martedì 21 marzo 2006
Il figlio cresciuto
Era una riunione molto particolare, almeno per me. Era la riunione di una federazione che avevo aiutato a nascere. L'idea era venuta da Enrico. "Perché, tutte queste associazioni che operano in campo della disabilità non coordinano il loro lavoro? Fanno stesse attività, negli stessi posti con progetti paralleli - sarebbe meglio coordinare il lavoro", aveva detto.
Era 1993 e avevo preparato una proposta da presentare al ministero degli affari esteri italiano per il finanziamento. Ricordo la ricerca nel directory delle associazioni dei paesi dell'OECD e la prima riunione a Roma nel 1994.
Da diversi anni, non mi occupo più di seguire i rapporti con questa federazione. Tornarci è come ritrovare un figlio cresciuto lontano. C'è ancora qualcuno che era presente alla prima riunione a Roma 12 anni fa, ma la maggior parte delle persone sono nuove.
E' bello e triste allo stesso momento.
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La riunione si fa al quinto piano di un grattacielo tutto vetro e acciaio. Giù si vede la Tamigi e le navi che ci passano continuamente. E' una giornata piovosa con la famosa pioggerellina inglese.
Mi sento come un'animale esposto al pubblico dentro una gabbia di vetro. Per fortuna, siamo al quinto piano e le persone che passano per la strada non possono vederci, ma la sensazione rimane.
Anche all'OMS a Ginevra è così, ma li non ci sono case o strade davanti e la sensazione di essere dentro una scatola di vetro trasparente esposta al pubblico è meno spiacevole.
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Sono andato a trovare Pam. E' stata poco bene e ha passato un po' di giorni in ospedale. Non si è trovata bene in ospedale, dice che ormai non hanno più personale - ha visto il medico solo il giorno del ricovero e le infermieri erano sempre troppo di corsa per parlare.
Quella stessa sera alla TV, hanno parlato di un ragazzo che aveva ucciso diverse persone. Sua nonna diceva, "Per mesi ho chiesto l'aiuto. Ho detto che era instabile, aveva bisogno di un psichiatra, ho scritto tante lettere, ma non hanno fatto niente. Dicevano che non vi erano le risorse."
Alla mattina, quando tornavo a Bologna, la prima pagina di un giornale inglese annunciava "per mancanza di fondi, un'ospedale di Londra ha deciso di licenziare 1000 dipendenti".
Ma Gran Bretagna è una potenza mondiale? Aveva un sistema sanitario nazionale che si ammirava in tutto il mondo. Cosa lì è successo?
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martedì 7 marzo 2006
Bollywood e Polonia
Pensavo di rispondergli al mio rientro in Italia.
Ieri, rientrato in Italia, ho scaricato la posta e subito dopo, ho avuto un crash del computer. Così ho perso tutti i messaggi e non posso più rispondere al mio/mia amico/amica dalla Polonia. Mi dispiace. Chissà se quella persona leggerà il mio blog? Comunque, non ho niente in contrario per la traduzione degli articoli in polacco o in un'altra lingua - basta che segnali che l'ha preso da Kalpana e mi informi!
C'erano più di 250 email che dovevo guardare. Ora li h0 persi tutti e forse tante persone penseranno che non le rispondo perché sono maleducato!
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Il viaggio in Nepal è stato molto bello. Sono stato nei villaggi di Okhaldhunga, a nord est di Kathmandu.
Mentre camminavo sui sentieri che giravano su e giù per le montagne, ho avuto paura di morire per infarto. Ogni tanto mi dovevo fermare per ansimare come un asmatico. Avevo vesciche sui piedi. Per mangiare e dormire c'erano solo le povere case dei contadini. Comunque, non ho mollato e sono contento di averlo fatto.
Robert Chambers parlava di "turismo per lo sviluppo", delle viste degli esperti stranieri che visitano i paesi poveri ma non hanno tempo di visitare i villaggi lontani e difficilmente raggiungibili. Si limitano a qualche visita in qualche villaggio vicino le città e a qualche casa non troppo lontana dalle strade asfaltate. Ho cercato di non limitarmi ai sentieri facili e comodi!
