venerdì 24 marzo 2006

Bush con Coccodrilli e Quaglie

La famosa scrittrice indiana Arundhati Roy aveva scritto un articolo nel quotidiano The Hindu per esprimere il proprio parere riguardo alla visita del presidente americano, George W. Bush, in India. Come sempre era un articolo delizioso da leggere, Arundhati Roy è una maga con le parole.

Riguardo la scelta del governo indiano di organizzare la relazione di Bush alle rovine di Purana Kila, la fortezza medievale che ospita anche lo zoo di Delhi, Arundhati aveva scritto, "Che succederà a George W. Bush? I gorilla lo acclameranno? Gli scimpanzé faranno rumori osceni? I leoni sbadiglieranno e le giraffe sbatteranno le loro splendide ciglia? I coccodrilli riconosceranno un'anima gemella? Le quaglie si rallegreranno che Bush non sia in viaggio con Dick Cheney?"

Roy concludeva il suo articolo con, "Niente di quello che dicono i giornali Bellenotizie potrà cambiare il fatto che in tutta l'India George W. Bush, presidente degli Stati Uniti d'America e incubo del mondo, non è il benvenuto."

Ma ero a Nuova Delhi in quei giorni di visita di George W. Bush, mentre tornavo dal mio viaggio in Nepal. Mi è sembrato che Roy non rifletteva il sentimento degli indiani, o almeno la maggioranza di loro. Indiani sembravano voler bene a Bush. La sua relazione a Purana Kila fu trasmessa in diretta TV. E' vero che c'erano poco persone sedute davanti a lui. Molte, compreso mia sorella, che avevano avuto l'invito, avevano già sperimentato le lunghe e noiose procedure di controlli di sicurezza e non li volevano affrontare di nuovo e avevano scelto di guardarlo in TV. Ero al mercato e restai sorpreso dagli spontanei applausi che si sollevavano dal pubblico che si era raccolto davanti ai televisori. Sembrava di essere ad una partita di cricket, il gioco più amato dagli indiani, che alla relazione di un capo politico.

Si, un gruppo di sinistra aveva manifestato in centro quel giorno. Si, un gruppo di musulmani avevano organizzato una grande manifestazione quel giorno contro Bush, ma l'umore della maggioranza degli indiani che lo ascoltavano quella sera, mi è sembrato più di simpatia che di disprezzo.

Infatti il giorno dopo i giornali dicevano che Bush è rimasto chiaramente sorpreso dal entusiasmo delle folle. Non si era sentito così amato ne anche in America durante i momenti della sua popolarità.

E che cosa significa questo entusiasmo degli indiani per Bush? Che alla gente non frega niente dei morti di Iraq o di Afganistan?
*****

Se venite a Bologna, non dimenticate di visitare le Marie piangenti della "Santa Maria della salute" in Via Clavature vicino a Piazza Maggiore. Le bellissime statue di legno sono il lavoro di Nicolo dell'Arca.
*****

Bologna sta cambiando la faccia literalmente davanti agli occhi. Guardate questa foto presa dall'aereo che mostra la zona di via Agucchi. Verso la sinistra potete vedere il nuovo tunnel che collega la zona Navile all'asse attrezzata, sotto i binari della stazione ferroviaria. La terra che esce dai lavori di costruire il tunnel per il treno ad alta velocità, sta creando nuovi paesaggi. Parte di via Agucchi, oggi è il binario ferroviario rialzato.


martedì 21 marzo 2006

Il figlio cresciuto

Ero tornato a Londra per un'altra riunione.

Era una riunione molto particolare, almeno per me. Era la riunione di una federazione che avevo aiutato a nascere. L'idea era venuta da Enrico. "Perché, tutte queste associazioni che operano in campo della disabilità non coordinano il loro lavoro? Fanno stesse attività, negli stessi posti con progetti paralleli - sarebbe meglio coordinare il lavoro", aveva detto.

Era 1993 e avevo preparato una proposta da presentare al ministero degli affari esteri italiano per il finanziamento. Ricordo la ricerca nel directory delle associazioni dei paesi dell'OECD e la prima riunione a Roma nel 1994.

