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mercoledì 21 luglio 2010

Viaggio in Brasile 2010 – Diario

20 giugno 2010, ore 17,00, aeroporto di Brasilia

Sono partito da Bologna ieri mattina per Lisbona. Dovevo fermarmi a Lisbona per una notte. Questa volta il viaggio è con la linea aerea portoghese, TAP e hanno offerto la camera a Lisbona presso l’hotel Roma. Tra Bologna e Lisbona c’è 1 ora di fuso orario, e poi ci sono altre 4 ore di fuso orario tra Lisbona e Brasilia.

Ieri a Lisbona, ho preso il metro per il centro. Avevo sentito alla TV che era morto José Saramago, il famoso scrittore portoghese e premio nobel per la letteratura, per cui sono andato a visitare la sua camera ardente presso il vecchio municipio di Lisbona.

Jose Saramago - Lisbon

La fila delle persone per dare l’ultimo saluto a Saramago era lunga, ma mi ha fatto piacere vedere che anche le persone famose (non che li conoscevo ma penso che erano famose perché erano seguite dalle telecamere e rilasciavano interviste), aspettavano il loro turno nella fila come tutti gli altri. A parte il fatto che aveva su gli occhiali, Saramago sembrava che dormiva trquillamente.

Dopo, ho girato nel centro, e ho fatto la salita verso il cattedrale ma senza andare fino al castello. Fortunatamente, ho trovato il cattedrale aperto e così sono entrato a vederlo. In passato, l’avevo sempre visto solo da fuori.

Cathedral - Lisbon

In una piazza del centro, in Largo Rossio, c’era un grande schermo e vi erano tante persone a guardare la partita tra il Camerun e la Danimarca. Quando Camerun ha segnato un goal, tutti gli africani presenti nella piazza hanno gridato la loro gioia. Comunque, non mi sono fermato li per molto tempo e quando ho sentito che quella partita l’aveva vinto la Danimarca, ho pensato a quella piazza e mi è dispiaciuto per tutte quelle persone che tifavano per il Camerun.

Rossio square - Lisbon

In altro angolo di Piazza Rossio, hanno il memoriale per le vittime dell’olocausto e sul muro avevano scritte contro il razzismo. Quando ho voluto fare una foto di quel muro, qualche persona da un gruppo seduto lì vicino è venuto (dal loro modo di parlare penso che erano probabilmente di origine nord africana) a protestare perché non volevano essere fotografati. Non volevo discutere con loro ma non penso che persone che si siedono vicino ai monumenti famosi, possono protestare perché i turisti vogliono fotografare i monumenti!

Rossio square - Lisbon

Stamattina mi sono svegliato presto e alle 07,30 ero già in aeroporto di Lisbona perché dovevo fare il check-in per Brasilia. All’aeroporto c’era tanta confusione, con molte persone affollate in uno spazio piccolo. Ci ho messo tantissimo per fare il check-in e dopo circa 3 ore ed i vari controlli, sono arrivato a salire sul pullman per andare all’aereo giusto in tempo. Invece l’aereo non era pronto, forse perché era arrivato in ritardo da qualche altra parte, così siamo rimasti in pullman per più di mezz’ora. Finalmente quando siamo saliti in aereo, ero già stanco e mi sono addormentato quasi subito.

Il viaggio di 9 ore è stato comodo e ho guardato diversi film sul monitor personale – The Ghost Writer di Roman Polanski, Temple Grandin riguardo una ragazza autistica, Valentine Day e una parte di Shutter Island di Martin Scorzese. Il film che mi è piaciuto di più è stato Temple Grandin.

Quando siamo scesi dall’aereo a Brasilia, la temperatura sembrava ideale. Devo aspettare qui all’aeroporto per circa 6 ore per il mio volo, così ho pensato di venire su al secondo piano, dove vi sono i ristoranti e ho trovato un tavolo vicino ad una presa elettrica. Il sole sta per tramontare. Ogni ristorante ha un suo televisore acceso e da tutte le parti i tifosi brasiliani stanno urlando perché c’è una partita della coppa mondiale dove sta vincendo il Brasile.

Brazil - Brasilia airport

22 giugno 2010, ore 06,10 Porto Nacional

Ieri, tutto il giorno ero negli uffici di Comsaude, un’associazione fondata dal dott. Eduardo Manzano insieme alla sua moglie, Heloisa, entrambi mossi dal desiderio di stimolare un cambiamento sociale e promuovere le lotte delle persone più povere per il diritto di vivere con dignità. Oramai, Eduardo e Heloisa, hanno la loro età e si sono ritirati da una presenza attiva nell’associazione.

