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domenica 29 maggio 2022

RRR - Il Ritorno di Bollywood

Bollywood, il mondo del cinema indiano, una volta era famoso per i suoi film masala, ciò è, i film composti da una miscela di scene prefissate, intervallate da danze e musica. Per esempio, la prima regola di questi film era che gli eroi dovevano essere belli e forti, che potevano lottare contro decine di uomini e vincere, senza scomporre la piega dei loro pantaloni, mentre le donne dovevano essere belle e sapere ballare, piangere e chiedere aiuto, ma all'occorrenza, diventare guerriere. Questi film avevano alcune scene di azione, ma anche le emozioni, soprattutto quelle legate alle questioni dell’amore e quelle famigliari. Amicizie, soprattutto quelle maschili, avevano un ruolo chiave nella trama. 

Quando andavi a vedere un film masala, ti dicevano di lasciare a casa il cervello, che ti creava soltanto degli intralci perché ti spingeva a cercare una logica negli avvenimenti. Poi, negli ultimi anni, il mondo dei film masala era andato in declino.

Dopo lo scoppio dell’epidemia di Covid, il cinema di Bollywood era entrato in ulteriore crisi. Diversi grossi film con le stelle di Bollywood, guidati dai nomi famosi di Bombay (Mumbai) e usciti negli ultimi mesi erano stati bocciati dal pubblico.

Paradossalmente, questo momento di crisi di Bollywood, è stato il momento di grande successo per i film girati nel sud dell'India. Questi film hanno registi e attori del sud, poco conosciuti nel resto dell'India. Questa reincarnazione di Bollywood masala film nel sud dell'India ha sorpreso un po’ tutti. 

L'ultimo di questi film, RRR del regista S. S. Rajamouli, uscito in India nel marzo 2022, ha avuto un enorme successo. Questo film è già disponibile su Netflix in Italia in lingua Hindi con i sottotitoli in italiano. Se vi piacciono i film di avventura e azione con l'aggiunta della salsa di Bollywood, non perdetelo.


Trama di RRR

Il film è ambientato nel India del 1920, quando era ancora una colonia inglese. Il Governatore inglese Scott e la moglie Catherine visitano una tribù indigena dei Gond nella foresta. Catherine rimane affascinata da una bambina della tribù che si chiama Molli e decide di portarla con sé a Delhi, nonostante le suppliche di sua mamma. Bheem, il capo della tribù ha il compito di andare a Delhi e riportare la bambina alla tribù.

Il governatore è stato avvertito che un uomo della tribù verrà per cercare di riprendere la piccola Molli e dà l'ordine di catturare questo uomo. Arrivato a Delhi, per sfuggire ai controlli della polizia, Bheem si traveste da un meccanico, assume il nome di Akhtar ed è ospitato da una famiglia musulmana. 

Un giorno Akhtar/Bheem vede un bambino cadere nel fiume e mentre cerca di salvarlo, incontra un uomo, Rama Raju. I due diventano grandi amici e sono inseparabili. Quando Rama è morso da un serpente, Bheem gli salva la vita. Mentre, Bheem cerca una via per entrare nel palazzo del governatore, incontra una ragazza inglese Jenny e tra i due nasce un’attrazione.

Quando Bheem sta per liberare Molli, scopre che il suo amico Rama Raju è veramente un agente speciale degli inglesi con il compito di catturarlo. Ma anche Rama Raju ha un segreto.

Allora, secondo voi alla fine Bheem riesce a liberare Molli e a riportarla nella foresta? In un film masala, la risposta è già scontata, ma il percorso che segue il film per raggiungere questo scopo, è un po' tanto lungo (oltre 3 ore) ma molto divertente, pieno di colpi di scena.

Infatti, la trama del film non ha niente di speciale o innovativo. Ciò nonostante, se vi piacciono le scene di azione e le scene di grande impatto emotivo, vi piacerà questo film. Come spiegato prima, per godere il film è importante non cercare la logica. Tutto è magnificamente esagerato e poco credibile, ma è bello da vedere. Se vi piacciono i film con i supereroi, vi piacerà questo film. 

Commenti

Il film è ispirato da due personaggi realmente esistiti, i quali avevano lottato contro gli inglesi per l’indipendenza dell’India. Il film prende le storie di questi 2 personaggi, li riunisce in una storia inventata della realtà alternativa.

I coloni inglesi del film sono delle figure brutali e crudeli senza pietà, tranne la bella Jenny, pronti a tutto pur di mantenere il controllo dell'impero inglese sulla colonia indiana. Alcune scene di brutalità sono molto forti e crude.

Invece il punto forte del film è la grandezza delle sue scenografie e le sue scene di azioni. Il film è pieno di effetti speciali, dove i leoni e leopardi si mescolano con treni e carri che bruciano, le moto che sono lanciate in aria come dei sassolini e gli uomini che non devono seguire la legge della gravità.

La letteratura e i film sulle lotte indiane contro gli inglesi hanno sempre privilegiato le figure di Mahatma Gandhi, di suoi seguaci e del partito del congresso. Invece, questo film sceglie di raccontare le storie delle persone che credevano nella lotta armata contro gli inglesi e non nella linea della non violenza di Mahatma Gandhi. Molti di questi personaggi indiani che credevano nella lotta armata sono sconosciuti in occidente.

I due personaggi del film, Ramaraju e Bheem, sono modellati come gli eroi delle due storie religiose-mitologiche conosciute in tutta l'India - il Ramayana e il Mahabharata. Nell'ultima parte del film, Rama Raju, il poliziotto che lavora per gli inglesi, si veste e comporta come il personaggio di Rama, compreso l’arco e le frecce. Anche il nome della sua fidanzata Seeta, è ripreso dal libro. In Ramayana, Rama mangia il cibo offerto da una donna Dalit, mentre in RRR, il personaggio di Rama mangia insieme al suo amico e una famiglia musulmana per dare il messaggio di fratellanza.

