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Zachar Prilepin - Poesia e La Desolazione della Guerra












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Le canzoni della pace

Tutto è partito da una canzone che non avevo sentita da più di 10 anni. Ero sulla bici e mi ha emozionato. Quasi, non me la ricordavo più. Poi, quando l’ho sentita, ho iniziato a pensare alle altre canzoni che parlano della pace. "Pace" nel senso più ampio della parola, canzoni contro la violenza, canzoni che parlano di fratellanza e di rispetto della natura. Ho pensato che mi piacerebbe raccogliere una lista delle canzoni più belle sul tema della pace in diverse lingue del mondo. Per cui se conoscete una canzone, o una poesia, che parla della pace e della fratellanza, e che ha toccato il profondo del vostro cuore, non importa in quale lingua del mondo, fatemi sapere. Per iniziare presento le cinque canzoni della pace che mi piacciono di più: (1) La mia prima canzone preferita che parla della pace è “ Imagine ” di John Lennon . Potete pensare che sia una scelta scontata, ma non importa quante volte l’ho già sentita, ha le parole così semplici e allo momento

L’amore arriva con il treno

Il prossimo film del ciclo Amori Con-Turbanti programmato per il 18 luglio è “L’amore arriva con il treno” (India, titolo originale “Jab we met” che significa “quando ci siamo incontrati”, regista Imtiaz Ali, 2007). (Nella foto, un momento durante le riprese del film) Il film è tra i più grandi successi commerciali di Bollywood in India degli ultimi anni, che ha reso Kareena Kapoor , la protagonista femminile principale del film, tra le attrici più pagate di Bollywood. Trama : Giovane e senza esperienza, Aditya Kashyap ( Shahid Kapur ) diventa il titolare di un grande business a Bombay dopo il suicidio del padre, mentre sua madre si è messa con il miglior amico di suo papà. Al lavoro sembra che niente va per il verso giusto e gli investitori ed i dipendenti non hanno fiducia in lui. Le azioni del suo business valgono poco. La sua ragazza decide di lasciarlo. Sfiduciato e depresso, con una vaga idea di suicidarsi, Aditya sale su un treno e incontra Geet D

Amori Con Turbanti 2009 (2)

Alla fine è iniziato il ciclo di film indiani su Rai 1, Amori con-turbanti. Il film di ieri sera era “Sposerò mia moglie” (Namastey London). Il film originale durava 2 ore e 17 minuti mentre il film presentato alla TV è durato 1 ora e 49 minuti, percui circa il 30 minuti del film erano stati tagliati – sopratutto le danze e le canzoni, ed è un peccato. Per quanto riguarda il doppiaggio, mi è sembrato molto meglio da quello eseguito nel 2008, tranne che per Akshay Kumar, che non è stato doppiato bene. Alcune frasi brevi e una parte dei dialoghi erano stati lasciati in Hindi o in Pangiabi (Punjabi), ma i doppiatori che li recitavano non avevano idea di come pronunciarli, per cui erano quasi incomprensibili. Non so dove viene eseguito il doppiaggio, ma diverse città italiane, tra le quali Torino, Milano, Venezia, Bologna, Roma, ecc. hanno corsi universitari di lingua Hindi e forse possono coinvolgere loro per avere un aiuto sulla pronuncia (o magari coninvolgere qualcuno della comuni

