Passa ai contenuti principali

La madre del terrorista

La madre del terrorista (1997, un film di Govind Nihalani)

India, Calcutta 1970.

Sujata Chakraborty (Jaya Bhaduri), ha un sonno agitato, si sveglia quando suona il telefono. Accanto a lei dorme suo marito. Al telefono qualcuno le chiede se conosce Brati Charavorty, “si è mio figlio”risponde lei. “Venga a Kantipokhar per il riconoscimento” dice la voce e interrompe il collegamento. “Che cosa significa” si chiede Sujata, ancora intontita dal sonno, senza capire. La mattina dopo, alla notizia, il marito e il figlio maggior si agitano, vogliono subito attivare i propri contatti con la polizia per cercare di risolvere il problema. Il padre (Anupam Kher) dichiara che in ogni caso, non potrà andare a Kantipokhar con la sua macchina. Solo allora qualcuno spiega a Sujata che Kantipokhar è il mortuario della polizia di Calcutta. E' la polizia che vuole qualcuno per riconoscere il corpo di Brati.




Scioccata, Sujata va a Kantipokhar con la moglie del suo figlio maggiore e si trova spinta in una stanza spoglia dove giacciono 5 corpi senza vita coperti da un telo lacero, macchiato di sangue secco. Accanto sono sedute 3 persone povere, le loro facce sono scioccate. Quando toglie il telo dal corpo da riconoscere, Sujata lo sente come uno schiaffo. Il corpo di suo figlio è crivellato di pallottole, e la sua faccia è stata pestata fino a diventare irriconoscibile. Al piede porta la targa "1084".

“Non si può portare via i corpi dei morti” dice la polizia, sono terroristi, criminali pericolosi per la società. Impotente, Sujata guarda i cinque corpi dei giovani ventenni dati alle fiamme.

Così inizia Hazaar Chaurasi Ki Maa (La madre del 1084), il film sulle origini del movimento maoista, conosciuto con il nome di Naxalbari (dal nome del villaggio dove la ribellione iniziò) nella parte nord ovest dell'India alla fine degli anni sessanta.

Il film è basato su un romanzo di Mahashweta Devi, la scrittrice e attivista bengalese, la quale ha passato la sua vita nella lotta per i diritti dei gruppi più poveri ed emarginati in India, dando voce a persone emarginate e senza potere, tramite i suoi romanzi. Oggi, dopo 25 anni, quando il movimento di Naxalbari si è esteso a molti altri stati dell'India, il film è importante per capire le motivazioni ideologiche che spinsero i suoi attivisti, almeno nei primi anni di questo movimento.

Il film è la storia della scoperta di se stessa da parte di Sujata e della scoperta di un mondo a lei sconosciuto. Sujata non capisce perché tutta la famiglia vuole far finta di non aver mai avuto una persona di nome Brati, di dimenticarlo e quando ne parla lo fa esclusivamente nominandolo come criminale e terrorista. Lei è dilaniata da un profondo senso di colpa, perché non l'aveva capito? Perché non aveva sentito le grida di dolore di suo figlio? Perché aveva continuato a vedere il ragazzo sorridente di sempre che tutti i giorni usciva da casa per andare a studiare all'università senza dare peso alle sue idee di rivoluzione per un mondo meno ingiusto?

Sujata vuole capire e così torna alla famiglia di Somu, uno degli altri ragazzi uccisi con Brati (Joy Sengupta). Poi va a trovare Nandini (Nandita Das), la ragazza e compagna di Brati, resa mezza cieca dalle torture della polizia. Questo tentativo di capire le ragioni della morte del proprio figlio portano Sujata a vedere il mondo degli oppressi e a iniziare a capire le grandi disuguaglianze che caratterizzano la società indiana. Allo stesso momento, questo viaggio di scoperta fa capire a Sujata la ipocrisia della propria vita, la vita fatta di facciata, nella quale lei stessa è calpestata ogni giorno nel suo ruolo di madre, donna e moglie.

Il film è molto forte con alcune delle attrici più brave del cinema indiano di Mumbai - Jaya Bhaduri, Seema Biswas e Nandita Das.

Seema Biswas nel ruolo di madre di Somu presenta un performance incredibile. Il suo urlo del pianto rituale quando Sujata entra nella sua casa per la prima volta (in diverse parti del India, dopo la morte di un famigliare, ogni volta che un amico o un parente entra in casa per la prima volta, c'è il pianto rituale) fa drizzare i peli. Quando c'è lei sullo schermo è difficile toglierle gli occhi di dosso.

La parte del film legata a Nandini, la ragazza di Brati, che spiega le motivazioni del movimento di Naxalbari, mi è sembrata un po’ meno efficace perché troppo pieno di parole. Sembra di vedere qualcuno recitare un libro piuttosto che una scena del film. Nandita Das al suo primo film nel ruolo di giovane e magra “naxalite” (rivoluzionaria) con la fibra di acciaio che non si piega alle torture, non è perfetta ma fa già intuire che diventerà un'attrice di grande sostanza.