 

Bheem invece incarna il personaggio eponimo dalla storia di Mahabharata, uno dei fratelli Pandava del libro, un personaggio conosciuto per la sua grande forza fisica. In Mahabharata, Bheem si sposa con Hidimba, una donna di una tribù indigena mentre nel film, il Bheem appartiene ad una di queste tribù.

Allo stesso momento, per assicurare che il mondo multi-religioso dell’India non si senta sopraffatto dalla mitologia indù, per la maggior parte del film, Bheem si traveste da un musulmano e convive con una famiglia musulmana nazionalista. Questa era una delle caratteristiche dei film masala di una volta - assicurare che le principali religioni dell’India, possono essere rappresentante da personaggi postivi in alcuni ruoli chiave di questi film. Il collegamento tra i personaggi del film e gli eroi mitologici di storie ben conosciute al pubblico, è stato citato dai critici indiani come una delle ragioni per il grande successo ottenuto dal film.

Il film ha anche due stelle del mondo di Mumbai, Ajay Davgn e Alia Bhatt, ma entrambi hanno relativamente piccole parti - Ajay Devgn interpreta il padre e Alia Bhatt interpreta la fidanzata di Rama Raju. Invece il film è dominato da due attori del sud dell’India – NT Rama Rao Jr nel ruolo di Bheem e Ram Charan nel ruolo di Rama Raju.

Il titolo del film RRR significa Rise, Roar, Revolt (Alzare, Ruggire, Ribellare), ma secondo i fan del film, è anche un acronimo delle iniziali delle 3 persone – i 2 attori Rama Rao e Ram Charan, e il regista Rajamouli. Quest’ultimo si fa vedere negli ultimi minuti del film, quando appare insieme ai due eroi nella danza-canzone di chiusura.



Se avete guardato questo film su Netflix, fatemi sapere se il film vi è piaciuto o meno. Era tanto che non guardavo un film di Bollywood di questo tipo senza nessuna pretesa intellettuale. Come si direbbero in India, è un'ottimo timepass!

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lunedì 2 maggio 2022

Il Clan dei Bachchan

Qualche settimana fa, a seguito di un mio scritto sulle difficoltà di parlare delle caste da parte degli scrittori e dei giornalisti occidentali, avevo avuto uno scambio di messaggi con Vincenza Venti. Vincenza gestisce un gruppo italiano molto popolare sull’attore di Bollywood, Amitabh Bachchan. In quello scambio, avevo ipotizzato un mio scritto sul signor Bachchan e il tema delle caste. Dopo diverse settimane sono riuscito a trovare il tempo per onorare la mia promessa.

Prima di iniziare questo scritto, voglio subito chiarire che in più occasioni il sig. Bachchan si è espresso contro le discriminazioni legate alle caste e ha fatto parte di alcuni film importanti (compreso il recente “Jhund”) che parlano dell’emancipazione delle persone delle cosiddette “caste basse”.

Il grande clan dei Kayastha

Ognuno delle 4 principali caste (Varna) è suddiviso nei sottogruppi dei grandi clan. Il clan della famiglia Bachchan, come quello di mio papà, si chiama Kayasth. Questo clan fa parte della casta dei commercianti. Secondo mia nonna paterna, anticamente i Kayasth svolgevano i lavori manuali, per cui facevano parte della quarta casta, ciò è, dei Shudra. Loro si occupavano di preparare il materiale di scrittura usato dai bramini. Poi hanno iniziato ad aiutare i bramini nella copiatura dei manoscritti e così hanno imparato a leggere e scrivere. Dopo le invasioni musulmane e poi dopo l’arrivo degli inglesi, hanno trovato lavoro nei tribunali e nelle amministrazioni e hanno iniziato a accumulare proprietà e potere. Sono stati tra i primi a studiare inglese. Così con l’aumento della ricchezza e del potere, sono saliti di grado nel sistema dei Varna. Molti insegnanti, professori, scienziati, poeti e scrittori nel nord dell’India appartengono a questo clan.

All’interno del clan dei Kayasth, vi sono diversi “Jaati” (pronunciato “Giati”), ognuno con il suo cognome. I cognomi più importanti tra i Kayasth sono – Srivastava o Shrivastava, Singh, Sinha, Saxena Kishore e Varma. Secondo le regole della casta, il clan dei Kayasth è endogamo, ciò è, per i matrimoni combinati, dovrebbero sposare all’intero del clan, ma solo tra le persone di cognomi diversi. Per esempio, uno Srivastava non può sposare un altro Srivastava ma potrebbe sposare uno Sinha o Saxena.

Oltre al matrimonio, i vari Jaati di un clan possono essere legati tra di loro con altre strutture sociali di sostegno, per esempio, le scuole ed i sistemi tradizionali di ricevere prestiti. Le persone dello stesso clan che provengono da una specifica zona geografica possono trovare ospitalità presso i confratelli e se devono assumere delle persone, dovrebbero privilegiare i confratelli. I clan condividono le mitologie, i rituali religiosi, i tabù alimentari, e spesso hanno le stesse ricette e modi di cucinare alcuni piatti speciali, e anche lo stesso uso del linguaggio.

Ogni clan di ogni casta, compreso i clan delle cosiddette "caste basse", sono organizzati più o meno nello stesso modo. Per questo motivo, sembra così difficile eliminare completamente le caste, soprattutto nelle piccole città e nelle aree rurali. Invece nelle grandi città, le caste hanno sempre meno importanza.

