sabato 10 settembre 2005

John Grisham a Bologna

Sono riuscito ad avere un permesso per andare a sentire lo scrittore americano, John Grisham. L'aula grande di Santa Lucia con tutto il suo splendore era piena. C'era anche il sindaco Cofferati, il quale ha consegnato una targa della città allo scrittore.

Grisham parlò della sua visita a Bologna nel luglio 2004, quando lui cercava una piccola città dove poteva nascondersi l'eroe del suo nuovo libro e disse di essere rimasto comosso davanti al muro della sala Borsa tappezzato dalle foto dei ragazzi morti per la resistenza.

La domanda che io avrei voluto fare relativa all'opinione dei critici riguardo le sue capacità letterarie, arrivò anche se in maniera indiretta ma era l'unico momento che vide Grisham perdere la calma, "I critici possono andare in inferno. Cosa ne sanno della scrittura popolare? Prima mi criticavano che tutti i miei libri hanno la stessa formula, ora criticano che non seguo la formula..."




In tanto si era messo a piovere con lampi e tuoni e quando sono u0cito fuori dall'aula, pioveva forte. Camminai fino alla via Saragozza e pensavo che continuano a parlare del peggioramento dell'ambiente e il bisogno di usare i mezzi pubblici o le biciclette, ma secondo me, oggi a Bologna ci sono meno biciclette di 15 anni fa. Perché non costruiscono più piste ciclabili?

Anche quando fanno le nuove strade, non c'è nessuna attenzione a fare nuove piste ciclabili. E' vero che molti parchi hanno le piste ciclabili ma per non usare la macchina, anche le altre strade devono avere le piste, altrimenti le macchine che sfrecciano così veloci e tutte le nuove giratorie che stanno sostituendo i semafori, rendono la vita dei ciclisti impossibile.

E poi pensavo a tutti i marciapiedi, senza le piccole rampe per salire o scendere! Posso soltanto immaginare come devono sentirsi le persone sulle sedie a rotelle, in mezzo a tutti questi figli di schumacher nelle macchine che si sentono impazienti se devono rallentare per una bicicletta o una sedia a rotelle.

giovedì 8 settembre 2005

Scrittura o letteratura?

Domani ci sarà lo scrittore americano, John Grisham, all'università di Bologna. Riceverà un premio dal sindaco Cofferati perché il suo nuovo libro è ambientato a Bologna. Per scriverlo, Grisham ha vissuto a Bologna per un po' di tempo. Si spera che questo suo libro, porterà più turisti a Bologna. Non so se per i suoi propri meriti, il sindaco avrebbe scelto Grisham per un premio!

Grisham è stato criticato perché scrive pulp fiction, libri spazzatura, libri per passare il tempo ma non letteratura seria. Anche se aveva venduto milioni di libri e forse guadagnato milioni di dollari, è rimasto un po' male da questa critica. Alla fine, ha deciso di cambiare stile e di scrivere "letteratura". Mi sembra che questi libri più seri, non hanno avuto altrettanto successo, di quelli spazzatura. Ma forse quando hai già tanti soldi, non ti interessa tanto vendere altri libri! Personalmente, ho letto alcuni dei suoi libri all'inizio con molto piacere ma da qualche anno, li trovo noiosi - prendo i suoi libri dalla bibliotecca e poi li restituisco senza finire di leggerli. Speriamo per il sindaco di Bologna che il suo nuovo romanzo, sia un libro popolare e che avrà più successo.

A questo proposito, chi o cosa è che fa diventare un libro "letteratura"? Il modo di scrivere o il linguaggio o il tema o il trattamento del tema? Forse una delle regole per decidere è se la gente riesce a capire quello che hai scritto. Se la risposta è si, allora non è letteratura.

Un altro criterio potrebbe essere, se lo scrittore è vivo o morto? Scrittori morti hanno maggiori possibilità di essere considerati meglio di quelli vivi. La stragrande maggioranza di scrittori nelle lingue indiane fanno fatica a sopravvivere soltanto con le entrate dovute ai loro libri. Spesso devono cercare un altro lavoro per mantenere le famiglie. Penso che per molti di loro, e ancora di più per le loro famiglie, diventare scrittori spazzatura ricchi e famosi sarà considerato meglio di essere scrittori seri ma poveri? Cosa ne pensate?

Alla fine ho ricevuto un primo commento per questo blog. Ormai era sicuro che tranne per Mariangela (e me) nessuno lo leggerà. Grazie anonimo commentatore per esserti fermato alla mia porta e per aver lasciato un segno del tuo passaggio!

Per festeggiare, ecco due giardini nascosti di Bologna, fotografati con un teleobiettivo dalla torre di Bologna. Qui ovviamente c'è una grossolana violazione di privacy, ma spero che i padroni di questi giardini mi perdoneranno.


domenica 4 settembre 2005

India e Italia

Seema Sirohi, una giornalista di una delle riviste indiane in inglese più lette nel paese, Outlook, scrive, "Si dice che nessun paese occidentale somiglia all'India come l'Italia. Entrambe hanno civilizzazioni antiche con il senso del tempo che si misura non in centenari ma in millenni, dove l'amore per la bellezza può essere un'opera squisita come la pietà o un monumento all'amore, il Taj Mahal; dove la famiglia viene prima di tutto seguito subito dalla religione. Santi protettori sono numerosi in Italia, e ogni cittadina vuole la benedizione del proprio santo patrone, molto simile ai dei e le dee prese così seriamente in India. Vi sono rivalità intense tra le città perché hanno santi patroni diversi. Poi vi è la lingua, piena di passione e le parole piene di espressione, la sua cadenza ti obbliga ad ascoltarla con attenzione anche quando non la capisci. Un po' come ascoltare all'urdu di Luknow o il bengalese di alta società."

Non so quanti italiani concorderanno con quest'analisi delle somiglianze tra l'India e l'Italia!

Oggi due foto da un viaggio nello stato di Yunnan in Cina:


venerdì 2 settembre 2005

Affrontare le differenze

Le mie ferie sono quasi finite. Siamo andati a Schio per 4 giorni. Da Schio abbiamo fatto qualche gita nei dintorni - Tresca, Conca, Asiago, Roana, Lavarone, Vicenza, Bassano del Grappa, Marostica ...

Quanti stranieri si vedono in giro adesso. Anche a Schio. Le piccole comunità stanno cambiando e sono costrette a fare conti con la diversità delle culture e delle religioni, ma qual'è la strategia per affrontare questo impatto con la diversità? In questi giorni, ho sentito il richiamo ai valori cattolici e le radici cristiane delle società da parte di qualche esponente politico e ho letto il nuovo libro di Magdi Allam con la sua testimonianza contro terrorismo e contro il fondamentalismo. Ma penso che ancora manchi il vero dibatito sulle strategie. Le persone di altre culture e religioni sono una realtà che non potrà essere cambiata, semmai diventerà sempre più acuta.

Uno dei punti critici è trovare l'equilibrio tra il rispetto per le diversità e la salvaguardia della cultura d'origine dei nuovi arrivati da una parte, e dall'altra, il bisogno di assicurare che la comunità sia unità e non frammentata in ghetti isolati. Pratiche culturali e/o religiose, contrari alla dichiaraizone dei diritti del uomo, devono essere vietate e ogni transgressione punita con severità.

Concordo con la strategia francese di separare lo stato e la religione, così le scuole pubbliche non devono avere simboli religiosi. Le scuole gestite dai religiosi avrano questi simboli, ma tutti devono seguire il curriculum scolastico nazionale definito dal ministero dell'educazione, compreso l'obbligo di imparare l'italiano.

