mercoledì 8 giugno 2005

Trafalgar Square

Dopo la riunione, sono andato in centro a Piccadilly Circus. Ho camminato lungo la Reagent street fino a Waterloo Place, dove vi sono statue dei famosi generali inglesi, compreso alcuni che hanno governato l'India nel '800 e '900.

Londra, Trafalgar square

Quando finiscono queste riunioni, devo camminare per smaltire lo stress.

Poi sono andato verso la Trafalgar square. Davanti alla galleria dell'Arte Moderna, hanno costruito un passaggio temporaneo in cartone, dipinto rosso per pubblicizzare una mostra.

E' bellissimo come sfondo per le foto. Ho visto alcuni poliziotti e ne ho scattate diverse foto. Amo fotografare le persone che portano le uniformi. La copertina di Kalpana di questa settimana porterà due di queste foto.

A Trafalgar sqaure, su uno schermo gigante proiettavano dal vivo il balletto della compagnia reale inglese. Per questo motivo, la piazza con la colonna di Nelson era piena di persone.

Londra, Trafalgar square

Sono rimasto fuori fino a tardi, finché mi sono calmato, e poi sono tornato in hotel. Domani finirà questa riunione.

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martedì 7 giugno 2005

Scelta di Sofie

Oggi devo partire per Londra per un impegno di lavoro. Amo Londra ma odio le queste riunioni di lavoro.

Costa inglese vista dal aereo

Sono il presidente dell'ILEP, la federazione internazionale che raccoglie le associazioni che lottano contro la lebbra. Fare il presidente vuol dire partecipare regolarmente in queste riunioni molto stressanti. Già qualche giorno prima della partenza, comincio a dormire male. L'unica cosa buona del viaggio è che dopo sarà finita e devono passare 6 mesi prima della prossima riunione!

Ultima volta quando ero a Londra per questa riunione, alla fine della giornata, ero così turbato che ho comprato un biglietto giornaliero della metro e poi per 2 ore ho continuato a girare, scendevo da un treno e ne prendevo un altro. Alla fine, quando mi sono calmato, sono tornato nel mio hotel. Non vedo l'ora che finisce il mio mandato.

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Nadia non ha le idee chiare su come deve votare al referendum sulla procreazione medicalmente assistita del prossimo fine-settimana. Ascolta a tutti i programmi radio e televisivi possibili sul tema. Sembra convinta da un'argomentazione ma poi gli argomenti successivi le fanno sorgere nuovi dubbi.

Beppe Grillo ha scritto sul suo blog: "Un embrione su due è abortito spontaneamente. Quelli che negano una differenza tra embrione e figlio partorito, dovrebbero raccogliere questi embrioni e fargli il funerale. Perché non lo fanno? Quando comprate una banana o un fiore delle piantagioni dell’America latina li pagate così poco anche perché sono prodotti con tanti pesticidi, a cui sono esposte molte lavoratrici incinte, che subiscono una percentuale molto alta di aborti da pesticidi. Coloro che hanno a cuore gli embrioni, hanno mai protestato contro questo fenomeno? Vi hanno mai detto di comprare banane e fiori del commercio equo invece di quelli a buon mercato?"

Io non ho questi dubbi. Forse perché alcune cose se hai vissuto, e faccio fatica ad allontanarmi dai ricordi per pensare a queste questioni come qualcosa di astratto.

Quando non c'è abbastanza da mangiare, quando ti svegli alla mattina e non sai se mangerai o meno, quando devi decidere quale dei tuoi bambini avrà meno da mangiare, quando devi decidere quale dei tuoi bambini non potrà andare dal medico, perché la vita è tutta una lotta continua, perché la vita è così fragile appesa in bilico tra sopravvivenza e morte, sai che il mondo non è giusto, niente è giusto, allora importante è sopravvivere e sperare.

E' la legge di Darwin. Ordinaria quotidiana povertà senza guerre o mine o bombe a grappolo. Quando hai guardato gli occhi di una madre o un padre che tutti i giorni fa la "scelta di Sofie", non per embrioni ma per bambini già nati che piangono e ti guardano, come fai a dimenticartelo?

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domenica 5 giugno 2005

Namu e Il Rimpianto del Passato

"Dovunque mi trovo mi sento straniera. In Cina sono moso o americana; in America sono cinese. L'odore del fuoco e del tè al burro di yak mi manca da morire, ma appena torno nel mio villaggio ho subito voglia di andare via. Nulla è come nei miei ricordi, sono arrivate le tv e internet, la gente è cambiata. Forse se fossi rimasta non soffrirei così tanto. Non mi sentirei così sola e vulnerabile. Se potessi tornare in dietro non lascerei il lago Lugu." Dice Yang Erche Namu, la diva cinese, originaria dell'etnia moso, della zona tra lo Yunnan e il Siachen, nel articolo uscito sull'Internazionale di 11/17 marzo 2005.