La Famiglia Bachchan

La città di Allahabad (conosciuta anche come Prayag o Prayagraj) è considerata la roccaforte dei Kayasth. La famiglia di mio padre erano i Shrivasta di Allahabad come lo era la famiglia Bachchan.

Il papà Bachchan si chiamava Harivansh Rai Shrivastav. Aveva 19 anni nel 1926 quando era stato sposato con Shyama, che allora aveva 14 anni. La coppia non aveva avuto figli, e nel 1936, Shyama morì a 24 anni per la tubercolosi. Laureato in letteratura inglese, Harivansh era diventato famoso nel 1935 per il suo libro di poesie intitolato Madhushala (La casa del vino), per il quale aveva scelto il pseudonimo di “Bachchan” (Ragazzino).

Nel 1941, 5 anni dopo la morte della prima moglie, Harivansh si sposò per la seconda volta. Questa volta fu un matrimonio d’amore e la sua sposa Teji, era di religione Sikh. Nel frattempo, altri due volumi delle sue poesie (Madhubala o la ragazza del vino e Madhukalash o l’anfora del vino) avevano avuto grande successo e oramai, lui era diventato famoso come “il poeta Harivansh Rai Bachchan”. Insegnava inglese all’università di Allahabad e la famiglia aveva buoni rapporti con Pandit Jawaharlal Nehru e la sua figlia Indira Nehru (dopo diventata Indira Gandhi) che erano i loro vicini di casa. Abitavano nella zona di Civil Lines di Allahabad, una delle zone più chic della città. Il primo genito Amitabh nacque nel 1942, mentre il primogenito di Indira Gandhi, Rajiv nacque nel 1944, e i due diventarono amici.

Nel 1968, quando Rajiv sposò Sonia, la sposa fu ricevuta all’aeroporto di Delhi da Amitabh e fu alloggiata presso la casa della sua mamma, Teji Bachchan.

Un anno dopo, nel 1969 usci “Saat Hindustani”, il primo film di Amitabh. Due anni dopo, nel 1971 usci, Reshma aur Shera, il suo secondo film, nel quale aveva una piccola parte di un ragazzo sordo e muto. Il successo e riconoscimento popolare arrivarono qualche mese più tardi con il film “Anand”, nel quale era nel ruolo di un medico, triste e serio.

Rapporti con la Famiglia Bachchan

Mio nonno era tesoriere di un’associazione dei Kayasth a Allahabad e conosceva la famiglia Bachchan. Noi eravamo cresciuti a Delhi, ma ai primi anni settanta, quando veniva qualche parente da Allahabad, qualche volta si parlava di Amitabh, come “quel ragazzo magro e alto che girava sulla sua bici”.

Suo papà era così famoso che per molti anni, si parlava di Amitabh come “il figlio più grande di Bachchan ji”. Soltanto negli anni ottanta e novanta, Amitabh è divenuto più famoso del suo papà e la gente ha iniziato a riferire a Harvansh Rai come “il papà di Amitabh”.

Amitabh Bachchan e le Caste

Mentre abitavamo a Bologna, seguivo il festival River-to-River organizzato da Selvaggia Velo a Firenze. Così nel 2011, ho avuto l’opportunità di partecipare alla conferenza stampa di Amitabh Bachchan. Da quel incontro, ricordo ancora il mio pensiero quando l’avevo sentito parlare – “Ma parla proprio come i cugini di Allahabad”!

In quell’occasione, lui aveva parlato della sua famiglia con le seguenti parole: “Mio papa era tra le prime persone a Allahabad ad andare contro il sistema delle caste, predominante in quei tempi. Lui si sposò con una ragazza della religione Sikh e diceva spesso che, ‘Vorrei che i miei figli e nipoti, tutti possono sposarsi con le persone provenienti da diverse parti dell’India.’ In fatti, ho sposato una bengalese, mio fratello si è sposato con una ragazza sindhi, mio figlio ha sposato una ragazza tulu e mia figlia si è sposata in una famiglia punjabi.



Alla fine

Ho voluto scrivere delle caste collegandolo alla storia famigliare di Amitabh Bachchan con la speranza che in questo modo si potrà capire meglio come funziona il complesso sistema delle caste, come sta cambiando nelle città e perché si fatica ad eliminarlo.

Spesso si parla delle caste esclusivamente come l’esclusione sociale di alcuni gruppi emarginati e si chiede come mai dopo tutti questi anni, l’India non riesce a cancellare questo sistema.

Tra i gruppi emarginati, oltre a tutte le sue funzioni sociali, il sistema delle caste serve anche ad avere accesso privilegiato all’educazione e al mondo del lavoro, grazie ai programmi speciali del governo indiano. Per cui, mentre questi gruppi lottano contro la violazione dei loro diritti umani e contro la loro esclusione sociale, essi continuano ad avere la casta come un sistema di aggregazione comunitaria. È per questo che soltanto poche persone lottano per abolizione delle caste, la maggior parte lotta soprattutto per abolire l’esclusione sociale legate ad esse.

domenica 30 dicembre 2012

Cortigiane e prostitute nel mondo di Bollywood (2)

Questa è la seconda parte di un articolo sulla figura delle cortigiane-prostitute nel cinema di Bollywood. Potete trovare la prima parte di questo articolo al seguente link.

Cortesans in Bollywood

Le cortigiane-prostitute erano una figura molto comune nei film di Bollywood fino a 15-20 anni fa, ma oggi la si vede meno spesso. Erano donne artiste, provenienti principalmente da due campi - la danza e il canto. Spesso erano costrette ad essere le concubine degli uomini potenti, e qualche volta dovevano prostituirsi.

Insieme alla scomparsa di queste figure dai film di Bollywood, sono scomparsi alcuni altri elementi, per esempio, il mujra e il shero-shayari.

