lunedì 22 agosto 2022

Mammolo e la Regina dei Cuori Sanguinanti

Nota: Nel 2009-10, avevo seguito un corso di scrittura creativa a Bologna. Questo racconto è il risultato di quel corso, che era uscito nella antologia degli scritti dei corsisti.



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Primavera poteva arrivare anche in autunno? Come si faceva a sapere che non era solo un’illusione? E cosa doveva fare Fernanda, ascoltare la musica che si sentiva dentro o quella voce interiore che le diceva di non essere sciocca?

“Allora vi siete baciati?” Alba le aveva chiesto e Fernanda era diventata rossa come un peperoncino. “Non dire sciocchezze” aveva risposto bruscamente all’amica.

Ma Alba la conosceva da tutta la vita e aveva insistito: “Perché non puoi ammettere che Mammolo ti piace? Lo guardi come fosse George Clooney. Non devi sposarlo, ma solo farci un po’ di sesso”.

Fernanda aveva guardato l’amica con irritazione ma poi si era messa a ridere: “Hai una bella fantasia, dici le cose più assurde. Dovevamo parlare del banchetto per il mercatino, invece non so perché hai tirato fuori questa storia”.

Dopo una vita passata tra gli scaffali della libreria dove lavorava e le medicine della mamma, Fernanda aveva trovato terrificante il vuoto creato dal suo pensionamento e la scomparsa della mamma. Così si era rifugiata tra gatti randagi, piccioni affamati, anziani abbandonati e le attività della parrocchia.

Anche Alba si era messa a ridere, ma poi aveva aggiunto con un tono più serio: “Ti piace fare la regina dei cuori sanguinanti, invece per una volta nella vita dovresti pensare a te stessa. Forse hai paura”.

La sua amica aveva ragione, Fernanda lo sapeva. Aveva conosciuto Mammolo qualche mese prima nel parco mentre portava Blu, la cagnetta di Alba, a passeggio. Alba era andata a trovare la figlia a Roma e aveva affidato Blu a Fernanda per qualche giorno. Faceva freddo. Mammolo era seduto su una panchina e Blu aveva cominciato a abbaiargli.

“Non badi a lei, abbaia soltanto, non morde nessuno, vuole solo salutare” Fernanda aveva cercato di rassicurare ma poi aveva visto che la faccia dell’uomo era bagnata di lacrime: “Scusi, va tutto bene?”

Imbarazzato, l’uomo aveva cercato di asciugare la sua faccia. Si era alzato e andato via, balbettando qualcosa. Fernanda era rimasta lì a guardare la sua schiena mentre lui si allontanava, colpita dal dolore nei suoi occhi. Non l’aveva mai notato prima. Sembrava uno straniero. Forse aveva perso qualcuno?

Da quella volta aveva cominciato a cercarlo ogni volta che passava dal parco. Dopo qualche giorno, mentre tornava con la spesa, l’aveva visto di nuovo e si era fermata per salutarlo. L’uomo era arrossito ma aveva cercato di sorriderle. Sembrava una persona timida.

La volta successiva, quando l’aveva visto camminare nel parco, si era sforzata per raggiungerlo e camminare accanto a lui. Avevano scambiato qualche parola sul freddo e passeggiato insieme in silenzio.

“Abito in quella casa, vuole venire per un tè?”

L’aveva invitato a casa sua senza pensare ed era rimasta un po’ sorpresa dalla propria audacia. Lui aveva balbettato qualcosa riguardo un impegno.

“Magari un’altra volta?” lei aveva proposto e lui aveva annuito con un piccolo sorriso.

“Chi era?” Alba le aveva chiesto.

“L’ho conosciuto nel parco”, Fernanda non aveva voluto parlarne.

“Ti piace, vero?” Alba aveva insistito.

“Sei fuori di testa, dici la prima cosa che ti passa per la mente”.

Alba non si lasciava intimidire facilmente, “Nanda ti conosco da troppi anni, non puoi ingannarmi. Ti piace. Invece il tuo principe azzurro mi fa pensare a Mammolo “.

“Chi è Mammolo?” Fernanda aveva chiesto.

“Sai quel nano in Biancaneve e i sette nani, quello timido che continua ad arrossire?” Alba aveva strizzato l’occhio all’amica: “Mi piacerebbe tanto nascondermi nell’armadio della tua camera e guardarvi di nascosto. Sarà come vedere la matrigna di Biancaneve che va a letto con uno dei nani”.

Fernanda si era imbronciata, ma era difficile restare arrabbiati con Alba per lungo tempo. L’immagine di sé stessa, alta e magra con il caschetto di cappelli color bianco cenere, e lui così piccolo e calvo, le era sembrata così buffa che aveva cominciato a ridere insieme all’amica.

