martedì 20 settembre 2005
Mele con i bollini
E penso a tutti i bollini che si attaccano alla frutta. 1 cm alla volta, multiplicato per milioni e milioni di volte. Così quel piccolo bollino diventa un nastro di plastica che coprirà tutta la superficie di tutte le strade di Italia. E cosa serve? Per ricordarti che hai comprato la frutta dalla Coop o che la mela che mangi è venuta da quella particolare azienda? Veramente decidi di comprare le mele solo se queste hanno un bollino? E se tutte le mele avranno il bollino, come fai a decidere? Forse siamo già arrivati a quel punto, dove ormai tutte le mele hanno un bollino. Cosa ne dici di vendere le tue mele senza bollino per farli sembrare diverse dalle altre?
Ma quanto sono stupido! Non penso al prodotto nazionale lordo. Italia è in crisi. Ci servono le aziende. E quelli che lavoranno nella ditta che fa i bollini, poverini anche loro devono lavorare. E dobbiamo seguire il mercato, non possiamo lasciare che i nostri prodotti siano visti come inferiori. E simili cazzate al infinito. Immagino che alla fabbrica dove si fanno i bollini di plastica, sarà tutto automatico.
E inutile tonnellate di rifiuti che produciamo? E la colla appicciocsa che si usa per attaccarli, siamo sicuri che non abbia sostanze chimiche? E perché sprecare soldi per qualcosa che non serve a nessuno?
Ho una proposta - boicottiamo tutta la frutta con il bollino.
Fuori piove. Ormai l'autunno è qui. Per cui 2 foto da "Per tot", la parata estiva di Bologna per ricordare l'estate. La prima maschera potrebbe essere quella della terrà, schiffata per tutti i bollini che andiamo a appiccicare sulla frutta?
domenica 18 settembre 2005
Londra, dopo le bombe
"Nella parte centrale, alla sera era piena di gente, si andava ai pub per bere una birra, oggi è sparito tutto. Dopo le 7 le strade sono deserte. I pub sono vuoti", un'amica racconta.
"Il metro ha meno persone, sopratutto il giovedì", dice un'altra, "vi sono più bici e moto sulle strade."
Ma non vedo questo cambiamento. Alla sera, torno dopo la cena sotto una leggera pioggerellina classicamente inglese e le strade sono piene di persone, i pub non sono straripanti di persone, ma non sono ne anche vuoti. Il metro nell'ora di punta è così piena che faccio fatica a respirare. Il Stansted express, è forte sulla pubblicità come sempre, "Al centro di Londra in 45 minuti", ma in verità sembra un treno locale di Bombay, si ferma ogni tanto e fa il viaggio in un'ora e 10 minuti. Alle belle stazioni di metro si annuncia che tale linea è chiusa, quell'altra è in ritardo, sembra che manca personale.
Dopo la riunione vado al Millennium bridge, il primo ponte di Londra costruito dopo circa 100 anni. Al Tate gallery c'è la mostra di Frida Kahlo. Sono affascinato dal colore dei cappelli della signora di una una copia "punk". Le nuvole scure sembrano toccare il Tamigi. Hanno celebrato i 100 anni del funerale del generale Nelson nella mattinata con una processione di barche sul Tamigi. Il giorno dopo, inizierà il festival di Tamigi con mercatini e spettacoli lungo il fiume.
Alla mattina, mi sveglio per le voci che vengono da una delle case dietro al mio hotel. Una coppia litiga. "Fuori di qui, fuori, fuori...", la donna sembra un vecchio 33 giri, incantato. Dopo un po' le cose si scaldono. "Fottiti puttana" .... "Figlio di puttana, non ti voglio, lasciami subito...". Penso se uno di loro ammazza l'altro, forse mi chiameranno a testimoniare? Mi preparò la valigia e lascio la camera, mentre la coppia continua a litigare.
La copia punk davanti alla Tate gallery
giovedì 15 settembre 2005
Il mondo come era
Se eri un bambino negli anni 50, 60 e 70 Come hai fatto a sopravvivere ?
1.- Da bambini andavamo in auto che non avevano cinture di sicurezza né airbag...