Il mujra, è una forma indiana di danza e canto, dove una donna seduta canta una poesia, mentre altre donne le ballano intorno. Spesso, la persona seduta (o qualche volta ferma in piedi) è la cortigiana principale, che potrebbe compiere alcuni momenti di danza nelle pause della poesia. Per questo motivo, le cortigiane-prostitute sono chiamate anche "mujrewali".

Nei film odierni, qualche volta le "item songs" possono essere ispirate dai vecchi mujra, ma di solito queste usano parole più esplicite mentre le danze sono popolari e non le danze classiche usate nei mujra. Invece l'elemento di shero-shayari, ciò è la recitazione delle poesie gazal in urdu, è scomparso perché è considerato un modo superato di esprimere l'amore per una perosna.

Spesso le cortigiane-prostitute esibivano le loro danze sulle terrazze chiamate kotha. Di solito una kotha è una terrazza con un basso muro di recinzione, facilmente visibile dalla strada. Per capire il senso di "kotha" potete guardare una scena del film Pakeezah ambientata nel quartiere delle cortigiane-prostitute, dove Sahibjaan (Meena Kumari) balla sulla canzone "Inhi logon ne le leena dupatta mera" (Questi uomini hanno portato via il mio velo) su una terrazza con le scale che vanno giù in strada, si vedono decine di kotha tutto intorno, e su ogni kotha una cortigiana che balla. Per questo motivo, le cortigiane-prostitute sono conosciute anche come le "kothewali".

Kotha con il suo spazio aperto agli occhi di tutti è il contrario degli spazi chiusi dai muri, dalle tende e dai veli, dove dovrebbero vivere le donne musulmane di buone famiglie, lontane dagli occhi indiscreti, e ciò spiega la posizione sociale di queste donne.

Dopo questa breve introduzione, torniamo ai temi spesso usati nei film di Bollywood che parlano delle cortigiane-prostitute.

La prostituta dal cuore d'oro

La figura della cortigiana-prostituta, apparentemente senza cuore, che nasconde i suoi sentimenti e la sua vulnerabilità dietro una corazza dura, e che si sacrifica per l'eroe, è un tema ripetuto più volte nel cinema di Bollywood. Alcuni dei film più importanti basati su questo tema sono i seguenti:

Devdas (1936, 1955 e 2002) basato sul libro omonimo dello scrittore bengalese Sarat Chandra Chatterjee, è il romanzo che ha affascinato molti registi di Bollywood ed è stato filmato 3 volte. Il film racconta la storia di Devdas (Shahrukh Khan nella versione del 2002) che ama Paro (Aishwarya Rai) ma non riesce a affermare il suo amore e Paro sposa un altro uomo. Devdas diventa un alcolista e trova rifugio nella casa della cortigiana-prostituta Chandramukhi (Madhuri Dixit). Chandramukhi ama Devdas e segue lui, ma Devdas pensa solo a Paro, si ammala di tubercolosi e muore di fronte alla sua casa.

L'ultima versione di Devdas (2002) del regista Sanjay Leela Bhansali, aveva una scena nuova che non c'era nel romanzo originale e nelle versioni dei film precedenti - la scena dell'incontro tra Paro e Chandramukhi. In confronto alle precedenti due versioni, l'ultima versione di Devdas era un film più melodrammatico, troppo ricco di colori, vestiti e palazzi sfarzosi, ma è quella che ha avuto più successo ed è considerato tra i 10 film più belli di Bollywood di tutti i tempi. Personalmente preferisco la versione del 1955 dove Dilip Kumar era Devdas, Suchitra Sen era Paro e Vyjayantimala era Chandramukhi.

Pyasa (Assettato, Gurudutt, 1957) è considerato un film di culto tra i fans di Bollywood. Il film raccontava la storia di Vijay (Gurudutt), un poeta senza successo che non vuole accettare i compromessi. Vijay amava Meena (Mala Sinha), ma Meena aveva preferito sposarsi con il ricco sig. Ghosh (Rahman), proprietario di una casa editrice. Vijay trova sostegno in una prostituta Gulabo (Waheeda rahman), che ama le sue poesie e le canta. Gulabo non aspetta niente da Vijay, perché sa che nessun uomo potrà accettare una prostituta. Vijay scopre che con l'aiuto di Meena, suo marito Ghosh ha preso le sue poesie e le ha pubblicate sotto il proprio nome. Ghosh riceve premi e riconoscimenti per le "sue" poesie, e il poeta deluso chiede alla prostituta di venire via con lui, per andare a cercare un'altra città dove le persone sono meno egoiste.

Description
Mukkaddar ka sikander (Conquistatore del destino, 1978, Prakash Mehra) è forse il film più famoso tra tutti i film su questo tema. E' la storia di Sikander (Amitabh Bachchan) che ama Kamna (Rakhi) da quando era un bambino, ma Kamna ama il suo amico Vishal (Vinod Khanna). Sikander cerca di nascondere il suo dolore in alcol e le danze della cortigiana-prostituta Zohra (Rekha). Zohra ama Sikander ma capisce che non potrà avere il suo cuore e si sacrifica per salvargli la vita.

Tawaif (Prostituta, 1985, B. R. Chopra) era la storia di Sultana (Rati Agnihotri), una cortigiana-prostituta che entra nella vita di Dawood (Rishi Kapoor). Le circostanze costringono Dawood a dire a tutti a tutti che Sultana è sua moglie, anche se lui è innamorato di Kaynat (Poonam Dhillon). Sultana e Dawood sono costretti a vivere insieme e gradualmente, Dawood si innamora della bella Sultana.

