martedì 20 dicembre 2005

Cambiamento Climatico e l'Effetto serra Secondo Crichton

Avevo iniziato a leggere il nuovo libro di Michael Crichton, dove lui affronta il tema del eco-terrorismo. Mi piace Crichton, non tanto come scrittore, ma come l'immagine della sua persona, perché so che si era laureato in medicina e poi ha deciso di fare l'autore. Mi fa sentire certa comunanza con lui, forse avrei voluto farlo anch'io.

Libro di Michael Crichton - Stato di Paura
Una volta avevo letto in uno di suoi libri riguardo una sua esperienza personale di essere stato in un deserto per diversi giorni, seduto davanti ad un cactus cercando di comunicare con la pianta. Mi era piaciuta questa sua immagina di meditazione davanti ad un cactus e mi era piaciuto questo suo libro. Anche a me piace parlare con gli alberi. Nel parco vicino alla nostra casa, c'è un grosso albero di acero, che mi fa simpatia. Quando gli passo vicino, gli parlo.

Invece la maggior parte dei suoi libri, devo ammettere che purtroppo, non mi piacciono, ne anche come passatempo. Ho provato a leggere diversi suoi libri, ma proprio non riesco a leggerli fino alla fine.

Nel suo nuovo libro, che si intitola “Stato di Paura”, lui parla di organizzazioni non governative e alcune "agenzie internazionali" con degli interessi particolari che "vogliono creare la psicosi sul tema del cambiamento climatico". Per esempio, secondo lui, i ghiacciai nel mondo (a parte i ghiacciai in Europa) non si stanno ritirando, anzi stanno crescendo. Così secondo lui, non stiamo andando verso il riscaldamento terrestre dovuto all’effetto serra ma andiamo verso un’era glaciale. Lui sostiene che questo cambiamento non dipende dall’aumento dell’inquinamento nel mondo. Secondo lui, Bush e i suoi amici, i NeoCons, hanno ragione a non firmare il protocollo di Kyoto, che secondo lui è solo un palliativo, sbagliato e inefficace.

Come si può immaginare, è stato detto che Crichton è un repubblicano, sostenitore di Bush e sostenitore della guerra in Iraq. Ma le critiche di Crichton, fatte in maniera così veemente, mi hanno incuriosito. Vorrei leggere qualcuno che fa un ragionamento sereno, chiaro e obiettivo su quanto lui ha scritto. Non mi piace quando si cercano di screditare le idee delle persone attraverso attacchi personali.

Mi dispiace per Crichton, se lui davvero ammira Bush e concorda con la guerra in Iraq, e spero che presto riceverà un messaggio di buon senso, magari anche da un cactus del deserto.

Invece il suo libro è pieno di note e riferimenti alle riviste scientifiche e agli studi, ecc., e dà l'impressione di essere frutto di accurate ricerche. L'avevo preso in prestito dalla nostra biblioteca, ma mi ha annoiato. Alla fine, invece di finire di leggere il libro, ho letto qualche sua recensione e l'ho restituito.

Vorrei sentire qualcuno che rispondesse alle sue accuse in maniera chiara e puntuale, che ci sono questi enti che cercano di manipolare l'opinione pubblica per creare panico e lucrare sul tema del cambiamento climatico. Per esempio, mi piacerebbe sapere se è vero che i ghiacciai stanno crescendo e non ritirando, a parte quelli in Europa? La mia esperienza quotidiana suggerisce che le temperature nelle nostre città sono in aumento, ma forse, come dice lui, questo è solo una fase di variazione normale?

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Sono contento di aver iniziato a scrivere questo blog quest'anno. Lo vedo come un mio diario personale. Forse fra 15-20 anni, tornerò qui per rileggere quello che scrivo. So che non ho molti lettori, comunque, vi sono grato lo stesso.

lunedì 19 dicembre 2005

Khamosh Pani: Salvaguardare l’Onore

Capire il concetto dell’Onore è fondamentale per capire la cultura sud-asiatica. Il concetto è molto ampio, ma uno degli aspetti chiave di questo concetto è il suo legame con il corpo delle donne. Il corpo della ragazza nubile diventerà la proprietà del suo marito e deve essere salvaguardato affinché la ragazza può sposarsi e andare alla casa del marito. Secondo questo concetto, gli altri uomini non possono vedere o toccare questo corpo e in caso di rischio che la “purità” del corpo femminile sia compromessa, è meglio che lei muore. Morire per salvaguardare la “purità” del corpo rende la donna un esempio per le altre donne, la fa diventare l’oggetto di preghiera.

