sabato 29 ottobre 2005

Viaggiare senza fermare

Prima un giorno a Roma, poi 8 giorni a Delhi. Al ritorno, mi sono fermato a casa per 2 giorni, prima di ripartire per Ginevra. Pioveva quando sono arrivato, ma poi il tempo si è migliorato e così sono andato a fare una passeggiata lunga le rive del lago di Ginevra. Il lago era una meraviglia.


Lungo la riva, vi era una mostra fotografica per celebrare i 60 anni delle nazioni unite. Fotografo Uwe Ommer, residente a Parigi, ha girato il mondo per fotografare le famiglie dei vari paesi. Vi sono le famiglie povere e ricche, tutte vestite con i loro migliori vestiti colorati per farsi fotografare. India ha due foto - una di una famiglia del Rajasthan e l'altra, una famiglia sikh di Delhi. Italia ha una copia italo-tesdesca di una piccola città di toscana. Mi ha comosso questa mostra. Leggere le storie di queste famiglie, apparentemente così diverse, ma allo stesso tempo uguali per le loro paure, per le loro speranze.

Forse il fatto che Marco sta per sposarsi, mi fa pensare alla famiglia e al circolo della vita. L'autunno e le foglie gialle e rosse, pronte per cadere hanno un nuovo significato. I preparativi per il matrimonio sono già iniziati. Mia sorella a Delhi seguirà il tuttto, dato che arriveremmo solo 2 giorni prima del matrimonio. Marco avrà il vestito tradizionale. La famiglia di Atam, la futura sposa di Marco, vuole il rito tradizionale dei sikh. Mia mamma vuole i riti tradizionali indù. Per motivi pratici, bisogna avere anche il matrimonio civile. E Marco, dopo il ritorno in Italia, vuole anche un matrimonio in chiesa. Significa che faremmo festa quattro volte.

Tutti fanno i piani per i vestiti da comprare, per le danze e la musica da organizzare, per i riti tradizionali per divertirsi. Pinky verrà dall'America, Laura e Antonella verranno con noi dall'Italia. Sono contento che sono lontano e così non devo preoccuparmi per l'organizzazione delle mille cose che bisogna organizzare per coordinare il tutto, e allo stesso tempo mi dispiace.

Mentre giravo tra le foto della mostra fotografica a Ginevra, pensavo a tutto questo.

Tornai a Bologna alla sera tardi e poi, mi sono svegliato presto alla mattina per ripartire di nuovo, questa volta per Montesilvano (Pescara) per il nostro workshop sulla sessualità e comunicazione. La parte più bella del workshop era trovare tutti i vecchi amici riuniti da diverse parti del mondo - Daisy, Jose, Deolinda, Eliana, Sarmila, Tuki... La serata di danze e musica era molto bella. Una volta mi vergognavo a cantare e ballare. Non più. Ho capito che non sono goffo o sgraziato, almeno non più degli altri, e divertirsi senza preoccupare di cosa ne pensano gli altri è una bella liberazione. Forse diventare vecchi, ha i suoi vantaggi!

Comqune, alla fine sono a casa e non ho altri viaggi per 2-3 settimane.

Qui 2 foto della festa con (1) Eliana e Max dal Brasile e (2) Sarmila (Nepal) e Lameuel (Liberia):


domenica 16 ottobre 2005

Un'altra India

Alaknanda, dove sto in questi giorni, e' una delle zone dei benestanti di Delhi. Tutte le case hanno 2-3 macchine, alcuni hanno i guardiani. Le case sono belle e spaziose. Al nord c'e' Greater Kailash II, la zona di quelli che hanno ancora piu' soldi e le loro case sono ville di marmo.

Questo mondo ricco e comfortevole si regge sulle spalle di un'armata invisbile, che si muove come formiche - lavano le macchine, vendono verdure, portano i cani al passeggio, cucinano, aprono i cancelli, portano via le mondizie.

Se uno sta qui per un po', cominci a non vederli e se per qualche motivo, si intromettono nel tuo mondo, li guardi con un leggero fastidio. Loro vivono in mezzo alla richezza con gli occhi pieni di speranza, sognano un mondo cosi' per i propri figli. "Voglio che mio figlio studia e diventi un alto ufficiale", dice Shanti, la donna delle pulizie.

