domenica 22 gennaio 2006

L'Albero Solitario (Mini Racconto)

La primavera si era già inoltrata. Il Vento correva sul prato, arruffando le teste dei fiori.

"E' la festa della primavera," il Vento gridò, "preparatevi per andare al matrimonio della Terra con il Cielo."

"Dov'è si fa la festa?" chiese timidamente il piccolo fiore viola al Vento.

"Là in fondo, vedi là, dove la Terrà incontra il cielo?"

Poi, all'improvviso, il Vento si fermò. "Ma cosa ti è successo piccolo albero? Forse dormi ancora? Svegliati, è l'ora di tirare fuori le tue foglie più belle, quelle più verdi."

Non vi fu nessuna risposta.

"Mi hai sentito piccolo albero? Sei in ritardo!" il Vento disse ancora.

Nessuna risposta. Allora, stanco di aspettare la risposta dell'albero, il Vento spostò i rami dell'albero bruscamente, "Ascoltami piccolo albero, non ho tempo da perdere. Vuoi svegliarti o no? Ormai è l'ora della fioritura!."

"Non voglio svegliarmi. Voglio morire", l'albero finalmente sussurò.

Il Vento scioccato si fermò di colpo. "Scusami, puoi ripetere per favore?... cos' hai detto?"

"Voglio morire", una lacrima uscì dagli occhi dal piccolo albero.

"Ma che cosa strana che mi tocca sentire oggi! Non avevo mai sentito un albero dire simili sciocchezze prima! Come mai vuoi morire, se posso chiedertelo?"

"Perché sono rimasto da solo. Il fuoco ha ucciso tutti i miei amici alberi - c'era l'acero cresciuto insieme a me, c'era il platano chiacchierone.. ora non ho più nessuno. Non voglio vivere da solo, voglio morire," il piccolo albero rispose tristemente.

Il Vento scoppiò a ridere, "Sapevo che succedeva agli esseri umani ma non sapevo che anche gli alberi possono avere questa malattia."

"Cosa c'è da ridere? Mi sento così giù. E mi sento così solo. E sono così triste," disse l'albero risentito.

"Sei proprio sciocco!", il Vento, mentre continuava a ridere spinse giù i rami dell'albero, affinché essi toccarono i fiori sotto, "Ascolta cosa ti vogliono dire i tuoi amici, sciocco!"

L'albero era cosi arrabbiato. Stupido Vento! lo voleva prendere in giro forse? Per un po' non riuscì a sentire niente, poi cominciò a sentire le piccole voci dei fiori.

"Faggio, ti ricordi di me? Quanto litigavamo quando ero un albero di Platano? Ti ricordi quella volta quando non mi avevi parlato per cinque giorni?"

Un'altra voce lo chiamò dall'altra parte, "Faggio, guarda qui. Ti ricordi di me, ci siamo conosciuti quella volta quando ero nato come un'ape!! Poi, quella volta quando il tuo seme era nato da me? Deciditi se vuoi fare i fiori, magari mi deciderò di diventare faggio un'altra volta."

"Ascoltami.." un'altra voce lo chiamò dall'altra parte. Era circondato dagli amici di sempre.

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Nota: Questo racconto è basato su una storia che avevo raccontato al mio figlio molti anni fa, quando lui era piccolo e andavamo a fare un giro sulla bici. Lungo la strada lui aveva trovato un uccellino morto e voleva sapere che cosa era la morte.

In quel momento avevo inventato questa storia, per spiegargli che siamo fatti dagli atomi, che viaggiano tra i continenti e tra le galassie, che cambiano forme, ma la danza delle particelle che compongono gli atomi, animata dall'energia cosmica, continua sempre. 

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giovedì 19 gennaio 2006

Rientro Dall'India

Non tutte le volte mi dispiace tornare dall'India. Anzi, delle volte quando sono in giro da molti giorni, non vedo l'ora di tornare in Italia. Invece questa volta, il rientro è stato così difficile, quasi traumatico. Nei primi giorni, tutto sembrava così senza colore, senza vita. Forse ero un po' depresso. (Nella foto, Marco con alcuni parenti)


Questa visita in India era magica dal primo momento. Il nostro volo si era atterrato a Delhi intorno alle 01,00 di notte e quando siamo arrivati a casa della mia sorella Vinny, erano forse le 3,00. Vinny è venuta ad aprire la porta. Dopo i primi saluti sussurrati per non svegliare gli altri, pensavo che tutti andremmo a dormire. Invece ci siamo subito trovati seduti sui materassi per terra a parlare. Poco dopo, sono arrivati anche il mio cognato Arun e la nipote Tuktuk, e poi, mia mamma e alla fine, mia altra sorella Pinky. Tutti svegliati dal suono delle nostre voci, tutti sorridenti, e tutti sotto le coperte a parlare e scambiare le ultime novità.

