giovedì 18 agosto 2011

Io canterò dopo la mia morte

Io lavoro per AIFO, un'associazione che lavora con i malati di lebbra e con le persone disabili. Penso che sia stata una grande fortuna per me poter lavorare per qualcosa che mi appassiona e che mi dà tanta soddisfazione.

Vi presento alcune parole di Raoul Follereau, la persona che ha ispirato AIFO, che spiegano il senso di quello che sento dentro di me:
E' questo l'esempio, questo ricordo vi lascio.
Non avrete bisogno di girare il mondo senza sosta per trovare la felicità .
La vostra felicità e nel bene che farete, nella gioia che diffonderete intorno a voi,
Nel sorriso che farete fiorire, nelle lacrime che avrete asciugato.
Certo la vita quotidiana e difficile, ma essa è giovane e bella per l'eternità.
E poi quando avrete delle difficoltà, dei contrasti,
Ricordatevi che l'importante non è ciò che si raccoglie, ma ciò che si semina,
L'importante non è ciò che si è, ma ciò che si offre.
Siate seminatori d'amore, il mondo vi attende e vi reclama.
Organizzate l'epidemia del bene e che essa contamini il mondo.
Che importano la stanchezza del giorno, l'incertezza del giorno dopo?
Chi combatte per un ideale, anche se vinto, è invincibile.
Il mondo ha fame di grano e di tenerezza.
Lavoriamo! 
Raoul Follereau

lunedì 15 agosto 2011

Il mio cuore dice si

Il ciclo di Bollywood continua con il film "Il mio cuore dice si" (titolo originale "Vivah", di Suraj R. Barjatya, India, 2006)  programmato per il sabato 20 agosto 2011 sera. "Il mio cuore dice si" è un film molto indiano e tradizionale nei suoi valori e tocca il tema dei matrimoni combinati in India.

Vivah - il mio cuore dice si

Spesso le persone in occidente pensano ai matrimoni combinati come qualcosa di negativo, come qualcosa che viene imposto alle persone, negandole la scelta libera del proprio partner. Invece la maggior parte dei giovani in India non vede i matrimoni combinati in questo modo.

Sicuramente quello che aspettiamo dalla vita dipende molto dalla cultura dove cresciamo. La cultura occidentale è molto più individualista dove si impara da quando si è piccoli ad essere autonomi e indipendenti. Per esempio, spesso i genitori vogliono che il loro bambino piccolo si abitui a dormire da solo e non nel letto con la mamma e il papà. Quando le persone crescono, aspettano di trovare la persona giusta che farà scintille nei loro cuori e che potranno amare.

In India, il valore principale che percepisci da quando sei piccolo è che sei parte di una famiglia, in caso di bisogno la famiglia si occuperà di te, ma anche quando la famiglia avrà bisogno, sarà il tuo dovere pensare alla famiglia. Nello stesso modo impari da quando sei un bambino che quando arriverà il momento la tua famiglia cercherà il tuo compagno di vita, potrai dire le tue opinioni e decidere chi ti piace e poi amerai quella persona.

E' vero che anche India sta cambiando, e spesso anche in India, sopratutto nelle città, i giovani vogliono sposare per amore, ma ancora oggi, spesso individualismo si mescola con le tradizionali e si cercano di salvaguardare alcuni aspetti della propria cultura mescolando con altri aspetti più occidentali.

Comunque, penso che il film, "Il mio cuore dice si" vi farà capire molto di più su come funzionano i matrimoni combinati, più di qualche spiegazione teorica.

Trama del film: Prem (Shahid Kapoor) è un manager e appartiene ad una famiglia ricca, a Nuova Delhi. Suo padre (Anupam Kher) vuole cercare una moglie con i valori tradizionali per Prem e gli chiede di andare a vedere Poonam (Amrita Rao), la nipote di un suo vecchio amico, Krishna Kant (Alok Nath) di una famiglia molto più modesta che vive a Mathura, una piccola cittadina non molto lontana da Delhi.

Vivah - il mio cuore dice si

Prem è un po' scettico che una ragazza così semplice gli piacerà ma comunque accetta la proposta di suo padre per andare a casa di Poonam.

Poonam aveva perso i genitori quando era piccola ed è cresciuta a casa di suo zio. A casa di zio ci sono anche la zia Rama (Seema Biswas) e la loro figlia Rajni (Amrita Prakash). Rajani è meno bella e meno brava a scuola di sua cugina, ma entrambe si vogliono bene come due sorelle. Invece zia Rama è un gelosa della nipote di suo marito.

