venerdì 27 maggio 2005

Il Tradimento di Rutelli

Sono a Roma per una riunione. Stamattina, mi sono alzato presto per andare a visitare la fontana di Trevi. Ogni volta che vengo a Roma, vado sempre a fontana di Trevi perché mi piace molto, ma anche perché devo buttare dentro la mia monetina.

Fontana di Trevi, Roma

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La storia di Rutelli mi fa sentire male. Mi pento di aver votato per la Margherita alle ultime elezioni. Mi ero lasciato convincere dal mio amico Francesco Baldacci. Lui fa l'avvocato e mi aveva parlato bene di Margherita e di Rutelli.

Quando guardo Rutelli in TV, mi sembra che lui ha tutte le carte in regola, un po' come Bill Clinton o Tony Blair. E' bello e fotogenico, deve essere per forza anche buono, e in più, sa fare la faccia seria. Cosa altro ci vuole oggi giorno per governare un paese? La gente ti voterà sicuramente.

E il litigio per non lasciare che il professore prende il simbolo della lista dell'Olivo! Forse si vergogneranno rileggendo le proprie parole sui giornali, la mattina dopo?

In questo blog, non avrei mai scritto della politica, era una delle poche regole che mi ero dato. Per cui, questo post scritto sul mio portatile mentre sono a Roma, non doveva parlare di Rutelli, ma alla fine non ho resistito! 

Forse è inutile prendersela con i politici, perché la politica è proprio questa, pensare al proprio cortiletto e avere ambizioni?

Già che parlo dei politica, parliamo anche di un altro personaggio al quale penso in questi giorni. Berlusconi non mi era mai sembrato molto intelligente (penso che per fare i soldi, bisogna essere intelligenti, forse diversamente intelligenti?, ma quella è tutta un'altra storia. Qui parlo di "sembrare intelligenti"). Comunque, in questi giorni vederlo in TV è una sofferenza. Mi fa pena e sembra smarrito.

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Mariangela mi ha mandato la segnalazione di un programma di Rainews 24, sugli interessi italiani in Nassiriya. Pensavo, se fosse la sinistra in governo, avrebbe fatto lo stesso? Penso di si. L'interesse nazionale viene prima di tutto. Le belle parole, fratellanza tra gli esseri umani, poveri che necessitano di questo o quello.. stanno bene solo se i nostri interessi sono salvi.

In un recente articolo Naomi Klein parla di un nuovo ufficio dello stato americano per la ricostruzione postbellica dei paesi, che si prepara a distribuire i contratti milionari alle ditte e alle ONG multinazionali del regime, prima ancora che un paese sia colpito da guerra. La "ricostruzione preventiva" che va a braccetto con la guerra preventiva. La Rice che dice che anche lo Tsunami è una grande opportunità. In fatti ha spazzato le coste, liberandole dall'ingombrante presenza delle case dei pescatori.. ora si può portare lo sviluppo in tutti questi posti abbandonati da dio.

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Penso che lavorare per un'associazione sia un altro tipo di deformazione professionale. Non penso che gli aiuti ai poveri siano sempre la migliore strategia per portare sviluppo. Penso che lasciare la libertà alle persone, anche dalla corruzione e da tante leggi, e avere accesso alle possibilità di finanziamento ragionevole, promuove sviluppo più duraturo. Gli aiuti dovrebbero essere una misura temporanea per i gruppi che non hanno il tempo di aspettare che arrivi lo sviluppo perché nel frattempo morirebbero di fame.

Purtroppo, anche gli aiuti sono un'industria - devono far vedere le immagini sempre più cruenti, per raccogliere i soldi, per fare quello che domani sparirà senza lasciare tracce. E qualche volta, devono costruire le tragedie, anche dove non ci sono.

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mercoledì 25 maggio 2005

Imprenditore Arrabiato, Mariangela, Papaveri e Le More

Oggi ho soltanto qualche breve appunto per il mio diario. Immagino che dopo qualche anno, tornerò a guardare queste pagine del mio blog e mi chiederò cosa c'era di così importante che bisognava scriverlo giù?

Fiori di Papavero, Bologna

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Parlavo con un amico imprenditore in India. Era molto arrabbiato con l'ambasciata italiana a Delhi.

"Hanno le procedure così assurde e ti costringono ad aspettare per ore sulla strada per avere un visto. Sai quanto caldo fa in questi giorni? Ci trattano come fosse dei criminali. Puoi tenerti la tua Italia, non mi interessa."