Ma tra tutti gli attori del film, la migliore è Jaya Bhaduri, nel ruolo di Sujata. L’attrice è tornata a recitare per questo film dopo un intervallo di circa venti anni, ed è la sua interpretazione migliore in una carriera fatta di molti film belli. Il dolore nei suoi occhi, la sua confusione, la sua fatica di capire quello che sta succedendo e alla fine, la sua consapevolezza, tutto diventa credibile. In molte scene del film riesce a trasmettere sentimenti complessi senza gesti o parole. (nella foto sopra, Jaya Bhaduri vestita in bianco con Nandita Das)

Non è un film per passare il tempo - è un film molto impegnativo. Fa parte dell’ ormai defunto Art cinema di Mumbai che si differenziava dal cinema commerciale (masala film) di bollywood. Alla fine possiamo concordare o meno con i ragionamenti dei suoi protagonisti riguardo le cause delle disuguaglianze sociali in India e secondo loro, la necessità della violenza della loro lotta, ma sicuramente è difficile restarne indifferenti.

Personalmente non concordo con le lotte armate perché non portano a nessun cambiamento reale, sostituiscono un'oppressione con un'altra. Anche i protagonisti del film del regista Govind Nihalani arrivano alla stessa conclusione. Govind è uno dei registi dissidenti di Mumbai più importanti, iniziò la sua carriera come cinematografo nel lontano 1962. Tra i suoi film più importanti come cinematografo, c’è anche Gandhi di Richard Attenborough. Dal 1981, quando lui esordì come regista con il suo primo film, Aakrosh (la rabbia), ha seguito la strada dei film denuncia, compreso il più recente Dev, già recensito sul Kalpana.

Commenti

I Post Popolari

Le canzoni della pace

Tutto è partito da una canzone che non avevo sentita da più di 10 anni. Ero sulla bici e mi ha emozionato. Quasi, non me la ricordavo più. Poi, quando l’ho sentita, ho iniziato a pensare alle altre canzoni che parlano della pace. "Pace" nel senso più ampio della parola, canzoni contro la violenza, canzoni che parlano di fratellanza e di rispetto della natura. Ho pensato che mi piacerebbe raccogliere una lista delle canzoni più belle sul tema della pace in diverse lingue del mondo. Per cui se conoscete una canzone, o una poesia, che parla della pace e della fratellanza, e che ha toccato il profondo del vostro cuore, non importa in quale lingua del mondo, fatemi sapere. Per iniziare presento le cinque canzoni della pace che mi piacciono di più: (1) La mia prima canzone preferita che parla della pace è “ Imagine ” di John Lennon . Potete pensare che sia una scelta scontata, ma non importa quante volte l’ho già sentita, ha le parole così semplici e allo momento

La sposa dell'imperatore

Alla fine, ieri 6 agosto sera, il ciclo dei film di Bollywood sul Rai Uno è iniziato con La Sposa Dell'Imperatore (titolo originale "Jodha Akbar", regista Ashutosh Gawarikar, India 2008) e non potevano scegliere un film migliore per iniziarlo. Finalmente sembra che le persone che curano l'organizzazione della presentazione dei film di Bollywood hanno capito come farlo funzionare e il film presentato ieri sera ne era un buon esempio - non hanno tagliato tutte le canzoni e le danze del film. Il film "La sposa dell'imperatore" presentato ieri sera sulla TV italiana era molto diverso dal film originale " Jodha Akbar " uscito in India e che aveva vinto diversi premi nazionali ed internazionali. Il film originale durava 3 ore e 33 minuti, mentre la versione italiana durava intorno a 1 ora e 45 minuti, per cui nella versione italiana mancava circa il 50% del film. Soltanto questa differenza può dare un'idea della diversità tra i due film.

I due fratelli - Gil Rossellini e Raja Dasgupta

Alcune persone nascono nel segno del destino, che le prende e poi disegna per loro delle vite improbabili che sembrano inventate dalla fantasia di qualche scrittore. Anche la storia dei fratelli Raja e Gil sembra scritta da uno scrittore. Circa 9 mesi fa, il 3 ottobre 2008, Gil è morto a Roma. Non aveva ancora compiuto 52 anni. Con la notizia della sua morte, i giornali italiani hanno parlato di lui come il “ figlio adottivo di Roberto Rossellini, che fu compagno della donna indiana Sonali Dasgupta ”. Insieme, vi erano poche righe sulla sua malattia a causa della rara patologia che l’aveva costretto su una sedia a rotelle negli ultimi anni e sull’ultimo episodio del suo documentario riguardo alla sua malattia, “Kill Gil volume 2 e ½”. Non ho mai avuto l’occasione di conoscere Gil Rossellini, ma conosco suo fratello maggiore, Raja Dasgupta, che fa il regista e vive a Calcutta in India con sua moglie, l’attrice Chaitali e con suo figlio e giovane regista, Birsa Dasgupta. Inizio de

