-h502/2016_Oct27_Orchha_01_PyaredasOfChhattarpur.jpg" width="640" /></a></div><br /><div style="text-align: center;"><br /></div>"Allora, cosa desideri, cosa vuoi adesso?", gli chiesi. Sorrise e scosse la testa: "Niente, ho trovato tutto ciò di cui ho bisogno", rispose. Ricordare quell'incontro e le sue parole, può ancora farmi sentire emozionato.<br /><h3 style="text-align: left;">I luoghi spirituali e le statue che si sciolgono</h3>Sono stato in molti luoghi di pellegrinaggio di diverse religioni in diversi paesi. Non sono religioso e non vado da nessuna parte a pregare. Tuttavia, mi piace visitare i luoghi religiosi alla ricerca di esperienze spirituali. In India, ho viaggiato molto, dalla roccia di Vivekanand a Kanyakumari nel sud del paese al raduno di Kumbh mela a Prayagraj nel nord. Ci sono stati molti bei momenti durante questi viaggi ed è sempre appagante vedere la bellezza nei templi, nelle moschee e nelle chiese.<br /><br />Eppure, quando penso ai miei momenti spirituali indimenticabili, di solito non sono associati a nessuno di questi luoghi. Invece adoro l'idea di costruire le statue di fango per le festività indiane e, alla fine delle festività, immergere quelle statue nel mare o in un fiume. La divinità diventa quindi un'espressione temporanea della natura. Adoro la vista di vecchie statue lasciate vicino ai fiumi che gradualmente si sciolgono e tornano nella terra, un po' come tutti noi esseri mortali.<br /><br />Negli anni quando vivevo nel nord-est dell'India, era comune trovare le statue di divinità come Ganesh, Durga, Kali e Saraswati, lasciate vicino ai fiumi e laghi (Come nell'immagine qui sotto).</div><div><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhkUGf9b1LCANWj0NOOCcRioZIWJ089Nrn4SeqCgR2VicFi61J5dmvGwcUJVcShSQfrZ-Yc5FyLmmmlSLGF9jn-eNbHnGe-0KSWzwazvs9DnWln69X8blPJC-yplC_KdxsKxp1H4KvSN5H-JPAL91sWdQef1iuD4HmnkU8NQtsrmg1GLluEHsR2_LdxLw/s820/2014_dec31_Bashishtha_05_Road%20(2).jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="La statua che si scioglie e ritorna alla natura" border="0" data-original-height="574" data-original-width="820" height="448" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhkUGf9b1LCANWj0NOOCcRioZIWJ089Nrn4SeqCgR2VicFi61J5dmvGwcUJVcShSQfrZ-Yc5FyLmmmlSLGF9jn-eNbHnGe-0KSWzwazvs9DnWln69X8blPJC-yplC_KdxsKxp1H4KvSN5H-JPAL91sWdQef1iuD4HmnkU8NQtsrmg1GLluEHsR2_LdxLw/w640-h448/2014_dec31_Bashishtha_05_Road%20(2).jpg" width="640" /></a></div><br /><div style="text-align: center;"><br /></div><div>Invariabilmente, mi fermavo a guardarle. Una sera, mentre passeggiavo lungo il fiume Kolong a Nagaon e mi sono imbattuto in una vecchia statua malandata di Saraswati, la dea della sapienza, illuminata dai raggi del sole al tramonto. Per un momento, mi sentii come se la Dea mi stesse parlando. Quell'esperienza era così potente che per circa altri 10 minuti, mi sembrava che tutto fosse illuminato da una luce interna.<br /><h3 style="text-align: left;">Musica ed esperienze spirituali</h3>Una delle esperienze spirituali più profonde che posso ricordare è stata a Mandya nel Karnataka, quando stavo con alcune suore cattoliche in un convento. Sr Leela, la superiora delle suore, era stata nostra ospite in Italia molte volte. Una mattina presto, le ascoltai cantare dolcemente le loro preghiere in una piccola cappella. Le loro voci erano come le onde della marea che si alzavano e abbassavano e mi circondavano con il loro calore, un'esperienza spirituale davvero meravigliosa.<br /><br />Un'altra volta, ero in Cisgiordania in Palestina e stavo con la famiglia di un amico. Di solito mi sveglio presto alla mattina. Ricordo di essermi svegliato nella sua stanza degli ospiti, ascoltando il suono di <i>azaan</i>, la chiamata dei muezzin alla preghiera, proveniente da diverse moschee nei dintorni, mentre fuori era ancora buio. Le voci non erano sincrone, e ogni voce aveva un timbro diverso - anche questa volta, l'alzare e l'abbassare delle loro voci avevano creato una meravigliosa esperienza spirituale.<br /><br />Un'altra occasione in cui la musica mi ha toccato profondamente è stata a Bologna durante un programma di danza. <b><a href="https://www.facebook.com/alealeale.1977" target="_blank">Alessandra Pizza</a></b>, l'insegnante di Bharatnatyam, stava cantando una preghiera al Ganapati, accompagnata dal battito ritmico di un gong su un blocco di legno. Eravamo seduti in una galleria, sotto un'alta cupola in modo che la sua voce avesse una piccola eco. È stata un'esperienza molto travolgente.</div><div><br /></div><div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEimdrsxSLTKQ1Cr7OP_5BxheH2UGM2PmHbrNUul8-vjl-gVHmr6n-KnVZ6KSN8Efq3ikyQ3bHYROGThD5H06WspP-x5CaZR1nx4_ocXnh5NOS4f-HKUB-Fx9c64Qs4yFjtGdzzhSxzamaGRDdGxJujjIJ7byruvC8BQLYeFXR9lwtGGO_nP7m8xXM0KlA/s715/DSC_0194.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="Alessandra Pizza (seduta per terra in mezzo alle danzatrici) canta" border="0" data-original-height="561" data-original-width="715" height="502" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEimdrsxSLTKQ1Cr7OP_5BxheH2UGM2PmHbrNUul8-vjl-gVHmr6n-KnVZ6KSN8Efq3ikyQ3bHYROGThD5H06WspP-x5CaZR1nx4_ocXnh5NOS4f-HKUB-Fx9c64Qs4yFjtGdzzhSxzamaGRDdGxJujjIJ7byruvC8BQLYeFXR9lwtGGO_nP7m8xXM0KlA/w640-h502/DSC_0194.jpg" width="640" /></a></div><br /><div style="text-align: center;"><br /></div>Adoro anche ascoltare il canto di Gurubani nei gurudwara dei sikh. Spesso i <i>raagi</i> (cantanti) nei gurudwara sono cantanti addestrati in musica classica e le loro preghiere hanno parole semplici ma profonde, che trovo molto commoventi.</div><div><br /></div><div>Da adolescente e giovane, alcune delle mie esperienze spirituali sono state durante l'ascolto di cantanti classici indiani come Bhimsen Joshi, Pandit Jasraj, Kumar Gandharv e Kishori Amonkar. Per esempio, per me ascoltare <b><a href="https://www.youtube.com/watch?v=mKc3gy-SHmE&ab_channel=SwapnilVirendraChalwadi" target="_blank">Kumar Gandharv</a></b> mentre canta "<i>Udd jayega hans akela</i>" (Volerà via, il cigno solitario) è sempre un'esperienza emozionante. </div><div><br />Infine, alcuni anni fa, durante un concerto di musica a Bologna, la signora <b>Ashwini Bhide Deshpande</b> aveva cantato "<i><a href="https://www.youtube.com/watch?v=PyaiuIU7eLc&ab_channel=MusicToday" target="_blank"><b>Ganpati Vighnaharan Gajanan</b></a></i>" - l'acustica di quella sala era meravigliosa e mi sentivo circondato dalla sua voce. Solo pensare a quell'esperienza mi fa provare una grande gioia.</div><div><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgPFtnZ9l7icN4ep40m7BjhNgfHQZILd8A0g1ZRTyvHV1F2if2rZ7v0rLXJZo_WOsVFpzCNWBjdg-uzeiyUtA-ePMUJm7ZCp9i6vhDRRhBl8VZq8Tzh309iI3CzZwmdxttqedLfWkiYkE8U5h1H1QDx2xKkZYoVP6MMcs2SxmCTmBU3yEG1x4o7LaMNJg/s862/DSC_0041.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="600" data-original-width="862" height="446" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgPFtnZ9l7icN4ep40m7BjhNgfHQZILd8A0g1ZRTyvHV1F2if2rZ7v0rLXJZo_WOsVFpzCNWBjdg-uzeiyUtA-ePMUJm7ZCp9i6vhDRRhBl8VZq8Tzh309iI3CzZwmdxttqedLfWkiYkE8U5h1H1QDx2xKkZYoVP6MMcs2SxmCTmBU3yEG1x4o7LaMNJg/w640-h446/DSC_0041.jpg" width="640" /></a></div><br /><div style="text-align: center;"><br /></div><div><h3 style="text-align: left;">Alla fine</h3>Scrivere questo post è stata un'esperienza meravigliosa. Quando l'ho iniziato, avevo un'idea molto diversa nella mia mente di cosa avrei scritto. Invece, quando ho cominciato, mi sono venuti in mente molti ricordi dimenticati e questo post è andato in una direzione inaspettata.</div><div><br /></div><div>Rileggendo quanto ho scritto, mi rendo conto che la maggior parte delle miei esperienze spirituali sono legate all'India, forse perché sono cresciuto circondato da quel mondo e quel modo di pensare. Posso immaginare che qualcuno che cresce in Italia, potrebbe avere delle esperienze molto diverse dalle mie. Penso che in fondo un'esperienza spirituale è qualcosa che ci fa intuire, anche per un attimo, che la realtà della nostra esistenza va oltre il mondo vissuto attraverso i nostri sensi.<br /><br />Spero che leggere questo scritto vi farà riflettere su cosa significa la spiritualità per voi e forse vi aiuterà a ricordare le vostre esperienze spirituali più importanti. <br /><br /> <br /><br />***</div></div></div>Sunil Deepakhttp://www.blogger.com/profile/05781674474022699458noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3094424800734890001.post-28132272991503469422022-08-22T10:22:00.001+02:002022-08-23T17:12:33.202+02:00Mammolo e la Regina dei Cuori SanguinantiNota: Nel 2009-10, avevo seguito un corso di scrittura creativa a Bologna. Questo racconto è il risultato di quel corso, che era uscito nella antologia degli scritti dei corsisti.<div><br /><div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi8z_8po1-JV78FibXJb0_Oqmk59EpFaQAxFjzWzXb4NSp87_Ik-8Neh65jXEzT-l0AjxwptpUx9MYnUz3TbKkPfDXJTJZc9FnGo385S7UQqKbZMfEhBOpCPsFj87izafCLHN3bLrMZZjoqIuIhcbd8VaAK8vJBzSL1e9B8Mm8_XLBbMq4nHPaDJPZsKA/s920/2018_Nov08_Leogra%20(1).jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="640" data-original-width="920" height="446" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi8z_8po1-JV78FibXJb0_Oqmk59EpFaQAxFjzWzXb4NSp87_Ik-8Neh65jXEzT-l0AjxwptpUx9MYnUz3TbKkPfDXJTJZc9FnGo385S7UQqKbZMfEhBOpCPsFj87izafCLHN3bLrMZZjoqIuIhcbd8VaAK8vJBzSL1e9B8Mm8_XLBbMq4nHPaDJPZsKA/w640-h446/2018_Nov08_Leogra%20(1).jpg" width="640" /></a></div><br /><div style="text-align: center;"><br /></div>******<br /><br />Primavera poteva arrivare anche in autunno? Come si faceva a sapere che non era solo un’illusione? E cosa doveva fare Fernanda, ascoltare la musica che si sentiva dentro o quella voce interiore che le diceva di non essere sciocca?<br /><br />“Allora vi siete baciati?” Alba le aveva chiesto e Fernanda era diventata rossa come un peperoncino. “Non dire sciocchezze” aveva risposto bruscamente all’amica.<br /><br />Ma Alba la conosceva da tutta la vita e aveva insistito: “Perché non puoi ammettere che Mammolo ti piace? Lo guardi come fosse George Clooney. Non devi sposarlo, ma solo farci un po’ di sesso”.<br /><br />Fernanda aveva guardato l’amica con irritazione ma poi si era messa a ridere: “Hai una bella fantasia, dici le cose più assurde. Dovevamo parlare del banchetto per il mercatino, invece non so perché hai tirato fuori questa storia”.<br /><br />Dopo una vita passata tra gli scaffali della libreria dove lavorava e le medicine della mamma, Fernanda aveva trovato terrificante il vuoto creato dal suo pensionamento e la scomparsa della mamma. Così si era rifugiata tra gatti randagi, piccioni affamati, anziani abbandonati e le attività della parrocchia.<br /><br />Anche Alba si era messa a ridere, ma poi aveva aggiunto con un tono più serio: “Ti piace fare la regina dei cuori sanguinanti, invece per una volta nella vita dovresti pensare a te stessa. Forse hai paura”.<br /><br />La sua amica aveva ragione, Fernanda lo sapeva. Aveva conosciuto Mammolo qualche mese prima nel parco mentre portava Blu, la cagnetta di Alba, a passeggio. Alba era andata a trovare la figlia a Roma e aveva affidato Blu a Fernanda per qualche giorno. Faceva freddo. Mammolo era seduto su una panchina e Blu aveva cominciato a abbaiargli.<br /><br />“Non badi a lei, abbaia soltanto, non morde nessuno, vuole solo salutare” Fernanda aveva cercato di rassicurare ma poi aveva visto che la faccia dell’uomo era bagnata di lacrime: “Scusi, va tutto bene?”<br /><br />Imbarazzato, l’uomo aveva cercato di asciugare la sua faccia. Si era alzato e andato via, balbettando qualcosa. Fernanda era rimasta lì a guardare la sua schiena mentre lui si allontanava, colpita dal dolore nei suoi occhi. Non l’aveva mai notato prima. Sembrava uno straniero. Forse aveva perso qualcuno?<br /><br />Da quella volta aveva cominciato a cercarlo ogni volta che passava dal parco. Dopo qualche giorno, mentre tornava con la spesa, l’aveva visto di nuovo e si era fermata per salutarlo. L’uomo era arrossito ma aveva cercato di sorriderle. Sembrava una persona timida.<br /><br />La volta successiva, quando l’aveva visto camminare nel parco, si era sforzata per raggiungerlo e camminare accanto a lui. Avevano scambiato qualche parola sul freddo e passeggiato insieme in silenzio.<br /><br />“Abito in quella casa, vuole venire per un tè?”<br /><br />L’aveva invitato a casa sua senza pensare ed era rimasta un po’ sorpresa dalla propria audacia. Lui aveva balbettato qualcosa riguardo un impegno.<br /><br />“Magari un’altra volta?” lei aveva proposto e lui aveva annuito con un piccolo sorriso.<br /><br />“Chi era?” Alba le aveva chiesto.<br /><br />“L’ho conosciuto nel parco”, Fernanda non aveva voluto parlarne.<br /><br />“Ti piace, vero?” Alba aveva insistito.<br /><br />“Sei fuori di testa, dici la prima cosa che ti passa per la mente”.<br /><br />Alba non si lasciava intimidire facilmente, “Nanda ti conosco da troppi anni, non puoi ingannarmi. Ti piace. Invece il tuo principe azzurro mi fa pensare a Mammolo “.<br /><br />“Chi è Mammolo?” Fernanda aveva chiesto.<br /><br />“Sai quel nano in Biancaneve e i sette nani, quello timido che continua ad arrossire?” Alba aveva strizzato l’occhio all’amica: “Mi piacerebbe tanto nascondermi nell’armadio della tua camera e guardarvi di nascosto. Sarà come vedere la matrigna di Biancaneve che va a letto con uno dei nani”.<br /><br />Fernanda si era imbronciata, ma era difficile restare arrabbiati con Alba per lungo tempo. L’immagine di sé stessa, alta e magra con il caschetto di cappelli color bianco cenere, e lui così piccolo e calvo, le era sembrata così buffa che aveva cominciato a ridere insieme all’amica.<br /><br />Intanto aveva continuato a incontrarlo. Avevano iniziato a parlare. Era venuto anche a sua casa. Lui si chiamava Puran, era originario dell’India e viveva a Bologna da circa 40 anni. Aveva sempre lavorato come cuoco in un ristorante indiano, uno dei primi in Italia, ed era andato in pensione alcuni mesi prima.<br /><br />Dopo alcuni giorni, Fernanda gli aveva chiesto aiuto. “Puoi darci una mano? E’ per una festa dei popoli che si terrà nel parco di Corticella. Parteciperanno tutte le associazioni di Bologna. Ogni associazione deve presentare la cucina tipica di un Paese. Se ci dai una mano, possiamo presentare la cucina indiana”.<br /><br />Così si erano incontrati più volte a casa sua e Fernanda aveva imparato a cucinare il “ciapati”, il pane indiano. Aveva avuto un po’ di problemi con qualche altro piatto, perché aveva scoperto di non sopportare il forte odore delle spezie indiane. Qualche giorno dopo Puran aveva cucinato il pollo e lei aveva subito voluto rassicurarlo per non urtare i suoi sentimenti: “Penso che questo pollo sarà squisito, sembra così gustoso e cremoso”. Invece quando lui era andato via, aveva cercato di assaggiarlo e poi l’aveva dato da mangiare a Blu.<br /><br />“Allora raccontami dove sei arrivata con lui? Vi siete almeno baciati?” Alba le aveva chiesto alcuni giorni dopo.<br /><br />“Allora non vuoi proprio capire?” Fernanda era esplosa. “Non c’è niente tra noi e non voglio andare a letto con lui! Voglio solo aiutarlo. È vedovo, non ha nessuno. È andato in pensione sei mesi fa e questo l’ha mandato in crisi. Era tornato in India, ma non è riuscito a adattarsi. Si sentiva cambiato, non andava d’accordo con i parenti. Alla fine è tornato qui di nuovo, ma non sa cosa fare. È depresso, e ha ammesso che ha anche pensato al suicidio. Ha appena cominciato a parlare di queste cose con me, ma fa fatica a parlarne”.<br /><br />Per evitare le spezie, lei aveva trovato una soluzione: “Puran, penso che dobbiamo fare un bel dolce indiano, qualcosa di semplice ma diverso che può attirare le persone. Tutti i soldi che raccoglieremo serviranno per operare i bimbi nati con il labbro leporino.”<br /><br />All’inizio lui non aveva capito bene di quali bambini lei parlava. “Sono i tuoi nipotini?” aveva chiesto.<br /><br />“Non ho nipotini, né i figli, non mi sono mai sposata”, Fernanda aveva risposto.<br /><br />Lui non aveva detto niente ma lei aveva capito la domanda non detta del suo sguardo. “Seguivo mia mamma che non stava bene e poi forse non ho mai trovato la persona giusta.” lei aveva aggiunto.<br /><br />“E i bambini?”<br /><br />“Sono bambini poveri del sud dell’India. Li opereranno e poi potranno frequentare la scuola”, Fernanda aveva spiegato.<br /><br />“Andranno a scuola?” lui aveva chiesto, come se non riuscisse a capire quello che lei diceva. Allora Fernanda aveva cercato una copia della rivista dell’Associazione che le arrivava a casa: “Guarda qui, vedi questo appello per aiutare i bambini?”<br /><br />Lui aveva annuito con la testa. Quando stava per andare via, Fernanda aveva allungato la rivista verso di lui: “Vuoi portarla con te, così puoi leggerla con più calma”.<br /><br />Ma lui aveva scosso la testa con un piccolo sorriso: “Faccio fatica a leggere, non solo l’italiano ma anche la mia lingua. Ho cominciato a lavorare quando ero piccolo e ho studiato poco”.<br /><br />Il giorno dopo quando lui era tornato, lei lo aveva portato in sala: “Puran, non facciamo nessuna ricetta oggi. Voglio parlarti. Cosa volevi dire quando hai detto che lavoravi da quando eri piccolo?”<br /><br />Per un po’ lui l’aveva guardata in silenzio ma poi aveva raccontato la sua storia. Era nato in un villaggio di montagna nel nord dell’India. Studiava in seconda elementare quando suo padre era morto. Insieme a sua madre, abitavano con i fratelli di suo padre. Aveva smesso di andare a scuola, doveva badare alle capre e portarle al pascolo. Poi un parente aveva proposto di portarlo a Delhi, dove poteva lavorare in un ristorante e guadagnare di più. A Delhi era finito in una mensa universitaria e per due anni aveva avuto un padrone violento e ubriacone.<br /><br />“Una sera il padrone aveva organizzato una festa per gli amici. Lui mi aveva chiesto di prendere una bottiglia di alcolico dall’armadio. Mentre camminavo verso il tavolo, sono scivolato e la bottiglia mi è caduta dalle mani. Lui era già ubriaco, è diventato furioso. Ha cominciato a picchiarmi”. Puran aveva alzato la manica sinistra della camicia per farle vedere una lunga cicatrice che passava intorno al gomito: “Mi sono tagliato contro un pezzo di vetro caduto per terra. Sanguinavo, ma lui continuava a picchiarmi e alla fine, mi ha cacciato fuori dalla porta. Diceva che per punizione dovevo restare fuori tutta la notte”.<br /><br />Puran era rimasto in silenzio per un po’, perso nei pensieri. Poi con un lungo sospiro, aveva ripreso il filo della sua storia: “Era inverno, faceva freddo, ma non conoscevo nessuno, non sapevo dove potevo andare. Così ho passato tutta la notte fuori, vicino la porta della mensa, tremavo. La mattina dopo, mi ha trovato il marito di una delle professoresse che lavoravano all’università. A lui piaceva andare a passeggio presto. Lui mi ha portato a casa sua. Avevano fatto una denuncia al preside e quell’uomo che gestiva la mensa ha dovuto andare via”.<br /><br />Fernanda aveva ascoltato la sua storia con un crescente senso di orrore e a un certo punto si era trovata con le lacrime negli occhi.<br /><br />Puran le aveva sorriso e per la prima volta, aveva messo la sua mano sopra la sua: “Quel momento, quando sono scivolato e caduto, ha cambiato il corso della mia vita. Quando penso a quella notte, mi sento felice. Era un piccolo prezzo da pagare per avere un destino diverso”.<br /><br />Lui aveva guardato fuori dalla finestra. Era una giornata calda. Nel parco, i bambini giocavano. Qualcuno si era disteso sull’erba per prendere il sole. Ma forse lui non vedeva tutto questo e invece vedeva il suo passato: “La professoressa e suo marito sono stati molto gentili con me. Dovevo aiutarli nei lavori di casa, ma potevo mangiare quanto volevo, potevo riposare e dormire senza preoccupazioni. Hanno provato a mandarmi a scuola, ma non volevo andarci. Mi sentivo troppo vecchio e non capivo niente, gli altri bambini mi prendevano in giro. Invece col tempo sono diventato bravo a cucinare”.<br /><br />Qualche giorno dopo, quando Fernanda si era ripresa, aveva fatto una proposta a Puran: “Per tutta la vita ho lavorato in una libreria. Proviamo a leggere insieme dei libri? Non è detto che imparerai ad amare la lettura ma possiamo provare? Se ami i libri, non devi più preoccuparti per la solitudine, avrai sempre compagnia e conoscerai tanti mondi nuovi”.<br /><br />Si sente confusa Fernanda, non sa cosa sente per Mammolo. Sa solo che si trova bene con lui. Oramai si incontrano ogni giorno. Fernanda cerca i suoi libri preferiti per leggerli insieme a lui.<br /><br />È amore questo? Fernanda non lo sa.<br /><br />Quando si siedono sul divano per leggere un libro, delle volte i loro corpi si toccano, le loro mani si sfiorano. Ieri avevano guardato insieme un film alla tv e a un certo punto si erano girati uno verso l’altro per guardarsi negli occhi. Per un attimo, Fernanda aveva pensato che lui stava per baciarla e presa da un piccolo attacco di panico si era alzata con la scusa di andare a bere qualcosa.<br /><br />Vorrebbe dirgli che lei non è mai stata con un uomo prima d’ora ma non sa come affrontare questo argomento.<br /><br />È cambiata. Dopo tanti anni, non è più terrorizzata all’idea di non fare niente. Resta seduta vicino alla finestra per guardare la primavera che si è esplosa nel parco con i fiori di diversi colori come i fuochi artificiali.<br /><br />Primavera può arrivare anche nell’autunno della vita? Cosa deve fare Fernanda, ascoltare la musica che si sente dentro o quella voce interiore che le dice di non essere sciocca?<div><br /></div><div>***</div></div></div>Sunil Deepakhttp://www.blogger.com/profile/05781674474022699458noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-3094424800734890001.post-23087371391309048732022-08-21T18:11:00.005+02:002022-08-29T17:39:49.662+02:00Covid, Vaccino e MortalitàUna recente analisi dei dati raccolti in Inghilterra ha mostrato un aumento del tasso settimanale di mortalità nella popolazione. In confronto alla media dei morti nei 5 anni precedenti, ogni settimana muoiono circa il 13-14% di persone in più. Soltanto una parte di queste morti può essere imputata al Covid, ma tutti i motivi di questo aumento non sono chiari. In tanto sembrano aver trovato delle sorprese riguardo il numero delle persone con reazioni legate ai vaccini anti-covid.<div><br /><div><div style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjJbaCiThKhkLjFmMzUOUBtqx-O-T5l6Rb1DnEBSgOD4CObtojYyfCxQlPDq7XSh0bPmNj3qAv1v2HJjMs-t9eFDW7jr-IQEpIVAIXkmAASlQpq8ytzWWoLcfR3K3sici0FJscEBx2NF0dgZJMXjqrKh51qwuM5QZRMKut_6A77bCKRpsXtTFEla4sMeg/s800/01.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="464" data-original-width="800" height="233" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjJbaCiThKhkLjFmMzUOUBtqx-O-T5l6Rb1DnEBSgOD4CObtojYyfCxQlPDq7XSh0bPmNj3qAv1v2HJjMs-t9eFDW7jr-IQEpIVAIXkmAASlQpq8ytzWWoLcfR3K3sici0FJscEBx2NF0dgZJMXjqrKh51qwuM5QZRMKut_6A77bCKRpsXtTFEla4sMeg/w400-h233/01.jpg" width="400" /></a></div><h3 style="text-align: left;">Il Video di John Campbell</h3>Dott. John Campbell, è un bravo divulgatore delle informazioni mediche con circa 2,4 milioni di seguaci su YouTube. L’avevo scoperto nel 2020 perché riusciva a fornire gli aggiornamenti sulle diverse tematiche legate al Covid in maniera chiara e semplice. È una persona pacata che misura bene le sue parole. Lui ha parlato dell’eccesso della mortalità in Inghilterra nel <b><a href="https://www.youtube.com/watch?v=AMixianYoPo&ab_channel=Dr.JohnCampbell" target="_blank">suo video del sabato 20 agosto mattina</a></b>.<br /><h3 style="text-align: left;">Eccesso di Mortalità</h3>L’eccesso di mortalità settimanale (intorno al 13-14%) si nota negli ultimi 2-3 mesi. Nel periodo precedente, il tasso di mortalità settimanale sembrava meno in confronto al passato perché l’anno scorso in questo periodo vi erano stati molti più morti dovuti al Covid. <br /><br />Una parte di questi morti in più sono dovuti al Covid. Inoltra, una parte potrebbe essere dovuto alla continuazione del disfunzionamento dei servizi sanitari causato da questioni legate al Covid, in quanto sembra che le persone fanno fatica ad accedere ai servizi.<br /><h3 style="text-align: left;">Mortalità Eccessiva e il Vaccino Anti-Covid</h3>La domanda che lui si è posto era: L’eccesso di mortalità di questi giorni può essere legata alla vaccinazione anti-covid? Ha cercato le informazioni e ha fatto una domanda alle autorità sulla base della legge “Right to Information” che garantisce il diritto di accesso alle informazioni – secondo queste informazioni, vi erano 10 persone morte legate alle complicazioni del vaccino anti-covid.<div><br />A questo punto lui ha controllato i rapporti del “Cartoncino Giallo” per i tre vaccini anti-Covid principali che sono stati usati in Inghilterra (Pfizer, Astra-Zeneca e Moderna). Il sistema del Cartoncino Giallo è usato in Inghilterra per segnalare le reazioni averse alle medicine e ai vaccini. Secondo l’analisi di questi rapporti, un totale di circa 2.100 persone erano morte dopo aver ricevuto uno dei vaccini Covid. <br /><br />Non è facile capire tutte le cause di questi morti. Una parte di questi 2.100 morti erano “morti in concomitanza temporale” ma non dovuti al vaccino, ciò è, le persone sono morte entro 1-2 settimane del vaccino per altre cause. Per ciò realmente soltanto una parte di questi morti erano dovuti al vaccino. <br /><br />Un’altra possibilità è che le morti dovute al vaccino erano molte di più, perché gli studi hanno mostrato che soltanto il 10% di persone con reazioni gravi legate alle medicine e ai vaccini si registrano nel sistema del Cartoncino Giallo.<br /><h3 style="text-align: left;">Reazioni Averse ai Vaccini in Italia</h3>Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) ha <b><a href="https://www.aifa.gov.it/content/segnalazioni-reazioni-avverse" target="_blank">un sistema per la segnalazione delle reazioni ai farmaci e ai vaccini</a></b> simile al sistema del Cartoncino Giallo in Inghilterra. Sia il personale sanitario che i singoli cittadini possono compilare un modulo online per segnalare la reazione aversa. <br /><br />AIFA valuta tutte le segnalazioni di reazioni averse e inoltre prepara un rapporto trimestrale sulle reazioni ai vaccini anti-Covid. Secondo l’ultimo rapporto di AIFA uscito alla fine di giugno 2022 sulle reazioni a questi vaccini, vi sono state 0,1% di segnalazioni di reazioni averse (ciò è, 100 reazioni per ogni 100.000 vaccinazioni) e circa il 18% di queste erano definite gravi. <br /><br />Immagino, come in Inghilterra, anche in Italia soltanto una piccola parte delle persone con le reazioni le hanno segnalate. <br /><br />Per esempio, 6 giorni dopo la seconda dose del vaccino Pfizer, ho iniziato ad avere molti extra-sistoli, anche 10-15 al minuto. L’ecocardiografia effettuata dopo circa 15 giorni ha evidenziato questi extra-sistoli ed ha assicurato che non vi era un impatto negativo sul funzionamento cardiaco. L’esame con holter cardiaco 4 mesi dopo evidenziato la persistenza degli extra-sistoli, anche se erano meno frequenti (3-5 al minuto). Più di un anno dopo continuo ad averli. Nel frattempo, ho anche avuto la 3° dose (con vaccino Moderna). Questi erano dovuti al vaccino, non lo so. In ogni caso, non sono stati segnalati a nessuno.</div><div><h3 style="text-align: left;">Conclusioni</h3>In Italia e nel mondo, tra alcuni gruppi di persone vi è stato un forte sospetto verso i vaccini, compreso tra il personale sanitario, e queste hanno rifiutato di farsi vaccinare. Ciò rende importante non creare nessuna psicosi sull’aumento della mortalità settimanale in Inghilterra.</div><div><br /></div><div>Dall’altra parte, penso che gli scienziati hanno bisogno di analizzare i dati sull’impatto reale dei vaccini anti-Covid e anche sui loro effetti collaterali compreso le eventuali morti in eccesso. Per questo motivo, i dati inglesi richiedono attento controllo e analisi. Se dovesse venire fuori che i sistemi sanitari hanno nascosto delle informazioni a questo riguardo, creerebbe un ulteriore senso di sfiducia verso i governi e verso i sistemi sanitari per le future epidemie.</div><div><br /></div><div><b>Aggiornamento (29 agosto 2022)</b></div><div><br /></div><div>Dopo una settimana, vi sono ulteriori conferme riguardo l'eccesso di mortalità non legata al Covid. Ieri, la Scozia ha confermato che vi è circa 10% di eccesso di mortalità. Analisi dei dati mostra che questo eccesso di mortalità tocca tutte i diversi gruppi di età. Secondo alcuni scienziati, tra 2020-21, molti anziani con co-morbidità sono morti per l'infezione da Covid, per cui, quest'anno si aspettava un calo nel tasso di mortalità.</div><div><br /></div></div></div>Sunil Deepakhttp://www.blogger.com/profile/05781674474022699458noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3094424800734890001.post-80335591326621635562022-05-29T10:51:00.000+02:002022-05-29T10:51:01.071+02:00RRR - Il Ritorno di BollywoodBollywood, il mondo del cinema indiano, una volta era famoso per i suoi film <i>masala</i>, ciò è, i film composti da una miscela di scene prefissate, intervallate da danze e musica. Per esempio, la prima regola di questi film era che gli eroi dovevano essere belli e forti, che potevano lottare contro decine di uomini e vincere, senza scomporre la piega dei loro pantaloni, mentre le donne dovevano essere belle e sapere ballare, piangere e chiedere aiuto, ma all'occorrenza, diventare guerriere. Questi film avevano alcune scene di azione, ma anche le emozioni, soprattutto quelle legate alle questioni dell’amore e quelle famigliari. Amicizie, soprattutto quelle maschili, avevano un ruolo chiave nella trama. <div><br /></div><div>Quando andavi a vedere un film <i>masala</i>, ti dicevano di lasciare a casa il cervello, che ti creava soltanto degli intralci perché ti spingeva a cercare una logica negli avvenimenti. Poi, negli ultimi anni, il mondo dei film <i>masala</i> era andato in declino.<div><br />Dopo lo scoppio dell’epidemia di Covid, il cinema di Bollywood era entrato in ulteriore crisi. Diversi grossi film con le stelle di Bollywood, guidati dai nomi famosi di Bombay (Mumbai) e usciti negli ultimi mesi erano stati bocciati dal pubblico.</div><div><br /></div><div>Paradossalmente, questo momento di crisi di Bollywood, è stato il momento di grande successo per i film girati nel sud dell'India. Questi film hanno registi e attori del sud, poco conosciuti nel resto dell'India. Questa reincarnazione di Bollywood masala film nel sud dell'India ha sorpreso un po’ tutti. <br /><br />L'ultimo di questi film, RRR del regista S. S. Rajamouli, uscito in India nel marzo 2022, ha avuto un enorme successo. Questo film è già disponibile su Netflix in Italia in lingua Hindi con i sottotitoli in italiano. Se vi piacciono i film di avventura e azione con l'aggiunta della salsa di Bollywood, non perdetelo.<div><br /><div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj03B2jma3iZciLDSsbZtbJIkj6fmtWftpdC6YQelP6lAuMNgBeIEjNR7wICy9NxJthH6XpmyVwXUliJIO9DeThGfVyfvWLELeMQSO4HtQFRq9nyKrTrOAOCm8CjKXwtim4bajhKu7neBiP5-p3ov_cvC7FaIlqfA0JmtVYgAdpU4RwB25kEowlCEJbgQ/s800/03.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="795" data-original-width="800" height="636" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj03B2jma3iZciLDSsbZtbJIkj6fmtWftpdC6YQelP6lAuMNgBeIEjNR7wICy9NxJthH6XpmyVwXUliJIO9DeThGfVyfvWLELeMQSO4HtQFRq9nyKrTrOAOCm8CjKXwtim4bajhKu7neBiP5-p3ov_cvC7FaIlqfA0JmtVYgAdpU4RwB25kEowlCEJbgQ/w640-h636/03.jpg" width="640" /></a></div><div style="text-align: center;"><br /></div><h3 style="text-align: left;">Trama di RRR</h3>Il film è ambientato nel India del 1920, quando era ancora una colonia inglese. Il Governatore inglese Scott e la moglie Catherine visitano una tribù indigena dei <i>Gond </i>nella foresta. Catherine rimane affascinata da una bambina della tribù che si chiama Molli e decide di portarla con sé a Delhi, nonostante le suppliche di sua mamma. Bheem, il capo della tribù ha il compito di andare a Delhi e riportare la bambina alla tribù. <br /><br />Il governatore è stato avvertito che un uomo della tribù verrà per cercare di riprendere la piccola Molli e dà l'ordine di catturare questo uomo. Arrivato a Delhi, per sfuggire ai controlli della polizia, Bheem si traveste da un meccanico, assume il nome di Akhtar ed è ospitato da una famiglia musulmana. <br /><br />Un giorno Akhtar/Bheem vede un bambino cadere nel fiume e mentre cerca di salvarlo, incontra un uomo, Rama Raju. I due diventano grandi amici e sono inseparabili. Quando Rama è morso da un serpente, Bheem gli salva la vita. Mentre, Bheem cerca una via per entrare nel palazzo del governatore, incontra una ragazza inglese Jenny e tra i due nasce un’attrazione. <br /><br />Quando Bheem sta per liberare Molli, scopre che il suo amico Rama Raju è veramente un agente speciale degli inglesi con il compito di catturarlo. Ma anche Rama Raju ha un segreto.</div><div><br /></div><div>Allora, secondo voi alla fine Bheem riesce a liberare Molli e a riportarla nella foresta? In un film <i>masala</i>, la risposta è già scontata, ma il percorso che segue il film per raggiungere questo scopo, è un po' tanto lungo (oltre 3 ore) ma molto divertente, pieno di colpi di scena.<br /><br />Infatti, la trama del film non ha niente di speciale o innovativo. Ciò nonostante, se vi piacciono le scene di azione e le scene di grande impatto emotivo, vi piacerà questo film. Come spiegato prima, per godere il film è importante non cercare la logica. Tutto è magnificamente esagerato e poco credibile, ma è bello da vedere. Se vi piacciono i film con i supereroi, vi piacerà questo film. <br /><h3 style="text-align: left;">Commenti </h3>Il film è ispirato da due personaggi realmente esistiti, i quali avevano lottato contro gli inglesi per l’indipendenza dell’India. Il film prende le storie di questi 2 personaggi, li riunisce in una storia inventata della realtà alternativa.</div><div><br /></div><div>I coloni inglesi del film sono delle figure brutali e crudeli senza pietà, tranne la bella Jenny, pronti a tutto pur di mantenere il controllo dell'impero inglese sulla colonia indiana. Alcune scene di brutalità sono molto forti e crude.</div><div><br /></div><div>Invece il punto forte del film è la grandezza delle sue scenografie e le sue scene di azioni. Il film è pieno di effetti speciali, dove i leoni e leopardi si mescolano con treni e carri che bruciano, le moto che sono lanciate in aria come dei sassolini e gli uomini che non devono seguire la legge della gravità.<br /><br />La letteratura e i film sulle lotte indiane contro gli inglesi hanno sempre privilegiato le figure di Mahatma Gandhi, di suoi seguaci e del partito del congresso. Invece, questo film sceglie di raccontare le storie delle persone che credevano nella lotta armata contro gli inglesi e non nella linea della non violenza di Mahatma Gandhi. Molti di questi personaggi indiani che credevano nella lotta armata sono sconosciuti in occidente.<br /><br />I due personaggi del film, Ramaraju e Bheem, sono modellati come gli eroi delle due storie religiose-mitologiche conosciute in tutta l'India - il Ramayana e il Mahabharata. Nell'ultima parte del film, Rama Raju, il poliziotto che lavora per gli inglesi, si veste e comporta come il personaggio di Rama, compreso l’arco e le frecce. Anche il nome della sua fidanzata Seeta, è ripreso dal libro. In Ramayana, Rama mangia il cibo offerto da una donna Dalit, mentre in RRR, il personaggio di Rama mangia insieme al suo amico e una famiglia musulmana per dare il messaggio di fratellanza.</div><div><br /></div><div style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEghntp6ZLwk_DYN6Vjs2JGsmnmqg3jDic3R4R_tEYAgePNl7wU93u5qEZ4CnWu8VpORKSCa9qKpu4dWksyVXC5JlopR1zrWx-cRG54qaqUV0X-o8ZGKV-xkM3Wn8AwqS4EVeSOtFypBZkJc0aupcYaaxMrq33QFstg_GcuHTkas20T8GhQDlLWkM3x5zQ/s782/02.