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Il grido di Dayamani

Come la festa annuale di Internazionale che si tiene a Ferrara, la rivista indiana Tehelka aveva organizzato la sua festa a Goa. Questa festa si chiama “Think-fest” o “il festival del penisero”. Alcuni amici che erano andati al festival mi avevano detto che è stata un’esperienza indimenticabile. Qualche anno fa durante un festival letterario a Torino, avevo conosciuto Tarun Tejpal , il fondatore e l’editore iconico di Tehleka. La sua rivista è riconosciuta per i suoi reportage coraggiosi e contro correnti. Oltre a dirigere la rivista, Tarun Tejpal è anche uno scrittore. Tra i suoi libri vorrei segnalare, “La storia dei miei assassini”. Tehleka è stato attaccato più volte dai governi indiani, sia quelli del congresso che quelli del BJP, e dalle grandi industrie, ma nonostante tutto riesce a andare avanti. Gli interventi del Think-fest di Tahelka si possono guardare al sito della rivista . Se non avete problemi con l’inglese, vi consiglio di vedere questi video. Per esempio, guard

La collina delle tigri

Mi è piaciuto il libro di Sarita Mandanna , "La collina delle tigri" (editrice Piemme, 2010, titolo originale Tiger Hills, traduzione di Stefano Bortolussi). Mentre leggevo questo libro, più volte avevo pensato che il libro poteva avere un altro titolo - "Il volo degli aironi", perché in tutti i momenti cruciali del romanzo, vi sono gli aironi nelle vicinanze. Il libro è un susseguirsi di momenti drammatici e di coincidenze struggenti. Con il suo modo di raccontare la storia, il libro mi faceva pensare ad una foresta tropicale e le emozioni forti del mondo di Bollywood. A proposito degli aironi, la scena iniziale del libro dove Muthavva, la mamma della protagonista, sta in una risaia e intorno a lei arrivano gli aironi, mi aveva fatto pensare alla storia del guru Ramakrishna Paramhans e alla sua estasi mistica quando aveva visto una coppia di aironi contro le nuvole grigie in cielo. In diversi momenti del libro, avevo queste sensazioni, di pensare che quel

Gioia e Perplessità : Arundhati a Ferrara

Quando è iniziata la sessione con Arundhati Roy e John Berger , mi sentivo un po' in colpa. Avevo sperato di andare a Ferrara al festival di Internazionale , invece non ero riuscito. Alla fine, avevo dovuto accontentarmi di guardare qualche sessione sull'internet, ma ero rimasto deluso dal fatto che il link per la trasmissione in lingua originale non funzionava. Volevo vedere l'incontro con Arundhati, ma volevo sentire la sua voce e non la sua traduzione italiana. Arundhati costruisce le sue frasi con le parole che sono pure poesie, piene di emozioni e di immagini struggenti. Quando lei parla, sembra che riesce a parlare in questo linguaggio poetico senza sforzo, e sembra incapace di parlare come fa la gente normale. Poi quando è iniziata la sessione, per fortuna c'era qualche problema con l'audio della traduzione e alla fine hanno deciso di portare due traduttrici sul palco per tradurre Arundhati e John Berger dal vivo. Così ho potuto sentire la voce di

Mondo islamico indiano nella letteratura

Può un racconto o un romanzo raccontare le caratteristiche di tutto un popolo? Forse questa idea somiglia di più agli oroscopi dove si pretende che un paragrafo può spiegare quello che succederà a milioni di persone durante un giorno, una settimana, un mese o in un anno. Invece noi esseri umani, anche se condividiamo una religione, siamo molto diversi tra di noi e l'idea di rappresentare un gruppo di persone soltanto sulla base della loro religione è sbagliata. Un romanzo è più di un paragrafo, ma è sempre qualcosa di infinitamente piccolo e limitato in confronto a milioni o miliardi di vite umane. Per cui come può un romanzo avere la pretesa di rappresentare tutti i musulmani dell'India o, la maggioranza dei musulmani dell'India? Non penso che gli scrittori vogliono rappresentare un gruppo o tutto un popolo quando scrivono una storia. Lo scrittore racconta la storia di suoi personaggi. Invece forse siamo noi, i lettori, che cerchiamo di dare altri significati a questi

Stregato dalle donne di Villa Spada

Oggi ho visitato la Villa Spada per la prima volta e sono rimasto stregato dalla fila delle statue delle donne di terracotta ai bordi del suo giardino all'italiana. Le loro espressioni, i loro vestiti, le loro diverse età e pose, sono meravigliose. Avevo già visto le famose Marie di Nicolò dell'Arca in centro di Bologna e sono molto belle, ma mi sono piaciute ancora di più le statue di Villa Spada, perché sono all'aperto e sono rimaste esposte agli elementi per circa due secoli, per cui hanno cambiato i colori, alcune sono scrostate, su alcune statue piccole piante crescono sulle loro teste, e tutto questo le rende ancora più belle. Tornato a casa dalla visita, ho subito cercato informazioni su queste statue sull'internet, ma sembra che non esistono. Che nessun altro le abbia trovato belle, mi sembra impossibile. Diversi siti parlano dei belli giardini all'italiana che fanno da cornice a queste statue. Qualche sito parla della statua di Ercole che si trova i

Il mondo dei Tam-Brahms

I Tam-Brahms sono i bramini Tamil, un gruppo considerato chiuso e conservatore. Negli ultimi decenni, è anche uno dei gruppi che si sono affermati come "gli intelligenti indiani" che dominano gli istituti di alta formazione in tutto il mondo, soprattutto in campi tecnologici e le scienze. Il loro incontro e scontro con il resto dell'India e con le altre culture è stato oggetto di diversi film e libri - per esempio il film " Knock knock I am looking to marry " (2004) e il libro Two States (Due stati) di Chetan Bhagat. I Tam Brahms (diminutivo di Tamil Brahmans ovvero i bramini tamil) è uno dei temi caldi anche sulla blogosfera. Per esempio, se non avete difficoltà con l'inglese, potete leggere - i matrimoni Tam Brahms , come discutere con i tam brahms ,   di cosa parlano i tam brahms tra di loro , intervista con un tam brahm , perché le persone odiano i tam brahm , come riconoscere un tam brahm , ecc. " La Sposa Bambina " di Padma Vishwanath

L'inglese e la sua elefantessa

Per circa un anno non riuscivo a leggere i libri. Cominciavo a leggerli, ma difficilmente li finivo. Spesso, leggevo qualche pagina e poi mi addormentavo. Prendevo i libri dalla biblioteca e poi li riportavo in dietro senza averli letti. Dopo un po', per diversi mesi, avevo smesso di andare in biblioteca. Poi, circa un mese fa la voglia di leggere è tornata all'improvviso. E sono tornato in biblioteca per cercare i libri nuovi. " Viaggio in India in groppa al mio elefante " (di Mark Shand , editore Neri Pozza, 2005, traduttore Daniele Morante) racconta la storia di Mark, un inglese, che decide di comprare una elefante e di viaggiare sul suo dorso per circa 1.300 km, dal tempio di Konark in Orissa fino alla fiera annuale degli animali di Sonepur, vicino alla capitale Patna dello stato di Bihar. Non ci avevo mai pensato a che cosa poteva significare comprarsi un elefante. Non pensavo che si può affezionarsi ad un elefante come si può affezionarsi ad un cane o ad