Ieri c'era il Boss a Bologna. Bruce Springsteen. Ha cantato degli invisibili, di guerra, pace e emigrati. Silenzio, ha chiesto. Solo silenzio per ascoltare il silenzio.

Ti dispiace essere dove sei adesso? Torneresti in dietro? Mi chiedo. Anch'io delle volte mi sento come Namu, vorrei tornare in dietro, ma poi quando sono li, quello che trovo non è il passato che mi ricordo. Allora capisco che non si può tornare in dietro.

In fondo, in fondo, in fondo, dentro di me, c'è un posto dove c'è sempre silenzio. Devo cercare quello.

Penso alle parole di una poesia di Gulzaar, "Ho visto il profumo di quegli occhi, non toccatelo con le mani, non ha bisogno di un nome... E' solo una sensazione, è sufficiente sentirla con l'anima, non ha bisogno di avere un nome."

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sabato 4 giugno 2005

Telefonini

Dopo quasi 3 anni, alla fine ho comprato un nuovo telefonino.

Non volevo un telefonino e alla fine, quando era diventato impossibile non averlo per lavoro, avevo preso un modello semplice che costava poco. Quel cellulare non funzionava molto bene e ricevevo pochissime chiamate, anche perché era spento quasi sempre. Dimenticavo spesso di far caricare la batteria e poi pochi conoscevano il mio numero di cellulare.

Invece, il mio nuovo telefonino della Nokia, ha belli colori, una videocamera e tutte le cose avanzate.

Non ho cambiato idea sui telefonini. Questo telefonino servirà per collegarmi al internet per scaricare la posta al mare a Bibione. Marco diceva che a Bibione, vi sono cybercaffe ma mi sembra che sono molto costosi.

Al rientro dal mare, questo telefonino dovrebbe diventare la proprietà di Marco e io avrò il suo, meno sofisticato ma poi, se un telefonino è destinato a restare spento per la maggior parte del tempo, non è meglio che sia poco sofisticato?

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Sono gli ultimi giorni per mangiare le more al parco. Poco alla volta quelle buone stanno finendo. C'è ancora qualche albero con le more verdi, ma penso che sono quelle che resteranno senza gusto alla fine della stagione.

Mi sorprende il fatto che raramente vi sono bambini o ragazzini che vogliono mangiare le more o le ciliege al parco. Sono quasi sempre le persone anziane o di mezz'età, come me, che li mangiano. Forse perché abbiamo nostalgia dei tempi passati, mentre i bambini e i ragazzi sono cresciuti nell'abbondanza di oggi, dove tutto si trova in frigo e più delle volte, è la mamma che ti deve pregare di mangiare qualcosa!

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E' partito anche il mio nuovo blog in Hindi. Si chiama, Jo Na Keh Sake (Quello che non sono riuscito a dire).

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giovedì 2 giugno 2005

Festa della Repubblica

E' già finito il primo mese di questo mio nuovo blog italiano. Mi piace di più questa volta perché questa volta uso anche qualche foto con gli scritti. Continuo a scrivere come fosse un diario con dei brevi appunti su diversi temi, invece di elaborare degli scritti più articolati.

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Sarò a casa anche domani e poi, anche sabato e domenica, per cui questa volta abbiamo un lungo weekend.

Ieri in ufficio, Felicita mi ha chiesto, ma quale festa è? E ho risposto che forse era San Petronio!! Francesco, che ci ascoltava, ha detto, vergognatevi, che italiani siete che non sapete della festa della repubblica.

Ha ragione Francesco. Penso che se uno accettasse la cittadinanza indiana ma poi, non sapesse quando è la festa della repubblica, mi sentirei un po' offeso. Dato che preso la cittadinanza italiana, dovrei sapere quando è la festa della repubblica italiana!

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martedì 31 maggio 2005

Secolo Asiatico o Insicurezza

Ho letto qualche articolo di giornalisti indiani, tutti contenti perché la Francia ha bocciato la costituzione europea. Pensano che questo spianerà la strada al secolo asiatico. Bush porta l'America alle guerre inutili e dannose mentre l'Europa si frammenta tra localismi e xenofobia, dicono, è arrivata l'ora del loro declino.