Prem resta folgorato da Poonam e subito accetta la proposta del matrimonio. Anche lui piace a Poonam. Cosi il loro matrimonio non ha più ostacoli.

Poco alla volta i due iniziano a conoscersi meglio ed a innamorarsi. Rajni è felice per la sua cugina ma zia Rama si sente ancora più frustrata perché Poonam è riuscita ad avere uno sposo di una famiglia così ricca. Più il giorno del matrimonio si avvicina, più la zia Rama diventa polemica e aggressiva.

Il giorno del matrimonio, un fuoco divampa in casa e Rajni rischia di morire bruciata. Poonam sfida la morte per salvare la cugina e finisce con gravi ustioni. Ma Prem vorrà sposare una ragazza resa deforme dalle cicatrici delle ustioni?

Vivah - il mio cuore dice si

La casa di produzione Rajshri: Il film è stato prodotto da Rajshri, una casa di produzione dei film molto particolare di Bollywood.

La casa di Rajshri è nata nel 1947, l'anno dell'indipendenza dell'India, creata da Tarachand Barjatya, un seguace di Mahatma Gandhi. Negli sessanta anni della sua esistenza, loro sono rimasti fedele ad alcuni principi - esaltare i valori tradizionali indiani con dei film senza violenza e senza nudità, con delle storie semplici raccontate spesso con gli attori nuovi.

Così Rajshri productions ha presentato alcuni dei film più importanti del mondo di Bollywood - Dosti (Amicizia, 1964), Uphaar (Regalo, 1971), Chitchor (Rubacuori, 1976), Dulhan wohi jo piya man bhaye (Sposa sarà quello che piace al ragazzo, 1977), Maine Pyar Kiya (Mi sono innamorato, 1989) e Hum aap ke hain kaun (Chi sono per te?, 1994).

Alcuni degli attori più importanti di Bollywood, come Salman Khan a Madhuri Dikshit e Amitaabh Bacchan, hanno iniziato le loro carriere o il loro primo film importante con il Rajshri films.

Suraj Barjatya, il figlio del patriarca e fondatore Tarachand, ha iniziato a lavorare come regista nel 1989 con Maine Pyar kiya (Mi sono innamorato) nel 1989 e il film è stato un grande successo commerciale.

Il suo secondo film come regista, Hum aap ke hain kaun (Chi sono per te) nel 1994 è stato il primo film di Bollywood a trovare il successo in tutto il mondo ed è stato il più grande successo commerciale di Rajshri. Ricordo di aver visto questo film a Georgetown in Guyana, più di anno dopo che era uscito, e la sala era tutta piena. Alcuni teatri hanno continuato a proiettare questo film senza interruzioni per più di 3 anni.

In qualche modo, il grande successo di questo film è diventata la maledizione della casa di Rajshri.

"Hum aap ke hain kaun" presentava la storia di un matrimonio combinato. Molti critici l'avevano criticato come "un video di un matrimonio indiano che dura 3 ore" e il film aveva 22 canzoni. Purtroppo, dopo questo film, sembra che la casa di Rajshri non riesce a trovare altri soggetti per i loro film se non il tema del matrimonio combinato.

Penso che "Vivah" (letteralmente "Matrimonio" con il titolo italiano "Il mio cuore dice si") programmato per il 20 agosto sia riuscito meglio di diversi altri film girati da Casa Rajshri negli ultimi 10 anni, grazie sopratutto ai due attori principali - Shahid Kapoor e Amrita Rao. Immagino che per qualcuno, il film sarà troppo dolce, un po' come i dolci indiani che hanno tanto zucchero, ma se vi piacciono i film romantici, non resterete delusi.

Il film ha una delle mie attrice preferite di Bollywood, Seema Biswas, nel ruolo della cattiva zia Rama. Penso che sia una delle attrice più brave di Bollywood e che è un vero peccato che non trova ruoli migliori per il suo talento. Forse qualcuno di voi la ricorderà con la vedova Shakuntala nel film di Deepa Nair, Water (Acqua), quella che alla fine del film porta la bambina al treno di Gandhi.