Intanto aveva continuato a incontrarlo. Avevano iniziato a parlare. Era venuto anche a sua casa. Lui si chiamava Puran, era originario dell’India e viveva a Bologna da circa 40 anni. Aveva sempre lavorato come cuoco in un ristorante indiano, uno dei primi in Italia, ed era andato in pensione alcuni mesi prima.

Dopo alcuni giorni, Fernanda gli aveva chiesto aiuto. “Puoi darci una mano? E’ per una festa dei popoli che si terrà nel parco di Corticella. Parteciperanno tutte le associazioni di Bologna. Ogni associazione deve presentare la cucina tipica di un Paese. Se ci dai una mano, possiamo presentare la cucina indiana”.

Così si erano incontrati più volte a casa sua e Fernanda aveva imparato a cucinare il “ciapati”, il pane indiano. Aveva avuto un po’ di problemi con qualche altro piatto, perché aveva scoperto di non sopportare il forte odore delle spezie indiane. Qualche giorno dopo Puran aveva cucinato il pollo e lei aveva subito voluto rassicurarlo per non urtare i suoi sentimenti: “Penso che questo pollo sarà squisito, sembra così gustoso e cremoso”. Invece quando lui era andato via, aveva cercato di assaggiarlo e poi l’aveva dato da mangiare a Blu.

“Allora raccontami dove sei arrivata con lui? Vi siete almeno baciati?” Alba le aveva chiesto alcuni giorni dopo.

“Allora non vuoi proprio capire?” Fernanda era esplosa. “Non c’è niente tra noi e non voglio andare a letto con lui! Voglio solo aiutarlo. È vedovo, non ha nessuno. È andato in pensione sei mesi fa e questo l’ha mandato in crisi. Era tornato in India, ma non è riuscito a adattarsi. Si sentiva cambiato, non andava d’accordo con i parenti. Alla fine è tornato qui di nuovo, ma non sa cosa fare. È depresso, e ha ammesso che ha anche pensato al suicidio. Ha appena cominciato a parlare di queste cose con me, ma fa fatica a parlarne”.

Per evitare le spezie, lei aveva trovato una soluzione: “Puran, penso che dobbiamo fare un bel dolce indiano, qualcosa di semplice ma diverso che può attirare le persone. Tutti i soldi che raccoglieremo serviranno per operare i bimbi nati con il labbro leporino.”

All’inizio lui non aveva capito bene di quali bambini lei parlava. “Sono i tuoi nipotini?” aveva chiesto.

“Non ho nipotini, né i figli, non mi sono mai sposata”, Fernanda aveva risposto.

Lui non aveva detto niente ma lei aveva capito la domanda non detta del suo sguardo. “Seguivo mia mamma che non stava bene e poi forse non ho mai trovato la persona giusta.” lei aveva aggiunto.

“E i bambini?”

“Sono bambini poveri del sud dell’India. Li opereranno e poi potranno frequentare la scuola”, Fernanda aveva spiegato.

“Andranno a scuola?” lui aveva chiesto, come se non riuscisse a capire quello che lei diceva. Allora Fernanda aveva cercato una copia della rivista dell’Associazione che le arrivava a casa: “Guarda qui, vedi questo appello per aiutare i bambini?”

Lui aveva annuito con la testa. Quando stava per andare via, Fernanda aveva allungato la rivista verso di lui: “Vuoi portarla con te, così puoi leggerla con più calma”.

Ma lui aveva scosso la testa con un piccolo sorriso: “Faccio fatica a leggere, non solo l’italiano ma anche la mia lingua. Ho cominciato a lavorare quando ero piccolo e ho studiato poco”.

Il giorno dopo quando lui era tornato, lei lo aveva portato in sala: “Puran, non facciamo nessuna ricetta oggi. Voglio parlarti. Cosa volevi dire quando hai detto che lavoravi da quando eri piccolo?”

Per un po’ lui l’aveva guardata in silenzio ma poi aveva raccontato la sua storia. Era nato in un villaggio di montagna nel nord dell’India. Studiava in seconda elementare quando suo padre era morto. Insieme a sua madre, abitavano con i fratelli di suo padre. Aveva smesso di andare a scuola, doveva badare alle capre e portarle al pascolo. Poi un parente aveva proposto di portarlo a Delhi, dove poteva lavorare in un ristorante e guadagnare di più. A Delhi era finito in una mensa universitaria e per due anni aveva avuto un padrone violento e ubriacone.

“Una sera il padrone aveva organizzato una festa per gli amici. Lui mi aveva chiesto di prendere una bottiglia di alcolico dall’armadio. Mentre camminavo verso il tavolo, sono scivolato e la bottiglia mi è caduta dalle mani. Lui era già ubriaco, è diventato furioso. Ha cominciato a picchiarmi”. Puran aveva alzato la manica sinistra della camicia per farle vedere una lunga cicatrice che passava intorno al gomito: “Mi sono tagliato contro un pezzo di vetro caduto per terra. Sanguinavo, ma lui continuava a picchiarmi e alla fine, mi ha cacciato fuori dalla porta. Diceva che per punizione dovevo restare fuori tutta la notte”.

