lunedì 15 agosto 2011

Il mio cuore dice si

Il ciclo di Bollywood continua con il film "Il mio cuore dice si" (titolo originale "Vivah", di Suraj R. Barjatya, India, 2006)  programmato per il sabato 20 agosto 2011 sera. "Il mio cuore dice si" è un film molto indiano e tradizionale nei suoi valori e tocca il tema dei matrimoni combinati in India.

Vivah - il mio cuore dice si

Spesso le persone in occidente pensano ai matrimoni combinati come qualcosa di negativo, come qualcosa che viene imposto alle persone, negandole la scelta libera del proprio partner. Invece la maggior parte dei giovani in India non vede i matrimoni combinati in questo modo.

Sicuramente quello che aspettiamo dalla vita dipende molto dalla cultura dove cresciamo. La cultura occidentale è molto più individualista dove si impara da quando si è piccoli ad essere autonomi e indipendenti. Per esempio, spesso i genitori vogliono che il loro bambino piccolo si abitui a dormire da solo e non nel letto con la mamma e il papà. Quando le persone crescono, aspettano di trovare la persona giusta che farà scintille nei loro cuori e che potranno amare.

In India, il valore principale che percepisci da quando sei piccolo è che sei parte di una famiglia, in caso di bisogno la famiglia si occuperà di te, ma anche quando la famiglia avrà bisogno, sarà il tuo dovere pensare alla famiglia. Nello stesso modo impari da quando sei un bambino che quando arriverà il momento la tua famiglia cercherà il tuo compagno di vita, potrai dire le tue opinioni e decidere chi ti piace e poi amerai quella persona.

E' vero che anche India sta cambiando, e spesso anche in India, sopratutto nelle città, i giovani vogliono sposare per amore, ma ancora oggi, spesso individualismo si mescola con le tradizionali e si cercano di salvaguardare alcuni aspetti della propria cultura mescolando con altri aspetti più occidentali.

Comunque, penso che il film, "Il mio cuore dice si" vi farà capire molto di più su come funzionano i matrimoni combinati, più di qualche spiegazione teorica.

Trama del film: Prem (Shahid Kapoor) è un manager e appartiene ad una famiglia ricca, a Nuova Delhi. Suo padre (Anupam Kher) vuole cercare una moglie con i valori tradizionali per Prem e gli chiede di andare a vedere Poonam (Amrita Rao), la nipote di un suo vecchio amico, Krishna Kant (Alok Nath) di una famiglia molto più modesta che vive a Mathura, una piccola cittadina non molto lontana da Delhi.

Vivah - il mio cuore dice si

Prem è un po' scettico che una ragazza così semplice gli piacerà ma comunque accetta la proposta di suo padre per andare a casa di Poonam.

Poonam aveva perso i genitori quando era piccola ed è cresciuta a casa di suo zio. A casa di zio ci sono anche la zia Rama (Seema Biswas) e la loro figlia Rajni (Amrita Prakash). Rajani è meno bella e meno brava a scuola di sua cugina, ma entrambe si vogliono bene come due sorelle. Invece zia Rama è un gelosa della nipote di suo marito.

Prem resta folgorato da Poonam e subito accetta la proposta del matrimonio. Anche lui piace a Poonam. Cosi il loro matrimonio non ha più ostacoli.

Poco alla volta i due iniziano a conoscersi meglio ed a innamorarsi. Rajni è felice per la sua cugina ma zia Rama si sente ancora più frustrata perché Poonam è riuscita ad avere uno sposo di una famiglia così ricca. Più il giorno del matrimonio si avvicina, più la zia Rama diventa polemica e aggressiva.

Il giorno del matrimonio, un fuoco divampa in casa e Rajni rischia di morire bruciata. Poonam sfida la morte per salvare la cugina e finisce con gravi ustioni. Ma Prem vorrà sposare una ragazza resa deforme dalle cicatrici delle ustioni?

Vivah - il mio cuore dice si

La casa di produzione Rajshri: Il film è stato prodotto da Rajshri, una casa di produzione dei film molto particolare di Bollywood.

La casa di Rajshri è nata nel 1947, l'anno dell'indipendenza dell'India, creata da Tarachand Barjatya, un seguace di Mahatma Gandhi. Negli sessanta anni della sua esistenza, loro sono rimasti fedele ad alcuni principi - esaltare i valori tradizionali indiani con dei film senza violenza e senza nudità, con delle storie semplici raccontate spesso con gli attori nuovi.

Così Rajshri productions ha presentato alcuni dei film più importanti del mondo di Bollywood - Dosti (Amicizia, 1964), Uphaar (Regalo, 1971), Chitchor (Rubacuori, 1976), Dulhan wohi jo piya man bhaye (Sposa sarà quello che piace al ragazzo, 1977), Maine Pyar Kiya (Mi sono innamorato, 1989) e Hum aap ke hain kaun (Chi sono per te?, 1994).

Alcuni degli attori più importanti di Bollywood, come Salman Khan a Madhuri Dikshit e Amitaabh Bacchan, hanno iniziato le loro carriere o il loro primo film importante con il Rajshri films.

Suraj Barjatya, il figlio del patriarca e fondatore Tarachand, ha iniziato a lavorare come regista nel 1989 con Maine Pyar kiya (Mi sono innamorato) nel 1989 e il film è stato un grande successo commerciale.

Il suo secondo film come regista, Hum aap ke hain kaun (Chi sono per te) nel 1994 è stato il primo film di Bollywood a trovare il successo in tutto il mondo ed è stato il più grande successo commerciale di Rajshri. Ricordo di aver visto questo film a Georgetown in Guyana, più di anno dopo che era uscito, e la sala era tutta piena. Alcuni teatri hanno continuato a proiettare questo film senza interruzioni per più di 3 anni.

In qualche modo, il grande successo di questo film è diventata la maledizione della casa di Rajshri.

"Hum aap ke hain kaun" presentava la storia di un matrimonio combinato. Molti critici l'avevano criticato come "un video di un matrimonio indiano che dura 3 ore" e il film aveva 22 canzoni. Purtroppo, dopo questo film, sembra che la casa di Rajshri non riesce a trovare altri soggetti per i loro film se non il tema del matrimonio combinato.

Penso che "Vivah" (letteralmente "Matrimonio" con il titolo italiano "Il mio cuore dice si") programmato per il 20 agosto sia riuscito meglio di diversi altri film girati da Casa Rajshri negli ultimi 10 anni, grazie sopratutto ai due attori principali - Shahid Kapoor e Amrita Rao. Immagino che per qualcuno, il film sarà troppo dolce, un po' come i dolci indiani che hanno tanto zucchero, ma se vi piacciono i film romantici, non resterete delusi.