Ogni tanto i telegiornali parlano del ricco signore o la ricca signora, uccisa dal suo domestico, ma se vedi la marea di queste persone invisibili, ti chiedi, perche' non succede piu' spesso?

***
Ero in un auto-ricscio' vicino Karol Bagh. Andare in auto-ricscio' e' un'avventura. Il paesaggio di Delhi sta cambiando, mettendo insieme il vecchio e il nuovo. In mezzo alla strada vi sono i pilloni in cimento armato, dove passera' la nuova metropolitana. Dietro alla collina si alza una statua gigante di dio Hanuman, che guarda giu' al nuovo passaggio del metro sui pilloni.

Alla giratoia, non c'e' nessuna regola, tutti i mezzi si buttono in mezzo - macchine, autobus, carri tirati da cavalli, biciclette. Ognuno cerca di avanzare un centimetro alla volta. Nessuno cede all'altro, se non e' proprio indispensabile, per non fare un incidente. Sembra che resteremmo bloccati per ore. Invece, dal caos, si riesce ad uscire senza grossa fatica. Mi meraviglia che non vi sono incidenti o feriti per strade. Dopo 200 metri, ad un incrocio, si ripete tutto di nuovo, tutto come prima. E poi, di nuovo all'incrocio successivo.

Sono sicuro che la teoria del caos ha le sue regole, che funzionano anche se forse, nessuno li sapra' spiegare.

***
Ieri sera siamo andati a guadare la danza classica "Kathak".

Birju maharaj, il guru settantenne riconosciuto in tutta l'India era responsabile dello spettacolo che si e' tenuto in mezzo alle rovine di un'antica rocca in centro di Delhi. Le luci, i colori, lo sfondo delle rovine, la coreografia e la bravura dei danzatori - era un'esperienza meravigliosa.

Quando il guru e' apparso sul palcoscenico per dimostrare alcuni passi di danza e per spiegare l'inspirazione che lui si trae dalla natura per comporre queste danze, era incredibile. Il suo corpo si muove ancora con l'agilita' di un giovane.

Alcune foto da questa festa:


Il guru Birju Maharaj

venerdì 14 ottobre 2005

Dall'India

Sono a Nuova Delhi.

La tastiera e' diversa e non ci sono i tasti per i carratteri accentati. Dopo 4 giorni, comincio a abituarmi all'orario indiano e stamattina mi sono svegliato presto. Cosi' stamattina ho un po' di tempo per scrivere un appunto per il blog.

Si sta bene alla mattina e alla sera, quando le temperature scendono a livelli piu' ragionevoli, ma di giorno quando vi sono 35-36 gradi, non riesco a fare niente. Vorrei ne anche uscire fuori. Dopo domani, c'e' la maratona di Delhi e solo l'idea di correre con questo caldo, mi fa venire la sete. Comunque, e' vero che per gli altri qui, abituati al caldo, il peggio delle estate e' gia' passato e ormai il caldo del giorno e' piu' supportabile! Mi guardano con un po' di perplessita' quando dico che fa troppo caldo.

Il 12 ottobre c'era la festa di Dusshera. Dopo tanti anni, sono andato a vedere la cerimonia di bruciare il pupazzo del demone Ravan e i suoi fratelli - erano pupazzi di cartone enormi, pieni di fuochi di artificio e rumorosi pettardi. Ero insieme a Mika, la figlia di mia sorella. Quando il fuoco divampava e i pettardi scoppiavano, per un attimo sembrava il finimondo. Andavo a guardare questa cerimonia da bambino 35-40 anni fa e poi, l'avevo vista qualche volta in televisione. Essere li in mezzo alla folla, sentire l'eccitazione delle persone intorno, il rumore stordante dei pettardi, l'odore particolare dei fuochi di artificio era molto bello, anche se sicuramente inquinante.