La questione fondamentale è se le scuole, pubbliche o religiose, devono parlare della religione ? Penso che sarebbe bello se tutte le scuole devono avere un'ora di religione obbligatoria per tutti studenti, dove tutti devono imparare sulle varie religioni, non solo sulla propria, e dove si dovrebbe avere la possibilità di discutere in maniera critica la storia dell'umanità collegata alle religioni e vedere quante guerre, quante sofferenze sono state create per le religioni.

Ma ho paura che nessuno vuole sentire critiche verso la propria religione - tutti pensiamo di essere perfetti, sono sempre gli altri che sbagliano!

Qualche foto da questo ultimo viaggio in Veneto.


Conca (vicino Asiago)

Schio

Giardino Salvi, Vicenza

domenica 28 agosto 2005

Amici Assoluti

Oggi ho finito di leggere “Amici Assoluti” di John Le Carrè. Il libro è una critica molto feroce dell’asse Bush-Blair. Fino a 5 anni fa, lo pensavo come uno scrittore pro-establishment inglese con i suoi libri sulle spie e la guerra fredda. Poi il suo libro “Il Giardiniere Tenace” era una denuncia delle grandi multinazionali dei farmaci, dipinti nel libro come entità senza scrupoli e senza etica, volti allo unico scopo di aumentare i profitti.

“Amici Assoluti” è la storia di Mundy e Sasha, uno inglese e l’altro tedesco, spie sui due lati della cortina di ferro negli anni della guerra fredda, ma uniti dai legami di amicizia. La caduta del muro di Berlino presto porta alla delusione che non ci sarà nessuna libertà dalle forze di globalizzazione economica delle grandi corporazioni e il libro chiude sullo scenario di neoconservatori fondamentalisti americani in collusione con i terroristi, perché terrorismo serve alla politica di guerre preventive e occupazione di nuovi territori, dove le mass media sono servitori di bugie. Non sembra la premessa per un libro avvincente ma invece lo è anche se il concetto di amicizia assoluta tra due uomini lungo un periodo di 4 decadi non sembra molto convincente nonostante tutta l’abilità letteraria di Le Carrè.

Il libro usa parole molto feroci nei confronti di Bush-Blair e presenta una delusione dei servizi segreti inglesi contro le politiche del proprio governo. “ .. la nazione lugubremente malgovernata per la quale ho fatto “un po’ di questo e un po’ di quello viene mandata a reprimere gli indigeni sulla base di una caterva di menzogne, al solo scopo di compiacere una superpotenza rinnegata che pensa di trattare il resto del mondo come se fosse il suo orticello. … Ho sentito dire che il vostro piccolo primo ministro non è il barboncino del presidente americano bensì il suo cane da accompagnamento per non vedenti…Ciò che conta, per quanto riguarda i nostri padroni e signori – che siedono a Washington o a Downing Street è lo stesso – è che questa splendida operazione avrà un ruolo vitale nell’impresa di riportare l’Europa e l’America su posizioni vicine nel nostro mondo unipolare..”

E’ un libro da leggere anche se alla fine fa sentire ancora più pessimisti sul futuro del pianeta. Per sollevare il morale, ecco, qualche foto di Bologna.



sabato 27 agosto 2005

Artisti di strada

Mi piacciono molto gli artisti di strada. Delle volte vi sono quelli che suonano a meraviglia. Una volta avevo sentito uno suonare Bolero mentre scendevo le scale alla stazione di metro a Piccadilly Circus a Londra e solo la memoria mi fa drizzare i peli. Era una cosa incredibile. Sto male quando vedo persone che rispondono in maniera maleducata a questi artisti.

Per cui, erano anni che mi dicevo che dovevo andare al busker festival di Ferrara che richiama i migliori artisti di strada da tutta l'Europa. Alla fine, ieri sono stato a Ferrara a questo festival. Non ero mai stato a Ferrara, ciò è, ero stato una volta per una conferenza ma quella volta non avevo visto niente. Invece questa volta visitai il centro che ha una scenografia molto bella. Ieri, questa scenografia era ulteriormente arricchita dai buskers.


In ogni angolo di strada, ogni spiazzo vi erano gli artisti di strada, circondati da tanti, tanti turisti. Il trio portoghese che suonava jazz, una madre e figlia francese cantanti con delle voci incredibili, una signora irlandese con un vestito medievale che suonava l'arpa, i clown e quelli vestiti come faraoni o altri, i gruppi brasiliani con le loro allegre danze.. Ma mi è piaciuto più di tutti il gruppo delle ragazze spagnole, le quali hanno ballato il flammenco e poi cantato canzoni spagnole.



Non tutti gli artisti trovavano il pubblico. Mi dispiaceva per loro e mi fermavo di più vicino a loro. Era impossibile vederli tutti, dietro ogni angolo c'era un altro e poi un altro e poi ancora. Ma dopo 4 ore di camminate, ero stanco e felice.


Il mio blog in Hindi continua ad essere seguito da più persone. Sono già apparsi su alcuni siti indiani i referimenti a questo blog. Ieri ho trovato un referimento anche al mio blog in inglese. Arrivano anche più email delle persone le quali vogliono parlare delle cose che avevo scritto sul blog. Da una parte mi fa piacere che più persone lo leggono, ma dall'altra mi fa sentire strano. I complimenti mi mettono in embarazzo e dopo alcuni primi tentativi di ringraziare ogni persona che mi scriveva, ho deciso di non rispondere più. Già scrivere i blog porta via del tempo, dover rispondere anche agli email significherebbe non fare altro. E poi, questo fatto mi condiziona, non mi lascia sentire libero di scrivere come voglio. Sono diventato un po' più attento, almeno a non citare i nomi e non vorrei più parlare delle cose della famiglia.

lunedì 22 agosto 2005

Un esule

"..un esule è un essere che, nonostante sia stato bandito dalla sua patria, non riesce mai in alcun modo a recidere i legami col luogo dove è stato sepolto il suo cordone ombelicale. Un creatura da compatire, che mescola una parte di memoria e due parti di immaginazione per creare una terrà così magica, così unica, che egli non apparterà mai veramente al presente: alla terra che ora gli offre rifugio. Poiché tale è il potere del passato. Così che, se qualche profumo familiare giunge fino a lui, sente torcersi e strozzarsi le viscere per il dolore e il desiderio: le uova di ragno della nostalgia gli riempiono la gola e si dischiudono inarrestabili, gli risalgono verso gli occhi e gli scorrono lungo le guance, lasciandosi dietro delle tracce acquose."

La scrittrice si chiama Anita Nair e il libro, "Un Uomo Migliore" (Neri Pozza, 2004). Forse è la terrà di Kerala che da questa poesia alle parole? Dopo Arundhati Roy e David Davidhar, un altro scrittore bravo da Kerala.


Un giusta-pentole (India)

domenica 21 agosto 2005

Indiana Jones in Bolivia

Era il 1991 e eravamo in Boliva, io e Piergiorgio Trevisan. P. Filippo Clementi era ad aspettarci all'aeroporto di La Paz al nostro arrivo. Quel viaggio mi aveva fatto sentire come Indiana Jones.

Avevamo viaggiato in un piccolo aereo in un villaggio vicino a Trinidad. Quella notte avevamo dormito in una casa senza luce e senza porte o finistre, giravano galline e maiali tra i letti, e vi erano anche le formiche rosse. Nonostante tutto ciò, Piergiorgio aveva dovuto fischiare per farmi smettere di russare! Quando era il momento di lasciare quel villaggio, pioveva forte e nel campo correvano le pecore e i cani. Un piccolo ragazzo, bagnato fradicio era venuto per incassare "la tassa aeroportuale". L'aereo che dovevamo prendere era ancora più piccolo e aveva solo due posti - uno per il pilota e l'altro per Piergiorgio. Ho trovato uno sgabello e mi sono aggrappato alla sedia di Piergiorgio. Alla prima prova, l'aereo non è riuscito ad alzarsi, il pilota ha frenato all'ultimo minuto e ci siamo fermati pericolosamente vicino ad un gruppo di alberi. Sono caduto giù dallo sgabello e pilota ha virato per ritentare. Avevo nausea dalla paura.