Il film ha una delle mie attrice preferite di Bollywood, Seema Biswas, nel ruolo della cattiva zia Rama. Penso che sia una delle attrice più brave di Bollywood e che è un vero peccato che non trova ruoli migliori per il suo talento. Forse qualcuno di voi la ricorderà con la vedova Shakuntala nel film di Deepa Nair, Water (Acqua), quella che alla fine del film porta la bambina al treno di Gandhi.

Oltre ad essere una casa di produzione dei film, Rajshri è anche un'agenzia di distribuzione dei film e dei telefilm. La buona notizia è che tutti i film (e alcuni telefilm) di Rajshri sono disponibili online gratuitamente e se volete, possono essere scaricati a prezzi veramente modici - purtroppo solo alcuni di loro hanno i sottotitoli in inglese.

Per esempio, al sito di Rajshri, potete guardare il mitico "Hum aap ke hain kaun" con i sottotitoli in inglese (durata totale 3 ore e 18 minuti).

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domenica 14 agosto 2011

E' Tempo di sognare - sogno di studiare

Non avevo visto prima il film di ieri, "E' il tempo di sognare" (titolo originale "Nanhe Jaisalmer" di Samir Karnik, India, 2007) per cui non so quali scene del film hanno tagliato nella versione italiana.

Penso che la parte più bella del film era la sua ambientazione nella città di Jaisalmer, in mezzo al deserto di Thar nello stato di Rajasthan in India, con i suoi belli palazzi e templi, i suoi cammelli e le sue persone con i loro vestiti colorati.

I film che parlano di grandi questioni sociali possono scegliere un modo realistico di far vedere i problemi, ma in questo modo, i film sono più come dei documentari e spesso non riescono ad attirare il grande pubblico.

Nanhe Jaisalmer - E' tempo di sognare

Per questo motivo, qualche volta i film che parlano di grande questioni sociali, scelgono un modo fiabesco di raccontare la storia, dove la realtà è addolcita e abbellita con le fantasie. Così il grande pubblico li può guardare senza sentire troppo l'angoscia delle situazioni reali che le persone affrontano nelle loro vite. Anche "E' il tempo di sognare" sceglie questa seconda via per raccontare il problema del lavoro minorile e la mancanza di educazione in molte parti dell'India.

Il film racconta la storia di Vikram Singh(interpretato da Dwij Yadav per la maggior parte del film, e da Vatsal Seth, nelle parti del film dove è un adulto) chiamato anche Nanhe Jaisalmer (Piccolo Jaisalmer) dai parenti e dagli amici. A casa, Nanhe ha sua mamma (Prateeksha Lonkar) e sua sorella Suman (Rushita Singh). Il quartiere di Jaisalmer dove abita Nanhe, è popolato da alcuni suoi amici piccoli e altri adulti, tra i quali lo zio Khema ji  che ama i sorsi di alcol (Sharat Saxena) e suoi amici Jassuji (Vivek Shaq) e Dhurjan Singh (Rajesh Vivek).

Nanhe lavora come una guida turistica e trasporta i turisti in giro sul suo cammello Raja. E' un ragazzo molto sveglio e capisce parole di 4 lingue diverse, ma è analfabeta. E' anche un grande fan di un attore di Bollywood - Bobby Deol.

Madam (Beena Kak), una ricca signora che abita in un antico palazzo, organizza lezioni serali di alfabetizzazione, vuole che Nanhe frequenti la sua scuola, per poi un giorno andare alla scuola vera, ma Nanhe non ne vuole sapere e preferisce andare a vedere i film e a masticare tabacco con gli amici, affinché un giorno incontra il suo idolo Bobby Deol e Bobby diventa lo stimolo per il suo cambiamento.

Dal punto di vista visivo, penso che il film si presentava molto bene e anche Nanhe (Dwij Yadav) era simpatico, anche se un po' troppo precoce come bambino con un modo di parlare non sempre adatto ai bambini. Gli altri attori, sopratutto Prateeksha Lonkar nel ruolo della mamma e Rushita Singh nel ruolo della sorella maggiore, non erano male.

Ma dal punto di vista della trama il film aveva alcuni buchi - far vedere una famiglia non poverissima, ma che può permettersi una vita dignitosa, dove la ragazza ha frequentato la scuola e il maschio non frequenta la scuola ma invece lavora, sembrava non molto credibile. In India spesso succede il contrario - i maschi frequentano la scuola mentre le femmine devono lavorare.

Anche la scena dove la famiglia di un possibile sposo per Suman viene a casa per vederla non era molto realistica perché loro non fanno nessuna domanda alla ragazza, non chiariscono niente prima di annunciare che Suman va bene come sposa per il loro figlio. Vi erano tante altre piccole cose simili, che rendevano la sceneggiatura un po' superficiale.

La figura del Madam (Geeta Kak), la signora benestante che insegna, sembrava essere modellata sulla figura di Gayatri Devi, la regina madre di Jaipur scomparsa alcuni anni fa, nel suo modo di vestirsi e di parlare.
Nanhe Jaisalmer - E' tempo di sognare

Per me, il buco più grande nella storia del film era far vedere che l'incontro con Bobby Deol era tutta una fantasia. Penso che sia poco credibile come succedeva nel film che in alcune scene il ragazzo non fantasticava solo sulla figura di Bobby Deol ma immaginava tante altre persone che gli stavano intorno, compreso le riprese di un film.

Per quanto riguarda la conversione del film in italiano, penso che l'episodio legato alla vendita del cammello poteva essere spiegato un po' meglio perché così come è stata presentato, non si capiva cosa era successo e perché.

Inoltre, la pronuncia di alcune parole indiane - sopratutto il nome di Nanhe stonava (nel film suonava come "nané" invece di "Nan - hé"). Inoltre la pronuncia del alfabeto indiano poteva essere migliorata, anche se è vero che diversi suoni usati in hindi mancano in italiano.

Tra le canzoni del film, che non conoscevo prima, mi è piaciuto di più quella che riprendeva alcuni versi di una canzone folkloristica molto popolare della zona, cantato dal vecchio musicista nel film, "Kesariya balama more, padharo mharo des" (Amore mio color zafferano, vieni nel mio villaggio - qui la parola zafferano è sinonimo di bellezza, un po' come dire "amore mio latte e miele").