Ma mi ha sorpreso la cerimonia di preghiera davanti al pupazzo del demone prima di dargli fuoco. Non mi ricordavo di averlo notato prima, il prete che pregava davanti al pupazzo e poi si chinava per chiedere la sua benedizione. E' solo in India che si puo' avere la cerimonia di bruciare i "demoni" perche' rappresentano il male ma allo stesso tempo, riconoscere che nel libro di "Ramayana" rappresentano persone istruite e saggie, le quali perdono la ragione e agiscono con azioni sbagliate!

domenica 2 ottobre 2005

Intubato

Amo essere "intubato", ciò è viaggiare per il tubo (metro) di Londra. Ultimamente, sembra che il sistema di trasporto pubblico perde colpi, sia per il pericolo bombe che per problemi di manutenzione e personale. Mi fa sempre impressione vedere quante persone leggono mentre fanno un viaggio nella metro. Non i fumetti o giornali, ma veri e propri libri. Anche maschi giovani.
***
Sono uscito dalla stazione di Hammersmith. Pioveva. Non quella pioggerellina inglese che è endemica, ma una pioggia più vicina ai monsoni. Ho esitato per un attimo. Non avevo ombrello e anche se l'albergo non era lontano, sapevo che mi sarei bagnato completamente. Mi sono messo la cartella sulla mia testa e ho iniziato a correre. Mentre attraversavo King's street, una ragazza al ciglio della strada ha detto"Aiutate mi per favore". La guardai mentre correvo. Alta, cappelli neri a riccioli, bella. Tirava un carrello di spesa dietro. Non mi fermai. Le girai intorno e continuai a correre. "Si, andate lontani da me. Non avvicinate me", all'improvviso, la ragazza gridò. Guardai in dietro per un attivo, lei si era seduta per terra e piangeva disperata, "O dio, qualcuno per favore mi aiuti". In torno a lei, sotto la pioggia, la folla londinese le girava intorno e proseguiviva. Continuai a correre finché ero lontano e non sentivo più il suo pianto disperato.

Mentre ero in letto caldo, vidi che la pioggia aveva smesso. Posso andare a vedere se c'è ancora, mi sono detto. No, ormai, non sarà li, qualcuno l'avrà sicuramente aiutato, ho pensato. E tornai nel mio letto.
Un giorno, quando sarò solo e disperato, spero che gli altri non saranno così crudeli e indifferenti con me.

Nella foto Hackney Marshes a Londra dove vi sono 87 campi da calcio, uno accanto all'altro, e dove anche David Beckham aveva giocato.

Mentre scattavo le foto intorno al Buckingham palace, ho visto il poliziotto alzare la mano a puntare il dito verso me. Forse pensava che fossi un terrorista? Il mio primo impulso era di mettere via la macchina fotografica e andare via. Ma sono rimasto li. Il poliziotto è venuto verso di me, davanti a me si è chinato per prendere un pezzo di carta color verde lasciato sulla ringhiera e poi, è tornato dalla guardia reale, gli ha alzato la giacca e messo quel biglietto nella sua tasca. Anche se la guardia non si è mosso, ha fatto un piccolo sorriso. Forse era il biglietto della sua ragazza e il poliziotto faceva solo il cupido?
Queste due foto di Reagent park mi piacciono. Nella prima il canale dentro il centro di Londra, dove giravano le barche e nella seconda, sotto, le anatre a riposo, tutte dormivano.

giovedì 22 settembre 2005

Gli inglesi

Ho visto dei documentari molto interessanti a Londra sulla BBC e mi chiedevo perché la Rai non fa mai cose simili? Un po' penso che sia la questione culturale. La cultura inglese (e forse l'americana ancora di più) è una cultura lineare, A porta a B e B porta a C, e non vi sono né i ma o sebbene o forse o però ecc. Così gli inglesi pensano che si può imparare tutto basta avere le istruzioni chiare. Questo è il mondo di DIY o Do It Yourself (fai da te). Puoi avere i manuali che ti insegnano a costruire una scatola o i manuali che ti spiegano come costruire una casa. I documentari che mi sono piaciuti, forse non è giusto chiamarli documentari, forse rientrano in quel genere di programmi tipo Mi Manda Rai 3.

