domenica 29 maggio 2005

Roma e Il Modo di Ragionare Latino

2 giorni fa, avevo già infranto la mia regola di non parlare della politica su questo blog. Sono sempre a Roma per una riunione e con gli amici si parla quasi sempre di politica. Non intervengo spesso, ma ascolto gli altri. Per cui, oggi di nuovo, scrivo sulla politica, perché è una continuazione di quello che ho già scritto.

Stamattina siamo stati prima al Quirinale, e poi, a Campidoglio e all'Altare della Patria.

Altare della Patria, Roma

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Ieri in un'intervista su La Repubblica, D'Alema ha parlato sulla questione Rutelli. E' strana come intervista perché si capisce quasi tutto. Nella mia esperienza, ciò succede rare volte che i personaggi politici parlano in modo così chiaro che li puoi capire. Più delle volte, vi sono lunghi giri di parole, che possono significare sia una cosa che un'altra.

Quando uno arriva in Italia da un mondo anglosassone, si deve abituarsi a questo modo di parlare con tanti giri di parole. Non rispondono mai con un chiaro si o no, invece si deve aspettare lunghe spiegazioni che possono significare tutto e niente. Ciò succede in tutti gli ambiti della vita e spesso, anche nelle riunioni di lavoro. All'inizio, mi perdevo nei giri di parole e alla fine delle riunioni uscivo spesso senza aver capito quello che era stato deciso. Ora dopo tanti anni in Italia, penso di aver assimilato questo modo di pensare. Forse non del tutto, ma almeno un po'. E' un modo che valorizza le sfaccettature e le sfumature degli argomenti, anche perché spesso la vita è complicata.

Penso che questo stesso tratto, quando è applicato alla cultura, all'arte e al cinema sia una cosa molto più bella. Una volta che si entra dentro questa logica e lo capisce, il modo di ragionare anglosassone sembra un modo troppo assolutistico e, forse finto chiaro. Perché la realtà non è sempre lineare e ci vuole un po' di confusione. Invece per il mondo del lavoro, non so questo modo di ragionare è di aiuto.

Comunque, per tornare all'intervista di D'Alema, mi ha sorpreso che tra i politici si può parlare in termini così chiari.

Oggi, anche Scalfari in un'editoriale su La Repubblica torna sulla questione Rutelli con la storia del Milan che ha perso il campionato al Liverpool e la storia della tartaruga e lo scorpione. Picchia forte, Eugenio Scalfari. E' la natura dello scorpione pungere e non ci si può fare niente, lui conclude!

L'unica cosa che non mi piace in questa parabola è il presupposto che si doveva supportare la reciproca compagnia solo per attraversare un fiume (vincere le elezioni). Se fosse solo questo lo scopo della politica, allora ...

Mi sorprende questa mia passione per la politica. Forse mi passerà!

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Roma, questa volta, mi sembrava come un set cinematografico gigante di Benhur o di Dieci Comandamenti. Non importava dove guardavo, mi sembrava di vedere delle scenografie imponenti con dei monumenti meravigliosi, come non succede in nessun altra città al mondo.

Altare della Patria, Roma


 Mi piace Roma, così intrisa del passato e della storia.

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