Un'altra volta p. Filippo ci ha portato in una barca sul fiume Madeira. Il viaggio di andata è andato bene ma al ritorno, la luce ha avuto un guasto e abbiamo viaggiato al buio, su un fiume dove galleggiavano grossi tronchi degli alberi e coccodrilli. P. Filippo disse che nell'acqua c'erano i pesci piranha. Fu uno dei viaggi più lunghi che avevo mai fatto.

Il piccolo biplano e la pioggia

P. Filippo è già nella barca sul fiume Madeira
Viaggi avventurosi possono essere spiacevoli fin che durano ma una volta finiti, sono tra i ricordi più belli.
Oggi ho letto una bella poesia in un blog in hindi. La poesia si intitola, "Hanno Paura" ed è di Gorakh Pandey:
Hanno paura
di cosa hanno paura
nonostante tutte le richezze
le pistole, le pallottole ed i poliziotti che li
proteggono?
Hanno paura
che un giorno
le persone povere e senza armi
non avranno più la loro paura.
Anita ha scritto che le hanno trovato un tumore maligno. E' in ospedale. Forse l'hanno già operato. Eravamo insieme in Ecuador, tre settimane fa. Ho paura.

lunedì 15 agosto 2005

Solo a ferragosto

Oggi voglio restare da solo. Voglio stare sdriato sul divano, con un bel libro. Senza fare niente. Fuori piove, sembra settembre. Una giornata adatta a stare da soli. I giorni di ferie passano così in fretta e ho una lunga lista delle cose ancora da fare. Scansionare tante foto, mettere a posto i dvd, mettere a posto il cassetto, continuare a trascrivere il libro di papà, ... Ma oggi non voglio fare niente. Non devo ne anche cucinare. Ieri avevo ospiti e oggi il frigo è ancora pieno, mi basterà scaldare qualcosa.

Mariangela lamenta che non capisce l'hindi per cui dovrei tradurre tutto, o almeno fare una sintesi di tutto quello che scrivo in hindi. E' vero ultimamente, scrivo quasi esclusivamente in hindi.

Oggi è ferragosto ed è anche la festa d'indipendenza in India. Così, l'Italia e l'India, hanno un giorno di festa comune, anche se per diversi motivi. E' anche compleanno di zia Veena oggi. Lei è la sorella più piccola di mia mamma e ha circa un anno più di me. Da bambino, il 15 agosto significava andare al forte rosso di Delhi per ascoltare il primo ministro indiano pronunciare il suo discorso alla nazione. E poi, era la giornata di acquiloni. Il cielo di Delhi si copriva di acquiloni colorati.

Chissà, se stamattina il cielo di Delhi si è coperto di acquiloni! Invece fuori, il cielo è di grigio scuro, attraversato da lampi.

Qualche giorno fa, ho visto un film biografico sulla vita di Subhash Chandra Bose. Era il capo del partito del congresso ma non concordava con la poltica di Mahatma Gandhi e decise la via della lotta armata. Scappato dall'India, fu aiutato dall'ambasciata italiana a Kabul e divenne Conte Orlando Mazzatta, arrivò a Berlino per cercare di creare una forza militare indiana fatta di prigionieri di guerra dei soldati indiani presenti nelle forze alleate, con l'aiuto di Hitler. Visitò più volte l'Italia per chidere aiutò a Mussolini. E alla fine, riuscì a costruirsi la forza armata con l'aiuto dei giapponesi. Il suo sogno finì con la bomba atomica a Hiroshima ma ancora oggi, lui ha molti ammiratori in India che lo ricordano per il fuoco che l'animava e per la sua frase, "Datemi il vostro sangue, e vi darò la libertà."

Forse lui passò anche da Bologna quando era in Italia? Magari si fermò qui qualche volta? Chi lo potrebbe sapere? So che anche Mahatma Gandhi passò da Italia nel 1938, dopo l'incontro con Hitler, per andare al porto di Brindisi per prendere la nave per l'India. Mentre Subhash Chandra collaborava con Hitler e Mussolini perché erano contro gli inglesi, Gandhi non concordava con le poltiche naziste e fasciste e preferì non avere nessuna collaborazione con questi regimi. Quale tracce hanno lasciato questo loro passaggio in Italia?

domenica 7 agosto 2005

Paheli - Il Rompicapo

E' un po' che non vedevo un film indiano così piacevole. Si tratta di Paheli (Il Rompicapo). Il film è la storia di Lacchi, una neo sposa e di un fantasma che si innamora di lei. Il film è basato su un racconto folk tadizionale ed è ambientato in Rajasthan, con i suoi bellissimi colori contro il giallo oro del deserto.

La neo sposa è rimasta da sola perché il suo marito, figlio obiediente di una famiglia di commercianti, è partito per guadagnare soldi e tornerà soltanto dopo 5 anni. Nel frattempo, il fantasma prende la forma del suo marito e viene a vivere con lei. Quando il figlio torna a casa, i suoi genitori devono capire chi è il loro figlio vero e la sposa deve fare la sua scelta.

Il film sembra una fiaba molto gradevole e ha un finale a sorpresa secondo la tradizione dei film romantici. Tuttavia, nonostante il romanticismo circondata dall'usuale maniera espressiva del cinema indiano, fatta di canzoni e danze, il film riesce a sollevare alcune questioni fondamentali sulla condizione della donna nella società tradizionale in India. Quando il fantasma racconta la verità sulla propria identità a Lacchi e chiede a lei di scegliere se restare con lui o di aspettare il ritorno del suo marito, Lacchi rimane sconcertata, dice, "Nessuno mi aveva mai chiesto prima cosa voglio io."

La canzone, "Dheere Jalna" (Brucia lentamente, lasciati bruciare nella fiamma della vita...), è molto bella e esprime il sentimento del film. Un film da non perdere.

Ieri sono stato al mercato che si tiene in Piazza 8 agosto a Bologna ogni sabato. Erano un po' di anni che non andavo li. Sono rimasto sorpreso. Almeno metà, se non di più, dei negozi sono gestiti dagli emigrati - pakistani, bangladeshi, indiani, africani. A tratti si sentono musiche provenienti da altri paesi e non sembra di essere in Italia.

In mezzo alle bancarelle, c'era un cartello - "Non togliete il pane dei figli dei nostri lavoratori. Comprate prodotti italiani." Ma davanti allo tsunami di questa nuova ondata della globalizzazione, niente sembra resistere. Vestitini per bambini 2 Euro, maglioni 3 Euro, giocattoli 2 Euro ... i prezzi sembrano irrestibili, e nessuno sembra badare al cartello.

sabato 6 agosto 2005

Scimmietta con la mamma

Per una riunione di lavoro sono andato a Cortona. Mi piaciano queste cittadine medievali arrocate sulle cime delle colline e montagne. Guardando da sotto, ho l'impressione come se le case stanno per venire giù dal precipizio sulla mia testa. Mi fanno pensare alle piccole scimmiette aggrapate alle pancie delle loro mamme, mentre queste saltono da un ramo ad un altro.

Da sopra, questa impressione cambia. Mi sembra di essere una scimmietta in cima ad un albero. Tutto intorno, in mezzo alle case, attraverso le foglie degli alberi, si vede il vuoto e la valle lontana. So che crescere vicino al mare è un'esperienza particolare. Alcune persone cresciute alla riva del mare mi hanno detto che è una casa che ti manca molto, quando sei costretto a andare via lontano dal mare. Cosa si sentono quelli che nascono e crescono in posti come Cortona, quando vanno via?