Il primo programma che mi è piaciuto seguiva una copia, la quale aveva deciso di cambiare lavoro. Prima il marito lascia il suo lavoro in banca per aprire un ristorante. La moglie continua a lavorare in un'azienda ma gli dà la mano alla sera. Per un periodo di 6-7 mesi, sono seguiti da una squadra di BBC, che ti spiega quello che sta succedendo, se gli affari vanno bene, cosa pensano i clienti del ristorante, cosa ne pensano i concorrenti, perché il ristorante perde soldi, come potrebbe fare un profitto, ecc. Poi vi erano le interviste con i diretti interessati, i quali spiegavano i propri punti di vista di come vedevano lo sviluppo del loro ristorante.

Alla fine, quando i due protagonisti hanno confessato che ormai avevano mangiato tutti i loro risparmi e che il loro ristorante era insostenibile, mi dispiaceva per loro ma avevo anche capito alcune cose sulla gestione dei ristoranti che altrimenti non ci avrei mai pensato.

Un altro programma che mi è piaciuto era quello dove c'erano dei concorrenti, ciascuno dei quali riceveva dei soldi per comprare cose ad un mercatino di antiquariato. Alla fine hanno fatto i bilanci, controllando tutte le cose acquistate, ragionando sul loro effettivo valore, se erano autentici o meno, e poi ha vinto il concorrente che aveva guadagnato di più acquistando con i suoi soldi, cose più genuine e preziose. Mi è sembrato un modo interessante per ragionare sul concetto di antiquariato, cosa è che aumenta il valore delle cose, perché spesso non valorizziamo quello che abbiamo in casa o in cantina.

Molti di questi programmi sono disponibili anche via internet all'indirizzo dell'Open University di Londra, ma purtroppo, non come filmati.

A Londra parlavo di Camilla con alcuni amici. Camilla, la moglie del principe Carlo. Sono rimasto sorpreso dai commenti caustici verso la signora. E' vero che Camilla non è una bellezza - una volta mi faceva pensare ad una cavalla simpatica, ma mi piace. E penso che sia molto romantico il fatto che il loro amore, così contrastato, ha saputo superare tanti ostacoli. Non capisco come uno può pensare male di un amore così. Forse una volta eravamo più romantici?

Avevo incontrato la principessa Diana, 8-9 anni fa, qualche mese prima del suo incidente fatale. Ero rimasto incantato da lei, non riuscivo a toglierle gli occhi dal suo viso. Ma oggi quando la penso, mi sembra meno bella di Camilla. Mi dispiace per i poveri inglesi che non possono apprezzare Camilla. La foto di oggi è per ricordare quel'incontro con la Lady Diana. Chissà se un giorno incontrerò la lady Camilla?

martedì 20 settembre 2005

Mele con i bollini

Odio la frutta con i bollini. Quelle cose rotonde, appiccicose che si attaccano sulla frutta per dire che la frutta è di marchio. Odio dover staccare questi bollini perché a parte arance e banane, preferisco mangiare la frutta con la buccia.

E penso a tutti i bollini che si attaccano alla frutta. 1 cm alla volta, multiplicato per milioni e milioni di volte. Così quel piccolo bollino diventa un nastro di plastica che coprirà tutta la superficie di tutte le strade di Italia. E cosa serve? Per ricordarti che hai comprato la frutta dalla Coop o che la mela che mangi è venuta da quella particolare azienda? Veramente decidi di comprare le mele solo se queste hanno un bollino? E se tutte le mele avranno il bollino, come fai a decidere? Forse siamo già arrivati a quel punto, dove ormai tutte le mele hanno un bollino. Cosa ne dici di vendere le tue mele senza bollino per farli sembrare diverse dalle altre?

Ma quanto sono stupido! Non penso al prodotto nazionale lordo. Italia è in crisi. Ci servono le aziende. E quelli che lavoranno nella ditta che fa i bollini, poverini anche loro devono lavorare. E dobbiamo seguire il mercato, non possiamo lasciare che i nostri prodotti siano visti come inferiori. E simili cazzate al infinito. Immagino che alla fabbrica dove si fanno i bollini di plastica, sarà tutto automatico.

E inutile tonnellate di rifiuti che produciamo? E la colla appicciocsa che si usa per attaccarli, siamo sicuri che non abbia sostanze chimiche? E perché sprecare soldi per qualcosa che non serve a nessuno?

Ho una proposta - boicottiamo tutta la frutta con il bollino.

