sabato 10 luglio 2010
Innovazioni indiane
Dall'altra parte circa 600 milioni di indiani hanno accesso ai telefoni cellulari, ciò è, più di tutta la popolazione che vive in Europa occidentale e il loro numero è in continua espansione. Partendo da questa realtà, IBM India ha pensato a "internet a voce" tramite i cellulari. L'idea di base è quella di web2, ciò è, internet dove i contenuti sono creati dagli utenti, come Youtube e Facebook, ma invece di accedere all'internet tramite i computer, le persone possono anche telefonare e le loro voci entrano sia come messaggi vocali che come i normali messaggi scritti di internet. Così le persone possono accedere a questi messaggi tramite internet normale ma anche tramite i cellulari e invece di leggere e guardare l'internet, possono ascoltare l'internet.
Lo sperimento è iniziato in alcuni villaggi dello stato di Andhra Pradesh nel 2008 e ora si è nella seconda fase dello sperimento, in alcuni villaggi dello stato di Gujarat. Le persone dei villaggi hanno risposto a questa possibilità con grande entusiasmo.
All'inizio questa può sembrare una soluzione "inferiore" per rispondere ai bisogni di persone che non possono permettersi altro. Invece penso che queste soluzioni aprono nuove strade che possono svilupparsi in qualcosa di diverso, qualcosa che va oltre quello che esiste oggi.
Qualche tempo fa avevo letto un altro articolo riguardo una nuova fase di globalizzazione e di sviluppo. Mentre la prima fase di globalizzazione ragionava sulla strategia di "pensare globale e agire locale", questo articolo diceva che in futuro bisognerà cambiare la strategia. Le grandi rivoluzioni tecnologiche degli ultimi decenni partivano dall'occidente e poi si espandevano in tutto il mondo, ma in maniera molto limitata nei paesi meno sviluppati perché non erano adatte a quei contesti dove mancano le risorse. Le prossime rivoluzioni tecnologiche nasceranno nei contesti poveri e affollati dell'Asia e dell'Africa e si espanderanno in tutto il mondo, diceva questo articolo.
L'espansione della crescita nei paesi come India e Cina, basato sul modello di crescita occidentale, viene visto come l'inizio della catastrofe che porterà alla fine del mondo. Gli ottimisti dicono che paesi come India e Cina, troveranno nuovi modelli di sviluppo per trovare alternative più sostenibili.
Voi cosa ne pensate? Siete pronti a scommettere?
domenica 28 marzo 2010
Difficile resistere al consumismo!
Comunque, alla fine ero arrivato ad avere due cellulari, uno per il lavoro e l'altro personale. Così invece di dimenticare un telefono a casa, cercavo di dimenticarli tutti e due. In ogni caso, quasi nessuno sapeva il numero del mio cellulare personale (ne anche io me lo ricordo). Dall'altra parte, quelli che conoscevano il numero del mio cellulare di lavoro, avevano imparato da tempo che più delle volte non riuscivano a trovarmi con quello.
Invece alla fine ho ceduto al fascino dei cellulari. Ero in Vietnam, tornavamo alla città di Hue da una visita nei villaggi, quando il medico che ci accompagnava, ha tirato fuori il suo cellulare e me l'ha mostrato. Aveva due carte sim, email, mms, mp3, registratore, fotocamera, ecc. e in più si potevano vedere tutti i canali di TV vietnamita. "Vorrei anch'io un cellulare con due carte sim, così non dovrò girare con due cellulari, ma chissà quanto costerà una cosa così", ho sentito una piccola scintilla di invidia dentro di me.
Si è messo a ridere lui. "E' un cellulare cinese, costa poco."
"Quanto poco?"
Infatti restai sorpreso quando lui mi ha detto che costava intorno a 50 Euro. Tornati a Hanoi, sono andato in un grande negozio di telefoni in un moderno centro commerciale. La varietà di telefoni cellulari "made in china" era sbalorditiva. Alla fine ho scelto il modello V320 di K Touch e l'ho pagato, meno di 50 Euro. Ha tutte le cose che aveva il cellulare del medico di Hue.
Tornato in Italia, ho inserite le mie due sim card, funzionano benissimo. Va bene anche come piccolo TV portatile con i diversi canali analogici. Mi sento come un neo papà orgoglioso del suo pargoletto. L'ho già fatto vedere a tutti gli amici, i quali mi raccomandano di portare uno uguale anche per loro, la prossima volta che tornerò da quelle parti.
Fra qualche mese, sono sicuro che passerà questo amore per il nuovo cellulare e tornerò a dimenticarlo a casa, come succedeva spesso in passato. Ma se io fosse Nokia, Samsung o Motorola, comincerei a preoccuparmi seriamente. Sarà difficile competere con questo tipo di prodotti cinesi!
martedì 13 settembre 2005
Un mondo senza batteri?
Da bambino in India, io imparavo che ciascuno di noi è in questo mondo con un suo preciso scopo. In questo "ciascuno" rientravano tutti gli esseri, non soltanto noi, gli esseri umani.
Non devi uccidere gli altri esseri è il principio cardine dei Gianisti, una delle religioni indiane, dove i santoni gianisti vanno in giro con una stoffa per coprire il bocca perché ne anche per sbaglio vorrebbero commettere il peccato di uccidere gli insetti piccoli o gli esserini invisibili.
In India, è anche facile vedere le persone indù che spargono un po' di farina per terra, per dare da mangiare alle formiche, perché pensano che se Dio ha creato loro, ci deve essere un posto anche per loro negli equilibri del mondo.
Gli indù hanno milioni di dei, ciascuno di loro ha un suo animale e una sua pianta, per questo tutti gli animali e le piante del mondo sono sacre, e non dovrebbero essere tagliate o danneggiate o uccise inutilmente.
Tutte queste credenze sono viste come superstizioni o "vecchi modi di pensare" da persone che credono nella logica e razionalità. Invece, penso che questi sono modi rispettosi della natura e della diversità del pianeta.
Forse è per questo che quando vedo la pubblicità per tutti i prodotti per rendere la tua casa sterile, mi sento un po' disturbato. Che bisogno c'è per i detersivi antisettici o prodotti per pulire i pavimenti con proprietà antibatteriche? Perché non bastano più saponi normali per lavare le mani e bisogna avere lozioni potenti che rendono sterile tutto?
Mi chiedo se i batteri non sono necessari per l'equilibrio della natura? Se i bambini non verranno in contatto con i batteri normali della terra, come svilupperanno i loro sistemi immunitari? O smetteremo di portarli fuori dalla casa, nei parchi o sulle giostre perché il mondo è pieno di batteri e li faremmo crescere dentro globi sterili?
I batteri che vivono sulla nostra pelle, nelle nostre bocche e intestini, si sono sviluppati insieme a noi nei milioni di anni di evoluzione, vogliamo eliminarli senza capire quale ruolo svolgono per la nostra salute?
So che l'uso scorretto degli antibiotici è responsabile per lo sviluppo dei ceppi resistenti dei batteri. Vi sono dei batteri che ormai non rispondono a nessun antibiotico. In questa situazione, vendere questi detersivi che ammazzano i batteri non sono rischiosi per lo sviluppo di nuovi ceppi ultra-resistenti di batteri, questa volta davvero nocivi per la salute umana? O forse ormai, tutto viene deciso da venditori e interessi commerciali, i quali hanno più diritti di altri noi, esseri consumatori?
Credo che dobbiamo ribellare, rifiutando di comprare tutti questi prodotti che vantano di sostanze antibatteriche sempre più potenti.
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