Ecco un assaggio di qualche foto da questa visita.
giovedì 19 gennaio 2006
Rientro traumatico
Una delle prime sere dopo il nostro arrivo, forse il 26 dicembre - Marco aveva fatto il modello, indossando il vestito comprato per la sera del ricevimento. In casa eravamo ancora in pochi perché le zie ed i cugini non erano ancora arrivati. Ad un certo punto, Vinny tirò fuori il dholak (tamburo) e iniziò a cantare.
Tutti insieme a Dilli Haat per fare gli acquisti e poi, a mangiare al restorante del Rajasthan.Ho già messo le maggior parte delle foto relative a questo viaggio su Kalpana. Sono tutte organizzate in album, ma per il momento le spiegazioni sono solo in inglese. Prima vorrei finire di caricarle tutte, solo dopo, se ancora avrò voglia, potrò aggiungere anche le didascalie in Italiano e Hindi.
sabato 7 gennaio 2006
Buon inizio
Nella casa di mia sorella dove eravamo ospiti regnava caos con parenti da tutte le parti, bagni occupati, qualcuno che voleva the' senza zucchero, altro che voleva tanto latte nel caffe', un altro che aveva mal di pancia. Per 10 giorni, abbiamo fatto le corse. Ora e' finito tutto e la casa si e' svuotata. Siamo impegnati nelle ultime cose da fare prima del nostro rientro in Italia fissato per il 12 gennaio. Nell'attesa di preparare l'album completo delle foto, ecco un assaggio di alcuni momenti significativi di alcune ceremonie di questo matrimonio.
Il papa' della sposa lega gli sposi durante la ceremonia nel tempio sikh
Marco con la moglie Atam Prabha e le sue cugine (venute da Italia) dopo il matrimonio sikh
Le sorelle della sposa hanno nascosto le scarpe di Marco durante la ceremonia al tempio sikh e lui deve trattare la penale da pagare con loro per riaverle
Le cugine e le zie dello sposo lo preparano per il matrionio indu'
Marco arriva sul cavallo per il matrimonio indu' ed e' ricevuto dallo zio e dal fratello della sposa
Scambio delle ghirlande da inizio alla cerimonia indu'
I neosposi con i respettivi genitori
Durante il matrimonio indu' i due sposi circondati dalle cugine e zie dello sposo
La mamma di Atam si emoziona
La serata del ricevimento
Finalmente sposati
martedì 20 dicembre 2005
Effetto serra?
Poi, una volta avevo letto una sua esperienza personale di essere stato in un deserto per diversi giorni, seduto davanti ad un cactus cercando di comunicare con la pianta, e mi era piaciuta questa sua immagina di meditazione davanti ad un cactus.
I suoi libri, devo ammettere che purtroppo, non mi piacciono molto, ne anche come passatempo. Ho provato con diversi di loro e, proprio non riesco a leggerli.
Nel suo nuovo libro, penso che si intitola “Stato di Paura”, lui parla di organizzazioni non governative e agenzie interessate che "vogliono creare la psicosi sul tema del cambiamento climatico" e secondo lui, i ghiacciai (a parte i ghiacciai in Europa) non si stanno ritirando, anzi stanno crescendo. Così secondo lui, non stiamo andando verso il riscaldamento terrestre dovuto all’effetto serra ma verso un’era glaciale, e che questo non dipende dall’aumento dell’inquinamento. Insomma che Bush e i suoi amici, neocons, hanno ragione per non firmare il protocollo di Kyoto, che è solo un palliativo sbagliato e inefficace. Non so se questa descrizione dei contenuti di suo libro sia esatta.
Come si può immaginare, subito si è detto che Crichton è un repubblicano e sostenitore di Bush e sostenitore della guerra in Iraq.
Ma la teoria di Crichton mi lascia curioso e sono in attesa di leggere qualcuno che fa un ragionamento chiaro e obiettivo. Non mi piace quando si cerca di screditare persone e di negare qualcosa facendo riferimenti alle preferenze personali di un individuo. Mi dispiace per Crichton se lui davvero ammira Bush e concorda con la guerra in Iraq, e spero che riceverà un messaggio di buon senso magari da un cactus del deserto.
