Il quartiere di Alaknanda, dove sto in questi giorni, è una delle zone benestanti di Delhi. Tutte le case hanno 2 o 3 macchine, molti con gli autisti e alcune case hanno i guardiani al cancello. Le case sono belle e spaziose. Al nord di Alaknanda, c'è il quartiere di Greater Kailash II, la zona di quelli che hanno molti più soldi e quasi sempre le loro case sono ville con marmo italiano e piscine. (Nella foto, il mercato del pesce vicino a Alaknanda).
Questo mondo ricco e confortevole, si regge sulle spalle di un'armata invisibile, che si muove come la squadra di formiche - lavano le macchine, vendono verdure, portano i cani a passeggio, cucinano e lavano, aprono i cancelli, portano via le immondizie.
Se stai qui per un po', cominci a non vederli e se per qualche motivo, si intromettono nel tuo mondo, li guardi con un leggero fastidio. Loro vivono in mezzo alla ricchezza con gli occhi pieni di speranza, sognano un mondo cosi' anche per i propri figli.
"Voglio che mio figlio studia e diventi un alto ufficiale", mi ha detto Shanti, una donna che fa le pulizie nelle case.
Ogni tanto i telegiornali parlano del ricco signore o la ricca signora, uccisi dai loro domestici, ma se vedi la marea di queste persone invisibili, ti chiedi, perché non ribellano contro i padroni con la violenza, come succede spesso in Brasile e in Kenya?
Quando ho chiesto a Shanti della sua casa in un villaggio del Bengala, lei mi ha raccontato dei campi verdi, delle galline e del ritmo lento delle giornate.
Ma quando le ho chiesto perché non tornava nel suo villaggio, lei si è messa a ridere. Ha detto, "Qui faccio più soldi in un mese di quanti ne guadagna mia marito nel villaggio in un anno. Questo lavoro è facile, nel villaggio devo rompermi la schiena tutti i giorni. Qui sono libera, nessuno può dirmi niente. Ho fatto venire il mio figlio, adesso studia in una scuola privata dove insegnano l'inglese. Ho mandato i soldi a casa per pagare il debito che avevamo. Farò costruire una bella casa nel nostro villaggio e l'anno prossimo, voglio far venire qui anche le mie due figlie e il marito. Qui ho le opportunità, nel villaggio non c'è niente. In fatti, quando torno nel villaggio, tutti mi invidiano."
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Le giratorie di Delhi testimoniano migliaia di miracoli ogni giorno, tutti i giorni.
Ero in un auto-risciò vicino alla zona di Karol Bagh. Andare in auto-risciò è sempre un'avventura. Il paesaggio di Delhi sta cambiando, mette insieme il vecchio con il nuovo. In mezzo alla strada vi sono i piloni in cimento armato, dove passerà la nuova metropolitana. Dietro alla collina si alza una statua gigante di dio Hanuman (nella foto sotto), che guarda giù al nuovo passaggio del metro sui piloni e sorride, forse anche lui sogna di andare in giro nella metropolitana.
Alla giratoria, apparentemente nessuno segue una regola. Sembra che tutti i mezzi si buttano in mezzo senza guardare gli altri. Tra questi mezzi ci sono macchine, vespe, motorini, autobus, carri tirati da cavalli, biciclette, carretti spinti dagli uomini. Ognuno cerca di avanzare un centimetro alla volta. Nessuno cede all'altro, se non è proprio indispensabile. Penso che resteremmo bloccati qui per delle ore. Invece, il mio auto-risciò riesce ad uscire da questo caos senza grossa fatica. Mi meraviglia che non vi sono incidenti o feriti per strade.
Dopo 200 metri, ad un incrocio, si ripete tutto di nuovo, tutto come prima. E poi, di nuovo, un altro miracolo all'incrocio successivo.
Sono sicuro che la teoria del caos ha le sue regole alle giratorie di Delhi, che funzionano anche se forse, nessuno li saprà spiegare.
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Ieri sera siamo andati a vedere uno spettacolo della danza classica "Kathak".
Birju maharaj, il guru ultrasettantenne riconosciuto in tutta l'India per la bravura in questa forma della danza, aveva gestito questo spettacolo che si era tenuto in mezzo alle rovine di un'antica rocca del sedicesimo secolo, non lontano dal centro di Delhi. Le luci, i colori dei costumi, lo sfondo delle rovine, la coreografia e la bravura dei danzatori - era un'esperienza meravigliosa.
Verso la fine dello spettacolo, il guru Birju Maharaj (nella foto sotto) è apparso sul palcoscenico per mostrare alcuni passi di danza e per spiegare l'inspirazione che lui si trae dalla natura per comporre queste danze, era incredibile. Sembrava che il suo corpo si muove ancora con l'agilità di un giovane.
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