Amo la musica Baul, anche se spesso non capisco il significato di tutte le loro parole.
I Baul sono i cantori itineranti nelle aree rurali del nord est indiano, sopratutto nello stato di Bengala e anche nel Bangladesh. Letteralmente la parola Baul significa pazzo e le loro canzoni esprimono il loro desiderio di unirsi al Dio. Sono i pazzi di Dio, persone che esprimono la propria estasi mistica tramite la loro musica.
I Baul sono rappresentanti di una tradizione religiosa sincretica, con elementi dei Vaishnaviti (indù), sufi (musulmani) e tantrici buddisti. Il credo Baul non è scritto in nessun libro, ma si esprime soltanto nelle loro canzoni, che non si cantano nei templi o nelle moschee, ma in mezzo alle persone. Loro pensano che il Dio sta dentro gli esseri umani (maner manush) e predicano amore fraterno tra tutti gli esseri.
Ho conosciuto la musica Baul tramite il cinema di Bollywood negli anni sessanta, quando i registi bengalesi dominavano il cinema indiano, e la figura di Baul esprimeva il desiderio d'amore degli protagonisti. E' facile riconoscere i cantanti Baul nei vecchi film - sono sempre della persone, vestite con un toga arancione, con una semplice ektara nelle mani (letteralmente "una corda", lo strumento musicale con una corda usata spesso dai cantanti Baul), che cantano una canzone d'amore nei villaggi. Ho due canzoni Baul favorite da quelli anni:
(1) Aan milo, aan milo, aan sanware (Vieni a trovarmi, amore) dal film Devdas (1955) di Bimal Roy cantato da Geeta Dutt e Mannadey.
(2) Aaj sajan mohe ang laga lo (Amore abbracciami oggi) dal film Pyasa di Guru Dutt, una canzone struggente cantata da Geeta Dutt.
Esistono tre tradizioni o le linee principali dei Baul - (1) la tradizione originaria nata nel distretto di Birbhum nel Bengala, influenzato principalmente dal tantrismo Buddista e dal shaktismo (il culto della dea madre). (2) La tradizione Navadvipa, originata nei distretti di Nadia e Murshidabad, influenzata sopratutto dal Vaishnavismo (tradizione indù del culto di Vishnu). (3) La tradizione dei Fakir sampradaya legato all'islam e nato in Bangladesh.
I Baul possono essere sia i monaci mendicanti itineranti che le coppie sposate.
I Baul possono avere dei nomi indù o musulmani, ma il loro messaggio parla sempre di superare le differenze religiose e di cercare l'amore divino. Per esempio, la canzone del cante Baul, Chandan Khepa, disponibile all'archivio della musica Baul gestito da Sally Grossman dice:
"Lascia le tue recite della violenza
sono l'ostacolo più grande
se vuoi incontrare il Dio.
Lascia le tue differenze
guarda i libri sacri, guarda i veda
non vi sono differenze fra la Bibia e i Purana.
Ascoltatemi i musulmani, ascoltatemi gli indù
Allah e Hari non hanno religione
Ascoltatemi i facchiri e quelli che vivono nel mondo
non ci vuole molto per incontrarlo
basta aprire il cuore e l'anima
se volete incontrare il Dio."
Alcuni Baul portano i cappelli lunghi e i vestiti multicolori fatti di pezze di vari tessuti, e mi fanno pensare ai Rasta che si trovano in Africa e nei Caraibi. Non penso che vi siano dei legami formali tra i Rasta ed i Baul, ma forse per alcuni versi si somigliano.
***
I Baul sono i cantori itineranti nelle aree rurali del nord est indiano, sopratutto nello stato di Bengala e anche nel Bangladesh. Letteralmente la parola Baul significa pazzo e le loro canzoni esprimono il loro desiderio di unirsi al Dio. Sono i pazzi di Dio, persone che esprimono la propria estasi mistica tramite la loro musica.
I Baul sono rappresentanti di una tradizione religiosa sincretica, con elementi dei Vaishnaviti (indù), sufi (musulmani) e tantrici buddisti. Il credo Baul non è scritto in nessun libro, ma si esprime soltanto nelle loro canzoni, che non si cantano nei templi o nelle moschee, ma in mezzo alle persone. Loro pensano che il Dio sta dentro gli esseri umani (maner manush) e predicano amore fraterno tra tutti gli esseri.
Ho conosciuto la musica Baul tramite il cinema di Bollywood negli anni sessanta, quando i registi bengalesi dominavano il cinema indiano, e la figura di Baul esprimeva il desiderio d'amore degli protagonisti. E' facile riconoscere i cantanti Baul nei vecchi film - sono sempre della persone, vestite con un toga arancione, con una semplice ektara nelle mani (letteralmente "una corda", lo strumento musicale con una corda usata spesso dai cantanti Baul), che cantano una canzone d'amore nei villaggi. Ho due canzoni Baul favorite da quelli anni:
(1) Aan milo, aan milo, aan sanware (Vieni a trovarmi, amore) dal film Devdas (1955) di Bimal Roy cantato da Geeta Dutt e Mannadey.
(2) Aaj sajan mohe ang laga lo (Amore abbracciami oggi) dal film Pyasa di Guru Dutt, una canzone struggente cantata da Geeta Dutt.
Esistono tre tradizioni o le linee principali dei Baul - (1) la tradizione originaria nata nel distretto di Birbhum nel Bengala, influenzato principalmente dal tantrismo Buddista e dal shaktismo (il culto della dea madre). (2) La tradizione Navadvipa, originata nei distretti di Nadia e Murshidabad, influenzata sopratutto dal Vaishnavismo (tradizione indù del culto di Vishnu). (3) La tradizione dei Fakir sampradaya legato all'islam e nato in Bangladesh.
I Baul possono essere sia i monaci mendicanti itineranti che le coppie sposate.
I Baul possono avere dei nomi indù o musulmani, ma il loro messaggio parla sempre di superare le differenze religiose e di cercare l'amore divino. Per esempio, la canzone del cante Baul, Chandan Khepa, disponibile all'archivio della musica Baul gestito da Sally Grossman dice:
"Lascia le tue recite della violenza
sono l'ostacolo più grande
se vuoi incontrare il Dio.
Lascia le tue differenze
guarda i libri sacri, guarda i veda
non vi sono differenze fra la Bibia e i Purana.
Ascoltatemi i musulmani, ascoltatemi gli indù
Allah e Hari non hanno religione
Ascoltatemi i facchiri e quelli che vivono nel mondo
non ci vuole molto per incontrarlo
basta aprire il cuore e l'anima
se volete incontrare il Dio."
Alcuni Baul portano i cappelli lunghi e i vestiti multicolori fatti di pezze di vari tessuti, e mi fanno pensare ai Rasta che si trovano in Africa e nei Caraibi. Non penso che vi siano dei legami formali tra i Rasta ed i Baul, ma forse per alcuni versi si somigliano.
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3 commenti:
Fantastico il baul sul treno di Calcutta.
Il loro invasamento mi ricorda molto quello sikh anche se quest'ultimo e' piu' equilibrato e meno cacofonico.
Mi ha sempre affascinato il trasporto musicale/religioso.
In India c'e' un aspetto interessante anche nei canali religiosi e le musiche/canti ad essi dedicate/i
this is a great video his instrument is phenomenal!
Ciao Sunil,
è bellissimo questo post sui Baul!
Io sono rimasta stregata da un Baul che ho conosciuto e sentito cantare a Shatiniketan, nel sentirlo cantare ho proprio sentito le vibrazioni di questa folle e mistica pazzia che divorava e dava vita a tutto!
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