La storia di Rutelli mi fa sentire male. Mi pento di aver votato per la Margherita alle ultime elezioni. Mi ero lasciato convincere da Francesco Baldacci. Quando guardo Rutelli in TV, mi sembra che lui pensa di avere tutte le carte in regola, un po' come Bill Clinton o Tony Blair, che è bello e fotogenico, può fare la faccia seria, cosa altro ci vuole oggi giorno per governare un paese? La gente ti voterà sicuramente. E il litigio per non lasciare che il professore prende il simbolo della lista dell'Olivo! Forse si vergogneranno rileggendo le proprie parole sui giornali la mattina dopo?
Questo blog scritto sul portatile a Roma, non poteva non parlare della politica! Alla fine, forse è inutile prendersela con i politici, perché forse politica è proprio questa, pensare al proprio cortiletto e avere ambizioni?
Berlusconi non mi era mai sembrato molto intelligente (per fare soldi, bisogna essere poco intelligenti, penso, ma quella è tutta un'altra storia), ma in questi giorni vederlo in TV è una sofferenza. Fa pena e sembra smarrito.
Mariangela mi ha mandato la segnalazione di un programma di Rainews 24, sull'interesse italiano per Nassiriya. Pensavo, se fosse la sinistra in governo, avrebbe fatto lo stesso? Penso di si. L'interesse nazionale viene prima di tutto. Le belle parole, fratellanza degli esseri umani, poveri che necessitano di questo o quello.. stanno bene solo se i nostri interessi sono salvi.
In un articolo Naomi Klein parla di un nuovo ufficio dello stato americano per la ricostruzione postbellica dei paesi, che si prepara a distribuire i contratti milionari alle ditte e alle ONG multinazionali del regime prima ancora che un paese sia colpito da guerra. Ricostruzione preventiva che va a braccetto con la guerra preventiva. La Rice che dice Tsunami è una grande opportunità. In fatti ha spazzato le coste, liberandole dall'ingombrante presenza di case dei pescatori.. ora si può portare lo sviluppo in tutti questi posti abbandonati da dio.
venerdì 27 maggio 2005
mercoledì 25 maggio 2005
Mariangela e le more
Parlavo con un amico imprenditore in India. Era così arrabbiato con l'ambasciata italiana a Delhi. "Hanno le procedure così assurde e ti costringono ad aspettare per ore sulla strada per avere un visto. Sai quanto caldo fa in questi giorni? Ci trattano come fosse un criminale. Puoi tenerti la tua Italia, non mi interessa." Ne ho già sentito simili storie altre volte. Le ambasciate italiane hanno guadagnato la reputazione di essere tra le più difficili tra quelle europee per ottenere i visti.
Con Mariangela abbiamo scattato tante foto. Alcune di queste foto sono venute proprio bene come quella che vedete qui. Mariangela che mangia i gelsi. Sono gli stessi che si chiamano le more? Alberi pieni di frutta. Avevamo due alberi così a scuola ma eri fortunato se riuscivi a trovare qualcosa da mangiare, anche acerbo. Con tutti i ragazzi che giravo intorno, si faceva fuori tutto.
Con Mariangela abbiamo scattato tante foto. Alcune di queste foto sono venute proprio bene come quella che vedete qui. Mariangela che mangia i gelsi. Sono gli stessi che si chiamano le more? Alberi pieni di frutta. Avevamo due alberi così a scuola ma eri fortunato se riuscivi a trovare qualcosa da mangiare, anche acerbo. Con tutti i ragazzi che giravo intorno, si faceva fuori tutto.
lunedì 23 maggio 2005
Shabana Azmi e la musica fusion
Sul sito di Smashits.com stamattina guardai alcune canzoni del film Morning Raga (la canzone della mattina). Sono bellissime. Sia da vedere che da ascoltare. Mi piaceva quando Malati cantava la musica classica del sud dell'India, ma in generale, non lo ascoltavo mai. Invece, le canzoni del film, un po' "fusion music", mettono insieme la musica classica Carnatak insieme alla musica jazz, sono meravigliose. La parte più bella è la musica pura, le note musicali ripetute in diverse combinazioni secondo le raga, non il significato delle parole ma suoni della musica, voce come uno strumento musicale. Shabana Azmi è molto bella e molto brava. Anche Perizaad Zorabian.
Chissà dove sarà oggi Malati? La sua voce rauca e il suo modo disinibito di ridere come scoppio di una fontana. Tutti gli amici del laboratorio nazionale di fisica, dove sono andati? Nani, Neeraj, Raja, Vatsal ...
