Ieri sera ho avuto una lunga e appassionata discussione con Chiara. Oramai ci conosciamo da quel lontano 1990-91, quando Chiara era tornata da Nicaragua e aveva letto un mio articolo sulla rivista di Aifo, dove parlavo dell’ospedale di Kimbau in Congo. Da allora Chiara vive in Congo, prima come una volontaria Aifo e negli ultimi anni come una volontaria laica della diocesi di Kenge. Quando Chiara viene a Bologna, spesso si ferma da noi. Mi piace molto Chiara e mi piace la sua sensibilità e la sua emotività e il suo ostinato desiderio di mettersi in prima fila a sperimentare su se stessa le proprie idee. Lei non si nasconde dietro una scrivania o dietro scuse ufficiali, vuole sempre scontrare direttamente contro ogni ingiustizia. Per cui è difficile che trovo argomenti dove non sono d’accordo con lei. Molte volte in passato, lei mi ha dato nuovi spunti di riflessione, un nuovo modo di guardare le questioni.
Qualche anno fa, lei mi aveva parlato delle creme e saponi a base di mercurio e a base di altre sostanze tossiche, usate in Congo per schiarire il colore della pelle, ma non ne avevamo parlato molto. Invece avevo avuto qualche discussione vivace su questo tema con alcune persone che avevano sentito Chiara parlare di questo problema e volevano lanciare delle campagne di sensibilizzazione contro l’uso di queste creme e saponi. Non ero completamente d’accordo con le loro idee, ma non ero riuscito a convincerle.
Ieri sera quando Chiara mi ha parlato di un incontro che si terrà a Roma su questo tema, allora ne abbiamo discusso. Penso che le questioni fondamentali su questo tema sono due:
Qualche anno fa, lei mi aveva parlato delle creme e saponi a base di mercurio e a base di altre sostanze tossiche, usate in Congo per schiarire il colore della pelle, ma non ne avevamo parlato molto. Invece avevo avuto qualche discussione vivace su questo tema con alcune persone che avevano sentito Chiara parlare di questo problema e volevano lanciare delle campagne di sensibilizzazione contro l’uso di queste creme e saponi. Non ero completamente d’accordo con le loro idee, ma non ero riuscito a convincerle.
Ieri sera quando Chiara mi ha parlato di un incontro che si terrà a Roma su questo tema, allora ne abbiamo discusso. Penso che le questioni fondamentali su questo tema sono due:
(1) Le creme ed i saponi per schiarire il colore della pelle sono dannosi per la salute delle persone, contengono dei materiali cancerogeni, spesso vietati in molti paesi. Nonostante i divieti, questo tipo di prodotti si vendono anche in Europa e in Italia, sopratutto nei negozi frequentati dagli emigrati e gestiti da asiatici e africani, senza nessun tipo di controllo. Bisogna sensibilizzare l’opinione pubblica su questo tema affinché non vi sia la possibilità di vendere questi prodotti dannosi per la salute e affinché le ditte commerciali non possono usare pubblicità ingannevole per influenzare le persone con la pelle scura.
(2) Ogni persona, qualunque sia il colore della sua pelle, è bella. Anche nero è bello perciò nessuno dovrebbe cercare di schiarirsi il colore della pelle.
Mentre concordo con il primo punto, ho alcune perplessità con il secondo ragionamento, sopratutto se a parlarne non siano i protagonisti della storia, ciò è le persone con la pelle scura, ma soltanto degli europei. Personalmente credo che tutti gli esseri umani, bianchi, neri, gialli e tutte le altre tonalità che esistono nella natura, sono belli e tutti noi dovremmo sentirci orgogliosi di come siamo, amati e valorizzati senza nessuna condizionale.
Ma se sono d’accordo con il principio, con la pratica, penso che bisogna tenere presente alcune altre considerazioni, per esempio:
(1) Quando qualcosa riguarda un gruppo di persone o un popolo, penso che sia opportuno che siano le persone di quel gruppo ad avere la possibilità e la voce per dire la propria. Se dobbiamo parlare degli emigrati, diamo spazio anche agli emigrati e non soltanto ai vari assessori, esperti, politici e associazioni. Se dobbiamo parlare del colore della pelle e chiederci perché le persone di pelle scura vogliono schiarire il proprio colore, sarebbe opportuno che vi siano alcune di queste persone a dire la propria. Purtroppo, più delle volte parliamo delle questioni senza lasciare spazio alle persone direttamente coinvolte nelle questioni.