Comsaude ha la sede in una stradina accanto alla cattedrale, di fronte al lago Tocantins, formatosi dopo la costruzione della diga Tucurì sul fiume Tocantins, più al nord nello stato di Parà, dove il fiume sfocia all’oceano Atlantico vicino alla città di Belem. In questa stradina, diversi edifici appartengono a Comsaude.

La casa dove ha la sede la Comsaude, era un vecchio collegio delle suore, ed è stato donato al dott. Manzano. E’ molto bella. Ieri sull’albero nel cortile di questa avevo visto una grossa iguana.

Brazil - Iguana

Giuseppe che lavora qui al progetto, è una mia vecchia conoscenza. L’avevo incontrato per la prima volta in Guinea Bissau più di 20 anni fa. Così abbiamo parlato di tanti momenti e di tante persone del nostro passato, ricordando gli amici comuni che non ci sono più.

26 giugno 2010, ore 06,30

Oggi pomeriggio partirò per Goiania.

La permanenza qui a Porto Nacional è stata bella anche se sono contento all’idea di andare via. E’ una piccola cittadina con circa 50.000 persone e un bel lago formatosi quando hanno costruito la diga sul fiume Tocantins. Non fa ancora molto caldo, e con una brezza si sta proprio bene, ma dicono che fra qualche settimana arriverà il caldo, afoso e insopportabile.

Brazil - Lake Tocantins

Ieri c’era la partita di calcio della Coppa del Mondo, tra Brasile e Portogallo. Tutta la città si è chiusa. Alla mattina presto ero andato a parlare con l’infermiera che segue il programma lebbra-tbc, e poi non era possibile avere altri appuntamenti perché tutti erano occupati a guardare la partita. Sembra che vi sia un’ordine governativo per cui anche gli uffici pubblici devono chiudersi quando gioca il Brasile.

Mentre camminavo verso l’hotel, le strade erano deserte. In quella partita, nessun gol è stato segnato, per cui non ho sentito nessun boato o il richiamo delle trombe, come era successo all’aeroporto di Brasilia.

Ieri pomeriggio ho visto un gruppo di piccole scimmie. Saltavano continuamente e non stavano mai fermi, per cui era difficile fotografarli. Ero andato al centro sanitario per incontrare il personale, e mentre aspettavo che tutti arrivassero, ho visto una scimmia. Una delle infermiere, quando ha visto il mio interesse, ha portato una banana e l’ha messo sul muretto. Dopo 5 minuti, erano arrivate tante altre scimmie. E’ stato bello vederli. Ho sentito che a Goiania c’è uno zoo. Mi piacerebbe andarci per vedere gli animali brasiliani.

Brazil - Small monkeys - Mico Estrella

Ho riscoperto i ristoranti al kilo qui a Porto Nacional. Si può prendere quello che uno vuole da un buffet e poi si paga secondo il peso del piatto. Chissà perché non si usa questo sistema nei ristoranti negli altri paesi? Invece a me, questo sistema di mangiare piace molto. Inoltre, mi piacciano tutti i vari succhi di frutta che si possono trovare in Brasile, da Cupuaçu, a Maracuja, Acerola e Caja.

28 giugno 2010, ore 19,00 Goiania

Oggi pomeriggio c’era la partita della coppa del mondo dove giocava il Brasile, ma non mi interessava e mi ero addormentato. Poi mi sono svegliato, quando ho sentito il grande boato fuori sulle strade con tutta la gente che gridava e urlava, suonavano le trombe, scoppiavano i petardi e le rare macchine sulla strada premevano sui clacson. Ho capito subito che la squadra brasiliana aveva segnato un gol. Potevo sentire tutto il baccano dall’ottavo piano del mio hotel, per cui la sotto il rumore doveva essere davvero forte. Più tardi sono uscito per fare una passeggiata e in un bar dove si sentiva la musica forte, tante persone giovani, tutte con la maglietta del Brasile, ballavano e facevano un baccano incredibile, ovviamente per celebrare la vittoria brasiliana.