2.- Viaggiare nella parte posteriore di un furgone aperto era una passeggiata speciale e ancora ne serbiamo il ricordo.
3.- Le nostre culle erano dipinte con colori vivacissimi, con vernici a base di piombo.
4.- Non avevamo chiusure di sicurezza per i bambini nelle confezioni dei medicinali, nei bagni, alle porte.
5.- Quando andavamo in bicicletta non portavamo il casco.
6.- Bevevamo l'acqua dal tubo del giardino, invece che dalla bottiglia dell'acqua minerale... 7.- Trascorrevamo ore ed ore costruendoci carretti a rotelle ed i fortunati che avevano strade in discesa si lanciavano e, a metà corsa, ricordavano di non avere freni. Dopo vari scontri contro i cespugli, imparammo a risolvere il problema. Si, noi ci scontravamo con cespugli, non con auto!
8.- Uscivamo a giocare con l'unico obbligo di rientrare prima del tramonto. Non avevamo cellulari... cosicché nessuno poteva rintracciarci. Impensabile .
9.- La scuola durava fino alla mezza , poi andavamo a casa per il pranzo con tutta la famiglia (si, anche con il papà ).
10.- Ci tagliavamo , ci rompevamo un osso , perdevamo un dente , e nessuno faceva una denuncia per questi incidenti. La colpa non era di nessuno, se non di noi stessi.
11.- Mangiavamo biscotti , pane olio e sale , pane e burro , bevevamo bibite zuccherate e non avevamo mai problemi di soprappeso, perché stavamo sempre in giro a giocare...
12.- Condividevamo una bibita in quattro... bevendo dalla stessa bottiglia e nessuno moriva per questo.
13.- Non avevamo Playstation, Nintendo 64, X box, Videogiochi , televisione via cavo con 99 canali , videoregistratori , dolby surround , cellulari personali , computer , chatroom su Internet ... Avevamo invece tanti AMICI.
14.- Uscivamo, montavamo in bicicletta o camminavamo fino a casa dell'amico , suonavamo il campanello o semplicemente entravamo senza bussare e lui era lì e uscivamo a giocare.
15.- Si! Lì fuori! Nel mondo crudele! Senza un guardiano! Come abbiamo fatto? Facevamo giochi con bastoni e palline da tennis , si formavano delle squadre per giocare una partita; non tutti venivano scelti per giocare e gli scartati dopo non andavano dallo psicologo per il trauma .
16.- Alcuni studenti non erano brillanti come altri e quando perdevano un anno lo ripetevano. Nessuno andava dallo psicologo, dallo psicopedagogo, nessuno soffriva di dislessia né di problemi di attenzione né di iperattività; semplicemente prendeva qualche scapaccione e ripeteva l’anno.
17.- Avevamo libertà , fallimenti , successi , responsabilità ...
e imparavamo a gestirli.
La grande domanda allora è questa:
Come abbiamo fatto a sopravvivere ? ed a crescere e diventare grandi ? .
martedì 13 settembre 2005
Un mondo senza batteri?
Così quando vedo la pubblicità per tutti i prodotti per rendere la tua casa sterile, mi sento un po' disturbato. Che bisogno c'è per i detersivi o prodotti per pulire i pavimenti con proprietà antibatteriche? I batteri non sono necessari per l'equilibrio della natura? Se bambini non verrano in contatto con i batteri normali, come si svilupperà il loro sistema imunitario? O smetteremo di portarli fuori dalla casa, nei parchi o sulle giostre perché il mondo è pieno di batteri?
So che l'uso scorretto degli antibiotici è responsabile per lo sviluppo dei ceppi resistenti dei batteri. Vi sono dei batteri che ormai non rispondono a nessun antibiotico. In questa situazione, vendere questi detersivi che ammazzano i batteri non sono rischiosi per lo sviluppo di nuovi ceppi di batteri, questa volta davvero nocivi per la salute umana? O forse ormai, tutto viene deciso da venditori, i quali hanno più diritti di altri noi, esseri consumatori?
