domenica 7 gennaio 2007

Cinema di Bollywood nel 2006

Nuovi sviluppi nel 2006: L’anno appena trascorso è stato uno dei migliori anni per il cinema di Bollywood per quanto riguarda i guadagni dei botteghini. Erano anni che così tanti film ricevevano un consenso popolare così ampio. L’anno è stato importante non soltanto per i guadagni economici ma anche per la varietà di nuovi film usciti nelle sale cinematografiche.

In parte, il merito di questo successo così ampio va all’apertura di nuovi teatri multiplex nelle metropoli, dove le sale sono piccole e possono accogliere i film di nicchia e dove i prezzi dei biglietti di entrata sono relativamente alti. Fino a 5 anni fa, i biglietti di ingresso più costosi nelle sale cinematografiche costavano intorno costavano intorno a 20 rupie (circa 40 centesimi) mentre nelle nuove sale multiplex il prezzo del biglietto arrivo fino a 4 euro. Questo ha permesso l’uscita di nuovi film fuori delle regole del cinema popolare (i masala films), indirizzati ad un gruppo ristretto di persone nelle zone urbane e la possibilità comunque di recuperare i costi con ampi margini di guadagno.

La scomparsa del cinema parallelo: Intorno agli anni settanta, il cinema di Mumbai aveva un forte movimento di cinema parallelo o cinema d’arte con esponenti come Shyam Benegal e Govind Nihalani, e film che potevano sfidare le formule del cinema popolare e comunque trovare un consenso popolare. L’arrivo della televisione e le video-cassette con la pirateria ad ampio scalo potrò alla morte del cinema parallelo ed i registi come Shyam Benegal e Govind Nihalani erano costretti a fare i film per la tv o ricorrere alle stelle di Bollywood.

Le tre "colonne" del cinema paralello indiano: Shabana Azmi nel film Ankur (Germoglio) di Shyam Benegal; Smita Patil e Om Puri nel film Ardh Satya (Mezza verità) di Govind Nihalani.








La scomparsa del cinema di mezzo: Negli anni sessanta e settanta, era nato un altro movimento nel cinema popolare di Mumbai – quello del cinema di mezzo. Ciò è, il cinema che continuava a seguire le regole dei film popolari, ma li ambientava in famiglie meno facoltoso e presentava le storie della gente comune con un pizzico di realismo. Registi come Bimal Roy, Hrishikesh Mukherjee, Gulzaar, Basu Chatterjee erano i fautori di questo cinema. Anche questo cinema fu inghiottito dall’arrivo della TV e delle video cassette. Nell'immagine sotto, Vidya Sinha e Amol Palekar nel film Rajnigandha (Gelsomino) di Basu Chatterjee.




Nuovi sviluppi: Negli anni ottanta e novanta, progressivamente, il cinema di Bollywood fu dominato da cinema popolare e dalle stelle piuttosto che dagli attori e dai registi. Invece la comparsa delle multiplex ha dato la possibilità a diversi nuovi registi di uscire dalle regole del cinema popolare a sperimentare nuovi temi e nuove metodologie di raccontare le proprie storie.

Vediamo i film più significativi del 2006. Ovviamente, questa è tutta una mia scelta personale e so bene che molti altri non concorderanno con me.

Rang de Basanti (Colora mi di arancione): il 2006 è iniziato con il nuovo film del regista Rakeysh Om Prakash Mehra. In India, il colore arancio è considerato il segno della rinuncia e anche di primavera. Il film è la storia di Sue (Alice Patten), nipote di un ex-ufficiale del governo coloniale inglese in India, la quale vuole girare un documentario in India sulla storia di alcuni uomini impiccati perché facevano parte della resistenza contro il governo coloniale. In India, lei incontra un gruppo di ragazzi all’università di Delhi ai quali chiede di far parte del suo documentario – DJ (Aamir Khan), Karan (Sidharth), Sukhi (Sharman Joshi), Aslam (Kunal Kapoor) e Sonia (Soha Ali Khan).




I ragazzi sono cinici, pensano che il paese sia in mano ai corrotti e vogliono soltanto emigrare in America. Loro non sanno niente della lotta per l’indipendenza dell’India e delle persone morte per questa lotta, e non ne vogliono ne anche sapere. DJ, il capo del gruppo, è un ragazzo sikh, è l’eterno ragazzo il quale ha paura del mondo esterno e continua a girare nel mondo universitario anche se ha finito di studiare 5 anni fa.

Poco alla volta la partecipazione al documentario cambia i ragazzi da dentro. Laxman (Atul Kulkarni), uno che fa parte di un gruppo fondamentalista indù e molto arrabbiato perché contrario alla presenza del ragazzo musulmano Aslam nel documentario, entra a far parte del gruppo e poco alla volta anche lui cambia il suo modo di guardare il mondo.