Oltre ad essere una casa di produzione dei film, Rajshri è anche un'agenzia di distribuzione dei film e dei telefilm. La buona notizia è che tutti i film (e alcuni telefilm) di Rajshri sono disponibili online gratuitamente e se volete, possono essere scaricati a prezzi veramente modici - purtroppo solo alcuni di loro hanno i sottotitoli in inglese.

Per esempio, al sito di Rajshri, potete guardare il mitico "Hum aap ke hain kaun" con i sottotitoli in inglese (durata totale 3 ore e 18 minuti).

***

domenica 14 agosto 2011

E' Tempo di sognare - sogno di studiare

Non avevo visto prima il film di ieri, "E' il tempo di sognare" (titolo originale "Nanhe Jaisalmer" di Samir Karnik, India, 2007) per cui non so quali scene del film hanno tagliato nella versione italiana.

Penso che la parte più bella del film era la sua ambientazione nella città di Jaisalmer, in mezzo al deserto di Thar nello stato di Rajasthan in India, con i suoi belli palazzi e templi, i suoi cammelli e le sue persone con i loro vestiti colorati.

I film che parlano di grandi questioni sociali possono scegliere un modo realistico di far vedere i problemi, ma in questo modo, i film sono più come dei documentari e spesso non riescono ad attirare il grande pubblico.

Nanhe Jaisalmer - E' tempo di sognare

Per questo motivo, qualche volta i film che parlano di grande questioni sociali, scelgono un modo fiabesco di raccontare la storia, dove la realtà è addolcita e abbellita con le fantasie. Così il grande pubblico li può guardare senza sentire troppo l'angoscia delle situazioni reali che le persone affrontano nelle loro vite. Anche "E' il tempo di sognare" sceglie questa seconda via per raccontare il problema del lavoro minorile e la mancanza di educazione in molte parti dell'India.

Il film racconta la storia di Vikram Singh(interpretato da Dwij Yadav per la maggior parte del film, e da Vatsal Seth, nelle parti del film dove è un adulto) chiamato anche Nanhe Jaisalmer (Piccolo Jaisalmer) dai parenti e dagli amici. A casa, Nanhe ha sua mamma (Prateeksha Lonkar) e sua sorella Suman (Rushita Singh). Il quartiere di Jaisalmer dove abita Nanhe, è popolato da alcuni suoi amici piccoli e altri adulti, tra i quali lo zio Khema ji  che ama i sorsi di alcol (Sharat Saxena) e suoi amici Jassuji (Vivek Shaq) e Dhurjan Singh (Rajesh Vivek).

Nanhe lavora come una guida turistica e trasporta i turisti in giro sul suo cammello Raja. E' un ragazzo molto sveglio e capisce parole di 4 lingue diverse, ma è analfabeta. E' anche un grande fan di un attore di Bollywood - Bobby Deol.

Madam (Beena Kak), una ricca signora che abita in un antico palazzo, organizza lezioni serali di alfabetizzazione, vuole che Nanhe frequenti la sua scuola, per poi un giorno andare alla scuola vera, ma Nanhe non ne vuole sapere e preferisce andare a vedere i film e a masticare tabacco con gli amici, affinché un giorno incontra il suo idolo Bobby Deol e Bobby diventa lo stimolo per il suo cambiamento.

Dal punto di vista visivo, penso che il film si presentava molto bene e anche Nanhe (Dwij Yadav) era simpatico, anche se un po' troppo precoce come bambino con un modo di parlare non sempre adatto ai bambini. Gli altri attori, sopratutto Prateeksha Lonkar nel ruolo della mamma e Rushita Singh nel ruolo della sorella maggiore, non erano male.

Ma dal punto di vista della trama il film aveva alcuni buchi - far vedere una famiglia non poverissima, ma che può permettersi una vita dignitosa, dove la ragazza ha frequentato la scuola e il maschio non frequenta la scuola ma invece lavora, sembrava non molto credibile. In India spesso succede il contrario - i maschi frequentano la scuola mentre le femmine devono lavorare.

Anche la scena dove la famiglia di un possibile sposo per Suman viene a casa per vederla non era molto realistica perché loro non fanno nessuna domanda alla ragazza, non chiariscono niente prima di annunciare che Suman va bene come sposa per il loro figlio. Vi erano tante altre piccole cose simili, che rendevano la sceneggiatura un po' superficiale.