Per tutto il periodo della nostra permanenza, è stato così, sempre tutti insieme, a parlare, cantare e ballare. I nostri spazi personali erano ridottissimi, non c'era privacy quasi mai, c'era un'invadenza continua, ma era così piacevole questo sentirci insieme, forse un po' disperatamente perché tutti sapevamo che sarà difficile che ciò avverrà di nuovo in futuro.

Mia mamma che ha l'Alzheimer, come per magia, aveva riacquistato il suo buon umore e memoria. Vederla tutta sorridente, ansiosa di farsi dipingere le mani con l'enne, o ballare con gesti goffi insieme a Vinny mentre io, Pinky e Nadia cantavamo, era commovente.

Questo soggiorno in India, resterà nei nostri cuori per molti anni.

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sabato 7 gennaio 2006

Buon Inizio del 2006

Il modo migliore per iniziare un nuovo anno e' di partecipare ad un matrimonio. E' cosi' che abbiamo iniziato il nostro nuovo anno a nuova Delhi in India.

Auguri di Buon 2006 a tutti voi. (Nella foto mia mamma, mio figlio e mia nipote, a Nuova Delhi)

Siamo arrivati a Delhi il 26 dicembre e subito ci siamo messi a girare tra i negozi. I vestiti per il fidanzamento, quelli per il matrimonio, quelli per il ricevimento, gioielli da regalare alla sposa, menu per i 200 ospiti del ricevimento, organizzare l'orchestra, fissare il cantante per la serata del ricevimento ... le cose da fare erano infinite, ma la più importante di tutti era ballare e cantare tutte le sere fino a notte tardi.

Nella casa di mia sorella dove eravamo ospiti regnava caos con parenti da tutte le parti, bagni occupati, qualcuno che voleva the' senza zucchero, altro che voleva tanto latte nel caffé, un altro che aveva mal di pancia. Per 10 giorni, abbiamo fatto le corse. Ora è finito tutto e la casa si e' svuotata. Siamo impegnati nelle ultime cose da fare prima del nostro rientro in Italia fissato per il 12 gennaio.

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martedì 20 dicembre 2005

Cambiamento Climatico e l'Effetto serra Secondo Crichton

Avevo iniziato a leggere il nuovo libro di Michael Crichton, dove lui affronta il tema del eco-terrorismo. Mi piace Crichton, non tanto come scrittore, ma come l'immagine della sua persona, perché so che si era laureato in medicina e poi ha deciso di fare l'autore. Mi fa sentire certa comunanza con lui, forse avrei voluto farlo anch'io.

Libro di Michael Crichton - Stato di Paura
Una volta avevo letto in uno di suoi libri riguardo una sua esperienza personale di essere stato in un deserto per diversi giorni, seduto davanti ad un cactus cercando di comunicare con la pianta. Mi era piaciuta questa sua immagina di meditazione davanti ad un cactus e mi era piaciuto questo suo libro. Anche a me piace parlare con gli alberi. Nel parco vicino alla nostra casa, c'è un grosso albero di acero, che mi fa simpatia. Quando gli passo vicino, gli parlo.

Invece la maggior parte dei suoi libri, devo ammettere che purtroppo, non mi piacciono, ne anche come passatempo. Ho provato a leggere diversi suoi libri, ma proprio non riesco a leggerli fino alla fine.

Nel suo nuovo libro, che si intitola “Stato di Paura”, lui parla di organizzazioni non governative e alcune "agenzie internazionali" con degli interessi particolari che "vogliono creare la psicosi sul tema del cambiamento climatico". Per esempio, secondo lui, i ghiacciai nel mondo (a parte i ghiacciai in Europa) non si stanno ritirando, anzi stanno crescendo. Così secondo lui, non stiamo andando verso il riscaldamento terrestre dovuto all’effetto serra ma andiamo verso un’era glaciale. Lui sostiene che questo cambiamento non dipende dall’aumento dell’inquinamento nel mondo. Secondo lui, Bush e i suoi amici, i NeoCons, hanno ragione a non firmare il protocollo di Kyoto, che secondo lui è solo un palliativo, sbagliato e inefficace.

