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venerdì 20 luglio 2007

Sensazione di Sfiducia

Ero uscito nel parco con il mio cane per la solita passeggiata serale. Ho visto loro, 4 uomini, seduti sulle panche vicino al ponticello, nell’ombra degli alberi. Quando mi sono avvicinato a loro ho sentito un confuso mormorio delle loro voci. Parlavano la lingua punjabi. Il loro modo di parlare era diverso da come si parla questa lingua tra gli indiani di Delhi, usavano alcune parole della lingua Urdu. E la cadenza delle loro parole era quella del Pakistan.

Uno di loro mi ha visto. Quando vedi qualcuno che può essere un immigrato dal tuo stesso paese, l’espressione degli occhi cambia. C’è una domanda silenziosa che vuole sapere se sei del loro paese?

Ci somigliamo tra di noi, indiani, pakistani e bangladeshi. Qualche volta, i segni esterni legati alla religione aiutano a capire la nostra nazionalità. Come la linea vermiglione tra i capelli o il puntino rosso sulla fronte delle donne, vuol dire che la donna è indù, molto probabilmente dall’India. Uomini vestiti con una camicia lunga fino alle ginocchia e pantaloni larghi della stessa stoffa, sono spesso dalle zone rurali del Pakistan orientale. I bengalesi e gli indiani del sud hanno spesso la pelle più scura. Il piccolo cappellino bianco aderente sulla testa, un piccolo scialle a quadrati sulle spalle o il taglio particolare della barba indicano i musulmani, sopratutto quelli del Pakistan, anche se sempre più spesso anche alcuni uomini del Bangladesh li portano. Il turbante, lunga barba e il braccialetto di acciaio sul polso destro servono per identificare i Sikh.

Ma spesso, non riesco a individuare la nazionalità soltanto dall'apparenza esterna, devo sentire come parlano per capire.

Di solito, quando vedo questa domanda silenziosa negli occhi di qualcuno, mi fermo per sorridere e scambiare le solite domanda “Di dove sei?”, anche quando so già che sono del Pakistan o del Bangladesh. Invece, questa volta guardai dall’altra parte, facendo finta di niente. Sentivo i loro sguardi sulla mia schiena, mentre mi allontanavo da loro.

Gli ultimi attacchi terroristici di Glasgow in Inghilterra mi hanno scosso. Ormai sono anni che si parla dei legami della religione musulmana con il terrorismo, anche se si cerca di separare la vasta maggioranza della comunità musulmana da piccoli gruppi radicali di terroristi. A livello razionale capisco che non si può, e non si dovrebbe, generalizzare e criminalizzare un intero gruppo di popolazione come terroristi, anche perché sarebbe la via più facile per emarginare tutta la comunità e per alimentare ulteriormente la radicalizzazione e la creazione di nuovi fanatici che si vedono sotto assedio da tutte le parti, senza vie di uscita.

Ma il coinvolgimento di giovani medici musulmani provenienti dall’India negli attacchi di Glasgow, mi hanno scosso. Un medico può diventare terrorista e uccidere persone quando ha giurato per salvaguardare la vita, mi sembra inconcepibile. Mi fanno venire brividi quelle persone che cercano di trovare scuse per queste scelte: gli inglesi sono coinvolti in Iraq, stanno uccidendo i talibani in Afghanistan, hanno insultato l’Islam conferendo il titolo di Knight a Salman Rushdie... Penso che le persone che accettano queste scuse sono malate mentali.

Mi sento schizofrenico. A livello logico, mi vergogno e mi disprezzo per questi pensieri di sfiducia verso tutti i musulmani ma dall’altra parte non riesco a controllare la mia paura. Finché i terroristi erano del Pakistan o erano arabi o palestinesi, avevo un po’ di paura di quelle persone che sembrano ortodosse e tradizionali, ma nelle facce di giovani ragazzi indiani presi in Inghilterra, vedo le facce di amici e colleghi, e questo mi fa paura.