In generale non mi piace Bobby Deol. Devo ammettere che in questo film non era troppo male e in alcune scene era quasi simpatico.

Non sono proprio convinto del messaggio finale del film che per i bambini poveri che non frequentano la scuola, è solo una questione della loro mancanza di interesse nello studio.

Penso invece che per molti bambini, la povertà è una grande barriera che non permette a loro di frequentare la scuola. Ignoranza dei genitori potrebbe essere un'altra causa importante.Nel film vi erano diversi bambini che lavoravano invece di studiare, ma film non parla di altri a parte Nanhe, e non approfondisce se anche gli altri bambini potevano avere accesso alla scuola e come?

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Shammi Kapoor

Stamattina è morto l'attore Shammi Kapoor. Aveva 79 anni e il suo vero nome era Shamsher Raj Kapoor. Era figlio dell'attore Prithviraj Kapoor, fratello di altri due attori famosi degli anni sessanta e settanta - Raj Kapoor e Shashi Kapoor, ed era sposato con l'attrice Geeta Bali. Altri membri di questa famiglia, più conosciuti oggi sono Rishi Kapoor, Ranbir Kapoor, Kareena Kapoor e Karishma Kapoor.

Ero un bambino quando Shammi Kapoor aveva iniziato a lavorare nei film. A quell'epoca, mi piacevano i film seri, e pensavo che lui era un attore frivolo e poco importante. Era solo nel 1966 con il suo film Teesri Manzil (Terzo piano) che finalmente ho iniziato ad apprezzarlo. Shammi era famoso per il suo stile vigoroso di danza che potrebbe essere definito come il stile "trema tutto", e che faceva pensare a Elvis Prestley.

Nel 1974, era uscito il suo primo film come regista, Manoranjan (Divertimento), ispirato dal musical francese Irma la Douce.

Era uno degli primi attori di Bollywood che si interessava di internet. Si era fatto un suo sito web e così mi ero messo in contatto con lui e circa 7-8 anni fa avevamo scambiato qualche email.

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sabato 13 agosto 2011

Rakhi - la festa dei fratelli

Ieri sera ho ricevuto i due "rakhi" mandati dalle mie sorelle per la festa dei fratelli. I rakhi possono essere anche dei fili semplici, sopratutto i fili rossi. Si possono anche comprare o creare dei rakhi più elaborati con le forme dei fiori o con i simboli tradizionali. Per la festa dei fratelli in India che si chiama Rakhi o Raksha Bandhan (letteralmente "Legame della protezione"), le sorelle legano il rakhi intorno al polso dei loro fratelli.

La festa trova maggiore risonanza nel nord dell'India. Nelle città odierne, oramai la festa non è associata a grandi cerimonie. Invece nei villaggi e nelle piccole città la festa viene celebrata con maggiore fervore.

Esiste un'altra festa simile in India - il Bhai Duj (letteralemente "secondo giorno del fratello") che si celebra due giorni dopo la festa della luce (Diwali), quando c'è una nuova luna di due giorni (la notte di Diwali è una notte senza luna). La parte nord ovest dell'India dà più importanza a Rakhi (negli stati di Punjab, Rajasthan, Gujarat, Maharashtra) mentre nel nord est (Uttar Pradesh, Orissa, Bihar) si dà più importanza a Bhai Duj. Comunque oramai le due feste sono celebrate più o meno in tutta India.

Di solito, la cerimonia tradizionale di Rakhi si tiene presto alla mattina dopo che i fratelli e le sorelle hanno fatto il bagno e hanno messo su i vestiti nuovi o almeno i vestiti puliti. Le sorelle più vecchie, iniziano con i fratelli più vecchi. Il maschio si siede su uno sgabello basso con le gambe incrociate.

La sorella si siede di fronte con le gambe piegate, con il piatto di puja (preghiera) nelle mani. Un piatto tipico di puja dovrebbe avere, una lampada, un po' di kumkum (il polvere rosso) con i granelli di riso crudo, il filo o il Rakhi più elaborato, e un po' di dolci.

La sorella prima fa l'aarti (adorazione cantata o parlata con le parole sacre chiedendo lunga vita per il fratello), mentre gira il piatto di puja di fronte al fratello. Poi metto il segno di kumkum e riso sulla fronte del fratello e lega il filo di rakhi intorno al suo polso. Alla fine, gli mette un pezzo di dolce nella bocca.

Graphics on Rakhi designed by Sunil Deepak, 2011

Adesso tocca al fratello. Il fratello dà il suo regalo (vestito, dolci e/o soldi) alla sorella e le rinnova la sua promessa di aiuto e di protezione.

Spesso, finché la sorella non ha legato suo rakhi al polso del fratello, non può mangiare. Quando le sorelle o i fratelli sono sposati e non vivono più nella stessa casa, uno dei due, sopratutto quelli più giovani, vanno alla casa dei fratelli o delle sorella maggiori per completare il rito. Invece se abitano in città diverse, si può anche mandare il rakhi per posta.

Fino ad alcuni anni fa, anche le mie sorelle mi mandavano il rakhi tramite la posta. Invece negli ultimi anni, oramai abbiamo scelto i rakhi virtuali, mandati tramite email, anche perché arrivavano quasi sempre dopo che il giorno della festa era già passato.

Festa per le ragazze: Non esiste una festa proprio uguale per le sorelle. Esiste invece la festa dell'adorazione delle ragazze nubili. Si chiama Kanjak (Offerta dei dolci) e la si celebra l'ottavo giorno della festa di Dusshera o di Durga Puja (il giorno di Ashtami), 22 giorni prima della festa di Diwali.

Per questa festa, le figlie della casa ricevono nuovi vestiti e si invitano loro insieme a tutte le ragazze nubili dei vicini di casa, per mangiare dei dolci e a ricevere regali. Le mamme fanno il loro aarti (adorazione) con il piatto di Puja, esattamente come descritto sopra. Così il giorno della festa, spesso piccoli gruppi di ragazze girano tra le case, passando da una casa all'altra, mangiando dolci e raccogliendo soldi e/o regali.

I miti e la tradizione: Vi sono diverse storie sull'origine della festa di Rakhi nella mitologia indù. Una delle storie più conosciute è l'episodio del poema epico Mahabharata, quando i principi Pandava perdono la moglie Draupadi in una scommessa legata al gioco d'azzardo. I principi Kaurava cercano di spogliarla pubblicamente, e Draupadi chiama il suo fratello Krishna, il quale copre il corpo di Draupadi con un sari senza fine e così salva la sua dignità.