Ma, ho dato un’occhiata al libro, mi sembra pieno di note, riferimenti alle riviste scientifiche e agli studi, ecc. L'avevo preso in prestito dalla biblioteca, ma mi annoiava. Alla fine, invece di leggere il libro, ho letto qualche sua recensione.
Vorrei sentire qualcuno che rispondesse alle sue accuse in maniera chiara e puntuale. Per esempio, è vero che i ghiacciai stanno crescendo e non ritirando, a parte quelli in Europa?
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Il 25 dicembre partiremo per l'India e saremo via per tre settimane. Per cui approfitto per fare gli auguri di buon natale e un sereno 2006 a tutti i viandanti che arrivano alle pagine di questo blog.
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Oggi due foto da un viaggio in Angola.
lunedì 19 dicembre 2005
Salvaguardare l’onore
Oggi nelle città moderne dell’India forse questo concetto non è applicato in maniera così fondamentalista come esposto sopra ma il suo nocciolo centrale rimane comunque valido. Diversi gruppi in India hanno messo in discussione quest'idea anche se è molto radicata nella psiche collettiva. Penso che questo concetto è fonamentale per le società patriarcali, i quali devono controllare le donne. In fatti, l'onore riguarda soltanto i corpi femminili. Per questo motivo, penso che per mettere in discussione concetti come questo, le donne devono diventare indipendenti dal punto di vista economico.
Alla scuola avevo studiato la storia della regina Padmini, la moglie di un re in Rajasthan. A Delhi regnava imperatore Allauddin Khilji, il quale vide la regina una volta e ne rimase folgorato, e chiese il re di dargli la donna. Quando il re rifiuto, l’imperatore attaccò il castello del re. Quando la regina capì che suo marito era morto e il castello stava per essere invaso dalle truppe dell’imperatore, decise di suicidarsi insieme a tutte le donne dell’harem. La stanza dove tutte le donne si bruciarono dentro il castello di Amber, è ancora oggi un luogo di preghiera perché la regina Padmini aveva salvaguardato l’onore della sua famiglia.
Sullo stesso tema è basato il film Khamosh Pani (Aque silenziose) del regista pakistani, Sabiha Samar. Non molto lontano della frontiera con l’India vive la vedova Ayesha (Kiran Kher) con suo figlio Salim (Aamir), la quale si guadagna da vivere insegnando il corano ai bambini. E’ l’inizio del fondamentalismo islamico quando il generale Zia ul Haq fa impiccare il primo ministro Bhutto e si applica la legge islamica. Il film segue due filoni, narrativi. Il primo, l’attrazione della teoria islamica fondamentalista per i giovani e il secondo, l’arrivo di pellegrini Sikh dall’India per visitare il loro tempio vicino al villaggio. Salim, il figlio di Ayesha si avvicina ai fondamentalisti, mentre uno dei pellegrini Sikh, è il fratello di Ayesha, e cerca di contattarla.
Ayesha era una ragazza Sikh. Al momento della creazione del Pakistan, le famiglie Indù e Sikh del villaggio, mentre scappavano verso l’India, avevano chiesto tutte le donne delle famiglie di saltare dentro il pozzo per suicidarsi per “salvaguardare l’onore”. Ayesha, una bambina, era sfuggita, non voleva saltare dentro il pozzo. Rimasta sola nel villaggio, fu costretta a diventare musulmana e sposarsi con un ragazzo locale.
Quando Ayesha finalmente incontra il suo fratello, lei non è interessata a parlargli, “Non mi interessa parlare con te o di sapere come sta nostro padre. Se avete fatto morire tutte le donne della famiglia, per voi, anch’io sono morta quel giorno.”
In alcune parti del Pakistan, oggi “l’assassinio per onore” non è un crimine – ciò è se uccidi una ragazza della tua famiglia per “salvaguardare il suo onore” o l’onore della famiglia, o perché si è innamorata di un ragazzo o per qualunque altro motivo, ciò non è crimine. Alcuni gruppi in Pakistan stano lottando contro questa legge. Non è facile cambiare gli aspetti di una società che sono dentro il pensiero collettivo in maniera così profonda e radicata. Dall’altra parte, l’unico modo per cambiare le società è dal dentro, quando le persone che ne fanno parte, possono metterlo in discussione.
