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Bollywood a Bologna

Poco dopo che sono salito in autobus ho capito che stava succedendo qualcosa di particolare. L'autobus numero 18 inizia vicino a casa nostra e quando sono salito, l’autobus era vuoto. Poi alla fermata successiva è salita una famiglia pakistana. Poi, alla fermata successiva, vi erano due famiglie del Bangladesh. E’ raro che le famiglie orientali, maschi, donne e bambini, tutti insieme, escono da casa alla sera dopo le 21,00. Eravamo un po’ preoccupati che non saranno in molti ad assistere al film di Bollywood in Piazza Maggiore. Tutte le nostre iniziative fin’ora avevano avuto discreto successo ma era diverso organizzare qualcosa in una saletta con 100 posti e organizzare una proiezione in una piazza che può contenere 10.000 persone! In ogni caso nelle iniziative organizzate dal Comune, la partecipazione di emigrati resta molto limitata. L’iniziativa era stata organizzata dalla Cineteca di Bologna e dal Comune di Bologna. Avevamo mandato gli email a tutti i nostri contatti, chiedend

Biciclette – simbolo del consumismo?

Le notizie sul cambiamento climatico e l’inquinamento mi angosciano. Ho scelto di usare la bicicletta quanto più possibile e così penso di mettere la mia coscienza a posto e posso anche sentirmi un po’ superiore a tutte queste persone le quali hanno bisogno di una grande berlina o peggio, una SUV mangiabenzina e mangiaspazio per sentirsi importanti sulle strade affollate delle città che ormai non hanno più posti liberi dove parcheggiare. Infatti, il giornale di oggi dice che Italia è il secondo paese del mondo per il numero delle macchine per abitanti, secondo soltanto al piccolo e ricco Luxemburgo, che abbiamo una macchina ogni due persone. Ma ultimamente ho un dubbio: se anche la mia amata bicicletta è entrata nel meccanismo del consumismo e che ormai come individuo non posso fare niente per contrastare questo? Prima di tutto oggi non puoi più comprare una bici semplice, ciò e senza il cambio shimano e senza tutta quella ferraglia che fa parte di questo cambio, e che è inutile sulle

Dove si trovano i film indiani?

Ogni tanto ricevo messaggi da persone che mi chiedono informazioni su dove si trovano i film di Bollywood nelle loro città. Oggi ne ho ricevuto un messaggio da una persona che gestisce un negozio di videonoleggio e vorrebbe avere dei film indiani per i suoi clienti. Ecco la risposta che gli ho scritto: Solo un piccolo numero di film indiani entra legalmente in Italia per la distribuzione tramite i cinema d'essai e questi film dovrebbero essere disponibili in DVD legali. Per esempio penso che Carlotta Films (francia) ha distribuito alcuni film indiani anche in Italia. La maggior parte di DVD dei film indiani, potrei dire quasi tutti, disponibili in Italia sono copie pirata. E' un po' che non ho noleggiato i DVD indiani perché trovo sempre qualcuno che mi porta i DVD originali dall'India, ma penso che la prima copia pirata é fatta in Bangladesh o in Pakistan e poi duplicata in Italia/Europa e distribuita ai negozi gestiti per la maggior parte dalle persone del Pakistan o

Sensazione di sfiducia

Ero uscito con il mio cane per la solita passeggiata serale. Ho visto loro, 4 uomini, seduti sulle panche vicino al ponticello, nell’ombra degli alberi. Quando mi sono avvicinato a loro ho sentito un confuso mormorio delle loro voci. Parlavano il pungiabi. Il loro modo di parlare pungiabi è diverso da come si parla questa lingua tra gli indiani di Delhi e alcune parole sono diverse. La cadenza delle loro parole era quella del Pakistan. Uno di loro mi ha visto. Quando vedi qualcuno che può essere un tuo concittadino, l’espressione degli occhi cambia. C’è una domanda silenziosa che vuole sapere se sei del loro paese? Ci somigliamo tra di noi, indiani, pakistani e bangladeshi. Qualche volta, i segni esterni legati alla religione aiutano a capire la nostra nazionalità. Come la linea vermiglione tra i capelli o il puntino rosso sulla fronte delle donne, vuol dire che la donna è indù, molto probabilmente dall’India. Uomini vestiti con una camicia lunga fino alle ginocchia e pantaloni larghi

Sangam – l’unione dei fiumi

Secondo le credenze indiane, il luogo dove si riuniscono due fiumi è considerato sacro, e viene chiamato “ sangam ”, il punto di unione. La città di Allahabad nel nord dell'India è considerata tra le più sacre per gli indù proprio per questo motivo, perché qui riuniscono i due fiumi più importanti dell’India, il Gange e lo Yamuna . Le credenze popolari sostengono che vi è anche il punto di incontro di un terzo fiume, il fiume nascosto Saraswati, il quale esce dal suo passaggio sotterraneo nel luogo di ricongiungimento di Gange e Yamuna. E’ questa sacralità dell’unione delle acque che si vuole evocare alla festa “ Un po’ di Gange ” sulle rive del fiume Po, vicino la piccola cittadina di Guastalla (RE). La festa “Un po’ di Gange” si organizza ogni anno verso giugno-luglio. Quest anno, la festa è iniziata venerdì 29 giugno e si concluderà oggi, domenica 1 luglio. Il momento centrale della festa è la cerimonia durante la quale, l’acqua del fiume Gange portata dall’India, viene versato

Induismo

Spesso le persone mi fanno domande sull'induismo, che non riesco a rispondere. O, almeno, dentro di me penso di non aver spiegato bene. Una volta partecipai in un’intervista per uno studente universitario che scriveva la sua tesi sull’induismo, e ricordo questo senso di frustrazione mentre gli parlavo. Lui mi poneva domande su quello che sono basi della via dell’induismo e ogni volta io dovevo aggiungere che veramente lo pensavo in maniera completamente diversa, e che nonostante ciò, mi considero un’indù. Penso che sia più facile per le altre religioni che hanno un profeta e un libro sacro, mentre in induismo puoi anche non accettare nessun profeta e nessun libro sacro o magari accettare diversi profeti e altrettanto libri sacri, che non concordano tra di loro. Per questo penso che induismo sia la religione più difficile da spiegare agli altri. Una spiegazione dell’induismo che ho letto recentemente e che mi è sembrato interessante è scritto da un’avocatessa americana, Aditi Banerj

Le Radici del Cuore

Ho visto “ Il destino nel nome ” (titolo originale, “The Namesake”), il nuovo film di Mira Nair , uscito al cinema da qualche giorno. Avevo letto il libro “ The Namesake ” di Jhumpa Lahiri alcuni mesi fa e mi era piaciuto molto. Spesso succede che se ti piace un libro, resti deluso dal film basato su quel libro. Ciò è vero parzialmente anche per “Il destino nel nome”. Il libro non è molto lungo, anzi, considerando che racconta la storia di oltre 25 anni nella vita di suoi protagonisti, è un libro piuttosto breve. La storia dei due emigrati indiani in America, Ashok e Ashima, era raccontata con grandi pennellate che mi lasciavano la libertà di riempire i dettagli dalla mia fantasia, dai particolari delle persone che avevo conosciuto e delle volte, immaginare me stesso e la mia famiglia come i protagonisti del romanzo. Se il libro affrontava la storia con grandi pennellate, il film la affronta con brevi scene un po’ staccate per far capire il passaggio degli anni. In questo senso, la vi