In pomeriggio sono andato a fotografare un campo di papaveri sulla via Zanardi. Mentre ero li a cercare la vista più bella, si è fermata una macchina dietro di me ed è scesa giù una copia, l'uomo con una bella e grande macchina fotografica. Non ero l'unico a vedere la bellezza dei papaveri!
Avevo scritto questi appunti il 21 maggio ma poi avevo dovuto interrompere prima di inserire la foto. In tanto abbiamo fatto altre foto di quel campo insieme a Mariangela, ma devo ancora vedere quelle foto.
Chissà dove sarà oggi Malati? La sua voce rauca e il suo modo disinibito di ridere come scoppio di una fontana. Tutti gli amici del laboratorio nazionale di fisica, dove sono andati? Nani, Neeraj, Raja, Vatsal ...
In pomeriggio sono andato a fotografare un campo di papaveri sulla via Zanardi. Mentre ero li a cercare la vista più bella, si è fermata una macchina dietro di me ed è scesa giù una copia, l'uomo con una bella e grande macchina fotografica. Non ero l'unico a vedere la bellezza dei papaveri!
Avevo scritto questi appunti il 21 maggio ma poi avevo dovuto interrompere prima di inserire la foto. In tanto abbiamo fatto altre foto di quel campo insieme a Mariangela, ma devo ancora vedere quelle foto.
venerdì 20 maggio 2005
Perdere la lingua materna
Mi piace il blog di Beppe Grillo http://www.beppegrillo.it/ e mi piace Beppe Grillo. Tuttavia, mi fa sentire un po' strano questo suo tentativo di creare un partito dei seguaci, la folla dei credenti al Beppe-pensiero .. forse perché sono scettico in generale ai profeti venuti per salvare il mondo. Mi fa pensare a Nanni Moretti, un regista che ammirò molto. Forse l'adulazione fa che cominciamo a prenderci troppo sul serio?
Matteo Sacchi recensisce il nuovo libro di Agota Kristof, l'autrice ungherese residente in Svizzera. E' il libro, L'Analfabeta, racconto autobiografico (Casagrande, 2005) e la recensione è sul sito della bella rivista Giudizio Universale www.giudiziouniversale.it Non mi ricordo in quale lingue avevo letto la trilogia della Città di K di Kristof mentre ero a Ginevra. Forse era il francese. Sono affascinato dal suo modo di scrivere. Poche parole. Sembrano scelte dopo lunghe meditazioni. Ruvide e taglienti. Intrise di dolore.
"La smania di scrittura nasce “nei giorni cattivi”, negli anni “non amati”, e si radica come un bisogno contro la sofferenza per le cose perdute. Finché dopo l’insurrezione del ‘56, la repressione dei carri armati sovietici, la fuga in Austria e infine in Svizzera, si compie la perdita più grave, quella della lingua materna, la lingua primaria delle cose, dei sentimenti, dei colori, delle lettere, dei libri, dei giornali. L’unica lingua. Persa la quale, si dissolve la lettura, la scrittura, si ridiventa analfabeti, bisogna tornare a imparare."
Le sue parole vibrano dentro di me. Cosa ho perso con l'inglese prima e poi con l'italiano?
Forse siamo parlando della nostalgia dei tempi passati? Suoni, odori, sensazioni, memorie? Perché è così bello tornare a pensare alle cose perdute con il senso malinconico? Magari la domanda da approfondire non è quello che si perde ma è, cosa cambia quando guardi il mondo con un'altra lingua? Insomma, il mondo visto dall'italiano è diverso quello visto dall'Hindi?
Matteo Sacchi recensisce il nuovo libro di Agota Kristof, l'autrice ungherese residente in Svizzera. E' il libro, L'Analfabeta, racconto autobiografico (Casagrande, 2005) e la recensione è sul sito della bella rivista Giudizio Universale www.giudiziouniversale.it Non mi ricordo in quale lingue avevo letto la trilogia della Città di K di Kristof mentre ero a Ginevra. Forse era il francese. Sono affascinato dal suo modo di scrivere. Poche parole. Sembrano scelte dopo lunghe meditazioni. Ruvide e taglienti. Intrise di dolore.
"La smania di scrittura nasce “nei giorni cattivi”, negli anni “non amati”, e si radica come un bisogno contro la sofferenza per le cose perdute. Finché dopo l’insurrezione del ‘56, la repressione dei carri armati sovietici, la fuga in Austria e infine in Svizzera, si compie la perdita più grave, quella della lingua materna, la lingua primaria delle cose, dei sentimenti, dei colori, delle lettere, dei libri, dei giornali. L’unica lingua. Persa la quale, si dissolve la lettura, la scrittura, si ridiventa analfabeti, bisogna tornare a imparare."