Deolinda mi aveva già mandato il preavviso che lunedì vi sarà la partita per cui gli uffici saranno chiusi e non possiamo fare niente. Invece ci è andata meglio perché la partita era in pomeriggio e così abbiamo lavorato stamattina.

Non mi aspettavo di vedere Goiania così grande e piena di grattacieli. Siamo in una zona ricca della città, circondati da residence di lusso e gli uffici delle multinazionali.

Ieri mattina sono andato con Deo alla colonia Santa Marta, dove ho comprato un quadro di Tadeus, una persona che vive lì nella colonia e fa dei quadri bellissimi.

Brazil - Tadeu in Santa Marta

Poi siamo andati a mangiare in una churrascheria, ma questa volta sapevo gestirmi molto meglio e ho rifiutato la maggior parte della carne che ci portavano. Negli altri anni, finivo sempre per mangiare troppa carne e dopo mi veniva una nausea all’odore della carne. Deo raccontava che quando era andata in quel ristorante l’ultima volta, facevano l’ultima puntata di una telenovela ambientata in India e tutti, clienti e camerieri erano incollati alle TV perché non volevano perdere una parola.

Quando ho sentito che Goias ha uno zoo e che non è molto lontano dal nostro hotel, dopo il pranzo alla churrascheria, ho chiesto subito Deo di accompagnarmi la, pensavo di tornare a hotel a piedi. Invece l’abbiamo trovato chiuso per la rinnovazione. Mi dispiace, pensavo di vedere tanti animali e uccelli brasiliani, soprattutto quelli dall’Amazzonia.

Comunque Deo ha tanta paura di essere attaccata o rapita e continua essere preoccupata quando le parlo di andare in giro a piedi. Posso capire la sua paura. Avevano sparato a suo figlio in testa per rapire la sua macchina, anche se poi lui è riuscito a sopravvivere e ne è uscito fuori senza danni gravi.

Sono rimasto un po’ sorpreso dai prezzi delle cose nei supermercati. Cose banali come i succhi di frutta o le patatine costano più di quanto costano a Bologna. Non so se è perché siamo in questa zona dei ricchi o se i prezzi sono veramente questi (o forse tutto dipende da un Euro debole). Alcuni anni fa, durante la mia ultima visita in Bahia, avevo comprato alcune camice che mi piacevano molto e avevo pagato molto poco per quelle. Invece, questa volta ho guardato qualche negozio in giro, e a parte che non ho trovato quelli che cercavo, ma i prezzi sembrano incredibili. Forse è meglio che aspetto di andare in qualche paese dell’Asia per comprarli!

Ieri sera sono andato a un giardino vicino all’hotel – si chiama, Bosque dos Buritis. Buritis sembrano una specie di palma. E’ un bel giardino con dentro una piccola foresta protetta e un lago. Hanno una scultura di una clessidra, non molto bella, come monumento della pace. Nella luce della sera, le riflessioni dei grattacieli nelle acque del lago erano bellissime.

Brazil - Goiania Bosque dos Buritis

5 luglio 2010, Salvador de Bahia, ore 06,40

Oramai i giorni in Brasile sono quasi alla fine, dopo domani ripartirò per Italia. La riunione di Goiania è stata molto intensiva e non c’era tempo per fare altro. Ma, ero libero sabato 3 luglio mattina e così ho preso una mappa della Goiania e sono uscito per fare un giro a piedi. Sono andato da Piazza Tamadaré al Bosque dos Buritis, poi verso la piazza Civica e la cattedrale, e alla fine, sono tornato in dietro per visitare il museo di arte contemporanea dentro il Bosque dos Buritis. Ho camminato per circa 3 ore e a parte un disguido all’inizio, quando ho preso una strada sbagliata che mi ha fatto perdere circa mezz’ora, la passeggiata è andata benissimo.

Brazil - Tre rocas Goiania

Mi è piaciuto molto un muro davanti al centro municipale Texeira, coperto interamente di piastrelle che raccontavano la storia del vecchio Goias e della Goiania. Al museo d’arte non c’era molto da vedere a parte la mostra di quadri di un artista che si chiama Sanatan, che dipinge la natura, gli animali e gli uccelli. Insieme ai suoi quadri, aveva fatto anche un’installazione dove si era vestito come un guru indiano e la ragazza del museo mi ha spiegato che a mezzo giorno, quando il sole arriva nella posizione giusta, tutto si illumina in una maniera meravigliosa.