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="518" data-original-width="782" height="424" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEghntp6ZLwk_DYN6Vjs2JGsmnmqg3jDic3R4R_tEYAgePNl7wU93u5qEZ4CnWu8VpORKSCa9qKpu4dWksyVXC5JlopR1zrWx-cRG54qaqUV0X-o8ZGKV-xkM3Wn8AwqS4EVeSOtFypBZkJc0aupcYaaxMrq33QFstg_GcuHTkas20T8GhQDlLWkM3x5zQ/w640-h424/02.jpg" width="640" /></a> </div><div><br /></div><div>Bheem invece incarna il personaggio eponimo dalla storia di Mahabharata, uno dei fratelli Pandava del libro, un personaggio conosciuto per la sua grande forza fisica. In Mahabharata, Bheem si sposa con Hidimba, una donna di una tribù indigena mentre nel film, il Bheem appartiene ad una di queste tribù.</div><div><br /></div><div><div style="text-align: left;">Allo stesso momento, per assicurare che il mondo multi-religioso dell’India non si senta sopraffatto dalla mitologia indù, per la maggior parte del film, Bheem si traveste da un musulmano e convive con una famiglia musulmana nazionalista. Questa era una delle caratteristiche dei film <i>masala</i> di una volta - assicurare che le principali religioni dell’India, possono essere rappresentante da personaggi postivi in alcuni ruoli chiave di questi film. Il collegamento tra i personaggi del film e gli eroi mitologici di storie ben conosciute al pubblico, è stato citato dai critici indiani come una delle ragioni per il grande successo ottenuto dal film.</div><br />Il film ha anche due stelle del mondo di Mumbai, Ajay Davgn e Alia Bhatt, ma entrambi hanno relativamente piccole parti - Ajay Devgn interpreta il padre e Alia Bhatt interpreta la fidanzata di Rama Raju. Invece il film è dominato da due attori del sud dell’India – NT Rama Rao Jr nel ruolo di Bheem e Ram Charan nel ruolo di Rama Raju. <br /><br />Il titolo del film RRR significa Rise, Roar, Revolt (Alzare, Ruggire, Ribellare), ma secondo i fan del film, è anche un acronimo delle iniziali delle 3 persone – i 2 attori Rama Rao e Ram Charan, e il regista Rajamouli. Quest’ultimo si fa vedere negli ultimi minuti del film, quando appare insieme ai due eroi nella danza-canzone di chiusura.</div><div><br /></div></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhbUD8Eg3RhaQwq10Macm20gZYa1wGYmOB7X8PbCLpyvkz1IxcMwWcA59hMiSNM8r6J9QZ-ftylz_c-KTjOKwIXxPNVSdVTf2af36-NB6XCPgr_CuzM4qCqRlm3W3kYk-dclixB8q9BraWVlXw0Tmnw7B9bQEIl1xtCoAYgLG-Z4Ks8EMS4XyY_Y2sgyA/s800/01.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="480" data-original-width="800" height="384" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhbUD8Eg3RhaQwq10Macm20gZYa1wGYmOB7X8PbCLpyvkz1IxcMwWcA59hMiSNM8r6J9QZ-ftylz_c-KTjOKwIXxPNVSdVTf2af36-NB6XCPgr_CuzM4qCqRlm3W3kYk-dclixB8q9BraWVlXw0Tmnw7B9bQEIl1xtCoAYgLG-Z4Ks8EMS4XyY_Y2sgyA/w640-h384/01.jpg" width="640" /></a></div><br /><div style="text-align: center;"><br /></div><div style="text-align: left;">Se avete guardato questo film su <b>Netflix</b>, fatemi sapere se il film vi è piaciuto o meno. Era tanto che non guardavo un film di Bollywood di questo tipo senza nessuna pretesa intellettuale. Come si direbbero in India, è un'ottimo timepass!</div><div style="text-align: left;"><br /></div><div style="text-align: left;">*****</div></div></div>Sunil Deepakhttp://www.blogger.com/profile/05781674474022699458noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3094424800734890001.post-2840679846270798942022-05-23T10:46:00.000+02:002022-05-23T10:46:24.397+02:00Il Poeta delle Rivoluzioni<div><b>Dushyant Kumar</b>, il poeta indiano scomparso nel 1975, è chiamato "il poeta delle rivoluzioni". <span style="font-family: Roboto; font-size: 12pt; line-height: 107%; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-font-family: Mangal; mso-bidi-font-size: 11.0pt; mso-bidi-language: AR-SA; mso-bidi-theme-font: minor-bidi; mso-fareast-font-family: Calibri; mso-fareast-language: EN-US; mso-fareast-theme-font: minor-latin;">È</span> uno dei poeti contemporanei più amati dell'India.</div><div> </div>Se parliamo di scrittori indiani, alcuni nomi conosciuti a livello internazionale sono <b>Arundhati Roy</b>, <b>Vikram Seth</b> e <b>Amitabh Ghosh </b>- sono tutti scrittori che scrivono in inglese. Invece, tra gli scrittori che scrivono in lingue indiane, soltanto una piccolissima parte è conosciuta fuori dai confini nazionali. Negli ultimi anni, vi è stato un tentativo di tradurre nelle lingue europee le opere di alcuni, ma la maggior parte di loro rimane sconosciuta. Quest'anno (2022) per la prima volta un libro scritto in Hindi è entrato nei candidati per il premio Booker per le opere tradotte ("La Tomba della sabbia" di Geetashree).<div><br /></div><div>Per quanto riguarda i poeti indiani, penso che oltre al nome di Rabindranath Tagore, nessun altro poeta indiano è conosciuto fuori dall'India.<br /><div><br /></div><div>Questo articolo parla delle poesie di <b>Dushyant Kumar </b>(pronunciato Dusciant). Penso che in qualche modo la sua figura può essere paragonata al mitico <b>James Dean</b> che incarnava i giovani ribelli nel cinema di Hollywood. Anche Dushyant era morto giovane e le sue poesie scritte circa 50 anni fa, sono ancora oggi cantate e gridate dai giovani indiani durante le proteste. Alcune di queste poesie sono state usate anche nei film di Bollywood.</div><div><br /></div><div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhKzIOLpn8cuH2pMAvzpi7ovw4vpPUKsqFlv1X7yadjnh7STnTarRF68FboLWkV77wEy5HEhw1cQ_N7yZBt5tGYWkB3lpVh9DgghSowuTYhsZDhmP8ZygtxjNSZ9wVq4MyDe9EiOjUxO73GetlkeC1jvDHIGhgXyqdogYzAcDbI8rN2SIsPUn8oCQBc9Q/s587/dushyant_kumar_01-1.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="416" data-original-width="587" height="454" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhKzIOLpn8cuH2pMAvzpi7ovw4vpPUKsqFlv1X7yadjnh7STnTarRF68FboLWkV77wEy5HEhw1cQ_N7yZBt5tGYWkB3lpVh9DgghSowuTYhsZDhmP8ZygtxjNSZ9wVq4MyDe9EiOjUxO73GetlkeC1jvDHIGhgXyqdogYzAcDbI8rN2SIsPUn8oCQBc9Q/w640-h454/dushyant_kumar_01-1.jpg" width="640" /></a></div><br /><h3 style="text-align: left;">Dushyant Kumar – Brevi Cenni Biografici</h3>Dushyant era nato il 27 settembre 1931 nel distretto di Bijnor, a circa 200 km a nord-est di Delhi. Per le sue prime poesie, scritte quando era ancora adolescente, aveva scelta il pseudonimo di “Vikal” (malinconico). Si dice che l'improvvisa morte di 2 suoi fratelli in quelli anni l’avevano mandato in crisi e determinato il tono malinconico delle sue prime poesie.</div><div><br /></div><div>Nel 1949, quando aveva 18 anni, era stato sposato con una ragazza di nome Rajeshwari, che allora aveva 16 anni. Dushayant morì per infarto nel 1975 all'età di 44 anni. Invece sua moglie Rajeshwari si è spenta nel 2021. La coppia aveva avuto 2 figli - Alok e Apoorv.<br /><br />Dushyant si era laureato in letteratura indiana presso l’università di Allahabad. Il suo primo libro scritto in quelli anni, era una critica sui poeti locali. Era famoso per il suo modo di cantare e recitare le sue poesie nei raduni dei poeti. Oltre a centinaia di poesie raccolte in 5 collezioni, ha scritto qualche racconto, qualche critica letteraria e 2 pezzi teatrali, uno dei quali in verso. Tuttavia, ha trovato la fama per le sue poesie. </div><div><br />Aveva passato la maggior parte della vita professionale nella città di Bhopal dove lavorava nel servizio radiofonico statale. Si sentiva attratto dalle lotte dei contadini e dei poveri lavoratori manuali. Molte delle sue poesie parlano della corruzione.<br /><br />Le sue opere più popolari che esprimono la rabbia e sono usate nelle proteste, risalgono all’inizio degli anni settanta, l’epoca quando nasceva il mito dell’attore <b>Amitabh Bachchan</b> come “the angry youngman”, il giovane arrabbiato. Dushyant aveva frequentato la casa Bachchan quando studiava a Allahabad perché era un'ammiratore del padre, il poeta Harivansh Rai Bachchan.</div><div><br /></div><div>Quelli erano gli anni di proteste in India, iniziate nello stato di Bihar nel nord-est, capeggiate da <b>Jaiprakash Narayan </b>(JP), e poi diffuse in diversi altri stati del paese. JP incolpava Indira Gandhi, allora il primo ministro, di un regime autoritario e invocava il <i>Sampurna Kranti</i> (rivoluzione totale).<br /><br />La signora Gandhi aveva risposto con la dichiarazione dello stato di emergenza e messo in prigione la maggior parte dei politici dell’opposizione mentre tutti i giornali venivano censurati. Le poesie più infuocate di Dushyant risalgono a quel periodo. Pochi mesi dopo, Dushyant morì nel dicembre 1975 per un infarto.</div><div><br /></div><div>Poco alla volta, i giovani hanno scoperto le sue poesie e hanno iniziato a recitarle durante le proteste e durante gli scioperi. Per esempio, dieci anni fa, India aveva avuto una serie di proteste contro la corruzione, che avevano messo in difficltà il governo. Quelle erano guidate da Anna Hazare e Arvind Kejriwal. Più volte Kejriwal, oggi il capo del governo di Nuova Delhi, <a href="https://www.youtube.com/watch?v=UCcBcx7_hL0&ab_channel=AamAadmiParty" target="_blank">aveva recitato le poesie di Dushyant</a> durante i raduni.</div><div><br />Una selezione delle poesie di Dushyant, tradotta in inglese con il titolo “<a href="https://www.amazon.it/Redeeming-Fuzzy-Reflections-Dushyant-Kumar/dp/1644293188" target="_blank">Redeeming Fuzzy Reflections</a>” (Redimere Pensieri Sfumati) è uscita nel 2018 ed è disponibile su Amazon.<br /><h3 style="text-align: left;">Due Poesie di Dushyant </h3>Qui presento 2 delle sue poesie più famose, cantate spesso durante le proteste nel nord dell’India e usate più volte nei film di Bollywood. Per esempio in un video su Youtube, il famoso attore di Bollywood, <a href="https://www.youtube.com/watch?v=RTuJ_OFxX3M&ab_channel=HindiKavita" target="_blank">Manoj Bajpai parla del fascino di Dushyant Kumar e recita una sua poesia</a>. <br /><br />Le due poesie che presento qui sono: “<i>Ho Gayi hai Pir Parvat Si</i>” (Il dolore è diventata una montagna) e “<i>Iss Nadi Ki Dhar</i>” (Dalla corrente di questo fiume). Entrambe le poesie fanno parte della collezione “<b>Saaye me Dhoop</b>” (Sole nell’Ombra) del 1975.<br /><br />Non penso di essere all’altezza di tradurre delle poesie. Penso che per tradurle, serve qualcuno che conosce la lingua meglio di me. Comunque, l'ho fatto con la speranza che ciò motiverà qualche studente italiano di hindi di approfondire le sue opere e magari preparare una collezione di sue poesie da pubblicare in Italia.<br /><h3 style="text-align: left;">1. Iss Nadi Ki Dhar Se – Dalla corrente di questo fiume</h3> इस नदी की धार से ठंडी हवा आती तो है, नाव जर्जर ही सही, लहरों से टकराती तो है<br />एक चिंगारी कहीं से ढूँढ लाओ दोस्तो, इस दिये में तेल से भीगी हुई बाती तो है</div><div>एक खँडहर के हृदय-सी, एक जंगली फूल-सी, आदमी की पीर गूँगी ही सही, गाती तो है </div><div>एक चादर साँझ ने सारे नगर पर डाल दी, यह अँधेरे की सड़क उस भोर तक जाती तो है </div><div>निर्वसन मैदान में लेटी हुई है जो नदी, पत्थरों से ओट में जा-जा के बतियाती तो है </div><div>दुख नहीं कोई कि अब उपलब्धियों के नाम पर, और कुछ हो या न हो, आकाश-सी छाती तो है <br /><br />Dalla corrente di questo fiume arriva un po’ di aria fresca. Anche se malridotta, questa barca sa alle onde resistere.</div><div>Trovatemi una scintilla da qualche parte amici. Lo stoppino di questa lampada ha ancora un po’ di olio da bruciare.</div><div>Come il cuore delle rovine, come un fiore nella foresta. Il dolore dell’uomo sarà anche muto, ma esso sa cantare.</div><div>La sera ha steso una coperta sulla città. Questa strada buia, proprio in quella direzione vuole andare.</div><div>Il fiume svestito è steso per terra nella piazza. Dietro le pietre, di nascosto continua a chiacchierare.</div><div>Non abbiamo raggiunto nessun traguardo, non importa. Almeno un petto grande come il cielo c'è l'abbiamo.<br /><h3 style="text-align: left;">2. Ho Gayi Hai Pir Parvat Si – Il dolore è diventata una montagna</h3><div>हो गई है पीर पर्वत-सी पिघलनी चाहिए, इस हिमालय से कोई गंगा निकलनी चाहिए।</div></div><div>आज यह दीवार, परदों की तरह हिलने लगी, शर्त लेकिन थी कि ये बुनियाद हिलनी चाहिए।</div><div>हर सड़क पर, हर गली में, हर नगर, हर गाँव में, हाथ लहराते हुए हर लाश चलनी चाहिए।</div><div>सिर्फ हंगामा खड़ा करना मेरा मकसद नहीं, मेरी कोशिश है कि ये सूरत बदलनी चाहिए।</div><div>मेरे सीने में नहीं तो तेरे सीने में सही, हो कहीं भी आग, लेकिन आग जलनी चाहिए।<br /><br />Il dolore è diventata una montagna che deve sciogliersi. Un fiume che nasce da questa montagna, ci vuole.<br />Oggi questo muro trema come una tenda. Una scommessa per far traballare le sue fondamenta, ci vuole.<br />In ogni strada, ogni viuzza, ogni città e ogni villaggio. Ogni cadavere che cammina con le braccia in aria, ci vuole.<br />Non voglio soltanto una baraonda. Tentare che vi sia un cambiamento in questo volto, ci vuole.<br />Se non è nel mio petto, che sia nel tuo. Non importa dove sta il fuoco, ma un fuoco che arde, ci vuole.</div><h3 style="text-align: left;">Le Poesie che Piacciono a Me </h3><div>Personalmente, mi piacciono di più le poesie romantiche di Dushyant. Per esempio, mi piacciono molto le ultime righe della sua poesia "<i>Chandani Chhat Pe Chal rahi Hogi</i>" (Il raggio di luna passeggerebbe sulla terrazza):</div><br />तेरे गहनों सी खनखनाती थी, बाजरे की फ़सल रही होगी<br />जिन हवाओं ने तुझ को दुलराया, उन में मेरी ग़ज़ल रही होगी<div><br /></div><div>Quelle che tintinnavano come i tuoi braccialetti, forse erano le spighe di miglio</div><div>Quelle correnti d'aria che ti hanno accarezzato, forse c'era anche la mia poesia tra esse.<br /><h3 style="text-align: left;">Conclusioni</h3><div><div>Penso che tradurre le poesie è il compito più arduo per un traduttore. Le poesie di Dushyant hanno un ritmo e una melodia, è difficile mantenere almeno un'eco di quelle nella traduzione.</div><div><br /></div><div>Penso anche che i pensieri che compongono una poesia sono molto legati alle culture e ai contesti dei loro poeti. Ciò rende le loro traduzioni più complicate. Le emozioni come il dolore e la rabbia, possono perdere almeno una parte della loro forza espressiva, isolati dal loro contesto storico e culturale. Per esempio, la seconda poesia di Dushyant (Il dolore è diventata una montagna) presentata qui sopra, fa riferimento ad un episodio quando la polizia aveva sparato sui manifestanti, uccidendo alcuni di loro. All’epoca, sentire le parole di questa poesia, che invitavano i cadaveri ad alzarsi, di continuare la marcia e di continuare a nutrire il fuoco della protesta, mi aveva fatto venire i brividi.</div><div><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgxq0vfHJDhAwqpHO0PEi8bn88FkDb56KcR4mlNRDIOpCO9ExT_EdxPsyz01eTfm3R4H9jwXjzgF94WgenT4w6HIKHqKQDqOgGN_Miea5-KWMYIKlGHyK6HJEMovjTyuh5L6P_94W5p56zFNoWt7-LNnCrP-otcydKHGTYOCInBdWKN9TT4biF4RymbRA/s594/dushyant_kumar_02-1.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="415" data-original-width="594" height="448" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgxq0vfHJDhAwqpHO0PEi8bn88FkDb56KcR4mlNRDIOpCO9ExT_EdxPsyz01eTfm3R4H9jwXjzgF94WgenT4w6HIKHqKQDqOgGN_Miea5-KWMYIKlGHyK6HJEMovjTyuh5L6P_94W5p56zFNoWt7-LNnCrP-otcydKHGTYOCInBdWKN9TT4biF4RymbRA/w640-h448/dushyant_kumar_02-1.jpg" width="640" /></a></div><br /><div style="text-align: center;"><br /></div><div>Ancora oggi, sentire una folla che recita insieme queste parole, mi emoziona, anche quando non condivido i motivi della loro protesta.</div><div><br /></div><div>Ci ho messo molto tempo per scrivere questo post. L’idea di tradurre le parole di Dushyant Kumar mi faceva paura. Sono contento che alla fine l’ho fatto, anche se ogni volta che rileggo le poesie tradotte, mi sembrano tutte sbagliate. Se qualche lettore italiano che conosce hindi e ha dei suggerimenti per migliora queste traduzioni, ne sarò grato.</div><div><br /></div><div>*****</div></div></div></div>Sunil Deepakhttp://www.blogger.com/profile/05781674474022699458noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3094424800734890001.post-61499303005937106112022-05-20T18:36:00.001+02:002023-08-15T07:18:01.619+02:00Una Storia d'Amore InsolitaBarfi (2012), il film di <b>Anurag Basu</b>, racconta una storia d’amore insolita, quella tra un ragazzo sordo-muto e una ragazza autistica. Questo film di <b>Bollywood</b> è disponibile sul <b>Netflix</b> in lingua originale con i sottotitoli in italiano. Anche se il tema può sembrare serio, si tratta di un film gioioso e poetico.<div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjBKCxHrtvyby9D7632IzOCirKg5pJt4pwH4RLOUR9g1Fw5GCsPnS9DWXMOC8OuH3qsbdgf7PwBpPnzflqRddmxEJyugF95iBxP1y5lvf6aK9QXsTornRblqG3i7I1yC_58xnGsniur4y2_JB-BVvuCTlrubdyKge75inJKF4ugO7oVWj-H1PWk1hX_04rl/s620/barfi_01.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="Barfi - un Film di Anurag Basu (Bollywood)" border="0" data-original-height="440" data-original-width="620" height="454" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjBKCxHrtvyby9D7632IzOCirKg5pJt4pwH4RLOUR9g1Fw5GCsPnS9DWXMOC8OuH3qsbdgf7PwBpPnzflqRddmxEJyugF95iBxP1y5lvf6aK9QXsTornRblqG3i7I1yC_58xnGsniur4y2_JB-BVvuCTlrubdyKge75inJKF4ugO7oVWj-H1PWk1hX_04rl/w640-h454/barfi_01.jpg" width="640" /></a></div><div style="text-align: center;"><br /></div><div><div><div style="text-align: left;">È raro che le cosiddette “stelle di Bollywood” accettano i ruoli delle persone con disabilità. Invece in Barfi, vi sono due attori famosi – <b>Ranbir Kapoor</b> nel ruolo dell’eponimo Barfi, il ragazzo sordo-muto, e <b>Priyanka Chopra</b> nel ruolo di Jhilmil, la ragazza con autismo. Il film aveva vinto molti premi in India nel 2013, compreso quello per il miglior film dell'anno.</div><br />Molti tratti di questo film non hanno i dialoghi, per cui, se non siete abituati a leggere i sottotitoli, dover leggerli vi peserà meno in questo film. Invece, il film ha molte canzoni che servono a sottolineare le emozioni dei protagonisti e leggere i sottotitoli in queste parti non è obbligatorio per seguire la trama del film.<br /><h3 style="text-align: left;">Il Riassunto della Trama del Film</h3><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEge02nYF4eRyA5gzCFkEFBJ5lRhNIxI6cKL9kgjLvKdNNOael2kZTE4c9PHYj85bYycpqF6_vNr9oIDLMx4K0yu9e1XyjPV2g0HuwqVi_4k79WBtCxl3n0AH1-ltLM2sgJOG6tyP0Pm3bjUppCGI5vefn48C9cy-NcP2YaZB2we0Vj50koWaFgTYLbkYUh4/s490/barfi_02.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="Barfi - un Film di Anurag Basu (Bollywood)" border="0" data-original-height="490" data-original-width="379" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEge02nYF4eRyA5gzCFkEFBJ5lRhNIxI6cKL9kgjLvKdNNOael2kZTE4c9PHYj85bYycpqF6_vNr9oIDLMx4K0yu9e1XyjPV2g0HuwqVi_4k79WBtCxl3n0AH1-ltLM2sgJOG6tyP0Pm3bjUppCGI5vefn48C9cy-NcP2YaZB2we0Vj50koWaFgTYLbkYUh4/w248-h320/barfi_02.jpg" width="248" /></a></div><div style="text-align: center;"><br /></div><div style="text-align: left;">Il film ha 3 personaggi principali – Barfi (Ranbir Kapoor) il ragazzo sordo e muto, che vive nella città montana di Darjeeling nel nord-est dell’India. Shruti (Ileana d’Cruz) una giovane ragazza che sta per sposarsi, e della quale il giovane Barfi s’innamora. Per un po’ sembra che anche Shruti lo ama, ma alla fine lei decide di sposare il ragazzo con il quale si era già fidanzata, spezzando il cuore a Barfi.</div><br />La terza è Jhilmil (Priyanka Chopra), la ragazza autistica. Barfi conosce Jhilmil da quando erano piccoli perché suo papà è l'autista del papà della ragazza. Eventi costringono Barfi a rapire Jhilmil e poi convivere con lei per diversi mesi. Poco alla volta, i due si innamorano, ma poi torna Shruti nella loro vita. Jhilmil si sente insicura davanti alla bella Shruti e un giorno sparisce. Soltanto quando Barfi perde Jhilmil, si rende conto di quanto l'ama e la cerca disperatamente.<br /><br />Il film è raccontato in flashback da Shruti ed è organizzato in 3 periodi temporali principali -</div><div><ul style="text-align: left;"><li>il primo periodo è ambientato nei primi anni 1970 quando Shruti ha poco più di 20 anni e ha una piccola storia d'amore con Barfi;</li><li>il secondo periodo è verso la fine degli anni 1970 quando Barfi rapisce Jhilmil; </li><li>l'ultimo periodo è circa 30 anni dopo, intorno a 2011-12, quando Barfi, orami vecchio, è ricoverato in ospedale.</li></ul>La trama del film non si muove in maniera lineare – invece la storia si sposta continuamente in avanti e in dietro tra questi 3 periodi, il che la rende un po' difficile da seguire.<br /><br />Il film è raccontato in episodi, un po' come delle brevi vignette. Questo approccio permette il regista di presentarli come delle scene scollegate in ordine sparso. Uno pensa di aver capito quello che succede nella vita dei suoi protagonisti, ma dopo qualche altra scena si rende conto che il significato di quello che aveva visto era diverso.</div><div><h3 style="text-align: left;">Commenti sul Film</h3>I 3 protagonisti del film sono legati a 3 emozioni predominanti. L'emozione dominante del film è l'esuberanza di Barfi e la sua gioia di vivere. L'emozione dominante delle scene di Jhilmil è il suo particolare modo di percepire il mondo, un po' sfuocato che qualche volta va a rallento. Invece l'emozione dominante di Shruti, a parte alcune scene all'inizio quando lei sta con Barfi, è il rimpianto.</div><div><br /></div><div>È Shruti ad avere le due canzoni più belle della colonna sonora del film - <i>Iss dil ka kya karun</i> (Cosa faccio di questo cuore) nella prima parte del film quando lei s'innamora di Barfi; e <i>Fir le aaya dil mazbur kya kige</i> (Il cuore mi ha portato di nuovo da te) verso la fine del film quando lei capisce che oramai Barfi ama Jhilmil.<br /><br />Visivamente il film è uno splendore di colori. Molte parti del film dove Barfi è al centro della scena fanno pensare ai film muti di Charlie Chaplin, mentre le parti dove lui balla fanno pensare ai film di Fred Astair. La musica e le canzoni del film, e ne ha molte, sono molto belle - all'epoca avevano riscosso un grande successo in India.<br /><br />La tecnica del film, di mescolare continuamente gli eventi di diversi periodi temporali, un po' disorienta - dà la sensazione di essere sommersi in un sogno, e può creare anche qualche problema per capire la trama del film. Avevo guardato il film 3 volte e ogni volta avevo capito qualcosa di nuovo che mi era sfuggito prima. Purtroppo, penso che questo aspetto del film, lo renderà più difficile da seguire per le persone sorde e per le persone con autismo.<br /><br />Giù in fondo a questo post, troverete la storia del film spiegata in maniera più articolata e lineare. Suggerisco di prima guardare il film e poi se vi sembrerà di non aver capito qualcosa, potrete leggere questa parte.</div><h3 style="text-align: left;">In Conclusione</h3><div>La trama del film è un po’ complicata. Il regista l’ha resa ancora più complessa mescolando gli eventi che hanno luogo in diversi momenti temporali. Ma nonostante questo, o forse proprio per questo, il film ha una magia che probabilmente una storia raccontata in maniera più lineare non avrebbe avuta. Questo approccio, permette il regista di trattare le diverse scene come episodi di genere, dalla commedia alla danza, come avveniva nei film muti del '900.<br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhr7dU-_5WKMpiFBkNCbG9Gi3ywCDTUYjgqegLhIkt6egCYStswfX2OFvucbP_ZmKBkxnWYoJ2qvNkHZC1CdmlY0IE9sqcwr4dUVBTP3tDw-pRQxYc4f85mTztwVjnI9P-0y-f7DZwFVyZH_XrCgZGMRLjz3tdOF7M23j5tGki-GUsyZQ1vvasm04iM-3ge/s620/barfi_03.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="Barfi - un Film di Anurag Basu (Bollywood)" border="0" data-original-height="377" data-original-width="620" height="390" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhr7dU-_5WKMpiFBkNCbG9Gi3ywCDTUYjgqegLhIkt6egCYStswfX2OFvucbP_ZmKBkxnWYoJ2qvNkHZC1CdmlY0IE9sqcwr4dUVBTP3tDw-pRQxYc4f85mTztwVjnI9P-0y-f7DZwFVyZH_XrCgZGMRLjz3tdOF7M23j5tGki-GUsyZQ1vvasm04iM-3ge/w640-h390/barfi_03.jpg" width="640" /></a></div><div style="text-align: center;"><br /></div>Barfi l’eroe del film, è nevrotico, ha paura che tutti lo lasceranno, che lui non avrà più nessuno e resterà da solo. Per questo lui sottopone ogni nuovo amico ad un test del palo della luce - lui taglia i pali di legno e li fa cadere a pochi centimetri dai propri piedi. Se gli amici hanno paura del palo e si spostano, lui sa che non si può fidare di loro. L’unica persona che riesce a superare questo test è Jhilmil, forse perché non capisce cosa sta per succedere. Questa è una delle sequenze del film che mi è rimasto impresso dopo tanti anni.</div><div><div style="text-align: center;"><br /></div>Un altro aspetto che mi aveva colpito molto quando l'avevo guardato, era la rappresentazione del mondo visto e sentito da Jhilmil, in quanto una persona con autismo. Lei non vuole essere toccata e non vuole toccare nessuno. Invece quando s'innamora di Barfi, vorrebbe toccarlo e così va contro ad un conflitto interiore! Lei osserva le donne con i loro mariti e cerca di comportarsi nello stesso modo con Barfi, anche se ciò vuol dire andare contro i suoi istinti. Ma quando lei fallisce, e non riesce a vincere il suo istinto, lui la capisce, sdrammatizza tutto e trova un modo per farla ridere.<br /><br />Il film è una tenera storia d'amore. Se avete accesso ai film di Netflix e vi piacciono i film di <b>Bollywood</b>, il mio consiglio è di non perdete Barfi.</div><div><br /></div><div>Sul Netflix, sono disponibili altri due film del regista <b>Anurag Basu</b> - <b>Jagga Jasoos</b> (La spia Jagga, un film con Randhir Kapoor e Katrina Keif, vagamente ispirato dalla figura del eroe dei fumetti, Tintin) del 2017 e <b>Ludo</b> (Il gioco da tavolo, Non T'arrabbiare, un film con Pankaj Tripathi, Rajkummar e Abhishekh Bachchan che ha 3 storie parallele, collegate da un evento che coinvolge un piccolo gangster che ama portare le reggi-calze) del 2020. Mi piace la sensibilità di Basu come regista e penso che anche questi due film meritano di essere guardati.</div><div><br /></div><div>*****</div><h3 style="text-align: left;">Parte Extra: Storia Dettagliata del Film</h3><div>Leggete la parte seguente riguardo la storia dettagliata del film solo se l'avete già guardato e non vi sia chiaro qualcosa!</div><div><br /></div><div><div><b>Nel 1971-72</b>: Shruti torna a casa a Darjeeling e incontra Barfi. I due hanno una storia d’amore. La mamma di Shruti le consiglia di pensare bene perché Barfi, oltre ad essere sordo e muto, non ha soldi ed ha studiato poco, per cui non potrà offrirle una vita agiata. Alla fine Shruti decide di sposare Ranjit, con il quale era fidanzata, anche se non lo ama. Barfi si trova con il cuore spezzato.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhyxQOngetd3oQzusblJkyHWXTCww_cswmxx9BRyGm4vBRKPKYKjVAoz91sWTEozz-xCWI10g_WwPdy4TAkpKTjNhXIfrokp2A1z1oxlZ3rCoDwlXC1sfP92hEYGGY-fXFXB5PW0dxa-TjpTW3IUGZSssrTvNxK6lVuIQBzm-4pf9WvVFwDHN3iuNVIqGow/s620/barfi_04.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="Barfi - un Film di Anurag Basu (Bollywood)" border="0" data-original-height="418" data-original-width="620" height="432" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhyxQOngetd3oQzusblJkyHWXTCww_cswmxx9BRyGm4vBRKPKYKjVAoz91sWTEozz-xCWI10g_WwPdy4TAkpKTjNhXIfrokp2A1z1oxlZ3rCoDwlXC1sfP92hEYGGY-fXFXB5PW0dxa-TjpTW3IUGZSssrTvNxK6lVuIQBzm-4pf9WvVFwDHN3iuNVIqGow/w640-h432/barfi_04.jpg" width="640" /></a></div><div style="text-align: center;"><br /></div><div>Da quando era piccola, Jhilmil era stata lasciata in Casa Muskan, una casa per i bambini disabili, dove il vecchio responsabile le è molto affezionato. Invece è costretta a tornare a casa sua perché suo nonno morente la vuole vedere. Il nonno muore e lascia tutti i suoi soldi in un fondo fiduciario intestato a Jhilmil. I suoi genitori, soprattutto sua mamma, la vedono come un imbarazzo sociale. Il papà di Barfi lavora come autista nella casa di Jhilmil, per cui i due (Barfi e Jhilmil) si conoscono. Quando Jhilmil torna a vivere con la sua famiglia, qualche volta vede Barfi insieme a Shruti.<br /><br /><b>Nel 1978-79</b>: Il papà di Barfi ha avuto un infarto e Barfi ha bisogno di soldi per pagare l'ospedale. Prima lui cerca di rapire una banca ma è fermato dal poliziotto Dutta (Saurav Shukla). Poi, lui decide di rapire Jhilmil e richiedere un riscatto, ma non la trova a casa perché c'è qualcun altro che la vuole rapire quello stesso giorno.</div><div><br /></div><div>Per caso, Barfi trova Jhilmil priva di sensi in un furgone insieme ai soldi del riscatto. Lui la porta a propria casa e poi con i soldi torna all'ospedale ma trova che nel frattempo suo papà è morto. Intanto, la polizia sa che Barfi ha rapito Jhilmil, e lo insegue.</div><div><br /></div><div>Barfi decide di scappare. Lui pensa che Jhilmil dovrebbe tornare a Casa Muskan, la casa dei bambini disabili dove viveva, ma nonostante tutti i suoi tentativi Jhilmil non vuole lasciarlo e continua a venirgli dietro.</div><div><br />Barfi e Jhilmil passano da un villaggio all'altro, seguiti da Dutta, ma il polioziotto non riesce a prenderli. Dopo alcuni mesi sulla strada, Barfi e Jhilmil arrivano nella città di Calcutta, dove Barfi trova una camera in affitto e un lavoro. Un giorno per caso lui incontra Shruti e la porta a casa per farle conoscere Jhilmil. I tre cominciano a uscire insieme qualche volta. Jhilmil si sente insicura nei confronti di Shruti. Un giorno mentre i tre sono insieme, Barfi sgrida Jhilmil per qualcosa, lei si sente offesa e decide di andare via.<br /><br />Barfi cerca Jhilmil disperatamente ma non la trova. Shruti si rende conto che oramai Barfi ama Jhilmil. Per aiutarlo lei va dalla polizia per denunciare la scomparsa di Jhilmil. Il rapporto sulla scomparsa di Jhilmil raggiunge il poliziotto Dutta a Darjeeling, il quale parte per Calcutta e finalmente cattura Barfi con l'accusa di aver rapito Jhilmil. Barfi e il poliziotto tornano a Darjeeling. Shruti vorrebbe seguirli, ma il suo marito è geloso di trovare sua moglie sempre in giro con Barfi e la riporta a Calcutta.<br /><br />Mentre Barfi è chiuso in prigione, nessuno sa dove è finita Jhilmil. Il suo padre riceve un'altra lettera che chiede un riscatto per liberare Jhilmil. La polizia segue il padre di Jhilmil quando lui va a consegnare i soldi ai rapitori, i quali prendono i soldi ma prima di scappare spingono la macchina che porta Jhilmil dentro il lago. Tutti pensano che Jhilmil si è morta annegata, anche se poi non riescono a trovare il suo corpo nel lago.<br /><br />Nessuno sa chi erano i rapitori e i suoi superiori fanno pressione su Dutta per dichiarare Barfi come rapitore e assassino della ragazza. Dutta sa che Barfi era chiuso in cella e non poteva essere lui il colpevole della morte della ragazza e non vuole essere ingiusto verso il ragazzo. Lui telefona Shruti e le chiede di venire a Darjeeling per aiutare Barfi. Il marito di Shruti le vieta di uscire di casa, ma Shruti finalmente decide di lasciarlo. Quando lei arriva A Darjeeling, Dutta le spiega che i suoi superiori vogliono incastrare il ragazzo perché non sanno cosa sia successo alla ragazza e sanno che il ragazzo sordo non saprà difendersi. Lui fa scappare Barfi dalla prigione e chiede a Shruti di portarlo via a Calcutta.<br /><br />Barfi e Shruti tornano a Calcutta, ma Barfi continua a pensare a Jhilmil, e rifiuta di credere che lei è morta. Un giorno in casa, Barfi vede il numero di telefono della Casa Muskan scritto sul muro e si ricorda del forte legame di quel luogo per lei. Pensa che forse le persone di Casa Muskan sapranno dove è finita Jhilmil.<br /><br />Barfi trova Jhilmil in Casa Muskan e i due si sposano con la benedizione del vecchio responsabile della casa.</div><div><br /></div><div>Il vecchio spiega a Shruti che i rapimenti di Jhilmil erano stati organizzati dal suo padre, il quale voleva usare i soldi del suo fondo fiduciario, ma non voleva fare del male alla figlia. Per questo aveva inscenato il rapimento e la morte della figlia, e poi l'aveva fatta accompagnare di nascosto alla Casa Muskan. Il vecchio aveva accettato questo inganno per assicurarsi che la ragazze stesse bene e protetta, senza essere inseguita per i suoi soldi.<br /><br /><b>2011-12</b>: Barfi oramai vecchio, è molto malato. Dall’ospedale chiamano Shruti che insegna in una scuola per i bambini sordi a Calcutta. Lei parte in treno per Darjeeling. Quando arriva all’ospedale, Barfi non è più cosciente. Arriva anche Jhilmil, che saluta Shruti e le fa capire che vorrebbe restare da sola con il suo marito. Si mette nel letto insieme a Barfi e si addormenta.<br /><br />Il giorno dopo, tutte le persone che conoscevano Barfi e Jhilmil, tra i quali anche il poliziotto Dutta, oramai in pensione da molti anni, si radunano in ospedale, dove Shruti li informa che Barfi e Jhilmil sono morti a distanza di poche ore uno dall’altro.</div></div><div><br /></div><div>*****</div><div>#barfi #bollywood #barfidisabilità #filmsuautismo </div></div></div>Sunil Deepakhttp://www.blogger.com/profile/05781674474022699458noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3094424800734890001.post-3512262012520613052022-05-02T18:44:00.000+02:002022-05-02T18:44:22.760+02:00Il Clan dei BachchanQualche settimana fa, a seguito di <a href="https://awaraghi.blogspot.com/2022/04/ogni-mese-il-nostro-gruppo-di-lettura.html">un mio scritto</a> sulle difficoltà di parlare delle caste da parte degli scrittori e dei giornalisti occidentali, avevo avuto uno scambio di messaggi con <a href="https://www.facebook.com/vincenza.venti" target="_blank">Vincenza Venti</a>. Vincenza gestisce <a href="https://www.facebook.com/groups/238895331741718" target="_blank">un gruppo italiano molto popolare sull’attore di Bollywood, Amitabh Bachchan</a>. In quello scambio, avevo ipotizzato un mio scritto sul signor Bachchan e il tema delle caste. Dopo diverse settimane sono riuscito a trovare il tempo per onorare la mia promessa.<br /><br />Prima di iniziare questo scritto, voglio subito chiarire che in più occasioni il sig. Bachchan si è espresso contro le discriminazioni legate alle caste e ha fatto parte di alcuni film importanti (compreso il recente “Jhund”) che parlano dell’emancipazione delle persone delle cosiddette “caste basse”.<div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi7n33OWh9Yfz6qtGMK-j6_XhvH_yTc5WqD5penIHT2jEAiNf6TtwCN8EuuSnZPJvAVsy3np6jMfWhAxOUh5q2eZ5ed1caa_m9IRNon48fwwUnkUmhXngCwcvpNY0My398gzLC8K3EiNiJCR2U_dDY4opiBPFkcJPT3Zg1kjPsMKeMm9Og4oleWkpqGaw/s820/DSC_0123.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="572" data-original-width="820" height="446" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi7n33OWh9Yfz6qtGMK-j6_XhvH_yTc5WqD5penIHT2jEAiNf6TtwCN8EuuSnZPJvAVsy3np6jMfWhAxOUh5q2eZ5ed1caa_m9IRNon48fwwUnkUmhXngCwcvpNY0My398gzLC8K3EiNiJCR2U_dDY4opiBPFkcJPT3Zg1kjPsMKeMm9Og4oleWkpqGaw/w640-h446/DSC_0123.jpg" width="640" /></a></div><br /><h3 style="text-align: left;">Il grande clan dei Kayastha</h3>Ognuno delle 4 principali caste (Varna) è suddiviso nei sottogruppi dei grandi clan. Il clan della famiglia Bachchan, come quello di mio papà, si chiama Kayasth. Questo clan fa parte della casta dei commercianti. Secondo mia nonna paterna, anticamente i Kayasth svolgevano i lavori manuali, per cui facevano parte della quarta casta, ciò è, dei Shudra. Loro si occupavano di preparare il materiale di scrittura usato dai bramini. Poi hanno iniziato ad aiutare i bramini nella copiatura dei manoscritti e così hanno imparato a leggere e scrivere. Dopo le invasioni musulmane e poi dopo l’arrivo degli inglesi, hanno trovato lavoro nei tribunali e nelle amministrazioni e hanno iniziato a accumulare proprietà e potere. Sono stati tra i primi a studiare inglese. Così con l’aumento della ricchezza e del potere, sono saliti di grado nel sistema dei Varna. Molti insegnanti, professori, scienziati, poeti e scrittori nel nord dell’India appartengono a questo clan. <br /><br />All’interno del clan dei Kayasth, vi sono diversi “<i>Jaati</i>” (pronunciato “Giati”), ognuno con il suo cognome. I cognomi più importanti tra i Kayasth sono – Srivastava o Shrivastava, Singh, Sinha, Saxena Kishore e Varma. Secondo le regole della casta, il clan dei Kayasth è endogamo, ciò è, per i matrimoni combinati, dovrebbero sposare all’intero del clan, ma solo tra le persone di cognomi diversi. Per esempio, uno Srivastava non può sposare un altro Srivastava ma potrebbe sposare uno Sinha o Saxena. <br /><br />Oltre al matrimonio, i vari <i>Jaati</i> di un clan possono essere legati tra di loro con altre strutture sociali di sostegno, per esempio, le scuole ed i sistemi tradizionali di ricevere prestiti. Le persone dello stesso clan che provengono da una specifica zona geografica possono trovare ospitalità presso i confratelli e se devono assumere delle persone, dovrebbero privilegiare i confratelli. I clan condividono le mitologie, i rituali religiosi, i tabù alimentari, e spesso hanno le stesse ricette e modi di cucinare alcuni piatti speciali, e anche lo stesso uso del linguaggio. <br /><br />Ogni clan di ogni casta, compreso i clan delle cosiddette "caste basse", sono organizzati più o meno nello stesso modo. Per questo motivo, sembra così difficile eliminare completamente le caste, soprattutto nelle piccole città e nelle aree rurali. Invece nelle grandi città, le caste hanno sempre meno importanza.