Nella rivista indiana in Hindi, Hans, ho cominciato a leggere la testimonianza di un professore universitario di Nuova Delhi. Lui si chiama Shyoraj Singh Bechain.
Nella sua testimonianza, lui racconta la sua vita da bambino come nipote di una persona "intoccabile", uno che si faceva diversi mestieri da piccolo. Portava animali al pascolo, seguiva l'asino che tirava l'acqua dal pozzo, tagliava l'erba, aiutava nei campi, ecc.
Erano molto poveri, suo padre era morto e sua madre non guadagnava abbastanza per dare da mangiare a lui e ai suoi fratelli. Gli piaceva leggere. Leggeva ogni foglio di carta che riusciva a trovare fra le mani. E gli piaceva scrivere poesie.
Nel 1974, a 16 anni aveva incontrato un maestro di scuola che gli aveva detto che era bravo, che se voleva studiare, lui l'avrebbe aiutato. La sua proposta è semplice, "lavori nella mia fattoria nel tuo tempo libero, fai a piedi 25 km per andare a scuola e per tornare a casa, e io ti farò studiare invece di darti un salario". Erano condizioni da schiavi ma lui aveva un forte desiderio di studiare. Quando aveva deciso di accettare questa proposta, era scoppiato il finimondo a casa. Tutti, ad iniziare dalla madre erano contrari. La madre gli aveva detto: "Se andrai a scuola, non guadagnerai più, come faremmo a sopravvivere noi? Cosa mangeremo? Sei un figlio ingrato."
Contro il consiglio di tutti, lui aveva insistito. I suoi giorni a scuola non erano facili, sentiva il senso di inferiorità perché non aveva vestiti puliti, perché non sapeva parlare come gli altri studenti, perché era più vecchio degli altri studenti, e subiva la discriminazione che tutti gli "intoccabili" dovevano subire.
Nel suo racconto, parla di tutto questo in maniera semplice senza melodrammi, ma con un senso di compassione per se stesso e per gli altri come lui. Un racconto autobiografico veramente forte.
Questo racconto mi è parso una finestra per intravedere un mondo che so bene che esiste ma del quale so poco. Ne ho sempre sentito parlare da quelli che vanno a lavorare tra i poveri, ma i poveri che si raccontano sono pochissimi. Purtroppo spesso i poveri non sanno parlare bene ne a spiegare bene le proprie questioni. Invece il prof. Bechain può guardare la propria situazione in maniera critica e può parlarne meglio di qualunque altro.
Dopo aver finito di leggere il racconto, mentre andavo a passeggio lungo la spiaggia di Bibione, riascoltavo le sue parole nella mia testa e mi sembrava impossibile che possono esistere situazioni tremende come lui ha descritto, che convivono con il mondo dove vi sono ombrelloni, bikini, gelati e passeggiate lungo un mare azzurro.
Mi piacerebbe conoscerlo e di fargli tante domande. Per esempio, oggi che lui è un professore universitario, riesce a parlare con sua madre e con i suoi fratelli? e di che cosa parlano? Questa analisi critica della povertà, della fame, che fa nel suo racconto, riesce a parlarne con altri che vivono e muoiono oggi in quella situazione? Ha trovato una moglie? Come è andata? Ha sposato una donna della propria casta degli "intoccabili", o è di una casta diversa? Si sente ancora parte di quel mondo con le regole medievali?
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