Brazil - History wall Goiania

Domenica 4 luglio, io e Deo siamo partiti per Salvador de Bahia, ma abbiamo passato la giornata quasi interamente in aereo perché da Goiania prima siamo andati a San Paolo e poi abbiamo preso un secondo volo per Salvador. Eliana con il marito Andre, era all’aeroporto per riceverci.

Ieri avevamo una riunione al Ministero della Sanità, ma siamo arrivati un po’ in anticipo e così siamo andati a sederci fuori, ma ha iniziato a piovere. Per fortuna la pioggia è durata poco. Dopo la riunione con il dipartimento di Salute Mentale, siamo andati a trovare Sonia Marisa al dipartimento della lebbra, con la quale avevo lavorato alcuni anni fa. Dopo Marisa ci ha portato in ristorante davanti il mare dove si mangia la cucina bahiana con Vatape, Maqueca, Farafà, ecc.

Dopo il pranzo, Marisa ci ha lasciati al parco di Digue de Torrero e abbiamo fatto una bella passeggiata ammirando le statue degli Orisha. Poi, volevamo andare al Pelorinho e Deo ha chiesto indicazioni ad una signora, il quale ci ha suggerito di camminare con lei fino alla piazza della Piedade e poi prendere un taxi. E’ stata molto bella questa passeggiata che ci portato alla stazione metro di Lapa (ma la metrò non c’è, è in costruzione da circa 15 anni) e poi alla piazza. Abbiamo girato nella piazza e poi siamo andati al Pelorinho.

Brazil - Digue de Torrero

Da Pelorinho, abbiamo preso l’ascensore per andare al mercato modelo. Il cielo con la luce del tramonto e le nuvole era bellissimo. Ho comprato alcune magliette al mercato modelo, che era il vecchio mercato degli schiavi portati dall’Africa. Oramai eravamo stanchi e abbiamo preso un taxi.

Brazil - Pelorinho

Brazil - Pelorinho evening

Il tassista, signor Alberto, era un bahaiano doc, ha parlato senza smettere mai, spesso guardava dietro per spiegare e guidava con molta calma. All’inizio il traffico era terribile e siamo rimasti bloccati per più di mezz’ora ma dopo tutto è andato liscio. Comunque, mi ha sorpreso che nessuno suonava clacson o mostrava segni di nervosismo mentre eravamo bloccati per più di mezz’ora. In India, le macchine ferme così sono molto più nervose e rumorose.

Oggi abbiamo un altro incontro con il dott. Iordan nel dipartimento della salute mentale.

6 luglio 2010 Salvador, ore 18,00

La giornata era piena di lavoro. Abbiamo visitato diverse strutture di salute mentale compreso l’ospedale-carcere psichiatrico. Nel cortile del padiglione femminile, ho visto due passerotti che mi hanno fatto pensare al film Bandini di Bimal Roy, dove le prigioniere donne guardano i passerotti e cantano una canzone.

Durante il viaggio di ritorno dal carcere, c’era Tania una psicologa che parlava con Deolinda e anche se non stavo ad ascoltarle con attenzione, mi rendevo conto che riuscivo a seguire il senso della loro discussione senza grosso sforzo. Penso che questo vuol dire che la mia comprensione del brasiliano è migliorata in questi giorni. Per la maggior parte delle discussioni, mi sono arrangiato da solo e soltanto alcune volte ho dovuto chiedere l’aiuto di Deolinda per tradurre per me.

Domani pomeriggio devo partire per Italia. Domani mattina, se il tempo è bello, pensiamo di fare una breve visita allo zoo di Salvador.

Ora che sono alla fine non vedo l’ora di essere a casa.

Brasile mi piace molto e mi piacciono molto i brasiliani, e anche durante questa visita ho conosciuto diverse persone molto interessanti. Per me il momento più bello di questa visita era la passeggiata con la signora brasiliana, dal parco di Digue de Torrero fino alla Piazza della Piedade.

Brazil - Bahia - bay of todos santos

venerdì 10 luglio 2009

“Potere morbido”: La telenovela Indo-Brasiliana “Caminho das Indias”


E’ da un po’ che ho sentito parlare di questa nuova telenovela brasiliana “Caminho das India” (Cammino dell’India) sul canale Globo che è tra i programmi più popolari in Brasile. Gli amici brasiliani all’improvviso si dimostravano molto consapevoli delle questioni più svariate legate all’India - dalla moda indiana alle caste, e poi usavano qualche frase in Hindi come “Theek hai” (va bene). Un amico indiano che era andato in Brasile ha raccontato che un benzinaio, quando ha saputo che era indiano, gli ha chiesto se era un bramino o era un dalit! Poi mi hanno raccontato di un nuovo locale di Salvador, tutto ambientato sul tema India.