Nel film La sposa dell'imperatore (Jodha Akbar) trasmesso su Rai Uno la scorsa settimana, c'era il complotto di Mahamanga, la balia dell'imperatore, per screditare la nuova regina. Nella scena dove arriva Surajmal, il fratello di Jodha, per incontrarla in segreto, lui le dice di aver ricevuto una sua lettera che chiedeva aiuto insieme ad un rakhi. In questa scena, il  rakhi era per ricordare al fratello la sua promessa per venire in aiuto alla sorella in caso di bisogno.

Comunque, penso che il significato di Rakhi è legato anche al ruolo della donna nelle società patriarcali.

La percezione popolare vede la donna come un soggetto debole che ha il bisogno del suo fratello per proteggerla. Per questo le sorelle legano il rakhi, i talismani per proteggere i fratelli durante le guerre, e i fratelli promettono di proteggerle.

In passato, la festa di rakhi era un modo per tenere i legami tra i fratelli e le sorelle, perché le ragazze sposate diventavano "proprietà" della famiglia dello sposo e potevano avere rapporti con le proprie famiglie soltanto durante alcune feste come il rakhi.

Ma penso che il concetto tradizionale di "protezione" della sorella è legato anche al concetto di salvaguardare "onore" della famiglia per cui bisognava salvaguardarle dagli occhi indiscreti delle persone di caste più basse e di altre religioni.

Oggi le ragazze indiane lavorano, fanno anche poliziotti, marinai e soldati, ma ancora per molte donne in India, i valori della società patriarcale sono una grande barriera.

Amare una persona di un'altra casta o di un'altra religione, è ancora oggi legato a quello che viene chiamato "honour killing" (uccisione per onore). Alle ragazze violentate, si chiede spesso di non parlarne perché denunciando lo stupro rischiano di "infangare il nome della propria famiglia" e di non trovare mariti.

La società tradizionale ha bisogno di superare questi concetti. Per cui penso che Una delle sfide oggi in India è come cambiare i valori tradizionali delle feste come la festa di Rakhi, senza perdere il suo valore di festa e senza negare l'importanza delle tradizioni.

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mercoledì 10 agosto 2011

E' tempo di sognare - Bollywood su Rai Uno

Il prossimo film del ciclo "Stelle di Bollywood" programmato per il sabato 13 agosto sera si chiama "E' tempo di sognare" (titolo originale, "Nanhe Jaisalmer" di Samir Karnik, India, 2007). E' un film con un messaggio sociale - l'importanza dell'educazione per i bambini.

Poster E' tempo di sognare

Ma i film possono veramente influenzare la realtà del mondo? Le risposte a questa domanda variano secondo il tipo di film che avete girato.

Se i film parlano di violenza, stupro, crudeltà, ecc., i loro registi sostengono che i film riflettono la realtà del mondo che ci circonda e non è giusto pensare che solo i film possono influenzare i comportamenti delle persone.

Invece vi sono altri registi che pensano che tramite il cinema si può veicolare dei messaggi per promuovere un cambiamento sociale. Il regista Samir Karnik fa parte di questo gruppo dei registi.

Un altro film di Samir Karnik ("Gara dei Cuori", Titolo originale, "Kyon ho gaya na", India, 2004) era già stato trasmesso nel ciclo estivo di Rai Uno nel 2008.

Dopo diversi film bocciati dal pubblico, finalmente Karnik ha trovato il suo primo successo commerciale in India nel 2011 con il film "Yamla Pagla Deewana".

Invece il film programmato per il 13 agosto, "E' tempo di sognare", era stato rifiutato dal grande pubblico indiano quando era uscito al cinema. Non l'avevo visto, per cui non posso dire molto sul film. Le recensioni indiane del film avevano parlato molto bene di Dwij Yadav nel ruolo di Nanhe (letteralmente "Piccolo"), il bambino protagonista principale del film, un bambino che lavora come guida turistica a Jaiselmer, la favolosa città nel deserto di Rajasthan nel nord ovest dell'India. Nel film, Nanhe è un grande fan dell'attore Bobby Deol, una stella di Bollywood. Il film parla delle fantasie di Nanhe che sogna di incontrare l'attore, e come queste fantasie aiutano il bambino a superare le difficoltà e a studiare.

L'attore Bobby Deol, è un figlio d'arte. Suo padre Dharmendra è stato una degli attori più importanti di Bollywood per circa 30 anni, dagli anni sessanta agli anni novanta. Sunny Deol, altro figlio di Dharmendra ha trovato grande successo come attore dei film d'azione negli anni novanta. Invece Bobby Deol non ha trovato il grande successo come una stella di Bollywood.

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PS: Per ulteriori riflessioni sul film http://awaraghi.blogspot.com/2011/08/e-tempo-di-sognare-sogno-di-studiare.html

domenica 7 agosto 2011

La sposa dell'imperatore

Alla fine, ieri 6 agosto sera, il ciclo dei film di Bollywood sul Rai Uno è iniziato con La Sposa Dell'Imperatore (titolo originale "Jodha Akbar", regista Ashutosh Gawarikar, India 2008) e non potevano scegliere un film migliore per iniziarlo.

Finalmente sembra che le persone che curano l'organizzazione della presentazione dei film di Bollywood hanno capito come farlo funzionare e il film presentato ieri sera ne era un buon esempio - non hanno tagliato tutte le canzoni e le danze del film.

Il film "La sposa dell'imperatore" presentato ieri sera sulla TV italiana era molto diverso dal film originale "Jodha Akbar" uscito in India e che aveva vinto diversi premi nazionali ed internazionali. Il film originale durava 3 ore e 33 minuti, mentre la versione italiana durava intorno a 1 ora e 45 minuti, per cui nella versione italiana mancava circa il 50% del film. Soltanto questa differenza può dare un'idea della diversità tra i due film.

Penso che questo fatto solleva questioni interessanti legate al diritto di modificare e cambiare sostanzialmente un'opera artistica. Comunque, è altrettanto vero che secondo le situazioni e il contesto, spesso le scene dei film e dei telefilm sono tagliate, per esempio quando si proiettano i film negli aerei.

