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Induismo

Spesso le persone mi fanno domande sull'induismo, che non riesco a rispondere. O, almeno, dentro di me penso di non aver spiegato bene. Una volta partecipai in un’intervista per uno studente universitario che scriveva la sua tesi sull’induismo, e ricordo questo senso di frustrazione mentre gli parlavo. Lui mi poneva domande su quello che sono basi della via dell’induismo e ogni volta io dovevo aggiungere che veramente lo pensavo in maniera completamente diversa, e che nonostante ciò, mi considero un’indù. Penso che sia più facile per le altre religioni che hanno un profeta e un libro sacro, mentre in induismo puoi anche non accettare nessun profeta e nessun libro sacro o magari accettare diversi profeti e altrettanto libri sacri, che non concordano tra di loro. Per questo penso che induismo sia la religione più difficile da spiegare agli altri. Una spiegazione dell’induismo che ho letto recentemente e che mi è sembrato interessante è scritto da un’avocatessa americana, Aditi Banerj

Le Radici del Cuore

Ho visto “ Il destino nel nome ” (titolo originale, “The Namesake”), il nuovo film di Mira Nair , uscito al cinema da qualche giorno. Avevo letto il libro “ The Namesake ” di Jhumpa Lahiri alcuni mesi fa e mi era piaciuto molto. Spesso succede che se ti piace un libro, resti deluso dal film basato su quel libro. Ciò è vero parzialmente anche per “Il destino nel nome”. Il libro non è molto lungo, anzi, considerando che racconta la storia di oltre 25 anni nella vita di suoi protagonisti, è un libro piuttosto breve. La storia dei due emigrati indiani in America, Ashok e Ashima, era raccontata con grandi pennellate che mi lasciavano la libertà di riempire i dettagli dalla mia fantasia, dai particolari delle persone che avevo conosciuto e delle volte, immaginare me stesso e la mia famiglia come i protagonisti del romanzo. Se il libro affrontava la storia con grandi pennellate, il film la affronta con brevi scene un po’ staccate per far capire il passaggio degli anni. In questo senso, la vi

Molto mosso, agitato, allegro

Ero molto agitato. Forse perché ero un po’ stanco di questi viaggi. Alzare presto, partire presto alla mattina e tornare tardi alla sera. Durante la mattina continuamente cercare i bagni per via del diuretico che devo prendere. E alla sera, fare tardi con le medicine serali, e così essere costretto a svegliarmi di notte una o due volte per andare in bagno. L’altro giorno, nel parco mentre portavo il cane alla sua solita passeggiata, avevo incontrato una signora e che ad un certo punto del nostro breve scambio, aveva fatto una smorfia e sussurrato, “Che brutta che è la vecchiaia!” Ero embarassato, l’avevo salutato e me ne andato via a passo veloce. Vecchiaia è brutta? Sono d’accordo con lei fino ad un certo punto. E’ bello non avere le ansie della gioventù. E’ bello pensare ai nipotini che forse arriveranno, prima o poi. E’ bello non lasciarsi preoccupare più di tanto perché per esperienza si sa già che tutto passa, prima o poi. Invece i diuretici, quelli si che sono noiosi. E la fatica

Difficoltà di comunicare!

Ricevuto questa storia da un'amica indiana: La nazioni unite hanno svolto un indagine in tutto il mondo. L'indagine comprendeva soltanto una domanda: "Per favore, può darci la sua onesta opinione riguardo le soluzioni relative alla scarsità di cibo nel resto del mondo?" Purtroppo, l'indagine non ha fornito risposte adeguate per i seguenti motivi: In Africa, non sapevano cosa significa "cibo". In India non sapevano cosa signifca "onesta". In Cina non sapevano cosa significa "opinione". In medio oriente non sapevano cosa significa "soluzioni". In Europa non capivano il significato di scarsità. In Sud America non riuscivano a capire cosa vuol dire "per favore". E negli Stati Uniti, non capivano la frase "resto del mondo".

Dor – Il Filo (2006)

Dor (Filo) è nuovo film del giovane regista indiano Nagesh Kukunoor . Nagesh è conosciuto per i suoi piccoli film senza le grandi stelle di Bollywood, ma sono film con trame innovative, anche se un po’ di nicchia. Il successo del suo ultimo film “ Iqbal ” (2004), la storia di un ragazzo musalmano sordo che vuole diventare parte della squadra nazionale di cricket, l’aveva portato al primo piano nel mondo del cinema popolare indiano. Trama del film : Dor è la storia del filo invisibile del destino che può all’improvviso sconvolgere le nostre vite e può costringerci di agire in modo inconsueto che non avremmo mai sperimentato prima. Il film è la storia di due donne, Mira ( Ayesha Takia ), una neo-sposa indù nel deserto di Rajasthan e Zeenat ( Gul Panang ), un’insegnante da un piccolo villaggio musulmano delle montagne di Himalaya. Mira Mira è stata sposata con Shanker (Anirudh Jayakar), è piena di vita, e sta imparando a conoscere e amare il marito scelto dalla sua famiglia. Loro vivono c

Il coraggio di Taslima

Taslima Nasrin è una scrittrice originaria del Bangladesh. A seguito del suo libro " Vergogna ", alcuni Mullah del Bangladesh avevano decretato il fatwa per la sua morte e lei fuggì prima in India e poi per qualche anno in Scandinavia. Oggi lei vive a Calcutta in India. Questa settimana è apparso un suo nuovo scritto sull'uso del chaddor nelle donne musulmane, nel settimanale indiano Outlook . Qualche tempo fa, la famosa attrice e attivista indiana, Shabana Azmi , insieme ad un gruppo di donne musulmane avevano chiesto alle donne musulmane di non portare il velo perché secondo loro, il Corano non chiede alle donne di coprirsi il corpo. Anzi, secondo loro, i principi dell'Islam sono basati sulla parità tra uomini e donne. Il nuovo scritto di Taslima è in risposta a questo invito di Shabana Azmi. Non è vero che il Corano non chiede alle donne di coprirsi il proprio corpo dalla testa fino ai piedi, dice Taslima in questo scritto, e cita diversi versi del Corano e analiz

L'altro

Ero con Ermanno. Conosco Ermanno da diversi anni, ma soltanto come uno che ci da una mano al magazzino. Non gli avevo mai parlato prima. Così ho scoperto che è un chiacchierone. E' una persona che si interessa di tante cose, è molto disponibile e ha un modo positivo e speranzoso di guardare il mondo, per cui ascoltarlo è molto piacevole. Raccontava della sua vita da allenatore e arbitro delle piccole squadre locali della provincia di Bologna per 25 anni. Poi, quando siamo arrivati a Lagaro, l'ho visto parlare con una ragazzo di 11 anni. "Devi rispettare le regole e devi divertirci. Sport è soprattutto per divertire", diceva. Sarebbe bello per un ragazzo averlo come nonno, pensai. Dovevo parlare ai bambini del gruppo di catechesi e poi, fare una testimonianza durante la messa. Come è il parrocco, gli avevo chiesto. "E' giovane, molto simpatico e molto religioso", mi aveva risposto. "Non creerà problemi che non sono cattolico?" avevo chiesto, sub