Così ho guardato qualche episodio della telenovela sul Youtube. La storia riguarda un ragazzo dalit (ragazzo delle cosidette “caste basse”), che si chiama Bahuan, fa l’ingeniere informatico ed è innamorato di una ragazza Maya che appartiene ad una famiglia di alta casta, e la storia passa da Jaipur a Dubai fino al Brasile. Tutti gli attori sono brasiliani e come molte telenovelas indiane, è piena di colpi di scena, complicate storie di amori, impossibili, intrighi e tradimenti.

Quando ho visto questi episodi della telenovela, ho pensato che da una parte questa riprende tutte le questioni cliché del mondo di Bollywood, ma li tratta in maniera più libera e fantasiosa. Per esempio, il ragazzo dalit non è presentato come un povero oppresso ma è un ingeniere informatico ed è interpretato da un attore di carnagione chiara.

Il mondo di Bollywood, tocca più spesso la questione delle diversità religiose e di solito ignora la questione delle caste. I film più realistici che affrontano la questione delle caste, parlano di ingiustizie, povertà e emarginazione, ma questi sono i film per i festival del cinema e non hanno i colori sgargianti di Bollywood.

Penso che dal punto di vista sociologico e antropologico, vi sarebbe molto da analizzare e riflettere su come l’India viene rappresentata all’estero a partire da Salgari fino alle telenovele brasiliane, per costruire la rappresentazione di quello che Edward Said chiamava “l’Orientalismo”.

Comunque, la cultura è una parte integrante della globalizzazione ed è strettamente legata all’immagine e al commercio. Se gli Stati Uniti hanno costruito questo suo “potere morbido” (“soft power” – per contrappore il termine al Hard Power, ciò è, il potere delle armi) sulla base di McDonald, KFC, Hollywood e Michael Jackson, Italia l’ha fatto sulla base dei vini, dei prodotti alimentari come gli spaghetti e la pizza, della moda e della creatività. Con la crescita economica degli ultimi anni, anche i paesi come Brasile, Messico, Nigeria, India e Cina, cercano di sostituire le loro immagini passate con le nuove immagini più vendibili. Così India cerca di sostituire la sua immagine della povertà e della fame con quello degli ingenieri informatici e del mondo colorato e felice di Bollywood.

Per quanto riguarda l’immagine italiana in India, oggi Sonia Gandhi è lo strumento più potente che costruisce un’immagine di Italia come un paese delle persone buone, oneste e sincere. Lei aveva già l’immagine di una persona riservata e semplice, pronta a sostenere la suocera (Indira Gandhi) e il marito (Rajeev Gandhi). Durante le elezioni del 2004, quando lei è riuscita a superare tutti gli attacchi contro il suo “essere straniera” e poteva scegliere di diventare il primo ministro dell’India, la sua rinnuncia volontaria, ha costruito una sua immagine ancora più forte. Ormai, lei non ha bisogno di nessun ruolo politico in India, si è già assicurata il posto della “madre saggia e buona” nell’immaginario popolare indiano.

Il mese scorso quando ero in India, più di una volta, vi erano delle vignette legate agli scandali di Berlusconi sulle prime pagine dei giornali indiani, ma quando parlavo con le persone e dicevo che vivo in Italia, nessuno ha mai nominato Berlusconi, invece quasi tutti subito parlavano di Sonia Gandhi.

In Italia, la costruzione dell’immagine dell’India nel ultimo secolo è stata fortemente legata ai libri di Emilio Salgari e ai film basati sulle sue storie. Questa immagine è più vicina al stereotipo dell’oriente misterioso ed esotico con gli elementi come i serpenti, i thugs, i pirati, la giungla, ecc. Mahatma Gandhi, yoga, ayurveda, religioni orientali erano altri elementi dell’immagine storica dell’India in Italia. Ultimamente, il Bollywood, lo sviluppo dell’informatica e la crescita economica dell’India hanno allargato questa immagine introducendo nuovi elementi.