Per protestare contro questa pubblicità che vuole rendere il mondo sterile e senza batteri, ecco due foto di una natura piena di batteri (spero)!
lunedì 12 settembre 2005
4 anni fa
Le emozioni di quel 11 settembre sono ancora vive. Il film rappresenta i diversi aspetti di quelle emozioni. Il marine americano, il kamikaze palestinese, le persone che si lanciano giù dalle torre gemelle, le grida dei passeggeri dai cellulari prima dell'impatto degli aerei, le ragazze serbe che ricordano le proprie stragi, l'esule cileno che ricorda la cinica politica statiunitense che disfa i governi degli altri paesi se li giudica favorevoli alle proprie politiche, l'eticchetta del terrorista attaccato sulla fronte delle famiglie musulmane di New York, ecc., sono tutte immagini evocate dal film, già più o meno conosciute. Invece mi piace il film sull'insegnante del villaggio che cerca di spiegare la tragedia ai piccoli bambini vicino la fabbrica dei mattoni, dove la ciminiera serve come metafora delle torri. E mi piace quello sulla ragazza sordomuta, arrabbiata con il suo ragazzo che vuole un miracolo. E mi piace il sogno dei ragazzi di Burkina Faso, di catturare l'Osama Bin Laden.
Anche le mie memorie di quell'11 settembre, sembrano un episodio di quel film. Le ore passate all'aeroporto Malpensa di Milano nell'attesa del volo per il Libano, le persone che chiudevano i negozi per paura, le immagini sugli schermi delle televisioni e la paura per mia madre che quella mattina viaggiava per il Washington DC.
E penso alle foto del 1996 nel nostro album delle vacanze in Stati Uniti. A quella coppia che si era sposata nell'atrio delle torre gemelli o forse era venutali dopo il matrimonio per farsi fotografare. E penso a quel viaggio del 2002 al "gound zero", e le magliette e i cartelloni sbiaditi dal sole, esposti intorno al cratere, dove una volta stavano le torri gemelle.
sabato 10 settembre 2005
John Grisham a Bologna
Grisham parlò della sua visita a Bologna nel luglio 2004, quando lui cercava una piccola città dove poteva nascondersi l'eroe del suo nuovo libro e disse di essere rimasto comosso davanti al muro della sala Borsa tappezzato dalle foto dei ragazzi morti per la resistenza.
La domanda che io avrei voluto fare relativa all'opinione dei critici riguardo le sue capacità letterarie, arrivò anche se in maniera indiretta ma era l'unico momento che vide Grisham perdere la calma, "I critici possono andare in inferno. Cosa ne sanno della scrittura popolare? Prima mi criticavano che tutti i miei libri hanno la stessa formula, ora criticano che non seguo la formula..."
In tanto si era messo a piovere con lampi e tuoni e quando sono u0cito fuori dall'aula, pioveva forte. Camminai fino alla via Saragozza e pensavo che continuano a parlare del peggioramento dell'ambiente e il bisogno di usare i mezzi pubblici o le biciclette, ma secondo me, oggi a Bologna ci sono meno biciclette di 15 anni fa. Perché non costruiscono più piste ciclabili?
Anche quando fanno le nuove strade, non c'è nessuna attenzione a fare nuove piste ciclabili. E' vero che molti parchi hanno le piste ciclabili ma per non usare la macchina, anche le altre strade devono avere le piste, altrimenti le macchine che sfrecciano così veloci e tutte le nuove giratorie che stanno sostituendo i semafori, rendono la vita dei ciclisti impossibile.
E poi pensavo a tutti i marciapiedi, senza le piccole rampe per salire o scendere! Posso soltanto immaginare come devono sentirsi le persone sulle sedie a rotelle, in mezzo a tutti questi figli di schumacher nelle macchine che si sentono impazienti se devono rallentare per una bicicletta o una sedia a rotelle.
giovedì 8 settembre 2005
Scrittura o letteratura?
Grisham è stato criticato perché scrive pulp fiction, libri spazzatura, libri per passare il tempo ma non letteratura seria. Anche se aveva venduto milioni di libri e forse guadagnato milioni di dollari, è rimasto un po' male da questa critica. Alla fine, ha deciso di cambiare stile e di scrivere "letteratura". Mi sembra che questi libri più seri, non hanno avuto altrettanto successo, di quelli spazzatura. Ma forse quando hai già tanti soldi, non ti interessa tanto vendere altri libri! Personalmente, ho letto alcuni dei suoi libri all'inizio con molto piacere ma da qualche anno, li trovo noiosi - prendo i suoi libri dalla bibliotecca e poi li restituisco senza finire di leggerli. Speriamo per il sindaco di Bologna che il suo nuovo romanzo, sia un libro popolare e che avrà più successo.