La storia di "Jodha Akbar" aveva due filoni principali - (1) la storia d'amore tra imperatore Jalaluddin Mohammed Akbar (interpretato da Hrithik Roshan) e la principessa Rajput Jodha Bai (interpretata da Aishwarya Rai), e (2) la costruzione e consolidamento dell'impero Mughal in India. "La sposa dell'imperatore" focalizza quasi esclusivamente sul primo filone, la storia d'amore tra Jodha e Akbar. Il film originale aveva diverse scene lunghe e imponenti delle guerre, che sono state tagliate completamente dalla versione italiana. In fatti, la versione italiana inizia dopo i primi 30-40 minuti del film originale.

Jodha Akbar - Mahamanga and Jodha

Comunque, sono felice di questa scelta operata da Nicodemo Martino e Michela D'Agata per realizzare la versione italiana di Jodha Akbar. Quando avevo visto il film al cinema in India, avevo trovato noiose le lunghe scene di lotte e di guerre, e avevo pensato che il film sarebbe stato molto migliore se focalizzava solo sulla storia d'amore tra i due protagonisti principali.

L'unica scene che è stata tagliata e che avrei voluto vedere nel film di ieri su Rai Uno, era quella dove il giovane Akbar va a domare un elefante.

Invece, non sono sicuro se è stata una buona scelta, quella di non spiegare le parole delle canzoni con dei sottotitoli. Da una parte penso che sentire solo la melodia potrebbe essere un buon modo per non distrarre gli spettatori italiani e per lasciarli a sentire le emozioni in maniera più profonda e istintiva.

E' vero che per me personalmente, capire il senso delle canzoni è parte importante dell'esperienza del film. Dall'altra parte, penso anche che comprensione letterale delle parole non è sufficiente per capire il loro significato, senza una conoscenza della cultura e della visione di vita di un popolo. Per cui leggere le parole delle canzoni nei sottotitoli forse potrebbe diventare una distrazione per molti spettatori italiani, e non molto utile per sentire le emozioni che le parole vogliono esprimere?

Jodha Akbar - marriage and the sufi singers and dancers

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Altri film di Bollywood sugli imperatori Mughal: "Jodha Akbar" era il primo film di Bollywood centrato sulla loro vita, anche se le due figure avevano avuto un ruolo molto importante in un altro film - "Mughle-Azam" (Il capo dei Mughal", regista K. Asif, India 1960). "Mughle Azam", è oggi considerato un film di culto in India e racconta la storia d'amore del principe Shekhu (Imperatore Jehangir), primogenito di Akbar e Jodha, con la danzatrice Anarkali (letteralmente "Bocciolo di Melograno").

Mughle-azam poster

Un altro film sulla tragica storia d'amore tra principe Shekhu e la danzatrice, era "Anarkali" (regista Jaswantlal, India 1953), ma in questo film le parti relativi all'imperatore Akbar e alla regina Jodha erano meno importanti.

Dopo la scomparsa di Anarkali, l'imperatore Jehangir aveva sposato Nur Jahan, e vi sono stati alcuni film sull'alto senso di giustizia dell'imperatore Jehangir. Si dice che una volta durante una caccia, per sbaglio, la regina Nur Jahan aveva ucciso un uomo e la vedova di questo uomo aveva chiesto giustizia all'imperatore. La decisione dell'imperatore Jehangir, che amava molto la moglie Nur Zehan, era, "Come la regina ha ucciso il tuo marito, anche tu puoi uccidere il marito della regina". Naturalmente la vedova non voleva uccidere l'imperatore e accettò la ricompensa finanziaria offerta dalla corte.

Invece vi sono stati diversi film indiani relativi alla storia di Shahjehan, il figlio dell'imperatore Jehangir e il nipotino di Jodha e Akbar, il quale aveva costruito il famoso Taj Mahal per la sua amata regina Mumtaz Mahal. C'è stato un film anche sulla vita della principessa Jehanara, sorella di Shahjehan.

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Le riforme religiose di Akbar: L'imperatore Akbar aveva forti legami con la famiglia Rajput ("Raj" significa il re o il guerriero, "put" significa "figli", ciò è il clan dei guerrieri - dal loro nome, questa zona nel nord ovest dell'India prende il nome di Rajasthan o "la terra dei guerrieri") e cercò di trovare sinergie tra i principali due gruppi religiosi dell'India - musulmani e indù.

Si dice che lui aveva fatto venire alla sua corte gli uomini religiosi di tutte le diverse religioni e poi aveva proposto una nuova religione che metteva insieme i punti più importanti di diverse religioni. Questa nuova religione si chiamava "Deen-e-ilahi", ciò è, "la religione di Dio". Tuttavia, questa nuova religione non trovò sostegno di altri sovrani che avevano seguito Akbar, a partire dall'imperatore Jehangir e alla fine scomparve.

Jehangir, il figlio di Akbar, e Shahjehan il nipotino di Akbar, comunque, avevano mantenuto stretti legami con gli indù, sopratutto con i Rajput. Il primogenito di Shahjehan che si chiamava Dara Shikoh, era uno studioso di testi sacri indù. Invece un altro figlio di Shahjehan, che si chiamava Aurangzeb, era più ortodosso e vicino al islam più radicale. Aurangzeb aveva ucciso il suo fratello maggiore Dara, e aveva imprigionato il padre Shahjehan, per diventare l'imperatore di Hindustan (India). Con Aurangzeb, la politiche religiose cambiarono e per la durata del suo regno, islam radicale tornò ad essere la forza maggiore nell'impero indiano dei Mughal.

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I monumenti dei Mughal: Akbar era cresciuto a Delhi. La scala alla chiocciola della biblioteca circolare dove era morto Hamayun, il padre di Akbar, si trova dentro il forte vecchio, accanto allo zoo di Delhi. Dall'altra parte della strada c'è ancora il palazzo di Mahamanga, la balia di Akbar (interpretata molto bene da attrice e cantante Ila Arun in "La sposa dell'imperatore").

Palazzo di Mahamanga a Delhi

Il mausoleo di Hamayun, papà di Akbar, che ha ispirato il più famoso Taj Mahal, è un monumento importante di Delhi.

Mausoleo di Hamayun a Delhi

Dopo essere diventato l'imperatore, Akbar aveva fatto costruire il suo palazzo a Fatehpur Sikri, sulla strada che va da Delhi verso Agra. Si dice che Akbar e Jodha non avevano figli e andarono da un santone sufi che si chiamava, Khawaja Muinuddin Chishti, e che abitava da quelle parti. Dopo questa visita la regina Jodha restò incinta e per questo motivo, Akbar decise di avere la sua capitale vicino alla casa del santone. Non so se Ashutosh Gawarikar, il regista di "La sposa dell'imperatore" con la danza dei sufi durante la scena del matrimonio tra Jodha e Akbar, voleva accennare alla devozione dell'imperatore per il santo Khawaja.