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Aggiunta

Qualche giorno fa avevo scritto della mia paura per il coinvolgimento di alcuni medici musulmani dall’India negli attacchi terroristici in Inghilterra. Oggi i giornali raccontano che uno di questi ragazzi è stato scarcerato dopo 4 settimane in una prigione australiana. La sua colpa era soltanto quella di aver dato la sua carta SIM del suo cellulare al suo cugino 2 anni fa, quando aveva lasciato Inghilterra per trasferirsi in Australia. Suo cugino era coinvolte negli attacchi. Forse gli investigatori australiani erano così convinti della sua colpevolezza che hanno “inventato” prove per giustificare la sua carcerazione.

Una persona innocente che è stata etichettata come terrorista, soffrirà le conseguenze di questa ingiustizia per tutta la sua vita.

E’ per questo è controproducente etichettare persone sulla base delle loro religioni. Si rischia di creare ingiustizie.

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martedì 13 dicembre 2005

Covent Garden e La Nube Nera su Londra



Sono stato a Londra così tante volte che non me li ricordo tutte, ma penso che non ero mai stato a Covent Garden.



Invece, durante questa visita dovevamo andarci per la serata di cena ufficiale. Quando siamo partiti dal nostro hotel in un autobus, pensavo di andare in un giardino. Invece quando il nostro bus si è girato nella zona del centro, dove ero già stato molte volte, ho avuto un attimo di confusione.

Covent Garden è un giardino solo in nome, è la zona del mercato orti-frutticolo di Londra ed è pieno di negozi. Alla fine della cena, quando tornavo al nostro autobus, mi è venuta in mente, il personaggio di Elisa Doolittle (Audrey Hepburn) nel celebre film 'My Fair Lady' e la scena del suo incontro con il suo mentore, professor Higgins (Rex Harrison), ambientata proprio al mercato di Covent Garden.

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Sono andato per fare una passeggiata lungo la Tamigi e mi sono perso. Penso di aver camminato per circa 8-10 km quel pomeriggio, e avevo le gambe che non mi reggevano più. Ho camminato per circa 4 ore senza sosta.

Alla fine ero esausto, ma mi sembra di aver visto una Londra diversa, una città dei nonni con i nipotini, una città di innamorati, una città di salutisti pieni di energia. Ho trovato le tombe della chiesa di All Saints, vecchie di 200-250 anni.


Non penso di volerlo rifare, ma era bello. E’ la stessa sensazione che avevo quando ho fatto le scale per andare a San Luca. Bello si, ma non vorrei rifarlo!

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Domenica 11 mattina, vi è stato un grosso incendio ad un deposito di petrolio, a circa 30 miglia da Londra, che ha creato una nube nera e densa larga 75 km. L’ho saputo solo lunedì mattina mentre tornavo a Bologna. Ma domenica sera, ero a Trafalgar Square e vedevo questo grosso nube nero dietro l’edificio dell’Opera House e mi dicevo che dava una particolare luce alla scena, molto bella e molto particolare.


Come turista che scatta le foto, posso pensare che la nube nera sia bella. Invece, se penso come cittadino o agricoltore che si preoccupa dei polveri acide che andranno ad impregnare tutto, non penso che vedrò la sua bellezza!

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All’inizio i miei sentimenti per la Gran Bretagna erano un po’ ambigui.

Alla scuola avevo studiato la lotta per l’indipendenza dell’India dal regno coloniale inglese. In tante storie legate all’indipendenza dell’India, vi erano i buoni, come Mahatma Gandhi, Jawaharlal Nehru, Subhash Chandra Bose, Bhagat Singh, Rani Laxmibai, e molti altri, ed erano i miei eroi.

Dall’altra parte, vi erano i cattivi, tra i quali i vari lord inglesi. Spesso questi racconti erano unidimensionali e raccontano soltanto una parte degli eventi. Per esempio, questi racconti non raccontavano come mai un numero così ristretto di inglesi riuscì a dominare un paese con milioni di abitanti, per cui dovevano per forza essere assistiti da altri gruppi di indiani, i quali preferivano aiutare gli inglesi pur di schiacciare gli altri indiani perché li consideravano i propri nemici!

“Dividi e Regna”, era il mantra degli inglesi furbi, raccontavano questi testi, ma allo stesso momento, non approfondivano alcuni aspetti e evitavano di assumere le proprie responsabilità. Per avere successo, questo mantra di Dividi e Regna, aveva bisogno di gruppi che si sentivano diversi e avevano interessi diversi, per cui erano pronti a dividersi.