La figura del Madam (Geeta Kak), la signora benestante che insegna, sembrava essere modellata sulla figura di Gayatri Devi, la regina madre di Jaipur scomparsa alcuni anni fa, nel suo modo di vestirsi e di parlare.
Nanhe Jaisalmer - E' tempo di sognare

Per me, il buco più grande nella storia del film era far vedere che l'incontro con Bobby Deol era tutta una fantasia. Penso che sia poco credibile come succedeva nel film che in alcune scene il ragazzo non fantasticava solo sulla figura di Bobby Deol ma immaginava tante altre persone che gli stavano intorno, compreso le riprese di un film.

Per quanto riguarda la conversione del film in italiano, penso che l'episodio legato alla vendita del cammello poteva essere spiegato un po' meglio perché così come è stata presentato, non si capiva cosa era successo e perché.

Inoltre, la pronuncia di alcune parole indiane - sopratutto il nome di Nanhe stonava (nel film suonava come "nané" invece di "Nan - hé"). Inoltre la pronuncia del alfabeto indiano poteva essere migliorata, anche se è vero che diversi suoni usati in hindi mancano in italiano.

Tra le canzoni del film, che non conoscevo prima, mi è piaciuto di più quella che riprendeva alcuni versi di una canzone folkloristica molto popolare della zona, cantato dal vecchio musicista nel film, "Kesariya balama more, padharo mharo des" (Amore mio color zafferano, vieni nel mio villaggio - qui la parola zafferano è sinonimo di bellezza, un po' come dire "amore mio latte e miele").

In generale non mi piace Bobby Deol. Devo ammettere che in questo film non era troppo male e in alcune scene era quasi simpatico.

Non sono proprio convinto del messaggio finale del film che per i bambini poveri che non frequentano la scuola, è solo una questione della loro mancanza di interesse nello studio.

Penso invece che per molti bambini, la povertà è una grande barriera che non permette a loro di frequentare la scuola. Ignoranza dei genitori potrebbe essere un'altra causa importante.Nel film vi erano diversi bambini che lavoravano invece di studiare, ma film non parla di altri a parte Nanhe, e non approfondisce se anche gli altri bambini potevano avere accesso alla scuola e come?

***

Shammi Kapoor

Stamattina è morto l'attore Shammi Kapoor. Aveva 79 anni e il suo vero nome era Shamsher Raj Kapoor. Era figlio dell'attore Prithviraj Kapoor, fratello di altri due attori famosi degli anni sessanta e settanta - Raj Kapoor e Shashi Kapoor, ed era sposato con l'attrice Geeta Bali. Altri membri di questa famiglia, più conosciuti oggi sono Rishi Kapoor, Ranbir Kapoor, Kareena Kapoor e Karishma Kapoor.

Ero un bambino quando Shammi Kapoor aveva iniziato a lavorare nei film. A quell'epoca, mi piacevano i film seri, e pensavo che lui era un attore frivolo e poco importante. Era solo nel 1966 con il suo film Teesri Manzil (Terzo piano) che finalmente ho iniziato ad apprezzarlo. Shammi era famoso per il suo stile vigoroso di danza che potrebbe essere definito come il stile "trema tutto", e che faceva pensare a Elvis Prestley.

Nel 1974, era uscito il suo primo film come regista, Manoranjan (Divertimento), ispirato dal musical francese Irma la Douce.

Era uno degli primi attori di Bollywood che si interessava di internet. Si era fatto un suo sito web e così mi ero messo in contatto con lui e circa 7-8 anni fa avevamo scambiato qualche email.

***

sabato 13 agosto 2011

Rakhi - la festa dei fratelli

Ieri sera ho ricevuto i due "rakhi" mandati dalle mie sorelle per la festa dei fratelli. I rakhi possono essere anche dei fili semplici, sopratutto i fili rossi. Si possono anche comprare o creare dei rakhi più elaborati con le forme dei fiori o con i simboli tradizionali. Per la festa dei fratelli in India che si chiama Rakhi o Raksha Bandhan (letteralmente "Legame della protezione"), le sorelle legano il rakhi intorno al polso dei loro fratelli.

La festa trova maggiore risonanza nel nord dell'India. Nelle città odierne, oramai la festa non è associata a grandi cerimonie. Invece nei villaggi e nelle piccole città la festa viene celebrata con maggiore fervore.