La città fortezza di Fatehpur Sikri è chiamata la città fantasma, essa fu abbandonata perché non aveva accesso all'acqua potabile per la popolazione. Jehangir, figlio di Akbar, fece costruire il forte rosso e spostò la capitale dell'impero ad Agra. Anche Shahjehan aveva mantenuto Agra come la sua capitale all'inizio ma poi aveva deciso di far costruire il forte rosso di Delhi. Si possono visitare a Delhi anche i giardini di Roshanara begum, un'altra sorella di Shahjehan.

Poi nel 1658, quando Aurangzeb salì sul trono dei Mughal, la capitale dell'impero Mughal tornò a Delhi definitivamente. La moschea di Moti (perle) dentro il forte rosso di Delhi, fu costruito da lui.

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Potete leggere anche la recensione di Jodha Akbar che avevo scritto quando il film era uscito nel 2008.

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venerdì 5 agosto 2011

PSBT: Documentari dall'India

Introduzione: La fondazione per le trasmissioni a scopo di servizio pubblico (Public Service Broadcasting Trust - PSBT ) è la più importante organizzazione non governativa in India che sostiene la produzione di film documentari sulle tematiche sociali. La missione dell'organizzazione è di lavorare per produrre materiale audiovisivo utile per il bene pubblico in India senza lasciarsi influenzare dalle considerazioni del mercato.

Allo stesso momento, la fondazione aiuta l'accesso ai lavori dei registi indiani indipendenti tramite trasmissioni televisive, organizzazione dei festival del cinema in India e partecipazione ai festival del cinema nel mondo.

La fondazione è nata nel 2000 con il sostegno di Prasar Bharati, l'ente governativo indiano radio-televisivo e di Ford Foundation, la fondazione americana. Personaggi famosi del mondo del cinema indiano come i registi Mrinal Sen, Adoor Gopalakrishnan e Aruna Vasudev e l'attrice Sharmila Tagore, hanno sostenuto la sua creazione e sono tutt'ora coinvolti nel suo Consiglio d'amministrazione.

Lavori prodotti da PSBT: Negli ultimi dieci anni, PSBT ha aiutato la produzione di oltre 400 film, i quali hanno vinto più di 100 premi nazionali ed internazionali.

Tra gli enti che finanziano PSBT e collaborano con essa, vi sono Doordarshan (TV pubblica indiana), International Public Television (Input TV, Australiana), Max Mueller Bhawan (Germania), Movies that matter (Olanda) e diverse organizzazioni delle nazioni unite come l'UNESCO.

I film sostenuti da PSBT e in fase di produzione comprendono tematiche molto diverse. Per esempio, tra i film in produzione vi sono - storia del cinema tamil, l'arte di chiacchierare di Calcutta, il sistema giudiziario indiano, urbanizzazione "illegale" nella capitale Delhi, ecc.

Si possono vedere gratuitamente online i trailor di molti documentari sostenuti da PSBT sul Film Store, mentre per vedere i film completi bisogna pagare una somma modesta (dopo la registrazione, potete vedere 3 film completi gratuitamente).

PSBT è interessata alle nuove collaborazioni per la distribuzione di suoi film e far arrivare questi film alle associazioni e ong che si occupano dei problemi dei paesi in via di sviluppo.

Su Kalpana, potete trovare maggiori informazioni riguardo alcuni film sostenuti da PSBT come Swayam.

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lunedì 1 agosto 2011

2011 - secondo appuntamento con il Bollywood

Il primo appuntamento, quello del 30 luglio, con l'Amore Porta Fortuna, è andato a buca. Chissà se il secondo appuntamento con il Bollywood, quello del 6 agosto avrà fortuna o no!

Il 6 agosto 2011, in prima serata su Rai Uno è previsto "La sposa dell'Imperatore" (titolo originale, Jodha Akbar, di Ashutosh Gawarikar, 2008) con Hrithik Roshan nel ruolo dell'imperatore Mugal Jalauddin Akbar e Aishwarya Rai nel ruolo della sua sposa, la principessa Rajput, Jodha Bai. E' un film storico ed è una storia d'amore di un imperatore che sognava pace tra i musulmani e gli indù in India.

Qualche anno fa, avevo scritto una recensione di Jodha Akbar che potete leggere su Kalpana.

Il 6 agosto, in seconda serata, sempre su Rai Uno è previsto Matrimoni e Pregiudizi (titolo originale, Pride and Prejudice, di Gurinder Chadha, 2004) la versione Bollywoodiana del famoso romanzo di Jane Austen, con Aishwarya Rai, Namrita Shirodhkar e Martin Henderson.

Quando avevo visto Jodha Akbar, avevo pensato che il film era troppo lungo e che se si accorciavano le scene di lotte e di guerre, forse sarebbe diventato un film più bello. Come sappiamo, ci penserà Rai Uno ad accorciare il film, ma speriamo che lasceranno alcune scene delle belle canzoni di Jodha Akbar con le musiche di A. R. Rahman.

Jodha Akbar - la sposa dell'imperatore

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giovedì 28 luglio 2011

Si ricomincia - Amore porta fortuna

Bollywood torna di nuovo per il ciclo estivo su Rai Uno - Le stelle di Bollywood. Si dice che quest anno, il ciclo sarà più breve con 5 film. Il primo film del ciclo è "Amore Porta Fortuna" (titolo originale "Kismet Konnection" di Aziz Mirza, 2008) con Shahid Kapoor (che forse avete già visto nell'Amore arriva con il treno) e Vidya Balan.

Kismet Konnection Shahid Kapoor & Vidya Balan

Veramente non so perché hanno scelto questo film per il ciclo di Rai Uno, era un film romantico, un po' blando, senza grandi passioni.

Aziz Mirza, il regista del film, ha fatto i suoi lavori migliori tra il 1990 e il 2005 con film romantici leggeri senza grosse pretese come Raju Ban Gaya Gentleman (Raju è diventato un gentiluomo), Kabhi Haan Kabhi Naa (Qualche volta si, qualche volta no), Yes Boss (Si capo) e Chalte Chalte (Mentre camminavo).

"Amore Porta Fortuna" era ispirato dal film americano "Just my luck" (titolo italiano, "Baciati dalla sfortuna"), la storia di un ragazzo sfortunato che all'improvviso trova fortuna ogni volta che si trova nelle vicinanze di una bella ragazza.