A questo proposito, chi o cosa è che fa diventare un libro "letteratura"? Il modo di scrivere o il linguaggio o il tema o il trattamento del tema? Forse una delle regole per decidere è se la gente riesce a capire quello che hai scritto. Se la risposta è si, allora non è letteratura.
Un altro criterio potrebbe essere, se lo scrittore è vivo o morto? Scrittori morti hanno maggiori possibilità di essere considerati meglio di quelli vivi. La stragrande maggioranza di scrittori nelle lingue indiane fanno fatica a sopravvivere soltanto con le entrate dovute ai loro libri. Spesso devono cercare un altro lavoro per mantenere le famiglie. Penso che per molti di loro, e ancora di più per le loro famiglie, diventare scrittori spazzatura ricchi e famosi sarà considerato meglio di essere scrittori seri ma poveri? Cosa ne pensate?
Alla fine ho ricevuto un primo commento per questo blog. Ormai era sicuro che tranne per Mariangela (e me) nessuno lo leggerà. Grazie anonimo commentatore per esserti fermato alla mia porta e per aver lasciato un segno del tuo passaggio!
Per festeggiare, ecco due giardini nascosti di Bologna, fotografati con un teleobiettivo dalla torre di Bologna. Qui ovviamente c'è una grossolana violazione di privacy, ma spero che i padroni di questi giardini mi perdoneranno.
domenica 4 settembre 2005
India e Italia
Non so quanti italiani concorderanno con quest'analisi delle somiglianze tra l'India e l'Italia!
Oggi due foto da un viaggio nello stato di Yunnan in Cina:
venerdì 2 settembre 2005
Affrontare le differenze
Quanti stranieri si vedono in giro adesso. Anche a Schio. Le piccole comunità stanno cambiando e sono costrette a fare conti con la diversità delle culture e delle religioni, ma qual'è la strategia per affrontare questo impatto con la diversità? In questi giorni, ho sentito il richiamo ai valori cattolici e le radici cristiane delle società da parte di qualche esponente politico e ho letto il nuovo libro di Magdi Allam con la sua testimonianza contro terrorismo e contro il fondamentalismo. Ma penso che ancora manchi il vero dibatito sulle strategie. Le persone di altre culture e religioni sono una realtà che non potrà essere cambiata, semmai diventerà sempre più acuta.
Uno dei punti critici è trovare l'equilibrio tra il rispetto per le diversità e la salvaguardia della cultura d'origine dei nuovi arrivati da una parte, e dall'altra, il bisogno di assicurare che la comunità sia unità e non frammentata in ghetti isolati. Pratiche culturali e/o religiose, contrari alla dichiaraizone dei diritti del uomo, devono essere vietate e ogni transgressione punita con severità.
Concordo con la strategia francese di separare lo stato e la religione, così le scuole pubbliche non devono avere simboli religiosi. Le scuole gestite dai religiosi avrano questi simboli, ma tutti devono seguire il curriculum scolastico nazionale definito dal ministero dell'educazione, compreso l'obbligo di imparare l'italiano.
La questione fondamentale è se le scuole, pubbliche o religiose, devono parlare della religione ? Penso che sarebbe bello se tutte le scuole devono avere un'ora di religione obbligatoria per tutti studenti, dove tutti devono imparare sulle varie religioni, non solo sulla propria, e dove si dovrebbe avere la possibilità di discutere in maniera critica la storia dell'umanità collegata alle religioni e vedere quante guerre, quante sofferenze sono state create per le religioni.
Ma ho paura che nessuno vuole sentire critiche verso la propria religione - tutti pensiamo di essere perfetti, sono sempre gli altri che sbagliano!