Da diversi anni, non mi occupo più di seguire i rapporti con questa federazione. Tornarci è come ritrovare un figlio cresciuto lontano. C'è ancora qualcuno che era presente alla prima riunione a Roma 12 anni fa, ma la maggior parte delle persone sono nuove.

E' bello e triste allo stesso momento.

*****
La riunione si fa al quinto piano di un grattacielo tutto vetro e acciaio. Giù si vede la Tamigi e le navi che ci passano continuamente. E' una giornata piovosa con la famosa pioggerellina inglese.

Mi sento come un'animale esposto al pubblico dentro una gabbia di vetro. Per fortuna, siamo al quinto piano e le persone che passano per la strada non possono vederci, ma la sensazione rimane.

Anche all'OMS a Ginevra è così, ma li non ci sono case o strade davanti e la sensazione di essere dentro una scatola di vetro trasparente esposta al pubblico è meno spiacevole.

*****
Sono andato a trovare Pam. E' stata poco bene e ha passato un po' di giorni in ospedale. Non si è trovata bene in ospedale, dice che ormai non hanno più personale - ha visto il medico solo il giorno del ricovero e le infermieri erano sempre troppo di corsa per parlare.

Quella stessa sera alla TV, hanno parlato di un ragazzo che aveva ucciso diverse persone. Sua nonna diceva, "Per mesi ho chiesto l'aiuto. Ho detto che era instabile, aveva bisogno di un psichiatra, ho scritto tante lettere, ma non hanno fatto niente. Dicevano che non vi erano le risorse."

Alla mattina, quando tornavo a Bologna, la prima pagina di un giornale inglese annunciava "per mancanza di fondi, un'ospedale di Londra ha deciso di licenziare 1000 dipendenti".

Ma Gran Bretagna è una potenza mondiale? Aveva un sistema sanitario nazionale che si ammirava in tutto il mondo. Cosa lì è successo?

*****
La gabina telefonica rossa londinese a Leicester square - simbolo di Londra? Non più, sono tutte scomparse, quasi!
La vetrina al negozio dedicato alle Guerre Stellari vicino Piccadilly circus
La galleria temporanea davanti al museo dell'arte a Trafalgar square

martedì 7 marzo 2006

Bollywood e Polonia

Mentre ero in Nepal, avevo guardato la mia posta e avevo visto un messaggio in italiano di qualcuno dalla Polonia che mi chiedeva l'autoirizzazione per tradurre alcuni di miei articoli sul Bollywood in polacco.

Pensavo di rispondergli al mio rientro in Italia.

Ieri, rientrato in Italia, ho scaricato la posta e subito dopo, ho avuto un crash del computer. Così ho perso tutti i messaggi e non posso più rispondere al mio/mia amico/amica dalla Polonia. Mi dispiace. Chissà se quella persona leggerà il mio blog? Comunque, non ho niente in contrario per la traduzione degli articoli in polacco o in un'altra lingua - basta che segnali che l'ha preso da Kalpana e mi informi!

C'erano più di 250 email che dovevo guardare. Ora li h0 persi tutti e forse tante persone penseranno che non le rispondo perché sono maleducato!

****
Il viaggio in Nepal è stato molto bello. Sono stato nei villaggi di Okhaldhunga, a nord est di Kathmandu.

Mentre camminavo sui sentieri che giravano su e giù per le montagne, ho avuto paura di morire per infarto. Ogni tanto mi dovevo fermare per ansimare come un asmatico. Avevo vesciche sui piedi. Per mangiare e dormire c'erano solo le povere case dei contadini. Comunque, non ho mollato e sono contento di averlo fatto.

Robert Chambers parlava di "turismo per lo sviluppo", delle viste degli esperti stranieri che visitano i paesi poveri ma non hanno tempo di visitare i villaggi lontani e difficilmente raggiungibili. Si limitano a qualche visita in qualche villaggio vicino le città e a qualche casa non troppo lontana dalle strade asfaltate. Ho cercato di non limitarmi ai sentieri facili e comodi!