(2) Le idee di bellezza dipendono dalla cultura e dal contesto. In Europa essere obese può essere considerato brutto, mentre in Africa, certo tipo di obesità può essere considerata bella. Se sei costretto a lavorare sotto il sole e la tua pelle diventa nera, generalmente non sarai considerato bello. Invece se sei ricco e avere la pelle abbronzata vuol dire che puoi permetterti delle vacanze alle Caraibi, allora quella pelle scura può essere considerata bella. Ciò è, se il colore della pelle è un’indicazione della ricchezza o povertà delle persone, se il colore della pelle è fonte dei privilegi o delle discriminazioni, sicuramente altre considerazioni decideranno se le persone vogliono avere la pelle più chiara o più scura.
(3) In molte culture, nero è considerato pari al cattivo, allo sporco e al diavolo, mentre bianco è pari al buono e al giusto. Guardate criticamente il linguaggio che usiamo tutti i giorni e diventa chiaro che questo modo di ragionare fa parte del pensiero profondo e inconscio di molte culture.
(4) Il colore più scuro della pelle, sopratutto nei paesi come India dove esistono persone di diverse tonalità della pelle, significa maggiori difficoltà a trovare lavoro, difficoltà a trovare un marito o una moglie. Basta guardare una rivista africana e troverete che tutta la pubblicità è basata sulle persone di pelle più chiara, se non di pelle bianca. Guardate un film indiano e vi rendete conto che non si vedono persone con la pelle più scura tra i personaggi. I famosi eroi di colore del cinema di Hollywood, non sono neri-neri, hanno la pelle un po’ chiara. Guardate la televisione brasiliana e vi accorgete che non si vedono le facce nere né anche tra il pubblico.
Penso che sia bello quando una persona scopre orgoglio dentro di se e sente che vale, anche se il colore della sua pelle è nera o gialla o marrone. Invece non è la stessa cosa se gli altri ci dicono che noi dobbiamo essere orgogliosi di noi stessi, sopratutto se viviamo in una cultura dove sperimentiamo sulla nostra pelle l’impatto della nostra diversità ogni giorno.
Nelle culture dove vivono persone di colore della pelle diversa, quando uno nasce con la pelle scura, impara da piccolo che è meno gradito, è meno ben voluto, in confronto agli altri che hanno la pelle più chiara. Se siete stati dentro un gruppo di bambini di colori diversi, e avete la pelle più scura lo sperimenterete, almeno con alcune persone. Invece se avete la pelle chiara, spesso non vi accorgete di questa differenza. Trovare la propria forza e sviluppare la fiducia in se stessi, quando siete diversi, per il colore della pelle, per l’orientamento sessuale, per la disabilità, per la cultura o per la religione, non è né facile né automatico. E’ un percorso.
Poi, penso ad un’altra cosa. Se la società pensa che scuro sia meno bello, la stessa società pensa anche che più vecchio vuol dire, più brutto. E’ su questo concetto che si basa molta dell’industria cosmetica con tutte le creme per diminuire le rughe. Personalmente ritengo che ogni persona dovrebbe essere orgogliosa della propria età e delle proprie rughe, ma non andrei a sindacare agli altri che non devono usare le creme per ridurre le rughe, o altri prodotti di bellezza. Ognuno deve avere la possibilità di fare il proprio percorso per arrivarci da solo, o delle volte, non arrivarci mai.
Perché siamo più indulgenti per le persone che usano le creme per sembrare meno vecchie e meno indulgenti per le persone che usano creme per schiarirsi la pelle? Non stiamo parlando della stessa cosa, avere fiducia in se stessi, sentirsi uguali agli altri?
In India la questione del colore della pelle, sopratutto per le ragazze, può diventare una questione di vita e di morte, e non soltanto in senso metaforico. L’ho visto da vicino per le 7 sorelle di mia madre, 3 delle quali avevano la pelle più scura, e so quanto può essere insidiosa, dolorosa e persistente questa discriminazione.
Il principio dell’uguaglianza degli esseri umani è bello come principio ma in realtà fare finta che siamo tutti uguali, che discriminazioni non esistono e che le persone che cercano di schiarirsi la pelle sono soltanto degli stupidi o degli ignoranti malinformati, serve solo per assicurare che non affronteremo la discriminazione in maniera seria, né cambieremo la realtà che ci circonda.
Alla fine Chiara concordava con alcune delle mie considerazioni. Lei parlerà sopratutto sull’impatto sulla salute delle creme e saponi per schiarire la pelle, ma ha detto che solleverà le altre questioni per promuovere una riflessione.