Kiron Kher nel film Khamosh Pani

Oggi nelle città moderne dell’India forse concetto non è applicato in maniera così fondamentalista come esposto sopra, ma il suo nocciolo centrale rimane comunque valido nel modo di pensare di molti uomini, sopratutto nelle piccole città e nelle aree rurali, e sopratutto tra le fasce di classe media. La crescente urbanizzazione, l'accesso all'educazione e al mondo del lavoro, hanno messo in discussione quest'idea.

Penso che questo concetto era fondamentale per le società agricole patriarcali in tutto il mondo, i quali dovevano controllare le donne. In fatti, l'onore riguarda sopratutto i corpi femminili, molto meno i corpi maschili (ma anche in maniera diversa - essere un uomo poco 'maschile' o codardo o gay, può essere visto come un problema). Secondo me, l'unico modo per cambiare questo modo di ragionare è che le donne devono diventare indipendenti dal punto di vista economico.

Il Film Pakistano: Khamosh Pani

Sullo stesso tema è basato il film Khamosh Pani (Aque silenziose) del regista pakistana, Sabiha Samar, ambientato in villaggio Pakistano vicino la frontiera indiana, dove vive la vedova Ayesha (Kiron Kher) con suo figlio Salim (Aamir), la quale si guadagna da vivere insegnando il corano ai bambini.

E’ il periodo dell’inizio del fondamentalismo islamico in Pakistan, quando il generale Zia ul Haq fa impiccare il primo-ministro Bhutto e viene approvata la legge islamica nel paese. Il film segue due filoni narrativi. Il primo, è l’attrazione delle idee dell'Islam fondamentalista per i giovani musulmani; e il secondo, l’arrivo di un gruppo di pellegrini Sikh dall’India per visitare il loro tempio vicino al villaggio. Salim, il figlio di Ayesha si avvicina ai fondamentalisti, mentre uno dei pellegrini Sikh, è il fratello di Ayesha, e la cerca e vorrebbe contattarla.

Ayesha era una ragazza Sikh. Al momento della creazione del Pakistan, le famiglie Indù e Sikh del villaggio, mentre scappavano verso l’India, avevano chiesto a tutte le donne delle famiglie di saltare dentro il pozzo per suicidarsi per “salvaguardare il loro onore” di donna. Ayesha, una bambina, era sfuggita, aveva paura e non voleva saltare dentro il pozzo. Rimasta sola nel villaggio, fu costretta a diventare musulmana e sposarsi con un ragazzo locale.

Quando Ayesha finalmente incontra il suo fratello, lei non vuole parlargli. Gli dice, “Non mi interessa parlare con te o di sapere come sta nostro padre. Avevate fatto morire tutte le donne della famiglia quel giorno, anch’io sono morta per voi quel giorno.”

Il ruolo di Ayesha è stato interpretato da un'attrice indiana, Kiron Kher, e il film ha vinto diversi premi per la sua interpretazione e per aver messo in discussione il concetto dell'onore della famiglia che poggia sulla salvaguardia della purezza sessuale delle donne.

Assassinio Per Salvare l'Onere della Famiglia

In India, ogni tanto vi sono storie riguardo l'assassinio delle donne perché amano o sposano ragazzi di diversa religione o diversa casta, sopratutto lontano dalle grandi metropoli. 

Il problema è molto più grave in Pakistan dove in alcune comunità, “uccidere le donne per salvaguardare l'onore” non è considerato un crimine. Alcuni gruppi in Pakistan lottano contro questa legge, ma è un problema ricorrente. Il problema esiste anche in Bangladesh.

Purtroppo, non è facile cambiare il modo di pensare delle società, perché questi hanno delle radici profonde. Dall’altra parte, l’unico modo per cambiare le società è dal dentro, quando le persone che ne fanno parte, possono metterlo in discussione.

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giovedì 15 dicembre 2005

Harold Pinter e Luigi Pintor

Fu la mia amica Mariangela a introdurmi al mondo di Luigi Pintor.

