venerdì 2 settembre 2005

Affrontare le differenze

Le mie ferie sono quasi finite. Siamo andati a Schio per 4 giorni. Da Schio abbiamo fatto qualche gita nei dintorni per visitare Tresca, Conca, Asiago, Roana, Lavarone, Vicenza, Bassano del Grappa, Marostica ... Il viaggio era un'occasione per vedere come sta cambiando il nostro mondo.

Si vedono molti stranieri in giro adesso. Anche a Schio. Le piccole comunità stanno cambiando e sono costrette a fare i conti con la diversità delle culture e delle religioni.

C'è una strategia per affrontare questo impatto delle comunità con la diversità? Qual'è?

In questi giorni, ho sentito il richiamo ai valori cattolici e le radici cristiane delle società da parte di qualche esponente politico e ho letto il nuovo libro di Magdi Allam con la sua testimonianza contro terrorismo e contro il fondamentalismo. Ma penso che ancora manchi il vero dibattito sulle strategie da adottare.

Penso che la convivenza con le persone di altre culture e religioni è una realtà che non potrà essere cambiata, semmai diventerà sempre più acuta.

Uno dei punti critici è di trovare l'equilibrio tra il rispetto per le diversità e la salvaguardia delle culture d'origine dei nuovi arrivati da una parte, e dall'altra, il bisogno di assicurare che le comunità possono continuare ad essere unite e non frammentate nei ghetti isolati. Per questo, penso che le pratiche culturali e/o religiosi, che sono contrari alla Dichiarazione dei Diritti del Uomo, devono essere vietate e ogni trasgressione dovrebbe punita con severità.

Concordo con la strategia francese di separare lo stato e la religione, così gli spazi pubblici come le scuole pubbliche e le aule dei tribunali, non dovrebbero avere i simboli religiosi, anche se le comunità italiane sono abituate alla presenza di croci in molti luoghi pubblici.

Le scuole gestite dai religiosi avranno questi simboli, ma tutti dovrebbero seguire il curriculum scolastico nazionale definito dal ministero dell'educazione, compreso l'obbligo di imparare l'italiano.

Forse la questione fondamentale è se le scuole, pubbliche o religiose, devono parlare della religione ? Penso che sarebbe bello se tutte le scuole possono avere un'ora di religione obbligatoria per tutti studenti, dove tutti devono imparare sulle varie religioni, non soltanto della propria, e dove si dovrebbe avere la possibilità di discutere in maniera critica la storia dell'umanità collegata alle religioni e vedere quante guerre, quante sofferenze sono state create per le religioni.

Ma ho paura che nessuno vuole sentire critiche verso la propria religione - tutti pensiamo di essere perfetti, sono sempre gli altri che sbagliano! Se penso a quanto successo in Francia e Olanda, critiche alla religione islamica possono rivelare pericolose, per cui, non so fino a quale punto, queste idee potranno essere applicate.

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