Fuori piove. Ormai l'autunno è qui. Per cui 2 foto da "Per tot", la parata estiva di Bologna per ricordare l'estate. La prima maschera potrebbe essere quella della terrà, schiffata per tutti i bollini che andiamo a appiccicare sulla frutta?


domenica 18 settembre 2005

Londra, dopo le bombe

Torno a Londra dopo 2 mesi. Ultima volta ero rientrato da Londra, un giorno prima delle bombe nella metropolitana. Sono curioso di vedere se le bombe hanno cambiato la città. Ne parlo con gli altri, quelli che vivono a Londra. "Si è cambiato", quasi tutti concordano.

"Nella parte centrale, alla sera era piena di gente, si andava ai pub per bere una birra, oggi è sparito tutto. Dopo le 7 le strade sono deserte. I pub sono vuoti", un'amica racconta.

"Il metro ha meno persone, sopratutto il giovedì", dice un'altra, "vi sono più bici e moto sulle strade."

Ma non vedo questo cambiamento. Alla sera, torno dopo la cena sotto una leggera pioggerellina classicamente inglese e le strade sono piene di persone, i pub non sono straripanti di persone, ma non sono ne anche vuoti. Il metro nell'ora di punta è così piena che faccio fatica a respirare. Il Stansted express, è forte sulla pubblicità come sempre, "Al centro di Londra in 45 minuti", ma in verità sembra un treno locale di Bombay, si ferma ogni tanto e fa il viaggio in un'ora e 10 minuti. Alle belle stazioni di metro si annuncia che tale linea è chiusa, quell'altra è in ritardo, sembra che manca personale.

Dopo la riunione vado al Millennium bridge, il primo ponte di Londra costruito dopo circa 100 anni. Al Tate gallery c'è la mostra di Frida Kahlo. Sono affascinato dal colore dei cappelli della signora di una una copia "punk". Le nuvole scure sembrano toccare il Tamigi. Hanno celebrato i 100 anni del funerale del generale Nelson nella mattinata con una processione di barche sul Tamigi. Il giorno dopo, inizierà il festival di Tamigi con mercatini e spettacoli lungo il fiume.

Alla mattina, mi sveglio per le voci che vengono da una delle case dietro al mio hotel. Una coppia litiga. "Fuori di qui, fuori, fuori...", la donna sembra un vecchio 33 giri, incantato. Dopo un po' le cose si scaldono. "Fottiti puttana" .... "Figlio di puttana, non ti voglio, lasciami subito...". Penso se uno di loro ammazza l'altro, forse mi chiameranno a testimoniare? Mi preparò la valigia e lascio la camera, mentre la coppia continua a litigare.

Nuvole su Tamigi

La copia punk davanti alla Tate gallery


Il Millennium bridge, il nuovo ponte inaugurato dalla regina nel 2000

giovedì 15 settembre 2005

Il mondo come era

Ho ricevuto un email, dove si parla del mondo e del nostro modo di vivere di una volta. Penso che si collega in qualche modo con il discorso che facevo sul mondo senza batteri che si vorrebbe promuovere oggi:

Se eri un bambino negli anni 50, 60 e 70 Come hai fatto a sopravvivere ?