Qualche foto da questo ultimo viaggio in Veneto.
domenica 28 agosto 2005
Amici Assoluti
“Amici Assoluti” è la storia di Mundy e Sasha, uno inglese e l’altro tedesco, spie sui due lati della cortina di ferro negli anni della guerra fredda, ma uniti dai legami di amicizia. La caduta del muro di Berlino presto porta alla delusione che non ci sarà nessuna libertà dalle forze di globalizzazione economica delle grandi corporazioni e il libro chiude sullo scenario di neoconservatori fondamentalisti americani in collusione con i terroristi, perché terrorismo serve alla politica di guerre preventive e occupazione di nuovi territori, dove le mass media sono servitori di bugie. Non sembra la premessa per un libro avvincente ma invece lo è anche se il concetto di amicizia assoluta tra due uomini lungo un periodo di 4 decadi non sembra molto convincente nonostante tutta l’abilità letteraria di Le Carrè.
Il libro usa parole molto feroci nei confronti di Bush-Blair e presenta una delusione dei servizi segreti inglesi contro le politiche del proprio governo. “ .. la nazione lugubremente malgovernata per la quale ho fatto “un po’ di questo e un po’ di quello viene mandata a reprimere gli indigeni sulla base di una caterva di menzogne, al solo scopo di compiacere una superpotenza rinnegata che pensa di trattare il resto del mondo come se fosse il suo orticello. … Ho sentito dire che il vostro piccolo primo ministro non è il barboncino del presidente americano bensì il suo cane da accompagnamento per non vedenti…Ciò che conta, per quanto riguarda i nostri padroni e signori – che siedono a Washington o a Downing Street è lo stesso – è che questa splendida operazione avrà un ruolo vitale nell’impresa di riportare l’Europa e l’America su posizioni vicine nel nostro mondo unipolare..”
E’ un libro da leggere anche se alla fine fa sentire ancora più pessimisti sul futuro del pianeta. Per sollevare il morale, ecco, qualche foto di Bologna.
sabato 27 agosto 2005
Artisti di strada
Per cui, erano anni che mi dicevo che dovevo andare al busker festival di Ferrara che richiama i migliori artisti di strada da tutta l'Europa. Alla fine, ieri sono stato a Ferrara a questo festival. Non ero mai stato a Ferrara, ciò è, ero stato una volta per una conferenza ma quella volta non avevo visto niente. Invece questa volta visitai il centro che ha una scenografia molto bella. Ieri, questa scenografia era ulteriormente arricchita dai buskers.
In ogni angolo di strada, ogni spiazzo vi erano gli artisti di strada, circondati da tanti, tanti turisti. Il trio portoghese che suonava jazz, una madre e figlia francese cantanti con delle voci incredibili, una signora irlandese con un vestito medievale che suonava l'arpa, i clown e quelli vestiti come faraoni o altri, i gruppi brasiliani con le loro allegre danze.. Ma mi è piaciuto più di tutti il gruppo delle ragazze spagnole, le quali hanno ballato il flammenco e poi cantato canzoni spagnole.
Non tutti gli artisti trovavano il pubblico. Mi dispiaceva per loro e mi fermavo di più vicino a loro. Era impossibile vederli tutti, dietro ogni angolo c'era un altro e poi un altro e poi ancora. Ma dopo 4 ore di camminate, ero stanco e felice.
Il mio blog in Hindi continua ad essere seguito da più persone. Sono già apparsi su alcuni siti indiani i referimenti a questo blog. Ieri ho trovato un referimento anche al mio blog in inglese. Arrivano anche più email delle persone le quali vogliono parlare delle cose che avevo scritto sul blog. Da una parte mi fa piacere che più persone lo leggono, ma dall'altra mi fa sentire strano. I complimenti mi mettono in embarazzo e dopo alcuni primi tentativi di ringraziare ogni persona che mi scriveva, ho deciso di non rispondere più. Già scrivere i blog porta via del tempo, dover rispondere anche agli email significherebbe non fare altro. E poi, questo fatto mi condiziona, non mi lascia sentire libero di scrivere come voglio. Sono diventato un po' più attento, almeno a non citare i nomi e non vorrei più parlare delle cose della famiglia.
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Camminare Diversamente: Libro - Passo Lento
Recentemente, Antonella Patete e Nicola Rabbi hanno scritto un libro, " Passo lento - Camminare Insieme Per l'inclusione ",...