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Visualizzazione dei post da dicembre, 2006

25 passi per una vita migliore (2)

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Secondo il guru la prima cosa da fare è quello di verificare il proprio stato di salute: Salute è ... il corpo libero da malattie il respiro senza sforzo la mente senza stress l’intelligenza senza inibizioni la memoria libera da ossessioni l’ego che comprende tutto l’anima libera da tristezza Inoltre, lui consiglia di riflettere spesso sul senso della propria vita, perché secondo lui soltanto quando uno inizia a farsi queste domande, la sua vita inizia da vero. “Non bisogna avere fretta per trovare le risposte a queste domande. Quelli che le conoscono non vi le diranno, e quelli che vogliono dirvile, non le conoscono.” Ora arriviamo ai suoi 25 passi per migliorare la vita. Riflettere sul contesto della propria vita : Ciò significa riconoscere la brevità della propria vita se paragonata ai milioni di anni durante le quali la vita si è sviluppata sulla terra. Se qualcuno ci guardasse da fuori, i 70-80 anni delle nostra vita sono meno di un’attimo. Visti contro la grandezza dell’universo,

25 passi per una vita migliore (1)

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E’ di nuovo il momento di fare il resoconto dell’anno appena trascorso, e di farsi le promesse per il nuovo anno. Anche se poi, spesso le promesse restano soltanto delle parole senza un seguito, ma intanto ci si può sentire buoni e risoluti per qualche giorno! Non voglio pensare alle mie promesse che mi ero fatto l’anno scorso. O, quelle fatte l’anno prima, o prima ancora. Tanto sono sempre le stesse. Devo dimagrire. Devo scrivere il mio romanzo. Devo fare meditazione tutti i giorni. Devo imparare a controllare le mie emozioni. Devo trovare più tempo per stare in famiglia. E così via. Ma capita anche a voi di continuare a fare sempre le stesse promesse anno dopo anno? Invece vi voglio parlare dei consigli di un guru indiano che si chiama Sri Sri Ravi Shanker , apparsi su un settimanale The Week . "I 25 passi per migliorare la tua vita nel 2007". Sono sopratutto gli americani che credono nei manuali che insegnano l’arte di vivere – “Come avere tanti amici”, “Come realizzare i

Concerto del maestro indiano a Bologna

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Il maestro di musica classica indiana, Shahid Parvez Khan, è venuto a Bologna per un concerto di sitar il 7 dicembre sera. Erano tanti anni che non ascoltavo un concerto di sitar dal vivo. Il piacere era ancora più grande perché dopo la generazione di artisti come Ravi Shanker e Vilayat Khan, lui è considerato uno dei grandi della musica classica indiana. Mentre lo ascoltavo, pensavo alle notti di estate passate nel parco del Mavalankar Hall a Nuova Delhi, ad ascoltare i concerti di musica classica e guardare le danze classiche. Era allora che avevo iniziato ad apprezzare il sitar, sopratutto quelle note lente e dolci che si muovano come onde e raccontano storie malinconiche. Ho parlato con il maestro della sua infanzia, della sua fama e del suo rapporto con la famiglia. Purtroppo, non ho fatto in tempo a tradurre questa intervista in italiano, e stamattina parto per l'India. Lo completerò al mio ritorno alla fine del mese. In tanto due foto della serata: (1) maestro Shaid Parvez K

Creatività, censura, romanticismo...

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Ho questo sogno di scrivere un romanzo un giorno. Volevo scrivere di un ragazzo che torna dal suo padre morente e viene a sapere di un segreto di famiglia. Doveva essere un viaggio alla scoperta di se stesso, un viaggio di riconciliazione. Per giorni vivevo quel libro. I personaggi del libro erano come persone vive che mi giravo intorno e parlavano nei momenti più diversi. Poi, alla fine ho scritto quel libro in inglese, circa 250 pagine, scritte in meno di un mese. L'ho fatto vedere ad una mia cugina scrittrice, anche perché ci tenevo molto al suo giudizio. Si vede che può venire fuori un libro molto bello, mi ha detto, ma ora devi lavorarci sopra bene e riscrivere il tutto e sistemarlo meglio. Mi sentivo in settimo cielo. Alla fine sono vicino al mio sogno di scrivere il mio romanzo, ho pensato. Questo era più di un anno fa e da allora, non sono più stato capace di scrivere giù niente. All'inizio mi bloccava l'idea di dover scrivere questo libro in inglese. L'inglese