<br /><h3 style="text-align: left;">La Famiglia Bachchan </h3>La città di Allahabad (conosciuta anche come Prayag o Prayagraj) è considerata la roccaforte dei Kayasth. La famiglia di mio padre erano i Shrivasta di Allahabad come lo era la famiglia Bachchan. <br /><br />Il papà Bachchan si chiamava Harivansh Rai Shrivastav. Aveva 19 anni nel 1926 quando era stato sposato con Shyama, che allora aveva 14 anni. La coppia non aveva avuto figli, e nel 1936, Shyama morì a 24 anni per la tubercolosi. Laureato in letteratura inglese, Harivansh era diventato famoso nel 1935 per il suo libro di poesie intitolato Madhushala (La casa del vino), per il quale aveva scelto il pseudonimo di “Bachchan” (Ragazzino). <br /><br />Nel 1941, 5 anni dopo la morte della prima moglie, Harivansh si sposò per la seconda volta. Questa volta fu un matrimonio d’amore e la sua sposa Teji, era di religione Sikh. Nel frattempo, altri due volumi delle sue poesie (Madhubala o la ragazza del vino e Madhukalash o l’anfora del vino) avevano avuto grande successo e oramai, lui era diventato famoso come “il poeta Harivansh Rai Bachchan”. Insegnava inglese all’università di Allahabad e la famiglia aveva buoni rapporti con Pandit Jawaharlal Nehru e la sua figlia Indira Nehru (dopo diventata Indira Gandhi) che erano i loro vicini di casa. Abitavano nella zona di Civil Lines di Allahabad, una delle zone più chic della città. Il primo genito Amitabh nacque nel 1942, mentre il primogenito di Indira Gandhi, Rajiv nacque nel 1944, e i due diventarono amici. <br /><br />Nel 1968, quando Rajiv sposò Sonia, la sposa fu ricevuta all’aeroporto di Delhi da Amitabh e fu alloggiata presso la casa della sua mamma, Teji Bachchan. <br /><br />Un anno dopo, nel 1969 usci “Saat Hindustani”, il primo film di Amitabh. Due anni dopo, nel 1971 usci, Reshma aur Shera, il suo secondo film, nel quale aveva una piccola parte di un ragazzo sordo e muto. Il successo e riconoscimento popolare arrivarono qualche mese più tardi con il film “Anand”, nel quale era nel ruolo di un medico, triste e serio.<br /><h3 style="text-align: left;">Rapporti con la Famiglia Bachchan </h3>Mio nonno era tesoriere di un’associazione dei Kayasth a Allahabad e conosceva la famiglia Bachchan. Noi eravamo cresciuti a Delhi, ma ai primi anni settanta, quando veniva qualche parente da Allahabad, qualche volta si parlava di Amitabh, come “<i>quel ragazzo magro e alto che girava sulla sua bici</i>”. <br /><br />Suo papà era così famoso che per molti anni, si parlava di Amitabh come “il figlio più grande di Bachchan ji”. Soltanto negli anni ottanta e novanta, Amitabh è divenuto più famoso del suo papà e la gente ha iniziato a riferire a Harvansh Rai come “il papà di Amitabh”.<br /><h3 style="text-align: left;">Amitabh Bachchan e le Caste </h3>Mentre abitavamo a Bologna, seguivo il festival <a href="https://www.rivertoriver.it/" target="_blank">River-to-River </a>organizzato da <b>Selvaggia Velo</b> a Firenze. Così nel 2011, ho avuto l’opportunità di partecipare alla conferenza stampa di Amitabh Bachchan. Da quel incontro, ricordo ancora il mio pensiero quando l’avevo sentito parlare – “<i>Ma parla proprio come i cugini di Allahabad</i>”! <br /><br />In quell’occasione, lui aveva parlato della sua famiglia<a href="https://kyabaat.blogspot.com/2013/01/the-amitabh-encounter.html" target="_blank"> con le seguenti parole</a>: “<i>Mio papa era tra le prime persone a Allahabad ad andare contro il sistema delle caste, predominante in quei tempi. Lui si sposò con una ragazza della religione Sikh e diceva spesso che, ‘Vorrei che i miei figli e nipoti, tutti possono sposarsi con le persone provenienti da diverse parti dell’India.’ In fatti, ho sposato una bengalese, mio fratello si è sposato con una ragazza sindhi, mio figlio ha sposato una ragazza tulu e mia figlia si è sposata in una famiglia punjabi.</i>”<div><br /></div><div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgHjNndCphObhMrQJwaTGBy3RAS1hoa0iq8T6eWnTtrQpuU_LcGfX8YkcSovflTFgzK3KSbv5E7ysSl4OoGaQ_9HShAoMmXO9A-WMV65LKiJMGcucqwIF146Bgb-HNtvolalgSQRpjuyHj-jnuYxRlpvq0dqCynkynVsxXJ2ov01YGjw0_M36uBmTEUPg/s820/DSC_0087.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="572" data-original-width="820" height="446" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgHjNndCphObhMrQJwaTGBy3RAS1hoa0iq8T6eWnTtrQpuU_LcGfX8YkcSovflTFgzK3KSbv5E7ysSl4OoGaQ_9HShAoMmXO9A-WMV65LKiJMGcucqwIF146Bgb-HNtvolalgSQRpjuyHj-jnuYxRlpvq0dqCynkynVsxXJ2ov01YGjw0_M36uBmTEUPg/w640-h446/DSC_0087.jpg" width="640" /></a></div><br /><div style="text-align: center;"><br /></div><h3 style="text-align: left;">Alla fine </h3>Ho voluto scrivere delle caste collegandolo alla storia famigliare di Amitabh Bachchan con la speranza che in questo modo si potrà capire meglio come funziona il complesso sistema delle caste, come sta cambiando nelle città e perché si fatica ad eliminarlo.<div><br /></div><div>Spesso si parla delle caste esclusivamente come l’esclusione sociale di alcuni gruppi emarginati e si chiede come mai dopo tutti questi anni, l’India non riesce a cancellare questo sistema.</div><div><br /></div><div>Tra i gruppi emarginati, oltre a tutte le sue funzioni sociali, il sistema delle caste serve anche ad avere accesso privilegiato all’educazione e al mondo del lavoro, grazie ai programmi speciali del governo indiano. Per cui, mentre questi gruppi lottano contro la violazione dei loro diritti umani e contro la loro esclusione sociale, essi continuano ad avere la casta come un sistema di aggregazione comunitaria. È per questo che soltanto poche persone lottano per abolizione delle caste, la maggior parte lotta soprattutto per abolire l’esclusione sociale legate ad esse.</div></div></div>Sunil Deepakhttp://www.blogger.com/profile/05781674474022699458noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-3094424800734890001.post-63613376288435451122022-04-10T21:27:00.004+02:002022-07-26T07:51:26.276+02:00Raccontare le CasteOgni mese il nostro gruppo di lettura sceglie un libro da leggere e poi ci riuniamo per scambiare le nostre opinioni. Questo mi costringe a leggere dei libri che altrimenti eviterei.<br /><br />Per esempio, il libro di questo mese (aprile 2022) è “<b>La Treccia</b>” scritto originariamente in francese da <b>Laetitia Colombani</b> e tradotto in italiano da Claudine Turla. Non penso che l'avrei cercato senza la spinta del mio gruppo.<br /><br />La casta di uno dei personaggi indiani di questo libro gioca un ruolo importante nello sviluppo della sua trama, ma le descrizioni della sua vita hanno molti errori. In questo scritto voglio parlare di alcune delle difficoltà di raccontare le caste.<br /><br />Le immagini usate in questo scritto sono di un gruppo emarginato che si occupa dei rifiuti nel nord-est dell'India, con il quale avevo lavorato alcuni anni fa.<div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgZthY3LJx0E2eFC7L28m9aaAyVOilIWfIDjImjAsVXETGjrUauoRxs03Aai0Rcidrddeyp1jLIztAAdZ0ZnvhT9gla0YGl3DTD9X8jT3vktlK_CQv6HO0DUKGeVsvzXLpJOzEvVt_6QilBkAfnXmJcuGeWm2sFe2m-wPB4zJSheynKBmUTPk2pfNqBmg/s820/2015_april06_Borogaon_Landfill%20(50).jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="573" data-original-width="820" height="448" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgZthY3LJx0E2eFC7L28m9aaAyVOilIWfIDjImjAsVXETGjrUauoRxs03Aai0Rcidrddeyp1jLIztAAdZ0ZnvhT9gla0YGl3DTD9X8jT3vktlK_CQv6HO0DUKGeVsvzXLpJOzEvVt_6QilBkAfnXmJcuGeWm2sFe2m-wPB4zJSheynKBmUTPk2pfNqBmg/w640-h448/2015_april06_Borogaon_Landfill%20(50).jpg" width="640" /></a></div><br /><h3 style="text-align: left;">La Complessità delle Caste</h3><div>Penso che sarebbe meglio iniziare con qualche informazione sulla casta della mia famiglia, per darvi un’idea della complessità del tema. Miei genitori venivano da due parti diverse del subcontinente indiano e appartenevano a due caste diverse. Entrambi erano seguaci di Mahatma Gandhi. Mio padre, ancora giovane, aveva deciso di "uscire" dalla sua casta, rinunciando al cognome della famiglia e assumendo un cognome inventato, “Deepak” (lampada). Perciò formalmente non appartengo ad una casta specifica.<br /><br />Questo ci porta alla mia prima spiegazione per le persone che si chiedono come mai l'India non riesce a superare questo sistema – le caste delle famiglie si esprimono attraverso i loro cognomi. Quindi, pensate a come si potrebbe far cambiare i cognomi ad un miliardo di indiani senza creare altri problemi burocratici?<br /><br />Il sistema è anche incredibilmente complesso, perché si esprime attraverso i <i>Jaati</i>, i sottogruppi delle caste - ogni casta è suddivisa in centinaia di <i>Jaati</i> principali, ognuno dei quali suddiviso in numerosi sottogruppi e con una diversità di regole da osservare che riguardano soprattutto i matrimoni, il mangiare insieme e i rapporti sociali. Qualche volta, i gruppi ed i sottogruppi possono avere gli stessi nomi ma che occupano livelli molto diversi tra di loro nella gerarchia sociale in diverse parti del paese. È come un albero gigante con centinaia di tronchi, e ogni tronco con centinaia di rami e ramoscelli. Raccontare la vita di un sottogruppo delle caste è difficile anche per i narratori indiani, se non li hanno osservati o studiati da vicino.</div><br />Il secondo aspetto che complica tutto è che il sistema delle caste non si limita soltanto alle discriminazioni verso alcuni gruppi emarginati, il che potrebbe essere visto come un suo effetto collaterale, ma la sua funzione principale è quella di delineare le regole della vita sociale dei gruppi e per questo è valorizzato dalle comunità. Le caste, per centinaia di milioni di persone, rappresentano i legami con i loro clan. Per cui, non è realistico pensare all’eliminazione del sistema delle caste a breve termine, piuttosto, bisogna pensare a come eliminare le discriminazioni sociali legate ad esse. Con urbanizzazione i vecchi legami dei clan spariscono, così un giorno spariranno anche le caste, ma in tanto bisogna agire per eliminare il suo impatto negativo sulla vita delle persone.</div><div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgl4o-2ANpHH7puCLtHmGZAj001pnsyuO3agfG5YH6aPS1FWoT9kqlSvN8skmo-zcgyiEXhPlyOsqtENr8UzKkvzXDPR5suhboIgqEmDIzC9p84TFSl-ys0FZvLBVKD0Di3bpnB0cuEbq-qk3lTmZFsZTJ0xR6L1a1PB7vW5XowErxhM6SQmqwzdsnoDw/s820/2015_april06_Borogaon_Landfill%20(108).jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="573" data-original-width="820" height="448" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgl4o-2ANpHH7puCLtHmGZAj001pnsyuO3agfG5YH6aPS1FWoT9kqlSvN8skmo-zcgyiEXhPlyOsqtENr8UzKkvzXDPR5suhboIgqEmDIzC9p84TFSl-ys0FZvLBVKD0Di3bpnB0cuEbq-qk3lTmZFsZTJ0xR6L1a1PB7vW5XowErxhM6SQmqwzdsnoDw/w640-h448/2015_april06_Borogaon_Landfill%20(108).jpg" width="640" /></a></div><br /><div style="text-align: center;"><br /></div>Dopo questi chiarimenti, ora possiamo parlare del libro.<div><h3 style="text-align: left;">La Treccia di Laetitia Colombani</h3></div><div>Il libro racconta la storia di tre donne in tre paesi diversi – Smita, una donna della casta degli intoccabili in India, Giulia che lavora nel laboratorio del padre in Sicilia, e Sarah, un avvocato in carriera in Canada. In questo scritto, mi soffermerò sul personaggio di Smita.</div><br />La storia di Smita, ha delle descrizioni molto intense ed emotivamente forti. Per esempio, l’autrice descrive in maniera molto vivida che cosa significa raccogliere gli escrementi delle persone con le mani nude o come si sente quando si va nei campi a catturare i ratti con le mani, per poi ammazzarli, cucinarli e mangiarli. Sicuramente l’autrice ha fatto delle ricerche approfondite e forse ha parlato con delle persone che conoscono il sistema delle caste e la situazione degli intoccabili. Tuttavia, è evidente che l’autrice non ha mai vissuto con loro o visto la loro vita da vicino.<br /><br />Le Descrizioni Errate: Per esempio, partiamo dai nomi dei 3 personaggi della famiglia (Smita, Lalita e Nagarjun) – questi non sono nomi giusti per i personaggi nella situazione descritta nel libro, perché denotano un contatto con la cultura popolare e urbana. Se questa famiglia aveva un televisore o abitava in un centro urbano, i nomi di Smita e Lalita potevano starci. Invece, Nagarjun, è il nome di una divinità venerata nel sud dell’India e non sta bene in una famiglia ambientata nel nord. È come se una famiglia tradizionale in Sicilia ai primi del novecento avesse nomi come Walter e Elisabeth.<br /><br />La descrizione del loro villaggio, la posizione del loro pozzo d’acqua, le descrizioni della loro capanna e delle preghiere al dio Vishnu, sono tutte sbagliate. I mestieri di Smita (raccogliere escrementi) e di Nagarjun (catturare ratti) appartengono a due gruppi diversi, i Bhangi e i Musahar, che normalmente non si sposano tra di loro perché hanno diverse collocazioni nella gerarchia delle caste. Questi sono alcuni esempi e il libro è pieno di dettagli errati riguardo la vita di Smita, che è descritta senza nessun riferimento al suo gruppo sociale, alle persone della sua casta che vivono nelle case intorno a lei.<br /><br />Un lettore che non si rende conto di tutto questo può immergersi nella storia e lasciarsi trasportare dagli eventi. Invece per me questi errori erano come dei sassolini nella scarpa che ostacolavano la mia lettura.<div><h3 style="text-align: left;">Difficoltà di Scrivere delle Caste</h3>Comunque come ho spiegato sopra, il sistema delle caste in India è complesso ed è difficile da capire per le persone che non sono cresciute dentro. Per cui, spesso gli autori e i giornalisti stranieri, anche quelli che vivono per anni in India, possono commettere degli errori quando ne parlano.<br /><br />Per esempio, nella <a href="https://www.internazionale.it/opinione/piero-zardo/2021/01/29/la-tigre-bianca-e-la-piu-grande-democrazia-del-mondo">recensione del film</a> “<b>La Tigre Bianca</b>”, scritta da Piero Zardo e uscita sulla rivista “Internazionale”, iniziava con le seguenti parole: “<i>Tratto dal romanzo di Aravind Adiga (Booker prize nel 2008), La tigre bianca racconta la parabola di Balram (Adarsh Gourav), un ragazzo di una famiglia poverissima del Rajastan. Balram è un giovane brillante ma la sua condizione sociale gli impedisce di ricevere un’istruzione e di nutrire ambizioni all’altezza della sua intelligenza. Del resto è così che funziona il sistema delle caste.</i>”</div><br />Quando avevo letto questa frase sul sistema delle caste, ero rimasto un po' perplesso perché nel libro, la casta di Balram non aveva un’influenza significativa sulla trama. Inoltre, avevo visto delle immagini del film dove il ragazzo lavorava in un ristorante o dove si sedeva al tavolo con il padrone. Entrambe queste immagini facevano pensare che la posizione del ragazzo nella gerarchia sociale non era di una casta bassa. Per cui, il sistema delle caste centrava poco con la sua situazione, centravano molto di più, la povertà, la classe sociale e le rigide gerarchie di classi che sono una parte fondamentale della società indiana. Allora perché Zardo aveva fatto riferimento al sistema delle caste?<br /><br />Penso che i giornalisti e gli scrittori occidentali, quando guardano la povertà e l'esclusione in India, lo fanno soprattutto attraverso la lente delle caste, anche dove questa centra poco, perché associano la povertà economica esclusivamente all’appartenenza alle caste “basse”.</div><div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgArdM1BgsloqEUEXO-UNgqLvt3FEljHgoEvCtO7A99KruSR315WRQaQtc6pk372aBrRblWIOHQI-EuINx2ZTpmEuF2jp4auB4Aaz9ZtBZf7rSg15AM651I0xRTsdg-Z_OLZxtOs0o6mtWSWZJIJa3Ad4VXkBjSmAeNpgnNx2pAOCUJoN733EPbZw3GTA/s820/2015_april06_Borogaon_Landfill%20(99).jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="574" data-original-width="820" height="448" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgArdM1BgsloqEUEXO-UNgqLvt3FEljHgoEvCtO7A99KruSR315WRQaQtc6pk372aBrRblWIOHQI-EuINx2ZTpmEuF2jp4auB4Aaz9ZtBZf7rSg15AM651I0xRTsdg-Z_OLZxtOs0o6mtWSWZJIJa3Ad4VXkBjSmAeNpgnNx2pAOCUJoN733EPbZw3GTA/w640-h448/2015_april06_Borogaon_Landfill%20(99).jpg" width="640" /></a></div><br /><div style="text-align: center;"><br /></div><div><h3 style="text-align: left;">Visione Superficiale delle Caste</h3>Il sistema delle caste in India è in grande evoluzione ed i rapporti di potere tra le diverse caste continuano a cambiare, soprattutto negli ultimi tre decenni. Continuare a pensare e vedere le persone che appartengono alle caste “basse” esclusivamente come vittime e senza capacità di lottare, è uno sbaglio comune.<br /><br />Anche i giornalisti bravi ed esperti come <b>Federico Rampini</b> possono dimostrare di non capire questi cambiamenti. Per esempio, nel suo libro "<b>L'Eta del Caos</b>" (Mondadori, 2015), lui aveva scritto: “<i>L'obiezione è come fa (India) a chiamarsi democrazia finché esistono le caste? ... La stortura indiana è enorme, macroscopica, innegabile. Le caste esistono da quando esiste la religione induista ...</i>”<br /><br />Mettere in discussione la democrazia indiana perché esistono le caste dimostra una non conoscenza delle lotte politiche intraprese dalle cosiddette caste basse negli ultimi settant'anni. Loro hanno i loro partiti e più volte hanno vinto le elezioni in diverse regioni, hanno fatto parte dei governi a vario livello e più volte hanno occupato i ruoli di primo piano compreso quello del presidente della repubblica. Tutto questo non poteva accadere se l’India non era una democrazia.<br /><h3 style="text-align: left;">Alla Fine</h3>Il sistema delle caste è un mondo complesso che permea ogni strato della società indiana, soprattutto nei rapporti sociali. Nelle città il sistema ha perso molte delle sue funzioni discriminatorie e se uno ha i soldi, la sua casta potrebbe non avere nessun impatto sulla sua vita. Certo, può succedere che una persona benestante di una casta "bassa" non sia invitata a cena da un vicino di una casta più alta, ma le famiglie benestanti di qualunque casta possono avere come impiegati e collaboratori, le persone di tutte le caste.</div><div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhtxrsf_USs8Icj8WCnW_B3qnDq06poqjrPVP2SWQVk_Q9mvSZ9J611BMMV5nWZLALgQFurzp-78JHBWKZBr0IuNtv2Vf1pL1K4IdkJOvHTBdOZOkLuBF9sGixSRiILIfw8w-yp1ZyygfTKKQvp3DPwW6rOvTSsE7TBaVssSHE3DGigMWIoTk795LnGHw/s780/2015_april06_Borogaon_Landfill%20(134).jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="547" data-original-width="780" height="448" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhtxrsf_USs8Icj8WCnW_B3qnDq06poqjrPVP2SWQVk_Q9mvSZ9J611BMMV5nWZLALgQFurzp-78JHBWKZBr0IuNtv2Vf1pL1K4IdkJOvHTBdOZOkLuBF9sGixSRiILIfw8w-yp1ZyygfTKKQvp3DPwW6rOvTSsE7TBaVssSHE3DGigMWIoTk795LnGHw/w640-h448/2015_april06_Borogaon_Landfill%20(134).jpg" width="640" /></a></div><br /><div style="text-align: center;"><br /></div>Il governo indiano ha messo in atto un enorme programma di assistenza e di aiuti per le caste emarginate. Per esempio, questo programma prevede che una percentuale di posti siano riservati per loro nelle scuole, nelle università e nei luoghi di lavoro. Per accedere a queste agevolazioni servono i certificati di appartenenza alle specifiche caste. Secondo me, questi certificati rendono ancora più forte e radicato il sistema delle caste, ma i gruppi emarginati sono contrari a qualunque cambiamento in questo sistema. Per cui, non penso che il sistema delle caste in India potrà smettere di esistere entro breve.<br /><br />Nei prossimi decenni, penso che le caste continueranno ad esistere come i clan, ma perderanno ulteriormente la loro capacità di emarginare gruppi di persone. La diffusione dei cellulari e dell’internet a basso costo, stanno arrivando anche nei villaggi indiani più lontani, e portano consapevolezza. Le ribellioni dei gruppi emarginati rimasti nei villaggi costringeranno a cambiare i vecchi mondi ed i vecchi modi di pensare delle persone.</div></div><div><br /></div><div><b>Nota (26 luglio 2022)</b>: Ieri, 25 luglio 2022, signora Draupadi Murmu è diventata la quindicesima presidente della repubblica indiana. Signora Murmu appartiene alla tribù indigena dei Santali ed era nata in uno sperduto villaggio del distretto di Mayurbhanj nello stato di Odisha nel nord-est dell'India nel 1958. Aveva faticato a frequentare le scuole elementari perché il suo villaggio non ne aveva una. Aveva iniziato la sua carriera come un'insegnante delle scuole elementari. La sua famiglia vive ancora in quel villaggio sperduto. Nel sistema delle caste, i gruppi Adivasi, ai quali appartiene la signora Murmu, è in fondo alla gerarchia. Penso che per una persona come la signora Murmu diventare il presidente della repubblica indiana sia il trionfo della democrazia, ed è un segno di come il sistema delle caste sta cambiando, anche se molto lentamente.</div>Sunil Deepakhttp://www.blogger.com/profile/05781674474022699458noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3094424800734890001.post-83554072041980644402022-03-28T16:15:00.044+02:002023-08-15T07:25:15.613+02:00Frammenti dell'IndiaIl libro “Il Viaggio: Finestre Italiane sull’India” (<a href="https://www.facebook.com/Ilbardoedizioni" target="_blank">I Quaderni del Bardo edizioni</a>, 2021) curato da <b>Urmila Chakraborty</b>, è un’antologia di scritti di persone che normalmente non appaiono nei libri. I loro scritti sono estratti di vita quotidiana che parlano dell’India.<div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj9JLMM26TLiyYKIIXNsBD__OuMt22_m6wlNzUgtTVcgUDKK7MCVKwDlL6aOhK0kXxeckNxjE_-V0db3xy-JE1Oq7uUqJ9vEK6gtj6MAGWYTR8GfQIY-25jOb9tEl7cbgz8lZ673NwXCn-v5cU7zYwC0lkiJFpOYiADBSjVSfjAw5Xb0vLy2vrQCQWRpUPw/s620/antologia_indiana_01.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="Frammenti d'India di Urmail Charkaborty" border="0" data-original-height="557" data-original-width="620" height="359" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj9JLMM26TLiyYKIIXNsBD__OuMt22_m6wlNzUgtTVcgUDKK7MCVKwDlL6aOhK0kXxeckNxjE_-V0db3xy-JE1Oq7uUqJ9vEK6gtj6MAGWYTR8GfQIY-25jOb9tEl7cbgz8lZ673NwXCn-v5cU7zYwC0lkiJFpOYiADBSjVSfjAw5Xb0vLy2vrQCQWRpUPw/w400-h359/antologia_indiana_01.jpg" width="400" /></a></div><div style="text-align: center;"><br /></div><div>Nell'antologia, non c’è nessuna pretesa di essere esaustivi e di voler raccontare tutto sull’India, ma sicuramente, troverete punti di vista e modi di raccontare molto diversi tra di loro.<br /><br />È un libro per le persone che amano l’India o almeno che si sentono attratte dal suo fascino. Sono storie di persone che sono arrivate in India con diverse motivazioni - alcuni avevano scelto di andarci, altri vi sono arrivati quasi per caso, portati dalle correnti della vita. Mentre lo leggevo, mi è venuto in mente uno scambio di battute dal libro “Vita di Pi” di Yann Martel, quando il papà di Pi dice, “<i>Lasceremo l’India, navigheremo come Cristoforo Colombo!</i>” e Pi gli risponde leggermente stizzito, “<i>Ma Cristoforo Colombo stava cercando l’India!</i>”<br /><br />Penso che alla fine, quali scritti del libro vi piaceranno di più, dipenderà molto dai vostri gusti personali. Comunque, se vi interessa l'India, penso che sicuramente troverete qualcosa che ve la farà conoscere meglio e che vi sorprenderà.<br /><h3 style="text-align: left;">Andare oltre gli stereotipi</h3>Nell’immaginario popolare italiano, la prima parola che viene in mente quando si parla dell’India è la sua dimensione spirituale, collegata ai suoi antichi testi sacri e le pratiche come lo yoga e la meditazione. Questa dimensione spirituale è rinforzata dalle idee di non-violenza di Mahatma Gandhi, le poesie di Rabindranath Tagore, gli scritti di Herman Hesse e le opere di Madre Teresa.<br /><br />Fino a qualche decennio fa, vi era un secondo aspetto legato all’India che era una parte fondamentale dell’immaginario italiano - il mondo dei pirati e dei thugs creato dai libri di Emilio Salgari.<br /><br />Invece oggi, con la globalizzazione e le nuove tecnologie, i libri di Salgari hanno perso la loro presa, mentre il fascino dell'India come una metà spirituale si è rinforzato. I famosi guru indiani, da Mahesh Yogi (il guru dei Beatles negli anni sessanta) a Sai Baba e Bhagawan Rajneesh (Osho), continuano a trovare nuovi seguaci italiani. I libri di <b>Tiziano Terzani</b> hanno contribuito a rafforzare questa immagine dell’India. Per esempio, nel suo libro “Un Altro Giro di Giostra”, Terzani aveva scritto “<i>Chi ama l'India lo sa: non si sa esattamente perché la si ama. È sporca, è povera, è infetta; a volte è ladra e bugiarda, spesso maleodorante, corrotta, impietosa e indifferente. Eppure, una volta incontrata non se ne può fare a meno</i>.”<br /><br />Negli ultimi decenni, l’immagine dell’India è stata arricchita da un aspetto nuovo - quello legato ai suoi ingegneri e gli esperti di informatica. È questo l'aspetto che sta dietro la storia personale di Urmila Chakraborty, la curatrice del volume e che appare anche in uno degli scritti.<br /><br />Un libro sull’India vista dagli italiani che non focalizza sulla sua dimensione spirituale è una novità, come prende nota Stefano Caldirola, uno degli autori che nel libro racconta la sua esperienza in una città indiana provinciale: “<i>Molte persone che conoscevo si erano avvicinate all’India perché attratte da diverse scuole di pensiero filosofico o religioso nate nel paese. Davano perciò per scontato che il fascino che l’India esercitava su di me fosse dovuto ai loro stessi motivi: un intimo interesse di natura spirituale verso pratiche o filosofie, sviluppate da ciascuno in un modo personale e articolato. Il pensiero che io fossi interessato allo studio dell’India “solo” perché affascinato dalla straordinaria diversità culturale e sociale del contesto indiano appariva non sfiorarli nemmeno</i>.”<br /><h3 style="text-align: left;">Le voci che compongono l’antologia</h3><div style="text-align: left;">Il libro presenta un pot pourri di voci che variano da uno studente universitario che segue una ricerca in un’università indiana alla ragazza che va a cercare la famiglia della sua nonna di origine indiana, dalle persone che lavorano per i progetti di cooperazione a quella che decide di vivere in un villaggio e di aprire un'agenzia di viaggi molto particolare, dalle persone che si interessano di danza classica indiana, agli artisti in cerca di nuove ispirazioni e alle persone che vogliono apprendere la sua musica tradizionale.</div><div style="text-align: left;"><br /></div>Nel libro ho ritrovato più di qualcuno che conoscevo già, anche se non sempre conoscevo le circostanze che le avevano fatto avvicinare all’India - leggere le loro testimonianze è stato particolarmente gradevole.</div><div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiad6xY7o4aj6y5N7NAPWboezgwNY3-hGlrGZzLGr4oY9fmiW2HplGDYCWeGscnVc9lp-9DZKTP2o_8xvc6V7H2hslecviZfrgU5NqepwiL1djsdJ9L0kGlWkZ40bmTan-m-CL3vTJEOb3qdFm5ZW3T9MeLxMXYfcmHwRPrvTHv47rsPoroX_179AdI77CQ/s620/antologia_indiana_02.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="Frammenti d'India di Urmail Charkaborty - Nuri Sala" border="0" data-original-height="440" data-original-width="620" height="454" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiad6xY7o4aj6y5N7NAPWboezgwNY3-hGlrGZzLGr4oY9fmiW2HplGDYCWeGscnVc9lp-9DZKTP2o_8xvc6V7H2hslecviZfrgU5NqepwiL1djsdJ9L0kGlWkZ40bmTan-m-CL3vTJEOb3qdFm5ZW3T9MeLxMXYfcmHwRPrvTHv47rsPoroX_179AdI77CQ/w640-h454/antologia_indiana_02.jpg" width="640" /></a></div><div style="text-align: center;"><br /></div>Leggere questo libro era come viaggiare in un treno di notte e di guardare fuori dal finestrino, quando la luce del treno illumina brevemente un pezzo di un mondo nuovo. Uno degli aspetti più belli del libro sono i disegni di <b>Paola Scialpi</b>, che anche con una parsimonia di colori, rendono vive le diverse sfaccettature dell'India. <br /><h3 style="text-align: left;">Il nuovo modo di raccontare l’India</h3>Fino a qualche decennio fa, conoscevamo i mondi lontani tramite i racconti di giornalisti e scrittori. Il giornalista Ugo Trambali, nella sua introduzione al volume, lo spiega con le seguenti parole: “<i>La fortuna del giornalista è di poter entrare in profondità nel paese che ha il compito di raccontare: almeno dei giornalisti della mia generazione. Oggi i quotidiani non hanno più soldi per mandare in giro i loro inviati per fare reportages. A causa di questo, col tempo hanno perso interesse e la curiosità necessaria per commissionarli</i>.”<br /><br />Invece oggi con l’internet e con le App come YouTube e Instagram, ogni viaggiatore può raccontare e condividere con il mondo la sua visione della realtà. Le persone interessate, possono avvicinarsi alla cultura indiana in molteplici modi senza il tramite di un professionista. Soltanto in un secondo momento, quando vogliono approfondire qualcosa, esse cercano un libro. Gli scritti del libro invece stanno già con un piede nel nuovo mondo, servono soprattutto per stuzzicare la curiosità ed a introdurre frammenti di mondi spesso nascosti ai viaggiatori comuni.<br />Alla fine<br /><br /><div style="text-align: left;">Fa bene vedere il proprio paese attraverso gli occhi degli altri. Le voci che parlano attraverso le pagine di questo libro, non sono quelle che hanno fatto ore di pratica per cantare in un coro melodioso. Anzi, sono spesso voci di persone che non sanno cantare o che non hanno mai cantato prima se non nella propria solitudine. Invece, qui si trovano tutte a dover cantare insieme. Il risultato comprende qualche nota discordante, ma anche quella ha una sua bellezza.</div><div style="text-align: left;"><br /></div>Ho molti amici italiani che amano l’India. Molti di loro hanno le loro storie emozionanti da raccontare sulle proprie esperienze. Mentre leggevo il libro, più volte ho ricordato loro. In questo senso, leggere questo libro era anche un viaggio nei ricordi delle persone con le quali ho condiviso una parte del mio cammino.<br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi2chZK1eM1PiP6PiA0-K98fjRlKQre7_PrBNktn6_GYMC6kQsCqObkqWaV9vw1BS835BxaBNQuW6s-b9kQcOb3wc0iz70fYJSIaELPn4yODhOi9ffvwmOnnE8DcN7U_AL_4Pe1k3-SFBd-66hsMBOMiMe_mS1zALLWvsiBReR4JGmCaem8aXooFnOQ1LCW/s620/antologia_indiana_03.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="Frammenti d'India di Urmail Charkaborty - Mariapia Michelon e Vittorio Tonnon" border="0" data-original-height="440" data-original-width="620" height="454" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi2chZK1eM1PiP6PiA0-K98fjRlKQre7_PrBNktn6_GYMC6kQsCqObkqWaV9vw1BS835BxaBNQuW6s-b9kQcOb3wc0iz70fYJSIaELPn4yODhOi9ffvwmOnnE8DcN7U_AL_4Pe1k3-SFBd-66hsMBOMiMe_mS1zALLWvsiBReR4JGmCaem8aXooFnOQ1LCW/w640-h454/antologia_indiana_03.jpg" width="640" /></a></div><div style="text-align: center;"><br /></div>Nota: Per ordinare il libro <a href="https://business.google.com/website/iquadernidelbardoedizionidistefanodonno/posts/950478851666808152" target="_blank">dal sito di iQdB Edizioni di Stefano Donno</a></div></div><div><br /></div><div>#recensionelibro #urmilachakraborty #frammentidindia #indiaeitalia </div>Sunil Deepakhttp://www.blogger.com/profile/05781674474022699458noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3094424800734890001.post-19558457449286216082022-03-14T17:29:00.154+01:002023-08-15T07:31:19.194+02:00I Neanderthal IndianiLo storico olandese <b>Rutger Bregman</b> nel suo libro “<b>Una nuova storia (non cinica) dell’umanità</b>” (Feltrinelli, 2020) propone una tesi alternativa del perché gli esseri umani e soprattutto la nostra specie, Homo sapiens, è diventata la predominante sulla terra. Secondo lui, l'ascesa degli Homo sapiens è dovuta al fatto che sono fondamentalmente buoni, e che danno importanza alla convivenza sociale pacifica e all'amicizia.<br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhIgb7-f0x-rrNarJ16AWcQE7fIzr1fXFzgaiLUCi2BjYKnIHme78SXJkb4aK3zO0yhwU3-CVh6hlVFRlDhXX1-o19EFWtJQQrZiKsoETtsbTP-rLBJRU_xYzXDo8RB5vl3yKnlXlIFWIoYzUJEHaA9lCAhtr_1Ugd89B8aV5QX_QoLcZSnkBkFcmoR99R2/s620/neanderthal_01.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="Neanderthal nella mitologia India - Immagine di S. Deepak" border="0" data-original-height="439" data-original-width="620" height="454" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhIgb7-f0x-rrNarJ16AWcQE7fIzr1fXFzgaiLUCi2BjYKnIHme78SXJkb4aK3zO0yhwU3-CVh6hlVFRlDhXX1-o19EFWtJQQrZiKsoETtsbTP-rLBJRU_xYzXDo8RB5vl3yKnlXlIFWIoYzUJEHaA9lCAhtr_1Ugd89B8aV5QX_QoLcZSnkBkFcmoR99R2/w640-h454/neanderthal_01.jpg" width="640" /></a></div><div style="text-align: center;"><br /></div>Bregman parla anche del lungo periodo di convivenza di diverse specie umane per almeno una decina di migliaia di anni. Mentre leggevo questa parte del libro, mi sono chiesto se i vari popoli potevano aver conservato un ricordo di questa convivenza nei loro miti e leggende? Questa riflessione mi ha portato ad alcuni antichi testi indiani. Questi testi sono parte di una tradizione popolare vivente, che vengono letti e rappresentati ancora oggi in diversi modi durante le festività indiane.<div><h3 style="text-align: left;">I Miti e le Storie dei Popoli Antichi</h3>Gli studi genetici hanno dimostrato che tutti noi abbiamo una piccola percentuale di geni di altre specie umane nei nostri DNA, il che significa che vi è stata qualche mescolanza tra le specie.<br /><br />Non tutti i popoli hanno avuto una continuità delle loro culture orali. Per esempio, l’arrivo di ebraismo, cristianesimo e islam ha introdotto nuovi elementi che hanno sostituito le vecchie storie conservate nelle culture orali. Alcune antiche storie, rituali e pratiche sono state conservate ma sono anche state modificate in alcuni loro aspetti per diventare parte delle nuove credenze.<br /><br />Il colonialismo e il proselitismo hanno sostituito molte delle antiche storie e leggende in Africa e America latina. Invece in Asia, anche se le nuove credenze sono state introdotte, molti popoli sono riusciti a conservare le loro antiche usanze e storie, anche se in alcuni paesi come Russia, Cina e Vietnam, il comunismo ha agito specificamente contro le antiche usanze e credenze con simili effetti.<br /><br />In fine oggi, la cultura globalizzata dominata dal consumismo continua ad avere simile effetto di farci ignorare le antiche storie, o di vederle come qualcosa di arcaico e retrogrado, perciò da dimenticare. Fortunatamente, allo stesso momento, oggi lo sviluppo delle nuove tecnologie offre molte possibilità ai singoli di conservare e diffondere quelle antiche conoscenze.<br /><br />Non possiamo prendere letteralmente i miti e le legende dei popoli come le descrizioni dei fatti realmente accaduti, perché questi sono sicuramente stati modificati e rielaborati più volte lungo i millenni. Tuttavia, forse alcuni di essi conservano un nocciolo di informazioni storiche reali. Un esempio della conservazione delle informazioni tramite la storia orale è quella delle Linee dei Canti (Song lines) dei popoli Aborigeni in Australia. Questi canti possono coprire migliaia di chilometri e conservare informazioni molto complesse e dettagliate sulla geografia, sull’accesso all’acqua e sugli eventi storici.<br /><h3 style="text-align: left;">Cultura Orale in India</h3>India è un paese con una tradizione di cultura orale profondamente radicata. Quando l’India è diventata indipendente 70 anni fa, soltanto il 12% della popolazione sapeva leggere e scrivere e la cultura orale era predominante. Ancora oggi, la cultura orale rimane una sua parte fondamentale soprattutto in alcuni suoi aspetti legati alla religione.