Penso che l'India è il primo paese nel mondo per capire la convivenza delle diversità. Recentemente, ho letto un articolo scritto da G.V. Dasarathi, che lo spiega molto bene. Sig. Dasarathi ha 46 anni e gestisce un’attività di preparare il software informatico in India. Lui ha scritto questo articolo in inglese sul portale indiano Rediff.com che ho pensato di tradurre e presentare qui parzialmente.
Dall'articolo "Why I am Bullish About India"
… Miei genitori parlavano il tamil, mio papà aveva la pelle scura e invece, mia mamma aveva la pelle più chiara. La mia governante era una signora con la pelle chiara, proveniva dallo stato di UP (nell’India del nord) e parlava hindi. Abitavamo dentro una densa foresta nello stato di Jharkhand (nell’India centro-orientale) dove la maggior parte della popolazione era composto da tribù con la pelle nera che parlavano la lingua “ho”. Quando uscivo di casa vedevo persone che portavano abiti di tutti i tipi – i sadhu (i monaci indù) nudi, le persone delle tribù che erano topless, e le donne musulmane con il burqa (il velo integrale).Maggior parte degli ospiti che veniva a trovarci parlava l’inglese. Noi eravamo indù, la mia governante era musulmana, la maggior parte delle tribù erano cristiani o animisti…Le persone che ci circondavano avevano tutte le abitudini alimentari possibili. Alcuni mangiavano solo verdure, alcuni non mangiavano carne di mucca, alcuni non mangiavano carne di maiale, altri mangiavano tutto compreso i topi e i camaleonti.
La nostra piccola comunità delle persone legate alle miniere, celebrava le feste di tutte le religioni con uguale gioia…questa era la mia introduzione all’enorme diversità della nostra meravigliosa terra. Da bambino incontravo persone con colori della pelle diversa, i loro tratti somatici diversi, le loro lingue diverse, le loro religioni diverse, il loro modo di vestirsi diverso, che mangiavano cose diverse…
Mentre crescevo, mio papà fu trasferito più volte in diversi stati dell’India. Così ho conosciuto il resto dell’India. Ho imparato che gli indiani credono in tanti dei, molto di più delle religioni che avevo conosciuto da bambino. Ho imparato che ogni stato dell’India ha almeno 3 - 4 diverse regioni. Persone di queste regioni parlano lingue o dialetti diversi tra di loro e spesso non capiscono i dialetti delle altre regioni dello proprio stato. Ogni regione ha la propria cucina diversa dalle altre, si veste diversamente e ha apparenze fisiche diverse.
Oggi nessuno può convincermi che sono superiore a qualcuno altro per la mia religione o per il colore della mia pelle o per la mia lingua. La diversità che ho vissuto, e accettato e nella quale ho gioito da bambino, non è qualcosa di unico. Penso che ogni indiano vive questa stessa esperienza, soltanto i dettagli possono essere diversi. Credo che sia questo che fa di noi il paese più tollerante del mondo…
Si è vero che ogni tanto scoppiano disordini per questa diversità, quando ci ammazziamo tra di noi per le nostre diversità. E’ tragico e vorrei che non succedesse mai più, ma guardatelo in un altro modo: i musulmani sunni, i buddisti, i cattolici romani, i sikh, i musulmani bohra, i giani digambara, i parsi, i khurmi, gli iyers, gli agarwals, i nairs, i cristiani siriani, i musulmani shia, i giani shwetambara, gli ebrei, i musulmani ismailiti, gli avventisti del settimo giorno, i bishnoi, e persone di molte altre religioni vivono insieme in India da secoli.
In Gran Bretagna e in Yemen per decenni persone di due branche diverse della stessa religione si sono ammazzati tra di loro. In Libano, per quanti anni le persone di due religioni hanno ucciso tra di loro? In Stati Uniti e in Sud Africa, per decenni le persone hanno litigato per la differenza nella colore della pelle. In Canada litigano per le due lingue diverse.
Come indiano, questi conflitti mi fanno sorridere – solo due religioni, solo due colori, due lingue! Vorrei dire a loro, “Ragazzi provate la coesistenza tra un gianista digambara, che parla gujarati, che si veste con il kurta pigiama, che mangia solo erbe e un cristiano siriano del kerala che parla malayalam, che porta un mundu e che mangia tutto”. Dove saremmo se diventassimo intolleranti come gli altri?
Penso che l’intolleranza religiosa che vediamo in questi giorni in India è una cosa limitata ad una piccola percentuale di noi, e che a lungo andare sappiamo che non è importante prendere troppo seriamente le nostre differenze, sappiamo che la maggior parte di noi è risultato di mescolanze di razze, religioni e culture…
… penso che il futuro di India sarà positivo. Non perché possiamo produrre e esportare acciaio o armi o tessuti, ma perché noi comprendiamo la convivenza.
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