Come si può immaginare, è stato detto che Crichton è un repubblicano, sostenitore di Bush e sostenitore della guerra in Iraq. Ma le critiche di Crichton, fatte in maniera così veemente, mi hanno incuriosito. Vorrei leggere qualcuno che fa un ragionamento sereno, chiaro e obiettivo su quanto lui ha scritto. Non mi piace quando si cercano di screditare le idee delle persone attraverso attacchi personali.

Mi dispiace per Crichton, se lui davvero ammira Bush e concorda con la guerra in Iraq, e spero che presto riceverà un messaggio di buon senso, magari anche da un cactus del deserto.

Invece il suo libro è pieno di note e riferimenti alle riviste scientifiche e agli studi, ecc., e dà l'impressione di essere frutto di accurate ricerche. L'avevo preso in prestito dalla nostra biblioteca, ma mi ha annoiato. Alla fine, invece di finire di leggere il libro, ho letto qualche sua recensione e l'ho restituito.

Vorrei sentire qualcuno che rispondesse alle sue accuse in maniera chiara e puntuale, che ci sono questi enti che cercano di manipolare l'opinione pubblica per creare panico e lucrare sul tema del cambiamento climatico. Per esempio, mi piacerebbe sapere se è vero che i ghiacciai stanno crescendo e non ritirando, a parte quelli in Europa? La mia esperienza quotidiana suggerisce che le temperature nelle nostre città sono in aumento, ma forse, come dice lui, questo è solo una fase di variazione normale?

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Sono contento di aver iniziato a scrivere questo blog quest'anno. Lo vedo come un mio diario personale. Forse fra 15-20 anni, tornerò qui per rileggere quello che scrivo. So che non ho molti lettori, comunque, vi sono grato lo stesso.

lunedì 19 dicembre 2005

Khamosh Pani: Salvaguardare l’Onore

Capire il concetto dell’Onore è fondamentale per capire la cultura sud-asiatica. Il concetto è molto ampio, ma uno degli aspetti chiave di questo concetto è il suo legame con il corpo delle donne. Il corpo della ragazza nubile diventerà la proprietà del suo marito e deve essere salvaguardato affinché la ragazza può sposarsi e andare alla casa del marito. Secondo questo concetto, gli altri uomini non possono vedere o toccare questo corpo e in caso di rischio che la “purità” del corpo femminile sia compromessa, è meglio che lei muore. Morire per salvaguardare la “purità” del corpo rende la donna un esempio per le altre donne, la fa diventare l’oggetto di preghiera.

Kiron Kher nel film Khamosh Pani

Oggi nelle città moderne dell’India forse concetto non è applicato in maniera così fondamentalista come esposto sopra, ma il suo nocciolo centrale rimane comunque valido nel modo di pensare di molti uomini, sopratutto nelle piccole città e nelle aree rurali, e sopratutto tra le fasce di classe media. La crescente urbanizzazione, l'accesso all'educazione e al mondo del lavoro, hanno messo in discussione quest'idea.

Penso che questo concetto era fondamentale per le società agricole patriarcali in tutto il mondo, i quali dovevano controllare le donne. In fatti, l'onore riguarda sopratutto i corpi femminili, molto meno i corpi maschili (ma anche in maniera diversa - essere un uomo poco 'maschile' o codardo o gay, può essere visto come un problema). Secondo me, l'unico modo per cambiare questo modo di ragionare è che le donne devono diventare indipendenti dal punto di vista economico.

Il Film Pakistano: Khamosh Pani

Sullo stesso tema è basato il film Khamosh Pani (Aque silenziose) del regista pakistana, Sabiha Samar, ambientato in villaggio Pakistano vicino la frontiera indiana, dove vive la vedova Ayesha (Kiron Kher) con suo figlio Salim (Aamir), la quale si guadagna da vivere insegnando il corano ai bambini.

E’ il periodo dell’inizio del fondamentalismo islamico in Pakistan, quando il generale Zia ul Haq fa impiccare il primo-ministro Bhutto e viene approvata la legge islamica nel paese. Il film segue due filoni narrativi. Il primo, è l’attrazione delle idee dell'Islam fondamentalista per i giovani musulmani; e il secondo, l’arrivo di un gruppo di pellegrini Sikh dall’India per visitare il loro tempio vicino al villaggio. Salim, il figlio di Ayesha si avvicina ai fondamentalisti, mentre uno dei pellegrini Sikh, è il fratello di Ayesha, e la cerca e vorrebbe contattarla.

