Sono riuscito ad avere un permesso dal lavoro per andare a sentire lo scrittore americano, John Grisham. L'aula grande di Santa Lucia con tutto il suo splendore era piena. C'era anche il sindaco Sergio Cofferati, il quale ha consegnato una targa della città allo scrittore.
Grisham ha parlato della sua prima visita a Bologna nel luglio 2004, quando lui cercava una piccola città italiana dove poteva nascondersi l'eroe del suo nuovo libro ed si era commosso davanti al muro della sala Borsa tappezzato dalle foto dei ragazzi morti per la resistenza negli anni della seconda guerra mondiale.
La domanda che gli avrei voluto fare relativa all'opinione dei critici riguardo le sue capacità letterarie, gli ha fatta qualcun altro, in maniera indiretta. Era l'unico momento che Grisham ha perso la calma, "I critici possono andare in inferno. Cosa ne sanno della scrittura popolare? Prima mi criticavano che tutti i miei libri hanno la stessa formula, ora criticano che non seguo la formula..."
Mi ha colpito che lui ha caratterizzato i propri lavori di scrittura come "scrittura popolare" - penso che questo voleva dire che aveva interiorizzato le definizioni dei critici che decidono cosa è la scrittura popolare e cosa è la letteratura.
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In tanto si era messo a piovere con i lampi e tuoni e quando sono uscito fuori dall'aula, pioveva forte. Ho camminato fino alla via Saragozza e pensavo che continuano a parlare del peggioramento dell'ambiente e il bisogno di usare i mezzi pubblici o le biciclette, ma secondo me, oggi a Bologna ci sono meno biciclette di 15 anni fa. Perché non costruiscono più le nuove piste ciclabili e perché aumentano, invece di diminuire, le macchine?
Anche quando costruiscono le nuove strade, non c'è nessuna attenzione a creare nuove piste ciclabili. E' vero che molti parchi hanno le piste ciclabili ma per non usare la macchina, anche le altre strade devono avere le piste, altrimenti le macchine che sfrecciano così veloci e tutte le nuove giratorie che stanno sostituendo i semafori, rendono la vita dei ciclisti impossibile.
E poi pensavo che quanti marciapiedi ci sono in giro nel centro di Bologna, senza le piccole rampe per salire o scendere con le sedie a rotelle! Posso soltanto immaginare come devono sentirsi le persone sulle sedie a rotelle, in mezzo a tutti questi figli di Schumacher nelle macchine, che non esitano a esprimere la propria impazienza se devono rallentare per una bicicletta o una sedia a rotelle.
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