A Cortona ero affascinato dalle scale che vanno su e giù, e finiscono in piccoli viccoli. In lontananza si vede le acque del lago Transimeno brillare sotto il sole.

La riunione a Cortona era anche un'occasione per rivedere Enrico e Cecilia. Con Cecilia sono andato a fare una passeggiata, mentre gli altri andavano al bar per prendere un caffé. Si vedeva una chiesetta dal monastero dove stavamo e Cecilia mi propose di andare a vederla. Invece, quando siamo arrivati vicino, abbiamo visto che il portone della chiesa era chiuso e parte di essa faceva parte di un albergo.

Durante il viaggio di ritorno, ho avuto mal di macchina e Mario che guidava, ha dovuto fermare per lasciarmi vomitare! Quando siamo arrivati a Bologna, erano quasi le 3 del mattino. Mi sento ancora un po' intontito.

Lago Transimeno visto da Cortona

Ceciliia e Enrico

lunedì 1 agosto 2005

Vite notturne

Ieri sera c'era Marco Paolini alla piazza Santo Stefano.


Lo spettacolo doveva iniziare alle 21,30. Quando tornai dal parco, dopo la passeggiata con Brando, ormai erano le 21,00.

In autobus ero da solo quando salì una copia ad una fermata. 50-55 anni dovevano avere, entrambi. La donna, magra e alta, aveva una faccia simpatica. Lui era più trasandato e aveva una bottiglia di birra mezza vuota in mano. Guardavo fuori dalla finestra quando ho sentito le loro voci. Ubriaco ... cazzo ... puttana ... il tono delle loro voci che si alzava. Mi sono sentito male. Avevo la sensazione di stare su un precipizio e mi sentivo tremare dentro. Poi, la donna si è tirata in dietro, abbassando la voce e cercando di parlare in una voce più ragionevole.

Continuavo a guardare fuori dalla finestra, cercando di ignorarli.

Al semaforo della Porta Lame, c'erano due uomini sul marciapiede. C'era buio e li vedevo appena. Ma mi sembrava che uno di loro piangeva e l'altro cercava di consolare. Poi, quello che consolava, baciò l'altro mentre il semaforo diventava verde.

All'inizio della via Lame sono saliti alcuni ragazzi cinesi. Parlavano in cinese, a voce alta e ridevano. Erano tutti vestiti per andare alla festa.

Quando siamo arrivati in centro, ho vista la prima coppia. La donna toccava il guancio dell'uomo con la sua mano e l'uomo sorrideva. Prima di scendere, la donna prese la bottiglia della birra dalle mani del uomo e mandò giù un lungo sorso.

In piazza Santo Stefano, non c'era posto per muoversi. Dappertutto persone. Tanti, tantissimi giovani. E tante biciclette. Qualche sedia a rotelle. Ormai noto tutte le sedie a rotelle che vedo. Ogni battuta di Paolini era salutata con un applauso scrosciante. Ma non riuscivo a vederlo, bloccato dalla marea della gente. Dopo tanta fatica, riuscì a vederlo per alcuni istanti (foto sopra). E' stato bravo come sempre.

Durante il viaggio di ritorno, l'autobus era pieno. E avevo sonno. Appoggiai la testa contro il finestrino e quasi quasi mi addormentai.

sabato 30 luglio 2005

Chi siamo?

E' venuto Riju, il figlio di mio cugino. Riju è uno studente di dottorato in informatica in Colonia (Germania). Quando li chiedo del suo studio, lui mi parla di algoritmi matematici, biomeccanica e cose varie che mi passano sopra la testa ma non voglio farglielo vedere, annuisco con la testa come ho capito tutto.

Giovedì l'ho accompagnato a Venezia. Faceva così tanto caldo. Siamo usciti dalla via principale che va dalla stazione ferroviaria fino a piazza San Marco. Voglio farti vedere la Venezia che i turisti non vedono, gli ho detto e ci siamo addentrati dentro i calli lungo i canali. Più di una volta, abbiamo dovuto fare il dietro front, perché la calle finiva al bordo di un'altro canale. Era bellissimo. Signore che si siedono fuori casa forse perché dentro fa troppo caldo. Ragazzi seduti sul ponte con i piedi sopra l'acqua. Tanti gatti ma anche qualche cane.



Così siamo arrivati al cortile del nuovo ghetto, dove c'è una fontanella. Qui possiamo lavarci e rinfrescarci, ho detto e siamo corsi verso la fontanella. Eravamo li, Riju si bagnava la faccia sotto l'acqua mentre io guardavo intorno che sono apparsi i due polizziotti che ci guardavano. Forse perché Riju portava il "kurta" vestito tradizionale indiano e magari hanno pensato che poteva essere un terrorista musulmano che voleva attacare la sinagoga di quella piazza. Comunque, nessuno ha detto ha niente e ci siamo allontanati in fretta, faccendo finta di niente.

Ho letto un articolo di un giornalista indiano che vive a Londra. Lui dice che questo è un brutto momento per essere un pakistano a Londra e che quando va in giro deve subito chiarire che lui è un indiano e un'indù. Devo andare a Londra fra qualche settimana e questo discorso mi fa paura. Come si può affrontare un mondo che non conosce le diverse culture e religioni di altri paesi ? Mi vergogno perché penso solo a me stesso e penso a come distinguirmi dai musulmani del Pakistan o del Bangladesh. Voglio giustificare che vi sia discriminazione contro i pakistani o i bangladeshi, perché 5 di loro o 10 di loro hanno fatto esplodere le bombe? Devo pensare soltanto a salvarmi la pelle e non mi interessa se altri sono trattati come dei criminali ?

La ragione mi dice che è sbagliato pensare così. Demonizzare un'intera popolazione è sbagliato. E in ogni caso, non si può andare in giro con cartelli per dire che io non sono questo o quello. Paura è cieca e colpirà tutti quelli che "sembrano". In America dopo l'11 settembre, avevano ucciso un sikh perché "somigliava a Bin Laden".

Ma la ragione e le emozioni non sempre coincidono.

Ero fuori nel parco ieri sera con il cane quando vidi i 5 uomini. Conosco vagamente uno di loro, forse si chiama Rahman ed è del Bangladesh. Abbiamo parlato 1-2 volte nel parco. Tutti portavano vestiti tradizionali bianchi e qualcuno di loro aveva un rosario in mano. Venerdì è il giorno sacro dei musulmani e forse si erano uniti per una preghiera e ora tornavano a casa. Mi ha fatto un po' di paura questo loro apparente fervore religioso. Mi sono girato dall'altra parte per non guardarli.

Mi fa paura la mia paura. E anche vergogna.

martedì 26 luglio 2005

Ritorno dall'Ecuador

Sono tornato dall'Ecuador. E' stato un viaggio lungo. Prima Quito, poi Riobamba, Cuenca e alla fine Guayaquil.