Comunque, 20 anni fa quando andai a Londra per la prima volta, non avevo ancora elaborato molti di questi pensieri e l’idea di andare al paese che pensavo di odiare per la sua storia mi turbava, anche se cercavo di nasconderlo.

Oggi penso che sicuramente gli inglesi avevano le loro colpe e avevano sfruttato l’India in maniera crudele e spietato. Dall’altra parte, la loro presenza ha dato il suo contributo al sistema educativo, al sistema sanitario, alla rete ferroviaria, e diversi altri sistemi dell’India.

In ogni caso, nel bene che nel male, tutto quello che era successo in passato, era l'opera degli inglesi di quel epoca. Mentre gli inglesi di oggi, figli, nipoti e bisnipoti dei colonialisti, i quali avevano amato e/o odiato l’India, sono persone diverse. Penso che bisogna riconoscere, capire, guardare e ricordare la propria storia, ma non aggrapparsi ad essa, sopratutto non per odiare o per cercare vendette.

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domenica 2 ottobre 2005

In-Tubato a Londra: Diario del Viaggio

Amo essere "in-tubato", ciò è viaggiare per il tube (metro) di Londra. Ultimamente, sembra che il sistema di trasporto pubblico perde colpi, sia per il pericolo bombe che per problemi di manutenzione della rete e per la mancanza di personale.

Nel parco di Hackney Marshes a Londra, ci sono 87 campi da calcio, uno accanto all'altro. Anche David Beckham aveva giocato qui da ragazzo.

Hackney Marshes, Londra

Ero arrivato li per caso. Mi piace prendere la metropolitana di Londra e prendere una linea a caso e poi scendere giù ad una stazione a caso, per poi andare a esplorare la zona. Ero sua linea Central Line ed ero sceso giù alla stazione di Leyton. Così ho scoperto Hackney Marshes park.

Oltre ai campi di calcio, aveva anche la sede della Cricket club. Comunque, era così grande, che non ho fatto altro che girare nel parco, guardare alcune partite e poi, stanco, tornare in Hotel.

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Lettori nella Metro di Londra

Ogni volta che salgo nella metropolitana di Londra, resto impressionato dal alto numero di persone che leggono mentre fanno un viaggio nella metro. Non leggono i fumetti o i giornali, ma veri e propri libri. Anche maschi giovani, un sottogruppo che sembra disdegnare la lettura in Italia.

A casa in Italia, per più di 10 anni, ero un pendolare - viaggiavo ogni giorno tra Imola e Bologna. Da quell'esperienza posso dire che il numero di lettori tra i viaggiatori nei treni, era molto minore in Italia. Mi chiedevo perché gli inglesi di Londra sembrano leggere molto di più? Non ho questa esperienza in altre parti del Regno Unito, per cui non vi so dire se è una differenza tra gli inglesi e gli italiani, o forse, sono soltanto i londinesi che sono diversi?

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La Ragazza Disperata

Ero sceso dal metro e uscito dalla stazione di Hammersmith. Pioveva. Non quella pioggerellina inglese che è endemica in queste terre, ma una pioggia più vicina ai monsoni indiani. Ho esitato per un attimo. Non avevo l'ombrello e anche se l'albergo non era lontano, sapevo che mi sarei bagnato completamente.

Ho messo la mia cartella di pelle sulla mia testa e ho iniziato a correre. Mentre attraversavo King's street, una ragazza che stava sul ciglio della strada ha detto, "Aiutate mi per favore". L'ho guardato mentre correvo. Era alta, aveva i capelli neri a riccioli, ed era bella. Tirava dietro un carrello di spesa. Non mi sono fermato. Le ho girato intorno e ho continuato a correre.

"Si, andate lontani da me. Non avvicinate me", all'improvviso, la ragazza aveva gridato. Ho guardato in dietro per un attimo, lei si era seduta per terra e piangeva disperata, "O dio, qualcuno per favore mi aiuti". Intorno a lei, sotto la pioggia, la folla londinese, le girava intorno e proseguiva per la sua strada. Continuava a piovere forte. Ho continuato a correre finché ero lontano e non sentivo più il suo pianto disperato.

