lunedì 21 gennaio 2013

Giornalismo comunitario

All'ultimo Think-Fest di Tehleka si è parlato anche dell'uso dei video per promuovere lo sviluppo partecipativo. Think-fest è il festival annuale che raccoglie pensatori, attivisti e giornalisti per tre giorni di dibattiti e discussioni, ed è organizzato da Tehalka, una rivista che ha costruito la sua fama per il suo lavoro di giornalismo senza lasciarsi condizionare dagli interessi dei potenti.

In questo intervento, due registi dei documentari, Stalin e Shubhranshu Chowdhury, hanno parlato del programma "India Unheard" (India non ascoltata) promossa dall'Associazione Video Volunteers, che forma le persone dei villaggi a diventare giornalisti e registi, per parlare di quello che succede nei loro villaggi.

I media indiani sono controllati dai gruppi editoriali legati alle elite urbane, e sempre più spesso seguono quanto deciso dalle grandi corporazioni, i quali possono ricattare i media tramite il potere della loro pubblicità. Oggi, spesso i responsabili dei grandi giornali indiani non sono giornalisti ma amministratori finanziari, i quali non permettono che le compagnie che pagano per la pubblicità non siano contenti delle notizie pubblicate sui giornali e raccontante sulle tivù.

Per cui. raramente i media parlano dei problemi delle persone dei villaggi. E quando ne parlano, lo fanno spesso dal punto di vista esterno in maniera superficiale.

Durante le discussioni, Amita Tute, una giornalista-comunitaria di "India Unheard", ha raccontato la sua esperienza di lavorare nelle aree "maoiste", dove le popolazioni locali sono schiacciate nella lotta tra la polizia statale e i gruppi maoisti.

Stalin ha detto, "Con il nome come il mio e del tema di cui siamo parlano, sarebbe stato sufficiente per chiudere in prigione come maoisti o simpatizzanti dei maoisti le persone che ci ascoltano, se questa riunione non era a Goa ma in un distretto di Chattisgarh (uno degli stati più colpiti dal maoismo). E' questo il problema in questi villaggi. Tutti possono essere considerati maoisti, possono subire violenza e non hanno nessuna voce. Se ciò può succedere a noi, pensate cosa può succedere alle popolazioni indigene di questi villaggi, chi mai ascolterà le loro voci?" India Unheard è un tentativo di dare voce a queste persone.

Potete vedere la lista completa di tutti gli interventi e i relativi video del Think Fest 2012 sul sito di Tehalka.

***

2 commenti:

Elisa Chiodarelli ha detto...

molto interessante! non sapevo di questa iniziativa, anche se cerco di seguire quel che fa Tehelka...
grazie Sunil!
ps: sabato e domenica ci sarà l'istallazione delle statue nel tempio hindu di Pegognaga (mn), ne avevo parlato sul mio blog.
io ci andrò...
:-)

Sunil Deepak ha detto...

Ciao Elisa. Mi dispiace che non posso venire a Pegognaga perché il prossimo fine settimana sarò a Roma per lavoro. Leggerò il tuo blog per saperne di più e magari prima o poi, farò un salto per vedere il tempio.

Non sono religioso e non vado ai templi per pregare, mi interessa molto più di la spiritualità e non la ritualità, ma sono curioso di vedere cosa hanno costruito!

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