Non mi è piaciuta la parte vecchia di Quito. E' l'esempio della classica urbanizzazione selvaggia con cemento senza fine e strade ingozzate di traffico impazzito. Invece la vecchia Quito con le sue case coloniali è più bella. A circa 2.800 metri e con le strade che delle volte sembrano quasi verticali, bisogna avere il fiato per girare Quito a piedi.
Un mercato nella parte vecchia di Quito e la basilica

Durante il viaggio da Quito a Riobamba, mi hanno rubato la macchina fotografica. Quando l'ho scoperto, sono rimasto malissimo e la mancanza della macchina fotografica ha influenzato il mio modo di relazionarmi con il paesaggio e gli altri. (Nella foto, i piccoli restorantini vicino al terminale delle corriere di Quito)
Delle volte quando vedo le persone con i cellulari sempre attaccati alle orecchie, penso che si tratti di una dipendenza. In un certo senso, penso che la macchina fotografica era la stessa cosa per me. Non tutte le macchine fotografiche che ho avuto, ma soltanto quelle ultime, ciò è, quelle digitali, le quali mi hanno permesso di scattare anche centinaia di foto in una mattina.
Le memorie sono le stesse quando non sono accompagnate dalle foto? Non lo so, ma ogni volta che vedevo un paesaggio mozzafiato o una situazione interessante, pensavo alla macchina fotografica che non c'era. Quando sono arrivato a Cuenca, un mio amico mi ha prestato la sua macchina fotografica digitale perché ne aveva due, così almeno per qualche altro giorno, ho potuto soddisfare la mia dipendenza!
Naturalmente, una delle prima cose che ho fatto appena rientrato a casa, era quello di ordinare una nuova macchina fotografica!
Oggi arriverà Riju dalla Germania per alcuni gironi di ferie. Riju, figlio di un mio cugino, è studente di dottorato in un'area legata alla matematica e informatica a Colonia.

Nella foto alcuni partecipanti alla seconda assemblea dei popoli per la salute a Cuenca.

venerdì 8 luglio 2005

Le bombe a Londra

Nella foto, l'uscita laterale della stazione di Liverpol street il 5 luglio sera, dove quella sera si doveva tenere un concerto.

E' tanto che a Londra si parlava di rischio bombe. Da diversi anni, vi sono annunci continui sia nelle stazioni di metro che negli aeroporti di non lasciare il bagaglio incustodito. L'avevamo sperimentato circa un anno fa quando ero a Londra con Giovanni e ad una stazione di metro avevamo sbagliato il binario. Quando ne siamo accorti, siamo andati al altro binario, ma Giovanni aveva dimenticato la sua borsa sul priko binario. E' stata una questione di 5 minuti, ma quando siamo arrivati, c'era già un agente di polizia che guardava con sospetto la borsa.

In fatti, Londra sembra piena di controlli. Entri in autobus e devi far vedere il tuo biglietto al conducente. Negli autobus, vi sono frequenti controlli dei controllori. Per salire sul metro, per accedere ai binari, vi sono barriere e devi passare il tuo biglietto per entrare, vi sono altre barriere per uscire e alla fine vi sono controllori anche sui metro. Se sei abituato in Italia che devi comprare il tuo biglietto e devi timbrarlo da solo o puoi entrare in una stazione ferroviara e salire su un treno senza che qualcuno ti chiede se hai un biglietto, tutti questi controlli sembrano eccessivi.

Comunque, ne anche questi controlli sono riusciti a fermare la mano dei terroristi. Per fortuna, ero rientrato 24 ore prima da Londra anche se avevo fatto proprio quel tragitto scelto dai terroristi per piazzare le bombe - Edgeware road, King's cross e Liverpool street. Guardare le immagini delle persone che camminavano dentro i tunnel pieni di fumo era la cosa più terribile per me. Penso che tutte le volte che salirò nella metropolitana di Londra, avrò un po' di paura anche se non vi sono molte altre scelte se uno vuole andare da qualche parte a Londra.

giovedì 7 luglio 2005

Bangladesh a Londra

Londra era piovosa e fredda. Non sembrava di essere in luglio ma in autunno. Questa volta dopo la riunione, sono andato a cercare una nuova zona da vedere - la famosa Brick Lane, della parlano tutti i libri turistici di Londra. La chiamano "piccola Bangladesh" nel cuore di Londra. Si tratta di una di quelle zone dove i poveri emigrati si trovano tutti insieme. La differenza è che la valorizzazione nei libri turistici ha cambiato completamente come la gente guarda la questione. In fatti, tutti i restoranti sono stati rinnovati e c'è meno degrado di quanto si aspetterebbe da simili zone. Invece giroano turisti come me con le macchine fotografiche per scattare foto e cercare restoranti e negozi tipici.

Tornare a Bologna, mi consola che abbiamo ancora l'estate anche se le temperature si sono abbassate e non fa più quel caldo opprimente della settimana scorsa. Alla sera sono andato a ascoltare Antonella Ruggeiro al centro Lame. Mi piace molto e ieri sera era bravissima con tante canzoni latino americane.


Brick Lane, Londra
Antonella Ruggeiro al centro Lame ieri sera

sabato 2 luglio 2005

Sindrome del chiodo piegato

E' l'articolo in Venerdì, il supplemento di Repubblica che ha fatto scoppiare la storia.

E' Treviso, la capitale italiana delle persone affette dal sindrome della frattura del pene, detta anche il sindrome del chiodo piegato. E ora tutti ne parlano nelle forum di discussione. Sicuramente in un prossmo film vi sarà la battuta sulla malattia. Colpisce maggiormente gli uomini tra i 40 e i 60 anni, sopratutto quelli che prendono viagra e succede di più, quando le sfortunate vittime si trovano fuori casa, magari in un albergo, con un'amante.

Non succede a casa con le moglie perché a casa gli uomini tendono ad essere più tradizionalisti. E' fuori che gli uomini vogliono fare bella figura e tentono le posizioni impossibili di Kamasutra, spiega il medico che ha più esperienza in questo settore.

Fa sorridere la storia ma a pensarci bene, se ti succede, non puoi ne anche lamentarti dei dolori o per la fatica di portare il gesso con il caldo che fa. Come fai a raccontarlo agli altri se non vuoi essere trattato da una barzelletta?

Penso che delle volte inventono queste storie per dare un nuovo argomento di stuzzicante discussione a quanti si trovano al mare per le vacanze. Comunque ci vuole grande fantasia per inventare una cosa del genere. Per un po' molti ne parleranno, ma poi arriverà un'altra storia piccante per stimolare la fantasia.


Questa foto è dal film, "Shame is not mine" (Vergona non è mia) di Arun Chadha

giovedì 30 giugno 2005

Il viaggio delle parole

Sto leggendo il libro Quarantine di Jim Grace. Era in lista per il premio Booker nel 1997. Ha un modo di scrivere meraviglioso. Sembra di sentire sassolini piatti che saltono sulla superficie dell'acqua, leggeri come piume, senza fare uno splash.

Leggo le parole a voce alta, aprendo bene la mia bocca in una 'o' esagerata, articolando ogni sillaba. Posso quasi vedere le parole che si alzano dalla superficie dei miei polmoni, acquistando velocità quando giungono le corde vocali e poi si lanciano all'improvviso come i bambini birichini, facendo vibrare le corde vocali come una diapson.

Escono dalla bocca e si dispiegano le ali come gabbiani per galleggiare sulla superficiae delle correnti, scontrando con le altre parole che partono da tante altre bocche, da quella copia che litiga, da quel ragazzo che fischia, da quella ragazza che tossisce ... e poi, pian piano si fermano vicino ad un filo d'erba, faccendolo vibrare come una diapson.


La statua di Winston Chrchill davanti al Westminster abbey a Londra e due poliziotti londinesi. Amo fotografare i poliziotti, i militari. Una delle mie foto prferite aveva un ragazzo militare cinese che guardava i pesci nell'acqua da un ponte. L'avevo scattato vicino a piazza Tianamen, pochi giorni prima che la protesta studentesca fosse repressa brutalmente dal governo cinese.

mercoledì 29 giugno 2005

Danze Africane

L'altro ieri sera sono andato al parco della villa Angeletti per vedere le danze dell'Africa occidentale, nell'ambito delle iniziative per "Bologna Estate 2005". Dovevano cominciare alle 21,30. Hanno invece iniziato verso le 22,40, quando ormai ero già stanco di aspettare.