Morte di Ajay (Madhawan), un pilota dell’aereonautica e fidanzato di Sonia, in un incidente aereo porta una crisi all’interno del gruppo. C’è il sospetto che il ministero della difesa abbia trascurato il mantenimento degli aerei comprando pezzi di ricambio scadenti da una ditta corrotta, intascando milioni sottobanco. Il governo lancia una compagna di diffamazione contro il defunto pilota, dando colpa a lui per l’incidente. Il gruppo di ragazzi viene trascinato nella polemica creata dalla repressione governativa e manipolazioni politiche della storia. (Nell'immagine, Alice Patten e Aamir Khan in una scena di Rang de Basanti).




I ragazzi si trovano ad una svolta, non possono più fare gli spettatori disinteressati. Loro decidono di agire e per attirare l’opinione pubblica uccidono il ministro della difesa innescando uno spirale di eventi e violenza che culmina con la loro morte.

Il cinismo e disinteresse dei ragazzi e la loro graduale trasformazione in ragazzi tormentati dalla corruzione e mancanza di valori della nuova società consumistica dell’India ha trovato un' immediata identificazione nella gioventù indiana e il film è diventato un culto.

Negli stessi giorni quando era uscito questo film nelle sale, la decisione di un tribunale di Delhi di prosciogliere il figlio di un ministro, accusato di aver ucciso una ragazza, ha innescato violente proteste in India, un po’ simili alle proteste presentate nel film. E' stata iniziata una compagna di mobilitazzione. Verso la fine del 2006, il tribunale superiore ha rivisto questa decisione, condannando il figlio del ministro all’ergastolo. Molti hanno salutato questo evento come una vittoria di questo film.

Dopo circa 12 mesi dalla uscita, il film continua a innescare forti dibattiti in India ed è il candidato ufficiale dell’India al premio Oscar nella categoria di “Migliore film straniero”. Il trattamento del film, con la trasposizione delle storie del passato, legate all’indipendenza dell’India (girate in color seppia) e sull’attuale vita dei ragazzi indiani nelle metropoli, è innovativo. Il provocante tema del film, fuori dalle solite storie di amori tragici del cinema indiano, e il cast di bravi attori, fanno di questo film un’importante tappa della storia del cinema di Bollywood. Aamir Khan, l’attore principale del film è già conosciuto al pubblico italiano come eroe del film “Lagaan – una volta in India” uscito qualche anno fa.

Lago Raho Munna Bhai: è il secondo film che scelgo per l’orginalità del trama e per l' impatto che ha avuto sugli indiani. Il titolo significa Continua Fratello Munna ed è la seconda parte di un fortunato film del 2005 (Munna Bai MBBS, ciò è Fratello Munna Medico Chirurgo). Lago Raho Munna Bhai riprende le avventure del simpatico mafioso di Munna Bhai (Sanjay Dutt), il suo assistente, Circuit (Arshad Warsi) e la loro banda di malviventi, i quali tra altro, si occupano di sgombrare con forza le case dei poveri per conto del ricco costruttore Lucky Singh (Boman Irani).




Munna è innamorato della voce della radio-jockey Jhanvi (Vidya Balan). Per incontrare Jhanvi, Munna vuole partecipare ad un quiz radiofonico sul Mahatma Gandhi. Con l’aiuto di alcuni professori universitari rapiti da Circuit per il compito, Munna riesce a vincere il quiz e viene invitato agli studi radiofonici dove si presenta come un professore universitario. Jhanvi vive con il suo nonno in una casa con un gruppo di anziani senza casa e catturata dal fascino di Munna, lo invita a casa sua per parlare di Gandhi agli anziani.

Ma Munna non sa niente di Gandhi e non avendo altre vie di uscita, è costretto ad andare alla biblioteca a studiare la vita di Gandhi. Una sera, stanco e insonne, Munna vede una apparizione. E’ Gandhi venuto ad aiutarlo. “Sono pronto ad aiutarti se seguirai le mie indicazioni”, gli dice il fantasma di Gandhi. Tutti, compreso Circuit, pensano che Munna sia impazzito, anche perché nessun altro riesce a vedere il fantasma di Gandhi. Comunque, Munna accetta di seguire le indicazioni della fantasma di Gandhi e così è costretto a intraprendere la via della non violenza e della verità. Jhanvi e il gruppo di vecchiotti prima, e il pubblico ascoltatore della radio, sono tutti presi dalle parole di Munna sulla filosofia di Gandhi.

L' unica verità che Munna non riesce a dire a Jhanvi, è quella sul suo proprio passato di mafioso. Cosa farà Jhanvi quando verrà a sapere la reale identità di Munna?

Il film è riuscito a attualizzare il pensiero di Gandhi per i giovani indiani di oggi ed ha raccolto consensi sia della critica che del pubblico. Il film è un candidato indipendente ai premi Oscar nella categoria Migliore Film Straniero.

Il film è come una fiaba moderna sui principi insegnati da Gandhi, un film divertente e allo stesso momento, una provocazione per ripensare ai valori di Gandhi nel mondo odierno.