Puran era rimasto in silenzio per un po’, perso nei pensieri. Poi con un lungo sospiro, aveva ripreso il filo della sua storia: “Era inverno, faceva freddo, ma non conoscevo nessuno, non sapevo dove potevo andare. Così ho passato tutta la notte fuori, vicino la porta della mensa, tremavo. La mattina dopo, mi ha trovato il marito di una delle professoresse che lavoravano all’università. A lui piaceva andare a passeggio presto. Lui mi ha portato a casa sua. Avevano fatto una denuncia al preside e quell’uomo che gestiva la mensa ha dovuto andare via”.

Fernanda aveva ascoltato la sua storia con un crescente senso di orrore e a un certo punto si era trovata con le lacrime negli occhi.

Puran le aveva sorriso e per la prima volta, aveva messo la sua mano sopra la sua: “Quel momento, quando sono scivolato e caduto, ha cambiato il corso della mia vita. Quando penso a quella notte, mi sento felice. Era un piccolo prezzo da pagare per avere un destino diverso”.

Lui aveva guardato fuori dalla finestra. Era una giornata calda. Nel parco, i bambini giocavano. Qualcuno si era disteso sull’erba per prendere il sole. Ma forse lui non vedeva tutto questo e invece vedeva il suo passato: “La professoressa e suo marito sono stati molto gentili con me. Dovevo aiutarli nei lavori di casa, ma potevo mangiare quanto volevo, potevo riposare e dormire senza preoccupazioni. Hanno provato a mandarmi a scuola, ma non volevo andarci. Mi sentivo troppo vecchio e non capivo niente, gli altri bambini mi prendevano in giro. Invece col tempo sono diventato bravo a cucinare”.

Qualche giorno dopo, quando Fernanda si era ripresa, aveva fatto una proposta a Puran: “Per tutta la vita ho lavorato in una libreria. Proviamo a leggere insieme dei libri? Non è detto che imparerai ad amare la lettura ma possiamo provare? Se ami i libri, non devi più preoccuparti per la solitudine, avrai sempre compagnia e conoscerai tanti mondi nuovi”.

Si sente confusa Fernanda, non sa cosa sente per Mammolo. Sa solo che si trova bene con lui. Oramai si incontrano ogni giorno. Fernanda cerca i suoi libri preferiti per leggerli insieme a lui.

È amore questo? Fernanda non lo sa.

Quando si siedono sul divano per leggere un libro, delle volte i loro corpi si toccano, le loro mani si sfiorano. Ieri avevano guardato insieme un film alla tv e a un certo punto si erano girati uno verso l’altro per guardarsi negli occhi. Per un attimo, Fernanda aveva pensato che lui stava per baciarla e presa da un piccolo attacco di panico si era alzata con la scusa di andare a bere qualcosa.

Vorrebbe dirgli che lei non è mai stata con un uomo prima d’ora ma non sa come affrontare questo argomento.

È cambiata. Dopo tanti anni, non è più terrorizzata all’idea di non fare niente. Resta seduta vicino alla finestra per guardare la primavera che si è esplosa nel parco con i fiori di diversi colori come i fuochi artificiali.

Primavera può arrivare anche nell’autunno della vita? Cosa deve fare Fernanda, ascoltare la musica che si sente dentro o quella voce interiore che le dice di non essere sciocca?

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domenica 21 agosto 2022

Covid, Vaccino e Mortalità

Una recente analisi dei dati raccolti in Inghilterra ha mostrato un aumento del tasso settimanale di mortalità nella popolazione. In confronto alla media dei morti nei 5 anni precedenti, ogni settimana muoiono circa il 13-14% di persone in più. Soltanto una parte di queste morti può essere imputata al Covid, ma tutti i motivi di questo aumento non sono chiari. In tanto sembrano aver trovato delle sorprese riguardo il numero delle persone con reazioni legate ai vaccini anti-covid.

Il Video di John Campbell

Dott. John Campbell, è un bravo divulgatore delle informazioni mediche con circa 2,4 milioni di seguaci su YouTube. L’avevo scoperto nel 2020 perché riusciva a fornire gli aggiornamenti sulle diverse tematiche legate al Covid in maniera chiara e semplice. È una persona pacata che misura bene le sue parole. Lui ha parlato dell’eccesso della mortalità in Inghilterra nel suo video del sabato 20 agosto mattina.

Eccesso di Mortalità

L’eccesso di mortalità settimanale (intorno al 13-14%) si nota negli ultimi 2-3 mesi. Nel periodo precedente, il tasso di mortalità settimanale sembrava meno in confronto al passato perché l’anno scorso in questo periodo vi erano stati molti più morti dovuti al Covid.