Mein tulsi tere angan ki (Sono la pianta di Tulsi del tuo cortile, Raj Khosla, 1978) era la storia delle due donne nella vita di un nobile del Rajasthan. L'uomo (Vijay Anand) ama Tulsi (Asha Parekh), la cortigiana, ma è costretto a sposare Sanyukta (Nutan). Entrambe le donne restano in cinta ma il nobile passa sempre più tempo con la cortigiana e ignora la moglie. Tulsi decide di sacrificarsi per salvaguardare il nome della famiglia del nobile, e si suicida. Poco dopo muore anche l'uomo. Per ripagare il sacrificio di Tulsi, Sanyukta decide di adottare il figlio di Tulsi e di allevarlo come il proprio. I due ragazzi crescono, ma il figlio di Sanyukta (Vinod Khanna) sa che sua madre ama di più il suo fratello adottivo (Debu Mukherjee), ma non ne conosce il motivo.

Oltre a questi film elencati sopra, ve ne sono molti altri dove le donne sono le compagne di boss mafiosi, ma alla fine decidono di sacrificarsi per l'eroe. Attrici come Shashikala, Helen e Fariyal, famose per i ruoli di "vamp", erano spesso nei panni di donne occidentalizzate che danzavano nei nightclub in numerosi film tra 1960-90. Per esempio, in Phool aur Pathar (Fiore e pietra, O. P. Ralhan, 1966), Rita (Shashikala), la danzatrice del nightclub, sacrifica la sua vita per salvare Shaka (Dharmendra), anche se sa che lui ama la vedova Shanti (Meena Kumari).

La prostituta che fa finita di essere la sposa

Un'altro tema legato alle cortigiane-prostitute ripreso più volte con piccole variazioni nei film di Bollywood è quello della cortigiana che deve fare finta di essere la donna di buona famiglia. Spesso in questi film, queste donne sono persone di buone famiglie borghesi, finite per qualche motivo nel giro della prostituzione, ma sono ancora agli inizi della carriera, per cui sostanzialmente sono ancora vergini. Alcuni dei film sul questo tema erano i seguenti:

Sadhana (Penitenza, B. R. Chopra, 1958): B. R. Chopra, il regista di questo film, ha girato diversi film sullo sfondo di problemi sociali, diversamente dal suo fratello Yash Chopra, famoso per i film romantici. Sadhana toccava il tema dell'oppressione delle donne. Ho già parlato in un post precedente di una delle canzoni di questo film, "Aurat ne janam diya mardon ko, mardon ne usse bazar diya" (La donna partorì l'uomo, e gli uomini l'hanno venduta al mercato).

"Sadhana" raccontava la storia di Mohan (Sunil Dutt), un professore misogino che non vuole sposarsi, ma sua madre (Leela Chitnis) che sta per morire vuole vedere la sposa del figlio prima di morire. Così Mohan chiede alla cortigiana Champa (Vyjayantimala) di venire alla sua casa per qualche giorno per fare finta di essere la sua moglie. Quando vede la sposa del figlio, la madre si riprende e ora il professore è costretto a tenere Champa a casa e di fare finta che sia sua moglie. Poco alla volta si innamora della cortigiana.

description
Khilona (Giocattolo, Chander Vohra, 1970) era la storia di Vijay (Sanjeev Kumar) che va in depressione quando la ragazza che ama è costretta a sposarsi con un altro uomo e poi si suicida. Il psichiatra suggerisce che se Vijay può innamorarsi di nuovo di una altra ragazza, forse potrà guarire dalla sua malattia mentale. La famiglia ricorre a Chand, una prostituta, chiedendole di vivere insieme a Vijay e fare finta di essere la sua amante.

Daag (Macchia, Raj Kanwar, 1999) era la storia di un avvocato Ravi (Chandrachud Singh), che lavora per i mafiosi ed è sposato a Kajal, la figlia (Mahima Chaudhary) di un mafioso. In un attentato, Kajal muore e Ravi rimane gravemente ferito. Inoltre, Ravi perde la memoria di dove e come ha nascosto le ricchezze di suo suocero mafioso. Per fargli tornare la memoria, il mafiosa trova una prostituta Kajri (Mahima Chaudhary) che somiglia a Kajal e le chiede di fare finta di essere Kajal e di vivere con Ravi.

Le moglie che fanno finta di essere prostitute

I film di Bollywood hanno ogni tanto delle scene dove le donne di famiglia fanno finta di essere le cortigiane prostitute. Ciò succede di solito quando si vuole entrare nella tana del cattivo, per liberare qualcuno tenuto prigioniero. Spesso in queste scene l’eroe e l’eroina, con parrucche e costumi, ballano e cantano durante qualche festa organizzata dal cattivo del turno, e poi usano quest’opportunità per raggiungere la persona rapita.

Per esempio nel film Khalnayak (Il Villano, 1993, Subhash Ghai), Sita (Madhuri Dixit), poliziotta e fidanzata dell’ispettore Ram (Jackie Shroff), decide di travestirsi da una cortigiana-prostituta per catturare il cattivo scappatato dalla prigione (Sanjay Dutt). Per attirare il cattivo, lei canta “Choli ke peeche kya hai, chunri che neeche kya hai” (Cosa c’è dentro la mia blusa, cosa c’è sotto il mio velo), una delle canzoni più provocatorie nella storia del cinema di Bollywood.

In un’epoca quando le donne delle buone famiglie erano caratterizzate nei film di Mumbai con vestiti tradizionali e comportamenti conservatrici, queste scene permettevano a loro di vestirsi e ballare in maniera provocatoria, senza danneggiare la loro immagine popolare.