Quando ho sentito che Harold Pinter ha vinto il premio nobel 2005 per la letteratura, il mio cervello ha ignorato ignorato il suo nome "Harold" e ha convertito il suo cognome "Pinter" in "Pintor".

Harold Pinter e Luigi Pintor

Wow! Lo scrittore preferito di Mariangela aveva vinto il premio nobel! Ero proprio contento e volevo dirlo a lei. Alla sera, a casa, ne parlavo con mia moglie che era strano che non se ne parlava di più in Italia, non è ogni giorno che uno scrittore italiano riceve il premio nobel. Per quanto ne so, l'unico altro vincitore italiano di questo premio (per la letteratura) è Dario Fo.

Comunque andai al sito del premi nobel per leggere il suo intervento di accettazione e fu soltanto allora che capì che il vincitore del premio è Harold Pinter, scrittore per il teatro, sceneggiatore e attivista politico. Già un anno fa in un'intervista sulla BBC, lui fu molto duro nella sua denuncia di Bush e Blair per aver cercato e creato la guerra in Iraq e chiedeva che entrambi fossi trattati per i crimini di guerra. Potete leggere questa intervista .

Il suo intervento di accettazione del premio nobel, è stato altrettanto duro. Da una parte lui ha parlato del proprio processo creativo e come i personaggio di suoi scritti assumono la propria vita e non "obbediscono" sempre all'autore. Dall'altra lui ha esposto i propri pensieri politici. Secondo lui, le storie di repressione, crudeltà e morte in Unione Sovietica e sotto i regimi comunisti, sono stati ampiamente studiati e commentati, ma dall'altra parte, è stato ignorato dagli studiosi, il ruolo giocato dall'America contro i governi che volevano promuovere educazione e salute per i propri cittadini. Ha detto che essi si sono trovati marchiati "comunisti" e l'America ha fatto di tutto per distruggere questi governi, spesso sostituendoli con i dittatori disposti ad ammettere multinazionali americane.

E' stato un intervento molto duro e chiaro, non basato sulle emozioni, ma con degli esempi ragionati e razionali. Sicuramente, qualcuno l'avrà già tradotto in italiano, ma in tanto potete leggerlo anche in inglese al sito dei premi nobel.

Secondo me, comunque, c'è spesso una differenza i regimi Russi e Cinesi da una parte, e gli Stati Uniti dall'altra, che in America, si può sentire molte voci dei dissidenti, mentre in Russia e Cina, queste voci sono rare o assenti. 

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martedì 13 dicembre 2005

Covent Garden e La Nube Nera su Londra



Sono stato a Londra così tante volte che non me li ricordo tutte, ma penso che non ero mai stato a Covent Garden.



Invece, durante questa visita dovevamo andarci per la serata di cena ufficiale. Quando siamo partiti dal nostro hotel in un autobus, pensavo di andare in un giardino. Invece quando il nostro bus si è girato nella zona del centro, dove ero già stato molte volte, ho avuto un attimo di confusione.

Covent Garden è un giardino solo in nome, è la zona del mercato orti-frutticolo di Londra ed è pieno di negozi. Alla fine della cena, quando tornavo al nostro autobus, mi è venuta in mente, il personaggio di Elisa Doolittle (Audrey Hepburn) nel celebre film 'My Fair Lady' e la scena del suo incontro con il suo mentore, professor Higgins (Rex Harrison), ambientata proprio al mercato di Covent Garden.

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Sono andato per fare una passeggiata lungo la Tamigi e mi sono perso. Penso di aver camminato per circa 8-10 km quel pomeriggio, e avevo le gambe che non mi reggevano più. Ho camminato per circa 4 ore senza sosta.

Alla fine ero esausto, ma mi sembra di aver visto una Londra diversa, una città dei nonni con i nipotini, una città di innamorati, una città di salutisti pieni di energia. Ho trovato le tombe della chiesa di All Saints, vecchie di 200-250 anni.


Non penso di volerlo rifare, ma era bello. E’ la stessa sensazione che avevo quando ho fatto le scale per andare a San Luca. Bello si, ma non vorrei rifarlo!

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Domenica 11 mattina, vi è stato un grosso incendio ad un deposito di petrolio, a circa 30 miglia da Londra, che ha creato una nube nera e densa larga 75 km. L’ho saputo solo lunedì mattina mentre tornavo a Bologna. Ma domenica sera, ero a Trafalgar Square e vedevo questo grosso nube nero dietro l’edificio dell’Opera House e mi dicevo che dava una particolare luce alla scena, molto bella e molto particolare.