Così quando la TV presenta film di Bollywood come il ciclo “Amori con turbanti” si rinforza questa creazione dell’immagine. Ancora l’MTV italiana non presenta la classifica dei top ten della musica indiana ma forse un giorno arriverà anche quella? Non perché i responsabili di MTV avranno capito il valore di arricchire e diversificare la proposta culturale, ma solo perché avrà consumatori e potrà migliorare l’audience.

lunedì 28 luglio 2008

Salute dei Cubani

Nel suo saggio, “Cultura e Sviluppo” (Sotto Sopra – la globalizzazione vista dal sud del mondo, curato da Marco Zupi, ed. Laterza, 2004), l’economista indiano Amartaya Sen dice, “La crescita del benessere e la conquista della libertà che perseguiamo con lo sviluppo non possono non includere un arricchimento della vita umana tramite la letteratura, la musica, le arti e altre forme di espressione e di consuetudini culturali che abbiamo motivo di tenere in gran conto.

Quando ho letto questo, qualcosa si è scattato dentro di me. Finalmente avevo una risposta, magari parziale ad un mistero che mi aveva tormentato da molti anni.

Era proprio Amartaya Sen che aveva posto le basi di quel mistero. All’assemblea generale dell’Organizzazione Mondiale della Salute (OMS) dove Sen era l’ospite d’onore, lui aveva parlato delle diseguaglianze della salute tra i paesi e all’interno dei singoli paesi. Salute e il prodotto interno lordo pro capite sono collegate, ma questo non è sufficiente per spiegare le differenze nello stato di salute dei popoli, aveva detto, e aveva parlato di Cuba. Anche se l’America ha un PIL 10 volte più alto, per quanto riguarda gli indicatori basilari della salute come l’aspettativa media della vita o la mortalità infantile, è più o meno allo stesso livello di Cuba.

Poi, avevo avuto l’occasione di approfondire meglio il tema delle diseguaglianze della salute. In fatti, l’ultimo rapporto dell’Osservatorio Italiano sulla salute Globale (A Caro Prezzo, OISG, ed. ETS, 2006) per quale avevo contribuito qualche articolo, era centrato tutto sulle diseguaglianze della salute. Le scelte del governo cubano di privilegiare i servizi di salute comunitaria, la garanzia dell’accesso universale ai servizi sanitari di base, buon livello di educazione primaria, ecc. sono fattori che spiegano il perché dei buoni risultati raggiunti dalla Cuba in questo senso.

Tra le persone che si occupano dei temi legati alla salute globale, più di una volta si è discusso della cecità degli esperti internazionali verso questi risultati cubani, quando si parla delle strategie per migliorare lo stato della salute dei popoli.

Poi, qualche anno fa in una riunione ragionale tenutasi in Nicaragua, ho avuto l’opportunità di interagire con un gruppi di medici cubani. Pensavo di sentire una immediata simpatia verso loro invece dopo qualche dibattito ho iniziato a cercare di evitarli. Era lo stesso con il gruppo che rappresentava la Venezuela. Mi sembravano paranoici, insistevano a usare parole come proletariato, rivoluzione, imperialismo, ecc. come formule retoriche, ogni tanto tiravano fuori riferimenti alla nobilità e grandezza dei loro leader massimi (Castro e Chavez) e sembravano incapaci di ragionare in maniera libera su qualunque tema senza ricorrere a queste parole.

Forse non mi conoscevano abbastanza. Forse non si fidavano di me. Forse perché era una riunione dell’OMS ed erano presenti i rappresentanti governativi. Non so il motivo. Comunque ne ero rimasto male. Non lo volevo ammettere ma dentro di me sentivo un disagio invece della simpatia.

Così quando ho letto le parole di Sen, “Avere un alto prodotto interno lordo (PIL) pro capite ma poca musica, poca arte, poca letteratura e così via, non sarebbe un indice di grande successo dello sviluppo”, qualcosa si è scattato dentro di me. Era questa sensazione della loro non libertà, di dover esprimersi con certe parole, che mi aveva creato il disagio, anche se sentivo e tutt’ora sento, ammirazione per i risultati raggiunti dai loro programmi sanitari.

Yaoni Sànchez, una cubana che descrive la vita quotidiana in Cuba nel suo blog Generación Y, è una delle persone che esprimono questo disagio.