Vi sono solo due film che mi ricordo, dove questo tema della donna della buona famiglia che fa finta di essere una cortigiana-prostituta è stato toccato in maniera diversa –

In “Sahib bibi aur ghulam” (Re, regina e fanto, 1962, Abrar Alvi), Chotti bahu (Meena Kumari) non sa cosa fare per tenere a casa il marito (Rahman) che passa tutto il suo tempo con una cortigiana-prostituta (Meenu Mumtaz) e alla fine, decide di vestirsi come loro e ballare per il suo marito.

Alla fine in Dastak (Bussare, 1970, Rajinder Singh Bedi), una giovane coppia (Sanjeev Kumar e Rehana Sultan) arriva nella loro casa e scopre che in quella casa prima abitava una Bai ji, una cortigiana-prostituta (Shakeela). Qualche volta uomini, amanti della Bai ji, bussano alla loro porta. La moglie, che ama cantare, si sente frustrata e allo stesso tempo attirata dal personaggio di Bai ji, mentre il suo marito è fuori casa al lavoro.

Le donne del Nautanki

La figura della cortigiana-prostituta era legata all’ambiente urbano, mentre nelle zone rurali, c’era (e tutt’ora c’è, anche se oramai molto ridotta) la tradizione del nautanki, il teatro itinerante. Con danzatrici e travestiti, il nautanki presenta le danze e le commedie al pubblico rurale. Le danzatrici di nautanki devono presentare canzoni e danze esplicite con chiare allusioni sessuali. Come le cortigiane-prostitute, anche le donne di nautanki sono soggetti culturali – attrici, danzatrici e cantanti, e come loro, spesso devono essere a disposizione dei ricchi che desiderano loro. Piccole scene con le danze di nautanki sono comuni nei film ambientati nei villaggi.

Description
Il film più importante sul mondo dei nautanki è “Teesri kasam” (Terzo giuramento, 1966, Basu Bhattacharya), basato sul famoso racconto “Mare gaye Gulfam” dello scrittore Phanishvar Nath Renu. Il film racconta la storia d’amore tra Hiraman (Raj Kapoor), il guidatore della carrozza, e Hirabai, la principale stella di una nautanki.

Rahgeer (Vagabondo, 1969, Tarun Majumdar) raccontava la storia di un ragazzo irrequieto che lascia la casa in cerca di qualcosa, e che finisce come il poeta di un nautanki. Alla fine della sua vita, vecchio e stanco, torna a casa per morire.

Namkeen (Salato, 1982, Gulzar) era la storia di un caminoista (Sanjeev Kumar) e la famiglia di 4 donne – la madre (Waheeda Rahman) e le sue tre figlie. Il film era basato su un racconto dello scrittore Samaresh Basu. La madre è stata una cortigiana-prostituta ed è diffidente verso tutti gli uomini. Il camionista ama Badki, la figlia maggiore (Sharmila Tagore), ma Badki non vuole lasciare la sua famiglia perché è preoccupata per sua sorella sordo-muta (Shabana Azmi). Alla fine il camionista decide di partire e poi, dopo una molti anni, in un nautanki, incontra la figlia più giovane (Kiran Vairale).

Un’altro film importante sul mondo del tamasha (teatro tradizionale simile al nautanki nello stato di Maharashtra), era Natarang (I colori del teatro, 2010, Ravi Jadhav), che raccontava la storia di un attore travestito, un uomo che recita le parti femminili. E' un film molto interessante sul tema dell'identità sessuale. Potete leggere un mio articolo su questo film.

Nelle ultime decadi, dopo la liberalizzazione dell’economia indiana, i film ambientati nelle aree rurali sono diventati più rari nel cinema di Bollywood, forse perché la maggioranza delle persone che vanno a vedere i film nelle multi-sale urbane non sono interessati nei racconti sulla vita rurale.

Un’altra tradizione legata alle cortigiane-prostitute nelle zone rurali del sud dell’India è quella delle “devdaasi” (letteralmente, serva di dio), ciò è, ragazze offerte ai templi, costrette a vivere tra i due mondi – il mondo della danza e del canto da una parte, e il mondo della prostituzione dall’altra. Il cinema di Bollywood, tranne qualche eccezione come Ahista-Ahista (Piano-piano, 1981) ha quasi ignorato questa tradizione, forse perché è una tradizione del sud dell’India.

Le prostitute odierne

Sono pochi i film sulla figura delle prostitute come la si intende in occidente, ciò è persone che vendono il proprio corpo, senza pretendere di essere dei soggetti culturali. Forse ciò è dovuto al fatto che film centrati su queste figure dovono per forza affrontare il tema del sesso e dello sfruttamento della donna, e invece non hanno le opportunità per presentare danze e canzoni, così amate da Bollywood. Inoltre, difficilmente questi film possono essere film romantici a lieto fine, per cui dal punto di vista commerciale, hanno meno possibilità di successo.

Manoranjan (Divertimento, 1974, Shammi kapoor) era basato sul film americano Irma la Douce con Shirley Mclain e Jack Lemmon. La versione indiana di questo film aveva Zeenat Aman e Sanjeev Kumar. Il film non aveva cercato di indianizzare la storia o il contesto generale, per cui era una copia più o meno fedele del film americano, tranne che per l'aggiunta di diverse danze e canzoni, non nel senso delle danze presentate nei film sulle cortigiane, ma come in un musical.


description
Chameli (2004, Sudhir Mishra) era la storia di una notte di pioggia a Mumbai, quando un uomo benestante (Rahul Bose) è costretto a cercare riparo e a passare la notte sotto i portici di Flora fountain. Durante la notte lui incontra una prostituta, Chameli (Kareena Kapoor) in cerca di un cliente.