<br /><br />Per esempio, alcuni anni fa, in un documentario della BBC del regista <b>Michael Woods</b> intitolato "The Story of India", vi era una parte che riguardava un gruppo di Bramini del Kerala che cantavano una preghiera in un misto di suoni apparentemente senza senso, che assomigliavano ai canti degli uccelli. Loro non erano in grado di spiegare il significato di quella preghiera ma la conservavano fedelmente come parte della tradizione. Il documentario ipotizzava che quel canto poteva conservare i suoni rituali degli antichi sciamani dai tempi della preistoria.<br /><h3 style="text-align: left;">Gli Antichi Libri dell’Induismo</h3>I libri sacri più antichi della tradizione induista si chiamano i <i>Veda</i> (letteralmente “Vedere”). Questi fanno parte della tradizione chiamata <i>Shruti</i> (Parole udite).<br /><br />Il secondo gruppo di libri sacri sono i <i>Purana</i> (gli antichi) che fanno parte della tradizione chiamata <i>Smriti</i> (Parole ricordate).<br /><br />Un terzo gruppo di libri sacri sono le storie cantate o le storie in versi. Vi sono due testi importanti in questo gruppo, <b>Mahabharata</b> (Il grande India) e <b>Ramayana</b> (Storia di Rama). Questi due testi fanno parte della tradizione chiamata <i>Itihasa</i> (Ciò che è successo).<br /><br />Ho pensato che alcuni elementi di Ramayana e Mahabharata, e alcune storie raccontate nei Purana potrebbero riguardare i rapporti tra gli Homo sapiens e le altre specie umane. Ovviamente le mie sono soltanto delle speculazioni perché non vi sono elementi storici che possono provare queste tesi.<br /><h3 style="text-align: left;">La Tribù dei Kapi in Ramayana</h3>In Ramayana, Kapi è il nome di una tribù che vive nelle foreste. Nella cultura popolare questa tribù è rappresentata da esseri un po’ umani e un po’ scimmie. Bali, Sugriva, Hanuman e Angad sono alcuni personaggi Kapi, che giocano un ruolo importante nella storia di Ramayana, soprattutto Hanuman, che è considerato un essere divino e ha molti seguaci in India.</div><div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhuKEqnzRNETmBdDJtq3ZjGZ6xuq8nbUOcn_4-6Yu3z19pq8uYuLqqm3sS21Z1YAbTDG4i0KwMXPQpIRHdOJyRnbZGoVAELWwNc9C2QWN80QXnN4MvgZqbH1pVG290d_PwCh88lrKrtnAR0P4SSWGeptemDiTp5eb9zKEGy4l6hxHGyw2y3hSzBn0OAruGL/s620/neanderthal_02.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="Neanderthal nella mitologia India - Immagine di S. Deepak" border="0" data-original-height="439" data-original-width="620" height="454" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhuKEqnzRNETmBdDJtq3ZjGZ6xuq8nbUOcn_4-6Yu3z19pq8uYuLqqm3sS21Z1YAbTDG4i0KwMXPQpIRHdOJyRnbZGoVAELWwNc9C2QWN80QXnN4MvgZqbH1pVG290d_PwCh88lrKrtnAR0P4SSWGeptemDiTp5eb9zKEGy4l6hxHGyw2y3hSzBn0OAruGL/w640-h454/neanderthal_02.jpg" width="640" /></a></div><div style="text-align: center;"><br /></div><div>Nella mitologia, Hanuman è il figlio di Pavan, il dio del vento. Lui può saltare molto in alto, è veloce, può coprire grandi distanze e conosce le piante medicinali. Angad, un altro personaggio Kapi di Ramayana, è famoso per la sua grande forza. Penso che i Kapi possono rappresentare una delle specie umane con i quali gli Homo sapiens avevano convissuto.<br /><h3 style="text-align: left;">I Rakshasa in Ramayana</h3>Una parte di Ramayana è ambientata nell’isola di Sri Lanka, e descritta come il regno di un altro gruppo di esseri chiamati i Rakshasa, i quali sono alti, forti e molto intelligenti. Ravana, il re dei Rakshasa, è considerato un grande saggio, un Re-Bramino dei Rakshasa, anche se svolge il ruolo del cattivo nella storia. Lui è rappresentato da un essere con dieci teste, che simboleggiano la sua grande intelligenza. Forse i Rakshasa potevano essere un'altra specie umana?</div><div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjmoic86iDPWomYxrIz0XQCsv2eQZUbSoxjALqDI3K2eeALJnJF5yeesfb4En0WQn_Kc_1N0CMx3ZWbmZprUu6Y7xfxkKoB1UpXUbTeFi4wHERL9-RjU9Za1b3a903d90jL-CPnjNm4KlTlOtffkXuPXUx5am2XVAuHyIaoGy7LgyEApTBaEDTnDGZYTdIP/s620/neanderthal_03.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="Neanderthal nella mitologia India - Immagine di S. Deepak" border="0" data-original-height="439" data-original-width="620" height="454" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjmoic86iDPWomYxrIz0XQCsv2eQZUbSoxjALqDI3K2eeALJnJF5yeesfb4En0WQn_Kc_1N0CMx3ZWbmZprUu6Y7xfxkKoB1UpXUbTeFi4wHERL9-RjU9Za1b3a903d90jL-CPnjNm4KlTlOtffkXuPXUx5am2XVAuHyIaoGy7LgyEApTBaEDTnDGZYTdIP/w640-h454/neanderthal_03.jpg" width="640" /></a></div><div style="text-align: center;"><br /></div><div style="text-align: left;">Anche il Mahabharata ha alcune descrizioni dei popoli che vivono nelle foreste e che sono descritti come altri gruppi di umani, diversi dai protagonisti principali del libro. Per esempio, in questo testo, Bhima, uno dei protagonisti principali, si sposa con Hidimba, una donna della foresta e ha un figlio con lei. La città di Manali nelle montagne a nord di Delhi, ha un famoso tempio dedicato a Hidimba. </div><h3 style="text-align: left;">I Miti nei Purana</h3>I Purana raccontano le storie delle antiche famiglie nell'India preistorica. In queste storie, i re degli umani si chiamano i Manu. Vi sono diversi altri personaggi non-manu in queste storie, per esempio i gruppi conosciuti come Asura, Detya, Danava e Rakshasa, che potrebbero essere riferimenti alle altre specie umane. Alcuni di questi gruppi sono descritti con simili nomi anche nei testi <b>Avesta</b>, gli antichi libri sacri della Persia (odierno Iran), dai seguaci di Zarathustra.<br /><br />Nei racconti dei Purana, i rapporti tra i Manu e gli altri gruppi iniziano spesso come parenti (per esempio, sono i figli dello stesso padre con due madri diverse). Inoltre, vi sono molte storie di matrimoni misti tra di loro. Poi con tempo, con alcuni di loro nascono le rivalità che qualche volta sfociano in guerre. Per esempio, nella storia di Shukracharya, il capo dei Detya, lui è considerato un grande saggio e l’insegnante dei Manu, ma dopo qualche generazione, alcuni suoi discendenti diventano i rivali dei Manu e le due fazioni hanno conflitti.<br /><h3 style="text-align: left;">Conclusioni</h3>Mi piace molto la premessa del libro di Rutger Bregman che l'Homo sapiens è diventata la specie dominante perché erano gli uomini buoni che davano più importanza ai rapporti sociali che alle guerre. Non ho ancora finito di leggere questo libro e sono curioso di conoscere come Bregman spiega l’accadere degli eventi come l’olocausto, le guerre di religione e la tratta degli schiavi da parte degli uomini "fondamentalmente buoni".<br /><br />Mi piace pensare che l’Homo sapiens dal cuore gentile era spesso buono anche con le altre specie umane e che le antiche culture orali hanno conservato la memoria di questa convivenza nei loro miti e leggende. Penso che la cultura orale indiana è una delle poche che oggi può vantare di una tradizione ininterrotta da almeno qualche migliaia di anni. Non so se i personaggi di Ramayana e dei Purana descritti sopra fanno effettivamente riferimento a quella convivenza, ma mi piace pensarlo.</div></div><div><br /></div><div>***</div><div>#mitologiaindiana #neaderthalnellamitologia #tradizioniorali #storiadell'umanità </div>Sunil Deepakhttp://www.blogger.com/profile/05781674474022699458noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3094424800734890001.post-66103039766356851262020-08-21T18:42:00.001+02:002022-08-21T19:08:55.524+02:00I Significati della DanzaDanza è arte. È un modo di illustrare emozioni, soprattutto l'emozione della gioia. È un modo di esprimersi, un linguaggio. È cultura, tradizione e anni di lavoro. È un modo di comunicare con il divino, è un modo di esprimere il divino. Danza può essere tutto questo e molto altro.<div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgb38kdtqH7EJhIhuSmcvjBRUiIRoEbuvbhAoFNfLZpOO5tfKJVSmzofsc5X8XX9lzIMIpi1WAPUluxsD98oAMclwwYrjuiaJyVmcaBVQacz4P8jgnovt8HfAkLuG3xZpbAFzDyctFBhC1d9OItYABuIz_fAtpGIjlDVPogWReymvukjJH1dVRPk9tO4w/s620/danza_01.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="404" data-original-width="620" height="418" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgb38kdtqH7EJhIhuSmcvjBRUiIRoEbuvbhAoFNfLZpOO5tfKJVSmzofsc5X8XX9lzIMIpi1WAPUluxsD98oAMclwwYrjuiaJyVmcaBVQacz4P8jgnovt8HfAkLuG3xZpbAFzDyctFBhC1d9OItYABuIz_fAtpGIjlDVPogWReymvukjJH1dVRPk9tO4w/w640-h418/danza_01.jpg" width="640" /></a></div><br /><div style="text-align: left;">Per la Giornata Internazionale della Danza, venite con me per un breve viaggio nel mondo della danza.</div><div><h3 style="text-align: left;">I Primi Ricordi</h3>I miei primi ricordi della danza risalgono a quando avevo 6-7 anni e con mia sorella più giovane andavo alla scuola d'arte dove lei studiava la danza Kathak e io la pittura. Per alcune settimane, la scuola era rimasta senza il suo insegnante di pittura e così non avevo lezioni e stavo li a guardare le lezioni di danza di mia sorella.<br /><br />La danza di Kathak assomiglia la danza spagnola, flamenco, per l'importanza che dà al battere dei piedi per creare un ritmo. In flamenco, i danzatori portano le scarpe con i tacchi che li aiutano a suonare il ritmo sul pavimento. Invece in kathak, i danzatori hanno i piedi nudi e un nastro con dei campanellini avvolto intorno alle caviglie, così il ritmo battuto sul pavimento è accompagnato da quelli dei campanellini (<i>Ghungru</i>).<br /><br />Il Kathak può essere di due tipi - quello che racconta una <i>katha</i> (storia), accompagnato da <i>bhava</i> (espressioni) e mudra (gesti); e quello astratto che esprime danza pura senza una storia.</div><div><br /></div><div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjo7X9Bp__8h8Po-etJp4z4pZUUosAKosANNoJk6aZjkh1GI37VGdgQUD-GH_TLq9ikkRRefCotlf5XsEAaUIjX8G1dBTriwDu4wtAP--YEGKhvkElxXka-34llWLWJlidP0dU2spuI_HXRkrKaxMmGsyxhO-pPt3oLg1d6jPiKXtPJzuGwg9MtLrxxRw/s620/danza_02.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="471" data-original-width="620" height="486" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjo7X9Bp__8h8Po-etJp4z4pZUUosAKosANNoJk6aZjkh1GI37VGdgQUD-GH_TLq9ikkRRefCotlf5XsEAaUIjX8G1dBTriwDu4wtAP--YEGKhvkElxXka-34llWLWJlidP0dU2spuI_HXRkrKaxMmGsyxhO-pPt3oLg1d6jPiKXtPJzuGwg9MtLrxxRw/w640-h486/danza_02.jpg" width="640" /></a></div><br /><div style="text-align: left;">Kathak fa parte delle danze classiche indiane e ciò significa, che i ritmi dei piedi, le espressioni e i gesti sono tutti codificati, e i danzatori devono esprimersi eslusivamente tramite essi. Il suo ritmo di base ha 4 battiti e inizia con il piede destro - sinistro - destro - sinistro. Il successivo ritmo di 4 battiti inizia con il sinistro. In questo modo ogni quarto battito è doppio. Per capire meglio il ritmo di base di Kathak, potete guardare <a href="https://www.youtube.com/watch?v=SzWNNdml_K0&ab_channel=bharatyoga" target="_blank">un breve video su Youtube</a>.</div><br />Dopo qualche settimana di guardare mia sorella che imparava questo ritmo, l'avevo imparato anche io. Ripeterlo con i piedi, ancora oggi, risveglia dentro di me il ricordo di quei giorni di 60 anni fa. Per questo penso che danza è anche nostalgia.<br /><h3 style="text-align: left;">Danza è Libertà</h3>L'anno scorso (2019), un sabato sono uscito per andare in giro a Rio de Janeiro. Molti musei di Rio sono situati di fronte al mare. Dopo aver visitato la bella mostra di Ai Wei Wei, sono andato al museo dell'arte contemporanea. La zona di fronte al mare era piena di giovani di qualche scuola che si facevano fotografare con le toghe nere e capelloni per aver conseguito la laurea. Girai tra di loro per un po', prima di entrare in museo.<br /><br />Finita la visita al museo al primo piano, sono sceso giù e mi sono trovato di fronte a gruppi di ragazzi che facevano le prove di danza dall'altra parte del vetro. Uno dei gruppi più bravi aveva molti ragazzi transgender. Mi sono seduto su una panca per guardare le loro prove. Era un'esperienza indimenticabile.<br /><br />Penso che in Brasile, l'accettazione popolare dei ragazzi transgender è molto migliore che nel resto del mondo e forse hanno opportunità nel mondo di arte e moda, che non hanno in molti altri paesi del mondo. Ho visto il gruppo di danza composto da ragazzi transgender in India e so che devono lottare contro forti pregiudizi sociali.</div><div><br /></div><div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhjlp_8lUWc04sEa4JCDVTo4hRWHjsTaE-ql2i15kQ5i2pfJU3hVwYs359SNfjQ7MId6nAItnuHubDscqo4JL2iiLwZyfII-auZ42YEhY5PHoqKKfdpyeh7ChmR7B3ZEc8Tj6AvR-Eo1QxHhk8sjfEAvN_MkI9pk9Wn-SqZVoZmAr2O8KcGe_fBhf1Ihw/s620/danza_04.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="430" data-original-width="620" height="444" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhjlp_8lUWc04sEa4JCDVTo4hRWHjsTaE-ql2i15kQ5i2pfJU3hVwYs359SNfjQ7MId6nAItnuHubDscqo4JL2iiLwZyfII-auZ42YEhY5PHoqKKfdpyeh7ChmR7B3ZEc8Tj6AvR-Eo1QxHhk8sjfEAvN_MkI9pk9Wn-SqZVoZmAr2O8KcGe_fBhf1Ihw/w640-h444/danza_04.jpg" width="640" /></a></div><br /><div style="text-align: center;"><br /></div><h3 style="text-align: left;">Danza è Cultura</h3>Una delle mie più belle esperienze di danza di strada sono state a Bologna. Intorno al 2004-05, un gruppo di giovani legati all'ambiente universitario aveva iniziato "Par Tot", una festa di strada. Per un sabato di giugno, la città si trasformava in un vivaio brulicante di colori, costumi, ritmi e suoni. Per prepararsi per la parata, i laboratori per imparare le danze e a confezionare i costumi iniziavano 2-3 mesi prima. La festa annuale è andata avanti fino al 2013, e ogni anno la partecipazione popolare cresceva, con gruppi provenienti da tutta l'Europa.</div><div><br /></div><div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiR-q6McZQTACBYh-W21ynJOv-HeGE_9LukTHSkby4YqgTphekYQxlx_ZxDHLAwFknSq71OfCBXy3nXLvruO6-f10B8i0wAjsWixdXK5YjnrHc6hAj36U-HNljtAZyWnBYIc0uXAGa4NBGAfEjtgjO9DlMkY1IsTmwE1lavyTVfTEAb1LNlH9txpPECHA/s620/danza_05.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="429" data-original-width="620" height="442" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiR-q6McZQTACBYh-W21ynJOv-HeGE_9LukTHSkby4YqgTphekYQxlx_ZxDHLAwFknSq71OfCBXy3nXLvruO6-f10B8i0wAjsWixdXK5YjnrHc6hAj36U-HNljtAZyWnBYIc0uXAGa4NBGAfEjtgjO9DlMkY1IsTmwE1lavyTVfTEAb1LNlH9txpPECHA/w640-h442/danza_05.jpg" width="640" /></a></div><br /><div style="text-align: center;"><br /></div>L'Associazione Oltre ... che organizzava la parata Par Tot ha cercato di continuare, ma forse la festa era diventata troppo grande per essere sorretta solo sulle spalle di giovani e meno giovani volontari. Non so bene tutti i motivi perché non hanno potuto continuare, ma mi dispiace molto che non si fa più. Penso a quella festa come un momento di grande vitalità culturale, un evento che poteva dare un'identità unica a Bologna, un po' come l'OktoberFest di Monaco, richiamando persone e gruppi da tutto il mondo.</div><div><br /></div><div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiDPaHc97Fa8gMgmTD4ic2v0C1v6gU-Z63JibEr38hEOe53KSvb2yNFaVHyqMKiEygrUmM40AdIVgrrNQX3wQdLFh6tXoo6WqZD4x9Mdis46pag3rBN_HxRP20JaxaWHOsh4g2tdPkCiKBdwkvlW6CyNdTZi5qmxbPs6MOjqyQSGmyW1eFBdhOiWrm--A/s620/danza_06.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="465" data-original-width="620" height="480" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiDPaHc97Fa8gMgmTD4ic2v0C1v6gU-Z63JibEr38hEOe53KSvb2yNFaVHyqMKiEygrUmM40AdIVgrrNQX3wQdLFh6tXoo6WqZD4x9Mdis46pag3rBN_HxRP20JaxaWHOsh4g2tdPkCiKBdwkvlW6CyNdTZi5qmxbPs6MOjqyQSGmyW1eFBdhOiWrm--A/w640-h480/danza_06.jpg" width="640" /></a></div><br /><div style="text-align: center;"><br /></div>Insieme a ParTot, per alcuni anni il Comune di Bologna aveva dato via ad altre iniziative culturali legate alla danza, come la Giornata Internazionale della Danza celebrata sulle strade e nelle piazze della città. Penso che erano gli anni del sindaco Cofferati. Invece negli ultimi anni, mi sembra che la città ha privilegiato eventi musicali.<br /><h3 style="text-align: left;">Danza e il Sacro</h3>Qualche anno fa, ero a Kannur, nel nord del Kerala nel sud dell'India. Un giorno andai a vedere la celebrazione di Theyam in un villaggio. Theyam è un evento di preghiera annuale organizzato dalle famiglie benestanti di questa zona. L'evento è organizzato dentro il bosco sacro della famiglia - un pezzo di terreno considerato sacro, spesso vicino ad un fiume o un laghetto, dove le famiglie hanno un piccolo tempio privato e dove è vietato tagliare gli alberi. La celebrazione dura 2-3 giorni e va avanti senza interruzioni, durante il quale un gruppo di persone vestono i panni di diversi dei indù, danzano davanti al tempio e benedicono le persone e le famiglie.</div><div><br /></div><div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiJXP92NiiZgLETxPOI-nPJTzolvy9UrwpmRUqr58acLWpLuMTfdpykK4rHIcuXMIbKGsHlYKxkJu2WGl67Cs77ZlgoFdUonKBUvOhlSO2ruILTliTuoXUm4T5nJKBkg29IJMNaG8hVYEOt6bU0Wm28Rq8obS46diYNPktlxNe90hgtfrEcQ8JcBaBZXw/s620/danza_08.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="466" data-original-width="620" height="482" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiJXP92NiiZgLETxPOI-nPJTzolvy9UrwpmRUqr58acLWpLuMTfdpykK4rHIcuXMIbKGsHlYKxkJu2WGl67Cs77ZlgoFdUonKBUvOhlSO2ruILTliTuoXUm4T5nJKBkg29IJMNaG8hVYEOt6bU0Wm28Rq8obS46diYNPktlxNe90hgtfrEcQ8JcBaBZXw/w640-h482/danza_08.jpg" width="640" /></a></div><br /><div style="text-align: center;"><br /></div>Tutti sono benvenuti alla celebrazione di Theyam. Spesso folle di persone dai villaggi circonstanti arrivano alla celebrazione per venerare i dei e guardare le loro danze sacre.<br /><br />Questo è solo uno degli esempi del legame tra la danza e il sacro in induismo. Molte danze classiche dell'India - Kathakkali, Bharatnatyam, Mohiniattam e Odishi, sono legate ai templi e agli specifici momenti religiosi, anche se sempre più spesso, è possibile vederli come spettacoli fuori dai contesti religiosi.<br /><h3 style="text-align: left;">Conclusioni</h3>Mi piacciono tutti i tipi di danze. Amo sentire il ritmo dei tamburi e ammirare i danzatori. Sento un po' di invidia per loro perché non sono capace di lasciarmi andare in pubblico e mi sento goffo. Forse per questo sono così affascinato da loro! Spero che vi sia piaciuto questo piccolo viaggio nel mondo della danza.</div></div><div><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjw687SMyW4Nk7tmr2BfzCNWzJvtfgiPortJFBulRODfijNRChpq1TnnRrEMVNKfgHqGOCZMn8FO0wLRFH0_fA-ek5eMgweaofeKJHAD78Tgf2nTmUOWtvCdlpnJeAc-tDAHecWltZ7xf03JR0kAwQGt7I0zutNftes7ryuaK20yr8UvizKFwex2Jsaag/s620/danza_07.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="464" data-original-width="620" height="478" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjw687SMyW4Nk7tmr2BfzCNWzJvtfgiPortJFBulRODfijNRChpq1TnnRrEMVNKfgHqGOCZMn8FO0wLRFH0_fA-ek5eMgweaofeKJHAD78Tgf2nTmUOWtvCdlpnJeAc-tDAHecWltZ7xf03JR0kAwQGt7I0zutNftes7ryuaK20yr8UvizKFwex2Jsaag/w640-h478/danza_07.jpg" width="640" /></a></div><br /><div style="text-align: center;"><br /></div>Sunil Deepakhttp://www.blogger.com/profile/05781674474022699458noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3094424800734890001.post-64600948638371432772020-08-10T19:09:00.005+02:002022-08-21T19:22:36.814+02:00Per Salvare i BambiniQualche giorno fa rimasi esterrefatto dalla pubblicità in tv di un’associazione che si occupa dell’infanzia nel mondo. Si vedevano immagini dei bambini africani piccoli gravemente malati e denutriti mentre una voce parlava della siccità nel loro Paese e chiedeva contributi per portare aiuto a queste popolazioni.<br /><br />Conosco il mondo delle associazioni di volontariato, in Italia e a livello internazionale, da circa 35 anni. Per circa tre decenni ho lavorato con <a href="http://www.aifo.it/" target="_blank">AIFO</a>, un’associazione nazionale con sede a Bologna. Per cui ho seguito da vicino i dibattiti sulle esigenze della raccolta fondi e il diritto di rispettare la dignità delle persone e delle popolazioni con le quali lavoriamo.<div><br /><div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhhdttvbu_KOz8b3_L7WHoxv3RiaesdgGWpswm9V3NioD5JssBpHwoiWMl_czFS_vKOLEItdv-LRit7vy6s7Qdo0XY5a0gIo88YHJeixa5L8w7f710bmDqh62dG13W1mNIZAplka_N3qVj8wsKnuzL7N5nfOnWM-gA0C8ZokArdFaxNitFssl631c7-Hg/s620/scf_01.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="429" data-original-width="620" height="442" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhhdttvbu_KOz8b3_L7WHoxv3RiaesdgGWpswm9V3NioD5JssBpHwoiWMl_czFS_vKOLEItdv-LRit7vy6s7Qdo0XY5a0gIo88YHJeixa5L8w7f710bmDqh62dG13W1mNIZAplka_N3qVj8wsKnuzL7N5nfOnWM-gA0C8ZokArdFaxNitFssl631c7-Hg/w640-h442/scf_01.jpg" width="640" /></a></div><br /><div style="text-align: center;"><br /></div>Voglio parlarvi di questi dibattiti e delle scelte fatte da alcune associazioni di volontariato in Italia sull’uso della pubblicità.<br /><h3 style="text-align: left;">Persone da Salvare?</h3>Fino a qualche decennio fa l’uso di simili immagini era considerato normale. Nella rivista e nel materiale pubblicitario di <a href="http://www.aifo.it/" target="_blank">AIFO</a> spesso si usavano immagini dei malati di lebbra con gravi disabilità. Io sentivo un senso di fastidio quando guardavo quella pubblicità. Da una parte, parlavamo della solidarietà e della carità, dei diritti umani e della dignità delle persone e poi usavamo le immagini più brutte che potevamo perché avrebbero fatto colpo sui potenziali donatori e avrebbero aumentato le donazioni.<br /><br />Almeno in parte, il mio senso di fastidio era dovuto anche al fatto che mi sentivo colpito in prima persona, perché l’India era il Paese con il più alto numero dei malati di lebbra e spesso quelle immagini riguardavano l’India. È vero che l’India aveva molti milioni di poveri; e nonostante il grande progresso di queste ultime decadi tutt’ora ne ha, anche se meno di prima. Ma vi era qualcosa fra i nostri proclami e quella pubblicità che stonava.<br /><h3 style="text-align: left;">Primi Dibattiti sull’Uso della Pubblicità</h3>Penso che le prime discussioni serie sulle immagini e sui messaggi nelle associazioni umanitarie siano iniziate negli anni della grande crisi in Corno d’Africa. La grave siccità in Etiopia intorno al 1984-85 aveva visto migliaia di foto simili nei giornali e telegiornali di tutto il mondo. Forse vi ricorderete la terribile fotografia del bimbo morente con l’avvoltoio in attesa seduto dietro, l’emblema di una tragedia che scosse il mondo.<br /><br />Quelle immagini avevano fatto nascere molte discussioni, non solo dentro le associazioni ma anche nelle nostre piattaforme comuni. Negli anni Novanta avevo partecipato in molte discussioni anche nelle federazioni europee e internazionali. In alcune discussioni parteciparono anche i rappresentanti dei “beneficiari” degli interventi e delle associazioni di volontariato nei Paesi meno sviluppati, i quali fecero presente che quel tipo di pubblicità era contro la dignità delle persone e a volte vanificava i risultati dei nostri interventi. Per esempio: da una parte lamentavamo i pregiudizi e promuovevamo interventi di sensibilizzazione, dall’altra parte – con immagini e messaggi – fomentavamo gli stessi stereotipi.<br /><h3 style="text-align: left;">Risultato di Quelle Discussioni</h3>Eravamo giunti alla conclusione che l’uso di simili immagini e messaggi era in contrasto con i nostri obiettivi. In AIFO e nelle diverse associazioni internazionali che lottano contro la lebbra decidemmo di non usare più foto “forti” di persone con gravi disabilità. Infatti sono circa 20 anni che in AIFO non si utilizzano e qualche volta – quando ho voluto usarne una per illustrare le disabilità e le complicazioni che possono insorgere se le persone non vengono curate in tempo – ho dovuto limitarmi alle immagini “soft”.<br /><br />Per quanto riguarda i minori nel 1989 è arrivata la <a href="https://www.unicef.it/doc/599/convenzione-diritti-infanzia-adolescenza.htm" target="_blank">Convenzione Internazionale sui Diritti dei Bambini</a>. L’articolo 16 di questa Convenzione riguarda il rispetto della privacy. L’articolo 34 chiede ai governi di proteggere i bambini dallo sfruttamento mentre l’art. 36 demanda ai governi di salvaguardare i bambini da tutto ciò che li danneggia. Infine l’articolo 39: i bambini che hanno sofferto diverse forme di violenza e negligenza dovrebbero essere aiutati a recuperare la loro salute, la dignità e l’autostima.<br /><br />In Italia la firma della Convenzione aveva innescato molte discussioni. Infatti, <a href="https://www.lacomunicazione.it/voce/carta-di-treviso/" target="_blank">La Carta di Treviso</a> era stata firmata il 5 ottobre 1990, per l’iniziativa della Federazione Nazionale della stampa, dell’Ordine dei Giornalisti e di “Telefono Azzurro”. La Carta di Treviso regolamenta il rapporto fra due diritti-doveri costituzionalmente garantiti: esercitare la libertà di informazione e proteggere un cittadino al di sotto dei 18 anni nel suo sviluppo, garantendo una corretta formazione.<br /><br />Nel 2006 a livello europeo la confederazione delle associazioni umanitarie CONCORD ha deciso un <a href="https://concordeurope.org/blog/2012/09/27/code-of-conduct-on-images-and-messages/" target="_blank">Codice di Condotta</a> sulle Immagini e sui Messaggi nelle strategie di comunicazione pubblica. Questo Codice chiede che la scelta delle immagini e dei messaggi rispetti 3 princìpi fondamentali: la dignità delle persone coinvolte, l’uguaglianza di tutti i popoli e il bisogno di promuovere un trattamento equo, solidarietà e giustizia.<br /><h3 style="text-align: left;">Pubblicità sui Bambini Gravemente Malati</h3>Questa pubblicità è di Save the Children Fund (SCF) Italia. Devo dire che durante i miei anni di lavoro in AIFO più volte ho collaborato con la SCF inglese e ho appreso molto da loro, per esempio nel campo dell’educazione inclusiva. Ho ammirato la dedizione e impegno di diversi colleghi che lavorano per la SCF. So anche che SCF era uno dei motori dietro l’approvazione della Convenzione sui diritti dei bambini. Forse è per questo che vedere quella pubblicità, secondo me contraria ai princìpi fondamentali che segue SCF, mi ha così turbato.<br /><br />Nei telegiornali spesso vedo che i volti dei minorenni sono resi sfuocati e invisibili, ma quelle misure valgono soltanto per gli italiani. I bambini africani nella pubblicità di SCF Italia non hanno simili diritti? Anche se un simile uso delle immagini dei bambini può essere legale perché l’opinione pubblica non condanna questo tipo di sfruttamento?<br /><br />Il Garante per i diritti dei minori cosa dice di questa pubblicità? Nel 2017 un gruppo di lavoro guidato dall’Autorità garante per l’infanzia e adolescenza aveva elaborato un <a href="https://www.garanteinfanzia.org/sites/default/files/la_tutela_dei_minorenni_nel_mondo_della_comunicazione.pdf" target="_blank">documento sulla tutela dei minorenni nel mondo della comunicazione</a>. Questa tutela copre anche i bambini africani usati nella pubblicità?<br /><br />All’inizio pensavo che soltanto <a href="https://www.savethechildren.it/" target="_blank">SCF-Italia</a> adottasse questo tipo di strategie per la raccolta dei fondi ma una ricerca su internet ha fatto emergere simili preoccupazioni anche in altri Paesi. Per esempio <a href="https://www.kpbs.org/news/2015/sep/30/at-what-point-does-a-fundraising-ad-go-too-far/" target="_blank">un articolo</a> uscito nel 2015 dal titolo “A quale punto la pubblicità per la raccolta fondi supera i limiti?” parlava di simili preoccupazioni riguardo la pubblicità di SCF inglese e chiedeva se «la porno-povertà era tornata». L’articolo prendeva atto che «<i>le immagini che sfruttano i poveri stanno tornando nelle campagne di raccolta fondi</i>».<br /><h3 style="text-align: left;">Conclusioni</h3>Il mondo delle associazioni di volontariato italiane era molto ricco e aveva le radici nelle comunità locali. Insieme a centinaia di gruppi parrocchiali, le associazioni come <a href="https://www.manitese.it/" target="_blank">Mani Tese</a>, <a href="https://www.mediciconlafrica.org/" target="_blank">Cuamm-Medici con l'Africa</a> e <a href="http://www.aifo.it/" target="_blank">AIFO</a> avevano molte offerte e progetti. Negli ultimi 10-15 anni, gradualmente questo mondo è andato in crisi con un calo delle offerte. Molte piccole associazioni umanitarie hanno dovuto chiudere.<br /><br />Non è successo solo in Italia ma in tutta l’Europa. Forse per questo alcune associazioni europee e americane più forti sono diventate internazionali e hanno aperto i loro uffici in diversi Paesi. Questi hanno più risorse e possono organizzare campagne di comunicazione molto efficaci per la raccolta dei fondi. <a href="https://www.savethechildren.it/" target="_blank">Save the Children Fund</a> è tra queste. Forse è l’unico modo per loro di continuare a portare avanti le loro attività?<br /><br />Devo dire che è deprimente dopo tutte le discussioni, convenzioni e linee guida, tornare a dove eravamo partiti!</div></div>Sunil Deepakhttp://www.blogger.com/profile/05781674474022699458noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3094424800734890001.post-58269339718862245282020-01-15T11:26:00.001+01:002022-08-22T11:29:41.210+02:00Il Tempio di Sabarimala e la Parità di Genere<p> Alla fine di settembre 2018, la Corte suprema in India ha deciso che il divieto per le donne in età fertile di entrare e pregare nel tempio di Sabarimala – situato nello stato di Kerala nella punta sud dell’India – era discriminatorio e l’ha cancellato. Questo articolo è una riflessione su questa decisione e sul suo significato per la parità di genere. Questo articolo è uscito sul sito <a href="http://www.labottegadelbarbieri.org/india-il-tempio-di-sabarimala-e-la-parita-di-genere/" target="_blank">Bottega del Barbieri</a>.</p><div><div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhsnCUKYdRbit_i5onGyODR0Xcy-3qrmK25VKLn8FVyYpSs4yCbDy4P5R2xg4oD9FSEBSSY2LoG1Un6AUC2w1hdktp-PQPIgI53IF8i9uL_VG0vbKKEyPMzLU3lzXqAKa4d7zQDxy7VLXloP2htNdn9xxqXZfhY91L3vk9f6DSGSEZFJCRUO5RCGASZ/s611/01.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="399" data-original-width="611" height="418" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhsnCUKYdRbit_i5onGyODR0Xcy-3qrmK25VKLn8FVyYpSs4yCbDy4P5R2xg4oD9FSEBSSY2LoG1Un6AUC2w1hdktp-PQPIgI53IF8i9uL_VG0vbKKEyPMzLU3lzXqAKa4d7zQDxy7VLXloP2htNdn9xxqXZfhY91L3vk9f6DSGSEZFJCRUO5RCGASZ/w640-h418/01.jpg" width="640" /></a></div><br /><div style="text-align: center;"><br /></div><h3>Decisione della Corte Suprema Indiana</h3>La decisione sull'entrata delle donne nel tempio di Sabarimala è stata presa da un comitato di 5 giudici, composto da 4 uomini e una donna. Mentre i 4 giudici uomini erano favorevoli a questa decisione, l’unica donna del gruppo era contraria alla decisione perché non vedeva la questione pertinente alla parità di genere.<br /><br />Da allora sono iniziate le proteste dei “fedeli” – comprese centinaia di migliaia di donne – che hanno bloccato ogni tentativo di entrata di donne nel tempio. Anche i due partiti nazionali, BJP e Congresso, si sono espressi contro mentre il governo dello Statale (guidato dal Partito Comunista) ha sostenuto la sentenza.<br /><br />All’inizio di gennaio 2019 – alle 3 di notte – due attiviste, scortate dalla polizia, sono entrate nel tempio e hanno girato un video della loro visita, provocando nuove proteste dei fedeli.<br /><br />Questa storia ha focalizzato l’attenzione sul ruolo delle istituzioni governative nelle riforme religiose in India.<br /><br /><b>La particolarità del tempio di Sabarimala</b>: Il tempio di Sabarimala è dedicato al dio Ayappa molto venerato nel sud dell’India. Vi sono almeno 40 altri templi più o meno famosi per Ayappa nei quali non vi sono divieti contro la visita delle donne. Il veto esiste soltanto per il tempio di Sabarimala dove, secondo il mito, il dio vive la fase celibe della sua storia, quando lui cercava di mantenere il <i>brahamcharya</i>, ciòè, il celibato.<br /><br />In generale, nell’induismo non vi sono divieti contro l’entrata delle donne nei templi, anche se esistono alcuni altri luoghi sacri in altre parti dell’India dove le donne non possono entrare e altri dove il divieto riguarda gli uomini.<br /><br />I fedeli del tempio di Sabarimala dicono che le donne che vogliono entrare nel tempio evidentemente non credono nel mito di Ayappa e non vogliono rispettare il suo desiderio del celibato: sono soltanto attiviste che la vedono come una questione di principio.<br /><br /><b>Promuovere le riforme religiose</b>: Per secoli le consuetudini, spesso con il sostegno delle religioni, hanno dettato i comportamenti delle società. L’adozione della Dichiarazione universale dei diritti umani dalle Nazioni Unite nel 1948 ha creato un nuovo metro per misurare queste consuetudini. In molti Paesi la crescente consapevolezza verso la violazione dei diritti umani ha stimolato i governi ad adottare nuove leggi che andavano contro quanto sostenevano le autorità religiose.<br /><br />Riformare le religioni tramite le leggi e tramite le sentenze dei tribunali è particolarmente importante in due situazioni:<br /><br />(a) <u>Quando vi è un rischio all’indennità fisica e alla vita delle persone</u>: l’antica pratica di sati in India secondo la quale le vedove potevano essere bruciate vive insieme ai loro defunti mariti, rientrava in questa categoria: la pratica fu vietata nel 1829 dall’allora governo coloniale inglese in India. Oggi, la mutilazione genitale femminile, ancora praticata in alcuni Paesi, è un altro esempio. Invece cosa dire della circoncisione maschile praticata su bambini ebrei e musulmani?<br /><br />(b) <u>Quando vi è una discriminazione sistematica contro alcuni gruppi di persone legata al genere o ad altre caratteristiche (come le caste in India)</u>. Dunque orientamento sessuale e appartenenza a certe religioni, etnie o gruppi linguistici sono caratteristiche comuni accompagnate da discriminazioni sistematiche.<br /><br />Discriminazioni che sono comuni tra i vari gruppi religiosi, soprattutto nei Paesi dove questi gruppi sono la maggioranza. Per esempio in diversi Paesi a maggioranza musulmana essere donna, omosessuale o praticare altre religioni sono tutti motivi per essere discriminati.<div><h3>Riforme Religiose in India</h3><b>Sabarimala e altre riforme dell’induismo in India</b>: Secondo me, la tradizione di non lasciar entrare le donne di età fertile nel tempio non era una discriminazione sistematica. Non sono un seguace del dio Ayappa ma se i seguaci lo vedono come un celibe, che non vuole essere tentato dalle donne, non sta me giudicare la loro fede.<br /><br />L’induismo è fatto da una miriade di modi di interpretare e praticare la religione, tutti ugualmente validi, che vanno dalla negazione di qualunque dio alla credenza in 33 milioni di dèi. Non vi è un libro sacro unico, né un arbitro supremo che può giudicare cosa deve fare un indù. I fondamentalisti induisti vedono questa come una debolezza, vogliono promuovere una visione più ristretta della religione, specificando quali dèi pregare e come farlo. Costringere il tempio di Sabarimala ad accogliere le donne e negare il mito di un loro dio mi sembra una “macdonalizzazione” della cultura e una perdita della diversità religiosa, simile a quella che vogliono i fondamentalisti.<br /><br />Dopo l’indipendenza dell’India nel 1947, il governo indiano ha attuato una serie di leggi per la riforma dell’induismo, compreso il divieto a discriminazioni sulla base delle caste e del genere. Il problema più grande dell’induismo è come fare che le nuove leggi siano applicate e siano accompagnate da un cambiamento sociale. Lavorare nelle comunità per il mutamento sociale non è facile, richiede decenni di impegno e passione. Invece per la maggior parte degli attivisti penso sia più facile lanciare proteste nelle città per cambiare le leggi.<br /><br /><b>Riformare altre religioni in India</b>: Le riforme religiose effettuate dal governo indiano finora hanno riguardato quasi esclusivamente l’induismo. Non hanno voluto toccare le minoranze religiose anche se tutte insieme le minoranze ammontano a circa 200 milioni di persone. Ogni tentativo di riformare le religioni delle minoranze è visto come un modo di rinforzare la destra nazionalista anche quando le questioni riguardano violazioni gravi dei diritti umani.