Avevo già sentito simili storie altre volte. L'ambasciata italiana ha guadagnato la reputazione in India di essere tra le più difficili, tra quelle europee, per ottenere i visti. Penso che sia come una reazione di frustrazione perché non si riesce a bloccare l'emigrazione clandestina. Una volta avevo sentito da qualcuno che le ambasciate sono sotto pressione per limitare il numero dei visti che emettono nei paesi poveri. Forse perché una parte delle persone che entrano come turisti, poi restano in Italia come emigrati clandestini? Comunque, penso che sarebbe meglio un processo di filtro per selezionare a chi dare il visto, altrimenti questo può avere effetti contrari agli interessi del paese!

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Era venuta a trovarmi la mia amica Mariangela. Siamo andati a cercare il campo di papaveri lungo via Zanardi e abbiamo scattato tante foto. Alcune di queste foto sono venute proprio bene.

Fiori di Papavero, Bologna

Mentre guardo queste foto, dimentico la paura che avevo mentre andavamo lungo la via Zanardi - le macchine che sfrecciavano veloci, non sempre sembravano contente di rallentare per far passare la sedia a rotelle di Mariangela.

Poi siamo andati al nostro parco di Via Agucchi perché Mariangela voleva assaggiare i gelsi.

Non sono sicuro se sono gli stessi che si chiamano le more?

Comunque, nel nostro parco questi alberi sono pieni di frutta che nessuno raccoglie. Invece, da bambino, avevamo due alberi simili, di fronte alla nostra aula, ma a quei tempi, eri fortunato se riuscivi a trovare un gelso da mangiare, anche acerbo. Con tutti i ragazzi che giravo intorno, si faceva fuori tutto.

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lunedì 23 maggio 2005

Shabana Azmi e Morning Raga

Stamattina, sull'internet ho guardato alcune canzoni del film indiano Morning Raga (la canzone della mattina). Sono bellissime. Sia da vedere che da ascoltare.

La musica classica indiana del nord dell'India, chiamata Hindustani Music, è diversa dalla musica classica del sud, conosciuta come Carnatak Music. Conoscevo sopratutto la musica Hindustani, anche perché avevo poche occasioni di ascoltare la musica Carnatak.

Malati, l'amica della sorella di un amico, cantava la musica Carnatak e mi piaceva ascoltarla cantare - per molti anni, non conoscevo altro di questa musica.

Invece, le canzoni del film Morning Raga, sono la "fusion music", mettono insieme la musica Carnatak e la musica jazz - le trovo meravigliose. La parte più bella di queste canzoni sono quelle della musica pura, dove si ripetono le note musicali in diverse combinazioni, secondo il raga, per cui non ci sono delle parole che distraggono, ma ci sono soltanto le note musicali. Ciò vuol dire, usare la voce solo come uno strumento musicale, senza parole. 

Il film ha l'attrice Shabana Azmi, famosa per la sua bravura come attrice, che in questo caso, anche canta divinamente. Il film ha anche Perizaad Zorabian, una nuova attrice che non conoscevo, anche lei mi è piaciuta.

Il film racconta la storia di 3 persone, riunite da una tragedia. Una cantante di musica Carnatak che ha smesso di cantare in pubblico perché si sente responsabile della morte della sua amica che l'accompagnava sul violino durante i concerti; un ragazzo, figlio dell'amica della cantante che ama la musica rock, ma suona anche il violino; e una ragazza, figlia dell'uomo che guidava la macchina che aveva ucciso la donna, che vorrebbe imparare la musica Carnatak.

Morning Raga è uno di miei film indiani preferiti. Questo film mi ha fatto scoprire la magia della musica Carnatak.

Vi consiglio di guardare e ascoltare la sua canzone Thaye Yashodha su YouTube - è la scena finale del film, dove la cantante finalmente torna sul palcoscenico insieme al figlio di sua amica e la ragazza.

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Il film mi ha fatto ricordare Malati. Chissà dove sarà lei oggi? Ricordo la sua voce rauca e il suo modo disinibito di ridere come lo scoppio di una fontana.

Tutti gli amici che avevo in quel quartiere vicino a NPL, dove saranno? Nani, Neeraj, Raja, Vatsal ...

