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giovedì 29 marzo 2007

Mosso, Agitato, Allegro: Un Viaggio Romano

Ero molto agitato. Dovevo andare a Roma. Forse perché ero un po’ stanco del mio continuo viaggiare.
 
Mostra Trash People, Piazza del Popolo, Roma

Viaggio, spesso significa - alzare presto e partire presto alla mattina e tornare tardi alla sera. Le medicine che prendo, rendono tutto ancora più complicato. Durante la mattina devo continuamente cercare i bagni per via del diuretico. E alla sera, fare tardi con le medicine serali, e così essere costretto a svegliarmi di notte per andare in bagno.

Viaggiare e la Vecchiaia

Viaggiare non era sempre così difficile. E' peggiorato da quando ho l'ipertensione e devo prendere le medicine.
 
L’altro giorno, nel parco mentre portavo il nostro cane alla sua solita passeggiata, avevo incontrato una signora e che ad un certo punto del nostro breve scambio, aveva fatto una smorfia e sussurrato, “Che brutta che è la vecchiaia!” Mi ero sentito imbarazzato, l’avevo salutata e me ne andato via, a passo veloce.

Vecchiaia è brutta? Sono d’accordo con lei fino ad un certo punto. Penso che sia bello non avere le ansie della gioventù. E’ bello pensare ai nipotini che forse arriveranno, prima o poi. E’ bello non lasciarsi preoccupare più di tanto, perché per esperienza si sa già che tutto passa, prima o poi. Invece i diuretici, quelli si che sono noiosi. E la fatica di cercare i titoli dei libri nella biblioteca - provi con gli occhiali, provi senza, ma non si vedono bene lo stesso.

Scusatemi, ho perso la strada. Ultimamente mi succede abbastanza spesso, e non so se devo cominciare a preoccuparmi.Dovevo scrivere del mio viaggio, non so perché ho iniziato a parlare della vecchiaia.

Andare a Roma

Ero agitato. Avevo fatto un po’ tardi e alla stazione, la macchina automatica dove facevo la fila, era occupata da una persona che continuava a toccare lo schermo per andare avanti e in dietro al infinito forse perché voleva controllare tutti i percorsi possibili e non riusciva a decidersi. Invece non potevo fare meno della macchina automatica perché con la prenotazione via internet, avevo chiesto di avere un biglietto tramite le macchine.
 
Sono arrivato alla macchinetta giusto all’ultimo minuto quando ormai il mio treno era già in stazione e poi, mi sono lanciato in una corsa che sicuramente fece bene al mio cuore e al mio desiderio di bruciare più calorie possibili, ma ho urtato più di una persona durante la mia corsa.

La Mostra Trash People in Piazza del Popolo

A Roma mi ricordavo la strada fino alla fermata Flaminio della metropolitana. Da quella fermata, mi ricordavo un autobus che mi avrebbe portato fino ad un grande piazzale, da dove potevo camminare fino alla Farnesina. Ma non mi ricordavo il numero dell’autobus che dovevo prendere, ne il nome del piazzale dove dovevo andare.

Mentre cercavo l’autobus che dovevo prendere, intravidi uno spettacolo stranissimo. La Piazza del Popolo era piena delle figure umane, costruite con le lattine vuote, e altri rifiuti compreso carta da macero, pezzi di tubi e di macchinette varie, e di altre cose.

Mostra Trash People, Piazza del Popolo, Roma
Era la mostra Trash People dell’artista tedesco Ha Schultz e mi faceva ricordare l’armata di terracotta del tredicesimo secolo sepolta a Xian in Cina. Una volta in Piazza, di fronte a quelle sculture, ho dimenticato completamente che ero venuto a Roma per andare alla Farnesina. Invece sono andato su per le Scalinata di Pincio fino al piazzale Napoleone. Anche questa fu una mossa buona per il mio cuore e per bruciare le calorie, ma purtroppo nella mia giacca e cravatta, iniziavo a sudare. La visione dell’armata, vista da sopra, era favolosa. Con riluttanza scesi giù e iniziai a correre. Ormai mancavano 20 minuti al mio appuntamento e non avevo ancora scoperto come arrivare alla Farnesina.
Mostra Trash People, Piazza del Popolo, Roma

Ho letto che il comune vuole fare un parcheggio interrato dentro la collina di Pincio. Penso che non sarebbe una buona mossa. Ormai le macchine sono più degli esseri umani. Tutti i parcheggi che oggi sembrano grandi, domani saranno insufficienti e si dovrà cercare altri parcheggi per ridurre il casino del traffico che poi non si ridurrà lo stesso.

Scusate, è successo di nuovo, mi sono perso un’altra volta.

La Farnesina

Ero già stato alla Farnesina molti anni fa, ma allora fu per una riunione non molto importante. Forse eravamo stati in una sala poco importante. Comunque, non me la ricordavo così imperiale e grandiosa. Invece questa volta dovevamo andare all’ufficio del vice ministro. Ero affascinato dalla statua dorata di Giulio Cesare che si ammirava in uno specchio, dalle sculture lungo i corridoi che guardavano fontane e ampi saloni di marmo e stucco. Invece ero in ritardo e non si poteva fermare.

Dopo la riunione, quando uscirò, farò tante foto, mi ero detto. Invece durante il viaggio di ritorno, ci siamo persi. Scendevamo lungo scale e corridoi affiancati dagli uffici, ma non si vedeva nessuna statua o scultura. Cercai di dire che forse era meglio tornare in dietro e rifare la strada che avevamo fatto per venire ma ormai era troppo tardi e chiedendo istruzioni in giro, siamo usciti fuori!

Il Ritorno da Roma

Ho preso il nuovo treno super veloce da Roma che si chiama T-Biz. Avevano un’offerta speciale con biglietti a “prezzo amico”. Costava quanto un Eurostar normale. Interni del treno erano molto belli e curati e avevano anche delle hostess, le quali hanno offerto anche una bibita gratis, un po’ come si faceva una volta con gli Eurostar. Non hanno offerto un giornale, ma forse hanno già superato quella fase o forse lo fanno soltanto di mattina.

Comunque, viaggiare era un piacere. Roma-Bologna in meno di 2,5 ore senza fermate. Ogni tanto quando i binari del treno si avvicinavano all’autostrada, faceva impressione vedere che nessuna macchina riusciva a superare il nostro treno.

L’unico neo era la porta della nostra carrozza che ha rifiutato di aprirsi a Bologna. Un guasto tecnico nella nuova meraviglia della tecnologia. Succede nelle migliori famiglie. Comunque alle 21,00 ero già a casa. Allegro e contento della giornata.
 
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