lunedì 1 agosto 2005

Vite notturne

Ieri sera c'era Marco Paolini alla piazza Santo Stefano.

Bologna centro di notte

Lo spettacolo doveva iniziare alle 21,30. Quando tornai dal parco, dopo la passeggiata con il cane (Brando), ormai erano già le 21,00.

In autobus per il centro, ero da solo quando salì una copia ad una fermata. Entrambi dovevano avere intorno a 50-55 anni. La donna, magra e alta, aveva una faccia simpatica. Lui era un po' trasandato e aveva una bottiglia di birra mezza vuota in mano. Guardavo fuori dalla finestra quando ho sentito le loro voci. Ubriaco ... cazzo ... puttana ... il tono delle loro voci che si alzava. Mi sono sentito male. Avevo la sensazione di stare su un precipizio e mi sentivo di tremare dentro. Poi, ad un certo punto, la donna si era tirata in dietro, abbassando la voce e cercando di parlare in una voce più ragionevole.

Continuavo a guardare fuori dalla finestra, cercando di ignorarli.

Al semaforo della Porta Lame, c'erano due uomini sul marciapiede. C'era buio e li vedevo appena. Ma mi è sembrato che uno di loro piangeva mentre l'altro cercava di consolarlo. Poi, quello che consolava, baciò l'altro, mentre il semaforo diventava verde.

All'inizio della via Lame sono saliti alcuni ragazzi cinesi. Parlavano in cinese, a voce alta e ridevano. Erano tutti vestiti per andare alla festa.

Quando siamo arrivati in centro, ho vista la prima coppia. La donna toccava la guancia dell'uomo con la sua mano e l'uomo sorrideva. Prima di scendere, la donna prese la bottiglia della birra dalle mani del uomo e mandò giù un lungo sorso.

In piazza Santo Stefano, non c'era posto per muoversi. Dappertutto c'erano persone. Tanti, tantissimi giovani. E tante biciclette. Qualche sedia a rotelle. Ormai noto tutte le sedie a rotelle che vedo, è una deformazione professionale. Ogni battuta di Paolini era salutata con un applauso scrosciante. Ma non riuscivo a vederlo, bloccato dalla marea della gente. Dopo tanta fatica, riuscì a vederlo per alcuni istanti. E' stato bravo come sempre.

Durante il viaggio di ritorno, l'autobus era pieno. E avevo sonno. Appoggiai la testa contro il finestrino. Ho fatto molta fatica per non addormentarmi nell'autobus.

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