Ma allora è giusto guardare soltanto gli indicatori della salute e dell’educazione senza pensare alle libertà individuali? Se guardiamo il numero dei paesi con dittatori feroci che limitano le libertà individuali e che hanno pessimi indicatori della salute e dell’educazione, l’esempio di Cuba comunque resta importante.

Questo ha fatto nascere un’altra domanda dentro di me. I risultati raggiunti da Cuba, i loro sistemi di sanità comunitaria e educazione primaria, sono possibili in un macro sistema che non è basato sulla censura e sul controllo di quello che le persone pensano e esprimono? Forse si, perché oltre a Cuba, anche lo stato di Kerala in India con un PIL pro capite dei paesi poveri, vanta di indicatori basilari relativi alla salute e all’educazione pari ai paesi sviluppati.

domenica 21 agosto 2005

Indiana Jones in Bolivia

Era il 1991 ed eravamo in Boliva, io e Piergiorgio Trevisan per visitare il programma lebbra.

Padre Filippo Clementi era ad aspettarci all'aeroporto di La Paz al nostro arrivo. Padre Clementi era originario di Trento e seguiva il programma lebbra in Bolivia. Il dott. Alvarez, responsabile del programma lebbra per il governo boliviano collaborava con padre Clementi.

Quel viaggio è stato indimenticabile, perché mi aveva fatto sentire un po' come l'Indiana Jones alla ricerca dell'Arca perduta.

Dalla capitale La Paz eravamo andati alla città di Trinidad e poi avevamo preso un piccolo aereo per andare in un piccolo villaggio non molto lontano. Arrivati nel villaggio in pomeriggio, quella notte avevamo dormito in una casa che non avevano ancora finito di costruire. Era senza luce, e senza porte e finestre. Durante la notte, giravano galline e maiali tra i letti, e per completare il quadro, vi erano anche le formiche rosse famose per i loro morsi dolorosi.

Nonostante tutto il baccano che facevano le galline e i maiali, Piergiorgio aveva dovuto fischiare per farmi smettere di russare! Probabilmente ero molto stanco, ma ero famoso per la mia capacità di dormire ovunque e di russare allegramente.

Quando era arrivato il momento di partire da quel villaggio, pioveva forte e nel campo usato come l'aeroporto, correvano le pecore e i cani. Un piccolo ragazzo, bagnato fradicio era venuto per incassare "la tassa aeroportuale".

L'aereo che dovevamo prendere era ancora più piccolo di quello che ci aveva portati.  Aveva solo due posti - uno per il pilota e l'altro per Piergiorgio. Ho trovato uno sgabello, l'ho piazzato dietro il sedile di Piergiorgio e mi sono aggrappato allo schienale di quella sedia. Dott. Alvarez era seduto su altro sgabello dietro al pilota.

Al primo tentativo, l'aereo non era riuscito ad alzarsi, il pilota ha frenato all'ultimo minuto e ci siamo fermati pericolosamente vicino ad un gruppo di alberi. Sono caduto giù dallo sgabello e pilota ha virato l'aereo per ritentare. Avevo nausea dalla paura, ero sicuro che saremmo morti tutti. Invece al secondo tentativo, ci è andata bene, l'aereo è riuscito a superare le chiome degli alberi per qualche metro.

Durante questo stesso viaggio, eravamo andati a Santa Cruz con padre Filippo. Un giorno, lui ci ha portato in una barca ad una vecchia colonia della lebbra situata su un'isola in mezzo al fiume Madeira. Avevo già visto quel fiume dalla parte Brasiliana.

Il nostro viaggio di andata alla colonia è andato bene ma al ritorno, era sera ed era buio. Invece, la luce della nostra barca aveva avuto un guasto e viaggiavamo al buio. Il fiume aveva una corrente fortissima e ogni tanto passavano grossi tronchi degli alberi, che il nostro barcaiolo cercava di evitare, anche se non riusciva a vederli bene. Padre Filippo ci ha detto di stare attenti perché vi erano dei coccodrilli nei dintorni e nell'acqua c'erano i pesci piranha. Fu uno dei viaggi più lunghi che ho mai fatto, con il cuore che palpitava dalla paura.


Viaggi avventurosi possono essere spiacevoli fin che durano ma una volta finiti, diventano belle storie da raccontare durante le cene tra amici.

Anch'io ho raccontato le storie di questo viaggio molte volte agli amici, ma non sono più tornato in Bolivia per visitare il programma lebbra.

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