In hotel ho preso la chiave dal reception e in camera mi sono asciugato con l'asciugamano. Avevo freddo e mi sono messo sotto le coperte. Mentre stavo nel mio letto caldo, ho visto che la pioggia aveva smesso. Posso andare a vedere se lei c'è ancora, mi sono detto. No, ormai, non sarà li, qualcuno l'avrà sicuramente aiutato, ho pensato. E sono tornato nel mio letto.

Un giorno, quando sarò solo e disperato, spero che gli altri non saranno così crudeli e indifferenti con me.

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Il Poliziotto Cupido

Tutte le volte che vado a Roma, vado sempre alla Fontana di Trevi. Nello stesso modo, tutte le volte che sono a Londra, vado a camminare nella zona di Buckingham Palace.

Questa volta, mentre scattavo le foto dal cancello di Buckingham palace, ho visto un poliziotto alzare la mano e puntare il dito verso me.

Guardia Reale e il Poliziotto di Buckingham Palace, Londra

Forse pensava che fossi un terrorista? Il mio primo impulso era di mettere via la mia macchina fotografica e subito andare via. Ma sono rimasto li come una statua.

Lui è venuto verso di me, davanti a me si è chinato per prendere un pezzo di carta color verde, lasciato attaccato sulla ringhiera del cancello, e poi, è tornato in dietro. E' andato ad una delle guardie reali della regina, quelli che portano i ridicoli cappelli neri che sembrano fatti con la pelle degli orsi, ha alzato la sua giacca e gli ha messo quel biglietto nella sua tasca. Mentre faceva tutto questo, mi è sembrato, che sorrideva.

Forse quello era il biglietto della ragazza di quella guardia e il poliziotto faceva solo il cupido?
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giovedì 22 settembre 2005

Gli Inglesi e i Documentari della BBC

Ho visto alcuni documentari sulla BBC, molto interessanti, mentre ero a Londra. Nella foto qui sotto, un 'artista, mentre crea un'opera in Trafalgar square con delle carte da gioco giganti.

Londra, Trafalgar Square

Il primo documentario che mi è piaciuto, raccontava la storia di una coppia, la quale aveva deciso di cambiare lavoro. Prima il marito aveva lasciato il suo lavoro in banca per aprire un ristorante, mentre la moglie continuava a lavorare in un'azienda , e alla sera dava una mano al marito in ristorante. Sono stati seguiti da un'equipe di BBC per  un periodo di 6-7 mesi, per capire l'evoluzione di questa decisione. Oltre alle storie della coppia, l'equipe di BBC approfondiva se gli affari andavano bene, cosa pensavano i clienti del ristorante, cosa ne pensavano i concorrenti. Il bilancio del ristorante continuava a andare in negativo e la coppia continuava a perdere i loro risparmi e l'equipe parlava con persone del settore per capire come loro potevano migliorare e avere un guadagno dal ristorante. Poi vi erano le interviste con i diretti interessati, i quali spiegavano i propri punti di vista di come vedevano lo sviluppo del loro ristorante.

Nella parte finale del documentario, i due protagonisti hanno confessato che ormai avevano mangiato tutti i loro risparmi, che il loro ristorante era insostenibile, e dovevano tornare a cercare lavoro, mi era dispiaciuto per loro. Allo stesso momento, da quel documentario, avevo capito alcune cose sulla gestione dei ristoranti che altrimenti non ci avrei mai pensato. Penso che il documentario era un'ottima risorsa non solo per quelli che sognano di aprire un ristorante, ma anche per gli altri che vorrebbero aprire un'attività propria.

Un altro programma che mi è piaciuto era quello dove c'erano dei concorrenti, ciascuno dei quali riceveva dei soldi per comprare cose ad un mercatino di antiquariato. Alla fine i conduttori del programma hanno fatto i bilanci - hanno controllato tutti gli oggetti acquistati da ciascun concorrente, hanno ragionato con loro sul effettivo valore degli oggetti, se erano autentici o meno, ecc. Alla fine del programma, ha vinto il concorrente che aveva guadagnato di più, acquistando con i suoi soldi, cose più genuine e preziose. Mi è sembrato un modo molto interessante per ragionare sul concetto di antiquariato, cosa è che aumenta il valore delle cose, perché spesso non valorizziamo quello che abbiamo in casa o in cantina.