Khosla Ka Ghosla: Il terzo film che mi è piaciuto, è un film piccolo senza le stelle di Bollywood. Il titolo del film significa “Il Nido dei Khosla”. Il film presenta la storia dei Khosla, una famiglia medio borghese di Delhi. Sig. Kamal Kishore Khosla (Anupam Kher), il capo famiglia sogna di costruire una propria casa indipendente. Il suo figlio maggiore, Chiraunjilal (Praveen Dabas) odia il proprio nome e preferisce essere chiamato Cherry, sta preparando per emigrare in America. Il suo secondo figlio, Balwant (Ranvir Shorey) non ha voglia di studiare e pensa che il suo padre sia antiquato.




Il terreno comprato con il TFR e i risparmi di tutta la vita per costruire la casa viene occupato illegalmente dal corrotto costruttore Kishen Kapore (Boman Irani). Sig. Khosla è disperato. Nessuno può aiutarlo. Gli uomini di Kapore sorvegliano il terreno armati di bastoni. Kapore vuole 200.000 rupie (10.000 euro) per liberare il terreno. Lui ha anche i poliziotti dalla sua parte, i quali suggeriscono a Khosla di pagare i soldi richiesti da Kapore e di versare un’ulteriore somma anche alla polizia.

Balwant, il figlio più piccolo, chiama i suoi amici e attacca gli uomini di Kapore, ma ciò porta Khosla alla prigione per qualche giorno e lui riceve dalla polizia l' avvertimento di stare attento e di non usare i mezzi illegali!

Alla fine è il figlio maggiore, Cherry che non riesce a vedere il suo padre abbattuto. Lui rinuncia al suo sogno di partire per l’America per aiutare il suo padre. Con l’aiuto della sua ragazza Meghna (Tara Sharma) e un gruppo di attori teatrali guidati dal maestro Bapu (Navin Nischal) e un ex-collega di Kapore, (Vinay Pathak), Cherry prepara una trappola per Kapore.

Animato da un cast di bravi attori, il film è molto piacevole. Come tema e trattamento, questo film potrebbe entrare nel gruppo del "cinema di mezzo" degli anni settanta. Il film è stato apprezzato sia dalla critica che dal pubblico.

Altri film del 2006: A parte questi 3 film che mi sono piaciuti di più, vi erano diversi altri film di Bollywood che hanno ricevuto consensi nel 2006. Per esempio il nuovo film di Nagesh Kukunoor, Dor (Filo) che parla del filo del destino che collega le vite di due donne – una donna istruita della metropoli (Gul Panang) e una vedova (Aysha Takia) del deserto di Rajasthan. (Nell'immagine, Ayesha Takia in Dor).




Mi è piaciuto anche Omkara, il nuovo film di Vishal Bhardwaj basato sul Othello di Shakespeare, ambientato nelle zone rurali del nord est dell’India, con cast di diverse stelle di Bollywood. Il film è la storia del capo dei banditi Omkara (Ajay Devgan), sua amante Dolly (Kareena Kapoor) e la rivalità tra i suoi due luogotenenti, Keshav (Vivek Oberaoi) e Langda (Saif Ali Khan). Langda, gesloso dei favori ricevuti da Keshav, riesce a creare sospetti nella mente di Omkara di un rapporto illecito tra la sua Dolly e Keshav. In un piccolo ruolo, l’attrice Konkana Sen, come moglie di Langda, lascia un’impressione indelibile. Mentre tutti gli attori di questo film sono bravi, è Saif Ali Khan nel ruolo di Langda che è particolarmente bravo. (Nell'immagine, Ajay Devgan e Kareena Kapoor in Omkara).




Un’altro piccolo film Woh Lamhe (Quei momenti) con nuovi attori (Shiney Ahuja e Kangna Rennaut) ha raccolto molti consensi. Ispirato dalla storia di amore tra l’attrice Praveen Babi e il regista Mahesh Bhatt negli anni ottanta, il film affronta il tema della schizofrenia ed il spietato mondo dell’immagine pubblica che divora le icone del cinema. (Nell'immagine Kangna Rennaut e Shiney Ahuja in Woh Lamhe).




L’anno è stato fortunato anche per i mercanti dei sogni, i zar di Bollywood, i quali costruiscono grandi sogni del cinema di svago – Krissh di Rakesh Roshan (storia di un super eroe con poteri speciali), Vivah (Matrimonio) di Suraj Barjatya (una storia mielosa di un fidanzamento e di valori tradizionali indiani), Dhoom 2 della casa produttrice Yash Chopra (un film di avventura con effetti speciali, è anche il film con maggiori incassi dell’anno) e Kabhi Alvida Na Kehna (Non dire mai addio) di Karan Johar. Quest’ultimo è un film con lussuose scenografie ambientato a New York, ma riesce ad essere controcorrente perché parla di divorzio e di secondi matrimoni, temi generalmente evitati dalla cinema popolare indiana. (Nell'immagine Rani Mukherjee e Abhishekh Bacchan in Kabhi Alvida Na Kehna).