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venerdì 20 maggio 2005

Perdere la lingua materna

Ho letto la recensione del nuovo libro, L'Analfabeta, racconto autobiografico (Casagrande, 2005)  di Agota Kristof, l'autrice ungherese residente in Svizzera, scritto da Matteo Sacchi, sul sito della bella rivista Giudizio Universale. Non mi ricordo in quale lingue avevo letto la trilogia della Città di K di Kristof mentre ero a Ginevra. Forse era il francese. Ero rimasto affascinato dal suo modo di scrivere. Lei scrive con poche parole, sembrano scelte dopo lunghe meditazioni, ruvide e taglienti, e intrise di dolore:


"La smania di scrittura nasce “nei giorni cattivi”, negli anni “non amati”, e si radica come un bisogno contro la sofferenza per le cose perdute. Finché dopo l’insurrezione del ‘56, la repressione dei carri armati sovietici, la fuga in Austria e infine in Svizzera, si compie la perdita più grave, quella della lingua materna, la lingua primaria delle cose, dei sentimenti, dei colori, delle lettere, dei libri, dei giornali. L’unica lingua. Persa la quale, si dissolve la lettura, la scrittura, si ridiventa analfabeti, bisogna tornare a imparare."

La Kristof aveva scelto di scrivere in francese. Le sue parole vibrano dentro di me.

Mi chiedo, che cosa ho perso con la scelta di esprimermi in inglese prima e poi in italiano? O forse è diverso per me, perché non ho "perso" la mia lingua, ma ho acquisito altre e "scelto" di esprimermi in più lingue? Forse perché nessuno può esprimersi bene e scrivere bene in più lingue?

E cosa succede alle persone con crescono in famiglie dove i genitori vengono da due paesi diversi e parlano due lingue diverse? E quei bambini che studiano in una lingua diversa da quella parlata a casa?

E se "perdi" la tua lingua, non perché stai cercando di scappare da un regime, ma lo perdi perché scegli di andare a vivere altrove, è diverso? Perché è così importante fermarci su quello che perdiamo e non quello che acquisiamo?

Sono idee e domande che mi frullano nella testa senza una risposta chiara.

Forse siamo parlando della nostalgia dei tempi passati? Suoni, odori, sensazioni, memorie? Perché è così bello tornare a pensare alle cose perdute con il senso malinconico? Magari la domanda da approfondire non è quello che si perde ma è, cosa cambia quando guardi il mondo con un'altra lingua?

Insomma, il mondo visto dall'italiano è diverso quello visto dall'hindi o quello visto dall'inglese, quando a parlare queste diverse lingue è la stessa persona?

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Mi piace il blog di Beppe Grillo e mi piace Beppe Grillo. Tuttavia, mi fa sentire un po' strano questo suo tentativo di creare un partito dei seguaci, la folla dei credenti al Beppe-pensiero .. forse perché sono scettico in generale ai profeti venuti per salvare il mondo. Mi fa pensare a Nanni Moretti, un regista che ammirò molto. Forse l'adulazione fa che cominciamo a prenderci troppo sul serio?

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martedì 17 maggio 2005

Stuzzicare gli stupidi razionali - Pensieri

Stasera piove. Quando piove, Nadia insiste che mettiamo l'impermeabile al nostro cane Brando, prima di uscire per la nostra passeggiata serale. Ma Brando odia mettere su l'impermeabile. Si nasconde sotto il tavolo quando sente la parola. Viene fuori con tanta fatica, con la testa bassa, la coda fra le gambe.

Dentro di me, chiamo questo suo comportamento come "fare la Sita maiyya", come il personaggio di Sita nella storia mitica indiana raccontata nel libro "Ramayana". Nella storia, il personaggio di Sita, quando non vuole affrontare l'incontro con il marito, implora la terra ad aprirsi e di nasconderla.

Penso che sia curioso questo accostamento tra il cane e il personaggio di Sita. E' strano come funziona il nostro cervello, quando ricorda la storia di Sita sentita quando ero un bambino in India, e di collegarla alla vita quotidiana a Bologna, in un contesto completamente diverso.

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Nel parco, uno degli alberi delle ciliege è già pieno di frutta e vedo per terra tante ciliege rosse, polpose e piene di succhi. Mi piace passarci sopra e di pestarle sotto i piedi. Non vorrei approfondire il perché di questo piacere, perché ho paura di scoprire qualche impulso represso nel mio subconscio. :-)

Ho iniziato a leggere "Five Quarters of the orange" di Joan Harris, l'autrice di Chocolat, sul quale avevano fatto un bel film francese. Ha uno stile di scrittura molto bello e piacevole, ma il titolo del libro mi suona un po' strano.