Una parte di questi morti in più sono dovuti al Covid. Inoltra, una parte potrebbe essere dovuto alla continuazione del disfunzionamento dei servizi sanitari causato da questioni legate al Covid, in quanto sembra che le persone fanno fatica ad accedere ai servizi.

Mortalità Eccessiva e il Vaccino Anti-Covid

La domanda che lui si è posto era: L’eccesso di mortalità di questi giorni può essere legata alla vaccinazione anti-covid? Ha cercato le informazioni e ha fatto una domanda alle autorità sulla base della legge “Right to Information” che garantisce il diritto di accesso alle informazioni – secondo queste informazioni, vi erano 10 persone morte legate alle complicazioni del vaccino anti-covid.

A questo punto lui ha controllato i rapporti del “Cartoncino Giallo” per i tre vaccini anti-Covid principali che sono stati usati in Inghilterra (Pfizer, Astra-Zeneca e Moderna). Il sistema del Cartoncino Giallo è usato in Inghilterra per segnalare le reazioni averse alle medicine e ai vaccini. Secondo l’analisi di questi rapporti, un totale di circa 2.100 persone erano morte dopo aver ricevuto uno dei vaccini Covid.

Non è facile capire tutte le cause di questi morti. Una parte di questi 2.100 morti erano “morti in concomitanza temporale” ma non dovuti al vaccino, ciò è, le persone sono morte entro 1-2 settimane del vaccino per altre cause. Per ciò realmente soltanto una parte di questi morti erano dovuti al vaccino.

Un’altra possibilità è che le morti dovute al vaccino erano molte di più, perché gli studi hanno mostrato che soltanto il 10% di persone con reazioni gravi legate alle medicine e ai vaccini si registrano nel sistema del Cartoncino Giallo.

Reazioni Averse ai Vaccini in Italia

Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) ha un sistema per la segnalazione delle reazioni ai farmaci e ai vaccini simile al sistema del Cartoncino Giallo in Inghilterra. Sia il personale sanitario che i singoli cittadini possono compilare un modulo online per segnalare la reazione aversa. 

AIFA valuta tutte le segnalazioni di reazioni averse e inoltre prepara un rapporto trimestrale sulle reazioni ai vaccini anti-Covid. Secondo l’ultimo rapporto di AIFA uscito alla fine di giugno 2022 sulle reazioni a questi vaccini, vi sono state 0,1% di segnalazioni di reazioni averse (ciò è, 100 reazioni per ogni 100.000 vaccinazioni) e circa il 18% di queste erano definite gravi.

Immagino, come in Inghilterra, anche in Italia soltanto una piccola parte delle persone con le reazioni le hanno segnalate.

Per esempio, 6 giorni dopo la seconda dose del vaccino Pfizer, ho iniziato ad avere molti extra-sistoli, anche 10-15 al minuto. L’ecocardiografia effettuata dopo circa 15 giorni ha evidenziato questi extra-sistoli ed ha assicurato che non vi era un impatto negativo sul funzionamento cardiaco. L’esame con holter cardiaco 4 mesi dopo evidenziato la persistenza degli extra-sistoli, anche se erano meno frequenti (3-5 al minuto). Più di un anno dopo continuo ad averli. Nel frattempo, ho anche avuto la 3° dose (con vaccino Moderna). Questi erano dovuti al vaccino, non lo so. In ogni caso, non sono stati segnalati a nessuno.

Conclusioni

In Italia e nel mondo, tra alcuni gruppi di persone vi è stato un forte sospetto verso i vaccini, compreso tra il personale sanitario, e queste hanno rifiutato di farsi vaccinare. Ciò rende importante non creare nessuna psicosi sull’aumento della mortalità settimanale in Inghilterra.

Dall’altra parte, penso che gli scienziati hanno bisogno di analizzare i dati sull’impatto reale dei vaccini anti-Covid e anche sui loro effetti collaterali compreso le eventuali morti in eccesso. Per questo motivo, i dati inglesi richiedono attento controllo e analisi. Se dovesse venire fuori che i sistemi sanitari hanno nascosto delle informazioni a questo riguardo, creerebbe un ulteriore senso di sfiducia verso i governi e verso i sistemi sanitari per le future epidemie.

Aggiornamento (29 agosto 2022)

Dopo una settimana, vi sono ulteriori conferme riguardo l'eccesso di mortalità non legata al Covid. Ieri, la Scozia ha confermato che vi è circa 10% di eccesso di mortalità. Analisi dei dati mostra che questo eccesso di mortalità tocca tutte i diversi gruppi di età. Secondo alcuni scienziati, tra 2020-21, molti anziani con co-morbidità sono morti per l'infezione da Covid, per cui, quest'anno si aspettava un calo nel tasso di mortalità.

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