In un rapporto pubblicato da una rivista americana, tra i 15 film stranieri con maggiori incassi in America nel 2006, ben otto sono film di Bollywood. Per cui, il 2006 non è stato soltanto un anno di successi in India, bensì in tutti i paesi dove vive la diaspora sud asiatica.

domenica 31 dicembre 2006

25 passi per una vita migliore (2)

Secondo il guru la prima cosa da fare è quello di verificare il proprio stato di salute:

Salute è ...
il corpo libero da malattie
il respiro senza sforzo
la
mente senza stress
l’intelligenza senza inibizioni
la memoria libera da
ossessioni
l’ego che comprende tutto
l’anima libera da tristezza


Inoltre, lui consiglia di riflettere spesso sul senso della propria vita, perché secondo lui soltanto quando uno inizia a farsi queste domande, la sua vita inizia da vero. “Non bisogna avere fretta per trovare le risposte a queste domande. Quelli che le conoscono non vi le diranno, e quelli che vogliono dirvile, non le conoscono.”

Ora arriviamo ai suoi 25 passi per migliorare la vita.

Riflettere sul contesto della propria vita: Ciò significa riconoscere la brevità della propria vita se paragonata ai milioni di anni durante le quali la vita si è sviluppata sulla terra. Se qualcuno ci guardasse da fuori, i 70-80 anni delle nostra vita sono meno di un’attimo. Visti contro la grandezza dell’universo, siamo invisibili. Secondo il guru, questa riflessione ci aiuta a superare gli alti ed i bassi della vita, restando tranquilli, felici e soddisfatti. Tutti gli esseri hanno amore dentro di se – devi sforzarti di riconoscerlo mentalmente per trovare il tuo radicamente nell’amore.

Ricordare la transitorietà della vita: Pensi alla tua vita, pensi a tutte le cose fatte e non fatte. Tutto è passato, finito. Tutto nella vita è trasitorio, ma dentro questa vita che cambia continuamente, dentro di te qualcosa di permanente che non cambia, che osserva questo mondo mutevole. Ogni tanto pensa a questa parte di te che vive dentro di te e che osserva il passare della vita e delle situazioni.

Ricordati di sorridere più spesso: In una ricerca hanno scoperto che bambini, mediamente sorridono circa 400 volte al giorno, gli adolescenti 17 volte al giorno, e gli adulti molto più raramente. Ricordati di guardare la tua faccia nello specchio ogni giorno e di sorriderti. Basta poco per renderci tristi e stressati. Con qualche battuta o azione, gli altri ti rubano il sorriso – non lasciare che ti portano via il tuo sorriso. Dal punto di vita della conoscenza, sorriso è gratuito come il sole, l’aria e acqua mentre rabbia è costosa – ricorda questo e rendi il tuo sorriso gratuito, da usare sempre e dovunque e la tua rabbia molto costosa, da usare con molta cautela.

Sii entusiasta e parla bene degli altri: Entusiasmo è la natura della vita ma impariamo a dimenticarlo. Se siamo dominati dalla paura, impariamo a nascondere il nostro entusiasmo. Non solo diventiamo seri, ma cerchiamo anche di controllare l’entusiasmo degli altri, ricordando loro di essere “realisti”.

Ricordati di meditare: Trova alcuni momenti per la meditazione ogni giorno. Meditazione significa introspezione, ma significa anche lo stato di non-pensiero quando la mente non è agitata, quando la mente vive nel presente. Più profondamente riuscirai a stabilire il conttto con te stesso, più libero sarai. Meditazione significa lasciar andare la rabbia, il passato, i piani per il futuro, significa viviere il presente in profondità.

Trova tempo per te stesso: Trova qualche giorno per la tua manutenzione ogni anno. In quell periodo, non pensare a tutte le cose che devi o dovresti fare, trova tempo solo per essere con te stesso, senza urgenze, senza rimproveri, senza cose da fare. Alzati all’alba, fai esercizi e yoga, mangia solo il necessario e medita. Impara ad ascoltare gli altri con attenzione, senza elaborare domande o giudizi dentro di te. Impara ad ascoltare il tuo respiro.

Comunica meglio: Se incontri qualcuno che sa più di te, ascolta con le orecchie e gli occhi aperti. Se incontri che sa meno di te, sii umile e gentile. Gioca con un bambino come quando eri un bambino. Quando parli con un anziano, ricordati che un giorno anche tu sarai anziano. Quando sei aperto senza pregiudizi e preconcezioni a imparare e a condividere, diventerai un comunicatore migliore.

Sviluppa la tua creatività: Impara a distanziarti dal tuo lavoro – mentre lavori, lo devi fare con 100% di te stesso ma senza preoccupare dei risultati. La creatività nasce quando sei rilassato, quando sei senza preoccupazione per i risultati.