Vidya Balan, una delle attrici più brave nel mondo di Bollywood oggi, non sembrava molto a suo agio in questo film, nella parte di una bella ragazza che lotta contro la distruzione di un centro comunitario. Shahid Kapoor invece è il costruttore che vorrebbe costruire un nuovo centro commerciale al posto del centro comunitario.

Invece, nel film mi era piaciuta l'attrice Juhi Chawla, in una piccola parte, quella di una zingara che racconta il futuro delle persone.

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PS, 29 luglio 2011: Sembra che Rai Uno ha cambiato il programma e questo film non andrà in onda domani 30 luglio!

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Nota: 23 agosto 2011: Doveva essere il primo film del ciclo sul Bollywood, invece l'avevano annullato. Ora è in programma per il prossimo sabato - 27 agosto 2011. Immagino che le persone che hanno visto "Il mio cuore dice si" e hanno apprezzato Shahid Kapur, saranno felici.

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mercoledì 29 giugno 2011

Per Lavare il Sangue

Lady Macbeth, sonnambula e piena di sensi di colpa per aver ucciso il marito, cerca di lavare il sangue dalle sue mani, “Via, maledetta macchia! Via, dico Una... due: ecco, allora è il momento di farlo. L'inferno è buio! Vergogna, mio signore, vergogna! un soldato che ha paura! Che ragione abbiamo di temere che qualcuno lo sappia, quando nessuno può chiamare la nostra potenza a renderne conto? Ma chi avrebbe mai pensato, che quel vecchio avesse dentro tanto sangue?

In "Firaq" (Ricerca, India, 2009), primo film del regista-attrice Nandita Das, una donna gujarati (interpretata da Deepti Naval), continua a vedere attraverso la finestra della cucina, la ragazza giovane che chiedeva aiuto disperatamente e si sente piena del senso di colpa per non averla aiutata, perché aveva paura del marito anti-islamico. Lei si punisce, bruciando il proprio braccio con le gocce di olio bollente. "Firaq" parlava degli disordini di Gujarat in India nel febbraio 2002, durante i quali erano state uccise più di 2000 persone, quasi tutte musulmane.

Graphics on violence and riots in India

Lo stato di Gujarat si trova nel nord ovest dell'India, ed è la terra natale di Mahatma Gandhi. E' anche la terra dove il messaggio di non violenza di Mahavira ha preso più piede, e circa il 69% della popolazione è vegetariana.

Ma qualche volta si può essere vegetariani e violenti?

Nel bellissimo documentario di Madhushree Dutta, 7 Islands and a Metro (7 isole e una metropoli, India, 2006 ) ambientato nella città di Mumbai (Bombay), c'è un ragazzo che difende le regole del loro condominio - "E' solo per i vegetariani e guai a chi osa farsi un omelette". E' vegetariano, ma c'è una violenza nel suo modo di vedere il mondo.

Comunque, so che per i alcuni gruppi di gianisti e di vaishnaviti, mangiare carne è un tabù così forte che solo l'odore di carne o di uova può crearli un forte disagio. Conosco persone che possono avere nausea solo all'idea di mangiare in un piatto anche se lavato e asciugato, solo perché "qualcun altro poteva aver mangiato carne sullo stesso piatto prima". Per cui, forse si può capire e perdonare la violenza e la severità dei gruppi dei vegetariani che controllano chi può comprare una casa nel loro condominio.

Invece, come fanno i vegetariani a giustificare l'assassinio degli esseri umani solo perché sono di un'altra religione? Nel documentario di Dutta c'è anche un uomo che dichiara di essere gianista, per ciò una persona non violenta, che parla dei disordini religiosi di Bombay nel 1994 e che ammette di aver passato le informazioni riguardo una persona musulmana agli altri perché direttamente non poteva ammazzare qualcuno.

Passare le informazioni affinché un essere umano può essere ucciso o non fare niente per aiutarlo, non è violenza? E quando sai che stanno uccidendo persone, e invece di sentire l'orrore, dentro di te senti gioia, può essere una violenza anche quella?

Era la domanda che mi ero fatto, quando zia dottoressa aveva detto che era giusto quello che stava succedendo a Delhi. Una ginecologa in pensione, zia dottoressa non era una nostra vera parente, ma abitava vicino alla nostra casa e la conoscevamo da quando eravamo bambini.

Era una delle persone più gentili e dolci che conoscevo. Con lei avevo scoperto il mondo della musica classica indiana. Iso-upanishad era il suo libro preferito e tante volte avevo discusso con lei il significato del messaggio spirituale dei testi sacri dell'induismo, e ancora oggi, ogni tanto torno a rileggere il libro di Iso Upanishad che lei mi aveva regalato. Ogni mattina, meditava per 20 minuti e naturalmente, era vegetariana.

Era novembre 1984, quando Indira Gandhi era stata assassinata dalle sue guardie sikh e Delhi, la capitale dell'India, aveva acceso il fuoco della vendetta contro i sikh. Gruppi di persone si aggiravano nei quartieri di Delhi incitati o forse pagati da alcuni leader del partito del congresso, che ammazzavano o davano fuoco ai sikh che trovavano sulla loro strada, e bruciando le loro case mentre la polizia era sparita.

Per diversi anni prima di quel giorno, gli separatisti sikh che volevano un loro paese indipendente fondato sui principi della loro religione, avevano messo in atto attacchi agli indù. I militari erano entrati dentro il loro tempio sacro a Amritsar, avevano ucciso il capo dei separatisti e allo stesso momento avevano distrutto il tempio. Dopo alcuni mesi, le due guardie sikh di Indira Gandhi, l'avevano sparato nel suo giardino di casa. Ed era scoppiata la carneficina.

"Quando un grande albero cade, la terra trema", Rajeev Gandhi aveva detto per giustificare quando era stato informato di quello che stava succedendo a Delhi.

Ero andato da zia dottoressa con il piatto di pakora, verdure fritte impanate nella farina di ceci, cucinate da mia mamma. Lei era persa in meditazione, e mi ero seduto vicino a lei per aspettare che aprisse gli occhi.

"Cosa facevi ieri sera con tutte quelle persone all'angolo della strada?" lei mi aveva chiesto.

"Abbiamo creato un gruppo di persone che controllerà la strada a turno ogni notte. Faremo le guardie del quartiere. Sappiamo che vi sono degli uomini che arrivano da fuori e che cominciano a attaccare le case degli sikh. Non li permetteremo di entrare qui", avevo spiegato a lei.