Esiste un'altra festa simile in India - il Bhai Duj (letteralemente "secondo giorno del fratello") che si celebra due giorni dopo la festa della luce (Diwali), quando c'è una nuova luna di due giorni (la notte di Diwali è una notte senza luna). La parte nord ovest dell'India dà più importanza a Rakhi (negli stati di Punjab, Rajasthan, Gujarat, Maharashtra) mentre nel nord est (Uttar Pradesh, Orissa, Bihar) si dà più importanza a Bhai Duj. Comunque oramai le due feste sono celebrate più o meno in tutta India.

Di solito, la cerimonia tradizionale di Rakhi si tiene presto alla mattina dopo che i fratelli e le sorelle hanno fatto il bagno e hanno messo su i vestiti nuovi o almeno i vestiti puliti. Le sorelle più vecchie, iniziano con i fratelli più vecchi. Il maschio si siede su uno sgabello basso con le gambe incrociate.

La sorella si siede di fronte con le gambe piegate, con il piatto di puja (preghiera) nelle mani. Un piatto tipico di puja dovrebbe avere, una lampada, un po' di kumkum (il polvere rosso) con i granelli di riso crudo, il filo o il Rakhi più elaborato, e un po' di dolci.

La sorella prima fa l'aarti (adorazione cantata o parlata con le parole sacre chiedendo lunga vita per il fratello), mentre gira il piatto di puja di fronte al fratello. Poi metto il segno di kumkum e riso sulla fronte del fratello e lega il filo di rakhi intorno al suo polso. Alla fine, gli mette un pezzo di dolce nella bocca.

Graphics on Rakhi designed by Sunil Deepak, 2011

Adesso tocca al fratello. Il fratello dà il suo regalo (vestito, dolci e/o soldi) alla sorella e le rinnova la sua promessa di aiuto e di protezione.

Spesso, finché la sorella non ha legato suo rakhi al polso del fratello, non può mangiare. Quando le sorelle o i fratelli sono sposati e non vivono più nella stessa casa, uno dei due, sopratutto quelli più giovani, vanno alla casa dei fratelli o delle sorella maggiori per completare il rito. Invece se abitano in città diverse, si può anche mandare il rakhi per posta.

Fino ad alcuni anni fa, anche le mie sorelle mi mandavano il rakhi tramite la posta. Invece negli ultimi anni, oramai abbiamo scelto i rakhi virtuali, mandati tramite email, anche perché arrivavano quasi sempre dopo che il giorno della festa era già passato.

Festa per le ragazze: Non esiste una festa proprio uguale per le sorelle. Esiste invece la festa dell'adorazione delle ragazze nubili. Si chiama Kanjak (Offerta dei dolci) e la si celebra l'ottavo giorno della festa di Dusshera o di Durga Puja (il giorno di Ashtami), 22 giorni prima della festa di Diwali.

Per questa festa, le figlie della casa ricevono nuovi vestiti e si invitano loro insieme a tutte le ragazze nubili dei vicini di casa, per mangiare dei dolci e a ricevere regali. Le mamme fanno il loro aarti (adorazione) con il piatto di Puja, esattamente come descritto sopra. Così il giorno della festa, spesso piccoli gruppi di ragazze girano tra le case, passando da una casa all'altra, mangiando dolci e raccogliendo soldi e/o regali.

I miti e la tradizione: Vi sono diverse storie sull'origine della festa di Rakhi nella mitologia indù. Una delle storie più conosciute è l'episodio del poema epico Mahabharata, quando i principi Pandava perdono la moglie Draupadi in una scommessa legata al gioco d'azzardo. I principi Kaurava cercano di spogliarla pubblicamente, e Draupadi chiama il suo fratello Krishna, il quale copre il corpo di Draupadi con un sari senza fine e così salva la sua dignità.

Nel film La sposa dell'imperatore (Jodha Akbar) trasmesso su Rai Uno la scorsa settimana, c'era il complotto di Mahamanga, la balia dell'imperatore, per screditare la nuova regina. Nella scena dove arriva Surajmal, il fratello di Jodha, per incontrarla in segreto, lui le dice di aver ricevuto una sua lettera che chiedeva aiuto insieme ad un rakhi. In questa scena, il  rakhi era per ricordare al fratello la sua promessa per venire in aiuto alla sorella in caso di bisogno.

Comunque, penso che il significato di Rakhi è legato anche al ruolo della donna nelle società patriarcali.

La percezione popolare vede la donna come un soggetto debole che ha il bisogno del suo fratello per proteggerla. Per questo le sorelle legano il rakhi, i talismani per proteggere i fratelli durante le guerre, e i fratelli promettono di proteggerle.