Si possono avere cinque quarti di un arancio? Non sarebbe stato giusto dire cinque quinti di un arancio? O il titolo è così solo per stuzzicare gli esseri stupidamente "razionali" come me?

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domenica 15 maggio 2005

Sognare i Pavoni

Dopo pranzo, mi sono messo al divano con un libro. "Relic" di Preston e Child, genere thriller. Mi piace Pendergast, il loro detective. Magro e quasi un albino. E mi sono addormentato con il libro nelle mani. Ho dormito per circa tre ore e ho fatto un sogno molto particolare.

Ho sognato di aver trovato un pavone, una cosa meravigliosa con una lunga coda dai colori luccicanti. Poi, ero a letto con questo pavone nelle mie braccia. Sentivo il suo corpo, grande, pesante e caldo contro il mio. E la sua voglia di fare l'amore. Mi dissi che era un ermafrodito. Mi fermai con uno sforzo e il pavone volò via, guardavo la sua lunga coda di colori luccicanti dietro di lui.


Si è seduto su un ramo davanti alla nostra casa, come se aspettasse che io cambiavo la mia decisione. Mi sentivo pervaso da tristezza. Allora il pavone si alzo in volo, sparendo dietro gli alberi e mi svegliai ancora pieno di tristezza.

Cosa dovrebbe significare questo sogno?

Scusate, ho sbagliato con la mia domanda. Preferisco non sapere che cosa pensate del mio sogno.

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Oggi pomeriggio, facevo la ricerca sui nuovi lavori di Mukul da aggiungere alla sua pagina su Kalpana. Troverai il blog di una sua amica. Dai link di questo blog, ho trovato tanti altri blog. Vite diverse, uno dopo l'altro. Storie, nostalgie, foto, feste, pensieri.

Erano tutte persone legate a Mukul in un modo o un altro. Mi fa un po' paura questa facilità con la quale si può entrare e vedere i pensieri intimi e le vite di tante persone.

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venerdì 13 maggio 2005

Le Mucche di Vienna - Diario del Viaggio

Povera mucca rossa con le polka dot gialle, come la maga Magò nel film "La spada nella roccia". O, quella con i bicchieri e i tubi per la birra alla spina.

Sono belle ma mi fanno un po' di pena. L'unica che ho trovato trattata con rispetto è quella azzurra, stile cielo e mare, seduta tranquillamente. E' quella che avrà l'onore di stare sulla copertina di Kalpana in questi giorni. (Ultimamente ho deciso di cambiare le foto sull'homepage di Kalpana ogni settimana).

Queste mucche di Vienna, mi fanno pensare alle mucche di Delhi, sedute in mezzo alle strade, placide e indifferenti, mentre il traffico le passa intorno. Tutti gli automobilisti stanno attenti a non farle del male, ma penso che le ammazziamo lo stesso, con i fumi, con l'inquinamento e con i sacchetti di plastica. Forse, loro preferiranno venire a Vienna per stare in questo parco color verde smeraldo? Forse no, perché qui rischiano di trovarsi sul piatto di qualcuno. Come si fa a scegliere tra il mattatoio e la crudele indifferenza?

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Eravamo a Vienna per lavoro. Una sera sono riuscito a andare in città. Dalla cattedrale in Stefanplatz, ho camminato fino all'Opera House dove suonava Strauss. Il cielo era nuvoloso e freddo.

Nella zona dei negozi, tutto intorno, le persone passavano. Mi sembrava di essere dentro il centro commerciale Lame a Bologna. O potevo essere a Hong Kong. Tutto il mondo commerciale sembra sempre più uguale. Vetrine, negozi, Mcdonalds, Hugo Boss, Versace.

Gli edifici barocchi di Vienna mi mettevano a disagio. Sentivo come quando si mette troppo zucchero. Mi è piaciuta invece la chiesa San Michele con le tombe dei reali.

E mi piaciuta la casa dei gesuiti dove sono stato alloggiato. Nella mansarda al terzo piano. Il sole entrava dentro, impetuoso, dalle piccole finestre già alle 6 di mattina. Accanto, si stavano costruendo un grattacielo. Gli operai erano già al lavoro alla mattina. Dal mio letto guardavo i gru che passavano silenziosi davanti alle finestre della mia camera.

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