Molti di questi programmi sono disponibili anche via internet all'indirizzo delle video BBC per l'Open University di Londra, che potete guardare (ma sono soltanto in inglese).

Questi programmi sono interessanti, ma hanno un enorme valore pratico. Non mi sembra che vi siano documentari o programmi simili? Invece se ci sono, lasciate un commento in fondo a questo scritto con le informazioni.

Penso che la cultura inglese (e forse anche quella americana) sono delle culture lineari, dove A porta a B e B porta a C, e tra gli A,B,C, non vi sono né i ma o sebbene o forse o però ecc. come succede spesso in Italia e altri paesi di cultura latina.

Così gli inglesi pensano che si può imparare tutto, basta avere le istruzioni chiare. Questo è il loro mondo di DIY (Do It Yourself - fai da te). Ci sono i manuali che ti insegnano a costruire una scatola o i manuali che ti spiegano come costruire una casa.

Esistono i fai-da-te anche in Italia, ma mi sembra che sono snobbati dalle persone di cultura.

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A Londra parlavo di Camilla, la moglie del principe Carlo, con alcuni amici inglesi. Sono rimasto un po' sorpreso (scioccato) dai commenti caustici verso la signora. E' vero che Camilla non è una bellezza - una volta mi faceva pensare ad una cavalla simpatica, ma è un tipo che mi piace. E penso che sia molto romantico il fatto che il loro amore, così contrastato, ha saputo superare tanti ostacoli. Non capisco come uno può pensare male di un amore così. Forse una volta eravamo più romantici?

Avevo incontrato la principessa Diana, 8-9 anni fa, alcuni mesi prima del suo incidente fatale. Ero rimasto incantato da lei, non riuscivo a toglierle gli occhi dal suo viso. Ma oggi quando la penso, mi sembra meno bella di Camilla. Mi dispiace per i poveri inglesi che non possono apprezzare Camilla. La foto che vedete qui sotto è per ricordare quel mio incontro con la Lady Diana.

Sunil con la Principessa Diana, Londra

Chissà se un giorno incontrerò la lady Camilla o la regina Camilla?

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domenica 18 settembre 2005

Londra, dopo le bombe

Sono tornato a Londra dopo 2 mesi. Ultima volta ero rientrato da Londra, un giorno prima delle bombe nella metropolitana. Per questo motivo, sono curioso di vedere se le bombe hanno cambiato la città.
Millenium Bridge, Londra
 
Ho fatto questa stessa domanda gli altri, quelli che vivono a Londra. "Si è cambiato", quasi tutti concordano.
 
"Nella parte centrale di Londra, alla sera era piena di gente, si andava ai pub per bere una birra. Oggi sembra che è sparito tutto. Dopo le 19 di sera, le strade sono già deserte. I pub sono vuoti", un'amica mi ha raccontato.
 
"Il metro ha meno persone, sopratutto il giovedì", mi ha detto un'altra, "vi sono più bici e moto sulle strade."

Ma francamente non ho visto questo cambiamento. Alla sera, mentre tornavo in hotel dopo la cena sotto una leggera pioggerellina classicamente inglese, mi sembrava che le strade erano piene di persone. I pub non erano straripanti di persone, ma non sembravano vuoti. Il metro, nell'ora di punta, era così pieno che facevo fatica a respirare.

Il treno "Stansted express", che collega Londra all'aeroporto di Stansted, era tappezzato di pubblicità come sempre, "Al centro di Londra in 45 minuti", ma in realtà sembra un treno locale di Bombay, si fermava ogni tanto e il viaggio aveva richiesto un'ora e 10 minuti, ciò è, 25 minuti di ritardo. Alle belle stazioni di metro, si sentivano gli annunci che tale linea è chiusa, o quell'altra è in ritardo, e sembrava che mancava il personale.

Dopo la riunione di lavoro, sono andato al Millennium bridge, il primo ponte di Londra sul fiume Tamigi, costruito dopo circa 100 anni. Al Tate gallery c'era la mostra di Frida Kahlo.

Quella stessa mattina, avevano celebrato i 100 anni del funerale del generale Nelson con una processione di barche sul Tamigi. Il giorno dopo, doveva iniziare il Festival di Tamigi, con mercatini e spettacoli lungo il fiume.


