2 giorni fa, avevo già infranto la mia regola di non parlare della politica su questo blog. Sono sempre a Roma per una riunione. Con gli amici si parla sempre di politica. Non intervengo spesso, ma ascolto gli altri. Per cui, oggi di nuovo, scrivo sulla politica, perché è una continuazione di quello che ho già scritto.
Stamattina siamo stati prima al Quirinale, e poi, a Campidoglio e l'altare della Patria.
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Ieri in un'intervista su La Repubblica, D'Alema ha parlato sulla questione Rutelli. E' strana come intervista perché si capisce quasi tutto. Ciò succede rare volte che i personaggi politici parlano in modo così chiaro che li puoi capire. Più delle volte, vi sono lunghi giri di parole, che possono significare sia una cosa che un'altra.
Quando uno arriva in Italia da un mondo anglosassone, si deve abituarsi a questo. Non si può rispondere mai con un chiaro si o no, invece si deve aspettare lunghe spiegazioni che possono significare sia uno che altro. All'inizio, mi perdevo nei giri di parole e alla fine delle riunioni uscivo spesso senza aver capito quello che era stato deciso. Ora dopo tanti anni, penso di aver assimilato questo modo di pensare. Forse non del tutto, ma un po'.
Penso che questo stesso tratto applicato alla cultura, all'arte e al cinema sia una cosa molto più bella, e non si limita all'Italia ma è un modo comune per il mondo latino. Una volta che si entra dentro questa logica, il modo di ragionare anglosassone sembra un modo troppo assolutistico e finto chiaro. Perché la realtà non è sempre lineare e ci vuole un po' di confusione.
Comunque, per tornare all'intervista di D'Alema, mi ha sorpreso che tra i politici si può parlare in termini così chiari.
Oggi, anche Scalfari in un'editoriale torna sulla questione Rutelli con la storia del Milan che ha perso il campionato al Liverpool e la storia della tartaruga e lo scorpione. Picchia forte, Eugenio Scalfari. E' la natura dello scorpione pungere e non ci si può fare niente!
L'unica cosa che non mi piace in questa parabola è il presupposto che si doveva supportare la reciproca compagnia solo per attraversare un fiume (vincere le elezioni). Se fosse solo questo lo scopo, allora ...
Mi sorprende questa mia passione per la politica. Forse mi passerà!
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Tornando da Roma in Treno, ho dovuto dire alla ragazza seduta accanto a me di andare da qualche altra parte se voleva parlare al suo telefonino perché disturbava. Come si fa entrare in treno, tirare fuori il telefonino e cominciare a parlare di questo e quello, compreso storie personali, per ore senza pensare alle altre persone sedute vicino?
Roma mi sembrava un set gigante di Benhur o Dieci Comandamenti. Non importava dove guardavo, mi sembrava di vedere delle scenografie imponenti con dei monumenti meravigliosi, come non succede in nessun altra città al mondo.