Migliora il mondo che ti circonda: La nostra energia vitale ha bisogno di una direzione. Senza la direzione, c’è soltanto la confusione. La nostra energia ha bisogno anche di impegno. Pensa al mondo che ti circonda e pensa a quello che puoi fare tu per renderlo migliore. Aggiungere questa direzione e impegno alla tua vita lo renderà più piena e appagante.

Pianifica i tuoi obiettivi e lungo e a breve termine: Lo devi fare restando ben radicato nel tuo presente. Dove vuoi essere tra 3 anni, tra 20 anni? Come farai ad arrivarci? Scegli soltanto poche cose essenziali e non la lista di tutte le cose che vuoi fare. Se la tua vita seguirà la direzione giusta per le cose essenziali, tutto il resto si giusterà senza sforzo.

Pregare aiuta: pregare non come un rituale da seguire ma pregare dal cuore, pregare con la gioia.

Non avere paura dei cambiamenti: Rifletti se tua vita è diventata un routine, qualcosa che ha bisogno di un cambiamento ma hai paura di affrontarlo? Anche se le cose abituali sono comode, delle volte devi sforzarti per promuovere il cambiamento per migliorare.

Sii consapevole di tuoi limiti: Tutti noi abbiamo i nostri limiti. Quando incontri i tuoi limiti, impara ad riconoscerli. Preghiera aiuta in questo incontro. Accettate quelli limiti con amore.

Forse avete capito, il guru non dice niente di nuovo, conoscete già questi passi per migliorare la vostra vita. Altri passi sono: non perdere gli amici, non cerca la perfezione, diventare non prevedibili, ecc.



venerdì 29 dicembre 2006

25 passi per una vita migliore (1)

E’ di nuovo il momento di fare il resoconto dell’anno appena trascorso, e di farsi le promesse per il nuovo anno. Anche se poi, spesso le promesse restano soltanto delle parole senza un seguito, ma intanto ci si può sentire buoni e risoluti per qualche giorno!

Non voglio pensare alle mie promesse che mi ero fatto l’anno scorso. O, quelle fatte l’anno prima, o prima ancora. Tanto sono sempre le stesse. Devo dimagrire. Devo scrivere il mio romanzo. Devo fare meditazione tutti i giorni. Devo imparare a controllare le mie emozioni. Devo trovare più tempo per stare in famiglia. E così via.

Ma capita anche a voi di continuare a fare sempre le stesse promesse anno dopo anno?

Invece vi voglio parlare dei consigli di un guru indiano che si chiama Sri Sri Ravi Shanker, apparsi su un settimanale The Week. "I 25 passi per migliorare la tua vita nel 2007".

Sono sopratutto gli americani che credono nei manuali che insegnano l’arte di vivere – “Come avere tanti amici”, “Come realizzare i propri sogni e diventare migliardari”, “Come vincere le paure e dominare il mondo”, ecc. Ora anche i guru indiani, a partire da Deepak Chopra, Acharya Rajneesh e Mahesh Yogi, fino a Sri Sri Ravi Shanker, hanno imparato i benefici di brevettare gli insegnanmenti spirituali degli antichi maestri e di usare le nuove tecnologie per portare sollievo all’umanità sofferente e per accumulare enormi richezze.

Sri Sri Ravi Shanker sembra una persona molto simpatica, ha un sorriso disarmante che ti scioglie il cuore e ha un modo di parlare immediato, semplice e chiaro.




Tuttavia, lo trovo un po’ irritante a partire dal suo nome così pomposo. La parola ‘Sri’ è usata in India un po’ come il ‘signore’ in italiano, come un appellativo prima dei nomi maschili, invece perle donne si usa Srimati (signora). Tuttavia il significato specifico di Sri è la 'luce interiore', o l’aura personale. Il fatto che il guru Ravi Shanker abbia voluto aggiungere due ‘Sri’ prima del proprio nome, mi sembra un modo per attirare attenzione e per sottolineare la propria natura divina.

Si è vero che il Dio vive dentro ogni uno di noi e spesso noi lo dimentichiamo. In questo senso, posso capire la scelta del guru di aggiungere i due Sri prima del proprio nome forse per ricordarsi che ha dentro di se la luce divina, ma allo stesso momento penso che un guru dovrebbe essere un ascetico e non attaccato a grandi titoli o onori.

Il nome di Sri Sri Ravi Shanker è associato anche ai corsi di Arte di Vivere (Art of Living) durante i quali si insegnano il Sudershan Kriya, un particolare tipo di meditazione basato sullo yoga Pranayama (esercizio del respiro) durante la quale si ripete il mantra ‘So ham’ ( io sono) secondo un ritmo ben preciso. La tecnica di Sudershan Kriya è brevettata ed i corsi costano.