In un piccolo spazio, vi sono diverse iniziative. Oltre al palcoscenico dove si è esibito il gruppo con le danze africane, c'è uno schermo dove quella sera si proiettava Casablanca, e vi sono due bar, uno dei quali aveva un dj molto attivo con la musica a tutto volume. Infatti, non riuscivi a sentire una parola di Casablanca.

Le danze africane sono state seguite da un gruppo di ragazze italiane insieme al loro maestro, un ragazzo di Guinea Konkry, mentre suona i tamburi un piccolo gruppo di ragazzi italiani. Il livello della danza era medio-basso, quasi come una buona recita scolastica. Mi sono ricordato delle danze del gruppo Footprint International venuto dal Ghana per AIFO in gennaio. Erano bravissimi.

Oggi torno al lavoro e il solito tram tram si ricomincia. Comunque, ho ancora molti giorni di ferie da fare. E sono contento perché in questi giorni sono riuscito a trasferire tutti i miei blog sulle nuove pagine tramite Blogger.com. Così i miei blog rimangono dentro Kalpana, ma avranno un aspetto (e delle funzionalità) più professionali.

Footprint International Ghana a Casalecchio (AIFO, gennaio 2005)

giovedì 23 giugno 2005

Shyoraj Singh Bechain

Nella rivista indiana in Hindi, Hans, ho cominciato a leggere la testimonianza di un professore universitario di Nuova Delhi. Si chiama Shyoraj Singh Bechain.

Lui racconta la sua vita da bambino come nipote di una persona "intoccabile", uno che si trova a lavorare facendo diversi mestieri da piccolo. Porta animali al pascolo, segue l'asino che tira l'acqua dal pozzo, taglia l'erba, fa aiutante agricoltore, ecc. Sono molto poveri, è morto suo padre e sua madre non guadagna abbastanza per dare da mangiare a lui e ai suoi fratelli. Gli piace leggere. Legge ogni foglio di carta che riesce a trovare fra le mani. E gli piace scrivere poesie. Nel 1974, a 16 anni incontra un maestro di scuola che gli dice che è bravo, che potrebbe studiare e se vuole lui lo potrebbe aiutare. La proposta è semplice, "lavori nella mia fattoria nel tempo libero, fai a piedi 25 km per andare a scuola e per tornare e io ti farò studiare invece di darti un salario". Sono condizioni da schiavi ma lui ha un forte desiderio di studiare. Quando decide di accettare questa proposta, scoppia il finimondo. Tutti, a iniziare della madre sono contrari. "Se andrai a scuola, non guadagnerai più, come faremmo a sopravvivere noi? Cosa mangeremo? Sei un figlio ingrato."
Contro il consiglio di tutti, lui insiste. I suoi giorni a scuola, il senso di inferiorità perché non ha vestiti puliti, perché non sa parlare come gli altri studenti, perché è più vecchio degli altri studenti, e la discriminazione che tutti gli "intoccabili" devono subire. Tutto è raccontato in maniera semplice senza melodrammi, ma con un senso di compassione per se stesso e per gli altri come lui. Un racconto autobiografico veramente forte.

Il racconto mi pare una finestra per far intravedere un mondo che so bene che esiste ma del quale so così poco. Ne ho sempre sentito parlare quelli che vanno a lavorare tra i poveri, mai i poveri che si raccontano. Purtroppo spesso i poveri non sanno parlare bene ne a spiegare bene le proprie questioni. Invece sig. Bechain può guardare la propria situazione in maniera critica e può parlarne meglio di qualunque altro.

Dopo aver finito di leggere il racconto, mentre vado a passeggio lungo la spiaggia di Bibione, riascolto le sue parole nella mia testa e mi sembra impossibile che possono esistere situazioni tremende come descrive lui che convvivono con il mondo dove vi sono ombrelloni, bikini, gelati e passeggiate lungo un mare azzurro.

Mi piacerebbe conoscerlo e di fargli tante domande. Per esempio, oggi che è un professore universitario, riesce a parlare con sua madre e con i suoi fratelli, e di cosa parlano? Questa analisi critica della povertà, della fame, che fa nel suo racconto, riesce a parlarne con altri che vivono e muoiono nella povertà e fame ancora oggi? Ha trovato una moglie? Come è andata? Ha sposato una donna della propria casta degli "intoccabili", ciò è quasi sicuramente una donna più o meno analfabeta o ha sposato una donna istruita? Si sente ancora parte di quel mondo con le regole medievali?

La sera scende piano sul mare, gli ombrelloni fanno da un esercito di guardie alla spiaggia

mercoledì 22 giugno 2005

Mondo visto attraverso una macchina fotografica

Le vacanze a Bibione procedono e siamo quasi alla fine. Abbiamo deciso di tornare a casa il 24 giugno, così avrò altri 3 giorni di ferie a casa prima di riprendere il lavoro.

Di tutte le cose che mi ero prefissato di fare durante questi giorni a Bibione, ne ho concluso ben poco. Ho iniziato di scrivere la seconda bozza del libro ma procedo con molta fatica. Ho fatto un po' di pratica con il Flash e alla fine sono riuscito a completare qualche animazione semplice. Quando ne ho tentato qualcosa di più complicato, comunque, non ha funzionato. Ho iniziato un racconto in Hindi, ma non l'ho completato. L'unica cosa che sono riuscito a fare bene è scrivere tutti i giorni qualcosa in Hindi. Infatti, ora vado bene con la scrittura in unicode con il fonte Raghu8 anche se per certi caratteri non sono capace di trovare i tasti giusti.

Invece in questi giorni ho fatto tantissime passeggiate, alcune con Brando,altre con Nadia e alla fine alcune da solo. Una delle più belle passeggiate era quella che mi ha portato ad un centro ippico vicino Bibione dove ho scattato le foto ai cavalli.

La fotografia digitale mi rende molto consapevole di certi aspetti come il contrasto dei colori, ma penso anche che deforma un po' il modo di visionare il mondo. Infatti delle volte mi sembra di guardare il tutto con l'occhio della lente della macchina fotografica. Consapevole delle forme, delle simmetrie, dei constrasti e dei colori, ma un distaccato da tutto.

I cavalli al centro ippico di Bibione

giovedì 16 giugno 2005

Vacanze a Bibione

Siamo arrivati a Bibione. Lungo la strada, abbiamo fatto una piccola deviazione vicino a Portogruaro per andare a Brussa, per andare a mangiare da Mazorak. E' un posto lontano chilometri da tutto, ma come sempre, l'abbiamo trovato affollato. Pesce misto fritto e insalata mista, e porzioni generose. Si vede che hanno fatto i soldi. Il vecchio padrone si è invecchiato ancora di più, sembra che non stia tanto bene. O, forse è soltanto l'ora della siesta pomeridiana. I suoi figli sono tutti cresciuti. Probabilmente, tra di loro vi sono anche i nipotini. Tutto intorno sono sorte tante trattorie, posti più o meno semplici. E si vede subito che la gente sta bene. Le case sono belle, linde nella luce estiva, circondate da un verde intenso e luccicante.

A Bibione, sembra che non è cambiato niente. Dalla terrazza si sente il battito della palla di tennis dal campo vicino, dietro gli alberi. Marco ha allestito lo sdraio sulla terrazza e mi sono piazzato con il giornale, addormentando quasi subito. Due ore di sonno circondato dal calore. Invece, ora piove e tira un vento freddo.

Sono tornato a Bibione dopo due anni. L'ultimo volta ero venuto qui per qualche giorno con Meghna nel luglio 2003. Ho una lunga lista delle cose da fare qui. Riprendere il mio libro. Scrivere qualcosa in Hindi. Fare qualche animazione interattiva con l'aiuto di Flash e di una tavoletta grafica. Infatti, questa volta mi sono fatto regalare una tavoletta grafica per il mio compleanno.