Nel frattempo, i vari gruppi Indiani si sorgono contro questa o quella offesa alla dignità della loro religione. Gli indù rifiutavano che omosessualità fosse un tratto indiano e così protestavano contro i registi "influenzati dall'occidente". I cattolici indiani chiedono che sia fermato la proiezione del film "Sins" (Peccati), storia di un prete che ha una relazione con una donna. I sikh hanno esploso le bombe nei cinema dove si proiettava "Jo Bole so Nihal", perché secondo loro il titolo del film è offensivo alla loro religione. Mira Nair, il suo film "Water", sulla situazione delle vedove nell'India del 1930, l'ha girato in Sri Lanka per sfuggire dalle proteste indù. Ogni mese che passa, i vari gruppi indiani sembrano diventare più suscettibili alle reali o presunte offese.

Il secolo asiatico, non lo so quando arriverà, per il momento mi sembra si scorgere, almeno in India, un senso di insicurezza e smarrimento.

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Stamattina al parco, durante la passeggiata con il cane, mentre mangiavo le moro, scure e succose, Brando mi ha tirato il guinzaglio e il ramo del albero che avevo tirato giù per prendere le more, mi è sfuggito dalle mani. Una pioggia di more è venuto giù sulla mia testa, macchiando la mia camicia.

All'improvviso, mi ha fatto pensare ad un ricordo di infanzia, avevo sei anni ed eravamo alla casa di un amico di mio Papà a Hyderabad, ero uscito a mangiare i Jamun, che hanno la polpa viola che somiglia alle more. La mia camicia si macchiata viola con i frutti di Jamun che si cadevano dagli alberi e poi mia mamma mi aveva sgridato.

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domenica 29 maggio 2005

La Bella Roma e La Politica

2 giorni fa, avevo già infranto la mia regola di non parlare della politica su questo blog. Sono sempre a Roma per una riunione. Con gli amici si parla sempre di politica. Non intervengo spesso, ma ascolto gli altri. Per cui, oggi di nuovo, scrivo sulla politica, perché è una continuazione di quello che ho già scritto.

Stamattina siamo stati prima al Quirinale, e poi, a Campidoglio e l'altare della Patria.

Altare della Patria, Roma

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Ieri in un'intervista su La Repubblica, D'Alema ha parlato sulla questione Rutelli. E' strana come intervista perché si capisce quasi tutto. Ciò succede rare volte che i personaggi politici parlano in modo così chiaro che li puoi capire. Più delle volte, vi sono lunghi giri di parole, che possono significare sia una cosa che un'altra.

Quando uno arriva in Italia da un mondo anglosassone, si deve abituarsi a questo. Non si può rispondere mai con un chiaro si o no, invece si deve aspettare lunghe spiegazioni che possono significare sia uno che altro. All'inizio, mi perdevo nei giri di parole e alla fine delle riunioni uscivo spesso senza aver capito quello che era stato deciso. Ora dopo tanti anni, penso di aver assimilato questo modo di pensare. Forse non del tutto, ma un po'.

Penso che questo stesso tratto applicato alla cultura, all'arte e al cinema sia una cosa molto più bella, e non si limita all'Italia ma è un modo comune per il mondo latino. Una volta che si entra dentro questa logica, il modo di ragionare anglosassone sembra un modo troppo assolutistico e finto chiaro. Perché la realtà non è sempre lineare e ci vuole un po' di confusione.

Comunque, per tornare all'intervista di D'Alema, mi ha sorpreso che tra i politici si può parlare in termini così chiari.

Oggi, anche Scalfari in un'editoriale torna sulla questione Rutelli con la storia del Milan che ha perso il campionato al Liverpool e la storia della tartaruga e lo scorpione. Picchia forte, Eugenio Scalfari. E' la natura dello scorpione pungere e non ci si può fare niente!

L'unica cosa che non mi piace in questa parabola è il presupposto che si doveva supportare la reciproca compagnia solo per attraversare un fiume (vincere le elezioni). Se fosse solo questo lo scopo, allora ...

Mi sorprende questa mia passione per la politica. Forse mi passerà!

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Tornando da Roma in Treno, ho dovuto dire alla ragazza seduta accanto a me di andare da qualche altra parte se voleva parlare al suo telefonino perché disturbava. Come si fa entrare in treno, tirare fuori il telefonino e cominciare a parlare di questo e quello, compreso storie personali, per ore senza pensare alle altre persone sedute vicino?

Roma mi sembrava un set gigante di Benhur o Dieci Comandamenti. Non importava dove guardavo, mi sembrava di vedere delle scenografie imponenti con dei monumenti meravigliosi, come non succede in nessun altra città al mondo.

Altare della Patria, Roma

 

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