Ero tornato a Londra per un'altra riunione. Era una riunione molto particolare, almeno per me. Era la riunione di una federazione che avevo aiutato a nascere.
L'idea della federazione era venuta dal mio amico Enrico .
Enrico (dott. Enrico Pupulin, allora responsabile del DAR, il dipartimento di Disabilità e Riabilitazione presso l'OMS) mi aveva detto, "Perché, tutte queste associazioni che operano in campo della disabilità non coordinano il loro lavoro? Fanno stesse attività, negli stessi posti con progetti paralleli, mentre altre zone non hanno nessuno. Sarebbe meglio coordinare tutto questo lavoro".
Era il 1993 e dopo questa discussione con Enrico, avevo preparato una proposta da presentare al MAE (ministero degli affari esteri) italiano per un finanziamento. Fortunatamente, la mia proposta era stata approvata. Poi, avevo cercato tutte le associazioni che operano nei paesi sviluppati con interventi a favore delle persone con disabilità e invitato loro per una riunione, tenutasi presso l'hotel Europa a Roma nel 1994.
Tutte le organizzazioni più importanti che operano nel campo della disabilità avevano partecipato - da Radda Barna svedese a Save the Children inglese, da NAD norvegese a Christtofer Blinden Mission tedesco, da Handicap International francese a American Leprosy Mission. Dall'Italia, eravamo due organizzazioni - AIFO di Bologna come organizzatori della riunione e La Nostra Famiglia.
Da quella riunione romana, 1994 era nata l'IDDC, International Disability & Development Consortium.
Da diversi anni, non mi occupo più di seguire i rapporti con questa federazione IDDC. Tornarci è come ritrovare un figlio cresciuto lontano. C'è ancora qualcuno che era presente alla prima riunione a Roma 12 anni fa, ma la maggior parte delle persone sono nuove.
Per me è bello e triste allo stesso momento. Bello, perché la federazione nata da quella discussione tra me e Enrico, continua ad esserci ed è molto più forte di prima. Triste, perché la maggior parte delle persone che ne facevano parte, non vi sono più e dubito che le persone che la gestiscono oggi, sanno come era nata.
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La riunione dell'IDDC si fa al quinto piano di un grattacielo, tutto vetro e acciaio. Giù si vede la Tamigi e le navi che ci passano continuamente. E' una giornata piovosa con la famosa pioggerellina inglese.
Mi sento come un'animale esposto al pubblico dentro una gabbia di vetro. Per fortuna, siamo al quinto piano e le persone che passano per la strada non possono vederci, ma la sensazione rimane.
Anche all'OMS a Ginevra è così, ma li non ci sono case o strade davanti e la sensazione di essere dentro una scatola di vetro trasparente esposta al pubblico è meno spiacevole.
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Sono andato a trovare Pam Zinkin. E' stata poco bene ultimamente e ha passato un po' di giorni in ospedale. Non si è trovata bene in ospedale, dice che ormai gli ospedali inglesi non hanno più personale - lei ha visto il medico solo il giorno del suo ricovero e le infermieri erano sempre troppo di fretta per parlare con lei.
Quella stessa sera alla TV inglese, hanno parlato di un ragazzo che aveva ucciso diverse persone. La nonna di questo ragazzo diceva, "Per mesi ho chiesto l'aiuto agli servizi. Ho detto che era instabile, aveva bisogno di un psichiatra, ho scritto tante lettere, ma non hanno fatto niente. Dicevano che non vi erano le risorse."
Alla mattina, quando tornavo a Bologna, la prima pagina di un giornale inglese annunciava "per mancanza di fondi, un'ospedale di Londra ha deciso di licenziare 1000 dipendenti".
Ma Gran Bretagna non era ancora una potenza mondiale? Aveva un sistema sanitario nazionale che si ammirava in tutto il mondo. Cosa lì è successo?
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