Alla fine “Vaastav” (Veramente, 1999, Mahesh Manjrekar) era la storia di un boss criminale (Sanjay Dutt) di Mumbai. Il film era focalizzato sui rapporti tra i vari boss criminali e come essi usano la violenza e la corruzione per controllare la città. Sonia (Namata Shirodhkar), una prostituta, era la donna del boss e madre del suo figlio. Il film aveva vinto molti premi.

Conclusioni

Fino ad alcuni anni fa, la figura delle cortigiane-prostitute è stata molto importante nella storia del cinema di Bollywood.

Era una figura artistica che rappresentava la salvaguardia delle arti - del canto, della musica e della danza. Il mondo di oggi offre altri spazi agli artisti in India, i quali non hanno bisogno di patrocinio dei signori ricchi e potenti. Invece fino a 50-60 anni fa, probabilmente gli spazi disponibili agli artisti erano molto limitati e molti di loro, sopratutto le donne, erano costrette ad accettare alcuni compromessi. Le cortigiane-prostitute fanno riferimento a quell'epoca.

Vendute quando erano bambine o nate nelle famiglie delle cortigiane-prostitute, queste donne erano marginalizzate ma allo stesso momento, quelle più famose tra di loro avevano la possibilità di vivere la loro vita in maggiore libertà e autonomia. Intorno a loro giravano diverse figure maschili, anche essi marginalizzati – poeti, scrittori, sceneggiatori, musicisti.

Penso che questa figura come è stata trattata nel mondo di Bollywood, merita maggiore studio e approfondimento.

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martedì 14 agosto 2012

Nuovo ciclo di Bollywood su Rai Movie

Da 3-4 anni, quando arriva l'estate, iniziano a circolare i messaggi tipo, "Ma secondo te, quest anno faranno il ciclo Amori con.. turbanti su Rai Uno?" tra i fans di Bollywood.  Naturalmente nessuno sa rispondere a queste domande, ma come l'oracolo di Delfi, tutti cercano di indovinare.

In luglio, tra Rai Movie e Rai 4, avevano iniziato la trasmissione dei film di Bollywood. Si trattava di film già trasmessi su Rai uno negli anni passati. Comunque, per i fans di Bollywood, questo ciclo sembrava il segno che forse vi sarà un nuovo ciclo di "Amori Con.. turbanti" anche nell'estate 2012. Di fatto, in agosto il ciclo Bollywood è iniziato su Rai Movie, con un film ogni martedì, anche se questa volta il ciclo non ha un titolo specifico.

Il film di oggi (martedì 14 agosto 2012) è "Rab ne bana di jodi" ciò è, "Dio ha creato la coppia". Il titolo del film fa riferimento alla credenza indù che il matrimonio dura 7 vite e in ogni vita, il destino agisce in modo che la coppia può incontrarsi e sposarsi sempre, anche se tutto sembra contro di loro. In questo senso, il film ha un messaggio riguardo i matrimoni combinati che in occidente si accetterebbe difficilmente - cerchi e troverai amore nella persona che è stata scelta per te (ciò è all'interno del matrimonio).

Rab ne Bana di Jodi poster

Il film racconta la storia di Taani (Anushka Sharma). Il ragazzo che Taani ama e sta per sposare muore in un incidente alla sera del matrimonio. Suo padre, preoccupato che oramai nessuno vorrà sposare la sua figlia perché ha portato sfortuna, chiede un suo vecchio studente, Surinder Sahni (Shahrukh Khan) di sposarla. Suri, come tutti lo chiamano, è molto più vecchio di Taani. Mentre Taani è una ragazza moderna che vuole danzare e uscire fuori, Suri è un uomo di mezza età, timido e noioso.

Il film segue la coppia di neo sposi, la disperazione di Taani per una vita grigia e monotona e il fascino di Suri  per la sua bella e giovane moglie. Taani ama danza e vorrebbe partecipare in un programma di reality sulla TV. Anche Suri decide di travestirsi da Raj, un giovane danzatore, per avvicinarsi alla moglie. Taani si innamora di Raj suo partner nella reality, ma non sa che Raj e Suri sono la stessa persona.

Quando avevo guardato questo film insieme alla mia moglie, lei si era arrabbiata molto con il personaggio di Suri perché secondo lei, era molto ingiusto nei confronti di sua moglie.

Se guarderete questo film stasera, mi piacerebbe sapere, cosa ne pensate voi del comportamento di Suri!

A proposito, penso che questa volta il ciclo di Bollywood presenta i film nella versione interegrale, con le danze e le canzoni. Purtroppo ciò significa che i film finiscono molto tardi e se non siete in ferie, è difficile restare svegli fino alla fine. Comunque domani è ferragosto per cui, stasera potete rimanere svegli.

Non sono proprio sicuro se mi piace vedere tutte le danze e canzoni in questi film sulla TV! E' vero che in passato, avevo scritto che mi dispiaceva che tagliavano così tante scene e sopratutto danze e canzoni. Lasciatemi spiegare.

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Due settimana fa, avevo guardato parti del film "Dabangg" con Salman Khan. "Dabangg" (una parola difficile da tradurre in italiano, è un aggettivo che si riferisce ad una persona o un animale, di carattere indomabile, qualcuno che non accetta sconfitta e non sta zitta) aveva avuto il grande successo commerciale in India nel 2009.

Di solito, i film di bollywood sono molto lunghi e per la trasmissione in Italia nel ciclo Amori Con ..Turbanti, erano sempre accorciati. Per la trasmissione, spesso tagliavano intere scene e le canzoni. Invece quando ho visto Dabangg, sono rimasto un po' sorpreso perché, il film era in versione integrale, e non ero sicuro se mi piaceva questo fatto.

Mi avevano lasciato un po' perplesso queste sensazioni di disagio mentre guardavo Dabangg.