Storia d’amore: Jodha Akbar

“Jodha Akbar” è il nuovo film di Ashutosh Gawarikar, il regista di “Lagaan: c’era una volta in India”. Dopo Lagaan, aveva girato Swadesh, il film sull’incontro di uno scienziato di origine indiana che lavora alla NASA con l’India dei villaggi. Ormai Gowarikar si fatto un nome per un regista originale che sceglie temi fuori dalle solite logiche di Bollywood. Allo stesso momento, ha la reputazione per essere un regista molto preciso che gira dei film lunghissimi. Sia Lagaan che Swadesh duravano più di tre ore. “Jodha Akbar”, storia d’amore tra Jodha, una principessa indù del Rajasthan e Akbar, l’imperatore Mughal musulmano, rinforza questa reputazione di Gowarikar. E’ un film originale, preciso e lunghissimo, dura circa tre ore e venti minuti. E’ un film nella tradizione di film spettacolari come Benhur o Cleopatra con delle scenografie enormi e costose con la ricostruzione di palazzi, corti imperiali e l’impiego di migliaia di comparse e animali, senza fare ricorso agli effetti speciali

Continua la serie Stelle di Bollywood su Rai Uno

Un Pizzico d'Amore e di Magia, 14 agosto 2010 La serie estiva di Rai Uno con i film di Bollywood in prima serata di sabato continua e il prossimo sabato 14 agosto, il prossimo film della serie sarà Un Pizzico d'amore e di magia (Titolo originale Thoda Pyar thoda Magic , India, 2008). Il primo ciclo di Bollywood su Rai Uno (Amori Con ... Turbanti 2008), aveva il film " Io e te: confusione d'amore " del regista Kunal Kohli con gli attori Saif Ali Khan e Rani Mukherjee . Il prossimo film "Un Pizzico d'amore di magia" ha di nuovo Kunal Kohli come regista, e Saif e Rani come i protagonisti principali. Il film è una commedia romantica e racconta la storia del ricco e annoiato Ranbeer ( Saif Ali Khan ), il quale è la causa di un incidente stradale nella quale perdono la vita due persone, i genitori di 4 bambini (3 bambini naturali e un bambino sikh adottato). Come punizione, il giudice chiede che sia Ranbeer a occuparsi dei bambini. Bella e supe

Strumentalizzare Gandhi?

E' naturale che quando una persona diventa un personaggio pubblico, tutti possono commentare e interpretare i suoi gesti e le sue scelte. Quando un personaggio diventa un'icona, ciò è il simbolo di un'idea, spesso nelle comunicazioni perde la sua complessità umana e viene capito e conosciuto dalla maggior parte delle persone in forma semplificata, non più come un essere umano ma come qualcosa di astratto, strumentale all'idea che rappresenta. In questo senso oggi per molte persone, Mahatma Gandhi non è più un persona ma è piuttosto, un icona e forse per questo motivo, Vittorio Messori nel suo articolo " La leggenda dell'uomo che aveva una grande anima ", uscito sul Sette, il settimanale di Corriere della Sera   lo scorso 23 dicembre 2010, ha scritto, ".. ma su Gandhi molti ignorano molto, seguendo miti orecchiati "? L'articolo di Messori è stato scritto per presentare il libro " Teoria e Pratica della Nonviolenza " che sarà

Le poesie indiane “Gazal”

Conoscete una forma specifica di poesia orientale? A questa domanda, penso che molti di voi penserete subito agli Haiku giapponesi. Invece penso che quasi nessuno parlerà di Gazal, una forma specifica di poesie del subcontinente indiano. Come gli Haiku, anche il Gazal è una forma di poesia specifica con le sue regole e la sua architettura interna molto precisa. Gazal (scritto anche Ghazal) è una poesia fatta di tante piccole poesie tutte sullo stesso tema. Ciascuna piccola poesia è composta di due righe ed è chiamata “ sher ” (pronunciata Scer). Ogni sher è una poesia completa in se stessa e può essere paragonata ad un Haiku. Per capire, ecco un “ sher ” da un Gazal scritto da Bahadur Shah Zafar , l’ultimo re Mughal dell’India il quale morì solo e isolato nel 1862 in una prigione inglese in Birmania (invece, il re di Birmania fu mandato prigioniero in India e questa storia è raccontata da Amitav Ghosh nel suo libro Palazzo di Cristallo ): Baat karni mujhe mushkil, kabhi aisi to