Le sue parole vibrano dentro di me. Cosa ho perso con l'inglese prima e poi con l'italiano?
Forse siamo parlando della nostalgia dei tempi passati? Suoni, odori, sensazioni, memorie? Perché è così bello tornare a pensare alle cose perdute con il senso malinconico? Magari la domanda da approfondire non è quello che si perde ma è, cosa cambia quando guardi il mondo con un'altra lingua? Insomma, il mondo visto dall'italiano è diverso quello visto dall'Hindi?
martedì 17 maggio 2005
Stuzzicare gli stupidi razionali
Stasera piove. Quando piove, Nadia insiste che mettiamo l'impermeabile a Brando prima di uscire per la passeggiata serale. Ma Brando odia mettere su l'impermeabile. Si nasconde sotto il tavolo quando sente la parola. Viene fuori con tanta fatica, con la testa bassa, la coda fra le gambe. Dentro di me, chiamo questo suo comportamento come "fare la Sita maiyya", come il personaggio di Sita nel epico indiano Ramayana, la quale implora la terra ad aprirsi e di nasconderla.
Penso che sia curioso questo accostamento, pensare alle cose lontane come la storia di Sita maiyya e di collegarle alla vita quotidiana qui in un contesto completamente diverso.
Nel parco, uno degli alberi di ciliege è già pieno di frutta e ciliege rosse, piene di succo cadono per terrà. Mi piace passarle sopra e di pestarle sotto i piedi. Non vorrei approfondire il perché di questo piacere perché ho paura di scoprire qualche impulso represso nel mio subconscio. :-)
Ho iniziato a leggere "Five Quarters of the orange" di Joan Harris, l'autrice di Chocolat, sul quale avevano fatto quel bel film francese. Ha uno stile di scrittura molto bello e piacevole, ma il titolo del libro mi suona un po' strano. Si possono avere cinque quarti di un'arancio? Non sarebbe stato giusto dire cinque quinti di un arancio? O il titolo è così solo per stuzzicare esseri stupidamente "razionali" come me?
Penso che sia curioso questo accostamento, pensare alle cose lontane come la storia di Sita maiyya e di collegarle alla vita quotidiana qui in un contesto completamente diverso.
Nel parco, uno degli alberi di ciliege è già pieno di frutta e ciliege rosse, piene di succo cadono per terrà. Mi piace passarle sopra e di pestarle sotto i piedi. Non vorrei approfondire il perché di questo piacere perché ho paura di scoprire qualche impulso represso nel mio subconscio. :-)
Ho iniziato a leggere "Five Quarters of the orange" di Joan Harris, l'autrice di Chocolat, sul quale avevano fatto quel bel film francese. Ha uno stile di scrittura molto bello e piacevole, ma il titolo del libro mi suona un po' strano. Si possono avere cinque quarti di un'arancio? Non sarebbe stato giusto dire cinque quinti di un arancio? O il titolo è così solo per stuzzicare esseri stupidamente "razionali" come me?
domenica 15 maggio 2005
Sognare Pavoni
Dopo pranzo, mi sono messo al divano con un libro. Relic di Preston e Child, genere orror-thriller. Mi piace Pendergast, il loro detective. Magro e quasi un albino. E mi sono addormentato con il libro nelle mani. Ho dormito per circa tre ore e ho fatto un sogno molto particolare.
Ho sognato di aver trovato un pavone, una cosa meravigliosa con una coda con colori luccicanti. Poi, ero a letto con questo pavone nelle mie braccia. Sentivo il suo corpo, grande, pesante e caldo contro il mio. E la sua voglia di fare l'amore. Mi dissi che era un ermefrodita. Mi fermai con uno sforzo e il pavone volò via, la sua lunga coda di colori luccicanti dietro di lui. Lo guardavo seduto su un ramo davanti a casa come se aspettasse che io cambiavo la mia decisione. Mi sentivo pervaso da tristezza. Allora il pavone si alzo in volo, sparendo dietro gli alberi e mi svegliai ancora pieno di tristezza.
Oggi pomeriggio, facevo la ricerca sui nuovi lavori di Mukul da aggiungere a Kalpana. Troverai il blog di una sua amica. Dai link di questo blog, ho trovato tanti altri blog. Vite diverse, uno dopo l'altro. Storie, nostalgie, foto, feste, pensieri. Tutte persone legate a Mukul in un modo o un altro. Mi fa un po' paura questa facilità con la quale si può entrare e vedere i pensieri intimi di tante persone.
