Era venuto Riju a trovarci a Bologna. Lui è il figlio di mio cugino.
Lui è uno studente di dottorato nel dipartimento di informatica presso l'università di Colonia in Germania. Quando gli ho chiesto della sua ricerca, mi ha parlato di algoritmi matematici, biomeccanica e cose varie che non ho capito niente, ma non volevo fargli vedere, così continuavo ad annuire con la testa, come se capivo tutto.
Giovedì l'avevo accompagnato a Venezia. Faceva molto caldo. Eravamo usciti dal percorso principale che va verso la piazza San Marco, perché volevo fargli vedere altre zone, meno conosciute della città.Così, siamo addentrati dentro i calli lungo i canali. Più di una volta, abbiamo dovuto tornare in dietro, perché la calle finiva al bordo di un altro canale, senza un'altra uscita.
Girare a Venezia fuori dai percorsi principali è bellissimo. Abbiamo visto alcune signore, sedute fuori dalle loro case, forse perché dentro faceva troppo caldo. Vi erano dei ragazzi seduti sui ponti con i piedi a penzoloni sopra l'acqua. C'erano tanti gatti ma anche qualche cane.
Così siamo arrivati al cortile del nuovo ghetto, dove c'è una fontanella. Avevamo camminato sotto un sole cocente e vedere quella fontanella era un piacere. Eravamo li vicino alla fontanella, Riju si bagnava la faccia sotto l'acqua mentre io guardavo intorno quando sono apparsi i due poliziotti che ci guardavano. Forse perché Riju portava il "kurta", il vestito tradizionale indiano, e avevano pensato che poteva essere un terrorista musulmano che voleva attaccare la sinagoga di quella piazza. Comunque, loro non ci hanno detto niente e ci siamo allontanati in fretta, facendo finta di niente.
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Ho letto un articolo di un giornalista indiano che vive a Londra. Lui dice che è un brutto momento per essere un pakistano a Londra, e che quando va in giro, deve subito chiarire che lui è un indù indiano.
Devo andare a Londra fra qualche settimana e questo discorso mi fa paura. Come si può affrontare un mondo che non conosce le diverse culture e le religioni di altri paesi ? Mi vergogno perché penso solo a me stesso e preoccupo per come distinguermi dai musulmani del Pakistan e Bangladesh. Londra ha avuto l'attacco terroristico islamico nella metropolitana e posso capire la gente potrebbe avere paura.Per cui non vorrei essere confuso con loro.
La ragione mi dice che è sbagliato pensare così. Demonizzare un'intera popolazione è sbagliato. E in ogni caso, non si può andare in giro con cartelli per dire che io non sono questo o quello. Paura è cieca e colpirà tutti quelli che "sembrano".
Ma la ragione e le emozioni non sempre coincidono.
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Ieri sera, ero con il cane, fuori nel parco vicino a casa, quando ho visto 5 uomini che camminavano insieme. Conosco vagamente uno di loro, si chiama Rahman ed è del Bangladesh. Abbiamo parlato un paio di volte nel parco. Tutti i 5 portavano i vestiti tradizionali bianchi, come quelli che portano per andare a pellegrinaggio a Mecca. Qualcuno di loro aveva un rosario in mano. Venerdì è il giorno sacro dei musulmani e forse si erano uniti per una preghiera e ora tornavano a casa.
Comunque, mi ha fatto un po' di paura questo loro apparente fervore religioso. Mi sono girato dall'altra parte per non guardarli.
Mi fa paura la mia paura. E anche un po' di vergogna. E' il sintomo dei tempi che viviamo.
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