<br /><br />Per esempio, tra la comunità musulmana in India, è lecita la pratica di “triplo talaq” secondo la quale un uomo musulmano può divorziare la moglie solo ripetendo per tre volte la parola “talaq” anche per sms. Questa pratica è vietata nei Paesi vicini a maggioranza musulmana – Pakistan e Bangladesh – ma ogni volta che se ne parla in India, si alza un coro di proteste non soltanto dagli elementi più ortodossi della comunità musulmana ma anche dagli attivisti e progressisti indiani che in altri contesti lottano per i diritti delle donne.<br /><br />Un altro esempio riguarda l’abuso sessuale delle suore da parte dei preti cattolici. A luglio 2018 una suora aveva denunciato la violenza sessuale da parte di un vescovo, monsignor Franco Mulakkal. Per mesi, la polizia continuò a interrogare la suora mentre il vescovo girava liberamente. In ottobre finalmente il vescovo fu imprigionato ma dopo qualche settimana è stato liberato e accolto con grandi cerimonie dai fedeli mentre la suora che lo aveva denunciato continua a vivere emarginata, e ha ricevuto minacce di morte. La maggior parte dei giornali indiani hanno fatto finta di niente. Un articolo recente di <a href="https://apnews.com/93806f1783f34ea4b8e9c32ed59cdc06" target="_blank">Tim Sullivan dell’agenza di stampa americana Associated Press</a> ha approfondito la questione parlandone con molte suore di diverse congregazioni e denunciando il silenzio e la complicità della Chiesa Cattolica in India. Invece gli attivisti e progressisti indiani sono rimasti in silenzio.<br /><br />La difficoltà di parlare dei problemi delle minoranze non è limitata all’India. Per esempio, diverse attiviste afroamericane hanno parlato della difficoltà di parlare della violenza contro le donne nelle loro comunità perché poteva essere strumentalizzata dai razzisti e da persone di destra per fomentare gli stereotipi. Attivisti LGBT musulmani denunciano poco sostegno dai progressisti e liberali occidentali, i quali non vogliono essere visti come islamofobi.<br /><br />Dall’altra parte, sempre più spesso, i blog e i media sociali danno un’opportunità a ciascuno di questi gruppi di alzare la propria voce e di farsi sentire. Nel frattempo il cambiamento sociale sembra procedere a piccoli passi e qualche volta è costretto a tornare indietro. Penso che se riusciamo a vedere da una certa distanza capiamo che il mutamento sociale è inevitabile.<br />Conclusione<br /><br />Penso sia fondamentale cambiare e riformare le pratiche sociali e religiose che non rispettano i diritti umani. Questo non significa appiattire le nostre diversità culturali. In ogni caso, cambiare le società con le leggi e con le sentenze dei tribunali può essere visto soltanto come un primo e piccolo passo; il cambiamento reale richiede tempi molto più lunghi.<br /><br /><b>Nota</b>: L'immagine usata in questo posto è della festa di Ambubashi presso il tempio di Kamakhaya a Guwahati nel nord-est dell'India dove si celebra il potere femminile sacro di shakti. Non vi è nessun'imagine del tempio di Sabarimala in questo post.<br /><br /><br />******</div></div></div>Sunil Deepakhttp://www.blogger.com/profile/05781674474022699458noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3094424800734890001.post-51987127464619204632019-10-10T19:23:00.001+02:002022-08-21T19:55:30.515+02:00Kashmir: Il Paradiso ImprigionatoNel 17° secolo, Jahangir, l’imperatore Mughal visitò la valle di Kashmir e ne rimase incantato: «Se esiste paradiso sulla terra deve essere proprio qui». Sono più di 30 anni che quel paradiso è sotto assedio. Le storie di Kashmir sono uno groviglio e non è facile capire quale appartiene a chi, fin dove le storie raccontano la verità, dove si travestono e nascondono sotto i racconti immaginari.<br /><br />Il 5 agosto 2019 un annuncio del governo indiano ha riacceso i fari su questa regione dimenticata.<br /><br />Sono 3 le parti coinvolte in queste storie: la gente di Kashmir, l’India e il Pakistan.<br /><br />Considerata la terra del culto di Shiva dai tempi antichi, l’islam arrivò e conquisto questa terra nel 14° secolo. La disputa fra India e Pakistan riguardo Kashmir iniziò nel 1947 subito dopo la partenza del governo coloniale inglese. L’annuncio del governo indiano del 5 agosto è soltanto l’ultimo atto di questa disputa.<br /><br />È una storia lunga e complessa con colpi e contraccolpi.<br /><br />Prima di farvi una spiegazione (semplificata) di questa storia e del significato dell’annuncio del governo indiano, vorrei iniziare con un chiarimento riguardo la valle di Kashmir.<div><h3 style="text-align: left;">La Valle di Kashmir</h3>Lo Stato indiano di Kashmir con circa 13 milioni di abitanti è costituito da 3 regioni: Jammu, Ladakh e la Valle del Kashmir. Le dispute fra India e Pakistan riguardano la Valle di Kashmir: questa è la zona di conflitto non le altre due regioni.</div><div><br /></div><div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiKEslzjoiqilQDeHeLzsmvwTai2j86ahPpKarkONwjHXAeZHMO5r1rizCjN376GnjHsY038R80vO9PqA7bKuqFsKIdZhCwoVEJ5pb2oVfHtqa-tmj7sjS0ocJrE15lAsvSggZHd4nE4QhMJGYz67GRWqDuSaP_LqHz7mukqtwSnnNn9YVN2DaIKr6uoQ/s920/02.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="704" data-original-width="920" height="490" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiKEslzjoiqilQDeHeLzsmvwTai2j86ahPpKarkONwjHXAeZHMO5r1rizCjN376GnjHsY038R80vO9PqA7bKuqFsKIdZhCwoVEJ5pb2oVfHtqa-tmj7sjS0ocJrE15lAsvSggZHd4nE4QhMJGYz67GRWqDuSaP_LqHz7mukqtwSnnNn9YVN2DaIKr6uoQ/w640-h490/02.jpg" width="640" /></a></div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><div style="text-align: left;">Con circa 6,9 milioni di abitanti (dati del 2011) la regione della Valle di Kashmir rappresenta circa il 15% della superficie dello Stato ed è quella più popolosa. Circa il 96% della popolazione è musulmana, composta da 2 gruppi principali: il 75% sono Sunniti e il 25% sono Shi’a. A ovest questa regione condivide la frontiera con il Pakistan.</div><br />Con circa 5,3 milioni di abitanti (sempre dati 2011) la regione di Jammu rappresenta circa il 26% della superfice ed è la seconda per popolazione. Circa l’85% della popolazione di Jammu è induista mentre i musulmani si aggirano sul 7,5%.<br /><br />Con solo 290.000 abitanti (il riferimento è sempre al 2011) Ladakh è scarsamente popolata. Circa il 46% della popolazione è musulmana, il 39% è buddhista e gli induisti sono il 12%. Al nord questa regione condivide la frontiera con Cina e Pakistan.<br /><h3 style="text-align: left;">La disputa fra l’India e il Pakistan</h3>Nell’agosto 1947 il Governo coloniale inglese aveva lasciato il subcontinente indiano ma prima di partire l’aveva suddiviso in due Paesi: India e Pakistan. Questa suddivisione riconosceva la domanda di una parte di musulmani di essere «un popolo diverso dagli altri indiani» che chiedevano un Paese solo per loro. All’inizio, il Pakistan era composto da due territori – Pakistan est (oggi Bangladesh) e Pakistan ovest – le due aree dove la maggioranza della popolazione era musulmana.<br /><br />Nel 1947 il subcontinente aveva anche centinaia di principati e regni, i quali potevano scegliere se far parte dell’India o del Pakistan. Questa scelta riguardava soprattutto i regni che si trovavano vicino alle frontiere dei due Paesi, mentre quelli che erano completamente circondati da uno dei Paesi, di fatto non avevano questa scelta.<br /><br />Il regno di Jammu-Kashmir con la maggioranza della popolazione musulmana (77%) aveva un re induista, Hari Singh. Lui non era sicuro se far parte dell’India o del Pakistan e aveva richiesto del tempo per prendere la sua decisione. Dopo alcuni mesi di attesa, le forze pakistane erano entrate e avevano occupato alcune parti della Valle del Kashmir, soprattutto nel nord ovest. Hari Singh che non aveva una forza militare per resistere, chiese l’aiuto al governo indiano e decise di far parte dell’India. Questa fu la prima guerra fra India e Pakistan per la valle del Kashmir.<br /><br />Verso la fine del 1948, con l’aiuto delle Nazioni Unite, la guerra finì: i territori della Valle del Kashmir presi dal Pakistan sono rimasti sotto il suo controllo. Vige tutt’ora quella linea di controllo come frontiera, dove le due forze si erano fermate al momento del cessate il fuoco.<br /><br />Le Nazioni Unite avevano chiesto un referendum fra la popolazione di Kashmir per decidere se volevano andare in Pakistan o restare in India, però non è mai stato organizzato. Secondo l’India, il referendum si deve fare in tutto il territorio della Valle del Kashmir, mentre secondo il Pakistan soltanto nelle parti rimaste in India.<br /><h3 style="text-align: left;">Gli articoli 370 e 35A del Kashmir</h3>L’articolo 370 della Costituzione, approvato nel 1954, garantiva l’autonomia dello Stato di Kashmir, inclusa una sua Costituzione separata. L’articolo 35A – anche esso approvato dal parlamento indiano nello stesso anno – dava poteri allo Stato di Kashmir di decidere i criteri per definire chi poteva diventare residente permanente dello Stato e i suoi diritti.<br /><h3 style="text-align: left;">Scoppio delle violenze in Kashmir</h3>Vi sono state tre guerre fra India e Pakistan per la Valle del Kashmir. La prima, già spiegata sopra, nel 1947-48. La seconda nel 1965 e la terza nel 1998-99.<br /><br />Fino alla prima parte degli anni ’80, la situazione nella Valle del Kashmir era tranquilla, come testimoniano le scene dei numerosi film di Bollywood girati qui. In quegli anni, le persone del Kashmir chiedevano “azadi”, la possibilità di avere un Paese libero cioè di non essere parte né dell’India né del Pakistan.<br /><br />Le violenze in Kashmir sono iniziate intorno al 1988-89. Negli anni ’80, gli Usa avevano sostenuto i Mujahideen pakistani per lottare contro i russi in Afghanistan. Dopo il ritiro delle truppe russe dall’Afghanistan nel 1988, molte di queste persone che credevano in un Islam radicale sono arrivate nella Valle del Kashmir. Uno dei loro compiti era reclutare giovani della Valle del Kashmir in India e mandarli nei campi di addestramento in Pakistan per diventare guerriglieri.<br /><br />All’inizio degli anni ’90 vi erano più di 300.000 induisti nella Valle del Kashmir, conosciuti come i <i>Kashmiri Pandit</i>. Questi sono diventati i bersagli degli islamici radicali. Secondo i rapporti governativi più di mille Kashmiri Pandit sono stati uccisi mentre le loro case e negozi venivano distrutti e bruciati. La maggior parte di loro sono scappati dalla Valle del Kashmir e molti tutt’ora vivono nei campi profughi sparsi in India. Meno dell’ 1% sono rimasti nella Valle del Kashmir.<br /><br />I mujahideen pakistani e i loro compagni nella Valle del Kashmir hanno iniziato ad attaccare le strutture e i servizi governativi, in particolare i poliziotti locali che erano visti come traditori. Si pensa che negli anni successivi alla fuga dei Kashmiri Pandit dalla Valle, circa 30.000 persone, la maggioranza musulmane, sono state uccise dagli islamisti radicali perché ritenuti favorevoli al governo indiano.<br /><br />Il governo indiano aveva risposto con l’invio delle forze militari, le quali hanno poteri speciali che garantiscono immunità dai tribunali civili. Così dagli anni ’90 la popolazione vive schiacciata fra queste due forze: da una parte i guerriglieri che vogliono che la Valle del Kashmir diventi parte del Pakistan e dall’altra le forze militari indiane.<br /><br />Secondo alcuni articoli, di recente un terzo gruppo si è aggiunto alla lotta, cioè le persone che si ispirano alla filosofia dello Stato Islamico (ISIS). Negli ultimi 4-5 anni nelle proteste si vedono sempre di più le bandiere e le rivendicazioni a sostegno del Califfato Islamico e le “chiamate” per stabilire lo Stato islamico in Kashmir con la legge della Shariat.<br /><h3 style="text-align: left;">La posizione pakistana</h3>La religione musulmana è stato il motivo della nascita di Pakistan e dall’inizio i politici pakistani hanno rivendicato il territorio della Valle del Kashmir perché sarebbe una parte della fraternità musulmana.<br /><br />Nel 1958 in Pakistan vi fu il primo colpo di stato, seguito da diverse dittature militari. Nel 1973 il Pakistan è diventato un Paese basato sulla legge islamica. Negli anni di leadership del dittatore militare Zia-ul-Haq (1977-88) l’islamizzazione si è ulteriormente rinforzata. Risale a quegli anni l’approvazione della legge sulla blasfemia. Gli ultimi decenni hanno visto crescenti suddivisioni fra i vari gruppi di musulmani in Pakistan, per esempio tra i sunni e gli shi’a, e tra i barelavi e i deobandi, mentre altri gruppi di musulmani (come gli ahmadi e i bohra) sono stati dichiarati “non islamici”.<br /><br />Questi fattori lasciano poco spazio di manovra ai politici pakistani, anche perché i capi militari detengono tutt’ora molto potere. Avere Kashmir come parte del Pakistan è diventata una questione di orgoglio nazionale e sarà difficile per loro cambiare posizione.<br /><h3 style="text-align: left;">Le decisioni dell’India</h3>Il 5 agosto 2019 il governo indiano ha deciso di revocare gli articoli 370 e 35A: si è giustificato dicendo che entrambi questi articoli erano temporanei e dopo 65 anni è inutile il loro mantenimento. Inoltre si è deciso di separare la regione di Ladakh dallo stato di Kashmir, creando un territorio autonomo sotto la giurisdizione del governo nazionale. Queste risoluzioni sono state approvate da due terzi della maggioranza nel parlamento indiano. Di fatto, questo significa che lo stato di Kashmir con le due regioni (Valle del Kashmir e Jammu) è ora una parte dell'India come tutto il resto del paese.<br /><br />Dal 5 agosto a oggi (31 agosto) nella Valle del Kashmir non c’è internet e le reti dei telefoni mobili. Dopo il 12 agosto poco alla volta in alcune parti della Valle il servizio di telefoni fissi è stato ripristinato. Molti leader politici e civili sono in prigione o in arresto domiciliare.<br /><h3 style="text-align: left;">Le reazioni</h3>Secondo i giornalisti pro-governativi, dato il continuo rinforzamento dei radicali islamici e dei simpatizzanti di ISIS, bisognava tentare con una strategia nuova in Kashmir e forse l’abrogazione degli articoli 370 e 35A darà una possibilità di avere pace in questa regione. Dicono che con circa 200 milioni di musulmani (stime 2018) India è il secondo Paese nel mondo per il numero di musulmani e non si può rischiare che il radicalismo islamico contagi il resto dell’India.<br /><br />Inoltre i filo-governativi dicono che l’articolo 35A era discriminatorio e dava diversi privilegi agli uomini del Kashmir. Per esempio, secondo questo articolo, se un uomo di Kashmir sposava una donna lei acquisiva il diritto di vivere nello Stato mentre una donna di Kashmir perdeva il suo diritto di residenza se sposava un uomo forestiero.<br /><br />Il primo ministro indiano, nel suo discorso per giustificare l’abrogazione dei due articoli, ha parlato soprattutto di aspetti discriminatori inerenti agli articoli 370 e 35A.<br /><br />Invece secondo i critici, il governo si è comportato in maniera prepotente: avrebbe dovuto avviare un dialogo in Kashmir sulla necessità di abrogare gli articoli. Loro criticano l’arresto di leader politici e civili come il blocco di internet e dei telefoni cellulari.<br /><br />Le popolazioni delle regioni di Jammu e Ladakh e nel resto dell’India hanno accolto queste decisioni positivamente mentre le principali critiche sono venute dalla Valle di Kashmir e dal Pakistan. I gruppi separatisti hanno giurato “lotta continua” fino alla realizzazione del loro sogno di diventare parte del Pakistan, minacciando attacchi alle strutture governative.<br /><br />Comunque, con o senza gli articoli 370 e 35A, la situazione del Kashmir non cambierà nel prossimo futuro. Per il momento il blocco di internet e la mancanza di telefoni mobili hanno permesso alle autorità di mantenere il controllo perché senza i social media è difficile organizzare le proteste. Comunque il blocco di internet e dei telefoni cellulari non può durare in eterno e bisognerà vedere che cosa succederà allora.</div>Sunil Deepakhttp://www.blogger.com/profile/05781674474022699458noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3094424800734890001.post-46020283046998405332019-04-14T10:28:00.001+02:002022-08-22T10:47:06.640+02:00Ricerca EmancipatoriaIl 5-6 aprile 2019, ero a Milano al convegno “<b>Essere Persona: La Disabilità nel Mondo</b>” organizzato da <a href="http://www.aifo.it/" target="_blank">AIFO</a>, <a href="http://www.ovci.org/index.php?lang=it" target="_blank">OVCI</a> e <a href="https://www.dongnocchi.it/" target="_blank">Fondazione Don Gnocchi</a>. In questo convegno ho parlato sul tema “<b>Ricerca Emancipatoria ed Effetti Politici: barriere, discriminazione ed empowerment</b>”.<br /><br />La ricerca emancipatoria è un approccio innovativo e potrebbe essere di interesse per quanti operano a favore dei gruppi vulnerabili. Per questo motivo, in questo post presento alcuni punti della mia presentazione.<br /><h3 style="text-align: left;">Tipologie di Ricerche</h3>Quando si usa la parola “ricerca”, pensiamo subito ai laboratori e agli scienziati che svolgono delle attività complicate, difficili da capire. Di solito queste sono le “Ricerche Scientifiche”, dove i ricercatori devono mantenere un certo distacco da quello che studiano, per arrivare alle loro conclusioni in maniera neutra.<br /><br />In campo sociologico, vi sono le “Ricerche Partecipatorie”, dove i ricercatori non sono distaccati dai loro soggetti. Anzi, in queste ricerche, i ricercatori coinvolgono e lavorano insieme alle comunità. Le idee del pedagogista e pensatore brasiliano, Paulo Freire, hanno influenzato lo sviluppo di questa metodologia.<br /><br />Invece nella “Ricerca Emancipatoria”, sono le comunità stesse in prima persona a svolgere la ricerca. Il concetto di questa metodologia era stato proposto nel 1990 da Mike Oliver, un ricercatore e attivista inglese per i diritti delle persone con disabilità.<br /><h3 style="text-align: left;">Ricerca Emancipatoria sulla Disabilità (RED)</h3>Nella RED, le persone con disabilità sono formate come ricercatori e assistite dagli esperti per svolgere la ricerca. Loro ragionano sui propri problemi che vogliono approfondire e decidono la metodologia di raccolta di informazioni. Sono sempre loro che ragionano sulle informazioni raccolte, e ne traggono le conclusioni. Ciò significa che in una ricerca emancipatoria, le persone con disabilità hanno il potere decisionale su tutti gli aspetti della ricerca.<br /><br />RED hanno bisogno degli esperti (compreso academici, specialisti, pedagogisti, e rappresentanti delle DPO) – essi hanno il compito di sostenere le diverse fasi della ricerca.<br /><br />Le RED sono basate sul modello sociale della disabilità e seguono i principi della Convenzione Internazionale sui Diritti delle Persone con Disabilità (CRPD).<br /><h3 style="text-align: left;">Realizzare RED</h3>La metodologia della ricerca emancipatoria può essere utilizzata con tutti i gruppi vulnerabili, anche se la mia esperienza personale è focalizzata soprattutto sul tema della disabilità.<br /><br />Verso la metà degli anni 1990, i primi progetti di RED sono stati realizzati da persone con disabilità che studiavano nelle università inglesi. Da allora, il concetto è stato adottato da altri e sperimentato in diversi paesi sviluppati. Alcuni ricercatori di RED, che studiavano nelle università occidentali, sono andati nei paesi in via di sviluppo per svolgere le loro ricerche in collaborazione con le comunità locali.<br /><br />Invece sono state rare le esperienze di RED, sviluppate e sperimentate interamente nei paesi meno sviluppati. Tra le organizzazioni impegnate nella cooperazione internazionale, <a href="http://www.aifo.it/" target="_blank">AIFO</a> ha colto l’innovazione di questa metodologia ed ha cercato di sperimentarla nei suoi progetti.<br /><br />Nei progetti AIFO, tra il 2009-2019, sono state realizzate 7 iniziative di RED. Voglio presentare brevemente 6 di queste iniziative, nelle quali ero coinvolto, realizzate in India, Palestina, Italia, Liberia e Mongolia.<br /><h3 style="text-align: left;">RED – SPARK, India (2010)</h3>Il progetto aveva identificato e formato come ricercatori 16 persone disabili (8 donne e 8 uomini). Altre 8 persone disabili erano state formate per svolgere il ruolo di facilitatori durante le riunioni. Tra questi 24 individui, vi erano persone con diversi tipi di disabilità compreso quelle intellettuali, quelle dovute alla lebbra e quelle legate alle malattie mentali. Qualcuno di loro aveva frequentato l’università mentre alcuni di loro erano analfabeti. Rappresentavano vari gruppi di età.<br /><br />I ricercatori avevano identificato 16 temi prioritari e poi organizzato incontri residenziali di 4 giorni su ciascun tema. Su alcuni temi, vi erano riunioni separate degli uomini e delle donne. Circa 350 persone con disabilità avevano partecipato alle riunioni residenziali e complessivamente la ricerca aveva coinvolto circa 3000 persone.<div><br /><div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjGkafFCuURqNXd6A31NlrRkF1fjLjoLP5CCOqtYYjzJYM5nMNMxZ2AJ9px57LzeYF5yrBpagW1ws29wS4flFlqctmvSspNGqmlsFuVqMkKn8pMZied3yEZlHqu8QTVxnpwpo24flWjD87UvkMHw_bHVQYRK3UHsr0XfLhRfFvEAo41S6MT5ge5hB1mPQ/s620/ricerca_emancipatoria_01.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="429" data-original-width="620" height="442" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjGkafFCuURqNXd6A31NlrRkF1fjLjoLP5CCOqtYYjzJYM5nMNMxZ2AJ9px57LzeYF5yrBpagW1ws29wS4flFlqctmvSspNGqmlsFuVqMkKn8pMZied3yEZlHqu8QTVxnpwpo24flWjD87UvkMHw_bHVQYRK3UHsr0XfLhRfFvEAo41S6MT5ge5hB1mPQ/w640-h442/ricerca_emancipatoria_01.jpg" width="640" /></a></div><br /><div style="text-align: center;"><br /></div>La foto sopra presenta i ricercatori con alcuni membri del gruppo degli esperti, che comprendevano ricercatori academici, specialisti e rappresentanti delle DPO. Nella foto c’è anche il dott. Enrico Pupulin, ex-responsabile del reparto di Disabilità e Riabilitazione dell’Organizzazione Mondiale della Salute (OMS), il quale ha dato un grande contributo allo sviluppo della metodologia di Riabilitazione su Base Comunitaria ed è stato uno dei primi sostenitori della RED.<br /><h3 style="text-align: left;">RED – Bidar, India (2013)</h3>Era focalizzata sul tema della violenza subita dalle persone con disabilità. Tra i ricercatori, vi erano diverse persone con personali esperienze di violenza.<br /><br />Questa ricerca aveva riscontrato diversi problemi. Anzitutto, aveva i tempi molto stretti e non vi era sufficiente tempo per il follow-up. Dall’altra parte, la ricerca aveva fatto emergere una situazione grave e diffusa di violenze subite dalle persone con disabilità, con poche possibilità di trovare un sostegno nelle famiglie e nelle comunità. La situazione richiedeva tempo e risorse per rispondere ai bisogni emersi, in collaborazione con le altre organizzazioni presenti sul territorio.<br /><br />Inoltre, la parte quantitativa della ricerca con le sue analisi statistiche era troppo difficile da capire per i ricercatori.<br /><br />La foto sopra presenta un momento durante la formazione dei ricercatori mentre essi esercitavano le tecniche di fare le domande durante le interviste. “Role Play”, ciò è, i giochi di ruolo, sono una parte fondamentale della formazione dei ricercatori.<br /><h3 style="text-align: left;">RED – Gaza, Palestina (2014)</h3>Ero coinvolto soltanto nella prima fase di questa ricerca, soprattutto nella formazione delle ricercatrici. Questa era la mia unica esperienza di RED che coinvolgeva soltanto le donne con disabilità.<br /><br />Il gruppo delle ricercatrici comprendeva 4 donne sorde (che si vedono nella foto sotto), che è uno dei gruppi difficili da coinvolgere in una RED perché devono essere accompagnate da persone che possono capire e tradurre il linguaggio dei segni, spesso difficili da trovare nelle aree rurali dei paesi meno sviluppati. In questo caso, il progetto era riuscito a garantire il sostegno dei traduttori.</div><div><br /></div><div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi2NiIJ_tQy99EiSyqg1ebpw8y_XsQIicbvaGNF4MaUSspUB1hg0PYt6xtWpsWGEMpyUVzi9bpvYVwZMQECt-ClNCkH2hXkLUquGcwKTDauBpP-XgF4f-tARdCDMt81icpoSCvvGor9rTzCYs_VSIqPBOJ6LQJJSju3wOtZxLYQOR9rttd01S3OeIxPoA/s620/ricerca_emancipatoria_03.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="480" data-original-width="620" height="496" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi2NiIJ_tQy99EiSyqg1ebpw8y_XsQIicbvaGNF4MaUSspUB1hg0PYt6xtWpsWGEMpyUVzi9bpvYVwZMQECt-ClNCkH2hXkLUquGcwKTDauBpP-XgF4f-tARdCDMt81icpoSCvvGor9rTzCYs_VSIqPBOJ6LQJJSju3wOtZxLYQOR9rttd01S3OeIxPoA/w640-h496/ricerca_emancipatoria_03.jpg" width="640" /></a></div><br /><div style="text-align: center;"><br /></div>Questa ricerca aveva evidenziato come le barriere legate alle disabilità si sommavano alle barriere imposte dalla difficile situazione politica e sociale in Palestina.<br /><h3 style="text-align: left;">RED – Ponte San Niccolò, Italia (2016-17)</h3>Questa ricerca riguardava le persone anziane che vivono nel comune di Ponte San Niccolò alle porte di Padova nel nord-est di Italia, ed è stata la mia unica esperienza di RED che non si limitava al tema della disabilità ma aveva un focus più ampio.<br /><br />Questa ricerca coinvolgeva diversi esperti dell’Università di Padova e dopo una fase iniziale svolta dalle persone anziane, era stata allargata ad uno studio quantitativo più approfondito sulla situazione degli anziani, svolto da volontari appositamente formati.<br /><br />Per questo motivo, il ruolo delle persone anziane coinvolte nella ricerca era limitato solo alle prime fasi dell’indagine e da un’iniziativa RED, si era trasformata in una ricerca scientifica.<br /><h3 style="text-align: left;">RED – Mongolia (2018)</h3>Questa ricerca è tutt’ora in corso. La ricerca coinvolge circa 35 persone giovani con disabilità, tutti abitanti della capitale Ulaanbaatar, che sono stati formati come ricercatori. Tra loro vi sono molte persone con disabilità gravi compreso una persona con tetraplegia e un gruppetto di persone con paralisi cerebrale. In generale, loro hanno un livello alto di istruzione, compreso alcune persone con un dottorato.<br /><br />Il progetto è limitato alle aree urbane. Durante l’approfondimento su alcuni temi, qualche ricercatore ha voluto affrontare anche gli aspetti quantitativi. Un altro aspetto innovativo di questa ricerca è la presenza di alcuni funzionari governativi e alcuni quadri delle DPO come ricercatori - anche se all’interno del gruppo, loro sono presenti in veste individuale e non come rappresentanti delle istituzioni. Sarà interessante valutare l’impatto di questa presenza istituzionale in una RED.</div><div><br /></div><div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjENJmFA4dJ1bb_tpdxtw7nTuPw87JcAAn3yORIKB5xRzE0SsbGT9Wr9nhP6A0d2YeCVyi3S5wB75pr1gCRB8fdNc3U78AzWqG_B8Zo7mzR25vMFjLeBgKwrBn4F5_acLSadCarPU3uANZ-GSsH1LAo3qzJI88NIDQXPGQEhepnt7xDQml980DWoRHSqA/s620/ricerca_emancipatoria_05.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="430" data-original-width="620" height="444" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjENJmFA4dJ1bb_tpdxtw7nTuPw87JcAAn3yORIKB5xRzE0SsbGT9Wr9nhP6A0d2YeCVyi3S5wB75pr1gCRB8fdNc3U78AzWqG_B8Zo7mzR25vMFjLeBgKwrBn4F5_acLSadCarPU3uANZ-GSsH1LAo3qzJI88NIDQXPGQEhepnt7xDQml980DWoRHSqA/w640-h444/ricerca_emancipatoria_05.jpg" width="640" /></a></div><br /><div style="text-align: center;"><br /></div>La foto sopra presenta il gruppo degli esperti, dominata dalle donne, che sostiene questa ricerca e che comprende alcuni academici, alcuni funzionari governativi, qualche specialista e qualche rappresentante delle DPO.<br /><h3 style="text-align: left;">RED – Liberia (2018)</h3>Anche questo progetto è tutt’ora in corso e dovrebbe concludere nel 2020. La ricerca svolge in 3 distretti rurali del paese e comprende alcune zone con grandi difficoltà logistiche. Il gruppo di ricercatori è piccolo (12 persone, 75% maschi) e molti di loro rappresentano un basso livello socioeconomico con poca istruzione.<br /><br />La Liberia ha affrontato lunghi anni di guerra civile finita 15 anni fa e una grave epidemia di Ebola tra 2014-16. Entrambi questi eventi continuano avere i loro riflessi sulla vita delle persone del paese e influiscono anche sulla ricerca.</div><div><br /></div><div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjTKMqRar2EDw2SME0bkwgJ7vmwAd4gju77goGrLE6dqc2VO9V2tOyt7DGCeOdQsOA01BTNdpUsqEmDzXxELe_eGNQqEvblA3Q-z5V1zRrdwfUdNPm0NbalyGgJuF5o0hxdRm23wpW1g27aEffj0TetrT5HU-cxVQIZB2dax2irBris9PneJCdIspTDrQ/s620/ricerca_emancipatoria_06.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="430" data-original-width="620" height="444" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjTKMqRar2EDw2SME0bkwgJ7vmwAd4gju77goGrLE6dqc2VO9V2tOyt7DGCeOdQsOA01BTNdpUsqEmDzXxELe_eGNQqEvblA3Q-z5V1zRrdwfUdNPm0NbalyGgJuF5o0hxdRm23wpW1g27aEffj0TetrT5HU-cxVQIZB2dax2irBris9PneJCdIspTDrQ/w640-h444/ricerca_emancipatoria_06.jpg" width="640" /></a></div><br /><div style="text-align: center;"><br /></div>Le persone scelte come ricercatori, sono soprattutto persone con disabilità fisiche mentre le altre disabilità sono poco rappresentate. Nelle prime indagini condotte da questi ricercatori, si evidenziano molte difficoltà sia per la raccolta di informazioni che per capire il ruolo dei ricercatori.<br /><h3 style="text-align: left;">Mongolia e Liberia</h3>In confronto ai ricercatori in Mongolia, il gruppo Liberiano parte con molti più svantaggi e barriere, anche se i suoi ricercatori hanno disabilità meno gravi.<br /><br />Le informazioni raccolte, il livello di discussioni e le strategie proposte per superare le barriere identificate, sono molto diverse nelle ricerche in corso nei due Paesi.<br /><br />Nonostante tutte le differenze, penso che ciascuna ricerca, in modo suo, innesca significativi processi di empowerment tra i partecipanti. Queste differenze sono la ricchezza della RED ed è importante riconoscere e valorizzare queste differenze per cogliere i cambiamenti che queste ricerche possono portare.<br /><br />Gli obiettivi di una ricerca emancipatoria sono scelti dai ricercatori. Se i ricercatori hanno un basso livello di istruzione e vivono nei paesi con poche infrastrutture e servizi, i loro obiettivi, le loro capacità di raccogliere informazioni e le loro strategie proposte per superare le barriere, saranno diverse da quando i ricercatori sono persone istruite e vivono nei paesi più sviluppati.<br />Informazioni Raccolte Nelle RED<br /><br />In generale, le ricerche emancipatorie focalizzano sulle informazioni qualitative. La metodologia RED non è adatta alle indagini quantitative. Come spiegato sopra, in qualche ricerca vi sono individui con capacità di lavorare anche sui dati quantitativi, ma difficilmente i gruppi riescono a ragionare sopra e capire il significato di questi dati.<br /><br />Spesso gli esperti sono delusi quando guardano le informazioni raccolte in una RED, soprattutto nelle fasi iniziali. Invece con tempo, la qualità delle informazioni raccolte migliora, e si vedono i collegamenti tra le caratteristiche specifiche sociali e culturali delle persone e le barriere che essi incontrano.<br /><br />Oltre alla raccolta delle informazioni in maniera sistematica, l’obiettivo della RED è di promuovere riflessioni sul significato di quelle informazioni tra i ricercatori e le comunità. Loro ragionano su che cosa possono fare per superare le difficoltà identificate. Sono queste riflessioni che promuovono l’empowerment delle persone e spesso stimolano la nascita di azioni comunitarie. In questo senso, una ricerca emancipatoria, spesso diventa una “ricerca azione”, anche se è difficile prevedere o programmare le azioni che potrà far scaturire.<br /><h3 style="text-align: left;">Difficoltà di Realizzare una RED</h3>Spesso le iniziative di RED sono parte di programmi più ampi. Il personale di questi programmi e gli esperti che sostengono la ricerca, possono avere delle aspettative non realistiche verso il suo processo. Inoltre, spesso questi non capiscono la gradualità dei cambiamenti e qualche volta intervengono con troppa forza, interrompendo il processo.<br /><br />L’obiettivo principale di RED è di promuovere l’empowerment delle persone ma non sappiamo come misurare questo empowerment. Alcune metodologie sono state proposte per misurare l’empowerment, per esempio, dalla Banca Mondiale, ma esse sono difficili da applicare nel contesto di RED. A livello aneddotico, possiamo avere molte storie raccontate dalle persone coinvolte nella RED che testimoniano il loro empowerment, ma queste storie non sono sufficienti come indicatori.<br /><br />Un’altra difficoltà riguarda l’identificazione della persona che dovrebbe documentare tutto il processo della ricerca. Per svolgere questo lavoro, idealmente abbiamo bisogno di qualcuno istruito e capace, che può ascoltare i ricercatori con empatia senza cercare di influenzarli o di dominarli – e questo è difficile.<br /><br />Le discussioni durante le riunioni formali di RED sono una piccola parte del suo processo. Quando parte il processo di ricerca, vi può essere una grande vivacità di discussioni e attività tra i ricercatori e tra loro e le comunità, ma tutto questo avviene fuori dalle riunioni formali e non sempre i responsabili della documentazione hanno la possibilità di raccogliere queste informazioni.<br /><br />In fine, le discussioni e le interviste sul territorio avvengono nelle lingue locali. Nelle riunioni formali, i tempi sono limitati e spesso i ricercatori non sanno esprimersi bene. Alcune parole e concetti delle lingue locali sono difficili da tradurre. Tutte queste difficoltà creano barriere per la raccolta di queste informazioni nei rapporti.<br /><br />Per esempio, in un progetto di RED in India, i ricercatori avevano raccolto 18 ore di testimonianze video delle persone dei villaggi. La maggior parte di queste testimonianze erano nei vari dialetti della lingua locale, che variano secondo i villaggi. I traduttori basati nelle città non erano in grado di capirli. Per la loro trascrizione bisognava girare nei villaggi e parlare con le persone locali, il che richiedeva tempo e risorse. Per cui non è stato possibile utilizzare queste testimonianze per documentare la ricerca.<br />Conclusioni<br /><br />La ricerca emancipatoria non può sostituire le ricerche tradizionali, ma essa può fornire informazioni che sono difficili da raccogliere in altri tipi di ricerche. Nei programmi comunitari, questo approccio alla ricerca può promuovere la partecipazione e inclusione dei gruppi vulnerabili, e allo stesso momento, può stimolare l’avvio di diverse attività da parte dei gruppi emarginati per contrastare la propria esclusione.<br /><br />Ricerca emancipatoria può essere realizzata soltanto come un’attività inserita dentro un programma comunitario più ampio, perché richiede la piena partecipazione della comunità. Essa deve essere vista come un processo e ha i suoi tempi di realizzazione.<br /><br />RED può fornire informazioni specifiche legate al contesto e alla cultura locale delle persone, difficili da raccogliere altrimenti, e promuove empowerment delle persone disabili coinvolte nella ricerca.<br /><br />La metodologia della RED è nuova e ha bisogno di essere sperimentato. Diversi aspetti della RED, come per esempio, la misurazione dell’empowerment, hanno bisogno di essere definiti.<div><br /></div><div>***</div></div></div>Sunil Deepakhttp://www.blogger.com/profile/05781674474022699458noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3094424800734890001.post-92194327347724749592019-03-18T10:49:00.001+01:002022-08-22T11:10:54.714+02:00Pagine del Diario: Viaggio in IndiaHo passato in India i primi due mesi di questo anno, in parte per lavoro e in parte per qualche settimana di ferie con le mie due sorelle. Avevo due impegni di lavoro - visitare un vecchio lebbrosario e condurre una piccola ricerca sulla disabilità.<br /><br />La visita non è andata come l’avevo programmata. Sono stati dei malintesi con il progetto dove dovevo condurre la ricerca e alla fine ho dovuto rinunciarla. Inoltre, la nostra riunione famigliare è stata fortemente condizionata dall’improvvisa scomparsa di una cugina, alla quale ero molto legato.