venerdì 8 luglio 2005

Le bombe a Londra

Nella foto, l'uscita laterale della stazione di Liverpol street il 5 luglio sera, dove quella sera si doveva tenere un concerto.

E' tanto che a Londra si parlava di rischio bombe. Da diversi anni, vi sono annunci continui sia nelle stazioni di metro che negli aeroporti di non lasciare il bagaglio incustodito. L'avevamo sperimentato circa un anno fa quando ero a Londra con Giovanni e ad una stazione di metro avevamo sbagliato il binario. Quando ne siamo accorti, siamo andati al altro binario, ma Giovanni aveva dimenticato la sua borsa sul priko binario. E' stata una questione di 5 minuti, ma quando siamo arrivati, c'era già un agente di polizia che guardava con sospetto la borsa.

In fatti, Londra sembra piena di controlli. Entri in autobus e devi far vedere il tuo biglietto al conducente. Negli autobus, vi sono frequenti controlli dei controllori. Per salire sul metro, per accedere ai binari, vi sono barriere e devi passare il tuo biglietto per entrare, vi sono altre barriere per uscire e alla fine vi sono controllori anche sui metro. Se sei abituato in Italia che devi comprare il tuo biglietto e devi timbrarlo da solo o puoi entrare in una stazione ferroviara e salire su un treno senza che qualcuno ti chiede se hai un biglietto, tutti questi controlli sembrano eccessivi.

Comunque, ne anche questi controlli sono riusciti a fermare la mano dei terroristi. Per fortuna, ero rientrato 24 ore prima da Londra anche se avevo fatto proprio quel tragitto scelto dai terroristi per piazzare le bombe - Edgeware road, King's cross e Liverpool street. Guardare le immagini delle persone che camminavano dentro i tunnel pieni di fumo era la cosa più terribile per me. Penso che tutte le volte che salirò nella metropolitana di Londra, avrò un po' di paura anche se non vi sono molte altre scelte se uno vuole andare da qualche parte a Londra.

giovedì 7 luglio 2005

Bangladesh a Londra

Londra era piovosa e fredda. Non sembrava di essere in luglio ma in autunno. Questa volta dopo la riunione, sono andato a cercare una nuova zona da vedere - la famosa Brick Lane, della parlano tutti i libri turistici di Londra. La chiamano "piccola Bangladesh" nel cuore di Londra. Si tratta di una di quelle zone dove i poveri emigrati si trovano tutti insieme. La differenza è che la valorizzazione nei libri turistici ha cambiato completamente come la gente guarda la questione. In fatti, tutti i restoranti sono stati rinnovati e c'è meno degrado di quanto si aspetterebbe da simili zone. Invece giroano turisti come me con le macchine fotografiche per scattare foto e cercare restoranti e negozi tipici.

Tornare a Bologna, mi consola che abbiamo ancora l'estate anche se le temperature si sono abbassate e non fa più quel caldo opprimente della settimana scorsa. Alla sera sono andato a ascoltare Antonella Ruggeiro al centro Lame. Mi piace molto e ieri sera era bravissima con tante canzoni latino americane.


Brick Lane, Londra
Antonella Ruggeiro al centro Lame ieri sera

sabato 2 luglio 2005

Sindrome del chiodo piegato

E' l'articolo in Venerdì, il supplemento di Repubblica che ha fatto scoppiare la storia.

E' Treviso, la capitale italiana delle persone affette dal sindrome della frattura del pene, detta anche il sindrome del chiodo piegato. E ora tutti ne parlano nelle forum di discussione. Sicuramente in un prossmo film vi sarà la battuta sulla malattia. Colpisce maggiormente gli uomini tra i 40 e i 60 anni, sopratutto quelli che prendono viagra e succede di più, quando le sfortunate vittime si trovano fuori casa, magari in un albergo, con un'amante.