Una coppia Punk, Londra

Poi, stamattina, sono stato svegliato dalle voci che venivano da una delle case dietro al mio hotel. Una coppia litigava.

La donna sembrava un vecchio disco di 33 giri, incantato, continuava a ripetere, "Fuori di qui, fuori, fuori...".

Dopo un po' le cose si sono scaldate.

"Fottiti puttana" .... "Figlio di puttana, non ti voglio, vai via da qui subito...".

Ero un po' preoccupato che se uno di loro ammazzava l'altro, forse mi avrebbero chiamato a testimoniare! Mentre, ho preparato la mia valigia e lasciato la camera, quella coppia continuava a litigare.

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sabato 30 luglio 2005

Le Nostre Identità


Era venuto Riju a trovarci a Bologna. Lui è il figlio di mio cugino.

Lui è uno studente di dottorato nel dipartimento di informatica presso l'università di Colonia in Germania. Quando gli ho chiesto della sua ricerca, mi ha parlato di algoritmi matematici, biomeccanica e cose varie che non ho capito niente, ma non volevo fargli vedere, così continuavo ad annuire con la testa, come se capivo tutto.

A canal and gondola in Venice, Italy
Giovedì l'avevo accompagnato a Venezia. Faceva molto caldo. Eravamo usciti dal percorso principale che va verso la piazza San Marco, perché volevo fargli vedere altre zone, meno conosciute della città.

Così, siamo addentrati dentro i calli lungo i canali. Più di una volta, abbiamo dovuto tornare in dietro, perché la calle finiva al bordo di un altro canale, senza un'altra uscita. 

Girare a Venezia fuori dai percorsi principali è bellissimo. Abbiamo visto alcune signore, sedute fuori dalle loro case, forse perché dentro faceva troppo caldo. Vi erano dei ragazzi seduti sui ponti con i piedi a penzoloni sopra l'acqua. C'erano tanti gatti ma anche qualche cane.

Così siamo arrivati al cortile del nuovo ghetto, dove c'è una fontanella. Avevamo camminato sotto un sole cocente e vedere quella fontanella era un piacere. Eravamo li vicino alla fontanella, Riju si bagnava la faccia sotto l'acqua mentre io guardavo intorno quando sono apparsi i due poliziotti che ci guardavano. Forse perché Riju portava il "kurta", il vestito tradizionale indiano, e avevano pensato che poteva essere un terrorista musulmano che voleva attaccare la sinagoga di quella piazza. Comunque, loro non ci hanno detto niente e ci siamo allontanati in fretta, facendo finta di niente.

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Ho letto un articolo di un giornalista indiano che vive a Londra. Lui dice che è un brutto momento per essere un pakistano a Londra, e che quando va in giro, deve subito chiarire che lui è un indù indiano.

Devo andare a Londra fra qualche settimana e questo discorso mi fa paura. Come si può affrontare un mondo che non conosce le diverse culture e le religioni di altri paesi ? Mi vergogno perché penso solo a me stesso e preoccupo per come distinguermi dai musulmani del Pakistan e Bangladesh. Londra ha avuto l'attacco terroristico islamico nella metropolitana e posso capire la gente potrebbe avere paura.Per cui non vorrei essere confuso con loro.

La ragione mi dice che è sbagliato pensare così. Demonizzare un'intera popolazione è sbagliato. E in ogni caso, non si può andare in giro con cartelli per dire che io non sono questo o quello. Paura è cieca e colpirà tutti quelli che "sembrano".

Ma la ragione e le emozioni non sempre coincidono.

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Ieri sera, ero con il cane, fuori nel parco vicino a casa, quando ho visto 5 uomini che camminavano insieme. Conosco vagamente uno di loro, si chiama Rahman ed è del Bangladesh. Abbiamo parlato un paio di volte nel parco. Tutti i 5 portavano i vestiti tradizionali bianchi, come quelli che portano per andare a pellegrinaggio a Mecca. Qualcuno di loro aveva un rosario in mano. Venerdì è il giorno sacro dei musulmani e forse si erano uniti per una preghiera e ora tornavano a casa.

Comunque, mi ha fatto un po' di paura questo loro apparente fervore religioso. Mi sono girato dall'altra parte per non guardarli.