<br /><br />Con questo mio diario, voglio condividere alcune mie impressioni di questo viaggio, a cominciare dall’India che cambia.<br /><h3 style="text-align: left;">L’India che cambia</h3>La costruzione della metropolitana di Delhi fu iniziata nel 1998 e il primo piccolo tratto fu completato soltanto nel 2002. Oggi 17 anni dopo, il sistema comprende 8 linee che insieme coprono 327 chilometri e 236 fermate, e i lavori continuano.<br /><br />Infatti, la crescita del sistema è così veloce che dovete continuamente cercare nuove mappe della metro sull’internet perché le mappe stampate non riescono a starci dietro. Queste linee hanno creato un servizio di trasporto pubblico che arriva dappertutto in questa metropoli di 19 milioni di abitanti.<div><br /><div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEghOGAKeZDtUIo_X4otIaqDB6i1DY8UEiSHzO7wjH09Dw4XyONrzGz4ArnRdZcibSHsI5FTK6yqNhK9bblxkchl9uAfdsSIWhQYWynf6XZ4MeMZjzut-aRMZ2i9U9Iak77hPJOjzyQaF8OysvvKRECwyLdBci-r7ZrESi8Fle6p_PioxjbuJ0zWRORe1A/s461/india_02.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="461" data-original-width="400" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEghOGAKeZDtUIo_X4otIaqDB6i1DY8UEiSHzO7wjH09Dw4XyONrzGz4ArnRdZcibSHsI5FTK6yqNhK9bblxkchl9uAfdsSIWhQYWynf6XZ4MeMZjzut-aRMZ2i9U9Iak77hPJOjzyQaF8OysvvKRECwyLdBci-r7ZrESi8Fle6p_PioxjbuJ0zWRORe1A/w556-h640/india_02.jpg" width="556" /></a></div><br /><div style="text-align: center;"><br /></div>Viaggiare con la metropolitana è il migliore modo per vedere il cambiamento in atto in India. Nei suoi treni si vede un’India prevalentemente giovane e dalle loro facce è difficile capire le loro provenienze. La maggior parte, quando non parlano con gli altri, hanno gli occhi fissi sui cellulari, spesso a guardare qualche video.<br /><br />India è sempre stata una società molto gerarchica. Invece nella metro, i ragazzi provenienti da famiglie meno benestanti si siedono accanto a quelli ricchi ed è difficile distinguere tra di loro. Le caste non sono più importanti. I ragazzi ricchi parlano soprattutto in inglese e hanno accenti diversi. Mentre quelli delle famiglie meno benestanti parlano soprattutto le lingue indiane. Tutti sembrano molto sicuri di sé.<br /><br />Fuori dalla metropolitana, la città sta cambiando con nuove autostrade, cavalcavie e strade sopraelevate, tutte piene di macchine e un crescente inquinamento. Le 10 dieci città più inquinate del pianeta sono tutte in India. Le nuove periferie sono piene di centri commerciali e nuovi grattacieli che spuntano come funghi giganti da tutte le parti.</div><div><br /></div><div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgaiEfbzOtspriL2vu1-5-bSNoKMQEYEsUhmey6RzOuZiDYIRBPxqnSxV1eFXflE-ORlJmyHq5iGcfmiodXVUbR0s-8c1_-t6OJQ5ue-H5_UCo9XPYjkhyEojZRLBId4eJNBPVwq_uIzRCvZztlh6erEgtUB7jlL7CIJ7fJcuBbcKsDJqTXnQ4lKEuUxQ/s620/india_01.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="429" data-original-width="620" height="442" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgaiEfbzOtspriL2vu1-5-bSNoKMQEYEsUhmey6RzOuZiDYIRBPxqnSxV1eFXflE-ORlJmyHq5iGcfmiodXVUbR0s-8c1_-t6OJQ5ue-H5_UCo9XPYjkhyEojZRLBId4eJNBPVwq_uIzRCvZztlh6erEgtUB7jlL7CIJ7fJcuBbcKsDJqTXnQ4lKEuUxQ/w640-h442/india_01.jpg" width="640" /></a></div><br /><div style="text-align: center;"><br /></div>È soltanto nella vecchia città di Delhi che uscire dalla stazione di metropolitana sembra portarci direttamente dal ventunesimo secolo al medioevo. Nelle stazioni della metropolitana, con le loro esposizioni d’arte e le piastrelle lucidate, potrete pensare di essere a New York. Invece tornati sulla superfice, il panorama della città vecchia con il groviglio dei fili elettrici e il traffico caotico con le immancabili mucche è rimasto quello di sempre.<br /><h3 style="text-align: left;">E i poveri?</h3>Si dice che la povertà è diminuita e in generale, l’affermazione sembra vera, soprattutto nelle città grandi. Invece nelle città più piccole, nelle aree rurali e tra i gruppi indigeni che vivono nelle foreste, i poveri si vedono ancora, ma meno di prima.<br /><br />Una sera in una piccola città nel sud dell’India ho avuto un'incontro particolare. Avevo un cestino con la mia cena che mi ero fatto preparare dall’albergo ed ero seduto su una panca non lontano dalla stazione ferroviaria. Dovevo aspettare qualche ora per il mio treno, così decisi di mangiare. Poco dopo vidi dalla coda dell’occhio, un piccolo gruppo di persone a passare davanti. Il gruppo si fermò poco dopo e uno di loro si girò verso di me.<br /><br />Aveva forse 17-18 anni. Era magrissimo con la faccia scavata e guardava con desiderio il cestino che tenevo sulle gambe. Suo sguardo fu così intenso e supplichevole che non potei resistere - ho allungato il cestino verso di lui. Preso il cestino, il gruppetto si è subito allontanato. Tutto era successo in un attimo. Soltanto dopo qualche minuto avevo pensato che potevo accompagnarli alla stazione e offrirli qualcos’altro da mangiare, ma erano già spariti tra la folla.<br /><br />Ogni volta che penso allo sguardo di quel ragazzo, mi commuovo.<br /><h3 style="text-align: left;">Azam, il Bambino Barbiere</h3>Vicino alla casa di mia sorella, c’è il negozio di un barbiere dove vado di solito per farmi tagliare i capelli. Questa volta quando sono arrivato al negozio, non c’era il solito ragazzo. Al suo posto c’era un ragazzino che dichiarava di avere 15 anni, ma mi sembrava molto più giovane. Lui mi ha assicurato che aveva già molta esperienza e sapeva il mestiere.<br /><br />Era basso e per tagliare i miei capelli, dovevo abbassare le mie spalle e farmi andare giù sulla sedia, altrimenti non riusciva ad arrivare alla parte superiore della mia testa.<br /><br />Lui si chiamava Azam e veniva da un villaggio nei pressi della città di Rampur, dallo stato di Uttar Pradesh. Aveva studiato soltanto fino alla prima media. Mi aveva raccontato che non gli piaceva studiare e anche se suo padre non voleva che lui abbandonasse gli studi, lui aveva preferito imparare il mestiere di barbiere e cominciare a lavorare. Mi ha detto che era contento della sua scelta. Mi aveva parlato anche della sua famiglia, della sua mamma e del piccolo figlio del fratello, al quale voleva bene.<br /><br />Mentre mi parlava della famiglia, per qualche minuto, era scomparsa la sua maschera di ometto sicuro di sé. Sembrava il bambino che era, al quale mancava la mamma e la famiglia.<br /><h3 style="text-align: left;">Un’Immersione nell’Arte</h3>Ero di passaggio a Kochi, dove era in corso il biennale internazionale d’arte, e così ho potuto visitare i vari luoghi della mostra. Vi erano molte opere che mi sono piaciute. Ho apprezzato particolarmente le opere di Cyrus Kabiru (Kenya), Durga Bai (India), Georges Rousse (Francia) e Heri Dono (Indonesia).</div><div><br /></div><div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj5kUfkCw7rINyEAt2RSxiAxg-PdSt52Rb8h3YiRgf2UWUHfvopOjl3SwdsfkeYUtRMJb6GmZUpuQ0yCnVSwULjAyOTqwRo0PYajpaVOYXbfAJfDqL_X93bOrVIussYxpOM6re-JgXt850UyOzLooXG0HCrL20uBRhzGqOn1ug7fRdFaMhx1Z27jYR4dg/s620/india_04.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="430" data-original-width="620" height="444" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj5kUfkCw7rINyEAt2RSxiAxg-PdSt52Rb8h3YiRgf2UWUHfvopOjl3SwdsfkeYUtRMJb6GmZUpuQ0yCnVSwULjAyOTqwRo0PYajpaVOYXbfAJfDqL_X93bOrVIussYxpOM6re-JgXt850UyOzLooXG0HCrL20uBRhzGqOn1ug7fRdFaMhx1Z27jYR4dg/w640-h444/india_04.jpg" width="640" /></a></div><br /><div style="text-align: center;"><br /></div>Una mattina ho avuto una lunga discussione sul mondo dell’arte nell’India odierna con l’artista Raju Sutar, venuto da Pune. Lui aveva curato una mostra speciale al Biennale, che era intitolata “Anche i pensieri sono materia”. Era una discussione molto intesa e animata. Amo questo tipo di incontri non programmati.<br /><br />Oltre a Kochi, questa volta ho trovato una vivacità di eventi artistici in India che prima non c’era. Per esempio, durante la mia permanenza a Delhi, vi è stata la fiera nazionale dell’arte, il festival dell’arte Imagine e il festival dell’arte di strada "<b>Lodhi Street Art Project</b>".<br /><br />Una mattina, sono andato a girovagare per le strade di Lodhi Colony, un quartiere di Delhi dove vivono i dipendenti pubblici e dove il progetto Lodhi Street Art era in corso con alcuni artisti indiani e internazionali, a creare arte sui muri delle case. Se siete in visita a Delhi e avete una mattina libera, andate a passeggiare per le strade di Lodhi Colony, vicino ai giardini Lodhi, dove potete visitare alcune tombe molto belle del 14° e 15° secolo. Le opere murarie si trovano sulle strade che incrociano con Jorbagh road nella zona che va da Meherchand Market a Khanna Market (potete trovare entrambi i punti sul Google Maps).</div><div><br /></div><div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi3qkk7ofym9RC8BCKVqUBlON42C07rj6FOtUuNZMaTrDcEdhe_rD57hygqxyG_uHLY4TAcD4_GNZavcCGQszbkOn97MGUATuDpHPJVcrPowz_JpxvwW_ua0NJtgIEHy7MuF8IPuJEuPeceGJD7bIHfsPHJnAnNIkWvC2pwaf6P6XU1pXKXasPHZ7J0vg/s620/india_05.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="430" data-original-width="620" height="444" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi3qkk7ofym9RC8BCKVqUBlON42C07rj6FOtUuNZMaTrDcEdhe_rD57hygqxyG_uHLY4TAcD4_GNZavcCGQszbkOn97MGUATuDpHPJVcrPowz_JpxvwW_ua0NJtgIEHy7MuF8IPuJEuPeceGJD7bIHfsPHJnAnNIkWvC2pwaf6P6XU1pXKXasPHZ7J0vg/w640-h444/india_05.jpg" width="640" /></a></div><br /><div style="text-align: center;"><br /></div><h3 style="text-align: left;">La Scuola di Kalamandalam</h3>Il centro di Kalamandalam nei pressi della città di Thrissur, è famosa per l’insegnamento delle danze classiche e della musica tradizionale. Avevo sentito parlare di questa scuola da alcuni amici. Ho passato un giorno a visitare questo centro, ed è stata una visita emozionante.<br /><br />Alla mattina, gli studenti si dedicano alle lezioni pratiche nella zona “kalari” del centro mentre in pomeriggio vi sono le lezioni teoriche nelle aule. Per cui, dovete andarci alla mattina (visitatori sono ammessi dalle 09,30 in poi) e visitare la zona Kalari della scuola, dove sentirete il suono dei tamburi di vari tipi e dove troverete i ragazzi di varie età impegnati in danze, canti e musica. Potete guardare dentro le aule dalle enormi finestre o eventualmente appostandovi in un angolo delle aule. Le lezioni pratiche finiscono alle 13,00.</div><div><br /></div><div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjfbENrq9ODmq06r3DQsG0ENDScPLK3Sf9RgU95s1tw3ZfSP1vGB1cV0WMea46vWSfkLVOvDcPXT8DnNtIGNO7msz9C6TomlfwwnJQTZuLRXBp6VqjMHLHhKRaAClS_o4DvV5gBElTT1Kb3aByYkAysBY76BnslvYbkkLAdcVQJQL9CYTqKoG3oypME5g/s620/india_06.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="430" data-original-width="620" height="444" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjfbENrq9ODmq06r3DQsG0ENDScPLK3Sf9RgU95s1tw3ZfSP1vGB1cV0WMea46vWSfkLVOvDcPXT8DnNtIGNO7msz9C6TomlfwwnJQTZuLRXBp6VqjMHLHhKRaAClS_o4DvV5gBElTT1Kb3aByYkAysBY76BnslvYbkkLAdcVQJQL9CYTqKoG3oypME5g/w640-h444/india_06.jpg" width="640" /></a></div><br /><div style="text-align: center;"><br /></div>Ho passato 3 ore magiche in questa scuola e mi piacerebbe molto tornarci. La lezione che mi ha emozionato di più era quel del canto in stile carnataka. Sentire l'insegnante tessere dei disegni molto complessi con la sua voce e poi, sentire gli studenti che cercavano di ripeterli, era esilerante.<br /><h3 style="text-align: left;">I Templi di Halebidu e Belur</h3>Il lebbrosario che dovevo visitare era nel distretto di Hassan, nello stato di Karnataka nel sud dell’India. Questa è stata un’opportunità per visitare i templi di Halebidu e di Belur, costruiti tra il 9° e il 12° secolo e riconosciuti dall’UNICEF come patrimonio dell’Umanità. Le pareti dei templi in entrambe le città sono ricoperte da bellissime sculture. L'immagine sotto è delle sculture dal tempio di Belur - la donna con uccellino - e dà un'idea della bellezza di questi templi scolpiti in pietra.</div><div><br /></div><div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjTCj0yzofslcqo4bh98CWTSe2Uvew9DsPU0Q0nIEfT6S_z4YtEP8MUYOPLAC7kz42UXOm6S4yXwyLNb2L1r0whvbgj9p_VoMOjwpB3ub2ofnTZN9kUNjKTCWaWPoLccBkyytJ7UZeU9OIpEGMXVRPbymSZsJ9FvD1H68eshgLxdzdB-7SLqjwX2HFLZw/s620/india_07.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="430" data-original-width="620" height="444" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjTCj0yzofslcqo4bh98CWTSe2Uvew9DsPU0Q0nIEfT6S_z4YtEP8MUYOPLAC7kz42UXOm6S4yXwyLNb2L1r0whvbgj9p_VoMOjwpB3ub2ofnTZN9kUNjKTCWaWPoLccBkyytJ7UZeU9OIpEGMXVRPbymSZsJ9FvD1H68eshgLxdzdB-7SLqjwX2HFLZw/w640-h444/india_07.jpg" width="640" /></a></div><br /><div style="text-align: center;"><br /></div>I templi sono molto belli, e sono poco conosciuti, per cui hanno pochi visitatori internazionali. Per esempio, in un tempio del tredicesimo secolo a Halebidu, quando sono arrivato, ero l’unico turista insieme ad alcuni ragazzi locali che probabilmente avevano marinato la scuola, e si prestavano a farmi da guida.<br /><h3 style="text-align: left;">Il raduno sacro di Kumbh</h3>La nostra vecchia casa paterna era nella città di Prayagraj (vecchio nome Allahabad). Una delle mie sorelle era nata in quella città. È una delle 4 città indiane dove si tiene il grande raduno di Kumbh ogni 12 anni, che riunisce milioni di indiani.<br /><br />Il raduno di Kumbh è legato ad un vecchio mito che parla del nettare dell’immortalità caduto giù da un vaso (kumbh) in 4 luoghi diversi dell’India. Prayagraj è il primo e il più importante di questi 4 luoghi.<br /><br />Anche mia cugina Mini didi era nata in questa città. Aveva insegnato all’università di Delhi ed era andata in pensione qualche anno fa. Il 16 febbraio, mentre era a pranzo presso la casa di amici, aveva avuto un malore ed era deceduta improvvisamente. I suoi due figli che erano negli Stati Uniti, erano tornati in India per il suo funerale e avevano voluto portare le ceneri della loro mamma a Prayag per disperderle nel Gange, dove stava per finire il raduno di Kumbh.<br /><br />Quest anno il raduno è durato 50 giorni e in questo periodo, secondo il governo, intorno a 240 milioni di persone hanno visitato Prayag per fare un bagno nel Gange, sopratutto nella zona dove il Gange si riunisce con il fiume Yamuna.</div><div><br /></div><div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiCii8LcuzAmKxI3xRv_HqiBcI1RmThKspHG7oeDvXB0qlMSJOsNBaB-EU1HchyCEPDglthisaT_2XVIFPThTAboevk4fV8_Q_92AcydWxGQIjNHoqavjRq3_1S8x9_BbEbKiZLbmba3rJXHtQGnGHLhvDIx71EVYk2fNp_9NDwVLgCGprIt1MQSTc3HQ/s620/india_09.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="430" data-original-width="620" height="444" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiCii8LcuzAmKxI3xRv_HqiBcI1RmThKspHG7oeDvXB0qlMSJOsNBaB-EU1HchyCEPDglthisaT_2XVIFPThTAboevk4fV8_Q_92AcydWxGQIjNHoqavjRq3_1S8x9_BbEbKiZLbmba3rJXHtQGnGHLhvDIx71EVYk2fNp_9NDwVLgCGprIt1MQSTc3HQ/w640-h444/india_09.jpg" width="640" /></a></div><br /><div style="text-align: center;"><br /></div>Io e le mie 2 sorelle, eravamo a Delhi. Abbiamo accompagnato i due ragazzi in questo viaggio e così per la prima volta nella vita ho partecipato al raduno di Kumbh. Avevamo prenotato alcuni tendoni nell’enorme città delle tende allestita per i pellegrini sulle rive del Gange. Quando siamo arrivati a Prayag, oramai il raduno era finito, ma comunque, vi erano ancora più di un milione di pellegrini accampati in questa zona.<br /><br />La nostra permanenza a Prayag era molto breve. Il momento più emozionante di questo viaggio per me era quello di vedere la casa dove era nato il mio papà e dove era arrivata mia mamma come sposa dopo il matrimonio. Quando avevo qualche anno, ero già stato in quella casa, ma questa era la prima volta che l’avevo vista da grande.<br /><h3 style="text-align: left;">Il Teatro di Strada</h3>Tra le diverse forme di arte, il teatro è quello che mi attira meno. Invece questa volta ho avuto l’occasione di vedere alcuni spettacoli di teatro di strada realizzati dagli studenti universitari di Delhi e li ho trovati molto coinvolgenti.<br /><br />Spesso il teatro di strada è utilizzato per parlare di problemi sociali. Diverse scuole universitarie di Delhi hanno gruppi teatrali molto attivi. Gli spettacoli che ho guardato toccavano temi molto diversi tra di loro – dalla scomparsa delle lingue parlate dalle minoranze etniche alla violenza sessuale. E' stata un'esperienza molto coinvolgente.</div><div><br /></div><div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjzFGpV1UYpLuEDGPFCcf0Ym9DUJyhxI8U_UZiYub18Nyaz7FYhz_Cwg56bhUcZatUu_wziDMwajmw9J8YzfUkqerk4OPtIxr1Y8xvrdwe9jdBMANtRGPI8uzLV_Kuxj4Mt4Y0c0DVdoaA0tv_YVFFcrYyWnOebeGH3KbS3VcK3OOijgKPgSB4hIcL3BA/s620/india_10.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="430" data-original-width="620" height="444" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjzFGpV1UYpLuEDGPFCcf0Ym9DUJyhxI8U_UZiYub18Nyaz7FYhz_Cwg56bhUcZatUu_wziDMwajmw9J8YzfUkqerk4OPtIxr1Y8xvrdwe9jdBMANtRGPI8uzLV_Kuxj4Mt4Y0c0DVdoaA0tv_YVFFcrYyWnOebeGH3KbS3VcK3OOijgKPgSB4hIcL3BA/w640-h444/india_10.jpg" width="640" /></a></div><br /><div style="text-align: center;"><br /></div><h3 style="text-align: left;">Conclusioni</h3>Sono rimasto in India per quasi due mesi. Ho potuto fare poco di quello che avevo programmato, ma è stata una visita densa di esperienze. Dalle mostre d'arte alla danza e al teatro di strada, le visite ai vecchi templi di Halebidu e Belur, e la visita al raduno di Kumbh, erano tutte esperienze intense.<br /><br />Mentre, io e mia sorella venuta dall’America, ci preparavamo a rientrare, era scoppiata una disputa tra India e Pakistan. Qualcuno parlava dell'imminente guerra. Invece sembra che alla fine è prevalso il buon senso.<p class="clear" style="background: rgb(255, 255, 255); clear: both; color: #080100; font-family: Georgia, "Times New Roman", Times, serif; font-size: 1.1em; line-height: 31.68px; max-width: 95%; vertical-align: baseline;"></p>******</div></div>Sunil Deepakhttp://www.blogger.com/profile/05781674474022699458noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3094424800734890001.post-3367194974197434632018-12-25T10:14:00.001+01:002022-08-25T11:23:06.548+02:00Grande Canyon e il Tè allo ZenzeroPiù passano gli anni, più sembra che passano veloci. I giorni, le settimane e i mesi, tutti sembrano sfrecciare via come un campione di sci in fuga da un branco di leoni. Non penso che l’analogia sia molto azzeccata, perché non credo che i leoni riescono a correre sulla neve. Inoltre non so sciare. Comunque, mi piace l’immagine di un branco di leoni bianchi con le fauci spalancate che mi seguono sulle nevi mentre cerco di far rallentare il passare del tempo.<br /><br />Più gli anni corrono veloci, più vorrei documentarli per me stesso. Per esempio, gli anni passati a Guwahati, nel nord-est dell’India, sembrano già svaniti dalla mia memoria. Per fortuna, ne avevo scritto su questo blog, così posso rileggere e rinfrescare la memoria.<div><br /></div><div>L'immagine qui sotto presenta un ragazzo che si prepara per diventare Thayyam, parte del rito sacro celebrato nel nord del Kerala in India, uno dei momenti emozionanti dei miei viaggi nel 2018.<div><br /><div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgGHcPisryg92GmpSxhlYCo8NQkd3iqOD8yZLN_OwiRTWAEDwPTHkUwKLAAxZZvk2eutJcEW0k3GqWbI6e_KW-vRiHJz5r0gk0pQhMpH4apk5qL5Ll2X3NWdlqbaIWlVJq_CBnNEFN0VdOO9ntrXC9-KFvwTChHjltGHoqqwmBAh0tYN8lpYOApOjhzIg/s620/diario_2018_01.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="430" data-original-width="620" height="444" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgGHcPisryg92GmpSxhlYCo8NQkd3iqOD8yZLN_OwiRTWAEDwPTHkUwKLAAxZZvk2eutJcEW0k3GqWbI6e_KW-vRiHJz5r0gk0pQhMpH4apk5qL5Ll2X3NWdlqbaIWlVJq_CBnNEFN0VdOO9ntrXC9-KFvwTChHjltGHoqqwmBAh0tYN8lpYOApOjhzIg/w640-h444/diario_2018_01.jpg" width="640" /></a></div><br /><div style="text-align: center;"><br /></div>Dopo i primi viaggi internazionali alla fine degli anni 1980, non riuscivo più a ricordarli. Ho un vago ricordo di molti paesi che avevo visitato in quell’epoca. Posti come isola di Jersey, Messico, Bolivia, Nicaragua, nord-ovest del Brasile e il piccolo Lussemburgo – ricordo di esserci stato, ma se ci penso, non riesco a ricordare quasi niente. Invece, verso il 2003-04, ho cominciato a fotografare tutto con la macchina fotografica digitale, e per diversi anni, ciò mi aiutava a fissare gli eventi nella memoria. Invece, da un paio di anni, a forza di scattare migliaia di foto, ora ne anche le foto servono molto. L’unico modo di ricordare il passato, è quello di scriverne.<br /><br />In questo post, voglio ripercorrere i miei viaggi più belli del 2018.<br /><h3 style="text-align: left;">Alla Riscoperta del Sud dell’India</h3>Il mio primo viaggio del 2018 era in India. Avevo una riunione a Chennai sulla costa sud-orientale e poi dovevo andare ad un ospedale ayurvedico nello stato di Kerala, sulla costa sud-occidentale. Invece di prendere un volo da Chennai per Kochi, ho scelto un percorso stradale e ho fatto la strada più lunga, seguendo tutta la costa. Sono sceso giù da Chennai in autobus, con soste a Mahabalipuram e Pondicherry. Poi ho preso un treno da Villapuram per arrivare a Kanyakumari alla punta sud dell’India.<br /><br />Da Kanyakumari, sono risalito lungo la costa occidentale, di nuovo in autobus, con tappe a Tiruvanantpuram, Kochi, Kottamangalam, Kozhikode e Kannur. Poi ho proseguito in treno verso il nord, con fermate a Panjim in Goa e Mumbai in Maharashtra - in tutto circa 2000 km fatti in autobus e treno. Nell'immagine qui sotto, uno dei templi rupestri di Mahabalipuram.</div><div><br /></div><div><div style="text-align: center;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjedApd5HXzlt13YmgvU01zsCRmxbAAEQgPJlnNBAtofZ3s9EvW0DY_QuqCW8tEbSBUHy0OPgmsgG3u7GrKMbZvAkF2JCoGNsvGRu2Im1dk6ASqRcXcY8F9Br1_JhbOeYo1Yb0TI_fjDy_NmD-FwqD6erdAQWOTt7GJsWNFmVs1wrX-w1sIUg0B5lJ24Q/s620/diario_2018_02.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="430" data-original-width="620" height="444" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjedApd5HXzlt13YmgvU01zsCRmxbAAEQgPJlnNBAtofZ3s9EvW0DY_QuqCW8tEbSBUHy0OPgmsgG3u7GrKMbZvAkF2JCoGNsvGRu2Im1dk6ASqRcXcY8F9Br1_JhbOeYo1Yb0TI_fjDy_NmD-FwqD6erdAQWOTt7GJsWNFmVs1wrX-w1sIUg0B5lJ24Q/w640-h444/diario_2018_02.jpg" width="640" /></a></div><br /> </div>È stato uno dei viaggi più belli che ho fatto, pieno di emozioni forti. Ho ritrovato un amico che non vedevo da 25 anni. Sono andato a trovare un vecchio insegnante, che con il passare degli anni era diventato un amico e che era gravemente malato. Ho visto il sole sorgere dietro all’antico tempio sulla spiaggia di Mahabalipuram. Una mattina presto, sono andato a vedere i pescatori nei pressi di Kozhikode che tornavo dal mare. Ho visto la trasformazione di un ragazzo che si preparava per il rito sacro di Theyyam in un villaggio vicino a Kannur. Ho partecipato al carnevale di Goa. Ho tantissimi ricordi di questo viaggio che non vorrei dimenticare. Più volte durante l’anno, sono tornato a riguardare le foto scattate durante questo viaggio. In tutto ci ho messo circa un mese, compreso circa una settimana in un centro di cure ayurvediche nei pressi di Kothamangalam.<br /><h3 style="text-align: left;">Il Tè a Rishikesh</h3>Dovevo visitare una casa per gli ex-malati di lebbra vicino a Rishikesh. Era un’occasione per visitare le due città sacre dell’induismo, Rishikesh e Haridwar. L’ultima volta che ero stato da queste parti era circa 50 anni fa, nel 1968, l’anno della visita dei 4 Beatles che erano venuti al <i>ashram</i> di <b>Mahesh Yogi</b>.<br /><br />Quella volta eravamo andati a trovare il guru Mahesh Yogi e avevo intravvisto anche l’attrice americana Mia Farrow e uno dei Beatles, Ringo Starr. Ma era proprio il Guru con il suo gentile sorriso che mi aveva lasciato una grande impressione.<br /><br />Questa volta quando sono tornato a vedere il suo ashram, l’area era irriconoscibile. L’ashram oramai è chiuso da anni e sono cresciuti gli alberi e le piante tutto intorno, per cui da fuori non si vede più niente.<br /><br />Rishikesh rimane la metà preferita dei turisti occidentali. È piena di ashram, soprattutto le zone sulla riva occidentale del fiume Gange, dove i guru di vari tipi, vestiti di arancione, insegnano yoga e meditazione ai turisti. Anche se capisco le loro ragioni, e so che non può essere diversamente, lo sento come una mercificazione della spiritualità e ciò mi mette a disagio. Nell'immagine qui sotto, un <i>sadhu</i>, gli asceti che portano arancione, il colore della rinuncia ai beni materiali.</div><div><br /></div><div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjvwXNxw8WZYmac18nLgvtNdHDi--c94iaLo2_akQF1sonF_GLt6vIqnI_0KKH921d_5tf8QZJMILUUaQKA54esZQ1cwvTLaa-Lf4Sd7TlXq1swR-Q_09J5WV87l2m3NiuQvtBFix_DxZ0E3Ec2Ikzk_a18YE4FK0ibI_QBi0GN8uJ4tk8FGP5LA4ZH-g/s620/diario_2018_06.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="430" data-original-width="620" height="444" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjvwXNxw8WZYmac18nLgvtNdHDi--c94iaLo2_akQF1sonF_GLt6vIqnI_0KKH921d_5tf8QZJMILUUaQKA54esZQ1cwvTLaa-Lf4Sd7TlXq1swR-Q_09J5WV87l2m3NiuQvtBFix_DxZ0E3Ec2Ikzk_a18YE4FK0ibI_QBi0GN8uJ4tk8FGP5LA4ZH-g/w640-h444/diario_2018_06.jpg" width="640" /></a></div><br /><div style="text-align: center;"><br /></div>Alla fine ho preferito fermarmi lontano dalle zone dei turisti stranieri, in un hotel vicino a Triveni Ghat, sulla riva orientale, dove molti indiani anziani, si raggruppavano alla sera per stare insieme e parlare di yoga e di spiritualità. Stare con qualche gruppo per ascoltare le loro discussioni accompagnate da barzellette e gossip, era divertente. In occidente, i luoghi delle religioni e dei luoghi di preghiera, richiedono silenzio e un comportamento rispettoso. Invece la spiritualità popolare in India, è spesso soffusa da un senso di divertimento, canti e musica e di rumore delle chiacchiere.<br /><br />Vicino all’antico tempio di Tara Mata, avevo trovato una giovane signora con il suo carretto che preparava un tè squisito. Avevo osservato con attenzione la sua preparazione. La sua ricetta per il tè comprendeva un quarto d’acqua e tre quarti di latte intero, fatti bollire con le foglie di tè nero, un pezzettino di zenzero fresco pestato, un pezzettino di cannella e qualche chicco di cardamomo pestato. Dopo il ritorno in Italia, ho continuato a preparare il mio tè di mattino seguendo la sua ricetta.<br /><br />Avevo sentito dire che negli ultimi decenni, il fiume Gange era diventato molto più sporco e inquinato. Invece, durante la visita, mi aveva fatto piacere vedere che almeno fino a Haridwar, il fiume continuava ad avere le acque limpide e pulite. Lungo il fiume, in diversi punti, si celebrano alla sera il rito della preghiera, “Aarti”. Durante le preghiere i preti parlavano anche dell’importanza di non sporcare il fiume e di non usare la plastica. Forse anche questo ha contribuito a creare maggiore coscienza tra i pellegrini, che stanno più attenti.<br /><br />Un momento forte di questa visita era incontrare mia cugina Simi che non vedevo da circa 30 anni. Era strano vedere i lineamenti della ragazzina che ricordavo, nel volto di una donna di famiglia che mi ricordava tanto la sua mamma. Nella foto qui sotto, la mia cugina con le sue due figlie.</div><div><br /></div><div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhPAdnxpdQy8FKrRm_N99VGN2Drh9GRzu79ZKkBZlMIC1EsVvYC94SVuf-9DMXv5KthpEVSDsP3UuPkPPIwcVLfCIEJnU8-WIzt9EWqabh6HtCu0xoOvd49l6ApkLKXEk9B2LMqTPx-p22Tc3uEXvl7vZ8Hx_oRBwZXRSJPjwdDBbJ48SnpkIsEerzorA/s620/diario_2018_08.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="430" data-original-width="620" height="444" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhPAdnxpdQy8FKrRm_N99VGN2Drh9GRzu79ZKkBZlMIC1EsVvYC94SVuf-9DMXv5KthpEVSDsP3UuPkPPIwcVLfCIEJnU8-WIzt9EWqabh6HtCu0xoOvd49l6ApkLKXEk9B2LMqTPx-p22Tc3uEXvl7vZ8Hx_oRBwZXRSJPjwdDBbJ48SnpkIsEerzorA/w640-h444/diario_2018_08.jpg" width="640" /></a></div><div style="text-align: center;"><br /></div><h3 style="text-align: left;">Grande Canyon e il Deserto Dipinto</h3>Dovevo andare in America per una riunione e volevo approfittare da questo viaggio per andare a trovare mia sorella. Quando le avevo parlato, lei aveva subito preparato un programma per visitare alcuni posti turistici in Arizona e Nuovo Mexico. Purtroppo la mia riunione è stata posticipata, ma oramai ero stato catturato dall’idea del viaggio che lei mi aveva prospettato. Così, in aprile, sono andato lo stesso negli Stati Uniti per un viaggio on-the-road.<br /><br />Con una macchina a noleggio, siamo partiti da Santa Fe in Nuovo Mexico e abbiamo terminato il nostro viaggio a Phoenix in Arizona dopo 10 giorni. Durante questo viaggio abbiamo visitato Albuquerque, deserto dipinto, foresta pietrificata, Walnut canyon, Flagstaff, Grande Canyon, Sedona, il parco botanico di Phoenix e molti musei. Nell'immagine qui sotto, un panorama della foresta pietrificata.</div><div><br /></div><div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg5SjCnxt_DN2y_xS4EjLsszV_lbsXAftil_gmmcmEO0HjIzYPB8a2ZYzL8VORT3CVx6IQsKbbV-Ef78_NJk7WMjcHT2kgvAub8kE_ZpiyZ6RaAELGl1VCER9us9G-Ii5ds4aDvMaUg5HuUkkLNlpJH6QbBumvNux4RBGNNjqFoLb5-v26zthxJek1V1A/s620/diario_2018_09.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="480" data-original-width="620" height="496" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg5SjCnxt_DN2y_xS4EjLsszV_lbsXAftil_gmmcmEO0HjIzYPB8a2ZYzL8VORT3CVx6IQsKbbV-Ef78_NJk7WMjcHT2kgvAub8kE_ZpiyZ6RaAELGl1VCER9us9G-Ii5ds4aDvMaUg5HuUkkLNlpJH6QbBumvNux4RBGNNjqFoLb5-v26zthxJek1V1A/w640-h496/diario_2018_09.jpg" width="640" /></a></div><br /><div style="text-align: center;"><br /></div>Mentre andavamo da Flagstaff a Grand Canyon, abbiamo sbagliato la strada e siamo arrivati al lago Powell in Utah. Dopo una piccola sosta alla diga di Powel, siamo tornati in dietro. Durante questa deviazione siamo passati a due passi da “Horse-shoe Bend” sul fiume Colorado, un sito naturale di grande suggestione, ma non sapevamo che cosa era e non ci siamo fermati. Dopo, quando ho visto le foto di questo luogo, mi è dispiaciuto molto per aver perso quest’opportunità! Nell'immagine sotto, un panorama del Gran Canyon.</div><div><br /></div><div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgH4hhqlFbQxc-JuxCViWlQx5_IvZu93txsh34fuzWJtzVmeA0kLTSGwH8MjTYbhTrN4wzi9QvUKJuUm7jdKF7alLQDVZ0KjI5KddNzgrvXFeuzhRgqa5HszgeslJILFfQVjQIi9cfKemwWAd_B4gF_7YHJuncS3vjG6IRsS-XotosmxZfvRIQGAVDfjw/s620/diario_2018_10.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="480" data-original-width="620" height="496" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgH4hhqlFbQxc-JuxCViWlQx5_IvZu93txsh34fuzWJtzVmeA0kLTSGwH8MjTYbhTrN4wzi9QvUKJuUm7jdKF7alLQDVZ0KjI5KddNzgrvXFeuzhRgqa5HszgeslJILFfQVjQIi9cfKemwWAd_B4gF_7YHJuncS3vjG6IRsS-XotosmxZfvRIQGAVDfjw/w640-h496/diario_2018_10.jpg" width="640" /></a></div><br /><div style="text-align: center;"><br /></div>Un'altra delusione era la mia macchina fotografica Canon, che aveva deciso di bloccarsi a Santa Fe, all’inizio di questo viaggio. Per fortuna, ho potuto fotografare con il mio cellulare. Comunque, davanti alla maestosa bellezza di Grande Canyon, mi è dispiaciuto molto non avere la mia macchina fotografica.<br /><br />Dopo il grande giro, siamo tornati a Bethesda, vicino alla capitale americana Washington DC. Era il momento della fioritura dei ciliegi, un momento di grande suggestione per visitare questa città.<br /><br />Quando ripenso a questo viaggio, oltre alle bellezze naturali di posti come il Grande Canyon, ricordo soprattutto la passeggiata lungo il Canyon Road a Santa Fe in Nuovo Messico, con decine di gallerie d’arte su entrambi i lati della strada. Alla fine mi sembrava di essere ubriaco dalle opere d’arte che avevo guardato. Nella foto sotto alcune sculture lungo la strada da quella passeggiata.</div><div><br /></div><div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi4YEX-ChKVLuRtOkr9D-HJJx9uauFn0JfrDfSJiJeu2BbuD-yofGQCNtuJvZysfLPYJEcXrR4glnQx-tgmcxPH21fH_fD12hGMMkkr7MBomvFHRozP0uTQ5fCkvybJWxVwe5RHIY8QFZpSXWCpQxnhw5mbJ7n0vd4tXMyuHasL0AfzoeSxLNZxQZodJw/s620/diario_2018_12.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="480" data-original-width="620" height="496" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi4YEX-ChKVLuRtOkr9D-HJJx9uauFn0JfrDfSJiJeu2BbuD-yofGQCNtuJvZysfLPYJEcXrR4glnQx-tgmcxPH21fH_fD12hGMMkkr7MBomvFHRozP0uTQ5fCkvybJWxVwe5RHIY8QFZpSXWCpQxnhw5mbJ7n0vd4tXMyuHasL0AfzoeSxLNZxQZodJw/w640-h496/diario_2018_12.jpg" width="640" /></a></div><br /><div style="text-align: center;"><br /></div>Tra me e mia sorella, abbiamo solo 2 anni di differenza. Mentre crescevamo, eravamo molto affiatati. Era bello riscoprire la stessa sintonia dopo tanti anni. Parlavamo continuamente e un’amica di mia sorella che ci aveva accompagnato per una parte di questo viaggio ne era infastidita. Cresciuta senza fratelli, si sentiva tagliata fuori dal nostro costante battibecco!<br /><h3 style="text-align: left;">Ulaan Baatar, Mongolia</h3>In maggio sono tornato a Ulaan Baatar, che tutti chiamano UB, la capitale della Mongolia, per formare un gruppo di giovani ricercatori con disabilità. Ero tornato a UB dopo 10 anni e in questo periodo, la città era cambiata completamente. Vi erano più edifici, più macchine, più negozi, più ristoranti e più benessere. Nella foto sotto, la scultura del derviscio danzante a UB.</div><div><br /></div><div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgr3XWwKG22_-UjviIQFSlQoqFVGyhGIgkBVX6HdXFN1REt29IP3g0eTxhJqJyZ1R-H-X3UranTC8mGKhUo5NUG0rJirJgvhdEZ3dxECF8oeceH1d4jG0Olye_zMaPxPPqmqH4ItfmPwFSz1aD2hmbdbmgIFoi0NqmBZvHdv_E9QIwLEfUTGQ1U5CrJnQ/s620/diario_2018_13.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="430" data-original-width="620" height="444" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgr3XWwKG22_-UjviIQFSlQoqFVGyhGIgkBVX6HdXFN1REt29IP3g0eTxhJqJyZ1R-H-X3UranTC8mGKhUo5NUG0rJirJgvhdEZ3dxECF8oeceH1d4jG0Olye_zMaPxPPqmqH4ItfmPwFSz1aD2hmbdbmgIFoi0NqmBZvHdv_E9QIwLEfUTGQ1U5CrJnQ/w640-h444/diario_2018_13.jpg" width="640" /></a></div><br /><div style="text-align: center;"><br /></div>Questa volta il mio albergo era a due passi dal monastero buddista di Gandam. È un posto bellissimo. Così sono tornato al monastero più volte, una volta anche presto alla mattina per vederlo senza turisti. Era bello osservare i monaci buddisti che pregavano e meditavano.<br /><br />Inoltre, con l’aiuto di Google Map, ho esplorato diverse altre zone della città senza avere paura di perdermi. Più volte sono tornato alla grandiosa piazza di Sukhbaatar con le due statue di Gengis Khan e il parlamento nazionale. Nella foto sotto, la Piazza Sukhbaatar alla sera dopo la pioggia.</div><div><br /></div><div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgDzwpCrwlr1joGvn7sTjp1OfUJtZ-ec3Ty2fZ6HssU3YK9c8342nPNzMngIZ9zOFjsztSBWo8NttlvO4z11U3ewTOfwJ-ZPNp7HnCNTMzL7GBAm7_EraQHfZoIFRb3MJGifPgaC5n7n9LVSOH30DdW8sMr5RWQnMS7Btfio7Tl6B0UxJJj7oE6CQL_Sw/s620/diario_2018_15.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="430" data-original-width="620" height="444" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgDzwpCrwlr1joGvn7sTjp1OfUJtZ-ec3Ty2fZ6HssU3YK9c8342nPNzMngIZ9zOFjsztSBWo8NttlvO4z11U3ewTOfwJ-ZPNp7HnCNTMzL7GBAm7_EraQHfZoIFRb3MJGifPgaC5n7n9LVSOH30DdW8sMr5RWQnMS7Btfio7Tl6B0UxJJj7oE6CQL_Sw/w640-h444/diario_2018_15.jpg" width="640" /></a></div><br /><div style="text-align: center;"><br /></div><h3 style="text-align: left;">Monrovia e Ganta, Liberia</h3>Quest’anno sono stato in Liberia due volte, in luglio e in ottobre. Ho esplorato qualche zona della Monrovia, la capitale del paese, ma avevo sentito storie non molto rassicuranti sulla città da conoscenti e amici, e così ho evitato di andare in giro a piedi.<br /><br />Ho scattato solo qualche foto dalla macchina. L’unica volta che ho tirato fuori la mia macchina fotografica a Monrovia, era una mattina presto nella zona dell’ambasciata americana, dove mi avevano assicurato che è ben sorvegliata.<br /><br />Conoscevo il nome della città di Ganta da molti anni per via del suo lebbrosario. Visitare il vecchio lebbrosario era la parte più interessante di questo viaggio. A Ganta, vi erano meno problemi di sicurezza e non avevo paura. Così sono andato in giro a piedi, ma a parte le due strade principali della città con dei negozi, c’era poco da vedere. Nell'immagine sotto, la strada che collega Ganta con Sanniquellie, dove la nostra macchina era rimasta bloccata nel fango.