Nella nostra stradina, avevamo una famiglia musulmana, 4 famiglie sikh, 2 famiglie cristiane, 2 famiglie di religioni miste mentre tutti gli altri erano gli indù. Nel nostro quartiere, nessuna famiglia sikh era stata colpita in questi disordini, perché come noi, anche le altre stradine del quartiere avevano subito creato dei gruppi di guardie che giravano di notte con le torce, pronte a dare allarme appena vedevano gli uomini sospetti.

"Perché volete salvare gli sikh? E' giusto che pagano per quello che hanno fatto. Hanno ucciso delle persone innocenti e hanno ucciso una donna indifesa che si fidava di loro, avevano giurato di salvaguardarla."

Non avevo risposto a lei, perché non sarebbe stato educato a rispondere a lei che non concordavo con lei, ma dentro di me ero rimasto sorpreso. Si può essere vegetariani, fare la meditazione tutti i giorni, leggere i libri che parlano di spiritualità e allo stesso tempo volere la morte delle persone?

Avevano ucciso più di 2000 sikh a Delhi in 3 giorni. Dopo 27 anni, le vedove di quelli massacri ancora oggi vivono nelle colonie sorte dove c'erano i campi profughi. Ogni tanto qualcuno ne parla come questo articolo uscito sulla rivista ribelle Tehelka nel 2009.

Subito dopo l'accaduto, diversi testimoni avevano parlato di personaggi importanti del partito del congresso coinvolti direttamente nel massacro, ma nessuno di loro mai finì in prigione. Sono passati diversi governi da allora, e India ha avuto anche un presidente sikh e attuale governo ha un primo ministro sikh, ma nessuno ha voluto affrontare veramente i fantasmi di quel massacro.

Anche il massacro dei 2000 musulmani in Gujarat in 3 giorni di disordini nel 2002, non ha ancora trovato giustizia. Il primo ministro dello stato di Gujarat, Narendra Modi, è stato messo sotto accusa per aver lasciato che la polizia non intervenisse per fermare il massacro. Alcuni sostengono che Modi aveva giocato un ruolo più attivo nel massacro.

Dopo 10 anni da quel massacro, Modi continua ad essere uno dei leader più popolari del Gujarat. Lui ha vinto tutte le elezioni nello stato di Gujarat ed è riuscito a portare lo stato tra i primi posti in India per il tasso di crescita e per lo sviluppo delle industrie e delle infrastrutture. Subito dopo il massacro nel 2002, gli Stati Uniti gli avevano rifiutato il visto, ma poi in questi anni, dopo la straordinaria crescita economica, uno alla volta, tutti i grandi industriali indiani e multinazionali sono tornati a fare la pace con Modi. Anche l'ambasciatore americano è andato a trovarlo nel 2010.

Nel mondo globalizzato dominato dalle multinazionali, fare gli schizzinosi sulle questioni di diritti umani è difficile. Anzi delle volte si preferiscono i governi dittatoriali e conservatori, perché salvaguardano meglio gli interessi internazionali.

Qualche mese fa quando il capo di una dei centri più importanti di islam in India ha dichiarato che oramai in Gujarat, i musulmani si trovano bene e possono partecipare alla crescita economica, diversi gruppi lo hanno accusato di essersi venduto a Modi.

Comunque, Modi non riesce a lavarsi le macchie di sangue di quel massacro. Nonostante la sua popolarità nello stato di Gujarat, ancora non può sognare di diventare un leader a livello nazionale in India. Alcuni mesi fa ero in India e ne parlavo con alcuni amici.

Tra di loro vi erano alcuni ammiratori di Modi. Loro dicevano che Modi è un bravo leader che sa lavorare bene, che non si è mai sposato, non ha figli, fratelli, nipoti piazzati nei ministeri come fanno la maggior parte dei politici indiani e che nessuno ha mai insinuato che è corrotto. Anzi tutti dicono che Modi è una persona onesta, e sarà un ottimo leader nazionale.

Altri amici non concordavano con questo giudizio su Modi, dicevano che è un mostro, un fondamentalista e che è macchiato di sangue degli innocenti.

Durante le discussioni qualcuno aveva suggerito che l'unico modo per Modi di lavare le sue macchie di sangue è quello di andare al campo profughi dove vivono le donne vittime dei disordini del 2002 e di chiedere perdono a loro, perché anche se non aveva responsabilità dirette, come primo ministro dello stato era comunque colpevole per non aver salvaguardato i suoi cittadini. Se loro lo perdoneranno, solo allora potrà sperare di arrivare a livello nazionale.

Chissà se Modi ha sensi di colpa per quello che era successo in Gujarat nel 2002? C'è qualche testimone che dice che lui sapeva tutto quello che stava succedendo nel suo stato, ma non ha fatto niente per salvaguardare quelle persone. Comunque, non penso che Modi andrà a chiedere il perdono alle vittime della sua violenza. Non lo può fare, perché sarebbe visto come un'ammissione di colpa e perché così perderebbe l'ammmirazione di tanti dei suoi seguaci conservatori che ancora oggi vantano di "aver dato una bella lezione ai musulmani".

Forse oggi nessun leader politico può più permettersi di essere coinvolto in un massacro in India? Con la diffusione dei telefonini e dell'internet, oggi ogni evento può essere registrato e trasmesso in tutto il mondo. Forse queste nuove tecnologie aiuteranno a prevenire futuri massacri anche in India.

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lunedì 13 giugno 2011

Fiume del fumo - nuovo libro di Amitav Ghosh

La rivista indiana Outlook ha un estratto del nuovo libro di Amitav Ghosh "River of Smoke" (Fiume del Fumo). La seconda della trilogia, iniziata con L'Oceano dei Papaveri, segue il viaggio della nave Ibis verso le isole Mauritius, il punto di chiusura di Oceano dei Papaveri. L'estratto presentato in Outlook fa capire che nel secondo libro della trilogia, entreranno nuove personaggi in scena tramite due altre navi - la nave Anahita che trasporta oppio verso Canton in Cina e la nave Redruth, partita dalle coste dell'Inghilterra per l'oriente, mentre un tifone porterà alcuni passeggeri di Ibis nelle altre navi.

Copertina River of Smoke dalla rivista Outlook

Leggete l'estratto di River of Smoke (in inglese).

Post-scriptum, 19 giugno 2011: Anche se il libro uscirà solo in settembre 2011, Guardian ha già una sua recensione molto entusiasta.

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