Amori Con Turbanti 2009 (2)

Alla fine è iniziato il ciclo di film indiani su Rai 1, Amori con-turbanti. Il film di ieri sera era “Sposerò mia moglie” (Namastey London). Il film originale durava 2 ore e 17 minuti mentre il film presentato alla TV è durato 1 ora e 49 minuti, percui circa il 30 minuti del film erano stati tagliati – sopratutto le danze e le canzoni, ed è un peccato. Per quanto riguarda il doppiaggio, mi è sembrato molto meglio da quello eseguito nel 2008, tranne che per Akshay Kumar, che non è stato doppiato bene. Alcune frasi brevi e una parte dei dialoghi erano stati lasciati in Hindi o in Pangiabi (Punjabi), ma i doppiatori che li recitavano non avevano idea di come pronunciarli, per cui erano quasi incomprensibili. Non so dove viene eseguito il doppiaggio, ma diverse città italiane, tra le quali Torino, Milano, Venezia, Bologna, Roma, ecc. hanno corsi universitari di lingua Hindi e forse possono coinvolgere loro per avere un aiuto sulla pronuncia (o magari coninvolgere qualcuno della comuni

Mortalità in Italia 2021-2022

Avevo iniziato a guardare il programma di John Campbell su YouTube nei primi mesi dell'epidemia di Covid-19 nel 2020. Da quando l'emergenza Covid è finita, non lo guardo molto spesso. Invece, stamattina per caso ho guardato il suo video di ieri (11 febbraio 2023) e ho trovato una notizia inaspettata - Europa ha continuato ad avere un alto tasso di mortalità, superiore alla media Pre-Covid, per tutto il 2022. Hanno messo insieme i dati sulla mortalità dai vari paesi del mondo e l'hanno confrontato con la media della mortalità settimanale nei 5 anni prima del Covid. Secondo John, Inghilterra ha avuto il 9% di mortalità in più nel 2022, ciò è, intorno al 60.000 morti in eccesso. Secondo i dati, le percentuali dell'eccesso di mortalità in alcuni dei paesi sviluppati sono le seguenti: Danimarca +30%, Francia +25%, Germania +43%, Irlanda +20%, Olanda +37% e Regno Unito +20%. Mortalità Eccessiva in Italia L'analisi di John non comprende l'Italia. Sono andato sul sit

Continua la serie Stelle di Bollywood su Rai Uno

Un Pizzico d'Amore e di Magia, 14 agosto 2010 La serie estiva di Rai Uno con i film di Bollywood in prima serata di sabato continua e il prossimo sabato 14 agosto, il prossimo film della serie sarà Un Pizzico d'amore e di magia (Titolo originale Thoda Pyar thoda Magic , India, 2008). Il primo ciclo di Bollywood su Rai Uno (Amori Con ... Turbanti 2008), aveva il film " Io e te: confusione d'amore " del regista Kunal Kohli con gli attori Saif Ali Khan e Rani Mukherjee . Il prossimo film "Un Pizzico d'amore di magia" ha di nuovo Kunal Kohli come regista, e Saif e Rani come i protagonisti principali. Il film è una commedia romantica e racconta la storia del ricco e annoiato Ranbeer ( Saif Ali Khan ), il quale è la causa di un incidente stradale nella quale perdono la vita due persone, i genitori di 4 bambini (3 bambini naturali e un bambino sikh adottato). Come punizione, il giudice chiede che sia Ranbeer a occuparsi dei bambini. Bella e supe

Taare Zameen Par – Stelle Sulla Terra

Ho ricevuto il seguente messaggio qualche giorno fa: “ Sono una insegnante di scuola primaria e mi dedico a tempo pieno all'accoglienza degli alunni stranieri e alla ricerca di materiali utili per promuovere il dialogo interculturale.Due mie allieve mi hanno prestato il dvd del film Taare Zameen Par: pur essendo in hindi, lingua a me non nota, penso di aver compreso quasi tutto. Le immagini parlavano da sole. Per me è un ottimo film e mi ha emozionato ed entusiasmato. Quando uscirà in Italia ?” Le ho risposto: “ Non le so rispondere quando e se mai uscirà in Italia. Magari se candidata alle Oscar dal governo indiano e riuscisse a vincerlo, può darsi che qualche casa di distribuzione italiana lo farà uscire in Italia, ma ho dubbi che ciò accadrà. Purtroppo i meccanismi della distribuzione dei film rendono difficile uscita di film stranieri in Italia .” Anche se parlo spesso dei film indiani, non ho idea di cosa si può fare per migliorare l’accesso a questi film in Italia