Ayesha era una ragazza Sikh. Al momento della creazione del Pakistan, le famiglie Indù e Sikh del villaggio, mentre scappavano verso l’India, avevano chiesto a tutte le donne delle famiglie di saltare dentro il pozzo per suicidarsi per “salvaguardare il loro onore” di donna. Ayesha, una bambina, era sfuggita, aveva paura e non voleva saltare dentro il pozzo. Rimasta sola nel villaggio, fu costretta a diventare musulmana e sposarsi con un ragazzo locale.

Quando Ayesha finalmente incontra il suo fratello, lei non vuole parlargli. Gli dice, “Non mi interessa parlare con te o di sapere come sta nostro padre. Avevate fatto morire tutte le donne della famiglia quel giorno, anch’io sono morta per voi quel giorno.”

Il ruolo di Ayesha è stato interpretato da un'attrice indiana, Kiron Kher, e il film ha vinto diversi premi per la sua interpretazione e per aver messo in discussione il concetto dell'onore della famiglia che poggia sulla salvaguardia della purezza sessuale delle donne.

Assassinio Per Salvare l'Onere della Famiglia

In India, ogni tanto vi sono storie riguardo l'assassinio delle donne perché amano o sposano ragazzi di diversa religione o diversa casta, sopratutto lontano dalle grandi metropoli. 

Il problema è molto più grave in Pakistan dove in alcune comunità, “uccidere le donne per salvaguardare l'onore” non è considerato un crimine. Alcuni gruppi in Pakistan lottano contro questa legge, ma è un problema ricorrente. Il problema esiste anche in Bangladesh.

Purtroppo, non è facile cambiare il modo di pensare delle società, perché questi hanno delle radici profonde. Dall’altra parte, l’unico modo per cambiare le società è dal dentro, quando le persone che ne fanno parte, possono metterlo in discussione.

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giovedì 15 dicembre 2005

Harold Pinter e Luigi Pintor

Fu la mia amica Mariangela a introdurmi al mondo di Luigi Pintor.

Quando ho sentito che Harold Pinter ha vinto il premio nobel 2005 per la letteratura, il mio cervello ha ignorato ignorato il suo nome "Harold" e ha convertito il suo cognome "Pinter" in "Pintor".

Harold Pinter e Luigi Pintor

Wow! Lo scrittore preferito di Mariangela aveva vinto il premio nobel! Ero proprio contento e volevo dirlo a lei. Alla sera, a casa, ne parlavo con mia moglie che era strano che non se ne parlava di più in Italia, non è ogni giorno che uno scrittore italiano riceve il premio nobel. Per quanto ne so, l'unico altro vincitore italiano di questo premio (per la letteratura) è Dario Fo.

Comunque andai al sito del premi nobel per leggere il suo intervento di accettazione e fu soltanto allora che capì che il vincitore del premio è Harold Pinter, scrittore per il teatro, sceneggiatore e attivista politico. Già un anno fa in un'intervista sulla BBC, lui fu molto duro nella sua denuncia di Bush e Blair per aver cercato e creato la guerra in Iraq e chiedeva che entrambi fossi trattati per i crimini di guerra. Potete leggere questa intervista .

Il suo intervento di accettazione del premio nobel, è stato altrettanto duro. Da una parte lui ha parlato del proprio processo creativo e come i personaggio di suoi scritti assumono la propria vita e non "obbediscono" sempre all'autore. Dall'altra lui ha esposto i propri pensieri politici. Secondo lui, le storie di repressione, crudeltà e morte in Unione Sovietica e sotto i regimi comunisti, sono stati ampiamente studiati e commentati, ma dall'altra parte, è stato ignorato dagli studiosi, il ruolo giocato dall'America contro i governi che volevano promuovere educazione e salute per i propri cittadini. Ha detto che essi si sono trovati marchiati "comunisti" e l'America ha fatto di tutto per distruggere questi governi, spesso sostituendoli con i dittatori disposti ad ammettere multinazionali americane.

E' stato un intervento molto duro e chiaro, non basato sulle emozioni, ma con degli esempi ragionati e razionali. Sicuramente, qualcuno l'avrà già tradotto in italiano, ma in tanto potete leggerlo anche in inglese al sito dei premi nobel.

Secondo me, comunque, c'è spesso una differenza i regimi Russi e Cinesi da una parte, e gli Stati Uniti dall'altra, che in America, si può sentire molte voci dei dissidenti, mentre in Russia e Cina, queste voci sono rare o assenti. 

