Ieri mattina, quando mi sono svegliato, il mio primo pensiero era che dovevo mandare un messaggio di auguri alla mia amica Mariangela per il suo compleanno. Poi ho pensato alla marcia Perugia-Assisi, alla quale avrei voluto andare ma ho dovuto rinunciare perché dovevo partecipare ad una riunione di lavoro. In pomeriggio, quando sono tornato a casa dopo la riunione, casualmente ho accesso la TV è ho trovato il film sull'11 settembre 2001, fatto di tanti piccoli film girati da diversi registi provenienti da tante parti del mondo. Soltanto allora mi sono ricordato che ieri era anche l'11 settembre. Come avevo fatto a dimenticare che era l'11 settembre?
Il film parlava del marine americano, del kamikaze palestinese, delle persone che si lanciavano giù dalle torre gemelle, delle grida dei passeggeri sentite dalle loro famiglie attraverso i cellulari prima dell'impatto degli aerei, delle ragazze serbe che ricordavano le proprie stragi, dell'esule cileno che ricordava la cinica politica degli Stati Uniti che disfa i governi degli altri paesi se li giudica favorevoli alle proprie politiche, dell'etichetta del terrorista attaccato sulla fronte delle famiglie musulmane di New York, e così via. Tutte queste immagini evocate dal film, erano già più o meno conosciute. Invece mi è piaciuto il film sull'insegnante del villaggio che cercava di spiegare la tragedia ai piccoli bambini vicino una fabbrica dei mattoni, dove la ciminiera serviva come la metafora delle Torri Gemelle. Mi è piaciuto il film sulla ragazza sordomuta, arrabbiata con il suo ragazzo, perché lui voleva un miracolo. E mi è piaciuto il sogno dei ragazzi di Burkina Faso, di catturare l'Osama Bin Laden.
Anche le mie memorie di quell'11 settembre, sembrano un episodio di quel film. Quella mattina dovevo partire per il Libano, per una riunione dell'OMS, invece il mio volo Austrian da Bologna era stato annullato ed ero finito a Milano. Nelle ore passate all'aeroporto Malpensa di Milano, nell'attesa del mio volo per Libano, avevo visto gli immagini americane sugli schermi delle TV e le persone che chiudevano i loro negozi nell'aeroporto per paura. Anche il mio volo per Libano era stato cancellato. In tarda notte ero tornato a Bologna, con l'incubo di quelle immagini scioccanti nella mia testa.
Quella mattina mia madre viaggiava per Washington DC dalla mia sorella. Qualche ora prima del arrivo del suo arrivo, i terroristi avevano fatto cadere un aereo su Pentagono, così avevano chiuso l'aeroporto di Washington e lei era finita in Canada, in un campo gestito dalla Croce Rossa. Per giorni non avevamo le sue notizie. Erano giorni di angoscia.
E penso alle foto del 1996 nel nostro album delle vacanze in Stati Uniti. E penso ad una coppia che si era sposata nell'atrio delle Torre Gemelli o forse erano arrivati in quel atrio, dopo il matrimonio per farsi fotografare.
E penso a quel viaggio del 2002 al "gound zero", e le magliette e i cartelloni sbiaditi dal sole, esposti intorno al cratere, dove una volta stavano le torri gemelle.
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