</div><div><br /></div><div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgrtK4mlBTN4QVISmZ2l_VGIR5EbnZnUMlLPZO33P_e7S-umnSRGzIrYU4_NVoE8UHy48Ohgb0qxD9RhGV1P66Srd8gXV-Cj9c54SP0NMC-8Vm5lbRIaruViv2yQaAK0msMet0qngz1Ac2gzS9Xwbnk_H3HzgvIsIcAUmBMryZmTxdVyAoPOej9CCTEcg/s620/diario_2018_16.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="480" data-original-width="620" height="496" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgrtK4mlBTN4QVISmZ2l_VGIR5EbnZnUMlLPZO33P_e7S-umnSRGzIrYU4_NVoE8UHy48Ohgb0qxD9RhGV1P66Srd8gXV-Cj9c54SP0NMC-8Vm5lbRIaruViv2yQaAK0msMet0qngz1Ac2gzS9Xwbnk_H3HzgvIsIcAUmBMryZmTxdVyAoPOej9CCTEcg/w640-h496/diario_2018_16.jpg" width="640" /></a></div><br /><div style="text-align: center;"><br /></div>Un giorno siamo andati alla frontiera tra Liberia e Guinea Konakry e mentre scattavamo le foto, siamo stati sgridati dai poliziotti di frontiera.<br /><br />Ho sentito che Liberia ha un parco naturale, ma nessuno sapeva quali animali vi sono in questo parco e in ogni caso, non era facile arrivarci. Altrimenti, gli unici posti da visitare in Liberia sono i resort, i centri turistici, lungo il mare, dove la gente benestante va per prendere il sole e a mangiare. Il mare liberiano è molto mosso e la balneazione non è consigliata.<br /><br />I miei ricordi dei viaggi in Liberia sono legati più alle persone che ai posti. Per esempio, avevo letto e sentito molto sulla brutale guerra civile che aveva dilaniato questo paese nel periodo 1989-2003. Tra queste storie, vi erano quelle dei bambini soldato che erano stati costretti a compiere violenze contro le proprie famiglie e spinti verso tossicodipendenza, affinché diventavano brutali. Ho incontrato uno di questi ex-soldati, uno che era un adolescente all'epoca e che aveva visto l’uccisione di suoi genitori. Sentirlo parlare, mi aveva fatto venire i brividi e non ero stato capace di dire niente.<br /><h3 style="text-align: left;">Viaggi in Italia</h3>A parte qualche viaggio a Bologna per andare a trovare la nipotina, per la maggior parte del tempo siamo rimasti a Schio.<br /><br />Le nuove scoperte nei dintorni di Schio erano il ponte galleggiante che collega la zona del Pasubio con il Campo Basso, la passeggiata a Valdastico sulla vecchia ferrovia e la passeggiata lungo il torrente Agno a Valdagno. L'altra novità a Schio era quella di far parte di <a href="http://www.deepaksunil.com/ita/2018/dolce_per_bibliofili.htm">un gruppo di lettura</a>. L'immagine qui sotto è da una vista a Burano. Infatti, ero tornato a Venezia per visitare le isole di Murano e Burano che avevo visitate una volta nel lontano 1979.</div><div><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEifNTZV50E_rekANzKwurHUEIsKnxNLRp8ryWWEr6lsNCRy6NYRHEOI3ZEUWyy6XepfHaZBMbhdpDPfZA8MdUYq4r0GXUS8uWB9lw_h2qMtUYmVNKoZlamyk39aTiQzmcpmI0024AvZEcw7R85Tu5oBTd9fIVvSTBU2rNTPxyftc8M1JkG2DlYHmab9rA/s620/diario_2018_18.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="430" data-original-width="620" height="444" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEifNTZV50E_rekANzKwurHUEIsKnxNLRp8ryWWEr6lsNCRy6NYRHEOI3ZEUWyy6XepfHaZBMbhdpDPfZA8MdUYq4r0GXUS8uWB9lw_h2qMtUYmVNKoZlamyk39aTiQzmcpmI0024AvZEcw7R85Tu5oBTd9fIVvSTBU2rNTPxyftc8M1JkG2DlYHmab9rA/w640-h444/diario_2018_18.jpg" width="640" /></a></div><br /><div style="text-align: center;"><br /></div><div><h3 style="text-align: left;">Conclusioni</h3>Ho in testa l’idea di visitare Cambogia e di tornare in Thailandia e Indonesia, ma quest’anno, ciò non era possibile. Un altro paese che mi attira molto è la Papua Nuova Guinea.<br /><br />Chissà se riuscirò a fare qualche viaggio diverso nel 2019! In tanto, le mie valigie sono pronte per tornare in India. Inoltre, per seguire due progetti di ricerca emancipatoria, dovrei tornare di nuovo in Liberia e Mongolia.<br /><br />Fortunatamente, non posso prevedere quello che ci aspetta nel 2019. Invece posso essere soddisfatto delle sensazioni e esperienze che ho potuto sperimentare nel 2018. Auguro a tutti voi e a me stesso, altri viaggi e altre scoperte nell’anno che verrà.</div></div></div><div><br /></div><div><br /></div>Sunil Deepakhttp://www.blogger.com/profile/05781674474022699458noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3094424800734890001.post-19794513099666297982018-12-13T09:53:00.007+01:002022-08-25T10:07:19.309+02:00Un Dolce Per i BibliofiliPer il primo compleanno del nostro gruppo di lettura a Schio (VI), avevo preparato un dolce indiano, il Kalakand. Alcuni compagni del gruppo mi hanno chiesto la ricetta di quel dolce. Ho pensato che questa era una buona occasione per parlare anche del gruppo. Infatti, vorrei iniziare proprio dalla mia esperienza del gruppo.<div><br /><div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiciDh2wVZ_pDM0R67SMLvqPWcOQwyn0Sf_YnnSLUxN3g31x-ZvF_bsKV9-LooudHyYQd-USMPTEq63fzyhqtDZ_c9iQV9DtWHQ0Dbi170zcMPUmgMrFS8_91qlYsE_KsZaAaWS8NuNJJgsY07yC3ZFmYtMDwLu-vGmPdQRhixXE8hrlySfV31eseO1PQ/s916/02.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="552" data-original-width="916" height="386" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiciDh2wVZ_pDM0R67SMLvqPWcOQwyn0Sf_YnnSLUxN3g31x-ZvF_bsKV9-LooudHyYQd-USMPTEq63fzyhqtDZ_c9iQV9DtWHQ0Dbi170zcMPUmgMrFS8_91qlYsE_KsZaAaWS8NuNJJgsY07yC3ZFmYtMDwLu-vGmPdQRhixXE8hrlySfV31eseO1PQ/w640-h386/02.jpg" width="640" /></a></div><br /><div style="text-align: center;"><br /></div><div><h3 style="text-align: left;">Lettori in Circolo</h3>Il nostro gruppo di lettura si chiama “<a href="https://www.facebook.com/groups/2249676425265918/" target="_blank">Lettori in Circolo</a>”, che si riunisce una volta al mese in un bar di Magré. Ogni incontro dura tra una o due ore. Prima di terminare l’incontro, decidiamo il nuovo libro da leggere e la data del successivo incontro.<br /><br />Da quando ero bambino, ho sempre amato leggere i libri. Più di una volta ho scritto dei libri sul mio blog. Sapevo dei gruppi di lettura ma non ne avevo mai fatto parte. “<i>Lettori in Circolo</i>” è la mia prima esperienza in questo tipo di gruppi.</div><div><h3 style="text-align: left;">Un gruppo di lettura</h3>A parte qualche giallo o thriller, ultimamente avevo smesso di leggere i romanzi. Leggevo soprattutto quello che in inglese si dice “Non fiction”. Invece il gruppo mi ha imposto di leggere dei romanzi. Non solo, erano libri che personalmente non avrei mai scelto di leggere – 3 Uomini e una barca, Venne chiamata due cuori e Dove porta la neve. Per ciò, a parte il piacere di trovare nuove amicizie, il gruppo di lettura mi ha costretto a uscire dalle mie abitudini e affrontare spazi mentali nuovi.<br /><br />Inoltre, sapere che durante l’incontro dovrò parlare del libro, mi costringe a rallentare e soffermarmi di più su quello che leggo. Ultimamente penso di essere diventato un lettore più superficiale e affrettato. Se un libro non mi piace, lo metto via dopo poche pagine. Invece con i libri del gruppo, devo fare uno sforzo diverso. Mi ha fatto riflettere questo cambiamento di passo.<br /><br />Poi è bello sentire i diversi pareri sui libri nel gruppo e osservare come lo stesso libro entusiasma alcuni, e lascia indifferenti gli altri.<br /><br />La forza motrice del nostro gruppo, Michela, cerca di tenerci allineati e quando vede che le discussioni partono per le tangenti, le riporta in dietro al libro del mese. Inoltre, lei prepara degli stimoli per farci riflettere e raccoglie le proposte sui nuovi libri da far leggere al gruppo. È un ruolo che richiede passione e impegno. Se pensate di far nascere un gruppo di lettura, dovrete assicurarvi che vi sia qualcuno che assume queste responsabilità.</div><div><h3 style="text-align: left;">La ricetta di Kalakand</h3>Dopo questa introduzione al gruppo, arriviamo alla mia ricetta. Quando ero un bambino, preparare il kalakand richiedeva molto tempo. Dovevi iniziare il giorno prima con la preparazione di Paneer, il formaggio fresco. Poi passavi delle ore a mescolare il latte che si cucinava sul fuoco basso affinché diventava solido. Invece la mia ricetta usa sostituti facilmente disponibili al mercato e richiede poco tempo.</div><div><br /><i>Ingredienti</i><br /><br />500 gm di ricotta fresca, 1 scatola di latte condensato (300-350 gm), una bustina di zafferano, semi di qualche cardamomo (pestati), una manciata di granella di mandorle, una manciata di altri semi (per esempio, semi di zucca o di melone) e zucchero secondo i gusti (solo se il latte condensato non è zuccherato).</div><div><br /><i>Preparazione</i></div><div><br />In una pentola anti-aderente mettete la ricotta, versate il latte condensato e mescolate. Cucinate sul fuoco medio-basso. Aggiungete i semi di cardamomo pestati, lo zafferano e la granella di mandorle. Assicurate che la miscela non attacchi sul fondo della pentola, mescolate continuamente e cucinate per circa 20 minuti.<br /><br />Versate la miscela in una scatola e sulla superficie posate i semi di zucca e di melone, premendo sopra leggermente con un cucchiaio. Lasciatelo raffreddare e poi tenetelo in frigo per qualche ora, affinché la miscela diventi solida. A questo punto potete tagliarla in pezzettini più o meno grandi secondo i vostri gusti.<br /><br />Personalmente mi piace mangiare il Kalakand quando la miscela è ancora tepida. Immagino che sia pieno di calorie per cui non esagerate e andate piano con le porzioni!</div></div></div>Sunil Deepakhttp://www.blogger.com/profile/05781674474022699458noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3094424800734890001.post-12746134994810712332018-10-03T09:21:00.001+02:002022-08-25T09:52:19.205+02:00L’Uomo di Dio: Pregheria Preferita di GandhiIeri, il 2 ottobre 2018 era il centocinquantesimo anniversario di nascita di Mahatma Gandhi. In quest'occasione molti artisti indiani e stranieri hanno voluto ricordare il Mahatma cantando la sua preghiera preferita – “<i>Vaishnav Jan t</i>o” (L’Uomo di Dio).<div><br /><div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiTduHPOnSnHNSDYgtN5y-EuFElRUfAcLRphvy4W-aMXCmBqQzIAqbVfExZlL0Hloc9r4vaPZ0P6eASoKpiA6i78GdzGLtA0GK3_caluHqXxmqPbeCDsaAS_8uwOakCMT3FVxuz4UkT7g0ijuCl8i9r8rxh-LPQE7ejAJsyzeJu2pEdklT9KS6U5ONdXQ/s796/01.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="622" data-original-width="796" height="500" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiTduHPOnSnHNSDYgtN5y-EuFElRUfAcLRphvy4W-aMXCmBqQzIAqbVfExZlL0Hloc9r4vaPZ0P6eASoKpiA6i78GdzGLtA0GK3_caluHqXxmqPbeCDsaAS_8uwOakCMT3FVxuz4UkT7g0ijuCl8i9r8rxh-LPQE7ejAJsyzeJu2pEdklT9KS6U5ONdXQ/w640-h500/01.jpg" width="640" /></a></div><br /><div style="text-align: left;">Conoscete questa preghiera e il suo significato? La preghiera fu scritta da un poeta mistico indiano del quindicesimo secolo, <b>Narsimha Mehta</b>, nello stato di Gujarat nel nord-ovest dell’India.</div><br />In questo post, voglio presentare il significato di questa poesia e 2 versioni cantate di questa preghiera che mi piacciono (i video sono su YouTube).<br /><h3 style="text-align: left;">Il Mondo Canta La Preghiera di Mahatma Gandhi</h3>Iniziamo con una versione cantata di questa preghiera, nella quale i cantanti sono persone di diversi paesi, ognuno delle quali ne canta un pezzo.<div><br /><div><div style="text-align: center;"><iframe allowfullscreen="" class="BLOG_video_class" height="266" src="https://www.youtube.com/embed/DEXlPH0Y-BI" width="320" youtube-src-id="DEXlPH0Y-BI"></iframe></div><div><br /><br /></div><div><h3 style="text-align: left;">Le parole e il significato della preghiera</h3><br />(1)<br /><br /><i>Vaishnav gian to tene kahiye, ge pir parai giane re</i><br /><b>È l’uomo di Dio, colui che capisce il dolore degli altri</b></div><div><br /><i>Par dukhe upkar kare to ye, man abhiman na mane re</i><br /><b>È colui, che aiuta gli altri che soffrono, senza vantarne</b><br /><br /><br />(2)<br /><br /><i>Sakal lok ma sahune bande, ninda na kare keni re</i><br /><b>È colui che pensa bene degi altri, non parla male di nessuno</b></div><div><br /><i>Vach kach man niscecial rakhe, dhan dhan gianini teri re</i><br /><b>È gentile nelle sue parole, azioni e cuore, fa onore al nome di suoi genitori</b><br /><br />(3)<br /><br /><i>Samdrisceti ne triscena tyaghi, paristri gene maat re</i><br /><b>Considera tutti i suoi pari, è senza attaccamenti, tratta tutti con rispetto</b></div><div><br />Givhya na thaki asatya na bole, pardhan nav jhale hath re<br /><b>Non dice bugie, non desidera i beni degli altri</b><br /><h3 style="text-align: left;">Bambini Indiani Cantano la Preghiera di Gandhi</h3></div><div>Il secondo video che vi presento ha un'insegnante di canto che si chiama Kuldeep Pai, che lo canta insieme ad alcuni suoi discepoli – sono molto bravi!</div><div><br /></div><div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><iframe allowfullscreen="" class="BLOG_video_class" height="266" src="https://www.youtube.com/embed/rbvww26oMQ4" width="320" youtube-src-id="rbvww26oMQ4"></iframe></div><br /><div style="text-align: center;"><br /></div><b>Alla Fine</b></div><div><br />Questa preghiera mi piace molto, forse perché la conosco da quando ero un bambino e ho diversi ricordi associati ad essa. Mi piacciono il suo ritmo e la sua musica. Mi piace anche il suo primo verso, che fa da ritornello. Invece il resto della preghiera non la trovo particolarmente significativa.<br /><br />Invece voi, cosa pensate di questa preghiera?</div></div></div><div><br /></div></div></div>Sunil Deepakhttp://www.blogger.com/profile/05781674474022699458noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3094424800734890001.post-48012691511539760172018-03-10T08:31:00.004+01:002022-08-23T09:11:44.004+02:00India: Lingue, Dighe e RivoluzioniHo conosciuto Daniele Barbieri 7-8 anni fa durante un corso di scrittura creativa a Bologna dove lui era uno degli insegnanti. Ogni volta che esce un nuovo articolo sull’India sul blog “<a href="http://www.labottegadelbarbieri.org/" target="_blank">La Bottega del Barbieri</a>”, ricevo un suo email. Così qualche giorno fa ho avuto il link di un articolo di Gianni Sartori intitolato, <a href="http://www.labottegadelbarbieri.org/india-popoli-e-lingue-minacciati-dal-progresso/" target="_blank">India: Popoli – E Lingue – Minacciati Dal “Progresso”</a>.<br /><br />Ho voluto approfondire alcune questioni sollevate da Sartori e questo mio articolo è uscito ieri anche sul <a href="http://www.labottegadelbarbieri.org/india-lingue-dighe-e-rivoluzioni/" target="_blank">blog di Barbieri</a>.<div><br /><div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgclc5-X89nlXgqnIcIhKRnFgrE7vxcKg9ihXQsw9XDGQx4ZH1QG1Je2o2bEJ7AXkt-GThHwxJ3pifSfesvYPVZB8BGJSCokMMoPPkc_H4C3bIEDQBMmZou0sZXZlegtrdwJahSEddEIpIDhbtxzQ_5f2FsZbd-OOSJKOM1Um_0tPLpgkGU187w2YoCWA/s643/india_lingue_03.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="400" data-original-width="643" height="398" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgclc5-X89nlXgqnIcIhKRnFgrE7vxcKg9ihXQsw9XDGQx4ZH1QG1Je2o2bEJ7AXkt-GThHwxJ3pifSfesvYPVZB8BGJSCokMMoPPkc_H4C3bIEDQBMmZou0sZXZlegtrdwJahSEddEIpIDhbtxzQ_5f2FsZbd-OOSJKOM1Um_0tPLpgkGU187w2YoCWA/w640-h398/india_lingue_03.jpg" width="640" /></a></div><br /><h3 style="text-align: left;">Le lingue che Scompaiono</h3><div><br />Sartori accenna alle difficoltà di scegliere tra lo sviluppo e la salvaguardia delle lingue parlate da piccoli gruppi che stanno scomparendo. La costruzione delle strade nelle aree rurali e tribali, l’educazione scolastica, tutto contribuisce alla scomparsa delle lingue minori. E come si fa a scegliere tra lo sviluppo e la salvaguardia della propria cultura?<br /><br />Penso che imparare nuove lingue e conoscere nuove culture è un arricchimento personale. Allo stesso momento, nuove lingue e nuove conoscenze inevitabilmente ci cambiano – cambiano il nostro modo di pensare, le nostre lingue e le nostre culture. Come si fa ad essere aperti al nuovo e mantenere invariato il vecchio? Ogni persona che ha traslocato, anche nel proprio paese, lo sa. Ma forse non serve né anche traslocare, perché con le ferie all’estero, con la TV e con l’internet, è impossibile non incontrare l’altro e il diverso, e nel processo, non essere cambiato.<br /><br />In India, il predominio di Bollywood insieme alle sue canzoni e la popolarità delle soap-opere della TV indiana sono forze importanti che influiscono sul nostro mondo linguistico. Il fascino di Bollywood e della TV indiana, arrivano anche in Nepal, Bangladesh, Pakistan e Afghanistan. Qualche anno fa, in un villaggio circondate dalle montagne in Nepal, avevo incontrato un insegnante, il quale si era lamentato dell’influenza dei telefilm indiani sulla lingua parlata degli studenti.<br /><br />Dall’altra parte i film di Hollywood e la musica americana influiscono sulle persone che vivono nelle metropoli.<br /><br />Sartori nel suo articolo non parla dell’impatto delle religioni nella scomparsa delle lingue e delle culture, ma anche questo ha un suo ruolo, non solo in India ma in tutto il mondo. La costruzione delle nuove strade portano gli autobus, i commercianti, le idee esterne e le religioni.<br /><br />Qualche anno fa, mentre visitavo alcune aree interne di Madhya Pradesh, abitate dalle tribù isolate, nella parte centrale dell’India, gli amici mi raccontavano che i ragazzi che frequentano le scuole superiori e le università, portano le feste e i costumi dedicati ai dei indù nelle proprie comunità, mentre con tempo gradualmente le feste tribali come quelle dedicati ai dei locali diventano meno importanti.<br /><br />Nel nord-est dell’India, negli stati di Meghalaya e Nagaland, l’opera dei missionari ha convertito la stragrande maggioranza della popolazione al cristianesimo con la quasi scomparsa delle lingue, dei costumi e delle mitologie indigene di queste tribù.<br /><br />Invece nello stato di Assam, la diffusione dei predicatori islamici sta cambiando i costumi dei gruppi musulami che vivono da secoli in queste aree, compresi alcuni cambiamenti linguistici. Il numero delle donne e delle ragazze che portano il velo integrale è in aumento, e alcuni aspetti sincretici della religione vengono scoraggiati. Si scoraggia anche l’uso di parole della lingua urdu “perché non abbastanza islamiche”, sostituendole con le parole in arabo.<br /><br />Cosa possiamo fare per fermare questi cambiamenti?<br /><br />Secondo la filosofia Buddista, il cambiamento è l’unico costante della vita. Allora perché piangiamo se le nostre culture e le nostre lingue scompaiono? Forse noi - i figli cresciuti nella transizione dal mondo delle culture che restavano immutate per secoli al mondo dei villaggi globalizzati che cambiano continuamente, sentiamo questo dolore e magari i nostri figli e nipoti, non lo sentiranno?<br /><h3 style="text-align: left;">Le Minacce alle Lingue Indiane</h3>Come scritto da Sartori, l’istruzione scolastica in India può avvenire soltanto in inglese e/o in una delle 22 lingue ufficiali indiane. Ogni lingua indiana ha un suo alfabeto diverso da quello delle altre. Ognuna di queste 22 lingue è parlata da milioni di persone, ma esse hanno anche molte variazioni al loro interno.<br /><br />Per esempio, secondo i dati del 2008, 528 milioni di indiani parlavano hindi. L’hindi ha molte varianti, con delle differenze al loro interno paragonabili alle differenze tra italiano e spagnolo. Per esempio, tra queste 528 milioni, vi erano 13,6 milioni che parlavano la variante maithili, 150 milioni parlavano bhojpuri, 38 milioni avadhi e 1,5 milioni braj-bhasha. Anche se uno capisce l’hindi, non è detto che riuscirà a capire queste varianti. Qualche anno fa, in un ospedale di Lucknow dove si parla la variante avadhi, che capisco, facevo fatica a comprendere la lingua di alcuni malati venuti dalle aree interne.<br /><br />Tutte queste varianti “minori” di hindi sono minacciate da hindi-ufficiale, un po’ come i dialetti italiani rischiano di essere sopraffatti dall’italiano.<br /><br />Le persone che parlano le varianti di hindi sono sparse in territori vasti e esistono diverse versioni locali di ciascuna di queste varianti, talvolta così diverse che si fanno fatica a capire tra di loro. Per esempio, la variante bhojpuri ha diverse sotto-varianti come gorakhpuri, sarnami, nepali, nagpuria e molte altre. Tutte queste varianti di bhojpuri sono minacciate sia da bhojpuri-ufficiale che da hindi.<br /><br />Cosa possiamo fare per assicurare la sopravvivenza di questa diversità linguistica?<br /><h3 style="text-align: left;">Il Predominio dell’Inglese</h3>A sua volta, la situazione di hindi non è molto migliore. Nelle città c’è la moda di parlare hinglish, una miscela di hindi e inglese. Diversi giornali e TV indiane usano sempre più spesso l’hinglish.<br /><br />In molte scuole delle grandi città, tutto l’insegnamento avviene soltanto in inglese e hindi si studia per pochi anni. Le scuole più ambite sono quelle gestite dai missionari cristiani perché “insegnano l’inglese vero”, ma esse costano molto e non sono accessibili agli studenti non-cristiani poveri.<br /><br />Nelle scuole frequentate da gruppi più poveri, soprattutto nelle scuole elementari e medie governative, la lingua di istruzione è hindi o un’altra lingua indiana ufficiale. I gruppi benestanti guardano con disprezzo queste scuole.<br /><br />Inoltre, spesso nelle scuole superiori e soprattutto nelle università, se uno vuole studiare scienze e le materie tecniche, tutti i libri e i corsi sono solo in inglese. Se uno non sa esprimersi in inglese, non può accedere agli studi professionali. È un ostacolo in più, e forse quello più difficile da superare, per accedere agli studi universitari per i ragazzi provenienti dalle fasce più basse.<br /><br />In questo modo, le lingue indiane ufficiali sono a loro volta minacciate dall’inglese. Per questo motivo, spuntano da tutte le parti, anche nelle città indiane piccole e periferiche, le scuole private dove la lingua di istruzione è inglese anche se gli insegnanti non la parlano bene.<br /><br />Tutte le maggiori lingue indiane sono basate sul sanscrito o hanno una componente significativa di parole in sanscrito. Al posto dell’inglese, forse il sanscrito poteva essere la lingua per unificare l’India. Ma il sanscrito è la lingua dei testi sacri dell’induismo per cui qualunque tentativo al suo favore è visto da una parte dei media come un tentativo di favorire l’induismo e essi gridano al complotto conservatrice di voler imporre la religione della maggioranza. Alcuni mesi fa, la decisione del governo di sostituire lo studio di tedesco alle scuole superiori con quello di sanscrito come terza lingua, aveva suscitato proteste degli attivisti “liberali”.<br /><br />Le persone che parlano inglese costituiscono la burocrazia e la borghesia urbana. Qualunque discussione sulla promozione dello studio nelle lingue indiane viene spesso definito come un “tentativo della destra nazionalista che vuole portare l’India al medioevo”. La perpetuazione dell’inglese nei documenti ufficiali, nelle università e nei tribunali, parlata da circa il 10% della popolazione, comporta l’esclusione delle fasce basse dai processi di sviluppo. Le elite indiane difendono l’inglese come la lingua moderna adatta ai tempi odierni, che apre le porte del mondo per gli indiani.<br /><h3 style="text-align: left;">La rimonta delle lingue locali</h3>Se le spiegazioni sopra vi fanno pensare che oramai la scomparsa delle lingue indiane è vicina, bisogna guardare alla questione da un altro angolo.<br /><br />Nell’ultimo decennio, India ha visto una diffusione enorme di telefoni cellulari. Il numero delle persone con telefoni cellulari è salito da 524 milioni (2013) a circa 775 milioni nel 2018.<br /><br />Inoltre, da qualche anno, è iniziata la rivoluzione dell’internet e il costo di accesso alla rete si è notevolmente abbassato. Per esempio, si può arrivare ad avere 40-50 giga di dati per soltanto 2-3 Euro al mese. Da una parte ciò significa che i consumatori indiani hanno maggiore accesso ai programmi della TV indiana, ai film e telefilm di Bollywood e Hollywood, per cui vi è un maggiore rischio di perdere le proprie lingue locali. Dall’altra parte, questa mutazione ha innescato un’esplosione di iniziative nelle lingue locali tramite blog, Facebook, YouTube e Whatsapp.<br /><br />Quel 90% di indiani che non parla l’inglese, ha improvvisamente trovato un modo per farsi imporre nelle culture locali. Per esempio, i video su Youtube delle canzoni in lingua bhojpuri, di una giovane di nome <a href="https://www.youtube.com/channel/UCiiHohivUjxQr4zspF1ZUJw?&ab_channel=MaithiliThakur" target="_blank">Maithili Thakur</a>, sono seguite da milioni di persone. Altri nuovi cantanti, comici, poeti, scrittori e guru che si esprimono nelle lingue locali e trovano milioni di seguaci, stanno emergendo ogni giorno, innescando una rinascita culturale delle lingue e dialetti che sembravano moribondi fino a qualche anno fa.<br /><br />Negli ultimi 2-3 anni, i giganti mondiali come Google, Apple e Amazon, hanno lanciato diverse iniziative in India indirizzate a raggiungere questi gruppi che non parlano l’inglese. Quale sarà l’impatto di questa democratizzazione del controllo dell’informazione nei prossimi 5-10 anni?<br /><br />Penso che la partita delle lingue indiane non è ancora finita.<br /><h3 style="text-align: left;">Le Proteste di Medha Patkar</h3><div>L’articolo di Sartori tocca alcune altre questioni come quella delle dighe e della rivoluzione dei maoisti. Voglio toccarle brevemente.</div><div><br /></div>Riguardo le dighe, Sartori cita la lotta pluridecennale dell’attivista indiana Medha Patkar. Avevo conosciuto Patkar circa due decenni fa e una volta, avevo fatto da traduttore per il suo intervento in un comizio in Italia. (Nell'immagine sotto, sono con Medha in un convegno <a href="http://www.aifo.it/" target="_blank">AIFO</a> a Roma nel 2003)</div><div><br /></div><div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg9P0Q0WigMAEDr1tvdZ2w6WL7rqPKibZrTWcg5uyNONd8ZoX2JV3n_8S7JQS9Gva7i6U4i03gRrkdj2RIP4PS8vAJfbgvSF_xAtlj-SwwymYR1gmDWGW8jhgnxuH48pmsBxuYx11FCDV4VYkW7A8MDPJRCerQFr3P0vICzwC9Z8I4i4Vp9mBzWvWz_FA/s620/india_lingue_01.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="486" data-original-width="620" height="502" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg9P0Q0WigMAEDr1tvdZ2w6WL7rqPKibZrTWcg5uyNONd8ZoX2JV3n_8S7JQS9Gva7i6U4i03gRrkdj2RIP4PS8vAJfbgvSF_xAtlj-SwwymYR1gmDWGW8jhgnxuH48pmsBxuYx11FCDV4VYkW7A8MDPJRCerQFr3P0vICzwC9Z8I4i4Vp9mBzWvWz_FA/w640-h502/india_lingue_01.jpg" width="640" /></a></div><br /><div style="text-align: center;"><br /></div>Mentre Medha è ancora celebrata in occidente, in India oramai il numero delle persone che la seguono si è ridimensionato. Molti la vedono come una persona contro il progresso e il benessere. Qualche anno fa, si era candidata alle elezioni, ma aveva preso solo l’8% di voti. Il suo movimento ha perso una parte del sostegno popolare e negli ultimi anni, più di una volta, i suoi comizi nelle aree urbane sono stati contestati ferocemente dai cittadini locali.<br /><br />Penso che la sconfitta di Medha è legata anche alla sua incapacità di coinvolgere e far capire ai giovani nelle città che la costruzione di grandi dighe non è soltanto un problema dei poveri che perdono le loro case e terreni, ma è un problema della salvaguardia dell’ambiente che porta alle alluvioni e ai grandi disastri, nei territori sempre più vasti.<br /><br />Negli ultimi anni, le frequenti inondazioni e i relativi gravi danni in diverse parti del Paese, hanno risollevato la questione delle grandi dighe, ma non vi sono nuove figure trainanti capaci di far nascere movimenti popolari intorno a questi temi, come Medha era riuscita a fare per più di un decennio. Negli ultimi anni, lo scrittore Amitabh Ghosh, ha sollevato la questione ambientale, ma ne anche lui ha un seguito popolare.<br /><br />Penso che India ha bisogno di nuovi attivisti ambientali, capaci di raggiungere le grandi masse indiane, e che non siano visti come “contro lo sviluppo e il benessere”.<br /><h3 style="text-align: left;">I Maoisti e le Tribù</h3>Questa è la parte dell’articolo di Sartori, con la quale mi sento in disaccordo. Dalle parole di Sartori emerge una visione romantica della lotta dei maoisti accanto ai poveri delle tribù, sfruttati e calpestati dalle multinazionali con il benestare del governo.</div><div><br /></div><div>Anche Arundhati Roy aveva scritto alcuni articoli su questo tema, che lui ha citato. In uno di questi articoli, Arundhati aveva descritto i maoisti come gli eredi di Mahatma Gandhi. Ammirò molto Arundhati Roy ma non concordo con queste sue parole. (Nell'immagine sotto, Arundhati al festival di <a href="https://www.internazionale.it/" target="_blank">Internazionale</a> a Ferrara nel 2007)</div><div><br /></div><div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi4rc4j8B2Myz-EPLZqKbfwBy1DTk_YVolsWAiKzLA1H-uEs3U9YLIOsEyvUXoj5mHIk7hfIen7e2P2W66XJOf71FTn5A5rketvlNeLXkd-CogL3mMKCl8cehoqc-29hIdvrx_GCVHLDq_MkURtvQVhMh9mhq1Mbpf3AJKRU6XHPyzqmzShpMcuyOEEnQ/s620/india_lingue_02.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="480" data-original-width="620" height="496" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi4rc4j8B2Myz-EPLZqKbfwBy1DTk_YVolsWAiKzLA1H-uEs3U9YLIOsEyvUXoj5mHIk7hfIen7e2P2W66XJOf71FTn5A5rketvlNeLXkd-CogL3mMKCl8cehoqc-29hIdvrx_GCVHLDq_MkURtvQVhMh9mhq1Mbpf3AJKRU6XHPyzqmzShpMcuyOEEnQ/w640-h496/india_lingue_02.jpg" width="640" /></a></div><br /><div style="text-align: center;"><br /></div>Ho avuto 3 occasioni di entrare nei territori controllati dai maoisti, 2 volte in India e una volta nel Nepal. Penso che siano persone accecate dalla ideologia, brutali e violente, sicuramente non migliori e forse peggiori, dal sistema che dichiarano di voler cambiare. Il loro controllo sulle tribù nelle aree occupate era ferreo e spietato. Penso che chiamarli eredi o seguaci di Mahatma Gandhi vuol dire non capire la filosofia di Gandhi.<br /><br />L’India delle caste, degli esclusi e dei sfruttati deve cambiare, ma non con una rivoluzione violenta che vuole sostituire il sistema democratico con un sistema totalitario basato sulle idee di Stalin o di Mao.<br /><h3 style="text-align: left;">Conclusione</h3>È difficile parlare delle questioni legate all’India perché è enorme e per ogni situazione esistono innumerevoli variazioni e complessità, come si vede dalla questione delle lingue indiane.<br /><br />Le nuove tecnologie, i cellulari e l’accesso all’internet, stanno cambiando questa India e penso che la modificheranno molto di più nei prossimi anni. Non sarà un cambiamento deciso da gruppi di attivisti, ma sarà un cambiamento deciso dalle masse. Avrà i suoi risvolti negativi, ma penso e spero, che salvaguarderà le incredibili diversità indiane in un mondo sempre più un villaggio globale omogenizzato.</div><div><br /></div><div><br /></div></div></div>Sunil Deepakhttp://www.blogger.com/profile/05781674474022699458noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3094424800734890001.post-73118161517838919702016-11-21T15:40:00.000+01:002016-12-06T13:27:10.823+01:00Il Girovago<br />
L’ultima volta che avevo scritto il mio diario era in febbraio 2016, quando abitavo a Guwahati nella casa di Padre Paul e lavoravo come responsabile di un'organizzazione indiana che si occupa della riabilitazione delle persone con disabilità. Molto è cambiato da allora. Ora siamo in novembre e manca poco più di un mese al natale e al nuovo anno, 2017. Sono a Delhi mentre scrivo questo post.<br />
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<a href="https://1.bp.blogspot.com/-V-gOIgWNAjo/WDMEGDz9vlI/AAAAAAAAyKA/m-2wg8kIU30yyEhCXVxGlQS7NYpiTsLeQCLcB/s1600/2016_Oct27_Orchha_06_Chhatriyan%2B%252842%2529.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="438" src="https://1.bp.blogspot.com/-V-gOIgWNAjo/WDMEGDz9vlI/AAAAAAAAyKA/m-2wg8kIU30yyEhCXVxGlQS7NYpiTsLeQCLcB/s640/2016_Oct27_Orchha_06_Chhatriyan%2B%252842%2529.JPG" width="640" /></a></div>
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In questi 9 mesi sono diventato un girovago, uno che cerca di mettere in atto il principio di “non attaccamento” raccomandato dai monaci buddisti. Quando vivi con tutto quello che hai, chiuso dentro una valigetta, è facile arrivare in un luogo nuovo e poi ripartire. Ciò non significa che partire sia sempre senza dolori e rimpianti. Anzi proprio il contrario. Forse, ciò vuol dire che mi manca ancora molto per assimilare il principio di non attaccamento.</div>
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Avevo concluso il mio contratto con l’associazione per la quale lavoravo a Guwahati e in maggio 2016 ero tornato in Italia per alcuni mesi, dove tra l’altro, ho partecipato al matrimonio di mio figlio. Nella foto qui sotto potete vedere la famiglia Deepak al completo.<br />
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<a href="https://1.bp.blogspot.com/-59dYA-IW7q0/WDMERT_1TeI/AAAAAAAAyKE/y0UY3ToVi9oNzGUOy0DtX9oVXbxGGmwaACLcB/s1600/GI6A2789.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="438" src="https://1.bp.blogspot.com/-59dYA-IW7q0/WDMERT_1TeI/AAAAAAAAyKE/y0UY3ToVi9oNzGUOy0DtX9oVXbxGGmwaACLcB/s640/GI6A2789.JPG" width="640" /></a></div>
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Tornato di nuovo in India, invece di un lavoro fisso, ho deciso di collaborare con diverse associazioni locali, sopratutto con le organizzazioni di base. Diciamo che in questo momento della vita mi piace scegliere i miei impegni volta per volta.</div>
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La regione di Bundelkhand è situata nella parte centro-nord dell’India. In ottobre, ho avuto l’opportunità di visitare alcune città di questa regione (Gwalior, Jhansi, Orchha e Khajuraho) quando sono stato invitato da una piccola associazione a tenere un corso di formazione per i genitori dei bambini con la paralisi cerebrale.</div>
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Durante questa visita sono stato ospite presso una famiglia in un villaggio vicino a Orchha. E’ stata un’esperienza molto bella. Erano i giorni della festa della luce (Divali) per cui tutta la famiglia che mi ospitava, compreso i bambini, era impegnata nelle pulizie della casa. Una mattina tutti si sono messi a dare il colore rosa alla casa.<br />
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<a href="https://3.bp.blogspot.com/-7dff99AgbKE/WDMEashLlCI/AAAAAAAAyKI/iL3A0285I8MHH0R-gwUTdsPyOmkv4xV0QCLcB/s1600/2016_Oct28_Sahil_Vishal_Mukesh_GanjMohalla_Orchha%2B%252813%2529.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="438" src="https://3.bp.blogspot.com/-7dff99AgbKE/WDMEashLlCI/AAAAAAAAyKI/iL3A0285I8MHH0R-gwUTdsPyOmkv4xV0QCLcB/s640/2016_Oct28_Sahil_Vishal_Mukesh_GanjMohalla_Orchha%2B%252813%2529.JPG" width="640" /></a></div>
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Alla sera della festa di Divali, ho accompagnato i due ragazzini della casa, Vishal e Sahil, a portare le piccole lampade di terracotta riempite di olio ad un piccolo tempietto sotto un albero e poi a piazzare altre lampade sui muri della casa. Era una delle feste di divali più belle che avevo passato in questi ultimi anni. La semplicità e la povertà della celebrazione, mi faceva pensare a come la celebravamo quando ero piccolo.<br />
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<a href="https://1.bp.blogspot.com/-5X0eUGUniAc/WDMEpjlFxZI/AAAAAAAAyKM/qIptuFuVY_guWlDYJ4E1ErlSDRh5dwwcQCLcB/s1600/2016_Oct28_Sahil_Vishal_Mukesh_GanjMohalla_Orchha%2B%25281%2529.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="438" src="https://1.bp.blogspot.com/-5X0eUGUniAc/WDMEpjlFxZI/AAAAAAAAyKM/qIptuFuVY_guWlDYJ4E1ErlSDRh5dwwcQCLcB/s640/2016_Oct28_Sahil_Vishal_Mukesh_GanjMohalla_Orchha%2B%25281%2529.JPG" width="640" /></a></div>
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Nella ragione di Bundelkhand mancano i servizi di sostegno e di riabilitazione per i bambini cerebrolesi. Le famiglie non sanno dove andare per chiedere i consigli e l'assistenza. Per esempio, la città di Khajuraho, famosa in tutto il mondo per i suoi templi erotici, e riconosciuta da Unesco come il patrimonio dell’umanità, ha circa 30.000 abitanti ma nessun fisioterapista.</div>
