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martedì 13 settembre 2005

Un mondo senza batteri?

Da bambino in India, io imparavo che ciascuno di noi è in questo mondo con un suo preciso scopo. In questo "ciascuno" rientravano tutti gli esseri, non soltanto noi, gli esseri umani.

Non devi uccidere gli altri esseri è il principio cardine dei Gianisti, una delle religioni indiane, dove i santoni gianisti vanno in giro con una stoffa per coprire il bocca perché ne anche per sbaglio vorrebbero commettere il peccato di uccidere gli insetti piccoli o gli esserini invisibili.

Tempio Gianista, Halebidu, Karnataka, India

In India, è anche facile vedere le persone indù che spargono un po' di farina per terra, per dare da mangiare alle formiche, perché pensano che se Dio ha creato loro, ci deve essere un posto anche per loro negli equilibri del mondo.

Gli indù hanno milioni di dei, ciascuno di loro ha un suo animale e una sua pianta, per questo tutti gli animali e le piante del mondo sono sacre, e non dovrebbero essere tagliate o danneggiate o uccise inutilmente.

Tutte queste credenze sono viste come superstizioni o "vecchi modi di pensare" da persone che credono nella logica e razionalità. Invece, penso che questi sono modi rispettosi della natura e della diversità del pianeta.

Forse è per questo che quando vedo la pubblicità per tutti i prodotti per rendere la tua casa sterile, mi sento un po' disturbato. Che bisogno c'è per i detersivi antisettici o prodotti per pulire i pavimenti con proprietà antibatteriche? Perché non bastano più saponi normali per lavare le mani e bisogna avere lozioni potenti che rendono sterile tutto?

Mi chiedo se i batteri non sono necessari per l'equilibrio della natura? Se i bambini non verranno in contatto con i batteri normali della terra, come svilupperanno i loro sistemi immunitari? O smetteremo di portarli fuori dalla casa, nei parchi o sulle giostre perché il mondo è pieno di batteri e li faremmo crescere dentro globi sterili?

I batteri che vivono sulla nostra pelle, nelle nostre bocche e intestini, si sono sviluppati insieme a noi nei milioni di anni di evoluzione, vogliamo eliminarli senza capire quale ruolo svolgono per la nostra salute?

So che l'uso scorretto degli antibiotici è responsabile per lo sviluppo dei ceppi resistenti dei batteri. Vi sono dei batteri che ormai non rispondono a nessun antibiotico. In questa situazione, vendere questi detersivi che ammazzano i batteri non sono rischiosi per lo sviluppo di nuovi ceppi ultra-resistenti di batteri, questa volta davvero nocivi per la salute umana? O forse ormai, tutto viene deciso da venditori e interessi commerciali, i quali hanno più diritti di altri noi, esseri consumatori?

Credo che dobbiamo ribellare, rifiutando di comprare tutti questi prodotti che vantano di sostanze antibatteriche sempre più potenti.

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mercoledì 25 maggio 2005

Andare a Cercare i Papaveri su una Sedia a Rotelle

Penso a questo blog come il mio diario.

Oggi ho soltanto qualche breve appunto sui papaveri per il mio diario. Immagino che dopo qualche anno, tornerò a guardare queste pagine del mio blog e mi chiederò cosa c'era di così importante che bisognava scriverlo giù?

Fiori di Papavero, Bologna

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Era venuta a trovarmi la mia amica Mariangela. Mentre eravamo seduti nel parco abbiamo parlato dei papaveri. Lei diceva che era tanto che non aveva visto i papaveri. Per cui, siamo andati a cercare il campo di papaveri lungo via Zanardi e abbiamo scattato tante foto. Alcune di queste foto sono venute proprio bene.

Fiori di Papavero, Bologna

Mentre guardo queste foto, dimentico la paura che avevo mentre andavamo lungo la via Zanardi per le macchine che sfrecciavano veloci, non sempre sembravano contente di rallentare per far passare la sedia a rotelle di Mariangela. Dopo aver ammirato questi fiori delicati e fragili e dopo aver sfidato la morte sulla Via Zanardi siamo tornati verso casa.

Per capire le difficoltà di girare su una sedia a rotelle nella città, devi una volta sederti su una di queste sedie e cercare di attraversare una strada. O, come me oggi, accompagnare qualcuno su una sedia.

Poi siamo tornati di nuovo al nostro parco di Via Agucchi perché Mariangela voleva assaggiare i gelsi.

Non sono sicuro se i gelsi sono gli stessi che si chiamano anche le more?

Comunque, nel nostro parco questi alberi sono pieni di frutta che nessuno raccoglie. Invece, da bambino, avevamo due alberi simili, di fronte alla nostra aula, ma a quei tempi, eri fortunato se riuscivi a trovare un gelso da mangiare, anche acerbo. Con tutti i ragazzi che giravo intorno, si faceva fuori tutto.

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