In passato, la festa di rakhi era un modo per tenere i legami tra i fratelli e le sorelle, perché le ragazze sposate diventavano "proprietà" della famiglia dello sposo e potevano avere rapporti con le proprie famiglie soltanto durante alcune feste come il rakhi.

Ma penso che il concetto tradizionale di "protezione" della sorella è legato anche al concetto di salvaguardare "onore" della famiglia per cui bisognava salvaguardarle dagli occhi indiscreti delle persone di caste più basse e di altre religioni.

Oggi le ragazze indiane lavorano, fanno anche poliziotti, marinai e soldati, ma ancora per molte donne in India, i valori della società patriarcale sono una grande barriera.

Amare una persona di un'altra casta o di un'altra religione, è ancora oggi legato a quello che viene chiamato "honour killing" (uccisione per onore). Alle ragazze violentate, si chiede spesso di non parlarne perché denunciando lo stupro rischiano di "infangare il nome della propria famiglia" e di non trovare mariti.

La società tradizionale ha bisogno di superare questi concetti. Per cui penso che Una delle sfide oggi in India è come cambiare i valori tradizionali delle feste come la festa di Rakhi, senza perdere il suo valore di festa e senza negare l'importanza delle tradizioni.

***

mercoledì 10 agosto 2011

E' tempo di sognare - Bollywood su Rai Uno

Il prossimo film del ciclo "Stelle di Bollywood" programmato per il sabato 13 agosto sera si chiama "E' tempo di sognare" (titolo originale, "Nanhe Jaisalmer" di Samir Karnik, India, 2007). E' un film con un messaggio sociale - l'importanza dell'educazione per i bambini.

Poster E' tempo di sognare

Ma i film possono veramente influenzare la realtà del mondo? Le risposte a questa domanda variano secondo il tipo di film che avete girato.

Se i film parlano di violenza, stupro, crudeltà, ecc., i loro registi sostengono che i film riflettono la realtà del mondo che ci circonda e non è giusto pensare che solo i film possono influenzare i comportamenti delle persone.

Invece vi sono altri registi che pensano che tramite il cinema si può veicolare dei messaggi per promuovere un cambiamento sociale. Il regista Samir Karnik fa parte di questo gruppo dei registi.

Un altro film di Samir Karnik ("Gara dei Cuori", Titolo originale, "Kyon ho gaya na", India, 2004) era già stato trasmesso nel ciclo estivo di Rai Uno nel 2008.

Dopo diversi film bocciati dal pubblico, finalmente Karnik ha trovato il suo primo successo commerciale in India nel 2011 con il film "Yamla Pagla Deewana".

Invece il film programmato per il 13 agosto, "E' tempo di sognare", era stato rifiutato dal grande pubblico indiano quando era uscito al cinema. Non l'avevo visto, per cui non posso dire molto sul film. Le recensioni indiane del film avevano parlato molto bene di Dwij Yadav nel ruolo di Nanhe (letteralmente "Piccolo"), il bambino protagonista principale del film, un bambino che lavora come guida turistica a Jaiselmer, la favolosa città nel deserto di Rajasthan nel nord ovest dell'India. Nel film, Nanhe è un grande fan dell'attore Bobby Deol, una stella di Bollywood. Il film parla delle fantasie di Nanhe che sogna di incontrare l'attore, e come queste fantasie aiutano il bambino a superare le difficoltà e a studiare.

L'attore Bobby Deol, è un figlio d'arte. Suo padre Dharmendra è stato una degli attori più importanti di Bollywood per circa 30 anni, dagli anni sessanta agli anni novanta. Sunny Deol, altro figlio di Dharmendra ha trovato grande successo come attore dei film d'azione negli anni novanta. Invece Bobby Deol non ha trovato il grande successo come una stella di Bollywood.

***
PS: Per ulteriori riflessioni sul film http://awaraghi.blogspot.com/2011/08/e-tempo-di-sognare-sogno-di-studiare.html

domenica 7 agosto 2011

La sposa dell'imperatore

Alla fine, ieri 6 agosto sera, il ciclo dei film di Bollywood sul Rai Uno è iniziato con La Sposa Dell'Imperatore (titolo originale "Jodha Akbar", regista Ashutosh Gawarikar, India 2008) e non potevano scegliere un film migliore per iniziarlo.