1.- Da bambini andavamo in auto che non avevano cinture di sicurezza né airbag...
2.- Viaggiare nella parte posteriore di un furgone aperto era una passeggiata speciale e ancora ne serbiamo il ricordo.
3.- Le nostre culle erano dipinte con colori vivacissimi, con vernici a base di piombo.
4.- Non avevamo chiusure di sicurezza per i bambini nelle confezioni dei medicinali, nei bagni, alle porte.
5.- Quando andavamo in bicicletta non portavamo il casco.
6.- Bevevamo l'acqua dal tubo del giardino, invece che dalla bottiglia dell'acqua minerale... 7.- Trascorrevamo ore ed ore costruendoci carretti a rotelle ed i fortunati che avevano strade in discesa si lanciavano e, a metà corsa, ricordavano di non avere freni. Dopo vari scontri contro i cespugli, imparammo a risolvere il problema. Si, noi ci scontravamo con cespugli, non con auto!
8.- Uscivamo a giocare con l'unico obbligo di rientrare prima del tramonto. Non avevamo cellulari... cosicché nessuno poteva rintracciarci. Impensabile .
9.- La scuola durava fino alla mezza , poi andavamo a casa per il pranzo con tutta la famiglia (si, anche con il papà ).
10.- Ci tagliavamo , ci rompevamo un osso , perdevamo un dente , e nessuno faceva una denuncia per questi incidenti. La colpa non era di nessuno, se non di noi stessi.
11.- Mangiavamo biscotti , pane olio e sale , pane e burro , bevevamo bibite zuccherate e non avevamo mai problemi di soprappeso, perché stavamo sempre in giro a giocare...
12.- Condividevamo una bibita in quattro... bevendo dalla stessa bottiglia e nessuno moriva per questo.
13.- Non avevamo Playstation, Nintendo 64, X box, Videogiochi , televisione via cavo con 99 canali , videoregistratori , dolby surround , cellulari personali , computer , chatroom su Internet ... Avevamo invece tanti AMICI.
14.- Uscivamo, montavamo in bicicletta o camminavamo fino a casa dell'amico , suonavamo il campanello o semplicemente entravamo senza bussare e lui era lì e uscivamo a giocare.
15.- Si! Lì fuori! Nel mondo crudele! Senza un guardiano! Come abbiamo fatto? Facevamo giochi con bastoni e palline da tennis , si formavano delle squadre per giocare una partita; non tutti venivano scelti per giocare e gli scartati dopo non andavano dallo psicologo per il trauma .
16.- Alcuni studenti non erano brillanti come altri e quando perdevano un anno lo ripetevano. Nessuno andava dallo psicologo, dallo psicopedagogo, nessuno soffriva di dislessia né di problemi di attenzione né di iperattività; semplicemente prendeva qualche scapaccione e ripeteva l’anno.
17.- Avevamo libertà , fallimenti , successi , responsabilità ...
e imparavamo a gestirli.
La grande domanda allora è questa:
Come abbiamo fatto a sopravvivere ? ed a crescere e diventare grandi ? .

martedì 13 settembre 2005

Un mondo senza batteri?

Da bambino in India, io imparavo che ciascuno di noi è in questo mondo con un suo preciso scopo. In questo "ciascuno" rientrano tutti gli esseri. Non devi uccidere gli altri esseri è il cardine dei Gianisti, una delle religioni indiane, dove i santoni gianisti vanno in giro con una stoffa per coprire il bocca perché ne anche per sbaglio vorrebbero commettere il peccato di uccidere gli esserini invisibili. E' comune vedere le donne che mettono farina vicino le formiche, perché per loro nell'equilibrio del mondo, c'è un posto anche per le formiche.

Così quando vedo la pubblicità per tutti i prodotti per rendere la tua casa sterile, mi sento un po' disturbato. Che bisogno c'è per i detersivi o prodotti per pulire i pavimenti con proprietà antibatteriche? I batteri non sono necessari per l'equilibrio della natura? Se bambini non verrano in contatto con i batteri normali, come si svilupperà il loro sistema imunitario? O smetteremo di portarli fuori dalla casa, nei parchi o sulle giostre perché il mondo è pieno di batteri?

So che l'uso scorretto degli antibiotici è responsabile per lo sviluppo dei ceppi resistenti dei batteri. Vi sono dei batteri che ormai non rispondono a nessun antibiotico. In questa situazione, vendere questi detersivi che ammazzano i batteri non sono rischiosi per lo sviluppo di nuovi ceppi di batteri, questa volta davvero nocivi per la salute umana? O forse ormai, tutto viene deciso da venditori, i quali hanno più diritti di altri noi, esseri consumatori?

Per protestare contro questa pubblicità che vuole rendere il mondo sterile e senza batteri, ecco due foto di una natura piena di batteri (spero)!


lunedì 12 settembre 2005

4 anni fa

Ieri mattina, quando mi sono svegliato, il mio primo pensiero era che dovevo mandare un messaggio alla Mariangela per il suo compleanno. Poi ho pensato alla marcia Perugia-Assisi, alla quale avrei voluto andare ma ho dovuto rinnunciare perché dovevo partecipare ad una riunione. In pomeriggio, quando sono tornato a casa dopo la riunione, casualmente ho accesso la TV è ho trovato il film sull'11 settembre 2001, fatto di tanti piccoli film girati da diversi registi provenienti da tante parti del mondo. Come avevo fatto a dimentare che era l'11 settembre?

