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Visualizzazione dei post da settembre, 2010

Colori del teatro - tra sessualità e identità

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Quale rapporto esiste tra l'attore come persona e il suo personaggio teatrale? E' questa la domanda che pone il film Natrang (regista Ravi Jadhav , lingua Marathi, India, 2010) e tramite il mondo del teatro esplora diversi mondi che si ruotano intorno al tema dell'identità e sessualità - il mondo interiore dell'attore chiamato a svolgere un ruolo di un omosessuale effeminato, e il mondo dei pregiudizi che da una parte li ammira nel teatro e dall'altra, li disprezza nella società. Bombay (Mumbai), la capitale dello stato di Maharashtra è anche l'epicentro del mondo di Bollywood . Allo stesso momento, è anche la base del cinema regionale in lingua marathi, un mondo molto vivace dove spesso si fanno film fuori dai canoni popolari e populisti di Bollywood. Anche Natrang rientra in questa categoria dei film che rompono gli schemi di Bollywood. Trama : Gunawant Kagalkar ( Atul Kulkarni ), chiamato Guna da tutti, è un uomo povero senza terra, uno che fa piccoli

Vite alla matrioska

Perché certi libri ci piacciono molto e gli altri no? Preferisco leggere i libri che mi introducono alle esperienze nuove, non sperimentate prima. Allo stesso momento, preferisco i libri che hanno qualcosa di familiare, qualcosa con cui posso identificarmi. Quando mi piace un libro, spesso vado a cercarne altri simili, ma più delle volte gli altri libri non danno lo stesso piacere. Per esempio, mi piacciono le storie alla matrioska, dove la storia di una vita racchiude dentro di sé un altra, e quella ti porta ad un'altra ancora e così via. Spesso queste storie sono legate alla ricostruzione ossessiva di un passato. Le storie alla matrioska ambientate sullo sfondo di shoah sono tra le mie favorite. Forse avevo 13 o 14 anni, quando avevo letto il mio primo libro di questo tipo e ne ero immediatamente catturato. La drammaticità degli eventi, le tragedie di tante vite, le lotte per la sopravvivenza nei ghetti e nei campi di concentramento, erano tutti elementi che mi colpivano