Poi, la settimana scorsa, hanno trasmesso "Guru", un film di Mani Ratnam, uscito 4-5 anni fa, ispirato dalla vita dell'industriale indiano Dhirubhai Ambani. Di nuovo, sembrava che non avevano tagliato le danze e le canzoni, anche se questa volta mancavano i sottotitoli durante le canzoni.

Un'altra volta, avevo questo senso di disagio, di fastidio durante queste scene. Avevo visto "Guru" quando era uscito e mi era piaciuto. Ancora oggi, ogni tanto mi piace ascoltare le sue canzoni. Allora perché non mi piaceva che la facevano vedere intera, doppiato in italiano?

Forse le nostre sensibilità culturali sono legate alla lingua che parliamo? Così quando vedo i film in hindi, penso che ho una sensibilità e un modo di ragionare diversi da quando li guardo in italiano? Ho cercato il DVD del film per guardarlo di nuovo in Hindi e questa volta guardare le danze e le canzoni era piacevole.

Penso che quando guardo i film in italiano, ragiono in maniera occidentale e non sono predisposto alla sospensione della storia per vedere una danza. Invece quando li guardo in hindi, capisco il ruolo delle canzoni e della danza come i momenti di approfondimento delle emozioni, e non come sospensione della storia. O vi sono altri motivi e meccanismi che stanno dietro il mio disagio? Magari qualcuno dei lettori che è un psicologo, potrà darmi qualche spiegazione riguardo a queste mie sensazioni!

Se guarderete "Rab ne bana di jodi", raccontatemi se è piaciuto vedere tutte le danze e le canzoni o se preferirete vederli un po' accorciati?

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Si è iniziato a parlare di globalizzazione solo negli ultimi 20 anni, ma penso che i film erano globalizzati molto prima. Il cinema di Hollywood era visto e copiato in tutto il mondo anche 50 anni fa.

Ma anche Bollywood era già globalizzato 50 anni fa, anche se ancora non era conosciuto in Italia. Per esempio, i film di Raj Kapoor come "Awara" (Vagabondo) e "Shri 420" (Signor ladro), usciti verso la fine degli anni 1950 erano famosi in diversi paesi del mondo. I paesi dell'Asia e del medio oriente guardavano i film indiani da sempre. Per esempio, il tema dei poliziotti corrotti è molto popolare nel mondo di Bollywood e una volta una mia amica indonesiana mi diceva che quando scoprono un poliziotto corrotto in Indonesia, li chiamano "poliziotto indiano".

Un po' come i ristoranti dove le cucine dei diversi paesi sono famose per le loro caratteristiche specifiche, anche per la globalizzazione, i film provenienti da diverse parti del mondo sono riconosciuti per le loro tematiche. Per esempio, i film indiani sono conosciuti per le storie d'amore dove predominano le emozioni e le famiglie. Invece i film cinesi sono conosciuti per le arti marziali. In questo senso, i film che non rientrano nelle categorie specifiche non trovano mercati fuori dai confini nazionali. Per esempio, i film indiani che non parlano di amori e di famiglie o i film cinesi che non parlano di arti marziali, fanno più fatica a trovare un mercato in altri paesi.

Oggi con internet e la globalizzazione economica, la tendenza verso la globalizzazione dei film continua. Una delle tendenze è quello di incorporare le caratteristiche specifiche del cinema di un paese negli altri paesi. Non è una tendenza nuova. Per esempio i western americani avevano le versioni italiane (spaghetti-western), cinesi (noodle western) e indiane (curry-western), complete di cowboy con i cappelli e i cavalli. I film western di Sergio Leone girati in Italia sono considerati i film di culto in tutto il mondo. Nello stesso modo, alcuni film di Bollywood tentano di copiare e assimilare i film cinesi sulle arti marziali.

Gli esempi dove lo stile bollywood è stato copiato e assimilato nelle tradizioni cinematografico di altri paesi non mancano. Recentemente leggevo di un nuovo telefilm arabo prodotto da un canale televisivo del medio oriente, con gli attori arabi, basati sul mondo di Bollywood. Il telefilm "Hindustani" racconta storie quasi-bollywoodiane, più adatte alle sensibilità arabe, ma con le danze e i vestiti di bollywood.

Anche il Brasile aveva il suo telefilm di bollywood Caminho das Indias, della quale avevo scritto qualche anno fa.

Buona visione di Rab ne bana di jodi stasera.

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domenica 14 agosto 2011

Shammi Kapoor

Stamattina è morto l'attore Shammi Kapoor. Aveva 79 anni e il suo vero nome era Shamsher Raj Kapoor. Era figlio dell'attore Prithviraj Kapoor, fratello di altri due attori famosi degli anni sessanta e settanta - Raj Kapoor e Shashi Kapoor, ed era sposato con l'attrice Geeta Bali. Altri membri di questa famiglia, più conosciuti oggi sono Rishi Kapoor, Ranbir Kapoor, Kareena Kapoor e Karishma Kapoor.

Ero un bambino quando Shammi Kapoor aveva iniziato a lavorare nei film. A quell'epoca, mi piacevano i film seri, e pensavo che lui era un attore frivolo e poco importante. Era solo nel 1966 con il suo film Teesri Manzil (Terzo piano) che finalmente ho iniziato ad apprezzarlo. Shammi era famoso per il suo stile vigoroso di danza che potrebbe essere definito come il stile "trema tutto", e che faceva pensare a Elvis Prestley.

Nel 1974, era uscito il suo primo film come regista, Manoranjan (Divertimento), ispirato dal musical francese Irma la Douce.

Era uno degli primi attori di Bollywood che si interessava di internet. Si era fatto un suo sito web e così mi ero messo in contatto con lui e circa 7-8 anni fa avevamo scambiato qualche email.

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