Le emozioni di quel 11 settembre sono ancora vive. Il film rappresenta i diversi aspetti di quelle emozioni. Il marine americano, il kamikaze palestinese, le persone che si lanciano giù dalle torre gemelle, le grida dei passeggeri dai cellulari prima dell'impatto degli aerei, le ragazze serbe che ricordano le proprie stragi, l'esule cileno che ricorda la cinica politica statiunitense che disfa i governi degli altri paesi se li giudica favorevoli alle proprie politiche, l'eticchetta del terrorista attaccato sulla fronte delle famiglie musulmane di New York, ecc., sono tutte immagini evocate dal film, già più o meno conosciute. Invece mi piace il film sull'insegnante del villaggio che cerca di spiegare la tragedia ai piccoli bambini vicino la fabbrica dei mattoni, dove la ciminiera serve come metafora delle torri. E mi piace quello sulla ragazza sordomuta, arrabbiata con il suo ragazzo che vuole un miracolo. E mi piace il sogno dei ragazzi di Burkina Faso, di catturare l'Osama Bin Laden.

Anche le mie memorie di quell'11 settembre, sembrano un episodio di quel film. Le ore passate all'aeroporto Malpensa di Milano nell'attesa del volo per il Libano, le persone che chiudevano i negozi per paura, le immagini sugli schermi delle televisioni e la paura per mia madre che quella mattina viaggiava per il Washington DC.

E penso alle foto del 1996 nel nostro album delle vacanze in Stati Uniti. A quella coppia che si era sposata nell'atrio delle torre gemelli o forse era venutali dopo il matrimonio per farsi fotografare. E penso a quel viaggio del 2002 al "gound zero", e le magliette e i cartelloni sbiaditi dal sole, esposti intorno al cratere, dove una volta stavano le torri gemelle.

Guardano giù dalla cima delle torri gemelle

Il matrimonio nell'atrio delle torri gemelle

sabato 10 settembre 2005

John Grisham a Bologna

Sono riuscito ad avere un permesso per andare a sentire lo scrittore americano, John Grisham. L'aula grande di Santa Lucia con tutto il suo splendore era piena. C'era anche il sindaco Cofferati, il quale ha consegnato una targa della città allo scrittore.

Grisham parlò della sua visita a Bologna nel luglio 2004, quando lui cercava una piccola città dove poteva nascondersi l'eroe del suo nuovo libro e disse di essere rimasto comosso davanti al muro della sala Borsa tappezzato dalle foto dei ragazzi morti per la resistenza.

La domanda che io avrei voluto fare relativa all'opinione dei critici riguardo le sue capacità letterarie, arrivò anche se in maniera indiretta ma era l'unico momento che vide Grisham perdere la calma, "I critici possono andare in inferno. Cosa ne sanno della scrittura popolare? Prima mi criticavano che tutti i miei libri hanno la stessa formula, ora criticano che non seguo la formula..."




In tanto si era messo a piovere con lampi e tuoni e quando sono u0cito fuori dall'aula, pioveva forte. Camminai fino alla via Saragozza e pensavo che continuano a parlare del peggioramento dell'ambiente e il bisogno di usare i mezzi pubblici o le biciclette, ma secondo me, oggi a Bologna ci sono meno biciclette di 15 anni fa. Perché non costruiscono più piste ciclabili?

Anche quando fanno le nuove strade, non c'è nessuna attenzione a fare nuove piste ciclabili. E' vero che molti parchi hanno le piste ciclabili ma per non usare la macchina, anche le altre strade devono avere le piste, altrimenti le macchine che sfrecciano così veloci e tutte le nuove giratorie che stanno sostituendo i semafori, rendono la vita dei ciclisti impossibile.

E poi pensavo a tutti i marciapiedi, senza le piccole rampe per salire o scendere! Posso soltanto immaginare come devono sentirsi le persone sulle sedie a rotelle, in mezzo a tutti questi figli di schumacher nelle macchine che si sentono impazienti se devono rallentare per una bicicletta o una sedia a rotelle.

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