Non succede a casa con le moglie perché a casa gli uomini tendono ad essere più tradizionalisti. E' fuori che gli uomini vogliono fare bella figura e tentono le posizioni impossibili di Kamasutra, spiega il medico che ha più esperienza in questo settore.

Fa sorridere la storia ma a pensarci bene, se ti succede, non puoi ne anche lamentarti dei dolori o per la fatica di portare il gesso con il caldo che fa. Come fai a raccontarlo agli altri se non vuoi essere trattato da una barzelletta?

Penso che delle volte inventono queste storie per dare un nuovo argomento di stuzzicante discussione a quanti si trovano al mare per le vacanze. Comunque ci vuole grande fantasia per inventare una cosa del genere. Per un po' molti ne parleranno, ma poi arriverà un'altra storia piccante per stimolare la fantasia.


Questa foto è dal film, "Shame is not mine" (Vergona non è mia) di Arun Chadha

giovedì 30 giugno 2005

Il viaggio delle parole

Sto leggendo il libro Quarantine di Jim Grace. Era in lista per il premio Booker nel 1997. Ha un modo di scrivere meraviglioso. Sembra di sentire sassolini piatti che saltono sulla superficie dell'acqua, leggeri come piume, senza fare uno splash.

Leggo le parole a voce alta, aprendo bene la mia bocca in una 'o' esagerata, articolando ogni sillaba. Posso quasi vedere le parole che si alzano dalla superficie dei miei polmoni, acquistando velocità quando giungono le corde vocali e poi si lanciano all'improvviso come i bambini birichini, facendo vibrare le corde vocali come una diapson.

Escono dalla bocca e si dispiegano le ali come gabbiani per galleggiare sulla superficiae delle correnti, scontrando con le altre parole che partono da tante altre bocche, da quella copia che litiga, da quel ragazzo che fischia, da quella ragazza che tossisce ... e poi, pian piano si fermano vicino ad un filo d'erba, faccendolo vibrare come una diapson.


La statua di Winston Chrchill davanti al Westminster abbey a Londra e due poliziotti londinesi. Amo fotografare i poliziotti, i militari. Una delle mie foto prferite aveva un ragazzo militare cinese che guardava i pesci nell'acqua da un ponte. L'avevo scattato vicino a piazza Tianamen, pochi giorni prima che la protesta studentesca fosse repressa brutalmente dal governo cinese.

mercoledì 29 giugno 2005

Danze Africane

L'altro ieri sera sono andato al parco della villa Angeletti per vedere le danze dell'Africa occidentale, nell'ambito delle iniziative per "Bologna Estate 2005". Dovevano cominciare alle 21,30. Hanno invece iniziato verso le 22,40, quando ormai ero già stanco di aspettare.

In un piccolo spazio, vi sono diverse iniziative. Oltre al palcoscenico dove si è esibito il gruppo con le danze africane, c'è uno schermo dove quella sera si proiettava Casablanca, e vi sono due bar, uno dei quali aveva un dj molto attivo con la musica a tutto volume. Infatti, non riuscivi a sentire una parola di Casablanca.

Le danze africane sono state seguite da un gruppo di ragazze italiane insieme al loro maestro, un ragazzo di Guinea Konkry, mentre suona i tamburi un piccolo gruppo di ragazzi italiani. Il livello della danza era medio-basso, quasi come una buona recita scolastica. Mi sono ricordato delle danze del gruppo Footprint International venuto dal Ghana per AIFO in gennaio. Erano bravissimi.

Oggi torno al lavoro e il solito tram tram si ricomincia. Comunque, ho ancora molti giorni di ferie da fare. E sono contento perché in questi giorni sono riuscito a trasferire tutti i miei blog sulle nuove pagine tramite Blogger.com. Così i miei blog rimangono dentro Kalpana, ma avranno un aspetto (e delle funzionalità) più professionali.

Footprint International Ghana a Casalecchio (AIFO, gennaio 2005)

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