Come turista che scatta le foto, posso pensare che la nube nera sia bella. Invece, se penso come cittadino o agricoltore che si preoccupa dei polveri acide che andranno ad impregnare tutto, non penso che vedrò la sua bellezza!

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All’inizio i miei sentimenti per la Gran Bretagna erano un po’ ambigui.

Alla scuola avevo studiato la lotta per l’indipendenza dell’India dal regno coloniale inglese. In tante storie legate all’indipendenza dell’India, vi erano i buoni, come Mahatma Gandhi, Jawaharlal Nehru, Subhash Chandra Bose, Bhagat Singh, Rani Laxmibai, e molti altri, ed erano i miei eroi.

Dall’altra parte, vi erano i cattivi, tra i quali i vari lord inglesi. Spesso questi racconti erano unidimensionali e raccontano soltanto una parte degli eventi. Per esempio, questi racconti non raccontavano come mai un numero così ristretto di inglesi riuscì a dominare un paese con milioni di abitanti, per cui dovevano per forza essere assistiti da altri gruppi di indiani, i quali preferivano aiutare gli inglesi pur di schiacciare gli altri indiani perché li consideravano i propri nemici!

“Dividi e Regna”, era il mantra degli inglesi furbi, raccontavano questi testi, ma allo stesso momento, non approfondivano alcuni aspetti e evitavano di assumere le proprie responsabilità. Per avere successo, questo mantra di Dividi e Regna, aveva bisogno di gruppi che si sentivano diversi e avevano interessi diversi, per cui erano pronti a dividersi.

Comunque, 20 anni fa quando andai a Londra per la prima volta, non avevo ancora elaborato molti di questi pensieri e l’idea di andare al paese che pensavo di odiare per la sua storia mi turbava, anche se cercavo di nasconderlo.

Oggi penso che sicuramente gli inglesi avevano le loro colpe e avevano sfruttato l’India in maniera crudele e spietato. Dall’altra parte, la loro presenza ha dato il suo contributo al sistema educativo, al sistema sanitario, alla rete ferroviaria, e diversi altri sistemi dell’India.

In ogni caso, nel bene che nel male, tutto quello che era successo in passato, era l'opera degli inglesi di quel epoca. Mentre gli inglesi di oggi, figli, nipoti e bisnipoti dei colonialisti, i quali avevano amato e/o odiato l’India, sono persone diverse. Penso che bisogna riconoscere, capire, guardare e ricordare la propria storia, ma non aggrapparsi ad essa, sopratutto non per odiare o per cercare vendette.

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venerdì 2 dicembre 2005

Assassino di Gandhi

E' morto Gopal Godse. Aveva fatto 18 anni di carcere per aver cospirato all'assassinio di Mahatma Gandhi. Invece, era suo fratello maggiore, Nathuram Godse, il quale aveva premuto il grilletto della pistola e sparato il colpo che aveva ucciso Gandhi. Nathuram fu impiccato. 

Scultura di Mahatma Gandhi

Gopal Godse non si è pentito del suo gesto fino alla sua morte. "Se potrei, lo rifarei", diceva.

Lo smembramento della sua "nazione", la creazione di Pakistan e l'idea che musulmani non potevano vivere in una società multi religiosa come India, erano alcune delle idee di Mahatma Gandhi che lui non accettava.

In un'intervista, prima di morire, Gopal Godse aveva detto, "Se amare il tuo paese è un peccato allora puoi dire che avevamo sbagliato. Il nostro sogno è di riunire la nostra grande nazione (India e Pakistan) come era una volta, anche se ormai vi vorranno delle generazioni che ciò avvenga."

Secondo lui se Gandhi si sarebbe opposto allo smembramento dell'India, gli inglesi non l'avrebbe fatto. "Invece di opporre, lui acconsentì e accettò di dare 55 miliardi di rupie come 'donazione' a quel nuovo paese dei serpi, il quale ci ha attaccato subito per ringraziarci! Se gli islamici non potevano vivere in India e avevano bisogno di un loro paese separato, come mai oggi in India abbiamo più musulmani che in Pakistan?"