Questa sua attenzione verso gli aspetti mondani lo trovo poco consone all’ideale di rinuncia associato ai guru tradizionali. Dall’altro canto capisco che oggi la maggior parte delle persone non ha tempo da dedicare a niente ed a nessuno. Oggi tutto funziona secondo la logica dell’usa e getta. Vogliamo continuamente nuovi stimoli - nuovi giochi, nuovi gadgets, nuova musica, nuovi vestiti, nuovo arredamento e il resto, perché dopo un po’ di giorni anche la cosa più desiderata diventa noiosa per noi. In questo mondo, forse il suo modo di vendere i suoi corsi a caro prezzo, come qualcosa di esclusivo, forsé gli garantisce maggiore attenzione di suoi seguaci!

Comunque torniamo ai suoi 25 consigli per migliorare la vita. Volete conoscerli?

sabato 9 dicembre 2006

Concerto del maestro indiano a Bologna

Il maestro di musica classica indiana, Shahid Parvez Khan, è venuto a Bologna per un concerto di sitar il 7 dicembre sera. Erano tanti anni che non ascoltavo un concerto di sitar dal vivo. Il piacere era ancora più grande perché dopo la generazione di artisti come Ravi Shanker e Vilayat Khan, lui è considerato uno dei grandi della musica classica indiana.

Mentre lo ascoltavo, pensavo alle notti di estate passate nel parco del Mavalankar Hall a Nuova Delhi, ad ascoltare i concerti di musica classica e guardare le danze classiche. Era allora che avevo iniziato ad apprezzare il sitar, sopratutto quelle note lente e dolci che si muovano come onde e raccontano storie malinconiche.

Ho parlato con il maestro della sua infanzia, della sua fama e del suo rapporto con la famiglia. Purtroppo, non ho fatto in tempo a tradurre questa intervista in italiano, e stamattina parto per l'India. Lo completerò al mio ritorno alla fine del mese.

In tanto due foto della serata: (1) maestro Shaid Parvez Khan e, (2) sig. e sig.ra Robert Shetkintong, (secondo segretario culturale dell'ambasciata indiana a Roma e sua moglie).






venerdì 1 dicembre 2006

Creatività, censura, romanticismo...

Ho questo sogno di scrivere un romanzo un giorno. Volevo scrivere di un ragazzo che torna dal suo padre morente e viene a sapere di un segreto di famiglia. Doveva essere un viaggio alla scoperta di se stesso, un viaggio di riconciliazione. Per giorni vivevo quel libro. I personaggi del libro erano come persone vive che mi giravo intorno e parlavano nei momenti più diversi. Poi, alla fine ho scritto quel libro in inglese, circa 250 pagine, scritte in meno di un mese.

L'ho fatto vedere ad una mia cugina scrittrice, anche perché ci tenevo molto al suo giudizio. Si vede che può venire fuori un libro molto bello, mi ha detto, ma ora devi lavorarci sopra bene e riscrivere il tutto e sistemarlo meglio. Mi sentivo in settimo cielo. Alla fine sono vicino al mio sogno di scrivere il mio romanzo, ho pensato.

Questo era più di un anno fa e da allora, non sono più stato capace di scrivere giù niente. All'inizio mi bloccava l'idea di dover scrivere questo libro in inglese. L'inglese non è la mia lingua, dovrei scrivere in hindi o in italiano, perché devo scrivere in inglese, mi chiedevo. Si, questa volta scriverò in hindi, alla fine avevo deciso, ma poi ogni volta che mi mettevo davanti al computer, non trovavo mai le parole per dire quello che avrei voluto dire.

Alla fine ho risolto il problema. Devo scrivere nella lingua che mi viene più naturale e se mai, lo tradurrò in hindi o in italiano. Ma nel frattempo, avevo iniziato a pensare ad un'altra storia. Questa storia ha un padre immigrato e la sua figlia lesbica. I personaggi hanno iniziato a diventare persone vere, nei momenti più strani, penso a loro e sento le loro voci. Forse, un giorno riuscirò a metterlo giù sul computer, questa storia! Spero.
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Già che pensavo alla ragazza lesbica della mia storia, è uscito il film con Lino Banfi sulla TV italiana, con la figlia che si sposa con la sua compagna spagnola. Non ho guardato questo film alla TV e ho letto soltanto le polemiche sui giornali. Devo dire che mi hanno sorpreso queste polemiche.

Qualche anno fa Deepa Mehta, il regista di origine indiana che vive in Canada, aveva girato il film Fire (Fuoco), nel quale si accennava al rapporto amoroso tra le due donne protagoniste. Il film aveva suscitato molte polemiche in India. Già, l'India ha un sistema di censura antiquato. In più ogni volta che un gruppo di persone si manifestano contro qualche lavoro di arte o qualche libro o qualche film, subito il governo vieta questi lavori. Allora, parlandone con gli amici avevo dato esempi del sistema liberale che esiste in Italia, basato sulla convivenza pacifica e rispetto della libertà di espressione.

Anche il recente film, "Il codice da vinci" era stato vietato in India e di nuovo avevo parlato dell'assurdità di queste censure per "accontentare" i cattolici indiani quando si poteva vedere il film a Roma.