Da un gruppo di aiuto per le persone che gestiscono i siti in Hindi, ho scoperto un nuovo modo di scrivere Hindi utilizzando i fonti Unicode. Sembra che più persone possono vedere i caratteri scritti in Unicode senza dover scaricare i fonte tutte le volte. Un po' mi dispiace perché iniziavo a sentirmi a mio agio con i caratteri Shusha e riuscivo a scrivere frasi senza dover guardare la mappa della tastiera per capire quale carattere stava dove. Ora con i caratteri Unicode, dovrò ripartire da zero, ma forse ne vale la pena!

La spiaggia di Bibione alla mattina

sabato 11 giugno 2005

Bologna: Parata Per Tot

Ho un brutto raffreddore. E, un po' di mal di gola.

In pomeriggio dovrei andare anche alla riunione del consiglio. Nonostante tutto, trovo tempo per fare una corsa alla Villa Angeletti per guardare i preparativi per la parata Partot. Infatti, e' molto bello e così pieno di colori da fotografare!




Alcuni momenti della parata Per Tot, Bologna, 11 giugno 2005

giovedì 9 giugno 2005

Metropolitana di Londra

Dopo la riunione, insieme a Davide e Gio, sono andato a Hyde park. Era una bella giornata, non faceva troppo caldo e senza tanto vento. Abbiamo camminato tanto.

In metropolitana, il treno si ferma spesso. "Ci scusiamo per il disagio, dovuto alla mancanza di personale..." dicono. Magari si sono presi un raffreddore tutti insieme mi chiedo? Ma il problema dura da un po' di tempo sembra. Come fa uno dei paesi più ricchi del mondo avere servizio di metro nella capitale sofferente per la mancanza di personale? Voglio dire, mancanza di personale non è uno tsunami o un disastro naturale?

Londra - Piccadilly circus

mercoledì 8 giugno 2005

Schermo gigante a Trafalgar Square

Quando è finita la riunione, sono andato in centro a Piccadilly. Ho camminato lungo Reagent street fino a Waterloo place dove vi sono statue dei famosi generali inglesi, compreso alcuni responsabili per governare l'India nel '800 e '900.

Poi sono andato verso Trafalgar square. Davanti alla galleria dell'arte moderna, hanno costruito un passaggio temporaneo in cartone, dipinto rosso per pubblicizzare una mostra. E' bellissimo come sfondo per le foto. Ho visto alcuni poliziotti e ne ho scattate diverse foto. Amo fotografare le persone che portano le uniformi. La copertina di Kalpana di questa settimana porta due di queste foto.

A Trafalgar sqaure, su uno schermo gigante proiettavano dal vivo il balletto della campagna reale inglese. La piazza con la colonna di Nelson era piena di persone.

Schermo gigante a Trafalgar square

martedì 7 giugno 2005

Scelta di Sofie

Oggi devo partire per Londra. Amo Londra ma odio andare la per queste riunioni. Già qualche giorno prima della partenza comincio a dormire male. L'unica cosa buona del viaggio è che dopo sarà finita e devono passare 6 mesi prima della prossima!

Nadia non ha le idee chiare su come deve votare al referendum della prossima fine settimana. Ascolta a tutti i programmi radio e televisivi possibili sul tema. Sembra convinta da un'argomentazione ma poi gli argomenti successivi le fanno sorgere nuovi dubbi.

Beppe Grillo scrive "Un embrione su due è abortito spontaneamente. Quelli che negano una differenza tra embrione e figlio partorito, dovrebbero raccogliere questi embrioni e fargli il funerale. Perché non lo fanno? Quando comprate una banana o un fiore delle piantagioni dell’America latina li pagate così poco anche perché sono prodotti con tanti pesticidi, a cui sono esposte molte lavoratrici incinte, che subiscono una percentuale molto alta di aborti da pesticidi. Coloro che hanno a cuore gli embrioni, hanno mai protestato contro questo fenomeno? Vi hanno mai detto di comprare banane e fiori del commercio equo invece di quelli a buon mercato?"

Io non ho questi dubbi. Forse perché alcune cose se hai vissuto, fai fatica ad allontanarti dai ricordi per pensare al astratto. Quando non c'è abbastanza da mangiare, quando ti svegli alla mattina e non sai se mangerai o meno, quando devi decidere quale dei tuoi bambini avrà meno da mangiare, quando devi decidere quale dei tuoi bambini non andrà dal medico, perché la vita è tutta una lotta continua, perché la vita è così fragile appesa in bilico tra sopravvivenza e morte, sai che il mondo non è giusto, niente è giusto, importante è sopravvivere e sperare. Legge di Darwin. Ordinaria quotidiana povertà senza guerre o mine o bombe a grappolo. Quando hai guardato gli occhi di una madre o un padre che tutti i giorni fa la "scelta di Sofie", non per embrioni ma per bambini già nati che piangono e ti guardano, come fai a dimenticartelo?

domenica 5 giugno 2005

Numu e Gulzaar

"Dovunque mi trovo mi sento straniera. In Cina sono moso o americana; in America sono cinese. L'odore del fuoco e del tè al burro di yak mi manca da morire, ma appena torno nel mio villaggio ho subito voglia di andare via. Nulla è come nei miei ricordi, sono arrivate le tv e internet, la gente è cambiata. Forse se fossi rimasta non soffrirei così tanto. Non mi sentirei così sola e vulnerabile. Se potessi tornare in dietro non lascerei il lago Lugu." Dice Numu, la diva cinese, originaria dell'etnia moso, della zona tra lo Yunnan e il Siachen, nel articolo uscito sull'Internazionale di 11/17 marzo 2005.

Ieri c'era il Boss a Bologna. Springsteen. Ha cantato degli invisibili, di guerra, pace e emigrati. Silenzio, ha chiesto. Solo silenzio per ascoltare il silenzio.

Ti dispiace essere dove sei adesso? Torneresti in dietro?

In fondo, in fondo, in fondo, c'è un posto dove c'è sempre silenzio. Penso alle parole di Gulzaar, "Ho visto il profumo di quegli occhi, non toccare con le mani, non ha bisogno di un nome... E' solo una sensazione, sentila con l'anima, non ha bisogno di un nome."

Nella guerra, le avevano ucciso il marito e il figlio (Congo)

sabato 4 giugno 2005

Telefonini

Dopo quasi 3 anni, ho comprato un nuovo telefonino. Non volevo un telefonino e alla fine, quando era impossibile non averlo, avevo preso un modello semplice che costava poco. Non funzionava molto bene e ricevevo pochissime chiamate, anche perché era spento quasi sempre, dimenticavo di caricare la batteria e poi pochi sanno il mio numero di telefonino. Invece, il nuovo telefonino della Nokia, ha belli colori, una videocamera e tutte le cose di grido.

Non ho cambiato idea sui telefonini. Questo telefonino servirà per collegarmi al internet per scaricare la posta al mare a Bibione. Marco diceva che a Bibione, i cybercaffe vi sono ma sono molto costosi. Al rientro dal mare, questo telefonino dovrebbe diventare la proprietà di Marco e io avrò il suo, meno sofisticato ma poi, se un telefonino è destinato a restare spento per la maggior parte del tempo, non è meglio che sia poco sofisticato?

Sono gli ultimi giorni per mangiare le more al parco. Poco alla volta quelle buone stanno finendo. C'è ancora qualche albero con le more verdi, ma penso che sono quelle che restano senza gusto. Mi sorprende il fatto che raramente vi sono bambini o ragazzini che vogliono mangiare le more o le ciliege al parco. Sono quasi sempre le persone anziane o di mezz'età che li mangiano. Forse perché abbiamo nostalgia dei tempi passati, mentre i bambini e i ragazzi sono cresciuti nell'abbondanza di oggi, dove tutto si trova in frigo e più delle volte, è la mamma che ti prega di mangiare qualcosa!