Finalmente sembra che le persone che curano l'organizzazione della presentazione dei film di Bollywood hanno capito come farlo funzionare e il film presentato ieri sera ne era un buon esempio - non hanno tagliato tutte le canzoni e le danze del film.

Il film "La sposa dell'imperatore" presentato ieri sera sulla TV italiana era molto diverso dal film originale "Jodha Akbar" uscito in India e che aveva vinto diversi premi nazionali ed internazionali. Il film originale durava 3 ore e 33 minuti, mentre la versione italiana durava intorno a 1 ora e 45 minuti, per cui nella versione italiana mancava circa il 50% del film. Soltanto questa differenza può dare un'idea della diversità tra i due film.

Penso che questo fatto solleva questioni interessanti legate al diritto di modificare e cambiare sostanzialmente un'opera artistica. Comunque, è altrettanto vero che secondo le situazioni e il contesto, spesso le scene dei film e dei telefilm sono tagliate, per esempio quando si proiettano i film negli aerei.

La storia di "Jodha Akbar" aveva due filoni principali - (1) la storia d'amore tra imperatore Jalaluddin Mohammed Akbar (interpretato da Hrithik Roshan) e la principessa Rajput Jodha Bai (interpretata da Aishwarya Rai), e (2) la costruzione e consolidamento dell'impero Mughal in India. "La sposa dell'imperatore" focalizza quasi esclusivamente sul primo filone, la storia d'amore tra Jodha e Akbar. Il film originale aveva diverse scene lunghe e imponenti delle guerre, che sono state tagliate completamente dalla versione italiana. In fatti, la versione italiana inizia dopo i primi 30-40 minuti del film originale.

Jodha Akbar - Mahamanga and Jodha

Comunque, sono felice di questa scelta operata da Nicodemo Martino e Michela D'Agata per realizzare la versione italiana di Jodha Akbar. Quando avevo visto il film al cinema in India, avevo trovato noiose le lunghe scene di lotte e di guerre, e avevo pensato che il film sarebbe stato molto migliore se focalizzava solo sulla storia d'amore tra i due protagonisti principali.

L'unica scene che è stata tagliata e che avrei voluto vedere nel film di ieri su Rai Uno, era quella dove il giovane Akbar va a domare un elefante.

Invece, non sono sicuro se è stata una buona scelta, quella di non spiegare le parole delle canzoni con dei sottotitoli. Da una parte penso che sentire solo la melodia potrebbe essere un buon modo per non distrarre gli spettatori italiani e per lasciarli a sentire le emozioni in maniera più profonda e istintiva.

E' vero che per me personalmente, capire il senso delle canzoni è parte importante dell'esperienza del film. Dall'altra parte, penso anche che comprensione letterale delle parole non è sufficiente per capire il loro significato, senza una conoscenza della cultura e della visione di vita di un popolo. Per cui leggere le parole delle canzoni nei sottotitoli forse potrebbe diventare una distrazione per molti spettatori italiani, e non molto utile per sentire le emozioni che le parole vogliono esprimere?

Jodha Akbar - marriage and the sufi singers and dancers

***

Altri film di Bollywood sugli imperatori Mughal: "Jodha Akbar" era il primo film di Bollywood centrato sulla loro vita, anche se le due figure avevano avuto un ruolo molto importante in un altro film - "Mughle-Azam" (Il capo dei Mughal", regista K. Asif, India 1960). "Mughle Azam", è oggi considerato un film di culto in India e racconta la storia d'amore del principe Shekhu (Imperatore Jehangir), primogenito di Akbar e Jodha, con la danzatrice Anarkali (letteralmente "Bocciolo di Melograno").

Mughle-azam poster

Un altro film sulla tragica storia d'amore tra principe Shekhu e la danzatrice, era "Anarkali" (regista Jaswantlal, India 1953), ma in questo film le parti relativi all'imperatore Akbar e alla regina Jodha erano meno importanti.

Dopo la scomparsa di Anarkali, l'imperatore Jehangir aveva sposato Nur Jahan, e vi sono stati alcuni film sull'alto senso di giustizia dell'imperatore Jehangir. Si dice che una volta durante una caccia, per sbaglio, la regina Nur Jahan aveva ucciso un uomo e la vedova di questo uomo aveva chiesto giustizia all'imperatore. La decisione dell'imperatore Jehangir, che amava molto la moglie Nur Zehan, era, "Come la regina ha ucciso il tuo marito, anche tu puoi uccidere il marito della regina". Naturalmente la vedova non voleva uccidere l'imperatore e accettò la ricompensa finanziaria offerta dalla corte.