Ma le polemiche sul film di Banfi mi hanno sorpreso, perché non li aspettavo. La TV italiana fa vedere delle cose di rapporti sessuali, nudità e parolacce in prima serata senza nessuna protesta. A me danno fastidio i programmi dove vi sono queste giovani donne formose con vestiti ridottissimi, presentate come persone con intelligenza subnormale, e mi sarebbe piaciuto sentire qualche protesta contro queste trasmissioni.

Comunque, c'è un lato positivo di questa storia. La prossima volta che succederà qualche stupida protesta in India, non mi agiterò per spiegare che "in Italia questo non succede mai"!
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Durante la mia ultima visita a Roma, sono andato al cimitero protestante dietro il Piramide di Caio Cestio. Nel 1822, qui fu sepolto il giovane poeta romantico inglese Keats. Quando morì, aveva solo 25 anni, ma ha lasciato un eredità di poesie romantiche indimenticabile. C'è una fila di turisti inglesi per visitare la sua tomba ogni giorno.

L'iscrizione sulla sua tomba è, "Qui giace colui, il cui nome fu scritto sull'acqua."

Vicino alla sua tomba, i suoi ammiratori hanno fatto montare una tavola di marmo con le seguenti parole, "Keats, se il tuo amato nome fu "scritto sull'acqua", ogni goccia è caduta dagli occhi di qualcuno che ti piangeva."

Corrado Augias nel suo libro, “Segreti di Roma”, spiega la storia di questo cimitero per i non cattolici costruito su un terreno non consacrato, le sue fatiche per costruisi un muro intorno, i divieti per seppellire i morti di giorno e il divieto di scrivere frasi che potevano significare la benevolenza di dio per le anime di questi morti. Questa situazione di 150 anni fa, oggi appare incomprensibile, anche se le discriminazioni in forma molto più sottile continuano anche oggi.

Ieri Lucia Cuocci della rubrica Protestantesimo di Rai2 era venuta ad intervistarmi riguardo la situazione della lebbra nel mondo. Alla fine dell’intervista le ho chiesto riguardo la trasmissione del programma e mi ha spiegato che di solito il programma è trasmesso dopo la mezza notte, ma delle volte, vi sono dei ritardi e la trasmissione avviene dopo l’una di notte. Comunque, se ci tenete a guardarmi in questa intervista, sarà trasmessa anche alla mattina alle 09,00 del 25 dicembre.

Penso che il giornalismo e la tv italiana hanno superato molte barriere che prima ci esistevano, ma per alcune questioni legate al vaticano, esiste ancora certa discriminazione. Penso ai scandali legati alla pedofilia di qualche prete in Stati Uniti. I notiziari sulla CNN e sulla BBC erano pieni di queste notizie ma la tv in Italia, non ne parlava quasi mai, fino al giorno che il vaticano ha voluto parlarne.

Sul telegiornale le immagini della visita del Papa alla moschea di Istambul mi hanno commosso. Le sue parole nella moschea insieme all’Imam di Istambul, “chi uccide civili innocenti nel nome di dio, offende il dio”, sono forti ed era ora che qualcuno così importante e visibile li diceva con la voce alta dentro una moschea. Penso che per uscire da questo vortice di violenza e terrorismo, ci vogliono gesti corraggiosi come questo.

Anche quando si parla di un dialogo costruttivo tra le religioni, sento una discriminazione tra le religioni del Libro, le religioni monoteiste nate in medio oriente e tutte le altre religioni del mondo, induismo, buddismo, gianismo, i bahai, i confuciani, i taoisti, i parsi, i sikh, ecc. Forse perché le altre religioni hanno già trovato certo dialogo tra di loro? O forse le lotte tra le tre religioni monoteiste sono state cosi violente che bisogna fare uno sforzo speciale per avviare questo dialogo tra di loro, prima di intraprendere il cammino con le altre religioni!

Per tornare al cimitero protestante di Roma, oltre a Keats, un altro famoso poeta inglese è sepolto a Campo Cestio, Shelly. Ecco per voi, alcune foto di questo cimitero.







domenica 22 ottobre 2006

Abbracciare il mondo

L'iniziativa di Passamano voleva abbracciare il mondo. Mille persone dovevano formare una catena umana che collegava il meloncello con il piazzale di San Luca. Poi, quella catena umana doveva passare le bandiere di tutti i paesi del mondo lunga la scalinata di San Luca per poi alla fine piantare tutte le bandiere del mondo nel piazzale di San Luca.

L'iniziativa era parte della Festa della Storia, iniziata una settimana fa.

Invece si è messo a piovere. Quando sono arrivato a meloncello, le ragazze che aspettano i volontari della catena umana mi hanno chiesto se volevo far parte della catena anch'io. No, ho cercato di dire ma sembravano così preoccupate che alla fine ho accettato. Poi ho cominciato a salire la scalinata, dovevo trovare un buco libero e mettermi li per completare la catena. Invece interi tratti della scalinata erano vuoti. Forse era la pioggia, forse le persone hanno scelto di fare qual cos'altro, e le persone presenti, erano sopratutto gli studenti con i maestri, che aspettavano l'inizio del passaggio delle bandiere.