Il trauma dello smembramento del subcontinente indiano ha ancora oggi, dopo 58 anni, alcune ferite aperte che si risvegliano periodicamente. Si pensa che più di 1 milione di persone morirono in quei giorni della divisione dei due paesi e 20 milioni di persone avevano perso le loro case e tutto quello che avevano, per diventare dei rifugiati.

K. P. S. Gill, famoso capo della polizia indiana, ha scritto un bel articolo su Heartland, la rivista inglese di Limus, dove lui ripercorre le lotte per motivi religiosi in India e conclude che con il passare degli anni, il numero di questi disordini è in diminuzione. Spero che sia vero.

Comunque, anche oggi i sentimenti verso l'apostolo di pace, Mahatma Gandhi, venerato in tutto il mondo, sono spesso ambigui in India. Mentre tutti sembrano riconoscere il significato profondo del suo messaggio di "satyagraha" (la lotta per la verità) e "ahimsa" (non violenza), molti indiani lo ritengono corresponsabile della partizione dell'India e la perdita di tante vite umane, oltre a creare una nuova ferita al fianco dell'India dove periodicamente scoppiano le guerre, ed i due paesi con milioni di poveri, spendono preziose risorse per costruire bombe atomiche.

Personalmente penso che nessun politico aveva pensato che la creazione di Pakistan avrebbe portato a tanto spargere di sangue e forse molti pensavano che era una cosa temporanea, niente di significativo. Penso che quando parlava Jinnah, il responsabile del partito lega musulmana, molti indiani non lo prendevano sul serio, un po' come succede qui quando Bossi parla della sua nazione del nord!

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La partizione dell'India aveva avuto un impatto diretto sulla famiglia di mia mamma.

Mio nonno paterno apparteneva ad una famiglia feudale della regione di Jhelum, e aveva vasti terreni in quell'area. Lui aveva frequentato il Presidency College di Lahore dove studiavano i rampolli delle famiglie ricche e poi aveva trovato lavoro come ufficiale per il ministero degli interni. Quando il governo inglese decise per la partizione dell'India, mio nonno aveva scelto di andare a vivere in Pakistan perché voleva salvaguardare le terre della sua famiglia e pensava di avere molti amici in Pakistan. Invece, quando è arrivato in Pakistan, scoppiavano i disordini con l'uccisione degli indù.

Liaquat Ali, il primo primo-ministro del Pakistan, era un suo amico, gli consiglio di tornare subito in India perché era troppo rischioso per lui in Pakistan. Così, alla fine era tornato in India come un povero profugo. A Delhi, riuscì a riavere il lavoro presso il ministero degli interni, ma non più come ufficiale, ma come un impiegato semplice, e fu visto con sospetto perché aveva scelto il Pakistan. Fino alla sua scomparsa, rimpiangeva la sua casa, le sue terre, e gli amici, rimasti in Pakistan.

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giovedì 1 dicembre 2005

Leggi Incivili Contro i Poveri

Tutte le sere i telegiornali parlano di deficit del bilancio, del calo del PIL e della bassa crescita economica. Forse sono ingenuo, ma non mi sembra molto logico il sistema che parla sempre di crescita di questa o di quella? Non sarebbe opportuno parlare di equilibrio piuttosto che della crescita? Serge Latouche e Touadi hanno scritto articoli provocativi su questo argomento.

Namaita, Nampula, Mozambico

Non possiamo pretendere la continua crescita esponenziale per noi e poi lamentare che i paesi emergenti, Cina, India e Brasile in testa, hanno simili ambizioni e stanno rovinando l’ambiente!

Penso che “salvaguardia della legalità”, ciò è, delle leggi internazionali legate ai brevetti, ai copyright e ai diritti di proprietà intellettuale possono diventare un modo crudele e spietato di salvaguardare le proprie ricchezze e i propri vantaggi, un po’ come le case dei ricchi in Brasile circondate da mura alte, o filo spinato elettrizzato e guardie con le mitragliatrici. Ne anche Bush potrebbe insistere che queste leggi sono basate sui principi di uguaglianza, giustizia e equità. (Invece, se ci penso, lui si che potrebbe insistere, anzi direbbe che sono leggi divine, comandategli direttamente da Dio in persona!).