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martedì 13 dicembre 2005

Covent Garden e La Nube Nera su Londra



Sono stato a Londra così tante volte che non me li ricordo tutte, ma penso che non ero mai stato a Covent Garden.



Invece, durante questa visita dovevamo andarci per la serata di cena ufficiale. Quando siamo partiti dal nostro hotel in un autobus, pensavo di andare in un giardino. Invece quando il nostro bus si è girato nella zona del centro, dove ero già stato molte volte, ho avuto un attimo di confusione.

Covent Garden è un giardino solo in nome, è la zona del mercato orti-frutticolo di Londra ed è pieno di negozi. Alla fine della cena, quando tornavo al nostro autobus, mi è venuta in mente, il personaggio di Elisa Doolittle (Audrey Hepburn) nel celebre film 'My Fair Lady' e la scena del suo incontro con il suo mentore, professor Higgins (Rex Harrison), ambientata proprio al mercato di Covent Garden.

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Sono andato per fare una passeggiata lungo la Tamigi e mi sono perso. Penso di aver camminato per circa 8-10 km quel pomeriggio, e avevo le gambe che non mi reggevano più. Ho camminato per circa 4 ore senza sosta.

Alla fine ero esausto, ma mi sembra di aver visto una Londra diversa, una città dei nonni con i nipotini, una città di innamorati, una città di salutisti pieni di energia. Ho trovato le tombe della chiesa di All Saints, vecchie di 200-250 anni.


Non penso di volerlo rifare, ma era bello. E’ la stessa sensazione che avevo quando ho fatto le scale per andare a San Luca. Bello si, ma non vorrei rifarlo!

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Domenica 11 mattina, vi è stato un grosso incendio ad un deposito di petrolio, a circa 30 miglia da Londra, che ha creato una nube nera e densa larga 75 km. L’ho saputo solo lunedì mattina mentre tornavo a Bologna. Ma domenica sera, ero a Trafalgar Square e vedevo questo grosso nube nero dietro l’edificio dell’Opera House e mi dicevo che dava una particolare luce alla scena, molto bella e molto particolare.


Come turista che scatta le foto, posso pensare che la nube nera sia bella. Invece, se penso come cittadino o agricoltore che si preoccupa dei polveri acide che andranno ad impregnare tutto, non penso che vedrò la sua bellezza!

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All’inizio i miei sentimenti per la Gran Bretagna erano un po’ ambigui.

Alla scuola avevo studiato la lotta per l’indipendenza dell’India dal regno coloniale inglese. In tante storie legate all’indipendenza dell’India, vi erano i buoni, come Mahatma Gandhi, Jawaharlal Nehru, Subhash Chandra Bose, Bhagat Singh, Rani Laxmibai, e molti altri, ed erano i miei eroi.

Dall’altra parte, vi erano i cattivi, tra i quali i vari lord inglesi. Spesso questi racconti erano unidimensionali e raccontano soltanto una parte degli eventi. Per esempio, questi racconti non raccontavano come mai un numero così ristretto di inglesi riuscì a dominare un paese con milioni di abitanti, per cui dovevano per forza essere assistiti da altri gruppi di indiani, i quali preferivano aiutare gli inglesi pur di schiacciare gli altri indiani perché li consideravano i propri nemici!

“Dividi e Regna”, era il mantra degli inglesi furbi, raccontavano questi testi, ma allo stesso momento, non approfondivano alcuni aspetti e evitavano di assumere le proprie responsabilità. Per avere successo, questo mantra di Dividi e Regna, aveva bisogno di gruppi che si sentivano diversi e avevano interessi diversi, per cui erano pronti a dividersi.

Comunque, 20 anni fa quando andai a Londra per la prima volta, non avevo ancora elaborato molti di questi pensieri e l’idea di andare al paese che pensavo di odiare per la sua storia mi turbava, anche se cercavo di nasconderlo.

Oggi penso che sicuramente gli inglesi avevano le loro colpe e avevano sfruttato l’India in maniera crudele e spietato. Dall’altra parte, la loro presenza ha dato il suo contributo al sistema educativo, al sistema sanitario, alla rete ferroviaria, e diversi altri sistemi dell’India.

In ogni caso, nel bene che nel male, tutto quello che era successo in passato, era l'opera degli inglesi di quel epoca. Mentre gli inglesi di oggi, figli, nipoti e bisnipoti dei colonialisti, i quali avevano amato e/o odiato l’India, sono persone diverse. Penso che bisogna riconoscere, capire, guardare e ricordare la propria storia, ma non aggrapparsi ad essa, sopratutto non per odiare o per cercare vendette.

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