Ecco un assaggio di qualche foto da questa visita.


giovedì 19 gennaio 2006

Rientro traumatico

Non tutte le volte mi dispiace tornare dall'India. Anzi, delle volte quando sono in giro da molti giorni, non vedo l'ora di tornare a Bologna. Invece questa volta, il rientro è stato così difficile, quasi traumatico. Nei primi giorni, tutto sembrava così senza colore, senza vita. Forse ero un po' depresso.
Questa visita in India era magica dal primo momento. Il nostro volo si è atterrato a Delhi intorno alle 01,00 di notte e quando siamo arrivati a casa di Vinny, erano forse le 3,00. Vinny è venuta ad aprire la porta. Dopo i primi saluti sussurati per non svegliare gli altri, pensavo che tutti andremmo a dormire. Secondo il piano, le donne dovevano dormire sui letti mentre gli uomini, io, Marco e Arun, avevamo matterassi per terra. Invece ci siamo subito trovati seduti sui matterassi per terra a parlare. Poco dopo arrivarono Arun e Tuktuk, e poi, mia mamma e alla fine Pinky, tutti svegliati dal suono delle nostre voci, tutti sorridenti, a tuffarsi sui matterassi vicino a noi, sotto le coperte a scambiare le ultime novità.
Per tutto il periodo della nostra permanenza, è stato così, tutti insieme, vicini per sentire il contatto della pelle degli altri, per sentire il loro calore, a parlare, cantare e ballare. I nostri spazi personali erano ridottissimi, non c'era privacy quasi mai, c'era un'invadenza continua, ma era così piacevole questo sentirci insieme, forse un po' disperatamente perché tutti sapevamo che sarà difficile che ciò avverrà di nuovo in futuro.
Mia mamma, come per magia, aveva riacquistato il suo buon umore e memoria. Vederla tutta sorridente, ansiosa di farsi dipingere le mani con l'ennè, o ballare con gesti goffi insieme a Vinny mentre io, Pinky e Nadia cantavamo, era commovente.
Ecco alcune foto dai momenti pre-ceremoniali di questa visita.
La famiglia Deepak alla sera del fidanzamento di Marco, il 31.12.05

Una delle prime sere dopo il nostro arrivo, forse il 26 dicembre - Marco aveva fatto il modello, indossando il vestito comprato per la sera del ricevimento. In casa eravamo ancora in pochi perché le zie ed i cugini non erano ancora arrivati. Ad un certo punto, Vinny tirò fuori il dholak (tamburo) e iniziò a cantare.

Tutti insieme a Dilli Haat per fare gli acquisti e poi, a mangiare al restorante del Rajasthan.

Ho già messo le maggior parte delle foto relative a questo viaggio su Kalpana. Sono tutte organizzate in album, ma per il momento le spiegazioni sono solo in inglese. Prima vorrei finire di caricarle tutte, solo dopo, se ancora avrò voglia, potrò aggiungere anche le didascalie in Italiano e Hindi.

sabato 7 gennaio 2006

Buon inizio

Il modo migliore per iniziare un nuovo anno e' di partecipare ad un matrimonio. E' cosi' che abbiamo iniziato il nostro nuovo anno a nuova Delhi in India. Siamo arrivati a delhi il 26 dicembre e subito ci siamo messi a girare tra i negozi. I vestiti per il fidanzamento, quelli per il matrimonio sikh, quelli per il matrimonio indu', quelli per il ricevimento, gioelli da regalare alla sposa, menu per i 200 ospiti del ricevimento, organizzare l'orchestra per la parata dello sposo, fissare il cantante per la serata del ricevimento ... le cose da fare erano infinite, ma la piu' importante di tutti era ballare e cantare tutte le sere fino a notte tardi.

Nella casa di mia sorella dove eravamo ospiti regnava caos con parenti da tutte le parti, bagni occupati, qualcuno che voleva the' senza zucchero, altro che voleva tanto latte nel caffe', un altro che aveva mal di pancia. Per 10 giorni, abbiamo fatto le corse. Ora e' finito tutto e la casa si e' svuotata. Siamo impegnati nelle ultime cose da fare prima del nostro rientro in Italia fissato per il 12 gennaio. Nell'attesa di preparare l'album completo delle foto, ecco un assaggio di alcuni momenti significativi di alcune ceremonie di questo matrimonio.