Ho sognato di aver trovato un pavone, una cosa meravigliosa con una coda con colori luccicanti. Poi, ero a letto con questo pavone nelle mie braccia. Sentivo il suo corpo, grande, pesante e caldo contro il mio. E la sua voglia di fare l'amore. Mi dissi che era un ermefrodita. Mi fermai con uno sforzo e il pavone volò via, la sua lunga coda di colori luccicanti dietro di lui. Lo guardavo seduto su un ramo davanti a casa come se aspettasse che io cambiavo la mia decisione. Mi sentivo pervaso da tristezza. Allora il pavone si alzo in volo, sparendo dietro gli alberi e mi svegliai ancora pieno di tristezza.
Oggi pomeriggio, facevo la ricerca sui nuovi lavori di Mukul da aggiungere a Kalpana. Troverai il blog di una sua amica. Dai link di questo blog, ho trovato tanti altri blog. Vite diverse, uno dopo l'altro. Storie, nostalgie, foto, feste, pensieri. Tutte persone legate a Mukul in un modo o un altro. Mi fa un po' paura questa facilità con la quale si può entrare e vedere i pensieri intimi di tante persone.
venerdì 13 maggio 2005
Nostalgia delle mucche
Povera mucca rossa con le polka dot gialle, come la maga Magò nel film La spada nella roccia. O, quella con i bicchieri e i tubi per la birra alla spina. Sono belle ma mi fanno un po' di pena. L'unica che trovo trattata con rispetto è quella azzurra, stile cielo e mare, seduta tranquillamente. E' quella che avrà l'onore di stare sulla copertina di Kalpana in questi giorni.
Mi fanno pensare alle mucche di Delhi, sedute in mezzo alle strade, placide e indifferenti, mentre il traffico le passa intorno, tutti attenti a non farle del male, ma ammazzandole con i fumi e con i sacchetti di plastica. Preferiranno forse venire a Vienna per stare in questo parco verde smeraldo? Forse no, rischiano di trovarsi sul piatto di qualcuno. Come si fa a scegliere tra il mattatoio e la crudele indifferenza.
Una sera riesco a andare in città. Dalla cattedrale in Stefanplatz cammino fino all'opera dove suona Strauss. Il cielo e nuvoloso e freddo. Tutto intorno, le persone passano. Sembra di essere dentro il centro commerciale Lame. O potrei essere a Hong Kong. Tutto il mondo sempre più uguale. Vetrine, negozi, Macdonalds, Hugo Boss, Versace.
Gli edifici barocchi di Vienna mi mettono a disagio. Come quando si mette troppo zucchero. Mi piace invece la chiesa San Michele con le tombe dei reali. E mi piace la casa dei gesuiti dove sono alloggiato. Nella mansarda al terzo piano. Il sole entra dentro impetuoso dalle piccole finestre già alle 6 di mattina. Accanto, si stanno costruendo un grattacielo. Gli operai sono già al lavoro. Dal letto guardo i gru che passano silenziosi davanti alle finestre.
Mi fanno pensare alle mucche di Delhi, sedute in mezzo alle strade, placide e indifferenti, mentre il traffico le passa intorno, tutti attenti a non farle del male, ma ammazzandole con i fumi e con i sacchetti di plastica. Preferiranno forse venire a Vienna per stare in questo parco verde smeraldo? Forse no, rischiano di trovarsi sul piatto di qualcuno. Come si fa a scegliere tra il mattatoio e la crudele indifferenza.
Una sera riesco a andare in città. Dalla cattedrale in Stefanplatz cammino fino all'opera dove suona Strauss. Il cielo e nuvoloso e freddo. Tutto intorno, le persone passano. Sembra di essere dentro il centro commerciale Lame. O potrei essere a Hong Kong. Tutto il mondo sempre più uguale. Vetrine, negozi, Macdonalds, Hugo Boss, Versace.
Gli edifici barocchi di Vienna mi mettono a disagio. Come quando si mette troppo zucchero. Mi piace invece la chiesa San Michele con le tombe dei reali. E mi piace la casa dei gesuiti dove sono alloggiato. Nella mansarda al terzo piano. Il sole entra dentro impetuoso dalle piccole finestre già alle 6 di mattina. Accanto, si stanno costruendo un grattacielo. Gli operai sono già al lavoro. Dal letto guardo i gru che passano silenziosi davanti alle finestre.
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