E’ da un po’ che ho sentito parlare di questa nuova telenovela brasiliana “Caminho das India” (Cammino dell’India) sul canale Globo che è tra i programmi più popolari in Brasile. Gli amici brasiliani all’improvviso si dimostravano molto consapevoli delle questioni più svariate legate all’India - dalla moda indiana alle caste, e poi usavano qualche frase in Hindi come “Theek hai” (va bene). Un amico indiano che era andato in Brasile ha raccontato che un benzinaio, quando ha saputo che era indiano, gli ha chiesto se era un bramino o era un dalit! Poi mi hanno raccontato di un nuovo locale di Salvador, tutto ambientato sul tema India.
Così ho guardato qualche episodio della telenovela sul Youtube. La storia riguarda un ragazzo dalit (ragazzo delle cosidette “caste basse”), che si chiama Bahuan, fa l’ingeniere informatico ed è innamorato di una ragazza Maya che appartiene ad una famiglia di alta casta, e la storia passa da Jaipur a Dubai fino al Brasile. Tutti gli attori sono brasiliani e come molte telenovelas indiane, è piena di colpi di scena, complicate storie di amori, impossibili, intrighi e tradimenti.
Quando ho visto questi episodi della telenovela, ho pensato che da una parte questa riprende tutte le questioni cliché del mondo di Bollywood, ma li tratta in maniera più libera e fantasiosa. Per esempio, il ragazzo dalit non è presentato come un povero oppresso ma è un ingeniere informatico ed è interpretato da un attore di carnagione chiara.
Il mondo di Bollywood, tocca più spesso la questione delle diversità religiose e di solito ignora la questione delle caste. I film più realistici che affrontano la questione delle caste, parlano di ingiustizie, povertà e emarginazione, ma questi sono i film per i festival del cinema e non hanno i colori sgargianti di Bollywood.
Penso che dal punto di vista sociologico e antropologico, vi sarebbe molto da analizzare e riflettere su come l’India viene rappresentata all’estero a partire da Salgari fino alle telenovele brasiliane, per costruire la rappresentazione di quello che Edward Said chiamava “l’Orientalismo”.
Comunque, la cultura è una parte integrante della globalizzazione ed è strettamente legata all’immagine e al commercio. Se gli Stati Uniti hanno costruito questo suo “potere morbido” (“soft power” – per contrappore il termine al Hard Power, ciò è, il potere delle armi) sulla base di McDonald, KFC, Hollywood e Michael Jackson, Italia l’ha fatto sulla base dei vini, dei prodotti alimentari come gli spaghetti e la pizza, della moda e della creatività. Con la crescita economica degli ultimi anni, anche i paesi come Brasile, Messico, Nigeria, India e Cina, cercano di sostituire le loro immagini passate con le nuove immagini più vendibili. Così India cerca di sostituire la sua immagine della povertà e della fame con quello degli ingenieri informatici e del mondo colorato e felice di Bollywood.
Per quanto riguarda l’immagine italiana in India, oggi Sonia Gandhi è lo strumento più potente che costruisce un’immagine di Italia come un paese delle persone buone, oneste e sincere. Lei aveva già l’immagine di una persona riservata e semplice, pronta a sostenere la suocera (Indira Gandhi) e il marito (Rajeev Gandhi). Durante le elezioni del 2004, quando lei è riuscita a superare tutti gli attacchi contro il suo “essere straniera” e poteva scegliere di diventare il primo ministro dell’India, la sua rinnuncia volontaria, ha costruito una sua immagine ancora più forte. Ormai, lei non ha bisogno di nessun ruolo politico in India, si è già assicurata il posto della “madre saggia e buona” nell’immaginario popolare indiano.
Il mese scorso quando ero in India, più di una volta, vi erano delle vignette legate agli scandali di Berlusconi sulle prime pagine dei giornali indiani, ma quando parlavo con le persone e dicevo che vivo in Italia, nessuno ha mai nominato Berlusconi, invece quasi tutti subito parlavano di Sonia Gandhi.
In Italia, la costruzione dell’immagine dell’India nel ultimo secolo è stata fortemente legata ai libri di Emilio Salgari e ai film basati sulle sue storie. Questa immagine è più vicina al stereotipo dell’oriente misterioso ed esotico con gli elementi come i serpenti, i thugs, i pirati, la giungla, ecc. Mahatma Gandhi, yoga, ayurveda, religioni orientali erano altri elementi dell’immagine storica dell’India in Italia. Ultimamente, il Bollywood, lo sviluppo dell’informatica e la crescita economica dell’India hanno allargato questa immagine introducendo nuovi elementi.
Così quando la TV presenta film di Bollywood come il ciclo “Amori con turbanti” si rinforza questa creazione dell’immagine. Ancora l’MTV italiana non presenta la classifica dei top ten della musica indiana ma forse un giorno arriverà anche quella? Non perché i responsabili di MTV avranno capito il valore di arricchire e diversificare la proposta culturale, ma solo perché avrà consumatori e potrà migliorare l’audience.
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