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mercoledì 25 maggio 2005

Imprenditore Arrabiato, Mariangela, Papaveri e Le More

Oggi ho soltanto qualche breve appunto per il mio diario. Immagino che dopo qualche anno, tornerò a guardare queste pagine del mio blog e mi chiederò cosa c'era di così importante che bisognava scriverlo giù?

Fiori di Papavero, Bologna

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Parlavo con un amico imprenditore in India. Era molto arrabbiato con l'ambasciata italiana a Delhi.

"Hanno le procedure così assurde e ti costringono ad aspettare per ore sulla strada per avere un visto. Sai quanto caldo fa in questi giorni? Ci trattano come fosse dei criminali. Puoi tenerti la tua Italia, non mi interessa."

Avevo già sentito simili storie altre volte. L'ambasciata italiana ha guadagnato la reputazione in India di essere tra le più difficili, tra quelle europee, per ottenere i visti. Penso che sia come una reazione di frustrazione perché non si riesce a bloccare l'emigrazione clandestina. Una volta avevo sentito da qualcuno che le ambasciate sono sotto pressione per limitare il numero dei visti che emettono nei paesi poveri. Forse perché una parte delle persone che entrano come turisti, poi restano in Italia come emigrati clandestini? Comunque, penso che sarebbe meglio un processo di filtro per selezionare a chi dare il visto, altrimenti questo può avere effetti contrari agli interessi del paese!

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Era venuta a trovarmi la mia amica Mariangela. Siamo andati a cercare il campo di papaveri lungo via Zanardi e abbiamo scattato tante foto. Alcune di queste foto sono venute proprio bene.

Fiori di Papavero, Bologna

Mentre guardo queste foto, dimentico la paura che avevo mentre andavamo lungo la via Zanardi - le macchine che sfrecciavano veloci, non sempre sembravano contente di rallentare per far passare la sedia a rotelle di Mariangela.

Poi siamo andati al nostro parco di Via Agucchi perché Mariangela voleva assaggiare i gelsi.

Non sono sicuro se sono gli stessi che si chiamano le more?

Comunque, nel nostro parco questi alberi sono pieni di frutta che nessuno raccoglie. Invece, da bambino, avevamo due alberi simili, di fronte alla nostra aula, ma a quei tempi, eri fortunato se riuscivi a trovare un gelso da mangiare, anche acerbo. Con tutti i ragazzi che giravo intorno, si faceva fuori tutto.

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