Mi fa paura la mia paura. E anche un po' di vergogna. E' il sintomo dei tempi che viviamo.

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venerdì 8 luglio 2005

Le bombe a Londra

Il 5 luglio 2005 sera, eravamo passati da quell'uscita laterale della stazione di Liverpool street, dove si doveva tenere un concerto, e dove oggi hanno attaccato i terroristi islamici.

E' tanto che a Londra si parlava del rischio bombe. Da diversi anni, sentivo gli annunci continui, sia nelle stazioni di metro che negli aeroporti, di stare attenti, di segnalare i pacchi sospetti e di non lasciare il bagaglio incustodito.


Londra è sempre una bella città, piena di zone tranquille, come quella del fiume Tamigi nell'immagine sopra (ho scattato questa foto durante la mia passeggiata mattutina), ma sentir parlare sempre di pericoli e di bombe, mi faceva sentire molto ansioso.

La paura della gente, l'avevamo sperimentato anche noi circa un anno fa, quando ero a Londra con Giovanni e ad una stazione di metro avevamo sbagliato il binario. Quando ne eravamo accorti, avevamo fatto una corsa verso l'altro binario, ma Giovanni aveva dimenticato la sua borsa sul primo binario. E' stata una questione di 5 minuti, ma quando siamo tornati per prenderla, c'era già un agente di polizia che guardava con sospetto quella borsa.

In fatti, ultimamente Londra mi sembra piena di controlli. Entri in un'auto bus e devi far vedere il tuo biglietto al conducente. Negli autobus, vi sono frequenti controlli dei controllori. Per salire sul metro, e per accedere ai binari, vi sono barriere e devi passare il tuo biglietto per entrare. Vi sono altre barriere per uscire e alla fine vi sono controllori anche sui metro. Se sei abituato in Italia che puoi comprare il tuo biglietto e lo timbri da solo o puoi entrare in una stazione ferroviaria e salire su un treno senza che qualcuno ti chiede se hai un biglietto, tutti questi controlli possono sembrare eccessivi.

Comunque, ne anche tutti questi controlli sono riusciti a fermare la mano dei terroristi. Per fortuna, eravamo rientrati 24 ore prima da Londra. Due giorni fa, avevamo fatto quello stesso tragitto che oggi era stato scelto dai terroristi per piazzare le bombe - Edgeware road, King's cross e Liverpool street.

Per questo motivo, guardare le immagini delle persone che camminavano dentro i tunnel pieni di fumo mi ha colpito particolarmente. Penso che tutte le volte che salirò nella metropolitana di Londra, avrò un po' di paura anche se non vi sono molte altre scelte se uno vuole andare da qualche parte a Londra.

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giovedì 7 luglio 2005

Bangladesh a Londra

Londra era piovosa e fredda. Non sembrava di essere in luglio ma in autunno.

Questa volta dopo la riunione, sono andato a cercare una nuova zona della città da vedere - la famosa Brick Lane, non lontana dalla Liverpool street station, della quale parlano tutti i libri turistici di Londra.

Londra, Liverpool street station

La chiamano "piccola Bangladesh" nel cuore di Londra. Si tratta di una di quelle zone dove i poveri emigrati del Bangladesh si trovavano tutti insieme.

La valorizzazione della zona abitata dagli emigrati nei libri turistici ha cambiato completamente come la gente la guarda.

In fatti, tutti i ristoranti sono stati rinnovati e c'è meno degrado di quanto si aspetterebbe da simili zone. Invece giravano molti turisti come me, con le macchine fotografiche, per scattare foto e a cercare ristoranti e negozi tipici.

E' vero, che vi sono anche dei personaggi in giro, che sembrano musulmani ortodossi, che non sembrano molto contenti dei turisti che vorrebbero fotografarli. Comunque, penso che è sempre meglio di quei ghetti chiusi, dove hai paura di entrare.

Londra, Brick Lane

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Tornato a Bologna, mi consola che abbiamo ancora l'estate, anche se le temperature si sono abbassate e non fa più quel caldo opprimente della settimana scorsa.

Ieri sera sono andato ad ascoltare Antonella Ruggeiro al centro Lame.

Lei mi piace molto e ieri sera era bravissima, e aveva cantato anche diverse canzoni latino-americane.

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