E' partito il mio nuovo blog in Hindi. Si chiama, Jo Na Keh Saka (Quello che non sono riuscito a dire).

Marco e Brando

giovedì 2 giugno 2005

Festa della Repubblica

E' già finito il primo mese del mio nuovo blog. Mi piace di più questa volta perché questa volta aggiungo anche le foto.

Sono a casa anche domani e poi, anche sabato e domenica, per cui è un lungo weekend. Ieri in ufficio, Feli mi ha chiesto, ma quale festa è? E ho risposto che era san Petronio!! Francesco ci ascoltava, ha detto, vergognatevi, che italiani siete che non sapete della festa della repubblica. Ha ragione Francesco. Penso che se uno accettasse la cittadinanza indiana ma poi, non sapesse quando è la festa della repubblica, mi sentirei un po' offeso.

Invece oggi il server di Aruba ha qualche problema. Faccio fatica a caricare pagine. Mi conviene aspettare domani per caricare questa pagina del blog. E' per celebrare la festa della repubblica, ecco due belle zebre sud africane, appositamente modificate con il programma di foto ritocco.

Le zebre: Sono affascinato da loro

martedì 31 maggio 2005

Secolo asiatico o insicurezza

Ho letto qualche articolo di giornalisti indiani, tutti contenti perché la Francia ha bocciato la costituzione europea. Pensano che questo spianerà la strada al secolo asiatico. Bush porta l'America alle guerre inutili e dannose mentre l'Europa si frammenta tra localismi e xenofobia, dicono, è arrivata l'ora del loro declino.

Nel frattempo, i vari gruppi Indiani si sorgono contro questa o quella offesa alla dignità della loro religione. Gli indù rifiutavano che omosessualità fosse un tratto indiano e così protestavano contro i registi "influenzati dall'occidente". I cattolici chiedono che sia fermato la proiezione del film Sins (Peccati), storia di un prete che ha una relazione con una donna. I Sikh hanno esploso le bombe nei cinema dove si proiettava Jo Bole so Nihal, perché secondo loro il titolo del film è offensivo alla loro religione. Mira Nair, il suo film Water, sulla situazione delle vedove nell'India del 1930, l'ha girato in Sri Lanka per sfuggire dalle proteste indù. Ogni mese che passa, i vari gruppi sembrano diventare più suscettibili alle reali o presunte offese.

Il seconolo asiatico, non lo so quando arriverà, per il momento mi sembra si scorgere un senso di insicurezza e smarrimento.

Al parco mentre mangiavo le moro, scure e succose, Brando mi ha tirato e il ramo del albero che avevo tirato mi è sfuggito dalle mani. Una pioggia di more è venuto giù sulla mia testa macchiando la mia camicia. Mi ha fatto pensare alla casa del amico di Papà a Hydrabad, dove la mia camicia si macchiata viola con il succo di Jamun che si cadevano dagli alberi.

Sunil a Hyderabad nel 1960

domenica 29 maggio 2005

Roma e politica

Ieri in un'intervista su La Repubblica, D'Alema ha parlato sulla questione Rutelli. E' strana come intervista perché si capisce quasi tutto. Ciò succede rare volte che le persone parlano in modo così chiaro che li puoi capire. Più delle volte, vi sono lunghi giri di parole che possono significare sia una cosa che un'altra.

Quando uno arriva in Italia da un mondo anglosassone, si deve abituarsi a questo. Non si può rispondere mai con un chiaro si o no, invece si deve aspettare lunghe spiegazioni che possono significare sia uno che altro. All'inizio, mi perdevo nei giri di parole e alla fine delle riunioni uscivo senza aver capito quello che era stato deciso. Ora dopo tanti anni, penso di aver assimilato questo modo di pensare. Forse non del tutto, ma un po'.

Penso che questo stesso tratto applicato alla cultura, all'arte e al cinema sia una cosa molto più bella, e non si limita all'Italia ma è un modo comune per il mondo latino. Una volta che si entra dentro questa logica, il modo di ragionare anglosassone sembra un modo troppo assolutistico e finto chiaro. Invece la realtà non è sempre lineare e ci vuole un po' di confusione. Comunque, per tornare all'intervista di D'Alema, mi ha sorpreso che tra i politici si può parlare in termini così chiari.

Oggi, Scalfari in un'editoriale torna sulla questione Rutelli con la storia del Milan che ha perso il campionato al Liverpool e la storia della tartaruga e lo scorpione. Picchia forte Scalfari. E' la natura dello scorpione pungere e non ci si può fare niente! L'unica cosa che non mi piace in questa parabola è il presupposto che si doveva supportare la reciproca compagnia solo per attraversare un fiume (vincere le elezioni). Se fosse solo questo lo scopo, allora ...

Mi sorprende questa mia passione per la politica. Forse mi passerà! Tornando da Roma in Treno, ho dovuto dire alla ragazza seduta accanto a me di andare da qualche altra parte se voleva parlare al suo telefonino perché disturbava. Come si fa entrare in treno, tirare fuori il telefonino e cominciare a parlare di questo e quello, compreso storie personali, per ore senza pensare alle altre persone sedute vicino?

Roma sembra un set gigante di Benhur o Dieci Comandamenti. Non importa dove guardi, vedi delle scenografie imponenti come in nessun altra città al mondo.

Polluce a Campi d'Oglio, Roma

venerdì 27 maggio 2005

Il tradimento di Rutelli

La storia di Rutelli mi fa sentire male. Mi pento di aver votato per la Margherita alle ultime elezioni. Mi ero lasciato convincere da Francesco Baldacci. Quando guardo Rutelli in TV, mi sembra che lui pensa di avere tutte le carte in regola, un po' come Bill Clinton o Tony Blair, che è bello e fotogenico, può fare la faccia seria, cosa altro ci vuole oggi giorno per governare un paese? La gente ti voterà sicuramente. E il litigio per non lasciare che il professore prende il simbolo della lista dell'Olivo! Forse si vergogneranno rileggendo le proprie parole sui giornali la mattina dopo?

Questo blog scritto sul portatile a Roma, non poteva non parlare della politica! Alla fine, forse è inutile prendersela con i politici, perché forse politica è proprio questa, pensare al proprio cortiletto e avere ambizioni?

Berlusconi non mi era mai sembrato molto intelligente (per fare soldi, bisogna essere poco intelligenti, penso, ma quella è tutta un'altra storia), ma in questi giorni vederlo in TV è una sofferenza. Fa pena e sembra smarrito.

Mariangela mi ha mandato la segnalazione di un programma di Rainews 24, sull'interesse italiano per Nassiriya. Pensavo, se fosse la sinistra in governo, avrebbe fatto lo stesso? Penso di si. L'interesse nazionale viene prima di tutto. Le belle parole, fratellanza degli esseri umani, poveri che necessitano di questo o quello.. stanno bene solo se i nostri interessi sono salvi.

In un articolo Naomi Klein parla di un nuovo ufficio dello stato americano per la ricostruzione postbellica dei paesi, che si prepara a distribuire i contratti milionari alle ditte e alle ONG multinazionali del regime prima ancora che un paese sia colpito da guerra. Ricostruzione preventiva che va a braccetto con la guerra preventiva. La Rice che dice Tsunami è una grande opportunità. In fatti ha spazzato le coste, liberandole dall'ingombrante presenza di case dei pescatori.. ora si può portare lo sviluppo in tutti questi posti abbandonati da dio.

Mi ricordo questo ragazzo in Sud Sulawesi, Indonesia. Ero con Roberto.

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