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Oggi due foto dal nuovo documentario del regista indiano, Arun Chadha, sull'educazione elementare per i gruppi indigeni dell'India.
giovedì 15 dicembre 2005
Pinter e Pintor
Quando sentì che Harold Pinter ha vinto il premio nobel 2005 per la letteratura, il mio cervello ignorò la parola "Harold" e convertì "Pinter" in "Pintor". Wow! Ero proprio contento e volevo dirlo a Mariangela. Alla sera, a casa dissi a mia moglie che era strano che non se ne parlava di più in Italia, non è ogni giorno che uno scrittore italiano riceve il premio nobel. Per quanto ne so, l'unico altro vincitore italiano di questo premio (per la letteratura) è Dario Fo.
Comunque andai al sito del premi nobel per leggere il suo intervento di accettazione e fu soltanto allora che capì che il vincitore del premio è Harold Pinter, scrittore per il teatro, sceneggiatore e attivista politico. Già un anno fa in un'intervista sulla BBC, lui fu molto duro nella sua denuncia di Bush e Blair per la guerra in Iraq e chiedeva che entrambi fossi trattati per i crimini di guerra. Si può vedere questa intervista tramite internet.
Il suo intervento di accettazione del premio nobel, è altrettanto duro. Da una parte lui parla del proprio processo creativo e come i personaggio assumono la propria vita e non "obbediscono" più all'autore, dall'altra lui espone i propri pensieri politici. Secondo lui, le storie di repressione, crudeltà e morte in Unione Sovietica e sotto i regimi comunisti, sono stati ampiamente studiati e commentati, ma dall'altra parte, viene ignorato dagli studiosi, il ruolo giocato dall'America contro governi che vogliono portare i benefici legati all'educazione e alla salute ai propri cittadini, essi si trovano marchiati "comunisti" e l'America fa di tutto per distruggere questi regimi, sostituendoli con dittatori disposti ad ammettere multinazionali, ed a quel punto, iniziano le lodi dei benefici della loro democraticità.
E' un intervento molto duro e chiaro, non basato sulle emozioni, ma con degli esempi ragionati e razionali. Sicuramente, qualcuno l'avrà già tradotto in italiano, ma in tanto potete leggerlo anche in inglese al sito del premi nobel.
martedì 13 dicembre 2005
Diario londinese
“Dividi e Regna”, era il mantra degli inglesi furbi, raccontano questi testi, ma evitano di assumere le proprie responsabilità perché per avere successo questo mantra aveva bisogno di gruppi pronti a dividersi.
Comunque, 20 anni fa quando andai a Londra per la prima volta, non avevo ancora elaborato molti di questi pensieri e l’idea di andare al paese che pensavo di odiare per la sua storia mi turbava, anche se cercavo di nasconderlo.
Oggi penso che sicuramente gli inglesi avevano le loro colpe e avevano sfruttato l’India in maniera crudele e spietato. Dall’altra parte, la loro presenza ha dato il suo contributo al sistema educativo, al sistema sanitario, alla rete ferroviaria, e tante altre cose dell’India. Comunque, sia nel bene che nel male, tutte queste cose erano fatte dagli inglesi di quel epoca, e gli inglesi di oggi, figli e nipoti e bisnipoti di colonialisti, i quali avevano amato e/o odiato l’India, sono persone diverse. Penso che bisogna guardare e ricordare la propria storia, ma non aggrapparsi ad essa, sopratutto non per odiare o per cercare vendette.
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Sono stato a Londra così tante volte che non me li ricordo tutte le visite, ma non ero mai stato a Covent Garden. Dovevamo andarci per la serata di cena ufficiale della riunione. Quando siamo partiti dall’hotel con l’autobus, pensavo di andare verso un giardino. Invece quando il nostro bus si è girato nella zona del centro, dove ero già stato molte volte, ho avuto un attimo di confusione. Covent Garden è un giardino solo in nome, in verità è la zona del mercato orti-frutticolo e pieno di negozi. Dopo ho pensato che forse Elisa Doolittle del celebre film My Fair Lady incontrava il suo professor Higgins proprio al mercato di Covent Garden, e dovevo ricordarmelo.