Marco con i genitori pronto per il matrimonio sikh, vestito con il turbante.
Il papa' della sposa lega gli sposi durante la ceremonia nel tempio sikh
Marco con la moglie Atam Prabha e le sue cugine (venute da Italia) dopo il matrimonio sikh
Le sorelle della sposa hanno nascosto le scarpe di Marco durante la ceremonia al tempio sikh e lui deve trattare la penale da pagare con loro per riaverle
Le cugine e le zie dello sposo lo preparano per il matrionio indu'
Marco arriva sul cavallo per il matrimonio indu' ed e' ricevuto dallo zio e dal fratello della sposa
Scambio delle ghirlande da inizio alla cerimonia indu'
I neosposi con i respettivi genitori

Durante il matrimonio indu' i due sposi circondati dalle cugine e zie dello sposo
La mamma di Atam si emoziona
La serata del ricevimento
Finalmente sposati

martedì 20 dicembre 2005

Effetto serra?

Ho sentito del nuovo libro di Michael Crichton, dove lui affronta il tema del eco-terrorismo. Mi piace Crichton, l'immagine della sua persona, perché so che si era laureato in medicina e poi ha deciso di fare l'autore. Mi fa sentire certa comunanza con lui, forse avrei voluto farlo anch'io.

Poi, una volta avevo letto una sua esperienza personale di essere stato in un deserto per diversi giorni, seduto davanti ad un cactus cercando di comunicare con la pianta, e mi era piaciuta questa sua immagina di meditazione davanti ad un cactus.

I suoi libri, devo ammettere che purtroppo, non mi piacciono molto, ne anche come passatempo. Ho provato con diversi di loro e, proprio non riesco a leggerli.

Nel suo nuovo libro, penso che si intitola “Stato di Paura”, lui parla di organizzazioni non governative e agenzie interessate che "vogliono creare la psicosi sul tema del cambiamento climatico" e secondo lui, i ghiacciai (a parte i ghiacciai in Europa) non si stanno ritirando, anzi stanno crescendo. Così secondo lui, non stiamo andando verso il riscaldamento terrestre dovuto all’effetto serra ma verso un’era glaciale, e che questo non dipende dall’aumento dell’inquinamento. Insomma che Bush e i suoi amici, neocons, hanno ragione per non firmare il protocollo di Kyoto, che è solo un palliativo sbagliato e inefficace. Non so se questa descrizione dei contenuti di suo libro sia esatta.

Come si può immaginare, subito si è detto che Crichton è un repubblicano e sostenitore di Bush e sostenitore della guerra in Iraq.

Ma la teoria di Crichton mi lascia curioso e sono in attesa di leggere qualcuno che fa un ragionamento chiaro e obiettivo. Non mi piace quando si cerca di screditare persone e di negare qualcosa facendo riferimenti alle preferenze personali di un individuo. Mi dispiace per Crichton se lui davvero ammira Bush e concorda con la guerra in Iraq, e spero che riceverà un messaggio di buon senso magari da un cactus del deserto.

Ma, ho dato un’occhiata al libro, mi sembra pieno di note, riferimenti alle riviste scientifiche e agli studi, ecc. L'avevo preso in prestito dalla biblioteca, ma mi annoiava. Alla fine, invece di leggere il libro, ho letto qualche sua recensione.

Vorrei sentire qualcuno che rispondesse alle sue accuse in maniera chiara e puntuale. Per esempio, è vero che i ghiacciai stanno crescendo e non ritirando, a parte quelli in Europa?

****
Il 25 dicembre partiremo per l'India e saremo via per tre settimane. Per cui approfitto per fare gli auguri di buon natale e un sereno 2006 a tutti i viandanti che arrivano alle pagine di questo blog.

****
Oggi due foto da un viaggio in Angola.


lunedì 19 dicembre 2005

Salvaguardare l’onore

Capire il concetto dell’onore è fondamentale per capire la cultura indiana. Il concetto è molto ampio, ma uno degli aspetti chiave di questo concetto è il suo legame con il corpo delle donne. Il corpo della donna è proprietà del suo marito e deve essere salvaguardato affinché la ragazza può sposarsi e andare alla casa del marito. Prima o dopo il matrimonio, gli altri uomini non possono vedere o toccare questo corpo e in caso di rischio che la “purità” del corpo femminile sia compromessa, è meglio che lei muore. Morire per salvaguardare la “purità” del corpo rende la donna un esempio per le altre donne, la fa diventare l’oggetto di preghiera.

