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Visualizzazione dei post da marzo, 2008

Pasqua, holi e la primavera

La prossima settimana vi sono diverse festività per diverse religioni. Il giovedì 20 febbraio c’è il compleanno del profeta Maometto, per cui grande festa per i musulmani. Il 21 tocca i cristiani con il venerdì santo ed i parsi con il “nau roz”. Il 22 è la festa dei colori (holi) per gli indù, gianisti e sikh. Il 23 è la pasqua. Il 24 c’è il lunedì della pasqua e il 26 il “khordad sal”, il compleanno del profeta Zaruhusthra. Tanti auguri a tutti noi di tutte le religioni. Speriamo che sia un momento di pace per tutti. Sopratutto per tutti quelli che si trovano nelle terre dove prevale la violenza. Mi dispiace essere lontano dall’India, per non poter celebrare holi con gli amici. Qui sarà un giorno come tutti gli altri mentre in India, tutti giocheranno i colori, balleranno e canteranno insieme. Questa mattina, quando mi sono svegliato all’improvviso ho pensato a una domanda: come mai tutte le feste cristiane seguono il calendario cristiano ma non la pasqua? Tutte le feste che seguono a

La Coop schizofrenica?

Ieri mentre tagliavo un pomodoro, ho trovato un bollino della Coop attaccato ad essa. Incredulo sono andato a controllare tutti i pomodori che mia moglie aveva comprato. Su ogni pomodoro c’era un bollino. Un bollino significa una piccola etichetta di 2,5 cm circa, con un pezzo di carta sulla quale è stampato il marchio Coop con il blu, verde e rosso, e una pellicola di plastica dietro con la colla adesiva. Cosa serve questa etichetta? Serve a ricordarti che è un prodotto Coop. Poi cosa ne fai di questa etichetta? Ma che tipo di domanda è questa, è ovvio che cerchi di staccarla e buttarla via nella pattumiera. Non si mangiano queste etichette. E non hanno le vitamine. Il nuovo numero di Consumatori Coop ha una pattumiera piena di rifiuti sulla copertina e parla di rifiuti quotidiani. Immagino come me, tanti altri soci di Coop ci credono in una cooperativa che parla di rispetto dei consumatori, rispetto dell’ambiente, rispetto della natura. In ogni caso, con il caro prezzi che c’è, non p

Le diverse facce dell’estremismo

La protesta del rabbino di Bologna contro la presenza dell’Europarlamentare Luisa Morgantini in una cerimonia che parlava delle vittime dell’olocausto, “perché parla a favore di palestinesi e contro lo stato di Israele”, mi ha fatto pensare molto. Spesso si sentono storie di bambini abusati da genitori alcolizzati o violenti che crescono con una rabbia dentro di loro e diventati adulti, ripetono gli stessi abusi e violenze contro i propri figli. Forse le scelte del governo israeliano nelle ultime decadi seguono un po’ questa stessa storia? Se no, come si può spiegare che alcuni governanti di un popolo uscito da esperienze terribili, dall’olocausto, dalle camere di gas, delle persone chiuse dentro i ghetti, delle persone bersagli di tante ingiustizie, possono diventare altrettanto feroci contro altri popoli? O forse si tratta della sindrome di paranoia dei perseguitati, che reagiscono con troppa ferocia alle minacce per non essere perseguitati un’altra volta? Penso che gli estremisti de

Storia d’amore: Jodha Akbar

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“Jodha Akbar” è il nuovo film di Ashutosh Gawarikar, il regista di “Lagaan: c’era una volta in India”. Dopo Lagaan, aveva girato Swadesh, il film sull’incontro di uno scienziato di origine indiana che lavora alla NASA con l’India dei villaggi. Ormai Gowarikar si fatto un nome per un regista originale che sceglie temi fuori dalle solite logiche di Bollywood. Allo stesso momento, ha la reputazione per essere un regista molto preciso che gira dei film lunghissimi. Sia Lagaan che Swadesh duravano più di tre ore. “Jodha Akbar”, storia d’amore tra Jodha, una principessa indù del Rajasthan e Akbar, l’imperatore Mughal musulmano, rinforza questa reputazione di Gowarikar. E’ un film originale, preciso e lunghissimo, dura circa tre ore e venti minuti. E’ un film nella tradizione di film spettacolari come Benhur o Cleopatra con delle scenografie enormi e costose con la ricostruzione di palazzi, corti imperiali e l’impiego di migliaia di comparse e animali, senza fare ricorso agli effetti speciali

Vanaja: sogno di una bambina

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“Vanaja” (regista Rajnesh Dolmapalli) era il film di inaugurazione del nuovo festival del cinema dei giovani di Bologna, lo Youngabout Festival , iniziato ieri (3 marzo 2008). Avevo visto la pubblicità di questo film più di un anno fa su alcuni siti di internet indiani. La pubblicità aveva un’immagine molto bella e colorata, una ragazza insieme ad un elefante, e diceva che il film aveva vinto riconoscimenti internazionali molto importanti. Durante la mia visita in India avevo cercato il film ma senza successo. Comunque, avevo pensato che la strategia di marketing scelto dal film era buona, e che soltanto tramite la pubblicità online, era riuscita a creare curiosità in persone come me. Poi quando ho visto il programma del festival Young About, avevo subito deciso che non l’avrei lasciato sfuggire quest’opportunità. Ieri mattina per guardare il film al cinema Odeon c’erano poche persone, a parte tre-quattro classi di scuole medie insieme ai loro insegnanti. Magari il festival attirerà pi