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Sono andato per una passeggiata lungo la Tamigi e mi sono perso. Penso di aver camminato per circa 8-10 km quel pomeriggio, e avevo le gambe che non mi reggevano più. Ho camminato per circa 4 ore senza sosta. Alla fine ero esausto, ma mi sembra di aver visto una Londra diversa, una città di nonni con i nipotini, una città di innamorati, una città di salutisti pieni di energia. Ho trovato le tombe della chiesa di All Saints, vecchie di 200-250 anni.
Non penso di volerlo rifare, ma era bello. E’ la stessa sensazione che avevo quando ho fatto le scale per andare a San Luca. Bello si, ma non vorrei rifarlo!
Domenica 11 mattina, vi è stato un grosso incendio al deposito di petrolio a circa 30 miglia da Londra, che ha creato una nube nera e densa larga 75 km. L’ho saputo solo lunedì mattina mentre tornavo a Bologna. Ma domenica sera, ero a Trafalgar Square e vedevo questo grosso nube nero dietro l’edificio dell’opera e mi dicevo che dava una particolare luce alla scena, molto bella e molto particolare.
Come turista che scatta le foto, posso pensare che la nube nera sia bella. Invece, se penso come cittadino o agricoltore che si preoccupa dei polveri acide che andranno ad impregnare tutto, non penso che vedrò la sua bellezza!
venerdì 2 dicembre 2005
Assassino di Gandhi
E' morto Gopal Godse. Aveva fatto 18 anni di carcere per aver cospirato all'assassinio di Mahatma Gandhi. Era suo fratello maggiore, Nathuram Godse, il quale aveva premuto il grilletto e fu impiccato.
Gopal Godse non si è pentito del suo gesto fino alla sua morte. "Se potrei, lo rifarei", diceva. Lo smembramento della sua "nazione", la creazione di Pakistan e l'accettazione dell'idea che musulmani non potevano vivere in una società multi religiosa come India, erano alcune questioni che lui non accettava. In un'intervista prima di morire disse, "Se amare il tuo paese è un peccato allora puoi dire che avevamo sbagliato. Il nostro sogno è di riunire la nostra grande nazione (India e Pakistan) anche se ormai vi vorranno delle generazioni che ciò avvenga." Secondo lui se Gandhi si sarebbe opposto allo smembramento dell'India, gli inglesi non l'avrebbe fatto. "Invece di opporre, lui acconsentì e accetto di dare 55 miliardi di rupie come "donazione" a quel nuovo paese delle serpi, il quale ha subito ci ha attaccato per ringraziarci! Se musulmani non potevano vivere in India e avevano bisogno di un loro paese, come mai oggi in India abbiamo più musulmani che in Pakistan?"
Il trauma dello smembramento del subcontinente indiano ha ancora oggi, dopo 58 anni, alcune ferite aperte che si risvegliano periodicamente. Si pensa che 1 milione di persone morirono in quei giorni e 20 milioni di persone avevano perso case e tutto quello che avevano per diventare dei rifugiati.
K. P. S. Gill, famoso capo della polizia indiana, ha scritto un bel articolo su Heartland, la rivista inglese di Limus, dove lui ripercorre le lotte per motivi religiosi in India e conclude che con il passare degli anni, il numero di questi disordini è in diminuzione. Spero che sia vero.
Comunque, anche oggi i sentimenti verso l'apostolo di pace, Mahatma Gandhi, venerato in tutto il mondo, sono spesso ambigui in India. Mentre tutti sembrano riconoscere il significato profondo del suo messaggio di "satyagraha" (la lotta per la verità) e "ahimsa" (non violenza), molti indiani lo ritengono corresponsabile della partizione dell'India e la perdita di tante vite umane, oltre a creare una nuova ferita al fianco dell'India dove si periodicamente scoppiano le guerre e i due paesi con milioni di poveri, spendono preziose risorse per costruire bombe atomiche.