Oggi nelle città moderne dell’India forse questo concetto non è applicato in maniera così fondamentalista come esposto sopra ma il suo nocciolo centrale rimane comunque valido. Diversi gruppi in India hanno messo in discussione quest'idea anche se è molto radicata nella psiche collettiva. Penso che questo concetto è fonamentale per le società patriarcali, i quali devono controllare le donne. In fatti, l'onore riguarda soltanto i corpi femminili. Per questo motivo, penso che per mettere in discussione concetti come questo, le donne devono diventare indipendenti dal punto di vista economico.

Alla scuola avevo studiato la storia della regina Padmini, la moglie di un re in Rajasthan. A Delhi regnava imperatore Allauddin Khilji, il quale vide la regina una volta e ne rimase folgorato, e chiese il re di dargli la donna. Quando il re rifiuto, l’imperatore attaccò il castello del re. Quando la regina capì che suo marito era morto e il castello stava per essere invaso dalle truppe dell’imperatore, decise di suicidarsi insieme a tutte le donne dell’harem. La stanza dove tutte le donne si bruciarono dentro il castello di Amber, è ancora oggi un luogo di preghiera perché la regina Padmini aveva salvaguardato l’onore della sua famiglia.

Sullo stesso tema è basato il film Khamosh Pani (Aque silenziose) del regista pakistani, Sabiha Samar. Non molto lontano della frontiera con l’India vive la vedova Ayesha (Kiran Kher) con suo figlio Salim (Aamir), la quale si guadagna da vivere insegnando il corano ai bambini. E’ l’inizio del fondamentalismo islamico quando il generale Zia ul Haq fa impiccare il primo ministro Bhutto e si applica la legge islamica. Il film segue due filoni, narrativi. Il primo, l’attrazione della teoria islamica fondamentalista per i giovani e il secondo, l’arrivo di pellegrini Sikh dall’India per visitare il loro tempio vicino al villaggio. Salim, il figlio di Ayesha si avvicina ai fondamentalisti, mentre uno dei pellegrini Sikh, è il fratello di Ayesha, e cerca di contattarla.

Ayesha era una ragazza Sikh. Al momento della creazione del Pakistan, le famiglie Indù e Sikh del villaggio, mentre scappavano verso l’India, avevano chiesto tutte le donne delle famiglie di saltare dentro il pozzo per suicidarsi per “salvaguardare l’onore”. Ayesha, una bambina, era sfuggita, non voleva saltare dentro il pozzo. Rimasta sola nel villaggio, fu costretta a diventare musulmana e sposarsi con un ragazzo locale.

Quando Ayesha finalmente incontra il suo fratello, lei non è interessata a parlargli, “Non mi interessa parlare con te o di sapere come sta nostro padre. Se avete fatto morire tutte le donne della famiglia, per voi, anch’io sono morta quel giorno.”

In alcune parti del Pakistan, oggi “l’assassinio per onore” non è un crimine – ciò è se uccidi una ragazza della tua famiglia per “salvaguardare il suo onore” o l’onore della famiglia, o perché si è innamorata di un ragazzo o per qualunque altro motivo, ciò non è crimine. Alcuni gruppi in Pakistan stano lottando contro questa legge. Non è facile cambiare gli aspetti di una società che sono dentro il pensiero collettivo in maniera così profonda e radicata. Dall’altra parte, l’unico modo per cambiare le società è dal dentro, quando le persone che ne fanno parte, possono metterlo in discussione.

*****
Oggi due foto dal nuovo documentario del regista indiano, Arun Chadha, sull'educazione elementare per i gruppi indigeni dell'India.


Post Più Letti

Camminare Diversamente: Libro - Passo Lento

Recentemente, Antonella Patete e Nicola Rabbi hanno scritto un libro, " Passo lento - Camminare Insieme Per l'inclusione ",...