I governi coloniali varavano le leggi che consentivano la schiavitù e il massimo sfruttamento delle colonie. Quando finalmente la metà del mondo è riuscito a uscire dal colonialismo, queste organizzazioni dei brevetti, erano già pronte con le loro leggi.

Se non si vuole che paesi più poveri usano tecnologie obsolete che inquinano molto di più, forse condivisione delle nuove tecnologie che inquinano meno dovrebbe essere obbligatorio?

Un po’ come i farmaci contro l’AIDS.

Le leggi del mondo “civile” mi sembrano incivili se danno più peso al diritto di vendere e guadagnare piuttosto che al diritto di non morire per malattie che si possono curare facilmente. Le case possono continuare a guadagnare nei paesi ricchi, ma lasciare che le persone povere possono avere accesso ai farmaci salvavita. Milioni di persone muoiono senza ricevere le cure per l'AIDS, e paesi civili continuano a insistere che bisogna rispettare le leggi sui brevetti.

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martedì 29 novembre 2005

La Neve a Bologna

In questi giorni ha nevicato tanto a Bologna. Il nostro parco è sepolto sotto la neve.

Neve, parco Via Agucchi, Bologna

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A Delhi, l'inverno era la stagione più bella della città. Persone abituate a Delhi, trasferitesi a Bombay, spesso dicevano che gli mancava l'inverno di Delhi. 

Inverno era l'occasione per tirare fuori maglioni di lana colorati e le giacche invernali per un paio di mesi che non potevi portare per il resto dell'anno perché faceva troppo caldo. A Delhi, non faceva freddo sul serio. Durante i giorni più freddi, le temperature potevano arrivare fino a 1-2 gradi, ma questi giorni freddi erano pochi e più spesso le minime erano intorno a 7-8 gradi mentre le massime arrivavano fino a 14-18 gradi. Ciò nonostante, il freddo si sentiva di più, perché le case non hanno il riscaldamento. Per cui, dentro le case, tutti giravano con i maglioni e si doveva dormire con le coperte speciali - i "rajai", coperte imbottite di cottone.

Ogni 3-4 anni, quando il cottone dentro i "rajai" vecchi formava dei grumi, si chiamavano gli uomini che facevano il mestiere di sgrumare il cottone. Avevano degli archi con un robusto bastone da una parte, al quale erano legati dei fili di metallo, come delle giganti chitarre. Loro strofinavano questi fili tesi, in mezzo al cottone. I grumi si rompevano facendo volare i morbidi fiocchi di cottone per la stanza, come succede quando fai la lotta con i cuscini e un cuscino si rompe e perde il suo cottone.

Da bambino non avevamo mai visto la neve, delle volte fantasticavo che nevicava a Delhi. Invidiavo mia mamma quando lei ci raccontava della sua infanzia in mezzo alla neve nelle montagne di Simla.  Allora immaginavo che la neve dovrebbe essere come quei fiocchi di cottone. Alla fine della sgrumatura, era divertente raccogliere tutti i fiocchi di cottone e rimetterli dentro i "copri-rajai".

Durante l'inverno, da bambino le dita di miei piedi si gonfiavano come il pane nel forno. Diventavano rosse e mi sentivo un prurito infinito. Anche se oggi penso che non faceva molto freddo, allora mi sembrava di avere molto freddo.

Ricorderò per sempre il mio primo incontro con la neve. Ero all'ospedale di Vicenza ed era ottobre. Ero dentro una sala dietro la vecchia rianimazione, vicino al cancello posteriore. Non mi ricordo che cosa facevo, ma quando ho visto i fiocchi di neve venire giù, sono corso fuori per sentirli sulla mia pelle.

Invece dopo tanti anni, adesso, quando nevica, penso alla fatica di camminare sulle strade sporche e ghiacciate perché devo portare a passeggio mio cane e ho paura di scivolare.

Settimana scorsa ero a Ginevra. Aveva nevicato, c'era tanto vento e faceva freddo. Per il viaggio di ritorno passai da Monaco, la città era tutta coperta dalla neve. La campagna intorno all'aeroporto di Monaco sembrava una torta matrimoniale glassata.

Quando il nostro aereo è arrivato a Bologna, l'aeroporto era chiuso per la neve e abbiamo dovuto andare a Pisa e poi, tornare a Bologna in Pullman.

Si, ormai l'inverno è qui.

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