Personalmente penso che nessun politico aveva pensato che la creazione di Pakistan avrebbe portato a tanto spargere di sangue e forse molti pensavano che era una cosa temporanea, niente di significativo. Penso che quando parlava Jinnah, il responsabile del partito lega musulmana, molti indiani non lo prendevano sul serio, un po' come succede qui quando Bossi parla della sua nazione del nord!
giovedì 1 dicembre 2005
Leggi incivili
La crescita esponenziale non lo possiamo pretendere per noi e poi lamentare che i paesi emergenti, Cina, India e Brasile in testa, stanno seguendo lo stesso sentiero e stanno rovinando l’ambiente!
Penso che “salvaguardia della legalità” delle leggi internazionali legate ai brevetti, ai copyright e ai diritti di proprietà intellettuale sono un modo crudele e spietato di salvaguardare le proprie ricchezze e i propri vantaggi, un po’ come le case dei ricchi in Brasile circondate da alte mura, filo spinato elettrizzato e guardie con le mitragliatrici. Ne anche Bush potrebbe insistere che queste leggi sono basate sui principi di uguaglianza, giustizia e equità. (Invece, se ci penso, lui si che potrebbe insistere, anzi direbbe che sono leggi divine, comandategli direttamente da Dio in persona!).
I governi coloniali varavano le leggi che consentivano schiavitù e il massimo sfruttamento delle colonie. Quando la metà del mondo è uscito fuori dal colonialismo, queste organizzazioni con le loro leggi erano già pronte. Se non si vuole che paesi più poveri usano tecnologie obsolete che inquinano molto di più, forse condivisione delle nuove tecnologie che inquinano meno dovrebbe essere obbligatorio e violazione delle leggi sui brevetti in questi casi dovrebbe essere la norma?
Un po’ come i farmaci contro l’AIDS.
Le leggi del mondo “civile” mi sembrano incivili se danno più peso al diritto di vendere e guadagnare piuttosto che al diritto di non morire per malattie che si possono curare facilmente.
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Oggi due foto da un recente viaggio a Quito in Ecuador – mi piace molto la foto dei compagni che prima del comizio politico fanno un po’ di musica per attirare il pubblico.
martedì 29 novembre 2005
E' arrivato l'inverno
Da bambino non avevamo mai visto la neve. Invidiavo mia mamma quando lei ci raccontava della neve nelle montagne di Simla. Ogni tanto quando il cottone dentro i "rajai" vecchi formava duri grumi, si chiamavano gli uomini per sfilarli. Loro venivano con un bastone al quale erano legati dei fili come delle giganti chitarre e strofinavano i fili tesi in mezzo al cottone, facendo volare fiocchi di cottone per la stanza. Allora immaginavo che la neve dovrebbe essere come quei fiocchi. Era divertente raccogliere tutti i fiocchi e metterli dentro i "rajai".
Durante l'inverno, da bambino le dita di miei piedi si gonfiavano come il pane nel forno. E diventavano rosse con un prurito infinito. Anche se oggi penso che non faceva molto freddo, avevo tanto freddo.
Forse per questo, ogni anno in India appena comincia fare un po' di freddo, iniziano ad arrivare le notizie dei poveri trovati morti lungo le strade.
Ricorderò per sempre il mio primo incontro con la neve. Ero all'ospedale di Vicenza ed era ottobre. Quando ho visto i fiocchi di neve venire giù, sono corso fuori per sentirli sulla pelle. Invece adesso, quando nevica, penso alla fatica di camminare sulle strade sporche e ghiacciate.
Settimana scorsa ero a Ginevra. Aveva nevicato, c'era tanto vento e faceva freddo. Per il viaggio di ritorno passai da Monaco, tutta coperta dalla neve. La campagna intorno all'aeroporto sembrava una torta matrimoniale glassata. Quando siamo arrivati a Bologna, l'aeroporto era chiuso per la neve e siamo finiti a Pisa. Si, ormai l'inverno è qui.
Oggi le due foto sono da questo viaggio.
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