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Abhay gestisce un negozio a Khajuraho ed è il padre di una bambina con la paralisi cerebrale. Lui mi ha raccontato la sua situazione: “Due volte alla settimana, devo portare mia figlia a Chhattarpur, a 30 km da qui per la terapia. Lei non ci vuole andare perché quel terapista è molto severo. Se lei non fa gli esercizi come li vuole lui, la colpisce sulle gambe con una bacchetta. Non mi piace quella persona ma non so cosa altro fare. Non c'è nessun altro a quale posso chiedere consigli. L'ho portata agli ospedali di Jhansi e di Gwalior, ma a parte tutti i test che le fanno, non ci sanno dire che cosa possiamo fare per rendere la vita della mia figlia più facile.”<br />
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Tanti genitori mi hanno chiesto di aprire un centro e di andare a vivere nei loro villaggi. Uno mi ha detto che se andavo a lavorare nel suo villaggio, mi avrebbe offerto un pezzo di terreno per costruire un centro di riabilitazione. Era difficile dire di no a queste persone ma non avevo altra scelta.<br />
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Ho suggerito a persone come Abhay di creare una loro associazione e di identificare alcuni genitori ad essere formati per fornire l’assistenza ai bambini cerebrolesi. Dopo qualche giorno di discussione hanno già identificato due mamme per la formazione. Comunque, non so se questa idea funzionerà perché sembra che non vi sono corsi di formazione adatti per i genitori in questa parte dell’India. L’unico centro di formazione che ho trovato è a Calcutta ma loro dicono che è troppo lontano. Mancano anche i manuali e altro materiale didattico semplice indirizzato ai genitori in lingua Hindi.</div>
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La parte più bella di girovagare è quella di incontrare nuove persone e di ascoltare le loro storie. Spesso incontro altri girovaghi, sopratutto persone senza fissa dimora che vivono come mendicanti, alcuni dei quali sono i sadhu, quelli che portano il vestito arancione per mostrare che hanno rinunciato a tutti i loro averi mondani.</div>
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Così, una sera alle rive del laghetto a Khajuraho, ho incontrato Saheb Singh e Baba Gyan Dev. Saheb Singh ha 77 anni e per tutta la vita ha seguito i principi di Mahatma Gandhi. Nel 1957, era andato a vivere per un anno nel ashram (centro spirituale) di Gandhi a Sabarmati. Durante quel anno passato a Sabarmati, lui era andato anche a Dandi e aveva ripercorso a piedi la famosa camminata di Gandhi fatta per la protesta del sale (nel 1930 a Dandi, Mahatma Gandhi aveva lanciato la protesta contro le leggi dei coloni inglesi che vietavano la produzione di sale agli indiani). Era bello sentirlo parlare della sua vita con i personaggi famosi della storia indiana, come Vinoba Bhave e Sushila Nayar.<br />
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<a href="https://1.bp.blogspot.com/-dyCzHlvpFrU/WDME7NPZ5aI/AAAAAAAAyKQ/V4hbH-azJcI6gKuKHezsWjoMepBFE5inACLcB/s1600/2016_Oct30_Khajuraho_GandhianSahebSingh_BabaGyandev%2B%25282%2529.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="438" src="https://1.bp.blogspot.com/-dyCzHlvpFrU/WDME7NPZ5aI/AAAAAAAAyKQ/V4hbH-azJcI6gKuKHezsWjoMepBFE5inACLcB/s640/2016_Oct30_Khajuraho_GandhianSahebSingh_BabaGyandev%2B%25282%2529.JPG" width="640" /></a></div>
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Dopo questa esperienza Saheb Singh aveva deciso di diventare insegnante - ha insegnato ad una scuola media e ha dedicato la sua vita a promuovere i pensieri di Mahatma Gandhi.</div>
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Baba Gyan Dev invece ne ha 68 anni, fa il sadhu e porta il vestito arancione di uno ha rinunciato a tutti i suoi beni materiali. Mi ha raccontato del suo matrimonio a 15 anni, dei suoi due figli e vari nipotini, e della sua decisione di lasciare il tutto 20 anni fa quando era morta sua moglie. Ha un’ulcera al ginocchio destro che rifiuta di guarire nonostante tante cure e medicinali. Quando gli ho chiesto, lui ha ammesso che deve alzarsi 3-4 volte ogni notte per urinare. Gli ho spiegato che probabilmente lui ha il diabete e se non lo curerà, quell’ulcera non guarirà.<br />
<br />
“Non ho il diabete”, lui mi ha risposto con un sorriso, “perché mangio regolarmente le foglie di una pianta ayurvedica che guarisce il diabete, per cui non l'ho.”<br />
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“Perché non provi a farti controllare il sangue e le urine?”, ho provato a convincerlo, ma ha scosso la testa. Alla fine gli ho comprato un antibiotico e il materiale per la medicazione.</div>
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Un altro incontro interessante l’ho avuto nei pressi di Orchha con un altro sadhu-mendicante che si chiamava Pyare Das. Lui era diventato il girovago perché la moglie del suo figlio non lo trattava con il dovuto rispetto. “Se non hai la tua moglie, sei come un cane del lavandaio, nessuno ti vuole. Le moglie dei figli non prendono cura di te come l'avrebbe fatto tua moglie”, mi ha raccontato con un timido sorriso.<br />
<br />
Dopo mi ha raccontato anche delle sue visioni della dea madre che gli appare quando è da solo.<br />
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"Non puoi chiedere alla dea di darti un po' di comodità nella tua vecchiaia invece di girare così da un posto al altro?" gli ho chiesto. Mi ha risposto con una grande risata, "Perché mai dovrei volere più comodità? Ho già tutto!"<br />
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<a href="https://3.bp.blogspot.com/-Bgex8orUWM8/WDMFN9GBdFI/AAAAAAAAyKU/HVuDkc030zcVUgvK45hcvjWrGM0LrBi1ACLcB/s1600/2016_Oct27_Orchha_01_PyaredasOfChhattarpur.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="438" src="https://3.bp.blogspot.com/-Bgex8orUWM8/WDMFN9GBdFI/AAAAAAAAyKU/HVuDkc030zcVUgvK45hcvjWrGM0LrBi1ACLcB/s640/2016_Oct27_Orchha_01_PyaredasOfChhattarpur.JPG" width="640" /></a></div>
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I famosi templi erotici di Khajuraho sono molto belli, con delle strutture graziose e elaborate, piene di belle sculture. Invece le loro statue erotiche non mi hanno convinto. Non sono molte e comunque, mi sembra che hanno solo 4-5 varianti di queste statue che si ripetono in tutti i templi.</div>
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In confronto, il tempio del dio sole di Konark sulla costa orientale dell’India ha solo un tempio, ma secondo me, ha le sculture erotiche più varie e più belle. Secondo la leggenda il primo tempio di Konark era stato costruito da Samba, il figlio del dio Krishna, per ringraziare il dio per la sua guarigione dalla lebbra.</div>
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A Gwalior ho sentito un’altra storia legata alla lebbra – si dice che le acque del laghetto di Surajkund sulla collina, dentro le mura della rocca, hanno il potere di guarire dalla lebbra. La guida che mi accompagnava ha giurato di conoscere personalmente 4 persone che soffrivano della lebbra e che sono guarite quando hanno fatto un bagno nel laghetto.<br />
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<a href="https://2.bp.blogspot.com/-IKHhrrdYkF4/WDMFZKWwoVI/AAAAAAAAyKY/JK2lRu1eoNw0lniGJbe41VpRSDgZzws7gCLcB/s1600/2016_Oct26_GwaliorFort_GalbhRishi_SurajKund_Leprosy%2B%25285%2529.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="438" src="https://2.bp.blogspot.com/-IKHhrrdYkF4/WDMFZKWwoVI/AAAAAAAAyKY/JK2lRu1eoNw0lniGJbe41VpRSDgZzws7gCLcB/s640/2016_Oct26_GwaliorFort_GalbhRishi_SurajKund_Leprosy%2B%25285%2529.JPG" width="640" /></a></div>
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Gli ho spiegato che ora la lebbra si cura facilmente con le medicine e che queste medicine sono disponibili gratuitamente presso tutti gli ospedali governativi, per cui oltre al bagno nel laghetto, sarebbe opportuno che le persone affette da questa malattia prendono anche le medicine.<br />
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"Tu sei un medico moderno, non credi ai miracoli!" lui mi ha risposto con un sorriso.</div>
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La visita nella regione di Bundelkhand è stata molto appagante. Il rapporto umano con i genitori dei bambini disabili è stato emozionante anche se alla fine mi è sembrato che i loro bisogni sono molto più grandi di quello che posso offrire.<br />
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E' stato molto bello anche dal punto di vista culturale. Visitare la valle delle statue gianiste giganti scolpite nelle rocce della montagna a Gwalior, la fila dei monumenti chiamati Chhattri lungo il fiume Betwa a Orchha, ed i templi di Khajuraho, sono state tutte delle esperienze indimenticabili. Le immagini qui sotto presentano questi tre luoghi.<br />
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<a href="https://1.bp.blogspot.com/-M13jGLKPhsk/WDMFiuNHmMI/AAAAAAAAyKc/0I_4Fv2RbqYGCQflOIP7SmRZ2a0cxpRegCLcB/s1600/2016_Oct26_GwaliorFort_Jain_statues%2B%252816%2529.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="438" src="https://1.bp.blogspot.com/-M13jGLKPhsk/WDMFiuNHmMI/AAAAAAAAyKc/0I_4Fv2RbqYGCQflOIP7SmRZ2a0cxpRegCLcB/s640/2016_Oct26_GwaliorFort_Jain_statues%2B%252816%2529.JPG" width="640" /></a></div>
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<a href="https://2.bp.blogspot.com/-h-DOF1-tmO8/WDMFo9ZK6PI/AAAAAAAAyKg/AYTQeJZsRmYc_201rjjxeqVXD-RjnbhagCLcB/s1600/2016_Oct27_Orchha_06_Chhatriyan%2B%25289%2529.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="438" src="https://2.bp.blogspot.com/-h-DOF1-tmO8/WDMFo9ZK6PI/AAAAAAAAyKg/AYTQeJZsRmYc_201rjjxeqVXD-RjnbhagCLcB/s640/2016_Oct27_Orchha_06_Chhatriyan%2B%25289%2529.JPG" width="640" /></a></div>
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<a href="https://4.bp.blogspot.com/-PeYl9KMSNzs/WDMFvITAk4I/AAAAAAAAyKk/-Uv7Uf45ZV4qwpRq16Rnq3UcTuvY8UVLACLcB/s1600/2016_Oct29_Khajuraho_westernTemples%2B%2528240%2529.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="438" src="https://4.bp.blogspot.com/-PeYl9KMSNzs/WDMFvITAk4I/AAAAAAAAyKk/-Uv7Uf45ZV4qwpRq16Rnq3UcTuvY8UVLACLcB/s640/2016_Oct29_Khajuraho_westernTemples%2B%2528240%2529.JPG" width="640" /></a></div>
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Qualche mese fa ero andato a valutare un progetto di lotta alla lebbra nei distretti di Dhule e Jalgaon nello stato di Maharashtra, nella parte centro-ovest dell’India. Era la prima volta che visitavo quella parte dell’India.</div>
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Da una parte ho visto come sta cambiando l’India delle piccole città distrettuali – le case e le strade sono diventate più belle e vi sono molte più macchine e moto in giro. Dall’altra, ho visto le difficoltà delle persone che vivono nei villaggi a raggiungere i servizi sanitari rurali. Ho accompagnato nei villaggi le donne operatrici sanitari conosciute come ASHA e ho visto il grande servizio che queste offrono alle comunità rurali. Dall’altra parte, sono rimasto sorpreso e scioccato da quanti malati di lebbra vi sono ancora senza trattamento nei villaggi.</div>
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Sono passati più di 10 anni da quando l’India ha annunciato che la lebbra non è più un problema di salute pubblica. Per questo motivo, non mi aspettavo di vedere i malati di lebbra con la malattia in fase avanzata come succedeva 20 anni fa. Invece, purtroppo ho trovato la situazione particolarmente grave nei villaggi delle tribù indigene.<br />
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<a href="https://3.bp.blogspot.com/-qn_lHkvBueY/WDMF4hHI6HI/AAAAAAAAyKo/Oc5G5yIRsKgiqkOjmW3aKWE7bXL45weWQCLcB/s1600/2016_April18-22_Jalgaon_Dist_RaverBlock_Kehadesubcentre_WaghodVillage%2B%2528100%2529.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="440" src="https://3.bp.blogspot.com/-qn_lHkvBueY/WDMF4hHI6HI/AAAAAAAAyKo/Oc5G5yIRsKgiqkOjmW3aKWE7bXL45weWQCLcB/s640/2016_April18-22_Jalgaon_Dist_RaverBlock_Kehadesubcentre_WaghodVillage%2B%2528100%2529.JPG" width="640" /></a></div>
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Mancano pochi giorni alla fine di novembre. Alla mattina e alla sera, comincia ad essere freschetto, anche se durante il giorno le temperature sono miti.</div>
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Circa 2 settimane fa, una sera il primo ministro indiano ha annunciato a sorpresa che tutte le banconote di taglio grande non erano più valide. Da allora, tutte le mattine vi sono lunghe file davanti agli sportelli delle banche per far cambiare le banconote vecchie con quelle nuove. Per la più parte, sembra che la gente ha accettato questa misura come una medicina amara per contrastare la corruzione e per bloccare il giro dei soldi neri.</div>
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I giorni passano veloci. Sono impegnato in una ricerca che coinvolge le comunità tradizionali delle persone transgender e nella preparazione di un manuale in lingua Hindi per i genitori dei bambini con la paralisi cerebrale. Immagino che altri manuali di questo esistono da qualche parte ma forse sono solo nelle versioni cartacee e sono difficili da trovare. Non ho trovato niente sull'internet.<br />
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Fra qualche giorno riprenderò il mio girovagare. Questa volta andrò dalle parti di Mumbai (Bombay) sulla costa occidentale dell'India.</div>
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Sunil Deepakhttp://www.blogger.com/profile/05781674474022699458noreply@blogger.com6tag:blogger.com,1999:blog-3094424800734890001.post-85294855433733652092016-02-28T09:12:00.001+01:002018-03-22T11:07:13.091+01:00Le isole di Brahmaputra<b>Fine dicembre 2015</b><br />
<br />
È già passato un altro anno! Mi sembra che più gli anni passano, più passano veloci.
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<br />
Mi ero promesso che scriverò più spesso su questo blog, non tanto per gli altri ma sopratutto per me stesso. Perché quando guardo in dietro ai mesi passati, riconosco di aver passato dei momenti esilaranti, di aver vissuto delle esperienze piene di emozioni, e mi rendo conto che i ricordi di alcuni di questi momenti sembrano già sbiaditi e confusi. Se ne parlavo sul blog, avrei ricordato quelle esperienze molto di più. Invece, nonostante tutte le mie promesse, faccio fatica a scrivere qualcosa.
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A parte le 3 ragazze che lavorano in cucina e fanno le pulizie, in questi giorni sono da solo in questo enorme edificio, che ospita le sedi di 5 associazioni di volontariato e un ostello. Tutti gli altri uffici sono già chiusi per le ferie di natale e riapriranno nel 2016. Padre Paolo, il responsabile di questa struttura e oramai il mio amico e compagno di chiacchiere serali, è andato a casa in Kerala nel sud dell’India per le ferie di natale e anche lui tornerà ai primi di gennaio. (nell'immagine qui sotto, la cattedrale di Guwahati vicino alla nostra casa).<br />
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<img alt="La cattedrale di Guwahati, Assam India - Images by Sunil Deepak" src="http://www.kalpana.it/blogpics02/blogs/brahmaputra_01.jpg" height="440" width="640" />
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<br />
Se avete letto il mio blog altre volte, forse vi ricorderete che nel marzo 2015 avevo preso in affitto una casa dei colori sgargianti qui a Guwahati. Adesso, non abito più in quella casa. Qualche mese fa ho avuto problemi di salute. Non mi sentivo più al sicuro nella mia casa dove vivevo da solo. Così sono tornato a vivere nel centro di padre Paolo, dove avevo iniziato il mio soggiorno in questa città.
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Ero tornato in India da Italia nel giugno 2014. Dopo un girovagare in alcuni stati dell’India, ero approdato a Guwahati e qui mi ero fermato. In questo periodo, ho dovuto affrontare alcuni problemi di salute più o meno grandi. Comunque sono felice che nonostante tutto sono riuscito a restare qui ed a portare a termine le responsabilità che avevo assunto. Devo riconoscere che senza l'aiuto di padre Paolo, forse non c'è l'avrei fatta a resistere qui così a lungo!<br />
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***<br />
<br />
In questi giorni con noi c’è anche la mia nipote Mika, figlia di mia sorella, venuta a passare le ferie di natale con me. Con lei faccio il turista. Insieme andiamo a visitare la città. Domenica scorsa eravamo andati al tempio di Bashistha alla periferia della città, dove il fiume Bharalu passa tra le rocce e crea delle piccole cascate.
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<br />
Avevo sentito di elefanti selvaggi in questa zona, nella collina oltre il tempio. Così avevamo deciso di esplorare questa zona.
Un piccolo ponte sul fiume ci aveva portati su un sentiero che seguiva il fiume. Lungo il sentiero, cetinaia di famiglie povere venute dalla compagna hanno costruito le loro capanne. Alcune sono delle case in muratura, forse perché sono delle persone già stabilitesi da un po' tempo. Era una sorpresa trovare così tante case in questa zona che sembra una foresta e dove non vi sono mezzi pubblici di trasporto.
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<br />
La parte della foresta dall’altra parte del fiume è una zona protetta dove è probito tagliare gli alberi e dove vi sono molti animali.
Il fiume Bharalu che sembra una fogna nera nella città, qui ha le acque limpide ed è molto bella mentre passa tra le rocce nere. Lungo il fiume vi sono alcuni templi, compreso un tempio dedicato al dio Ganesh, il dio con la testa di elefante – il tempio è fatto nella forma di un grande elefante. Dentro il tempio, la statua del dio è rappresentata da una grande roccia nera.
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<img alt="Il tempio dell'elefante, Assam India - Images by Sunil Deepak" src="http://www.kalpana.it/blogpics02/blogs/brahmaputra_02.jpg" height="440" width="640" />
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Spesso in questa parte dell’India, le “statue” nei templi sono delle rocce dove i sadhu (gli asceti che portano i vestiti di colore arancione) possono “sentire” l’energia della terra. Queste rocce hanno i nomi dei Dei indù, ma non sono delle vere statue. Questo modo di culto, ciò è, riconoscere l’energia della terra madre e venerarla, è comune in induismo, soprattutto in questa regione e tra molti popoli tribali che vivono nelle foreste e nelle montagne dell'India.
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Nella foresta abbiamo trovato un altro tempio, nascosto su una collina – questa volta si trattava di una piccola capanna vicino ad una grande roccia con la forma di un elefante sdraiato. Nabeen baba, il sadhu che vive qui e che prende cura del tempio mi ha mostrato alcuni punti specifici della roccia dove secondo lui, si poteva sentire l’energia uscire fuori dalla terra come un sorgente d’acqua.
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<img alt="La capanna di Nabeen baba, Assam India - Images by Sunil Deepak" src="http://www.kalpana.it/blogpics02/blogs/brahmaputra_03.jpg" height="440" width="640" />
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<img alt="La roccia dell'energia, Assam India - Images by Sunil Deepak" src="http://www.kalpana.it/blogpics02/blogs/brahmaputra_04.jpg" height="440" width="640" />
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<br />
“Non sento niente”, gli avevo detto, allora si era messo a ridere.<br />
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“Hai troppa fretta! Devi fermarti qui, fare della meditazione e calmarti. Dopo sentirai quello che dice la terra, ti garantisco!” mi aveva detto con un sorriso.
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Ci aveva parlato di una grotta, qualche chilometro più avanti in quella foresta, conosciuta come “la grotta del guru Vishwamitra”. Secondo Nabeen baba, questa grotta è piena di energia e meditare dentro questa grotta è un’esperienza speciale, che ti aiuta a risvegliare il tuo “<i>kundalini</i>”, l’energia che dorme dentro il nostro corpo.
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<br />
Eravamo stanchi quel giorno e non eravamo andati a cercare la grotta di Vishwamitra.<br />
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Non abbiamo visto nessun elefante selvaggio, ma è stata una bella passeggiata in mezzo alla natura.
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***<br />
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<b>Fine febbraio 2016</b><br />
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Avevo cominciato a scrivere questo post in dicembre. Invece siamo quasi in marzo e devo ancora finire di scriverlo!
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Qualche mese fa, ero andato a visitare una delle isole del fiume Brahmaputra insieme all’associazione C-NES (Centre for North-East Studies) di Guwahati. Prof. Sanjoy Hazarika, il fondatore e presidente onorario di questa associazione abita vicino alla nostra casa a Nuova Delhi, dove lui insegna all’università.
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Il fiume percorre circa 750 km in questa parte dell’India prima di passare nel Bangladesh. Vi sono dei punti dove il fiume supera dei chilometri in larghezza. Vi sono centinaia di isole abitate in questo fiume. L’associazione di Sanjoy gestisce una quindicina di progetti in altrettanto distretti dell’Assam. Il loro progetto più importante è quello di portare le cure sanitarie di base nelle isole tramite l’equipe itineranti che viaggiano sulle barche-ospedali.
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<img alt="Barca ospedale di C-NES, Assam India - Images by Sunil Deepak" src="http://www.kalpana.it/blogpics02/blogs/brahmaputra_05.jpg" height="440" width="640" />
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<br />
Ero andato con una di queste barche-ospedali, insieme al loro personale sanitario. Arrivati sull’isola, un ambulatorio era stato allestito sotto gli alberi e un centinaia di persone, soprattutto donne e bambini, erano arrivati a farsi vedere.
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<img alt="Ambulatorio di Daurodoba, Assam India - Images by Sunil Deepak" src="http://www.kalpana.it/blogpics02/blogs/brahmaputra_06.jpg" height="440" width="640" />
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Anche i turisti vanno a visitare alcune di queste isole. Viste dagli occhi dei turisti sono dei posti meravigliosi, con la sabbia fine e bianchissima, con delle viste sul fiume mozzafiato e con una varietà di uccelli da osservare. Invece viste dagli occhi dalle persone che vivono su queste isole, sono dei posti disgraziati senza servizi e precari, perché ogni anno, durante il periodo delle piogge, molte delle isole vanno sotto acqua.
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<br />
Nei villaggi lungo il fiume, queste persone delle isole non sono ben viste. “Sono immigrati del Bangladesh illegali, bisogna mandarli in dietro in Bangladesh”, una persona mi ha detto nel piccolo ristorante lungo il fiume dove eravamo fermati per bere qualcosa.
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L’aumento della popolazione musulmana in questa parte dell’India ha creato molta preoccupazione e risentimento. “Il cambiamento demografico cambierà chi verrà eletto al parlamento nelle prossime elezioni”, mi ha detto la persona al ristorante.
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<br />
Con Sanjoy avevo ipotizzato la conduzione di una piccola ricerca per capire quante persone disabili vivono nelle isole, come sono le loro vite, e quali problemi affrontano. Questa indagine dovrebbe aiutarci a capire se C-NES vuole avviare un progetto a favore delle persone disabili che vivono sulle isole.
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<br />
Così qualche giorno fa sono andato a condurre un’indagine in un’isola del fiume Brahmaputra a circa 80 km da Guwahati. Per arrivare all’isola, ci ho messo quasi 5 ore. Con la sabbia bianca molto fine, i canali d’acqua del fiume e migliaia di persone che vivono qui tagliate fuori dal mondo – è un mondo austero e difficile! Penso che ora va un po' meglio perché con i telefoni cellulari, il senso di isolamento dovrebbe essere allentato. Esiste anche una linea di barche che collega le isole tra di loro e con la terra ferma.
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<img alt="Austera bellezza delle isole di Brahmaputra, Assam India - Images by Sunil Deepak" src="http://www.kalpana.it/blogpics02/blogs/brahmaputra_07.jpg" height="440" width="640" />
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Le donne ASHA che lavorano con il programma di salute comunitaria avevano sparso la voce tra gli abitanti e sono arrivate molte persone con disabilità per farsi vedere. Molte di loro, compreso molti bambini, vivono isolati senza essere mai andati a scuola o da uno specialista. Nessuno di loro aveva un certificato di disabilità, e nessuno sapeva dei tanti programmi governativi a favore delle persone con disabilità.
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<img alt="Le persone disabili a Pithakaity, Assam India - Images by Sunil Deepak" src="http://www.kalpana.it/blogpics02/blogs/brahmaputra_08.jpg" height="440" width="640" />
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Persone cieche, persone con paralisi cerebrale, persone con disabilità genetiche, persone anziane con la cataratta, persone meno anziane che fanno fatica a leggere e tessere, quelle senza gamba o con altri problemi di ambulazione …. e una marea di persone sorde, sordità causata da infezioni dell’orecchio!
<br />
Tutti speravano in qualche risposta da me.<br />
<br />
Sono tornato da questa visita con un senso di rabbia e di frustrazione. L’India dei diritti è ancora lontana dalle persone delle isole. Spero che la mia indagine aiuterà C-NES e altre organizzazioni a fare di più per le persone disabili delle isole.
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***<br />
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A circa 3-4 km da nostra casa, c’è uno dei centri culturali più importanti di Guwahati - si chiama Kalakshetra (Centro delle arti), e ospita un museo antropologico, una galleria d’arte e un teatro dove spesso si organizzano degli eventi culturali. Vicino c’è anche lo Shilpagram (Villaggio dell’artigianato) dove organizzano delle fiere e dei mercati di artigianato.
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Avevo letto di un’iniziativa internazionale d’arte che si sarebbe tenuta a Kalakshetra. Così una domenica pomeriggio ho deciso di andare a fare una passeggiata e a verificare di persona di che cosa si trattava. L’iniziativa si chiamava Olympia International Art Exhibition e aveva portato una cinquantina di artisti da diversi paesi del mondo a Guwahati. Tra di loro vi erano 3 artisti italiani – Maria Luisa Branduardi, Maria Pia Michielon e Vittorio Tonon. Era una sorpresa molto piacevole trovarli e a conoscerli un pocchino.
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Maria Pia Michielon abita a Bassano del Grappa, non molto lontano da Schio! Durante il mio prossimo viaggio in Italia, le ho promesso di andare a trovarla. E lei mi ha promesso di fare da guida al museo di Bassano!
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<img alt="Maria Pia Michielon, Kalakshetra, Guwahati, Assam India - Images by Sunil Deepak" src="http://www.kalpana.it/blogpics02/blogs/brahmaputra_09.jpg" height="440" width="640" />
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Gli artisti dovevano fermarsi a Guwahati per una settimana, ma quella settimana ero tutto preso da un corso di formazione. Così non ho potuto a tornare a Kalakshetra a trovarli di nuovo.
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India continua ad essere una società fortemente gerarchica, soprattutto nelle periferie, nelle piccole città e nei distretti. In questa gerarchia, i politici e gli ufficiali governativi sono in cima. Anche il Kalakshetra è un’istituzione governativa, dove si vede questa gerarchia.<br />
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Ogni volta che vi è un programma culturale presso il Kalakshetra, si possono vedere questi funzionari, gonfi della propria importanza questi girano come dei pavoni, circondati dai loro sotto ufficiali che li guardano con adorazione. Nessun programma può iniziare senza prima portare i saluti a queste persone e qualche loro discorso.
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In una delle feste culturali presso Kalakshetra ho visto una prova estrema di questo comportamento. Avevano messo alcune sedie per gli alti funzionari sul palcoscenico. Lo spazio davanti al palcoscenico era tenuto libero per i danzatori, e poi vi erano le sedie per il pubblico.
Penso che quel pomeriggio vi erano almeno 200 persone ad assistere allo spettacolo tra il pubblico.<br />
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5-6 alti funzionai erano seduti sul palcoscenico. Il gruppo di danzatori danzava girato verso questi funzionari e dava la schiena al pubblico. Tutto lo spettacolo si era svolto così. Fortunatamente vi erano alcuni momenti quando i danzatori giravano e così anche il pubblico poteva guardarli ma per la più parte potevamo vedere soltanto le loro schiene!
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<img alt="La danza delle schiene, Guwahati, Assam India - Images by Sunil Deepak" src="http://www.kalpana.it/blogpics02/blogs/brahmaputra_10.jpg" height="440" width="640" />
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Amo lavorare insieme ed a insegnare alle persone che lavorano a livello comunitario con le persone disabili. Spesso tra di loro vi sono i famigliari delle persone con disabilità. Alcuni di questi operatori sono loro stessi delle persone con disabilità.<br />
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Penso che sia fondamentale simplificare le conoscenze mediche affinché anche questi operatori comunitari possono apprendere queste conoscenze e aiutare le persone disabili nei villaggi e nelle famiglie. Questo è importante perché le conoscenze mediche specializzate si trovano solo negli ospedali delle grandi città. Molto spesso sono degli ospedali privati. Le persone delle piccole città provinciali e ancora di più, quelle che vivono nei villaggi, non possono accedere a questi ospedali (anche se alcuni di loro hanno delle agevolazioni per le persone più povere).<br />
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Ma il coninvolgimento e la formazione del personale comunitario è importante anche per un altro motivo. Le disabilità sono problematiche croniche, non basta una visita allo specialista o qualche ciclo di terapia - spesso esse necessitano di un cambiamento dello stile di vita mentre le attività di cura e di prevenzione sono da praticare tutti i giorni. Gli specialisti degli ospedali non hanno il tempo per spiegare e insegnare alle famiglie. Penso inoltre che molti di loro non capiscono la fondamentale importanza di spiegare e insegnare alle famiglie.<br />
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Anni fa quando ero all’AIFO avevo coordinato qualche corso per il personale comunitario. Qui a Guwahati, ho ripreso questa attività e ho organizzato qualche corso. Uno di questi corsi, tenuto in gennaio di quest anno, era per i bambini con paralisi cerebrale e per i bambini con problemi di apprendimento. Abbiamo preparato i materiali di questo corso nella lingua locale (Assamese). E’ stato uno delle cose più gratificanti che ho fatto ultimamente.<br />
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Avevo il compito di avviare un nuovo ufficio regionale dell’ong Mobility India a Guwahati. Loro hanno la sede a Bangalore nel sud e vogliono fare più progetti in questa parte dell’India perché è più povera e sottosviluppata.<br />
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Fra due mesi concluderò il mio contratto. Quando avevo iniziato questo lavoro avevo promesso loro di restare qui per 3 anni. Invece ho deciso di non continuare dopo la fine dell’attuale contratto. In gran parte l’ufficio regionale di Mobility India è già stato avviato. Abbiamo sviluppato diverse attività e da qualche mese, abbiamo iniziato un importante progetto di ricerca sulla disabilità.<br />
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Dovevamo iniziare anche un laboratorio di ortesi e protesi, che non ho potuto fare, ma penso che altre persone più esperte di me in quel settore potranno portarlo avanti meglio di me.
E’ stata un’esperienza molto bella e gratificante, ma è anche stata un po’ troppo impegnativa per me.<br />
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Essere responsabile di un ufficio regionale in grande espansione significa occuparsi anche delle questioni amministrative, ed è l’aspetto di questo lavoro che trovo meno gratificante.
Per il momento il mio programma è di completare questa esperienza e di tornare a casa a Schio per passare qualche mese con mia moglie. Poi deciderò come voglio continuare questa mia esperienza.<br />
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Mi dispiacerà lasciare Guwahati – oramai la sento come casa. La mia camera presso il centro di padre Paolo è il mio rifugio. Le pareti di questa camera sono rosa, come quelle della casa dove abitavo, ma per fortuna, questo colore rosa è meno forte!<br />
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Tutte le mattine vado a fare un giro sulla bicicletta, quando le strade sono ancora deserte. Non oso uscire più tardi, perché il traffico mi sembra troppo caotico!<br />
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<img alt="Una mattina a Guwahati, Assam India - Images by Sunil Deepak" src="http://www.kalpana.it/blogpics02/blogs/brahmaputra_11.jpg" height="440" width="640" />
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Una delle strade vicine alla nostra casa è chiusa al traffico tutte le mattine dalle cinque alle sette. Molte persone di questa zona escono a passeggiare alla mattina così questa strada è sempre piena di persone. Qui non fa molto freddo in questi giorni. Alla mattina, penso che vi sono almeno 15-16 gradi. Invece vedo molte persone che portano ancora maglioni, passamontagne, sciarpe e guanti di lana per affrontare questo freddo! Quando li vedo, mi fanno sorridere, sembra che siamo al polo nord.<br />
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Ogni tanto arrivano gli ospiti in casa. Sono soprattutto le suore e i preti, di passaggio da qualche parte lontana di questa regione dell’India. Da qui prendono treni o aerei e partono per tornare in “India”. Da come ne parlano, sembra che siamo su qualche isola lontana dall’India!
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Oramai leggo bene la lingua locale e quando la parlano posso capire più o meno quello che dicono, soprattutto se sono delle persone istruite che parlano la lingua ufficiale. Faccio più fatica con i dialetti delle persone venute dai distretti. E non sono ancora capace di parlare questa lingua (assamese).<br />
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Mi dispiacerà salutare padre Paolo. In questi mesi, lontano dalla famiglia, è lui la mia famiglia. Qualche volta discutiamo di politica. Qualche volta parliamo di religioni. Più spesso parliamo delle nostre giornate, delle piccole cose successe durante la giornata, dei nostri dolori e doloretti quotidiani.<br />
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<img alt="Padre Paul, NECHA, Assam India - Images by Sunil Deepak" src="http://www.kalpana.it/blogpics02/blogs/brahmaputra_12.jpg" height="413" width="640" />
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<b>***</b>Sunil Deepakhttp://www.blogger.com/profile/05781674474022699458noreply@blogger.com2