Infatti, alla fine hanno dovuto rinnunciare alla catena umana e le bandiere sono state portate su con il camioncino. Oggi alcune foto di questa mattinata:



Inizio della parata


La banda aspetta l'inizio


La giornata piovvosa


E' difficile fotografare!


Il foto di ricordo per il gruppo


Qui la catena umana funzionava


I ragazzi cercano di passare il tempo con l'aiuto della musica - avevano anche i dolci da offrire ai passanti.


Il portone della chiesa di San Luca - le nebbia entrava dentro in maniera molto suggistiva!


Il trombettista


Il dietro di San Luca - nel libro di John Grisham ambientato a Bologna, qui vicino c'è un piazzale dove l'eroe del libro arriva con la sua ragazza italiana nel capitolo finale - invece, ieri pioveva e non potevo vedere niente!


I vestiti medievali


Volontari di "Il ponte della bionda" - l'associazione che vuole promuovere il modo di vita delle persone che abitavano lungo il canale Navile - si chiama il ponte della bionda per ricordare la signora bionda del folklore bolognese che abitava lungo il Navile e offriva i suoi servizi ai passanti

venerdì 13 ottobre 2006

Mondo schizofrenico

C’è questa nuova pubblicità sulla televisione dove si parla di prugne californiane, ogni prugna racchiusa in piccolo sacchettino tutto suo, bello e luccicante. L’idea è di promuovere le prugne come un’idea di regalo, forse un po’ come i famosi baci perugina. Penso che questa pubblicità sia il simbolo del mondo schizofrenico nella quale viviamo.

Siamo sommersi dai rifiuti. Ne produciamo a tonnellate. Le amministrazioni comunali parlano di come smistare e riciclare questi rifiuti e allo stesso momento continuiamo a trovare nuovi modi per aggiungere rifiuti inutili. E’ la schizofrenia tra quelli che pensano al futuro, alla sostenibilità, alla vita dei nostri figli e nipotini e quelli che pensano alle vendite, alla crescita economica, al guadagno degli azionisti. Ma poi, questa schizofrenia sta dentro ciascuno di noi, perché siamo sempre noi, uomini, donne, padri, madri, nonni, azionisti, lavoratori, consumatori, venditori, secondo il contesto.

Quando la Coop, una cooperativa dei consumatori, mi risponde che devono continuare a applicare i bollini di plastica ad ogni mela che vendono perché è necessario per salvaguardare il marchio Coop e la loro quota del mercato delle mele, penso che sia un altro esempio della stessa schizofrenia.

Alla mattina vedo questa fila di macchine, tutti impazienti uno in ogni macchina, molti con i fronti corrugati e gli occhi che cercano varchi per poter passare davanti di qualche metro, pronti ad incazzarsi. Dappertutto si costruiscono le rotatorie “perché così le macchine passano molto più veloci”, ma che penalizzano i pedoni e quelli come me che vogliono salvare il mondo con le proprie biciclette. E penso all’inquinamento, ai mari che si inalzano minacciando di sommergere qualche isola, al caldo torrido che arriva puntualmente ogni anno, ai nuovi tifoni che devastano qualche paese ogni tanto, al deserto che cresce mangiando le foreste, e tutti quelli che parlano del trattato di Kyoto e di ridurre l’emissione dei gas, di usare i mezzi pubblici, di non inquinare, che poi girano dall’altra parte e parlano di crisi della vendita delle macchine e di come incentivare che la gente compri più macchine. E' sono orgogliosi di essere razionali e pragmatisti, convinti di sapere tutto.

Nessuno vuole le discariche vicino alla casa propria, perché sono inquinanti, sono anti estetiche, sono pericolose, ma poi vai fuori alla sera e vicino ai cassonetti dei rifiuti trovi frigoriferi, tv, matterassi, armadi , ecc. ad infinito che aspettano di essere buttati via nelle discariche. Ormai, non è conveniente far riparare niente, conviene sempre comprare nuovo e buttare via il vecchio.

E l’inquinamento, cosa bisogna fare? Ah, quelli disgraziati in Cina, in India, in Brasile, hanno cominciato a stuprare la terra proprio come la facciamo noi! Devono smettere subito. Bisogna che imparino un nuovo modello di sviluppo, non consumistico.

Si, ovviamente non possiamo dare via la nostra tecnologia migliore che inquina un po’ meno perché è il nostro copyright e abbiamo diritto a guadagno. Ma cosa centrano i milioni di morti per la mancanza di farmaci con il nostro guadagno? Gli affari sono affari. Forse ci vorrebbe uno scudo spaziale che separi l’aria e l’acqua del nostro mondo!
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Due foto del parco Al Azhar di Cairo (Egitto) costruito sopra una vecchia discarica.




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