Invece vi sono stati diversi film indiani relativi alla storia di Shahjehan, il figlio dell'imperatore Jehangir e il nipotino di Jodha e Akbar, il quale aveva costruito il famoso Taj Mahal per la sua amata regina Mumtaz Mahal. C'è stato un film anche sulla vita della principessa Jehanara, sorella di Shahjehan.

***

Le riforme religiose di Akbar: L'imperatore Akbar aveva forti legami con la famiglia Rajput ("Raj" significa il re o il guerriero, "put" significa "figli", ciò è il clan dei guerrieri - dal loro nome, questa zona nel nord ovest dell'India prende il nome di Rajasthan o "la terra dei guerrieri") e cercò di trovare sinergie tra i principali due gruppi religiosi dell'India - musulmani e indù.

Si dice che lui aveva fatto venire alla sua corte gli uomini religiosi di tutte le diverse religioni e poi aveva proposto una nuova religione che metteva insieme i punti più importanti di diverse religioni. Questa nuova religione si chiamava "Deen-e-ilahi", ciò è, "la religione di Dio". Tuttavia, questa nuova religione non trovò sostegno di altri sovrani che avevano seguito Akbar, a partire dall'imperatore Jehangir e alla fine scomparve.

Jehangir, il figlio di Akbar, e Shahjehan il nipotino di Akbar, comunque, avevano mantenuto stretti legami con gli indù, sopratutto con i Rajput. Il primogenito di Shahjehan che si chiamava Dara Shikoh, era uno studioso di testi sacri indù. Invece un altro figlio di Shahjehan, che si chiamava Aurangzeb, era più ortodosso e vicino al islam più radicale. Aurangzeb aveva ucciso il suo fratello maggiore Dara, e aveva imprigionato il padre Shahjehan, per diventare l'imperatore di Hindustan (India). Con Aurangzeb, la politiche religiose cambiarono e per la durata del suo regno, islam radicale tornò ad essere la forza maggiore nell'impero indiano dei Mughal.

***

I monumenti dei Mughal: Akbar era cresciuto a Delhi. La scala alla chiocciola della biblioteca circolare dove era morto Hamayun, il padre di Akbar, si trova dentro il forte vecchio, accanto allo zoo di Delhi. Dall'altra parte della strada c'è ancora il palazzo di Mahamanga, la balia di Akbar (interpretata molto bene da attrice e cantante Ila Arun in "La sposa dell'imperatore").

Palazzo di Mahamanga a Delhi

Il mausoleo di Hamayun, papà di Akbar, che ha ispirato il più famoso Taj Mahal, è un monumento importante di Delhi.

Mausoleo di Hamayun a Delhi

Dopo essere diventato l'imperatore, Akbar aveva fatto costruire il suo palazzo a Fatehpur Sikri, sulla strada che va da Delhi verso Agra. Si dice che Akbar e Jodha non avevano figli e andarono da un santone sufi che si chiamava, Khawaja Muinuddin Chishti, e che abitava da quelle parti. Dopo questa visita la regina Jodha restò incinta e per questo motivo, Akbar decise di avere la sua capitale vicino alla casa del santone. Non so se Ashutosh Gawarikar, il regista di "La sposa dell'imperatore" con la danza dei sufi durante la scena del matrimonio tra Jodha e Akbar, voleva accennare alla devozione dell'imperatore per il santo Khawaja.

La città fortezza di Fatehpur Sikri è chiamata la città fantasma, essa fu abbandonata perché non aveva accesso all'acqua potabile per la popolazione. Jehangir, figlio di Akbar, fece costruire il forte rosso e spostò la capitale dell'impero ad Agra. Anche Shahjehan aveva mantenuto Agra come la sua capitale all'inizio ma poi aveva deciso di far costruire il forte rosso di Delhi. Si possono visitare a Delhi anche i giardini di Roshanara begum, un'altra sorella di Shahjehan.

Poi nel 1658, quando Aurangzeb salì sul trono dei Mughal, la capitale dell'impero Mughal tornò a Delhi definitivamente. La moschea di Moti (perle) dentro il forte rosso di Delhi, fu costruito da lui.

***

Potete leggere anche la recensione di Jodha Akbar che avevo scritto quando il film era uscito nel 2008.

***

Post Più Letti (Ultimo Anno)