domenica 21 agosto 2005

Indiana Jones in Bolivia

Era il 1991 ed eravamo in Boliva, io e Piergiorgio Trevisan per visitare il programma lebbra.

Padre Filippo Clementi era ad aspettarci all'aeroporto di La Paz al nostro arrivo. Padre Clementi era originario di Trento e seguiva il programma lebbra in Bolivia. Il dott. Alvarez, responsabile del programma lebbra per il governo boliviano collaborava con padre Clementi.

Quel viaggio è stato indimenticabile, perché mi aveva fatto sentire un po' come l'Indiana Jones alla ricerca dell'Arca perduta.

Dalla capitale La Paz eravamo andati alla città di Trinidad e poi avevamo preso un piccolo aereo per andare in un piccolo villaggio non molto lontano. Arrivati nel villaggio in pomeriggio, quella notte avevamo dormito in una casa che non avevano ancora finito di costruire. Era senza luce, e senza porte e finestre. Durante la notte, giravano galline e maiali tra i letti, e per completare il quadro, vi erano anche le formiche rosse famose per i loro morsi dolorosi.

Nonostante tutto il baccano che facevano le galline e i maiali, Piergiorgio aveva dovuto fischiare per farmi smettere di russare! Probabilmente ero molto stanco, ma ero famoso per la mia capacità di dormire ovunque e di russare allegramente.

Quando era arrivato il momento di partire da quel villaggio, pioveva forte e nel campo usato come l'aeroporto, correvano le pecore e i cani. Un piccolo ragazzo, bagnato fradicio era venuto per incassare "la tassa aeroportuale".

L'aereo che dovevamo prendere era ancora più piccolo di quello che ci aveva portati.  Aveva solo due posti - uno per il pilota e l'altro per Piergiorgio. Ho trovato uno sgabello, l'ho piazzato dietro il sedile di Piergiorgio e mi sono aggrappato allo schienale di quella sedia. Dott. Alvarez era seduto su altro sgabello dietro al pilota.

Al primo tentativo, l'aereo non era riuscito ad alzarsi, il pilota ha frenato all'ultimo minuto e ci siamo fermati pericolosamente vicino ad un gruppo di alberi. Sono caduto giù dallo sgabello e pilota ha virato l'aereo per ritentare. Avevo nausea dalla paura, ero sicuro che saremmo morti tutti. Invece al secondo tentativo, ci è andata bene, l'aereo è riuscito a superare le chiome degli alberi per qualche metro.

Durante questo stesso viaggio, eravamo andati a Santa Cruz con padre Filippo. Un giorno, lui ci ha portato in una barca ad una vecchia colonia della lebbra situata su un'isola in mezzo al fiume Madeira. Avevo già visto quel fiume dalla parte Brasiliana.

Il nostro viaggio di andata alla colonia è andato bene ma al ritorno, era sera ed era buio. Invece, la luce della nostra barca aveva avuto un guasto e viaggiavamo al buio. Il fiume aveva una corrente fortissima e ogni tanto passavano grossi tronchi degli alberi, che il nostro barcaiolo cercava di evitare, anche se non riusciva a vederli bene. Padre Filippo ci ha detto di stare attenti perché vi erano dei coccodrilli nei dintorni e nell'acqua c'erano i pesci piranha. Fu uno dei viaggi più lunghi che ho mai fatto, con il cuore che palpitava dalla paura.


Viaggi avventurosi possono essere spiacevoli fin che durano ma una volta finiti, diventano belle storie da raccontare durante le cene tra amici.

Anch'io ho raccontato le storie di questo viaggio molte volte agli amici, ma non sono più tornato in Bolivia per visitare il programma lebbra.

***

1 commento:

अनूप शुक्ल ha detto...

मैं महसूस कर रहा हूं कि अनुवाद में कविता की आत्मा जिंदा है।आपको धन्यवाद तथा बधाई।

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